La “scala del tempo” in astronomia e cosmologia. Controversie sull'evoluzione cosmica tra il XIX e il XX secolo Matteo Realdi CEHIC Universitat Autonoma de Barcelona Scuola Estiva Cirsfis “I Nomi del Tempo” Feltre, 19-07-2012 Appunti di Hubble su osservazioni di stelle Cefeidi (1924) [AIP – Center for the History of Physics] Il “tempo degli astronomi” ● Archeoastronomia ● Astronomia ● Astrofisica ● Cosmologia [OaPD] [Becker – Exploring the Cosmos] Il “tempo degli astri e del cosmo” ● Fil rouge: l'evoluzione temporale degli oggetti di interesse astronomico ● Equilibrio (stelle) ● Stabilità (Sistema Solare; Via Lattea) ● Staticità vs stazionarietà vs evoluzione (universo) ● ● ● “Astronomy must lay down the rules for determining the motions of the heavenly bodies as they appear from the Earth. (...) Everything else that can be learned about heavenly bodies (…) is not properly of astronomical interest” [Bessel, 1832] “There is no means by which we will ever be able to examine [stars] chemical composition, their mineralogical structure, or especially, the nature of organisms that live on their surfaces” [Comte, 1864] “There is but one “island universe” - that within whose boundaries our temporal lot is cast, and from whose shores we gaze wistfully into infinitude. The grandiose but misleading notion that nebulae are systems of equal rank with the Galaxy [has to be] dismissed” [Clerke, 1890] Laplace e la “nebulosa primordiale” ● ● ● ● Cosmogonia di Kant (1755): da sistema di particelle diffuse a stato di equilibrio senza collisioni, in movimento unidirezionale e sullo stesso piano. I pianeti si formerebbero grazie alla mutua attrazione di svariate particelle. I pianeti interni sono più densi (e hanno meno satelliti), quelli esterni hanno più massa. Ipotesi nebulare (1796): la rapida rotazione dell'estesa e calda atmosfera solare produce x contrazione gravitazionale un disco piatto, che si raffredda via via più velocemente. In periferia si formano anelli di gas (equilibrio tra forze centrifughe e gravitazione), che danno origine a sfere fluide calde (circondate da satelliti), le quali raffreddandosi e solidificandosi formano i pianeti. Problema: momento angolare? Possibili evidenze osservative: le nebulose di W. Herschel quali differenti stadi di evoluzione da nube diffusa e luminosa a stelle Poincaré (1911): “nous ne pouvons donc terminer que par un point d'interrogation” Rappresentazione artistica del processo di formazione del Sole e dei pianeti secondo l'ipotesi della nebulosa di Laplace Disegni di nebulae da parte di W. Herschel (1811) [Messier, 1781] [Wolf, 1908] Ipotesi sul Sole: origine, struttura, evoluzione Alcune ipotesi sulla natura del Sole [Robitaille, 2011] La teoria di Helmholtz-Kelvin: pro e contro l'età del Sole ● ● ● ● ● ● ● Energia del Sole di origine meccanica (da impatto di meteore) (Mayer, 1848; Waterson, 1853) Helmholtz (1854) e Kelvin (1871): contrazione gravitazionale di materia permette la trasformazione di energia meccanica in energia termica Estensione logica dell'ipotesi nebulare, applicabile a corpi gassosi o fluidi, comunemente accettata (in fisica e astronomia) fino all'inizio del XX secolo Età del Sole (e della Terra): 20-24 milioni di anni C. Darwin (1859): 300 milioni di anni necessari per i lenti processi di selezione naturale Geologia: la Terra era una sfera calda che è andata raffreddandosi; 90-100 milioni di anni per spiegare I processi di erosione o il trasporto di sale dai fiumi agli oceani Il declino della teoria di Kelvin sull'età della Terra: la scoperta della radioattività (1902) quale nuova fonte di energia più plausibile Teorie dualistiche (“mareali” o “di incontro”): da Chamberlin e Moulton a Jeans e Jeffreys ● ● ● ● ● Un geologo e un astronomo mettono in dubbio la descrizione fisico-matematica di ispirazione laplaciana e la formazione della Terra da corpo caldo che si raffredda Critica maggiore: quali evidenze dell'origine calda della Terra? Come può la Terra “calda” mantenere l'atmosfera? Spiegazione della distribuzione del momento angolare dei pianeti? Chamberlin e Moulton (1900): Terra formata da accrescimento di piccoli “planetesimi” solidi; la temperatura va aumentando, ma non tanto da produrre l'interno terrestre fluido Il Sole ha interagito con un'altra stella: le forze mareali hanno rilasciato gas caldo (bracci di spirale), che si è raffreddato e, condensando, ha dato origine ai planetesimi La cosmogonia “torna” tra i geologi; vantaggio: maggiore età della Terra, quindi tempi più lunghi per evoluzione biologica ● ● ● Jeans e Jeffreys (1917): simile teoria, mantenendo però l'origine “calda” del gas che condensa a formare i pianeti Tempo di evoluzione: 630 milioni di anni Declino delle teorie dualistiche (dal 1935): - non risolvono il problema del momento angolare - i filamenti gassosi che si staccano dal Sole si dovrebbero dissipare nello spazio, senza condensare - incontri di stelle: poco probabili (dunque: rarità della vita?) Teoria cosmogonica “mareale” di Jeans [Brush, 1996] Le origini dell'Astrofisica ● ● ● Spettro solare osservato da Fraunhofer [1817] Wollaston (1802): presenza di righe scure nello spettro della luce attraverso un prisma e una fenditura. 1814: il costruttore di strumenti J. Fraunhofer, utilizzando un telescopio a fuoco sulla fenditura, distingue più di 500 righe nello spettro della luce solare 1859: esperimenti di R. Bunsen e G. Kirchhoff permettono di associare particolari gruppi di righe a determinati elementi chimici. ● ● ● ● Il Sole e in seguito le stelle e le nebulae divennero oggetto di studi spettroscopici. L'introduzione della lastra fotografica contribuì a migliorarne la comprensione. W. Huggins si distinse subito tra i pionieri di questa “Nuova Astronomia”. Nel 1864, esaminando gli spettri di alcune nebulose, concluse che non tutte potevano essere aggregati di stelle non risolte, ma erano di natura gassosa. 1868 Huggins misura lo spostamento delle righe spettrali di Sirio. Studiando tale effetto, suggerito nel 1842 da C. Doppler e interpretato correttamente da A. Fizeau, Huggins fornì la velocità di allontanamento di svariate stelle. L'effetto Doppler permise di spiegare, nel 1887, l'esistenza di un nuovo tipo di stelle doppie, evidenziabile dallo studio delle righe: le binarie spettroscopiche. [Huggins, 1868] Spettri e classificazioni ● ● A. Secchi (1868): 4.000 oggetti. I “tipi spettrali” da lui individuati presentavano tra loro differenze di colore che dovevano indicare differenze di temperatura. Dalle stelle bianco-azzurre (Sirio, Rigel), più calde, si passava a quelle gialle (il Sole, Procione), fino a stelle più fredde di colore rosso-arancio (Aldebaran, Betelgeuse). 1918: catalogo di Harvard “Henry Draper”: 250'000 oggetti (O,B,A,F,G,K,M,R,N..) Prime teorie di evoluzione stellare ● ● ● ● Diagramma magnitudine assoluta – tipo spettrale [Russell, 1913] ● Dal 1910: raccolta dati su tipo spettrale (temperatura) e la distanza (magnitudine). Esistono stelle giganti (Adams) Russell (1914) ipotizza per una stella l'evoluzione dallo stato di gigante calda a quello di nana fredda, con densità sempre maggiore. Energia delle stelle per contrazione? Secondo Eddington (relazione M/L) le giganti avrebbero un tempo di “vita” di 100'000 anni... Processi subatomici? ● ● ● ● ● ● ● Notevole fonte di energia rappresentata dal radio: tempi di evoluzione più lunghi per la Terra: centinaia di milioni di anni (e.g. fergusonite (1906): 140-500 milioni di anni) E. Rutherford (1904-1913): presenza di materia radioattiva nel Sole (tuttavia la maggior parte persa per radiazione) R. Ball (1903): “Have you seen radium? (…) Now the discrepancy [with geologists] vanishes if the Sun consists in any considerable part of radium” Eddington (1920): trasmutazioni atomiche quali fonti di energia Jeans (1924): attraverso la mutua annichilazione di particelle positive e negative l'età delle stelle risulta 7 mila miliardi di anni C. Payne (1925): stelle composte soprattutto da idrogeno ed elio H. Bethe (1939): meccanismi di produzione di energia da H a He (nucleosintesi:catena p-p, ciclo C-N-O), in accordo con la fisica nucleare e le condizioni di temperatura e densità previste nei nuclei delle stelle I problemi di un universo infinito ed Euclideo ● Obiezioni per gli effetti della gravità: equilibrio? - modifica del potenziale G (Seeliger e Neumann) - distribuzione gerarchica degli oggetti celesti (Charlier, 1908-1922) - spazio a geometria ellittica o iperbolica (Newcomb e Schwarzschild) ● Obiezioni legate alla luminosità (“paradosso di Olbers”): perché il cielo notturno è buio? [Harrison, 2000] ● ● ● [Harrison, 2000] Soluzioni proposte:perdità di luminosità, assorbimento interstellare, universo gerarchico, (universo in espansione) Soluzione: l'età delle stelle limitata nel tempo e la velocità (finita) della luce! Le stelle non possono “riempire” tutto il cielo; la maggior parte delle stelle necessarie per far ciò è troppo distante, per cui la loro luce non ci ha raggiunto. Il tempo che la loro luce impiega per giungere a noi è maggiore del loro tempo di evoluzione. La struttura della Via Lattea ● ● L'intento di “costruire i cieli” era iniziato oltre un secolo prima grazie a W. Herschel e ripreso in seguito dal figlio John i lavori di J. Kapteyn sui conteggi di stelle e sulle distribuzioni di velocità facevano pensare alla Via Lattea come a un sistema piatto, a forma di disco, in cui il Sole occupava una posizione centrale. La struttura della Via Lattea secondo W. Herschel (1785) e Kapteyn (1920) Shapley e gli ammassi globulari ● ● ● Sfruttando le parallassi statistiche, H. Shapley poté calibrare la magnitudine assoluta di stelle Cefeidi H. Leavitt (1912): Periodo-Luminosità relazione 1919: Shapley propose un modello della Galassia come un disco appiattito formato da stelle e nebulose e circondato da un alone sferico di ammassi globulari. Il Sole occupava in tale modello una posizione periferica. Relazione Periodo-Luminosità [Shapley, 1919] La natura delle nebulae: il “Grande Dibattito” tra Shapley e Curtis (26 Aprile 1920) Appunti di Curtis utilizzati durante il Grande dibattito [Curtis, 1920] Nuovi telescopi: più luce. Dall'universo sidereo agli “universi isola” Il telescopio “Hooker” (2.5 m) sul Monte Wilson, grazie al quale Hubble ottenne una stima della distanza delle nebulae M31 e M33, confermando nel 1925 la loro natura extragalattica [Mt. Wilson Observatory, 1917] Einstein: spazio-tempo e relatività (1916) ● ● ● L’esigenza di una formulazione covariante delle leggi della fisica, in particolare dei fenomeni gravitazionali, e il “difetto epistemologico” dell’esistenza di sistemi di riferimento privilegiati nella relatività ristretta (cioè l’esistenza di sistemi di riferimento inerziali) avevano condotto Einstein alla formulazione di una nuova teoria della gravitazione, basata sul principio di relatività e sul principio di equivalenza. Ricorrendo alla teoria delle varietà n-dimensionali curve e ad una geometria non più Euclidea, Einstein aveva introdotto il concetto di curvatura dello spazio-tempo; le proprietà metriche di questo erano interamente descritte dal campo gravitazionale. Quest’ultimo non era più inteso come una quantità scalare, ma era identificato dal tensore metrico gμν. Le equazioni di campo determinavano la geometria dello spaziotempo a partire dal contenuto di questo (tensore energia-impulso (Tμν), sorgente della gravitazione: 1 R− g R=−k T 2 I 3 Principi della Relatività Generale (1918) ● ● ● Relatività: tutti i sistemi di coordinate gaussiane sono di principio equivalenti per la formulazione delle leggi della natura (covarianza generale) Equivalenza: massa inerziale e massa gravitazionale sono identiche “nella loro essenza”. Il tensore simmetrico “fondamentale” (gμν) determina le proprietà metriche dello spazio, le relazioni inerziali tra corpi, così come gli effetti gravitazionali. “chiameremo dunque il tensore fondamentale campo gravitazionale (G-field)” Mach: il campo gravitazionale è determinato interamente dalle masse dei corpi, quindi dal tensore energia-impulso della materia Einstein, Mach e la relatività dell'inerzia ● ● ● L’interesse che Einstein, a partire dal 1916, rivolse verso l’universo come un tutto nasceva dalla necessità di una spiegazione globale della relazione tra spazio, tempo e gravitazione attraverso il principio di relatività. In particolare era di fondamentale importanza la cosiddetta relatività dell’inerzia, cioè il requisito che la metrica (l’elemento di linea spazio-temporale) fosse interamente determinato dalla materia. Nella concezione einsteniana dell’origine dinamica dell’inerzia fu senza dubbio notevole l’influenza del pensiero di E. Mach. Alla critica di Mach dei concetti newtoniani di spazio e tempo assoluti e alla necessità della relatività di tutti i moti si accompagnava una nuova formulazione del concetto di massa e del principio di inerzia. Secondo Mach, infatti, il movimento di un corpo non andava riferito ad uno spazio assoluto, ma direttamente a tutte le masse dell’universo. La costante cosmologica (1917) ● ● ● Soluzione al problema dei potenziali all'infinito? l’universo “come un continuo che fosse finito (chiuso) rispetto alle sue dimensioni spaziali”: modello di universo sferico, di raggio finito La materia, ipotizzabile come distribuita in maniera uniforme ed omogenea (Principio Cosmologico), risultava l’unica responsabile dell’origine dell’inerzia Per rendere coerenti i risultati della relatività generale con la supposta staticità dell’universo, Einstein introdusse nelle equazioni di campo un termine aggiuntivo, contenente λ, la “costante cosmologica”, capace di controbilanciare l’effetto della gravità a grande distanza e di rendere statico l’universo: 1 R− g R− g =−k T 2 2 k c 1 = = 2 2 R Il modello di Einstein l’universo statico di Einstein. La base del cilindro corrisponde alla sfera spaziale tridimensionale e l’altezza alla dimensione temporale [Robertson, 1933] L'universo vuoto di de Sitter (1917) ● ● De Sitter era scettico riguardo alla distribuzione uniforme di materia, e criticava il carattere “assoluto” della coordinata temporale nel modello di Einstein Sviluppa quindi un modello coerente con le equazioni di Einstein, basato però sul “postulato matematico della relatività dell'inerzia”: tutti I potenziali gravitazionali sono nulli all'infinito (universo vuoto) 2 2 ds =dx4 − g dx dx 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 R − g R− g =0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 Il modello “anti-machiano” di de Sitter Il modello di de Sitter, interpretabile come iperboloide o ipersfera, e la presenza di un “orizzonte” all'intersezione delle sezioni spaziali a tempo costante [Janssen, 2005] Materia o movimento? Misure di velocità radiali di nebulae da parte di V. Slipher [Eddington, 1923] Quale relazione tra velocità (redshift) e distanza? L'effetto de Sitter La conferma osservativa che le gallassie si allontanano sistematicamente le une dalle altre [Hubble, 1929], nota oggi come “legge di Hubble” L'universo in espansione: R ≡ R(t) ● ● Lettera di Lemaître a Eddington [Archivio Lemaitre, 1930] ● Le equazioni di Friedmann-Lemaitre Alla luce dei risultati di Hubble, nel 1930 vengono rivalutati I modelli dinamici proposti da G. Lemaître (1927) e A. Friedmann (1922). Nella proposta di Lemaître era contenuta la necessità della natura non statica della metrica: modello di universo sferico e non vuoto, il cui raggio aumentava col trascorrere del tempo (soluzione intermedia tra Einstein e de Sitter) Spiegazione cosmologica del redshift, dovuto alla variazione del raggio dell'universo Un inizio dell'universo? ● ● ● ● L'atomo primordiale di Lemaître (1931): l'universo ha avuto origine da un unico quanto di energia Problema: l'età della Terra risulterebbe maggiore di quella dell'universo. L'inverso della “costante” di Hubble (k, H) fornisce una stima approssimativa dell'età dell'universo (a meno di ipotesi sulla densità della materia). Dal valore ottenuto da Hubble nel 1931 (H=500) l'età dell'universo risulta compresa tra 1.8 e 2 miliardi di anni. Determinazioni radiometriche basate sulle abbondanze degli isotopi del piombo fornivano negli anni '40 un'età della Terra di circa 3 miliardi di anni. Soluzione (temporanea): la ricalibrazione degli indicatori di distanza (Baade, 1952) fornì un valore circa doppio agli inizi degli anni '50 Gamow teorizza l'inizio “caldo” dell'universo in espansione (1946). Con Alpher, propone un modello per spiegare l'abbondanza di H ed He. Nel 1948 predice un'impronta (radiazione diffusa a 5 k) della fase dopo il “Big-bang” dominata dalla radiazione, cui sarebbe succeduta la fase dominata dalla materia. Il modello dello stato stazionario: un'alternativa al Big-bang? ● ● ● ● ● ● F. Hoyle (tra il 1946 e 1957) studia la formazione degli elementi attraverso reazioni nucleari che avvengono nelle stelle, successive dunque all'ipotetico Big-bang (termine coniato da lui nel 1950) Hoyle, Bondi, Gold (1948) propongono un modello di universo stazionario, basato sul Principio cosmologico perfetto (omogeneità anche nel tempo), in cui la materia viene continuamente creata al ritmo di 10-43 g/cm3 s. Vantaggio: non c'è un inizio dell'universo (quindi non c'è discrepanza con la stima dell'età della Terra) Svantaggio: come spiegare la creazione di materia? Possibili prove a sfavore (avvento radioastronomia): distribuzione non omogenea di radio sorgenti (M. Ryle, 1955) Una nuova era: la scoperta della radiazione cosmica di fondo (1963, A. Penzias e R. Wilson), e la sua corretta interpretazione quale “impronta” dell'epoca di disaccoppiamento dopo il Big-bang caldo (R. Dicke, 1965) Conclusioni ● I “primissimi” luoghi di produzione di conoscenza in astrofisica e cosmologia moderna: dal laboratorio alla “lavagna”, per ritrovare poi gli osservatori astronomici in alta montagna Spettroscopio in una raffigurazione del 1869 W. de Sitter e A. Einstein ● ● Nuove tecniche: analisi di lastre fotografiche e spettri La pratica delle osservazioni “sistematiche” (Campbell, Kapteyn, Shapley, Hubble) Pickering e il gruppo di assistenti “computer” Hubble e Jeans al telescopio Hooker ● Astrofisica:“A discipline can undergo major changes by leaving the framework intact, while changing the focus of attention” (Meadows, 1984). Durante le prime fasi: i protagonisti furono essenzialmente fisici, geologi, chimici, matematici, astronomi amatoriali. “Poi” arrivarono gli astronomi. Lento processo di consenso (eg: 5% di pubblicazioni) ”Classical astronomy rightfully occupies the premier place amongst the experimental sciences. God forbid that astronomy should be carried away by fascination with novelty, and diverge from this essential basis, which has been sanctified for centuries, and even millennia” (O. Struve, 1886). ● Cosmologia moderna: expanding space paradigm, metodo proprio? Autorità e rivalità (eg: Einstein vs de Sitter, Ryle vs Hoyle). L'utilità dello studio storico delle controversie e della loro fecondità (eg: il caso di L. Silberstein) Una nuova visione del cosmo: dall'unità... Lockyer (1900): la temperatura (delle stelle) cresce verso l'alto; l'età aumenta da sinistra a destra [Pannekoek, 1961] ...alla varietà La Galassia di Andromeda (M31) Hubble Deep Field