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FTA Morning View
giovedì 20 ottobre 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Usa: Borsa chiude in leggero rialzo, male Intel
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in leggero rialzo. Dow Jones e S&P 500 hanno guadagnato lo 0,22% mentre il
Nasdaq Composite ha registrato un +0,05%..
Dal Beige Book è emerso che dei 12 distretti economici in cui vengono divisi gli Usa, tutti hanno registrato una crescita modesta
o moderata, con l’eccezione di quello di New York, rivelatosi invece in stagnazione. “Le prospettive sono positive, anche se
contatti in diversi settori citano le prossime elezioni presidenziali come fonte d’incertezza nel breve, ritardando alcune decisioni
di business”, si legge nel rapporto della Fed di Boston, che rispecchia comunque una tendenza generale. In ogni caso, i dati
confermano le aspettative di un rialzo dei tassi d’interesse da parte dell’istituto centrale Usa entro la fine dell’anno.
I nuovi cantieri residenziali sono diminuiti nel mese di settembre passando a 1047 mila unita' da 1150 mila unita'. Il dato e'
inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1175 mila unita'. Crescono invece le Licenze edilizie a
1225 mila unita' da 1152 mila unita' (consensus 1165 mila unita').
Sul fronte societario Intel -5,93%. Il colosso dei chip ha presentato risultati relativi al terzo trimestre migliori rispetto alle attese
ma ha deluso in termini di prospettive future. Intel ha dichiarato di attendersi nel quarto trimestre 15,7 miliardi di ricavi, contro i
15,87 miliardi del consensus di FactSet. Nel terzo trimestre i profitti netti sono cresciuti da 3,1 miliardi, pari a 64 centesimi per
azione, a 3,4 miliardi, e 69 centesimi. Su base rettificata l’eps si è attestato a 80 centesimi, a fronte di ricavi in aumento da
14,47 a 15,78 miliardi di dollari. Le stime degli analisti erano per 72 centesimi di utile e 15,6 miliardi di ricavi.
Morgan Stanley +1,95%. La banca d'affari ha annunciato una trimestrale superiore alle attese. Nel terzo trimestre l'utile è
balzato a 1,6 miliardi di dollari (0,81 dollari per azione) da 1,02 miliardi di un anno prima. I ricavi sono cresciuti a 8,91 miliardi da
7,77 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,63 dollari su ricavi per 8,17 miliardi.
Supervalu -8,76%. La catena di supermercati ha chiuso il secondo trimestre fiscale con un utile di 31 milioni di dollari, stabile
rispetto ad un anno prima. Escluse le poste straordinarie l'Eps si è attestato a 0,10 dollari, in linea con le attese. I ricavi sono
calati a 3,87 miliardi da 4,06 miliardi contro i 3,94 miliardi indicati dal consensus.
Halliburton +4,29%. Il gigante dei servizi per l'industria petrolifera ha annunciato il ritorno all'utile nel terzo trimestre per 6 milioni
di dollari (0,01 dollari per azione) contro la perdita di 54 milioni (0,06 dollari per azione) di un anno prima. Gli analisti avevano
previsto una perdita di 0,06 dollari per azione. I ricavi sono calati a 3,833 miliardi da 5,582 miliardi (consensus 3,906 miliardi).
Yahoo! +2,52%. Il gruppo tecnologico ha presentato risultati relativi al terzo trimestre segnati da utili netti per 162,8 milioni di
dollari, pari a 17 centesimi per azione. L’eps rettificato si è attestato a 20 centesimi, in crescita dai 15 centesimi del pari
trimestre dello scorso esercizio e contro i 14 centesimi del consensus di Thomson Reuters. I ricavi complessivi sono cresciuti
del 6,5% a 1,23 miliardi di dollari, anche se quelli core sono peggiorati del 14% rispetto a un anno prima.
MERCATI ASIATICI
Petrolio, presidenziali e trimestrali Usa sostengono l’Asia. A Tokyo il Nikkei 225 fa +1,39%
Seduta più positiva che per l’Asia, in scia ai corsi del greggio, che seppure in moderato declino restano ai massimi degli ultimi
15 mesi (dopo il balzo dell’1,9% mercoledì su scorte calate più del previsto in Usa), e alle trimestrali in arrivo dagli States. A
contribuire al clima positivo anche il terzo e ultimo dibattito televisivo che nella notte ha visto confrontarsi i candidati alle
presidenziali del prossimo 8 novembre. Per gran parte degli osservatori a vincere è stata ancora una volta la democratica
Hillary Clinton, considerata dai mercati la candidata dello status quo, mentre continuano a ridursi le chance che il nuovo
inquilino della Casa Bianca possa essere Donald Trump. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, guadagna intorno allo
0,20% e il moderato progresso si spiega soprattutto con la performance altalenante dei mercati cinesi. Shanghai, come
successo per altro già mercoledì, tra guadagni e perdite si muove infatti intorno alla parità. A circa un’ora dalla chiusura
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Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono comunque in moderato progresso mentre è di quasi mezzo punto
percentuale l’apprezzamento dello Shenzhen Composite. Performance simile per Hong Kong: l’Hang Seng guadagna infatti
oltre lo 0,50% (più marcato l’apprezzamento dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia
britannica per la Corporate China, in crescita di quasi lo 0,90%).
Sul fronte valutario, il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci maggiori monete, si
è stabilizzato intorno ai minimi dell’ultima ottava. Ma il dibattito politico sulle presidenziali Usa spinge al rialzo soprattutto il peso
messicano, mentre in Asia la valuta più mossa è il dollaro australiano, in declino dello 0,50% su dati relativi all’occupazione
inferiori alle attese. A Tokyo, il Nikkei 225 guadagna l’1,39% (più moderato l’apprezzamento dell’indice più ampio Topix, in
crescita comunque dell’1,00%). A Sydney, la positiva performance dei titoli legati alle materie prime si scontra con la
contrastata seduta dei finanziari e l’S&P ASX 200 limita allo 0,12% il suo apprezzamento. Chiude invece in negativo, anche se
la perdita si limita allo 0,10% al termine degli scambi, il Kospi di Seoul.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in verde: Eurostoxx 50 +0,3%, DAX +0,2%, CAC 40 +0,2%, FTSE 100 +0,2%. Le chiusure
dei principali indici nella seduta precedente: Eurostoxx 50 +0,34%, Francoforte (DAX) +0,13%, Parigi (CAC 40) +0,25%, Londra
(FTSE 100) +0,31%, Milano (FTSE Mib) +0,46%.
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,2% circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500
+0,22%, Nasdaq Composite +0,05%, Dow Jones Industrial +0,22%.
Tokyo in progresso con il Nikkei 225 a +1,3% circa. Borse cinesi sopra la parità: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen
segna +0,1% circa, l'Hang Seng di Hong Kong +0,5% circa.
Euro a ridosso del minimo da fine luglio a 1,0955 toccato ieri pomeriggio e questa mattina. EUR/USD al momento viene
scambiato a 1,0960 circa.
Avvio debole per il Bund future. Il contratto dicembre 2016 segna 163,72 punti contro i 163,82 della chiusura della seduta
precedente alle 22:00 e i 163,90 alle 17:30.
Petrolio sotto i massimi di ieri pomeriggio. I future dicembre segnano ora per il Brent 52,50 $/barile (da 53,10 circa), per il WTI
51,60 $/barile (da 51,90 circa).
Oro tocca massimi da inizio mese poco sopra quota 1274 $/oncia. I prezzi attualmente segnano 1271 $/oncia circa.
DATI MACRO ATTESI
Giovedì 20 Ottobre 2016
EUR Riunione Consiglio Europeo (giorno 1);
08:00 GER Indice prezzi alla produzione set;
10:00 EUR Bilancia partite correnti ago;
10:30 GB Vendite al dettaglio set;
13:45 EUR Riunione BCE;
14:30 EUR Conferenza stampa Draghi (BCE);
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Indice Philadelphia Fed (settore manifatturiero) ott;
16:00 USA Indice anticipatore (Conference Board) set;
16:00 USA Vendite abitazioni esistenti set.
HEADLINES
Fed: dal Beige Book emerge un’economia Usa in costante seppur moderata espansione
Nell’edizione del Beige Book diffusa mercoledì dalla Federal Reserve (Fed), l’analisi sull’attività economica, che riguarda il
periodo da fine agosto a inizio ottobre, evidenzia il proseguimento dell’espansione. Dei 12 distretti economici in cui vengono
divisi gli Usa, tutti hanno registrato una crescita modesta o moderata, con l’eccezione di quello di New York, rivelatosi invece in
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stagnazione. “Le prospettive sono positive, anche se contatti in diversi settori citano le prossime elezioni presidenziali come
fonte d’incertezza nel breve, ritardando alcune decisioni di business”, si legge nel rapporto della Fed di Boston, che rispecchia
comunque una tendenza generale. In ogni caso, i dati confermano le aspettative di un rialzo dei tassi d’interesse da parte
dell’istituto centrale Usa entro la fine dell’anno.
Dudley (Fed di New York) prevede un rialzo dei tassi e non sarà “un grosso problema”
William Dudley, president e chief executive officer della Federal Reserve Bank of New York, mercoledì ha dichiarato di
attendersi che l’istituto centrale Usa sia in grado di aumentare i tassi d’interesse prima della fine dell’anno, ma la situazione del
mercato del lavoro è oggi più prevedibile di quanto fosse nel dicembre del 2015, quando ci fu il ritorno a una politica di rialzo
per la prima volta dal 2006. “Mi aspetto di vedere il tasso d’interesse salire alla fine di quest'anno”, ha spiegato, sottolineando
che mercati ed economia dovrebbero essere in grado di assorbire la misura. “Se li alziamo di un quarto di punto, non sarà poi
un grosso problema. L’idea che si tratti di questo incredibile bivio penso sia un’esagerazione”, ha concluso.
Per Kaplan (Fed di Dallas) l’inflazione Usa si sta consolidando
L’inflazione Usa, per anni sotto al target del 2% della Federal Reserve (Fed), verosimilmente si “sta consolidando”. Lo ha
dichiarato Robert Kaplan, che dal settembre dello scorso anno ha preso il posto di Richard Fisher al vertice della Fed di Dallas,
parlando mercoledì all’International Luncheon della Fort Worth Chamber of Commerce. Kaplan ha dichiarato di attendersi una
crescita del Pil intorno all’1,75% quest’anno per gli Usa, livello più basso di quanto sia stato storicamente ma non abbastanza
da spingere la disoccupazione al ribasso. Kaplan non sarà membro votante del Federal Open Market Committee (Fomc, la
commissione che si occupa di politiche monetarie) fino al prossimo anno.
Australia: tasso di disoccupazione cala al 5,6% in settembre
Secondo quanto comunicato dal Bureau of Statistics di Canberra, il tasso di disoccupazione in Australia è calato in settembre al
5,6% rettificato stagionalmente contro il 5,7% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto ad agosto (il cui dato è
stato rivisto al rialzo dal 5,6% diffuso originariamente) e luglio.
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