Ecco un classico dimEnticato, chE non dimEntichErEtE più…
Gli autori di Tales from Shakespeare nacquero a Londra nella
seconda metà del XVIII secolo. Mary aveva undici anni alla nascita
del fratello Charles, nel 1775. Il padre era impiegato nello studio
di un avvocato che aveva dato loro anche una casa. Alla morte di
quest’ultimo, nel 1792, la famiglia Lamb dovette affrontare molte
difficoltà. Tutt’a un tratto si ritrovò senza casa e senza entrate.
Charles cominciò a guadagnarsi a stento da vivere lavorando
come impiegato della Compagnia delle Indie Orientali, dove
rimase a compilare libri mastri per più di trent’anni; ricordando
quel periodo scrisse di essere stato “incatenato alla scrivania…
quasi fosse fatto di legno”.
I membri della famiglia Lamb manifestavano una certa
predisposizione all’instabilità mentale e per un breve periodo,
nel 1795, Charles fu rinchiuso in un istituto di cura. Anche se il
soggiorno lì fu breve, visse sempre all’ombra della pazzia e nel
corso della vita ebbe una serie di ricadute. Sua sorella Mary si
occupò della madre paralizzata e del padre, ridotto in uno stato
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di demenza. La sua devozione e la sua abnegazione furono così
grandi che anche la salute mentale ne fu compromessa. Un
giorno del settembre 1796, in un eccesso di follia, Mary uccise
la madre con una coltellata e ferì il padre. Il tribunale la giudicò
insana di mente e lei trascorse un anno in manicomio prima
di essere dimessa e affidata alla tutela del fratello. Lui si prese
cura della sorella per il resto della vita e lei lo ripagò con la sua
gentilezza e il suo buon umore. Dopo la morte del padre, Charles
e Mary andarono a vivere insieme e non si separarono più.
Tra di loro si era instaurata una collaborazione domestica e
letteraria, che durò più di trent’anni, fu “l’unione di due celibi”,
come si definirono loro stessi.
Charles Lamb è considerato uno dei più grandi critici e
saggisti del suo tempo. Cominciò a scrivere poesia intorno al
1790 e compose sonetti insieme a Coleridge. Proprio attraverso
Coleridge, Charles e Mary conobbero Wordsworth, Southey,
Hazlitt e altre figure di spicco del panorama letterario dell’epoca;
le loro case furono luoghi di ritrovo per amici letterati. Charles
diventò famoso grazie agli articoli pubblicati sul London
Magazine con lo pseudonimo di Elia (pronunciato “a liar”,
bugiardo), e non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato
Tales from Shakespeare a dargli fama presso i posteri, e che tutte le
sue altre opere, così popolari mentre era vivo, duecento anni più
tardi sarebbero state ricordate solo da pochi accademici.
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Charles e Mary scrissero insieme tre libri per bambini; Tales
from Shakespeare è quello più conosciuto. Nel 1807 Charles
chiese a Mary di aiutarlo ad adattare le commedie e le tragedie
di Shakespeare per renderle più comprensibili ai giovani lettori.
Mary si sarebbe occupata delle commedie e Charles delle
tragedie. Tales from Shakespeare, di cui Charles comparve come
unico autore fino alla settima edizione, ebbe un immenso
successo. Fu il primo libro a rendere accessibili a un pubblico più
vasto i drammi e le commedie di Shakespeare e svolse un ruolo
importante nel diffondere la conoscenza del drammaturgo.
Nella prefazione, gli autori spiegarono i loro propositi
letterari: offrire ai giovani lettori un’introduzione alle opere
di Shakespeare, sotto forma di racconti in prosa. Per questo,
dov’era possibile, avevano cercato di usare le parole del grande
drammaturgo. Questi “riassunti imperfetti”, come li chiamavano
loro, volevano essere un’iniziazione, un punto di partenza verso
la scoperta delle opere originali, per apprezzarle di più una volta
che fosse venuto il momento di leggerle nella versione integrale.
Tales from Shakespeare, dichiaravano gli autori, era rivolto
soprattutto alle bambine. Infatti nel XVIII secolo solo i maschi
avevano accesso all’opera del drammaturgo nelle biblioteche
dei padri e di solito sapevano già a memoria le scene più famose
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prima che alle sorelle fosse permesso di leggere anche una
sola pagina dell’autore, considerato troppo sconveniente per la
loro sensibilità. Charles e Mary Lamb suggerivano che i fratelli
assistessero le sorelle nella lettura di Tales from Shakespeare per
aiutarle a capire i punti più difficili; poi avrebbero potuto leggere
loro alcuni passaggi scelti delle scene originali da cui erano tratti,
e così le fanciulle li avrebbero compresi meglio e apprezzati.
Gli autori speravano che nelle giovani lettrici si accendesse un
desiderio così grande di avvicinarsi di più a quelle opere, che
una volta raggiunta l’età giusta, le avrebbero lette in edizione
integrale e scoperte in tutta la loro ricchezza. Per capire questo
atteggiamento, dobbiamo porci nel contesto del XVIII secolo e
pensare anche alla biografia degli autori: Charles aveva ricevuto
un’educazione convenzionale e completa, sua sorella no. E non
c’è da stupirsi che sia stato Charles ad adattare le tragedie: i
morti, il sangue versato, la follia non erano adatti a Mary, che
aveva un equilibrio così fragile.
Una cosa è certa: dopo due secoli, Charles e Mary Lamb
diventarono i divulgatori “ufficiali” di Shakespeare, indiscussi
e riconosciuti dal gruppo di Bloomsbury, il famoso circolo di
intellettuali e artisti che, agli inizi del Novecento, si riuniva
nell’omonimo quartiere londinese in casa di Leslie Stephen e
di Leonard e Virginia Woolf (e Virginia Woolf ammirava molto
il drammaturgo!).
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Dopo Charles e Mary Lamb sono stati tantissimi quelli
che ci hanno fatto conoscere Shakespeare, prima ancora di
avere la possibilità di leggere o di vedere rappresentate le sue
tragedie e le sue commedie: pittori, scrittori, musicisti, poeti,
registi cinematografici. Da Millais a Rimbaud, Polanski,
Kurosawa, Woody Allen e Kenneth Branagh, per citarne solo
alcuni, tutti ci riportano a Shakespeare. Tutti in modo diverso
ci hanno consentito di accedere all’opera immensa del grande
drammaturgo.
Questo libro propone gli adattamenti di sei delle opere
maggiori pubblicate da Charles e Mary Lamb. Attraverso Tales
from Shakespeare, impariamo a conoscere i complessi intrighi delle
opere del drammaturgo. E gli eroi di Shakespeare ci appariranno,
attori o vittime del loro destino, carichi di tutte le grandezze e le
debolezze dell’animo umano.
Charles si occupò della sorella fino alla morte; a un certo
punto la follia di Mary divenne così grave, che alla fine lui dovette
trasferirsi insieme a lei in un istituto psichiatrico privato, e là
morì all’età di cinquantanove anni, la salute minata dall’alcol.
Sua sorella gli sopravvisse dodici anni, ormai completamente
pazza. Furono riuniti nella stessa tomba.
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MACBETH . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE . . . . . . . . . . . . . 37
OTELLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
AMLETO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
MOLTORUMOREPERNULLA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
RELEAR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 151
LE STREGHE
LO SPETTRO
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BU CA
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LADY M
ACBETH
MACBETH
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D
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F
MACBETH
i tempi in cui Duncan il Buono era re di Scozia, nel paese
viveva un grande signore; il suo nome era Macbeth.
Costui era cugino del re ed era famoso a corte per il suo valore
in combattimento. Ne aveva appena dato prova soffocando
una rivolta di nobili scozzesi appoggiati da un grande esercito
proveniente dalla Norvegia.
I due generali vittoriosi, Macbeth e
Banquo, tornavano a casa dopo la battaglia
attraverso una landa desolata, quando
si fermarono all’improvviso davanti
a una strana apparizione. Di fronte
a loro comparvero tre donne,
con la barba e un aspetto così
rinsecchito e selvaggio che
non sembravano creature
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