Pizzetti alla Conferenza dei Garanti per la privacy europei "Le nuove tecnologie Rfid offrono potenzialità di sviluppo dell'economia e di evoluzione dei fattori produttivi alle quali nessuno vuole rinunciare. Ma occorre essere capaci di aiutare l'uomo a saper usare le tecniche per quanto di buono e di utile possono offrire, ma anche a difendersi dagli usi perversi e dannosi che ogni tecnica porta con sé". Lo ha affermato Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la privacy, intervenendo alla Conferenza annuale delle Autorità per la protezione dei dati personali europee, in corso di svolgimento a Budapest. Pizzetti ha tenuto una relazione sulle sfide poste dalle cosiddette "etichette intelligenti", chip a radiofrequenza basati sulla tecnologia Rfid (radio frequency identification), che vengono già utilizzate per diversi scopi, dal tracciamento delle merci alla verifica dell'identità personale. Ad avviso di Pizzetti l'uso delle nuove tecnologie a radiofrequenza prefigura un "Internet delle cose" con le conseguenze enormi che questo potrà avere sul rapporto tra mondo fisico e virtuale. "Si è creato un sistema di interconnessione 'cose-macchine-cose' che può prescindere dall'uomo e, allo stesso tempo, condizionarlo: la cosa che appartiene ad un individuo e che a questo può essere ricondotta può dialogare con altre cose anche per interposte macchine, senza un'azione attiva e consapevole dell'uomo. È per questo motivo che la tutela dei dati personali assume un rilievo fondamentale". A nessuno sfugge – ha continuato Pizzetti – che le nuove tecnologie Rfid offrono potenzialità di sviluppo economiche e produttive, ma occorre aiutare l'uomo a saper usare queste tecniche. Le Autorità per la privacy europee sono "chiamate a fissare regole e esercitare una vigilanza ed un controllo sui processi in corso che non hanno una specifica disciplina e che coinvolgono il diritto fondamentale dell'uomo alla tutela della propria identità, libertà e dignità". Nella sua relazione, il presidente dell'Autorità garante si è soffermato in particolare su quella che ha definito "la frontiera più avanzata della privacy": i chip impiantati direttamente nel corpo umano. Pizzetti ha ricordato che il Garante italiano ha adottato un primo provvedimento sull'uso delle Rfid nel quale ha espresso una nettissima opposizione all'uso dei microchip sottopelle se non per casi eccezionali legati alla tutela della salute: un chip "può conservare dati relativi all'individuo e può svolgere un ruolo estremamente positivo quando i dati raccolti possono fornire informazioni essenziali per salvare la vita di un uomo". Ecco perché – ha concluso Pizzetti – "la difesa assoluta del valore della dignità della persona deve misurarsi con la difesa non meno assoluta di altri valori in gioco, quali lo stesso diritto alla vita, alla sicurezza e all' incolumità propria e degli altri". Budapest, 24 aprile 2006