L'asteroide dedicato alla filosofia popolare africana, Ubuntu 202373 Ubuntu è un asteroide della fascia principale scoperto nel 2005, dedicato all'omonimo principio etico diffuso nell'Africa sub-­‐sahariana, l'essenza stessa della filosofia africana, antica almeno quanto quella Greca. «Io sono quello che sono per quello che tutti siamo» «Io sono perché noi siamo» «Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti» «Umanità verso gli altri» Il filosofo nigeriano K.C. Anyanwu definisce la filosofia africana come “attinente al modo in cui i popoli africani del passato e del presente danno senso al loro destino e a quello del mondo che abitano.” Nonostante l'oblio di cui soffre nel resto del mondo, la filosofia africana ha radici che affondano nella sapienza dell'Antico Egitto e si estende fino alle riflessioni post-­‐coloniali di oggi. Essa ha contribuito in maniera decisiva al pensiero greco, grazie alla speculazione di Plotino nato a Lycopolis nel Delta del Nilo, che continuò la tradizione dell'accademia platonica, e a quello cristiano con Agostino d'Ippona, nato a Tagaste nell'odierna Algeria, che perfezionò la dottrina del peccato originale. (fonte Global Voices) Una filosofia è sempre legata ad una cultura, è sempre una filosofia determinata. In questo senso si può parlare della Grecia come culla della filosofia in Occidente, in quanto la filosofia è nata e si è sviluppata seguendo la cultura greca nella sua evoluzione, e che è stata esportata come tale in tutto l'occidente attraverso scritti ed insegnamenti diretti. Per tale motivo la filosofia africana viene in genere trascurata dagli specialisti occidentali. Alcuni ritengono che questo avvenga a causa dello stretto legame della filosofia africana con le tradizioni orali locali, che la rende scarsamente fruibile al di fuori del contesto di provenienza. Di fatto, all'origine della filosofia quale la si conosce nel mondo occidentale, c'è il pensiero e l'osservazione, la elaborazione di concetti astratti collegati all'esistenza umana e ai suoi tanti perchè, ad un'etica di vita e di comportamento. Il filosofo è colui che cerca la verità, che pensa la verità nella sua totalità, ovvero la verità su domande fondammentali quali: chi è l'Uomo, che cosa è il Mondo, chi è Dio? e, dato che tutti gli uomini pensano, si può dire che in certo qual modo ogni uomo è filosofo "sui generis". Tutti gli uomini possono rispondere a modo proprio alle domande riguardanti l'Uomo, Il Mondo e Dio. Quindi, la sapienza accumulata nella tradizione orale costituita da miti, proverbi e racconti, riti, nomi, proibizioni e da tutte le manifestazioni della parola e del pensiero sono ciò che si può chiamare pensiero filosofico della tradizione orale africana. Non emerge qui il nome di qualche particolare personalità, ma il soggetto è la tradizione, la comunità, il popolo. 1 Un esempio di tutto questo è Ubuntu , etica di vita resa nota dal grande Nelson Mandela. Ubuntu è un'espressione in lingua bantu che indica "benevolenza verso il prossimo". È una regola di vita, basata sulla compassione, il rispetto dell'altro. E' un'etica o un'ideologia dell'Africa sub-­‐ Sahariana che si focalizza sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone. Appellandosi all'ubuntu si è soliti dire Umuntu ngumuntu ngabantu, "io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo". L'ubuntu esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri, poiché è una spinta ideale verso l'umanità intera, un desiderio di pace. Sin dagli albori delle società umane, infatti, hanno avuto luogo in molte culture dibattiti su quel genere di problemi fondamentali. Si tratta della cosiddetta filosofia popolare, naturalmente , arduo pronunciarsi su discussioni e opinioni che non siano mai state scritte, siamo tuttavia in grado di provare la presenza di un tale carattere nelle visioni del mondo diffuse in alcune zone dell’Africa sub-­‐ sahariana, dove la scrittura fu introdotta nel corso degli ultimi secoli, in seno a culture di tradizione e d’espressione orali. (Kwame Anthony Appiah, nel sito www.babelonline.it) 2