SAN LUIGI/ LUDOVICO

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SAN LUIGI/ LUDOVICO
L’Ordine francescano secolare ha come patroni santa Elisabetta e san Luigi/
Ludovico, re di Francia.
Tenendo come riferimento l’eccellente biografia di Jaques Le Goff (“Saint
Louis” ed. Gallimard 1996), vogliamo mettere in luce i legami che ebbe san Luigi, re
di Francia con i francescani.
Lo storico francese tratta più volte dei contatti avuti con alcuni francescani da
parte di Luigi. Senz’altro il più significativo è stato l’incontro nel 1254 con Ugo di
Digne, un francescano provenzale condizionato dalle idee gioachimite, piccolo e
austero, dalla voce che colpiva gli ascoltatori come una tromba marina.
Sembra che san Luigi, di ritorno dalla prima sua crociata, abbia voluto
intenzionalmente incontrarlo. Ugo predicò alla presenza del re. Stigmatizzò i troppi
religiosi che stavano a corte. “Io per primo” - disse - e gli raccomandò soprattutto “la
giustizia, virtù senza la quale ogni regno va in rovina”.
Luigi fece tesoro della lezione del francescano a tal punto che in tutta la sua
vita preminente fu l’esercizio della giustizia e della pace e il desiderio di restituire ciò
di cui ci si è appropriato ingiustamente.
Gioachimita era in quel periodo anche il Ministro generale dell’Ordine fra
Giovanni da Parma, con il quale il re ebbe modo di incontrarsi durante un pranzo
offerto dal sovrano nel Capitolo generale celebrato a Sens nel 1248 e dove l’austero
Ministro generale francescano preferì la mensa dei più umili.
La partecipazione di Luigi al Capitolo generale dei frati francescani rientrava
nella sua preparazione penitenziale alla crociata.
Nella Parigi che vedeva la nascita dell’Università della Sorbonne, proprio per
opera del re Luigi, forte era l’autorità del teologo francescano fra Bonaventura,
insegnante in quello studio e poi Ministro generale dell’Ordine francescano (dal
1257).
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Dei centotredici sermoni che san Bonaventura pronunciò a Parigi fra il 1257 e
il 1269, diciannove furono pronunciati dinanzi al re.
Quando si diffuse l’immagine di un re non solo amico dei frati mendicanti, ma
egli stesso frate sul trono, tanto che veniva apostrofato come “frate Luigi”, secondo
una fonte, l’appellativo non lo disturbava affatto, quasi acconsentisse a quella
condizione che gli si attribuiva.
Sotto silenzio è passato dallo storico francese il presunto incontro tra il beato
Egidio e Luigi a Perugia, narrato dagli Actus, cap. XLIII.
Secondo il racconto, san Luigi, attratto dalla fama di santità del beato Egidio, si
reca a visitarlo a Perugia, presentandosi sotto umili abiti di pellegrino. E quando si
incontrano, si scambiano abbracci e baci e senz’altro dirsi, si accomiatano come se si
conoscessero da sempre.
Ammiratore dei mendicanti sia francescani sia domenicani, oltre che dei
cistercensi, aiutò loro a costruire molti conventi in Francia, cosa di cui i frati gli
serbarono riconoscenza duratura…
Nel 1547 una bolla del papa Paolo V fece ufficialmente di san Luigi un
terziario francescano…
Se non si può provare l’associazione formale ed esplicita al Terzo Ordine di
san Francesco da parte del santo re Luigi, tuttavia la sua spiritualità è stata certamente
influenzata dai francescani, più di quanto non abbiano fatto i domenicani e i
cistercensi, che pure egli ha ammirato e ha avuto molto vicini.
“Come santo, egli è un santo della sofferenza accettata e desiderata, nella carità
per i poveri e gli ammalati, nell’amore-imitazione per il Cristo crocifisso; un santo
della penitenza e dell’auto immolazione, il “doppio” laico di Francesco di Assisi.
Se questi ha visto coronata dalle stimmate la sua vocazione per la sofferenza,
san Luigi ha concluso il suo doloroso cammino nell’ora tragica e gloriosa della morte
di Gesù. La devozione al Cristo crocifisso e alla croce induce san Luigi a percorrere
egli stesso la via del sacrificio: penitente di quella penitenza superiore ad ogni altra
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che è la crociata, tormentato dalla malattia, dalla sconfitta, dalla prigionia, egli è
giunto – con la sua seconda crociata – fino al martirio”.
Un santo laico dunque, un politico che ha fatto del bene comune della Francia
il suo programma di governo, trovando nelle indicazioni esigenti del Vangelo una via
adatta per realizzare la sua vocazione di straordinario reggitore della nazione e del
mondo cristiano, facendo propri gli atteggiamenti di Gesù Cristo, servo sofferente,
che si offre a favore del popolo, con lo sguardo verso la realizzazione escatologica
della Gerusalemme, da lui sempre sognata e nel cui nome è spirato.
Fra Fernando Scocca
Francesco il volto secolare Anno 11-n°8-9 agosto settembre 2013
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