L a mitosi ordinaria, l'abnorme e la amitosi o la frammentazione nella moltiplicazione dei nuclei antipodali sono i diversi metodi secondo i quali si esplica quella generale innata attività divisionale dei nuclei antipodali delle Asteraceae secondo il grado di degenerazione trofica del nucleo stesso. Da qualche sezione di Cupularia graveolens e di Inula viscosa ho notato come nella prima vi siano tre cellule antipodali e nella seconda pianta viga il tipo bicellulare. Pur non potendosi parlare per il Buphthalmum salic. di vere « antipodi austorium » pur tuttavia per sviluppo e durata sono da riportare alle analoghe formazioni di molte altre Asteraceae e anche Ranunculaceae' e Papaveraceae, in cui è innegabile che esse abbiano assunto una funzione trofo-fisiologica. L o S C H N A R F (1927) riassumendo le idee dei vari autori sulla funzione di queste antipodi nota come sia insostenibile l'ipotesi di Huss che considera queste come semplici cellule ipertrofizzate da una forte quantità di nutrimento, e come sempre più venga convalidata l'opinione di una vera funzione fisiologica delle antipodi nel passaggio del nutrimento fra lo sporofito e il gametofito. 4. L ' E M B R I O N E E 1 / A L B U M E . — Subita la fecondazione l'oosfera dà origine a un embrione secondo lo schema normale per le Asteraceae stabilito dal C A R A N O (1915). L a fig. 29 rappresenta un embrione con il segmento terminale quadricellulare (2 cellule sole sono visibili nella sezione della, figura), il segmento intermedio bicellulare e il segmento basale formato dalla sola cellula sospensorio il cui grosso nucleo è ancora quiescente e sormontato da un grosso vacuolo. È molto frequente trovare embrioni in queste condizioni ed è già in tutti i casi sviluppatissimo l'albume cellulare. I nuclei dell'albume si presentano dapprima rotondeggianti con un sol grosso nucleolo, poi più o meno allungati con due o più nucleoli di varia forma. Una sola volta ho trovato un embrione con otto cellule immerso nella cellula proendospermatica in cui. non si vedeva traccia di albume. Il nucleo secondario ancora indiviso e un po' alterato si osservava addossato all'embrione. I resti del tubetto pollinico e la sinergide degenerata indicavano che la fecondazione della oosfera doveva essere avvenuta normalmente. Non ho trovato traccia del secondo spermio che mi permettesse di escludere la fecondazione del nucleo secondario e di riportare quindi questo caso ad uno analogo trovato dal C H I A R T J G I in Melitella pusilla (1927). Proprio in un Inulea, VHelichrysum angustifolium, D A H L G R E N (1920)