Per me, per la mia famiglia e per i miei pazienti

Per me, per la mia famiglia e per i miei pazienti
Ogni inverno il personale degli ospedali e delle case di cura si trova a dover
combattere con l’influenza. In autunno, per molti professionisti della salute si
pone dunque la questione della vaccinazione. Per proteggere la propria salute,
quella dei propri cari e dei pazienti conviene vagliare attentamente la questione.
Nella stagione influenzale il contatto interpersonale comporta determinati rischi. Anche i
professionisti della salute entrano ampiamente in contatto con i virus dell’influenza ed i
pazienti sono esposti ad un maggiore rischio di contagio. Uno studio condotto negli
ospedali universitari di Ginevra ha dimostrato che oltre il 50% dei pazienti affetti
dall'influenza ha contratto la malattia durante la degenza ospedaliera.
Protezione dai contagi e dalle complicanze
In Svizzera l’influenza colpisce in media ogni anno dal 5% al 10% degli adulti e dal 20%
al 30% di bambini. L’esercizio fisico regolare, un’alimentazione sana e un numero
adeguato di ore di sonno contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario contro le
infezioni. Ma contro l’influenza queste misure non bastano. La vaccinazione rimane uno
dei metodi più efficaci per evitare la trasmissione dei virus influenzali. Inoltre, c’è
un’altra buona ragione per vaccinarsi. Durante il decorso dell’influenza possono
manifestarsi infatti delle complicanze quali ad esempio sovrainfezioni batteriche,
faringiti, sinusiti, otiti medie, polmoniti, pleuriti, miocarditi, encefaliti o la sindrome di
Guillain-Barré. In rari casi l’influenza può avere persino conseguenze letali. La
vaccinazione protegge non solo dal contagio, ma anche dalle complicazioni.
Evitare la trasmissione
La vaccinazione consente di proteggere non solo se stessi, ma anche gli altri. Da un
lato evita di trasmettere alla propria famiglia il virus influenzale che circola sul posto di
lavoro e, dall’altro, impedisce il contagio di altre persone sul lavoro. Questo è un aspetto
particolarmente importante poiché il personale sanitario di ospedali e case di cura è in
contatto con pazienti per i quali la probabilità di complicazioni è decisamente più
elevata. Le persone a maggior rischio di complicanze sono le donne incinte, i neonati le
persone anziane e le persone affette da malattie croniche o da immunodeficienze.
Vaccinarsi non sempre è possibile
Le persone a rischio non possono sempre vaccinarsi contro l’influenza. I lattanti fino a
sei mesi, ad esempio, sono esposti ad un forte rischio di complicanze e non possono
ancora essere vaccinati. In alti casi la vaccinazione antinfluenzale offre solo una
protezione parziale: nel caso delle persone anziane, per esempio, il vaccino protegge
adeguatamente dall’infezione solo il 30 – 50% dei soggetti.
La vaccinazione in autunno protegge per tutto l’inverno
I vaccini utilizzati in Svizzera non possono provocare l’influenza perché contengono
frammenti di virus inattivi. Tuttavia, possono manifestarsi degli effetti collaterali.
Reazioni locali quali arrossamenti o prurito nel punto di iniezione scompaiono
generalmente entro due giorni. In rari casi possono insorgere febbre, dolori muscolari o
malessere. Poiché i virus influenzali mutano di continuo il loro corredo genetico e il
vaccino assicura una protezione solo per quattro / sei mesi, è consigliabile vaccinarsi
ogni anno, preferibilmente tra metà ottobre e metà novembre. È anche possibile
vaccinarsi più tardi. La protezione ottimale è raggiunta dopo circa due settimane dalla
vaccinazione. L’ondata influenzale dura di norma diverse settimane e si diffonde tra
dicembre e marzo.
Meglio restare a casa che andare malati al lavoro
La trasmissione dei virus avviene in modo diretto attraverso le particelle di saliva, le
secrezioni emesse nello starnutire, nel tossire o nel parlare, oppure in modo indiretto
tramite il contatto con superfici contaminate dove i virus possono mantenere attivo il
potenziale di contagio per diverso tempo (ad es. maniglie delle porte o i touch screen).
Le persone infette sono contagiose già prima di presentare i sintomi influenzali e lo
rimangono fino a cinque giorni dopo la loro manifestazione. Per questo motivo è
importante che, alla comparsa dei sintomi influenzali, i professionisti della salute
rimangano a casa ed evitino di recarsi al lavoro.
Il rispetto delle regole igieniche (starnutire nel fazzolettino di carta o nell’incavo del
gomito, lavare regolarmente le mani ecc.) contribuisce a ridurre il rischio di trasmettere
la malattia. Ma solo in combinazione con un vaccino antinfluenzale o l’uso di una
mascherina (durante il contatto con i pazienti) si ottiene una protezione adeguata – per
se stessi, per la propria famiglia e per i pazienti.
Data: 23 settembre 2013.
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((Box))
Buone esperienze con la vaccinazione influenzale
Molti infermieri sono in dubbio se vaccinarsi o meno. Alcuni temono persino che il
vaccino possa scatenare la malattia. Daniela Girod, infermiera diplomata e formatrice
professionale presso l’ospedale cantonale di Basilea Campagna, si fa vaccinare da
dieci anni e, grazie alla sua esperienza, può fugare questo timore: «Da quando mi
vaccino sono molto meno soggetta ad influenze ed anche a raffreddori.» Dieci anni fa,
una volta prese il raffreddore dopo la vaccinazione. «Ma nel giro di due giorni ero di
nuovo in piena forma. Neanche da paragonare con gli effetti di un’influenza», afferma.
Proprio questo era stato il motivo a spingerla a vaccinarsi: una protezione efficace dalle
conseguenze dell’influenza. «Un collega era stato costretto a letto per tre settimane a
causa delle complicanze dell’influenza ed io non volevo fare la stessa fine.»
Anche per Marlies Reichen, responsabile del servizio infermieristico del reparto di
chirurgia cardiovascolare all’Inselspital di Berna, la protezione personale è una delle
ragioni per cui sceglie di vaccinarsi. Infatti, poiché soffre di asma, fa parte del gruppo a
rischio. Ma quando si fa vaccinare, Marlies pensa anche agli altri: «È bello sapere che,
grazie alla vaccinazione, non trasmetterò il virus a nessuno, ad esempio quando vado a
trovare la mamma alla casa di riposo.» In qualità di superiore di 200 infermieri conosce
la diatriba sul vaccino e la paura degli effetti collaterali. Ad esempio, tra gli argomenti
contrari vengono spesso citati gli effetti nocivi del mercurio, sebbene i vaccini ne siano
privi.
Per proteggere se stessi e i pazienti, l’intero personale del servizio di anestesia
dell’ospedale cantonale dell’Appenzello è vaccinato contro l’influenza.
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