elab. 8 Disciplin. descritt. prest. elem. tecnici

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PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE 2007 IT161PO010 FERS SICILIA
"Ambiente per l'Apprendimento" Asse II "Qualità degli ambienti scolastici"
Obiettivo C
Lavori di messa in sicurezza dell’istituto Liceo Artistico Statale
”Renato Guttuso”
ELAB.8
- DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE
DEGLI ELEMENTI TECNICI
Progettista :
Responsabile unico del procedimento :
Ing. Francesco Nardo
Dott.ssa Tiziana D’Anna
1. VALUTAZIONE DEI LAVORI
1.1 VALUTAZIONE DEI LAVORI -CONDIZIONI GENERALI
Nei prezzi contrattuali sono compresi tutti gli oneri ed obblighi
richiamati nel presente disciplinare e negli altri atti contrattuali che
l'Appaltatore dovrà sostenere per l'esecuzione di tutta l'opera e delle
sue parti nei tempi e modi prescritti.
L'esecuzione dell'opera in questione dovrà, comunque, avvenire nella
completa applicazione della disciplina vigente relativa alla materia,
includendo tutte le fasi contrattuali, di progettazione, di messa in
opera, di prevenzione infortuni e tutela dei lavoratori, della sicurezza,
ecc. includendo qualunque altro aspetto normativo necessario al
completamento dei lavori nel rispetto delle specifiche generali e
particolari già citate.
I prezzi contrattualmente definiti sono accettati dall'Appaltatore nella
più completa ed approfondita conoscenza delle quantità e del tipo di
lavoro da svolgere rinunciando a qualunque altra pretesa di carattere
economico che dovesse derivare da errata valutazione o mancata conoscenza
dei fatti di natura geologica, tecnica, realizzativa o normativa
legati all'esecuzione dei lavori.
Le eventuali varianti che comportino modifiche sostanziali al progetto
(ampliamenti o riduzioni di cubatura, aggiunta o cancellazione di parti
dell'opera, ecc.), dovranno essere ufficialmente autorizzate dalla
Direzione dei Lavori e contabilizzate a parte secondo le condizioni
contrattuali previste per tali lavori; non sono compresi, in questa
categoria, i lavori di rifacimento richiesti per cattiva esecuzione o
funzionamento difettoso che dovranno essere eseguiti a totale carico e
spese dell'Appaltatore.
Il prezzo previsto per tutte le forniture di materiali e di impianti è
comprensivo, inoltre, dell'onere per l'eventuale posa in periodi diversi
di tempo, qualunque possa essere l'ordine di arrivo in cantiere dei
materiali forniti dall'Appaltatore.
Queste norme si applicano per tutti i lavori indicati dal presente
disciplinare (eseguiti in economia, a misura, a corpo, ecc.) e che
saranno, comunque, verificati in contraddittorio con l'Appaltatore; si
richiama espressamente, in tal senso, l'applicazione dell'Elenco prezzi
indicato nei documenti che disciplinano l'Appalto.
1.2 VALUTAZIONE DEI LAVORI A MISURA, A CORPO
Il prezzo a corpo indicato nel contratto comprende e compensa tutte le
lavorazioni, i materiali, gli impianti, i mezzi e la mano d'opera
necessari
alla
completa
esecuzione
delle
opere
richieste
dalle
prescrizioni
progettuali
e
contrattuali,
dalle
indicazioni
della
Direzione dei Lavori e da quanto altro, eventualmente specificato, nella
piena osservanza della normativa vigente e delle specifiche del presente
disciplinare.
Sono incluse nell'importo a corpo tutte le opere relative all’edificio in
questione come descritto nei progetti o nel contratto, nel presente
disciplinare o in tutti gli altri elaborati progettuali comprendendo
tutte le lavorazioni e parti di esse
completamente finita in ogni dettaglio.
necessarie
per
dare
l'opera
Per le prestazioni a corpo, il prezzo convenuto non può essere modificato
sulla base della verifica della quantità o della qualità della
prestazione.
1.2.1 OPERE ESCLUSE DALL'IMPORTO A CORPO
Salvo quanto previsto nel presente paragrafo, potranno essere valutate a
parte (a misura ovvero in base all'Elenco prezzi allegato al contratto)
le sole opere indicate dalla normativa di riferimento e comunque
autorizzate dalla Direzione dei Lavori.
Tali opere potranno essere escluse dall'importo a corpo solamente nel
caso di indicazione espressa nelle specifiche tecniche (progetto e
contratto) con la chiara definizione di quanto escluso dall'importo a
corpo; in caso di mancata esclusione di opere o parti di esse chiaramente
identificate, tutti i lavori previsti o necessari alla realizzazione di
quanto indicato nel contratto principale di appalto si intenderanno
inclusi nel prezzo complessivo stabilito.
1.2.2 DISPOSIZIONI
L'Appaltatore è tenuto ad eseguire le opere indicate in base ai disegni
di progetto ed alle prescrizioni già citate senza introdurre alcuna
variazione che non sia ufficialmente autorizzata; eventuali modifiche di
quota nei piani di fondazione dovranno essere autorizzate dalla D.L. e
comunque
non
costituiranno
variazione
relativamente
al
prezzo
complessivamente stabilito, che costituisce il prezzo di contratto.
1.2.3 NORME PER LA MISURAZIONE E CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI
LAVORAZIONI A MISURA
Qualora, nell'ambito dei lavori oggetto del presente disciplinare, si
rendesse necessaria la realizzazione di opere da valutare a misura,
queste dovranno essere computate secondo i criteri riportati di seguito.
Tutti i prezzi dei lavori valutati a misura sono comprensivi delle spese
per il carico, la fornitura, il trasporto, la movimentazione in cantiere
e la posa in opera dei materiali includendo, inoltre, le spese per i
macchinari
di
qualsiasi
tipo
(e
relativi
operatori),
le
opere
provvisorie, le assicurazioni ed imposte, l'allestimento dei cantieri, le
spese generali, l'utile dell'Appaltatore e quanto altro necessario per la
completa esecuzione dell'opera in oggetto. Viene quindi fissato che tutte
le opere incluse nei lavori a misura elencate di seguito si intenderanno
eseguite con tutte le lavorazioni, i materiali, i mezzi e la mano d'opera
necessari alla loro completa corrispondenza con le prescrizioni
progettuali e contrattuali, con le indicazioni della Direzione dei
Lavori, con le norme vigenti e con quanto previsto dal presente apitolato
senza altri oneri aggiuntivi, da parte del Committente, di qualunque
tipo. Il prezzo stabilito per i vari materiali e categorie di lavoro è
comprensivo, inoltre, dell'onere per l'eventuale posa in opera in periodi
di tempo diversi, qualunque possa essere l'ordine di arrivo in cantiere
dei materiali forniti dall'Appaltatore.
Le norme di misurazione per la contabilizzazione dei lavori hanno
specifica rilevanza nei casi di perizia suppletiva e di variante ammessa
dalla legislazione vigente.
1.2.3.1 DEMOLIZIONI
Il volume e la superficie di una demolizione parziale o di un foro
vengono calcolati in base alle misure indicate sul progetto di
demolizione e, in mancanza, in base alle misure reali, rilevate sul posto
in contraddittorio.
I materiali di risulta sono di proprietà del Committente, fermo restando
l'obbligo dell'Appaltatore di avviare a sue spese tali materiali a
discarica.
Le demolizioni in breccia verranno contabilizzate tenendo conto, oltre
che della superficie anche della profondità effettiva della demolizione.
1.2.3.2 SCAVI IN GENERALE
La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi:
il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato con il metodo
delle
sezioni
ragguagliate
in
base
ai
rilevamenti
eseguiti
in
contraddittorio con l'Appaltatore, prima e dopo i relativi lavori;
gli scavi di fondazione saranno valutati su un volume ottenuto dal
prodotto dell'area di base della fondazione stessa per la profondità
misurata sotto il piano degli scavi di sbancamento, considerando le
pareti perfettamente verticali.
Al volume così calcolato si applicheranno i prezzi fissati per tali opere
nell'Elenco prezzi allegato al contratto; essi saranno valutati sempre
come se fossero stati eseguiti a pareti verticali ritenendosi già
compreso e compensato con il prezzo unitario di elenco ogni onere di
maggiore scavo.
Per gli scavi di fondazione da eseguire con l'impiego di casseri, paratie
o simili strutture, sarà incluso nel volume di scavo per fondazione anche
lo spazio occupato dalle strutture stesse. I prezzi di elenco, relativi
agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente
ai volumi di scavo compresi fra piani orizzontali consecutivi, stabiliti
per diverse profondità, nello stesso elenco dei prezzi. Pertanto la
valutazione dello scavo risulterà definita, per ciascuna zona, dal volume
ricadente nella zona stessa e dall'applicazione ad esso del relativo
prezzo di elenco.
1.2.3.3 RILEVATI, REINTERRI E RIEMPIMENTI
Il volume dei rilevati sarà determinato con il metodo delle sezioni
ragguagliate, in base a rilevamenti eseguiti come per gli scavi di
sbancamento. I reinterri di scavi a sezione ristretta saranno valutati a
metro cubo per il loro volume effettivo misurato in opera. Il riempimento
con misto granulare a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc.,
sarà valutato a metro cubo per il suo volume effettivo misurato in opera.
1.2.3.4 VESPAI
La contabilizzazione dei vespai sarà effettuata sul volume dei materiali
effettivamente utilizzati misurato a lavori eseguiti.
1.2.3.5 CASSEFORME
Le casseforme dovranno essere contabilizzate secondo le superfici delle
facce interne a contatto con il conglomerato cementizio.
1.2.3.6 CALCESTRUZZI
I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc., e le strutture
costituite da getto in opera, saranno contabilizzati a metro cubo e
misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni
eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi
aperti e dal modo di esecuzione dei lavori. Le lastre ed opere
particolari saranno valutate, se espressamente indicato, in base alla
superficie.
1.2.3.7 CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO
Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e
spessore sarà valutato per il suo volume effettivo, senza detrazione del
volume del ferro di armatura, che verrà pagato a parte, e del volume del
conglomerato corrispondente a vani, aperture, nicchie e simili inferiori
a 0,10 m2 di superficie e senza contabilizzare la superficie bagnata
della casseratura necessaria per formare i suddetti vani, aperture,
nicchie e simili.
Nel caso di elementi ornamentali gettati fuori opera il volume sarà
considerato in base al minimo parallelepipedo retto a base rettangolare
circoscrivibile
a
ciascun
elemento
includendo
anche
il
costo
dell'armatura metallica nonché la posa in opera, sempreché non sia pagata
a parte.
1.2.3.8 ACCIAIO PER STRUTTURE IN C.A. E C.A.P.
L'acciaio impiegato nelle strutture in cemento armato e cemento armato
precompresso verrà computato a peso.
1.2.3.12 TINTEGGIATURE E VERNICIATURE
Le verniciature eseguite su opere metalliche, in legno o simili verranno
calcolate, senza considerare i relativi spessori, applicando alle
superfici (misurate su una faccia) i coefficienti riportati:
· opere metalliche, grandi vetrate, lucernari, ecc. 0,75
· opere metalliche per cancelli, ringhiere, parapetti 2,00
· infissi vetrati (finestre, porte a vetri, ecc.) 1,00
· persiane lamellari, serrande di lamiera, ecc. 3,00
· persiane avvolgibili, lamiere ondulate, ecc. 2,50
· porte, sportelli, controsportelli, ecc. 2,00
Le superfici indicate per i serramenti saranno misurate al filo esterno
degli stessi (escludendo coprifili o telai).
1.2.3.13 MASSETTI
L'esecuzione di massetti di cemento a vista o massetti di sottofondo
normali o speciali verrà computata secondo i metri cubi effettivamente
realizzati e misurati a lavoro eseguito.
1.2.3.14 PAVIMENTI
I pavimenti verranno calcolati in base alle superfici comprese fra le
pareti escludendo le zone non pavimentate superiori a 0,30 m2 e le parti
perimetrali sotto l'intonaco. Per i pavimenti eseguiti in pietra da
taglio le misurazioni si effettueranno sommando le superfici dei minimi
rettangoli o quadrati circoscrivibili a ciascun pezzo.
1.2.3.15 RIVESTIMENTI
I rivestimenti e le eventuali decorazioni verranno calcolati, salvo altre
prescrizioni, in base alle superfici effettivamente eseguite, detraendo
tutte le aree o zone non interessate da tali lavori superiori a 0,30 m2.
1.2.3.19 INFISSI
Tutti gli infissi interni ed esterni, realizzati in legno, alluminio o
PVC, saranno valutati sulla base della superficie misurata sul filo
esterno dei telai.
Le parti centinate saranno computate secondo la superficie del minimo
rettangolo circoscritto, misurato ad infisso chiuso.
Le serrande di sicurezza, i cancelli ad estensione, le porte basculanti e
le persiane avvolgibili verranno calcolate secondo la superficie netta
dell'apertura aumentata di 5 cm in larghezza e 20 cm in altezza; le
persiane a cerniera o sportelli esterni verranno calcolati sulla base
della superficie misurata sul filo esterno degli stessi.
1.2.3.22 OPERE IN METALLO
Le opere in metallo (esclusi gli infissi per i quali si rimanda allo
specifico paragrafo) saranno valutate, salvo altre prescrizioni, a peso e
le quantità verranno stabilite sui manufatti completati prima della loro
posa in opera e della verniciatura.
Le opere in metallo saranno in generale valutate a peso (ad esclusione
degli infissi per i quali si rimanda allo specifico paragrafo),
calcolando
il
peso
effettivo
dei
metalli
stessi
a
lavorazione
completamente ultimata determinato prima della loro posa in opera, con
pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'Appaltatore, ad
esclusione del peso delle verniciature e delle coloriture.
1.2.3.23 OPERE IN VETRO
La misura dei vetri e cristalli verrà eseguita sulle lastre in opera,
senza cioè tenere conto degli eventuali sfridi occorsi per ricavare le
dimensioni effettive. I vetri ed i cristalli centinati saranno valutati
secondo il minimo rettangolo ad essi circoscritto.
Nel caso di lastre di vetro si avranno le seguenti valutazioni:
vetrate isolanti termoacustiche (vetrocamera): superfici unitarie non
inferiori a 0,5 m2;
1.2.3.24 CONGLOMERATI BITUMINOSI
Per le pavimentazioni di tappeti sottili in conglomerato bituminoso, in
calcestruzzo bituminoso, in malta bituminosa, in malta bituminosa
irruvidita, in asfalto colato per marciapiede, in asfalto colato per
carreggiate anche irruvidite, in masselli di pietra, in cubetti di pietra
ed in calcestruzzo vibrato verrà in ogni caso misurata la sola superficie
effettivamente pavimentata, escludendo qualsiasi elemento non facente
parte del rivestimento stesso, chiusini, bocchette di ispezione, ecc.
Per l'esecuzione di trattamenti superficiali, con bitume normale, con
bitumi liquidi e con emulsioni bituminose saranno escluse dalla
misurazione le due strisce non trattate ai margini della strada (strisce
laterali della carreggiata, in fregio ai marciapiedi, della larghezza
singola di 0,60 m).
Per i manti di asfalto colato per marciapiedi non verranno dedotti gli
ingombri (chiusini, pali, ecc.) le cui superfici risultino uguali o
inferiori a 0,05 m2.
1.3 VALUTAZIONE DEI LAVORI IN ECONOMIA
Le prestazioni in economia saranno eseguite nella piena applicazione
della normativa vigente sulla mano d'opera, i noli, i materiali incluse
tutte le prescrizioni contrattuali e le specifiche del presente
disciplinare; le opere dovranno essere dettagliatamente descritte (nelle
quantità, nei tempi di realizzazione, nei materiali, nei mezzi e numero
di persone impiegate) e controfirmate dalla Direzione dei Lavori.
Nel caso di lavori non previsti o non contemplati nel contratto iniziale,
le opere da eseguire dovranno essere preventivamente autorizzate dalla
Direzione dei Lavori.
Il prezzo relativo alla mano d'opera dovrà comprendere ogni spesa per la
fornitura di tutti gli attrezzi necessari agli operai, la quota delle
assicurazioni, la spesa per l'illuminazione, gli accessori, le spese
generali e l'utile dell'Appaltatore.
Nel prezzo dei noli dovranno essere incluse tutte le operazioni da
eseguire per avere le macchine operanti in cantiere, compresi gli
operatori, gli operai specializzati, l'assistenza, la spesa per i
combustibili, l'energia elettrica, i lubrificanti, i pezzi di ricambio,
la manutenzione di qualunque tipo, l'allontanamento dal cantiere e
quant'altro si rendesse necessario per la piena funzionalità dei
macchinari durante tutto il periodo dei lavori.
Il prezzo dei materiali dovrà includere tutte le spese e gli oneri
richiesti per avere i materiali in cantiere immagazzinati in modo idoneo
a garantire la loro protezione e tutti gli apparecchi e mezzi d'opera
necessari per la loro movimentazione, la mano d'opera richiesta per tali
operazioni, le spese generali, i trasporti, le parti danneggiate,l'utile
dell'Appaltatore
e
tutto
quanto
il
necessario
alla
effettiva
installazione delle quantità e qualità richieste.
Tutti i ritardi, le imperfezioni ed i danni causati dalla mancata
osservanza di quanto prescritto saranno prontamente riparati, secondo le
disposizioni della Direzione dei Lavori, a totale carico e spese
dell'Appaltatore.
1.4 APPROVVIGIONAMENTO E ACCETTAZIONE
L'appaltatore è libero di scegliere il luogo ove approvvigionare i
materiali, purché essi abbiano le caratteristiche indicate nella
specifica voce d’elenco. Qualora la specifica tecnica prescriva una
determinata località, l’appaltatore dovrà documentarne la provenienza.
Nel caso le specifiche tecniche o le voci d’elenco menzionino prodotti di
una determinata fabbricazione, oppure procedimenti particolari ed
esclusivi,
tali
indicazioni
si
intendono
esemplificative
delle
caratteristiche richieste per quel prodotto e non devono essere intese
come discriminatorie nei confronti di altri materiali presenti sul
mercato che abbiano caratteristiche tecniche equivalenti.
I materiali e i componenti devono essere della migliore qualità,
corrispondere alle prescrizioni di capitolato, alle norme sui prodotti da
costruzione ed essere utilizzati solo se idonei all'impiego. I prodotti
che recano il marchio CE si presumono idonei all'impiego previsto e
devono essere accompagnati dall'attestato di conformità ai requisiti
della specificazione tecnica che consenta l'identificazione delle
caratteristiche del prodotto stesso. Per i prodotti marginali, che non
hanno un’incidenza diretta sulla salute e la sicurezza, l'impiego è
condizionato alla sola dichiarazione di conformità alle regole dell'arte
rilasciata dal fabbricante.
I materiali, inoltre, devono corrispondere a quanto stabilito nel
presente capitolato speciale: laddove non siano espressamente indicate le
caratteristiche per l'accettazione dei materiali a piè d'opera, o per le
modalità di esecuzione delle lavorazioni, in caso di controversia si
stabilisce che saranno osservate, come requisiti minimi, le norme UNI, le
norme CEI, le norme CNR, o di altri enti normatori ufficiali, al di sotto
dei quali, e salvo accettazione, verrà applicata una adeguata riduzione
di prezzo.
Tutti i materiali ed i componenti possono essere messi in opera solamente
dopo l'accettazione provvisoria del direttore dei lavori. L'accettazione
può essere definitiva solo dopo la loro posa in opera.
1.5 CAMPIONATURE E PROVE DI LABORATORIO
E’ un obbligo dell’appaltatore la presentazione del campionario o dei
modelli di tutti i materiali edili e impiantistici o delle lavorazioni di
finitura previsti in progetto, senza alcuna esclusione, prima del loro
approvvigionamento in cantiere o messa in opera.
La disponibilità in cantiere di campioni o modelli da esaminare sarà
puntualmente segnalata alla direzione lavori per evitare ritardi nella
loro approvazione.
Previa redazione di un verbale steso in concorso con l'appaltatore, la
direzione dei lavori può prelevare campioni dei materiali approvvigionati
in cantiere, da sottoporre a prove e controlli, da eseguirsi in
laboratori ufficiali, nel numero necessario al completo accertamento
della
rispondenza
delle
caratteristiche
previste,
a
spese
dell'appaltatore.
1.6 PRODOTTI E LAVORAZIONI NON CONFORMI
Qualora si accerti che i materiali accettati e posti in opera non sono
conformi alle specifiche tecniche di capitolato o risultano di cattiva
qualità, il direttore dei lavori può ordinarne la rimozione e la
sostituzione a spese dell'appaltatore.
Il direttore del cantiere dovrà mettere in atto particolari azioni
preventive per tutte quelle lavorazioni eseguite in cantiere la cui
qualità è soggetta prevalentemente alla perizia dell'operatore e/o alla
variabilità delle condizioni meteorologiche, secondo le indicazioni
tecniche del presente capitolato e delle schede tecniche standard dei
materiali e componenti.
I materiali e componenti non conformi alle norme contrattuali, rilevati
tali dalla direzione lavori, dallo stesso direttore di cantiere o da
verifiche esterne, sia in fase di costruzione o montaggio, oppure durante
il collaudo, sono sottoposti a trattamento.
La non conformità minore, cioè quella per la quale sono possibili
tecnicamente modalità di riparazione, può essere trattata dal direttore
del cantiere dandone informazione alla direzione lavori.
La non conformità maggiore sarà trattata dal direttore di cantiere con un
intervento da programmare in concorso tra la direzione lavori e
l'appaltatore. La parte non conforme va identificata con etichette
segnaletiche, stampigliature o timbri, quindi allontanata dal cantiere.
Qualora rimovibile senza demolizione, va segnalata
lavori per concordarne il tipo di trattamento.
al
direttore
dei
Se l’appaltatore non provvede al trattamento delle non conformità nei
tempi stabiliti dal direttore dei lavori, l’Amministrazione può
provvedervi direttamente a spese dell’appaltatore.
1.7 DOCUMENTAZIONE TECNICA E MATERIALI DI RISPETTO
Ad avvenuta ultimazione delle opere, l'appaltatore dovrà fornire alla
stazione appaltante, al fine di redigere il certificato di collaudo o di
regolare esecuzione, tutta la documentazione tecnica relativa alle opere
eseguite.
Oltre ai documenti indicati nelle successive specifiche tecniche,
l’appaltatore dovrà trasmettere in particolare quelli relativi a:
• schede tecniche standard dei prodotti e dei servizi (ex UNI 8690 e UNI
9038), distinguendo i prodotti che recano il marchio CE e i prodotti
marginali (D.P.R. 246/1993);
• documenti d’identificazione e rintracciabilità di materiali e
componenti;
• manuali di funzionamento e di manutenzione delle case costruttrici;
• elenco delle eventuali parti di ricambio fornite in dotazione;
• registrazione di prove, controlli e collaudi, sia al ricevimento che in
produzione e finali;
• certificazioni sul comportamento dei materiali e delle apparecchiature
fornite rilasciati da istituti ufficiali;
• disegni degli impianti tecnologici us-build, con il rilievo esatto del
percorso delle reti e del posizionamento delle apparecchiature.
Tali elaborati dovranno rispecchiare le posizioni, caratteristiche e
dimensioni delle apparecchiature come realmente eseguite ed essere
forniti in triplice copia.
Sarà cura e onere dell'impresa appaltatrice,
tecniche, consegnare alla stazione appaltante
di rispetto necessari per la manutenzione
eseguite. Se non diversamente specificato la
pari all'1% della quantità messa in opera.
quando definito nelle norme
tutte la serie di materiali
e riparazione delle opere
quantità minima prevista è
2.
PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI INDAGINI, SCAVI E
DEMOLIZIONI
2.1 Indagini preliminari
Prima di dare avvio alla progettazione esecutiva dovranno essere eseguiti
sondaggi e prove idonee a determinare le caratteristiche geomeccaniche
del terreno di fondazione nell’area interessata dalla realizzazione di
strutture di nuova realizzazione, ovvero, nella zona dell’archivio.
In questa fase, si dovrà indagare al fine di individuare la posizione e
la geometria delle fondazioni esistenti che potrebbero interferire con le
strutture di nuova realizzazione.
2.2 Scavi e rinterri
In materia si veda il d.lgs. 81/08.
2.2.1 Scavi in genere
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro a mano o con mezzi meccanici
dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le particolari
prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei
Lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Impresa dovrà procedere in modo
da impedire scoscendimenti e franamenti, restando essa, oltreché,
totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere,
altresì obbligata a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle
materie franate.
L'Impresa dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque
scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non
abbiano a riversarsi nei cavi.
Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili,
o non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della Direzione dei
Lavori, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto
fuori della sede del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che
l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese.
È vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi.
Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere utilizzate
per tombamenti o rinterri esse dovranno essere depositate in luogo adatto
accettato dalla Direzione dei Lavori e provviste delle necessarie
puntellature, per essere poi riprese a tempo opportuno.
In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai
lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle
acque scorrenti alla superficie.
La Direzione dei Lavori potrà fare asportare, a spese dell'Impresa, le
materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
L'appaltatore deve ritenersi compensato per tutti gli oneri che esso
dovrà incontrare per:
il taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.;
il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle macerie sia asciutte, che
bagnate, in presenza d'acqua e di qualsiasi consistenza;
paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico in rilevato o rinterro
od a rifiuto a qualsiasi distanza, sistemazione delle materie di rifiuto,
deposito provvisorio e successiva ripresa, per ogni indennità di deposito
temporaneo o definitivo;
la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del
fondo, per la formazione di gradoni, per il successivo rinterro attorno
alle murature, attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in
genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definitive di
progetto;
puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e
genere, secondo tutte le prescrizioni contenute nelle presenti condizioni
tecniche esecutive;
per ogni altra spesa infine necessaria per l'esecuzione completa degli
scavi.
2.2.2 Scavi di fondazione
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a
sezione ristretta necessari per dar luogo alle travi o alle platee di
fondazione propriamente dette.
In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar
luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per
fondazione dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla
Direzione dei Lavori verrà ordinata all'atto delle loro esecuzioni
tenendo in debito conto le istruzioni impartite dal Ministero dei lavori
pubblici con il D.M. 21 gennaio 1981 e successive modifiche ed
integrazioni.
Le profondità, che si trovino indicate nei disegni di consegna, sono
perciò di semplice avviso e l'Amministrazione appaltante si riserva piena
facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che
ciò possa dare all'Impresa motivo alcuno di fare eccezioni o domande di
speciali compensi, avendo essa soltanto diritto al pagamento del lavoro
eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da
raggiungere.
È vietato all'Impresa, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano
alle murature prima che la Direzione dei Lavori abbia verificato ed
accettato le fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per
quelle opere che cadono sopra falde inclinate,dovranno, a richiesta della
Direzione dei Lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinata
contropendenza.
L'Impresa è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle
proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o
insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali essa
deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre
precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto
di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo le venissero impartite
dalla Direzione dei Lavori.
Nello scavo dei cunicoli, a meno che si tratti di roccia che non presenti
pericolo di distacchi, devono predisporsi idonee armature per evitare
franamenti della volta e delle pareti. Dette armature devono essere
applicate man mano che procede il lavoro di avanzamento; la loro
rimozione può essere effettuata in relazione al progredire del
rivestimento in muratura.
Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni
e quando in vicinanza dei relativi scavi vi siano fabbriche o manufatti,
le cui fondazioni possano essere scoperte o indebolite degli scavi.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che si fosse dovuto fare in
più attorno alla medesima, dovrà essere diligentemente riempito e
costipato, a cura e spese dell'Impresa, con le stesse materie scavate,
sino al piano del terreno naturale primitivo.
Col procedere delle murature l'Impresa potrà recuperare i legami
costituenti le armature, sempre che non si tratti di armature formanti
parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà
dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei
Lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro,
dovranno essere abbandonati negli scavi.
Gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello
risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità
sotto il piano degli scavi di sbancamento o del terreno naturale, quando
detto scavo di sbancamento non viene effettuato.
2.2.3 Presenza di gas negli scavi
Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse
in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli
derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti,
infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del
terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di
compressione e di decompressione, metanodotti e condutture di gas, che
possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose.
Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici,
asfissianti o la irrespirabilità dell'aria ambiente e non sia possibile
assicurare una efficiente aerazione ed una completa bonifica, i
lavoratori devono essere provvisti di apparecchi respiratori, ed essere
muniti di cintura di sicurezza con bretelle passanti sotto le ascelle
collegate a funi di salvataggio, le quali devono essere tenute
all'esterno dal personale addetto alla sorveglianza; questo deve
mantenersi in continuo collegamento con gli operai all'interno ed essere
in grado di sollevare prontamente all'esterno il
lavoratore colpito dai gas.
Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di
autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei
gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e
sempre che sia assicurata una efficace e continua aerazione.
Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi, deve
provvedersi alla bonifica dell'ambiente mediante idonea ventilazione;
deve inoltre vietarsi, anche dopo la bonifica, se siano da temere
emanazioni di gas pericolosi, l'uso di apparecchi a fiamma, di corpi
incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare fiamme o
surriscaldamenti atti ad incendiare il gas.
Nei casi previsti dal secondo, terzo e quarto comma del presente articolo
i lavoratori devono essere abbinati nell'esecuzione dei lavori.
2.3 Demolizioni e rimozioni
Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere
alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle
varie strutture da demolire.
In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le
opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che,
durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi.
I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine
dall'alto verso il basso e devono essere condotti in maniera da prevenire
qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da non pregiudicare la
stabilità delle strutture portanti o di collegamento di quelle eventuali
adiacenti, e in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali
tutti devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di
danni a favore dell'Amministrazione appaltante, ricorrendo, ove occorra,
al loro preventivo puntellamento.
La successione dei lavori,
demolizioni, deve risultare
firmato dall'Imprenditore e
esista, e deve essere tenuto
quando si tratti di importanti ed estese
da apposito programma il quale deve essere
dal dipendente Direttore dei Lavori, ove
a disposizione degli Ispettori di lavoro.
È vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono
essere trasportati o guidati in basso convogliandoli in appositi canali
il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due
metri dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere
costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli
eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati.
L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non
possano cadervi accidentalmente persone.
Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di
demolizione deve essere calato a terra con mezzi
idonei.
Durante i lavori di demolizione si deve
sollevamento della polvere, irrorando con
materiali di risulta.
provvedere a ridurre il
acqua le murature ed i
La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio
indipendenti dall'opera in demolizione.
Gli obblighi di cui sopra non sussistono quando si tratta di muri di
altezza inferiore ai cinque metri; in tali casi e per altezze da due a
cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza.
Inoltre, salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e
locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno
non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per
trazione o per spinta.
La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza
strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura
opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da
non determinare crolli intempestivi o non previsti da altre parti.
Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza
del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo
l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli
operai dalla zona interessata.
Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne
la caduta soltanto quando essa sia stata adeguatamente puntellata; la
successiva rimozione dei puntelli deve essere eseguita a distanza a mezzo
di funi.
Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per
opere di altezza non superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli
sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi.
Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in
seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare
danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti o pericoli ai
lavoratori addetti.
Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il
transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti.
L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il
trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo
che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni
prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre
precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti
fissati, saranno pure a cura e spese dell'Impresa, senza alcun compenso,
ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della
Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti,
custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno
indicati dalla Direzione stessa usando cautele per non danneggiarli sia
nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel loro arresto e per
evitare la dispersione.
Detti
materiali
restano
tutti
di
proprietà
dell'Amministrazione
appaltante, la quale potrà ordinare all'Impresa di impiegarli in tutto o
in parte nei lavori appaltati.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono
sempre essere trasportati dall'Impresa fuori del cantiere nei punti
indicati od alle pubbliche discariche.
Nel preventivare
di smontaggio e
sottoscrivere di
eseguire e della
l'opera di demolizione e nel descrivere le disposizioni
demolizione delle parti d'opera, l'appaltatore dovrà
aver preso visione dello stato di fatto delle opere da
natura dei manufatti.
2.3.1 Serramenti
Per serramenti si intendono tutti i sistemi di protezione delle aperture
disposte sull'involucro esterno dell'edificio e sui paramenti orizzontali
e verticali interni sia intermedi che di copertura, a falde orizzontali o
inclinate che siano. Tali serramenti potranno essere in legno, acciaio,
PVC, alluminio, materiali polimerici non precisati, ecc., e sono
solitamente costituiti da un sistema di telai falsi, fissi e mobili.
Prima dell'avvio della rimozione dei serramenti l'Appaltatore procederà a
rimuovere tutti i vetri e abbassarli alla quota di campagna per
l'accatastamento temporaneo o per il carico su mezzo di trasporto alle
pubbliche discariche.
I serramenti, in caso di demolizione parziale, dovranno essere rimossi
senza arrecare danno ai paramenti murari ovvero tagliando con mola
abrasiva le zanche di ancoraggio del telaio o del falso telaio alla
muratura medesima, senza lasciare elementi metallici o altre asperità in
sporgenza dal filo di luce del vano.
Qualora il Committente intenda riutilizzare tutti o parte dei serramenti
rimossi dovrà segnalare per iscritto, prima dell'inizio lavori,
all'Appaltatore il numero, il tipo e la posizione degli stessi che,
previa maggiorazione dei costi da quantificarsi per iscritto in formula
preventiva, saranno rimossi integralmente e stoccati in luogo protetto
dalle intemperie e dall'umidità di risalita o dagli urti, separatamente
dagli altri in attesa di definizione della destinazione.
2.3.2 Tamponamenti e intercapedini
Per tamponamenti e intercapedini si intendono le partizioni interne
opache e le chiusure verticali esterne prive di funzione strutturale atte
a
chiudere
e
garantire
adeguato
isolamento
termoacustico
e
impermeabilizzazione con l'esterno.
Prima di attuare la demolizione di tali parti strutturali l'Appaltatore
dovrà effettuare sondaggi anche parzialmente distruttivi atti a
verificare la consistenza materica, le altezze e gli spessori in gioco.
Prima
della
demolizione
delle
intercapedini
e
dei
tamponamenti
l'appaltatore valuterà se è il caso di lasciare i serramenti di chiusura
verticale allo scopo di circoscrivere la rumorosità e la polverulenza
dell'operazione, oppure di apporre apposite temporanee chiusure sulle
aperture da cui i serramenti sono già stati rimossi.
Ravvisata la presenza di materiali non omogenei l'Appaltatore provvederà
a effettuare una demolizione parziale delle parti realizzate in materiale
inerte o aggregato di inerti procedendo dall'interno verso l'esterno e
dal basso verso l'alto, rimuovendo le macerie del piano prima di iniziare
le operazioni del piano superiore.
Prima della rimozione degli apparati di intercapedini e tamponamenti
l'Appaltatore dovrà accertarsi che siano state prese alcune importanti
precauzioni:
• disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione
degli utilizzatori presenti nelle pareti;
• accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di
amianto, fibre tossiche, o altro agente di rischio per gli operatori e
per gli abitanti.
Qualora le pareti contengano materiali a base di fibre tossiche per
l'organismo umano, se respirate, l'ambiente oggetto della demolizione
dovrà essere restituito al Committente previa pulitura di ogni superficie
per aspirazione e certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali
e di restituzione in condizioni di inquinamento di fondo al di sotto
delle soglie di rischio.
La presenza di eventuali membrane polimero-bituminose o strati in PVC
destinati a barriera vapore dovranno essere rimossi a parte e non
aggregati alle macerie inerti.
La conservazione in cantiere di tali materiali dovrà tenere conto della
loro facile infiammabilità.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri
accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei
tamponamenti e delle strutture verticali.
Durante le lavorazioni l'Appaltatore dovrà attenersi scrupolosamente alle
disposizioni e istruzioni per la demolizione delle strutture verticali,
dovrà utilizzare attrezzature per il taglio dei ferri di armatura dei
pilastri
conformi
alle
norme
di
sicurezza,
le
demolizioni
per
rovesciamento, per trazione o spinta saranno effettuate solo per
strutture fino ad altezza pari a 2m , l'utilizzo delle attrezzature per
il rovesciamento dovranno essere conformi alle norme di sicurezza, dovrà
essere garantito l'utilizzo di schermi e di quant'altro, per evitare la
caduta di materiale durante l'operazione ed in ogni modo dovrà essere
delimitata l'area soggetta a caduta di materiale durante l'operazione
specifica.
2.3.3 Sottofondi
Per sottofondi si intendono gli strati di materiale che desolidarizzano
le partizioni intermedie o di chiusura orizzontale dell'edificio dal
rivestimento posto in atto.
Tali sottofondi possono essere rimossi dopo che è stata verificata la
disconnessione
delle
reti
idrauliche
di
approvvigionamento,
di
riscaldamento e di fornitura della corrente elettrica che in essi possono
essere state annegate.
Qualora la polverosità dell'operazione risulti particolarmente evidente e
le protezioni o il confinamento ambientale siano inefficaci l'appaltatore
avrà cura di bagnare continuamente il materiale oggetto dell'operazione
allo scopo di attenuarne la polverosità.
Tale verifica sarà effettuata a cura dell'Appaltatore che procederà alla
demolizione dei sottofondi secondo procedimento parziale o insieme alla
demolizione della struttura portante. Prima della demolizione parziale
del sottofondo di pavimentazione all'interno di un'unità immobiliare
parte di una comunione di unità l'Appaltatore dovrà accertarsi che
all'interno di questo sottofondo non siano state poste reti di
elettrificazione del vano sottostante, che nella fattispecie possono non
essere state disconnesse.
La demolizione parziale del sottofondo di aggregati inerti produce
particolare polverulenza che dovrà essere controllata dall'Appaltatore
allo scopo di limitarne e circoscriverne la dispersione.
La scelta delle attrezzature destinate alla demolizione parziale del
sottofondo dovrà tenere in considerazione la natura della struttura
portante, la sua elasticità, l'innesco di vibrazioni e la presenza di
apparecchiature di particolare carico concentrato gravanti sul solaio
portante della partizione orizzontale.
2.3.4 Manti impermeabilizzanti e coperture discontinue.
Per manti impermeabilizzanti si intendono le membrane di materiale
prodotto per sintesi polimerica o polimerobituminosa, che possono essere
individuate nella rimozione della stratigrafia di chiusura orizzontale
opaca allo scopo di garantirne l'impermeabilità.
Tali componenti devono essere rimossi prima della demolizione del
sottofondo
e
della
demolizione
dello
stesso
solaio
e
a
cura
dell'Appaltatore devono essere accatastati in separata parte del cantiere
allo scopo di prevenire l'incendiabilità di tali materiali stoccati.
La sfiammatura delle membrane allo scopo di desolidarizzarne l'unitarietà
nei punti di sovrapposizione sarà effettuata da personale addestrato
all'utilizzo della lancia termica e al camminamento delle coperture,
dotato di idonei dispositivi individuali di protezione, previsti i
necessari dispositivi collettivi di protezione dalle cadute dall'alto.
2.3.5 Sporti, aggetti, cornicioni e manufatti a sbalzo
Per sporti si intendono tutte le partizioni o chiusure orizzontali o
inclinate che fuoriescono a sbalzo dalla sagoma dell'edificio. Tali
manufatti possono essere generalmente costruiti in cemento armato, legno,
acciaio; in talune occasioni hanno parti di riempimento in laterocemento,
o laterizio.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri
accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle parti
d'opera in aggetto.
L'operazione
di
demolizione
di
tali
manufatti
sarà
eseguita
dall'Appaltatore dopo aver curato la desolidarizzazione di ringhiere
metalliche o lignee dalla muratura di chiusura verticale dell'edificio,
con idonee cesoie idrauliche montate su macchina operatrice da cantiere o
mediante
martello
demolitore
con
operatore
posto
su
struttura
provvisionale non ancorata alla chiusura portante solidale con il
manufatto a sbalzo.
L'operatore deve preferibilmente essere posto ad una quota superiore al
piano di calpestio dell'aggetto e non deve in ogni modo farsi sostenere
dalla struttura a sbalzo.
La demolizione parziale o totale dello sporto avverrà solamente dopo che
a cura dell'Appaltatore saranno state chiuse tutte le aperture
sottostanti all'aggetto ed impedito il transito temporaneo di chiunque
nella zona di possibile interferenza del crollo del manufatto.
2.3.6 Lattonerie
Per lattonerie si intendono i manufatti metallici o in materiali
polimerici che perimetrano le coperture, gli aggetti e gli sporti.
Tali manufatti saranno rimossi dall'Appaltatore prima di dar luogo alla
demolizione strutturale del manufatto a cui sono aderenti.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri
accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle
lattonerie.
Il
loro
accatastamento
in
cantiere
deve
avvenire,
a
cura
dell'Appaltatore, in zona distante dalle vie di transito. Se si prevede
un lungo stoccaggio in cantiere di tali manufatti metallici rimossi si
rende necessario che l'Appaltatore provveda ad un collegamento degli
stessi con un sistema temporaneo di messa a terra a protezione delle
scariche atmosferiche.
Prima della loro rimozione l'Appaltatore verificherà che il manto di
copertura a cui sono solidarizzati i canali di gronda non sia in amianto
cemento. In tale situazione l'Appaltatore procederà a notifica all'organo
di controllo procedendo in seguito a benestare dello stesso con procedura
di sicurezza per gli operatori di cantiere.
2.3.8 Parti strutturali in elevazione, orizzontali e verticali
Per parti strutturali in elevazione si intendono le strutture portanti
fuori terra dell'edificio o del manufatto oggetto di demolizione, siano
esse orizzontali o verticali.
La demolizione di queste parti dovrà avvenire a cura dell'Appaltatore una
volta verificata la massima demolizione effettuabile di parti interne o
esterne prive di funzione strutturale.
Tale operazione ha lo scopo di alleggerire quanto più possibile la parte
strutturale del carico che su di essa grava.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri
accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei solai.
È cura dell'Appaltatore valutare il più idoneo strumento di demolizione
delle parti strutturali tenendo in considerazione la relazione con
l'intorno e gli agenti di rischio da quest'azione conseguenti.
In caso di contatto strutturale della parte portante orizzontale o
verticale dell'edificio o del manufatto oggetto dell'intervento di
demolizione con altri attigui che devono essere salvaguardati sarà cura
dell'Appaltatore chiedere ed ottenere lo sgombero integrale degli
occupanti tali edifici o manufatti limitrofi.
L'Appaltatore curerà sotto la propria responsabilità ogni intervento
utile a desolidarizzare le parti strutturali in aderenza con altri
fabbricati intervenendo, qualora utile a suo giudizio, anche con il
preventivo taglio dei punti di contatto.
Prima della demolizione di parti strutturali in edifici che sono inseriti
a contatto con altri sarà cura dell'Appaltatore testimoniare e accertarsi
dello stato di integrità dei fabbricati aderenti, anche attraverso
documentazione fotografica ed ogni altra attestazione che sia rivolta ad
accertare lo stato degli stessi prima dell'intervento di demolizione.
2.4 PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI NOLI E TRASPORTI
2.4.1 OPERE PROVVISIONALI
Le opere provvisionali, gli apprestamenti e le attrezzature atti a
garantire, per tutta la durata dei lavori, la prevenzione degli infortuni
e la tutela della salute dei lavoratori devono essere realizzate secondo
quanto contenuto nel d.lgs.
81/08, nel d.lgs. 235/03, nonché nel regolamento sui contenuti minimi dei
piani di sicurezza nei cantieri edili di cui al DPR 222/03.
2.4.2 NOLEGGI
I noli, riguardanti lavori non compresi nel contratto, devono essere
espressamente richiesti, con ordine di servizio, dalla Direzione dei
Lavori e sono retribuibili solo se non sono compresi nei prezzi delle
opere e/o delle prestazioni.
Le macchine ed attrezzi dati a noleggio devono essere in perfetto stato
di esercizio ed essere provvisti di tutti gli accessori necessari per il
loro funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'Impresa la manutenzione
degli attrezzi e delle macchine affinché siano in costante efficienza.
Il nolo si considera per il solo tempo effettivo, ad ora o a giornata di
otto ore, dal momento in cui l'oggetto noleggiato viene messo a
disposizione del committente, fino al momento in cui il nolo giunge al
termine del periodo per cui è stato richiesto.
Nel prezzo sono compresi: i trasporti dal luogo di provenienza al
cantiere e viceversa, il montaggio e lo smontaggio, la manodopera, i
combustibili, i lubrificanti, i materiali di consumo, l'energia
elettrica, lo sfrido e tutto quanto occorre per il funzionamento dei
mezzi.
I
prezzi
dei
noli
dell'imprenditore.
comprendono
le
spese
generali
e
l'utile
Per il noleggio dei carri e degli autocarri verrà corrisposto soltanto il
prezzo per le ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso
per qualsiasi altra causa o perditempo.
2.4.3 TRASPORTI
Nel caso di lavorazioni non comprese nel contratto, espressamente
autorizzate dal Direttore dei Lavori, il trasporto è compensato a metro
cubo di materiale trasportato, oppure come nolo orario di automezzo
funzionante.
Se la dimensione del materiale da trasportare è inferiore alla portata
utile dell'automezzo richiesto a nolo, non si prevedono riduzioni di
prezzo.
Nei prezzi di trasporto è compresa la fornitura dei materiali di consumo
e la manodopera del conducente.
3. PRESCRIZIONI SU QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
3.1 MATERIE PRIME
3.1.1 QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI
I materiali occorrenti per la costruzione delle opere appaltate dovranno
essere forniti secondo le migliori regole d'arte.
Prima di essere impiegati dovranno sottoporsi all'approvazione del
Direttore dei lavori, il quale ha facoltà di sottoporli alle prove
prescritte e li rifiuterà se li troverà difettosi, di cattiva qualità o
comunque non rispondenti ai requisiti qui di seguito indicati.I materiali
rifiutati dovranno essere asportati subito dai cantieri.Per le forniture
di materiali (esclusi quelli allo stato naturale e grezzo, come pietre,
tufi, ecc.), apparecchi, macchinari ed altri impianti, siano o no
brevettati, l'Impresa deve fornirsi esclusivamente da ditte già
accreditate presso l'Ente, ovvero che siano da questo accettate. A tale
effetto l'impresa stessa dovrà comunicare alla Direzione dei lavori i
nomi delle ditte prescelte per le forniture suddette; la Direzione potrà,
senza obbligo di specificarne i motivi, eventualmente rifiutare quelle
che non fossero accreditate presso l'Ente appaltante.In massima i
materiali da costruzione dovranno corrispondere ai seguenti
requisiti:
3.1.2 ACQUA, CALCE, LEGANTI IDRAULICI, POZZOLANE, GESSO
a) Acqua. L'acqua dovrà essere dolce, limpida e scevra
terrose.
da
materie
b) Calce. Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti
di accettazione vigenti al momento dell'esecuzione dei lavori.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di
recente, perfetta ed uniforme cottura, non bruciata nè vitrea nè pigra ad
idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la sola quantità
di acqua dolce necessaria alla estinzione, si trasformi completamente in
una pasta soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori
del 5% dovuti a parti non bene decarburate, siliciose od altrimenti
inerti.
La calce viva in zolle al momento dell'estinzione dovrà essere
perfettamente anidra; sarà rifiutata quella ridotta in polvere o
sfiorita, e perciò si dovrà provvedere la calce viva a misura del bisogno
e conservarla in luoghi asciutti e ben riparati dall'umidità.
Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche
impermeabili rivestite di tavole o di muratura, mantenendola coperta con
uno strato di arena. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere
spenta almeno sei mesi prima dell'impiego, quella destinata alle murature
da almeno 15 giorni.
c) Leganti idraulici. -I cementi, da impiegare in qualsiasi lavoro,
dovranno rispondere alle norme di accettazione di cui al D.M. 3 giugno
1968 ed alle altre norme vigenti in materia. Essi dovranno essere
conservati in modo da restare perfettamente riparati dall'umidità.
d) Pozzolane. -Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da
cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti:
qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti
prescritti dal R.D. 16 novembre 1939,n. 2230.
e) Gesso. -Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente
asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo
staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee
e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere
conservato in locali coperti ben riparati dall'umidità.
3.1.3 SABBIA, GHIAIA, PIETRE NATURALI, MARMI
a) Ghiaia, pietrisco e sabbia. -Le ghiaie, i pietrischi e la sabbia da
impiegarsi nella formazione dei calcestruzzi,dovranno avere le qualità
stabilite dal D.M. 14 febbraio 1992 che approva le "Norme tecniche per
l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per
le strutture metalliche".
La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare
attraverso uno staccio con maglie circolari del diametro di 2 mm per
murature in genere e del diametro di 1 mm per gli intonaci e murature di
parametro od in pietra da taglio.
L'accettabilità della sabbia a punto di vista e contenuto in materie
organiche verrà definita con i criteri indicati nell'allegato 1 del già
citato D.M. 3 giugno 1968 sui requisiti di accettazione dei cementi e
nelle altre norme vigenti in materia.
Per quanto riguarda le dimensioni delle ghiaie e dei pietrischi, gli
elementi di essi dovranno essere tali da passare attraverso un vaglio a
fori circolari del diametro:
di 5 cm se si tratta di lavori correnti di fondazione o di elevazione,
muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpe e simili;
di 4 cm se si tratta di volti di getto;
da 1 a 3 cm se si tratta di cappe di volti o di lavori in cemento armato
od a pareti sottili;
Gli elementi più piccoli delle ghiaie e dei pietrischi non devono passare
in un vaglio a maglie rotonde di un centimetro di diametro, salvo quando
vanno impiegati in cappe di volti od in lavori in cemento armato od a
pareti sottili, nei quali casi sono ammessi anche elementi più piccoli.
b) Pietre naturali. -Le pietre naturali da impiegarsi nella murature e
per qualsiasi altro lavoro, dovranno essere a grana compatta e monde da
cappellaccio, esenti da piani ti sfaldamento, da screpolature, peli,
venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni
adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza proporzionata
all'entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere
un'efficace adesività alle malte.
Saranno assolutamente escluse le pietre marnose e quelle
all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua occorrente.
alterabili
In particolare le caratteristiche alle quali dovranno soddisfare le
pietre naturali da impiegare nella costruzione in relazione alla natura
della roccia prescelta, tenuto conto dell'impiego che dovrà farsene
nell'opera da costruire, dovranno corrispondere alle norme di cui al R.D.
16 novembre 1939, n. 2232, nonché alle norme UNI 8458-83 e 937989, e, se
del caso alle “Norme per l’accettazione dei cubetti di pietra per
pavimentazioni stradali” CNR -ed. 1954 e alle UNI 2719 -ed. 1945.
Le pietre da taglio, oltre a possedere i requisiti ed i caratteri
generali sopra indicati, dovranno avere struttura uniforme scevre da
fenditure, cavità e litoclasi, sonore alla percussione e di perfetta
lavorabilità.
Il tufo dovrà essere di struttura litoide, compatto ed uniforme,
escludendo il cappellaccio, quello pomicioso e facilmente friabile.
L'ardesia in lastre per la copertura dovrà essere di 1a scelta e di
spessore uniforme; le lastre dovranno essere sonore, di superficie
piuttosto rugosa che liscia, e scevra da inclusioni e venature.
I marmi dovranno essere della migliore qualità, perfettamente sani, senza
scaglie, brecce, vene, spaccature, nodi, peli od altri difetti che ne
infirmino l'omogeneità e la solidità. Non saranno tollerate stuccature,
tasselli, scheggiature.
3.2 SEMILAVORATI
3.2.4 CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo sarà del tipo C25/30 e dovrà avere le caratteristiche
indicate nella relazione di calcolo, ovvero:
· Massimo rapporto acqua/cemento=0,60
· Minimo contenuto in cemento=300kg/m3
La classe di resistenza cubica Rck e cubica fck a compressione uniassiale
dovranno essere misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente
su cilindri di diametro 150mm e di altezza 300mm e su cubi di spigolo
150mm.
3.2.4.1 Componenti
Leganti
Nelle opere oggetto del seguente appalto devono impiegarsi esclusivamente
i leganti idraulici previsti dalle disposizioni vigenti in materia,
dotati di certificatio di conformità, rilasciato da un organismo europeo
notificato, ad una norma norma armonizzata della serie UNI EN 197 ovvero
ad uno specifico benestare Tecnico Europeo (ETA),
purchè idonei allìimpiego previsto nonché, per quanto non in contrasto,
conformi alle prescrizioni di cui alla legge
26/05/1965 n. 595.
E’ escluso l’impiego di cementi alluminosi.
Aggregati
Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli
aggregati ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali,
ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea
armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea
armonizzata UNI EN 13055-1.
E’ consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i
limiti dettati dalla UNI EN 12620 e UNI EN 13055-1, a condizione che la
miscela di calcestruzzo confezionata con aggregati riciclati, venga
preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di
laboratorio. Per tali aggregati, le prove di controllo di produzione in
fabbrica di cui ai prospetti H1, H2 ed H3 dell’annesso ZA della norma
europea armonizzata UNI EN 12620, per le parti rilevanti, devono essere
effettuate ogni 100 tonnellate di aggregato prodotto e, comunque, negli
impianti di riciclo, per ogni giorno di produzione.
Per quel che riguarda i controlli di accettazione da effettuarsi a cura
del
Direttore
dei
Lavori,
questi
sono
finalizzati
almeno
alla
determinazione delle caratteristiche tecniche relative a:
• Descrizione petrografica semplificata;
• Dimensione dell’aggregato;
• Indice di appiattimento;
• Dimensione per il filler;
• Forma dell’aggregato grosso (per aggregato proveniente da riciclo);
•
Resistenza
alla
frammentazione/frantumazione
(per
calcestruzzo
Rck=C50/60).
Aggiunte
Nei calcestruzzi è ammesso l’impiego di aggiunte, in particolare di
ceneri volanti, loppe granulatre d’altoforno e fumi di silice, purchè non
ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali.
Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea
armonizzata UNI EN 450-1.Per quanto riguarda l’impiego si potrà fare
utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206-1:2006 ed
UNI 11104:2004.
I fumi di silice devono soddisfare
armonizzata UNI EN 13263-1.
i
requisiti
della
norma
europea
Additivi
Gli additivi devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN
934-2.
Acqua di impasto
L’acqua di impasto, ivi compresa l’acqua di riciclo, dovrà essere
conforme alla norma UNI EN 1008:2003.
3.2.4.2 Controlli di qualità
Così come previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, il
calcestruzzo dovrà essere prodotto in regime di controllo di qualità, con
lo scopo di garantire che rispetti le prescrizioni definite in sede di
progetto.
Il controllo dovrà articolarsi nelle seguenti fasi:
• Valutazione preliminare della resistenza, che serve a determinare,
prima dell’inizio della costruzione delleopere, la miscela per produrre
il calcestruzzo con la resistenza di progetto;
• Controllo di produzione, che riguarda il controllo da eseguire sul
calcestruzzo durante la produzione del
calcestruzzo stesso;
• Controllo di accettazione, che riguarda il controllo da eseguire sul
calcestruzzo prodotto durante l’esecuzione
dell’opera, con prelievo effettuato contestualmente al getto dei relativi
elementi strutturali;
• Prove complementari, che devono essere eseguite, ove necessario, a
completamento delle prove di accettazione.
Valutazione preliminare della resistenza
L’Appaltatore, prima dell’inizio dei lavori di getto, dovrà effettuare
idonee prove preliminari di studio, per ciascuna miscela omogenea di
calcestruzzo da utilizzare, al fine di ottenere le prestazioni richieste
dal progetto.
L’Appaltatore resta comunque responsabile della qualità del calcestruzzo,
che sarà controllata dal Direttore dei Lavori,secondo le procedure
relative al Controllo di Accettazione.
Prelievo dei campioni
Al momento della posa in opera ed alla presenza del Direttore dei Lavori
o di persona di sua fiducia, dovrà essere prelevato dall’impasto il
calcestruzzo necessario a confezionare un gruppo di due provini.
La “resistenza di prelievo”, ovvero il valore sul quale devono essere
eseguiti i controlli del calcestruzzo, dovrà essere ottenuto dalla media
delle resistenze a compressione dei due provini di un prelievo.
L’Appaltatore è obbligato ad effettuare tutti i provini che potranno
essere prescritti dal Direttore dei Lavori, a propria discrezione, tutte
le volte che variazioni di qualità e/o provenienza dei costituenti
dell’impasto possano far presumere una variazione di qualità del
calcestruzzo stesso, tale da non poter più essere considerato omogeneo.
Per la preparazione, la forma, le dimensioni e la stagionatura dei
provini di calcestruzzo vale quanto indicato dalle norme UNI EN 123901:2002 e UNI EN 12390-2:2002.
Circa il procedimento da seguire per la determinazione della resistenza a
compressione dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato nelle norme
UNI EN 12390-3:2003 e UNI EN 12390-4:2002.
Circa il procedimento da seguire per la determinazione della
volumica vale quanto indicato nella norma UNI EN 12390-7:2002.
massa
Controllo di accettazione
Il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei
lavori, va eseguito su miscele omogenee e si configura in funzione del
quantitativo di calcestruzzo in accettazione, come previsto dalle Norme
Tecniche per le Costruzioni.
3.2.4.3 Getto del calcestruzzo
Il getto dovrà essere eseguito con cura, steso a tratti di 15/20 cm.,
opportunamente costipato ed eventualmente vibrato secondo le prescrizioni
del Direttore dei Lavori.
Le interruzioni di getto dovranno essere evitate e comunque autorizzate
dal Direttore dei Lavori. Le riprese dovranno essere eseguite in modo da
trovarsi in zone di momento flettente nullo nelle strutture inflesse ed
in modo da essere perpendicolari allo sforzo di compressione nelle
strutture verticali.
Quando la ripresa avviene contro un getto ancora plastico, si dovrà
procedere a previa boiaccatura del getto esistente. Se il getto esistente
e' in fase di presa, occorre scalpellarlo e mettere a vivo la ghiaia
quindi bagnare, applicare uno strato di malta di cemento di 1 -2 cm. e
procedere al nuovo getto.
Qualora richiesto dalla Direzione dei
provvedere all'uso di additivi per la
Committente.
Lavori, l'appaltatore dovrà
ripresa senza onere per il
Le strutture in fase di maturazione dovranno essere protette dal gelo,
dal caldo eccessivo e dalle piogge violente; così pure sulle strutture
suddette dovrà essere vietato il transito di persone, mezzi o comunque
qualsiasi forma di sollecitazione.
La maturazione con riscaldamento locale diffuso e' ammessa solo previo
accordo scritto con la Direzione dei Lavori.
3.2.4.4 Prescrizioni esecutive
Nei getti dovranno essere inserite tutte le casserature, cassette, tubi,
ecc. atti a creare i fori, le cavità, i passaggi indicati nei disegni
delle strutture e degli impianti tecnologici, come pure dovranno essere
messi in opera ferramenta varia (inserti metallici, tirafondi, ecc.) per
i collegamenti di pareti e di altri elementi strutturali e/o di finitura.
Sono vietati, salvo approvazione della Direzione dei Lavori, i getti
contro terra.
Indipendentemente dalle dosature, i getti di calcestruzzo eseguiti
dovranno risultare compatti, privi di alveolature,senza affioramento di
ferri; i ferri, nonché tutti gli accessori di ripresa (giunti di
neoprene, lamierini, ecc.) e tutti gli inserti dovranno risultare
correttamente posizionati; tutte le dimensioni dei disegni dovranno
essere rispettate ed a tal fine il costruttore dovrà provvedere a tenere
anticipatamente in considerazione eventuali assestamenti o
movimenti di casseri ed armature.
Tutti gli oneri relativi saranno compresi nel costo del calcestruzzo, a
meno che esplicito diverso richiamo venga fatto nell'elenco voci del
progetto.
I getti delle strutture destinate a ricevere una finitura di sola
verniciatura dovranno essere realizzati con casseri metallici atti a
garantire una superficie del getto la più liscia possibile. Eventuali
irregolarità dovranno essere rettificate senza oneri aggiuntivi.
3.2.4.5 Vibrazione
Le norme ed i tipi di vibrazione dovranno essere approvati dal Direttore
dei Lavori sempre restando l'Appaltatore responsabile della vibrazione e
di tutte le operazioni relative al getto, L'onere delle eventuali
vibrazioni e' sempre considerato incluso nel prezzo del getto.
3.2.4.6 Condizioni climatiche
Sono vietati i getti con temperatura sotto zero e con prevedibile discesa
sotto lo zero.
Fino a temperatura -5 °C il Direttore dei lavori, d'accordo con
l'Impresa, sarà arbitro di autorizzare i getti previa sua approvazione
degli additivi e delle precauzioni da adottare, sempre restando
l'appaltatore responsabile dell'opera eseguita; conseguentemente il
Direttore dei Lavori e' autorizzato ad ordinare all'appaltatore di
eseguire a proprio onere (dell'Appaltatore) la demolizione dei getti
soggetti a breve termine a temperatura eccessivamente bassa e non
prevista.
I getti con temperatura superiore a 32 °C dovranno essere autorizzati
dalla Direzione Lavori.
L'appaltatore e' obbligato all'innaffiamento costante dei getti in fase
di maturazione per un minimo di 8 giorni e/o nei casi di getti massicci
secondo indicazioni della Direzione Lavori.
3.2.4.7 Tolleranze
La tolleranza ammessa nella planarità dei getti, misurata con una staggia
piana di 3 m, è di +/-4 mm. per tutti gli orizzontamenti .
La tolleranza ammessa per la verticalità dei getti misurata sull'altezza
di un interpiano (intervallo tra due orizzontamenti parziali o totali) è
di +/-1 cm. non accumulabile per piano.
La tolleranza globale ammessa per la verticalità dei getti, misurata
sull'altezza totale degli elementi, è pari a 1/1000 della altezza stessa.
La tolleranza ammessa per le misure in piano, riferita ad ogni piano e
non cumulabile, è pari 1 +/-1 cm. per la massima dimensione in pianta.
Particolare cura dovrà essere posta nella esecuzione dei getti che
dovranno ricevere elementi metallici.
3.2.5 ACCIAIO
3.2.5.1 Identificazione e rintracciabilità dei prodotti
L’Appaltatore è obbligato ad utilizzare acciai prodotti con un sistema
permanente di controllo interno della produzione in stabilimento che deve
assicurare il mantenimento dello stesso livello di affidabilità nella
conformità del prodotto finito, indipendentemente dal processo di
produzione.
Tutti i prodotti devono essere riconoscibili per quanto riguarda le
caratteristiche
qualitative
e
riconducibile
allo
stabilimento
di
produzione tramite marchiatura indelebile depositata presso il Servizio
Tecnico Centrale, dalla quale risulti, in modo inequivocabile, il
riferimento all’Azienda produttrice, allo Stabilimento, al tipo di
acciaio e alla sua eventuale saldabilità.
La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di
manomissione.
La mancata marchiatura o la sua illeggibilità rendono il prodotto non
impiegabile.
Qualora l’unità marchiata venga scoporata, per cui una parte, o il tutto,
perda l’originale marchiatura del prodotto la provenienza dovrà essere
documentata mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli
estremi del deposito del marchio presso il Servizio Tecnico Centrale.
Nel primo caso i campioni
di cantiere devono essere
e da una dichiarazione
Lavori, quale risulta dai
destinati al laboratorio incaricato delle prove
accompagnati dalla sopraindicata documentazione
di provenienza rilasciata dal Direttore dei
documenti di accompagnamento del materiale.
Ai fini della rintracciabilità, l’Appaltatore deve assicurare la
conservazione della documentazione di accompagnamento dei materiali,
unitamente a marchiature o etichette di riconoscimento, fino al
completamento delle operazioni di collaudo statico.
Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai devono
riportare l’identificazione del marchio identificativo, rilevato a cura
del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a
prove.
Qualora i campioni fossero sprovvisti di tale marchio o il marchio non
dovesse rientrare tra quelli depositati presso il Servizio Tecnico
Centrale sul certificato di prova va riportata tale circostanza ed il
materiale deve essere rimosso ed allontanato dal cantiere.
3.2.5.2 Forniture e documentazione di accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l’obbligo di
Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell’attestato di
qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di
trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciate intermedio devono essere
accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e
completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante
stesso.
L’acciaio per cemento armato dovrà essere del
pertanto, presentare le seguenti caratteristiche:
tipo
B450C
e
dovrà,
· Tensione caratteristica di snervamento = 450N/mm2
· Tensione caratteristica a rottura = 540N/mm2
· Allungamento = 7,5%
· Piegamento barre a 90° e successivo raddrizzamento:
• Per F=12mm diametro mandrino=4F
• Per 12=F=16mm diametro mandrino=5F
• Per16=F=25mm diametro mandrino=8F
• Per 25=F=40mm diametro mandrino=10F
Le armature metalliche devono essere tagliate e sagomate
disegni di progetto.
secondo
i
La piegatura deve essere effettuata a freddo e meccanicamente o con altra
attrezzatura idonea ad ottenere i raggi di curvatura previsti. Le
giunzioni devono essere effettuate solo quando le barre necessarie devono
essere di lunghezza maggiore di quella commerciale.
Le giunzioni per sovrapposizione devono essere particolarmente curate
quando si trovano in una zona tesa del calcestruzzo.
Il tratto di sovrapposizione dev'essere sufficiente a garantire
l'ancoraggio a ciascuna delle due barre:
nell'esecuzione devono essere osservate le prescrizioni contenute nei
disegni progettuali e, qualora non indicato, seguire quanto prescritto
nelle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Reti e tralicci elettrosaldati
Gli acciai delle reti e tralicci elettrosaldati devono essere saldabili.
L’interasse delle barre non deve superare 330mm.
Per le reti e tralicci costituiti da acciaio tipo B450C gli elementi base
devono avere diametro compreso tra 6mm e 16mm.
Il rapporto tra i diametri delle barre componenti reti e tralicci deve
essere: Fmin/Fmax=0,6.
I nodi delle reti devono resistere ad una forza di distacco determinata
in accordo con la norma UNI EN ISO 156302:
2004 pari al 25% della forza di snervamento della barra, da computarsi
per quella di diametro maggiore sulla tensione di snervamento pari a
450N/mm2. Tale resistenza al distacco della saldatura del nodo deve
essere certificata dal produttore di reti e di tralicci.
In ogni elemento di rete o traliccio le singole armature componenti
devono avere le stesse caratteristiche.
Ogni rete o traliccio deve essere dotato di apposita marchiatura che
identifichi il produttore della rete o traliccio stesso.
La marchiatura di identificazione può essere costituita da sigilli o
etichettature metalliche indelebili con indicati tutti i
dati necessari per la corretta identificazione del prodotto, ovvero da
marchiatura supplementare indelebile. In ogni caso la marchiatura deve
essere identificabile in modo permanente anche dopo annegamento nel
calcestruzzo.
Laddove non fosse possibile tecnicamente applicare su ogni pannello o
traliccio la marchiatura secondo le modalità sopra indicate, dovrà essere
comunque apposta su ogni pacco di reti o tralicci un’apposita etichetta
con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del
prodotto e del produttore; in questo caso al momento dell’accettazione
della fornitura in cantiere da parte del Direttore dei Lavori, deve
essere redatto apposito verbale di accettazione, in cui venga indicata la
destinazione finale di quella fornitura.
Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti nello
stesso stabilimento, ovvero in stabilimenti del medesimo produttore, la
marchiatura del prodotto finito può coincidere con la marchiatura
dell’elemento base, alla quale può essere aggiunto un segno di
riconoscimento di ogni singolo stabilimento.
3.2.5.4 ACCIAIO DA COSTRUZIONE
Per la realizzazione delle strutture metalliche dovranno essere
utilizzati acciai laminati conformi alle norme armonizzate della serie
UNI EN 10025.
Caratteristiche meccaniche
L’acciaio da utilizzare, così come previsto in progetto, dovrà avere le
seguenti caratteristiche:
Modulo elastico E=210.000 N/mm2
Coefficiente di Poisson .=0,3
Coefficiente di espansione termica lineare a=12x10-6 per °C-1
(per temperature fino a 100 °C)
Densità .=7850 kg/m3
Tensione caratteristica di snervamento =275 N/mm2
Tensione caratteristica di rottura =430 N/mm2
Acciaio per getti
Per l’esecuzione di parti in getti si devono impiegare acciai conformi
alla norma UNI EN 10293:2006.
Bulloni
I bulloni dovranno essere conformi alle norme UNI EN ISO 4016:2002 e UNI
5592:1968 e appartenere alle categorie
indicate nella norma UNI EN ISO 898-1:2001.
Dovrà sempre essere rispettata l’associazione tra vite e dado come di
seguito elencato:
Vite 4.6 5.6 6.8 8.8 10.9
Dado 4 5 6 8 10
Le viti dovranno avere le seguenti caratteristiche meccaniche:
Classe 4.6 5.6 6.8 8.8. 10.9
Fyb (N/mm2) 240 300 480 649 900
Ftb (N/mm2) 400 500 600 800 1000
Controlli di accettazione
Per ogni lotto di spedizione, di massimo 30t, devono essere prelevati
almeno 3 saggi. Su tali saggi devono essere effettuate le prove eseguite
presso un laboratorio di cui all’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001,
determinando i valori minimi della tensione di snervamento e rottura.
I valori delle prove devono essere considerati accettabili se nessuno di
essi è inferiore ai valori caratteristici garantiti dal produttore.
3.2.7 CONGLOMERATI BITUMINOSI
Il conglomerato bituminoso per lo strato di collegamento (binder) sarà
costituito da miscelati aggregati e bitume, secondo le prescrizioni del
CSdA, confezionato a caldo in idonei impianti, steso in opera con
vibrofinitrici, e costipato con appositi rulli fino ad ottenere le
caratteristiche del CSdA, compreso ogni predisposizione per la stesa ed
onere per dare il lavoro finito;
il conglomerato bituminoso per lo strato di usura (tappetino) sarà
ottenuto con pietrischetti e graniglie avente perdita di peso alla prova
Los Angeles (CRN BU n› 34), confezionato a caldo in idoneo impianto, in
quantità non inferiore al 5% del peso degli inerti, conformi alle
prescrizioni del CsdA; compresa la fornitura e stesa del legante di
ancoraggio in ragione di 0,7 kg/mq di emulsione bituminosa al 55%; steso
in opera con vibrofinitrice meccanica e costipato con appositi rulli fino
ad ottenere l'indice dei vuoti prescritto dal CsdA; compresa ogni
predisposizione per la stesa ed onere per dare il lavoro finito.
3.2.8 MASSETTO DI SOTTOFONDO
Il massetto di sottofondo leggero dovrà essere adatto a ricevere la posa
di pavimenti, guaine ecc. anche sensibili all'umidità, a base di argilla
espansa (assorbimento inferiore al 2% a 30 min. secondo UNI 7549), ad
asciugamento di tipo medio (3% di umidità residua a ca.35 giorni dal
getto per uno spessore di 5 cm) e a basso ritiro; densità in opera
ca. 1.000 kg/m³., e resistenza media a compressione a 28 giorni 150
kg/cm².; pompabile con pompe tradizionali da sottofondo, steso, battuto,
spianato e lisciato nello spessore minimo di 5 cm, in opera.
Il massetto di sottofondo previsto dovrà avere spessore pari a cm 8. Il
massetto di sottofondo previsto dovrà avere spessore pari a cm 8.
3.2.10 MATERIALI FERROSI E METALLI VARI
a) Materiali ferrosi. -I materiali ferrosi da impiegare nei lavori
dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da
qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione,
trafilatura, fucinatura e simili.
Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal citato 14
febbraio 1992, ed alle norme U.N.I. vigenti, e presentare inoltre, a
seconda della loro qualità, i seguenti requisiti:
1° Ferro. -Il ferro dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile
e tenace e di marcatissima struttura fibrosa.
Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di
screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di
continuità.
2° Acciaio trafilato o laminato. -Tale acciaio, nella varietà dolce
(cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà essere privo di
difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di
continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfette
malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino
screpolature o alterazioni;
esso dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la
tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente
granulare.
3° Acciaio fuso in getti. -L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere,
rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente
da soffiature e da qualsiasi altro difetto.
3.2.11 MATERIALI PER PAVIMENTAZIONE
La presente categoria riporta le caratteristiche dei materiali per le
pavimentazioni.
3.2.11.1 Pavimentazione in gres porcellanato
Gli elementi di grès porcellanato, di dimensioni 20x30 o 30x30, dovranno
essere di 1^ scelta, gruppo B1 Norma Europea 176, impasto unico, a tutto
spessore, compatto, costituito da argille nobili sinterizzate a 1250ø, ad
elevatissima resistenza all’usura EN102: < 115 mmc, ingelivo EN202,
inassorbente EN99: da 0,01% a 0,04%, resistenza a flessione EN100: > 55
N/mmq, durezza EN101: > 8, resistenza all’attacco chimico EN106: non
attaccati, dimensioni EN98: (tolleranze massime: lunghezza e larghezza ñ
0,2%, spessore ñ 2%, rettilineità spigoli ñ 0,2%, ottogonalità ñ
0,2%, planalità ñ 0,2%), dilatazione termica lineare EN103: < 6,4 MK,
resistenza shock termico EN104 e garanzia di corrispondenza alla DIN
51094 (resistenza dei colori alla luce) e privo di additivi di protezione
estranei sulla superficie.
Il lato di posa a rilievo dovrà essere ottenuto mediante pressatura
isostatica formata dalle scanalature diagonali virtualmente incrociate al
fine di garantire la massima aderenza con la superficie di appoggio, con
effetto cromatico med.
La scivolosità, intesa come coefficiente di attrito medio, deve essere
conforme alla norma DIN 51130 e con valori non inferiori a R11. Posto in
opera con adeguati collanti e prodotti riempi fuga per la finitura delle
connessioni.
3.2.14 PITTURE E VERNICI
I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre della
migliore qualità.
• Olio di lino cotto. -L'olio di lino cotto sarà ben depurato, di colore
assai chiaro e perfettamente limpido, di
odore forte ed amarissimo al gusto, scevro da adulterazioni con olio
minerale, olio di pesce, ecc. Non dovrà
lasciare alcun deposito nè essere rancido, e disteso sopra una lastra di
vetro o di metallo dovrà essiccare
completamente nell'intervallo di 24 ore. Avrà acidità nella misura del
7%, impurità non superiori all'l% ed alla
temperatura di 15°C presenterà una densità compresa fra 0,91 e 0,93.
• Acquaragia (essenza di tementina). -Dovrà essere limpida incolore di
odore gradevole e volatilissima. La sua
densità a 15°C sarà di 0,87.
• Biacca. -La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) deve essere
pura, senza miscele di sorta e priva di
qualsiasi traccia di solfato di bario.
• Bianco di zinco. -II bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima,
bianca, costituita da ossido di zinco e
non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato,
nè più dell'l % di altre impurità;
l'umidità non deve superare il 3 %.
• Minio. -Sia di piombo (sesquiossido di piombo) che di alluminio (ossido
di alluminio) dovrà essere costituito
da polvere finissima e non contenere colori derivati dall'anilina, nè
oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario, ecc.).
• Latte di calce. -Il latte di calce sarà preparato con calce grassa,
perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si potrà aggiungere la
quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta
giallastra.
• Colori all'acqua, a colla o ad olio. -Le terre coloranti destinate alle
tinte all'acqua, a colla o ad olio, saranno finemente macinate e prive di
sostanze
eterogenee
e
dovranno
venire
perfettamente
incorporate
nell'acqua, nelle colle e negli olii, ma non per infusione. Potranno
essere richieste in qualunque tonalità esistente.
• Vernici. -Le vernici che si impiegheranno per gli interni saranno a
base di essenza di trementina e gomme pure e di qualità scelta; disciolte
nell'olio di lino dovranno presentare una superficie brillante.
• E' escluso l'impiego di gomme prodotte da distillazione.
• Le vernici speciali eventualmente prescritte dalla Direzione lavori
dovranno essere fornite nei loro recipienti originali chiusi.
• Encaustici. -Gli encaustici potranno essere all'acqua o all'essenza,
secondo le disposizioni della Direzione lavori.
La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda
dell'encaustico adottato, o nell'acqua calda alla quale sarà aggiunto
sale di tartaro, o nell'essenza di trementina.
I prodotti ceramici più comunemente impiegati per apparecchi igienicosanitari, rivestimento di pareti, tubazioni ecc., dovranno presentare
struttura omogenea, superficie perfettamente liscia, non scheggiata e di
colore uniforme, con lo smalto privo assolutamente di peli, cavillature,
bolle, soffiature o simili difetti.
4
MODO DI ESECUZIONE DELLE CATEGORIE DI LAVORI
4.1 MALTE -QUALITÀ E COMPOSIZIONE
La manipolazione delle malte dovrà essere eseguita, se possibile, con
macchine impastatrici oppure sopra una area pavimentata; le malte
dovranno risultare come una pasta omogenea, di tinta uniforme.
I vari componenti, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato,
dovranno ad ogni impasto essere misurati a peso od a volume. La calce
spenta in pasta dovrà essere accuratamente rimescolata in modo che la sua
misurazione, a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di
sicura esattezza.
Gli impasti dovranno essere preparati nella quantità necessaria per l'
impiego immediato e, per quanto possibile, in prossimità del lavoro. I
residui di impasto che non avessero per qualsiasi ragione immediato
impiego, dovranno essere gettati al rifiuto, ad eccezione di quelli
formati con calce comune che dovranno essere utilizzati il giorno stesso
della loro manipolazione. I componenti delle malte cementizie ed
idrauliche saranno mescolati a secco.
La Direzione si riserva la facoltà di poter variare le proporzioni dei
vari componenti delle malte, in rapporto ai quantitativi stabiliti alla
tabella che segue; in questo caso saranno addebitate od accreditate all'
Appaltatore unicamente le differenze di peso o di volume dei materiali
per i quali sarà stato variato il dosaggio, con i relativi prezzi di
elenco.
La Direzione potrà ordinare, se necessario, che le malte siano passate
allo staccio; tale operazione sarà comunque effettuata per le malte da
impiegare nelle murature in mattoni od in pietra da taglio, per lo strato
di finitura degli intonaci e per le malte fini (staccio 4 UNI 2332) e le
colle (staccio 2 UNI 2332).
4.2 OPERE IN CEMENTO ARMATO
4.2.1 MONTAGGIO DELLE CASSEFORME
Le casseforme possono essere costruite in legno od in ferro secondo la
convenienza e disponibilità dell'Assuntore.
Devono essere idonee a sopportare il peso proprio delle strutture da
gettare, il carico del personale e di tutte le attrezzature e mezzi
mobili e fissi da adibire al getto e di tutti gli altri eventuali carichi
e spinte. Inoltre devono essere montate in modo che in corso di getto non
possano essere anche minimamente soggette a deformazioni di piani e di
allineamenti rispetto a quelli di progetto; inoltre devono essere atte,
in genere per le strutture orizzontali, a permettere il primo disarmo,
fermi restando in opera i puntelli necessari, come numero ed ubicazione,
sino al completamento della maturazione della struttura sopportata.
Particolare studio e cura devono essere osservate per la progettazione,
il montaggio ed il disarmo delle casseforme e loro opere di sostegno,
relative a strutture aventi notevole luce e carichi, o comunque di
spiccate caratteristiche.
Nella realizzazione delle casseforme in legno deve essere osservata la
massima cura per realizzare superfici di contatto con il getto
completamente regolari, prive di risalti, dentelli, rientri e dislivelli.
Particolare attenzione deve essere posta per ottenere il perfetto
combaciamento delle tavole fra loro allo scopo di evitare dispersioni di
boiacca durante il getto e di ottenere superfici rispondenti a quanto
sopra.
Nell'armatura di pareti è ammesso l'impiego di opportuni distanziatori.
Salvo espressa prescrizione contraria, i getti devono essere realizzati
con spigoli smussati e, allo scopo devono essere predisposti nelle
casseformi appositi listelli opportunamente sagomati.
In corso di montaggio delle casseforme si deve aver cura di predisporre
secondo gli esatti livelli, allineamenti ed ubicazioni, le opportune
cassette per la determinazione dei vani di alloggiamento e di ancoraggio,
di fori ed in genere di tutte le luci di passaggio, verticali ed
orizzontali, sia sotto che fuori terra, utili al futuro montaggio di
impianti ed attrezzature di qualsiasi tipo, sia definitivi che
provvisionali.
4.2.2 POSA IN OPERA DELL’ARMATURA METALLICA
Le barre di armatura devono essere libere da ogni sostanza o materiale
eterogeneo che possa compromettere la perfetta aderenza col calcestruzzo;
devono essere poste in opera esattamente secondo il numero, dimensioni,
forma e posizioni prescritti dal calcolatore.
Le barre devono essere legate fra loro con fili di ferro cotto o saldate
in tutti i punti di intersezione, perchè costituiscano una gabbia rigida,
idonea a conservare la propria esatta posizione senza alcuna deformazione
o torsione in corso di getto.
Si deve inoltre verificare che la distanza corrente dai ferri più esterni
della
gabbia,
alla
cassaforma
più
adiacente,
corrisponda
alle
prescrizioni relative agli spessori di ricoprimento indicati negli
elaborati grafici delle strutture in c.a. e che la distanza corrente tra
due ferri contigui non sia minore di una entità pari al diametro del
maggiore dei due ferri o comunque non minore di 2 cm.
Allo scopo di assicurare il mantenimento degli spessori di ricoprimento
prescritti sino a getto ultimato, fra estradosso dei ferri più esterni
della gabbia e la faccia interna più adiacente della cassaforma devono
essere inseriti degli appositi distanziatori.
4.2.3 CONFEZIONE DEL CALCESTRUZZO
La confezione del calcestruzzo deve essere normalmente effettuata con un
mezzo meccanico. Può essere ammessa la confezione a mano solo per piccoli
quantitativi isolati.
I mezzi per la confezione del calcestruzzo devono essere, all'entità
delle opere da realizzare ed ai relativi programmi di esecuzione,
considerato altresì che deve essere assicurata la regolare continuità
delle operazioni di getto di ogni singola struttura, in ogni modo che le
interruzioni non siano superiori a 30 minuti primi.
La dosatura dei componenti dell'impasto
effettuata con apparecchiatura meccanica.
deve
essere
normalmente
La quantità e le caratteristiche dei singoli componenti l'impasto da
confezionare, devono essere costanti e corrispondenti alle prescrizioni.
Quando la temperatura dell'aria scende al di sotto di valori non
compatibili con la buona riuscita dei getti e della loro maturazione,
qualora dai programmi operativi non sia permessa la interruzione della
produzione, si deve, impiegare, in sede di confezione del calcestruzzo,
un additivo antigelo secondo le dosi, le modalità, i limiti delle
temperature minime sopportabili ed i tempi minimi entro cui il prodotto è
effettivamente operante, dettati dal fornitore.
L'impiego di tali prodotti non deve in alcun modo compromettere i limiti
di resistenza richiesti al calcestruzzo di una
determinata classe; allo scopo deve essere preventivamente effettuata una
verifica mediante una serie di prove cubiche sul calcestruzzo,
opportunamente miscelato con l'additivo antigelo.
In ogni caso l'Assuntore non può procedere all'esecuzione di impasti e di
getto a temperature, comprese quelle prevedibili notturne, inferiori a +
4°C se non con precisa autorizzazione della Committente.
L'Assuntore deve pertanto sottoporre all'approvazione della Committente
il programma e le modalità da adottare per l'impasto, il getto e la
protezione durante la presa.
4.2.4 TRASPORTO DEL CALCESTRUZZO
Il trasporto del calcestruzzo ai punti di getto deve essere effettuato
con i mezzi più idonei e rapidi, di norma meccanici, atti ad evitare la
separazione dei singoli elementi componenti l'impasto. Il tempo
intercorrente dal momento del carico del calcestruzzo sul mezzo di
trasporto a quello di posa nella cassaforma non deve essere
maggiore di 15 minuti, salvo che il mezzo di trasporto non sia munito di
miscelatore.
Il calcestruzzo non deve essere scaricato nella sede di getto, qualunque
sia l'attrezzatura usata, (dumpers, canali di lamiera, benne e simili),
da un'altezza maggiore di m 1,50.
Il calcestruzzo può anche essere trasportato a mezzo di pompe del tipo a
spinta meccanica: in questo caso per migliorare la fluidità possono
essere aggiunti, a completo onere dell'Assuntore, additivi fluidificanti
o può essere maggiorata la dosatura dell'acqua, purchè vengano rispettate
le prescrizioni.
Ad ogni interruzione di servizio si deve provvedere alla pulizia della
pompa e delle tubazioni con getto d'aria e d'acqua in pressione, avendo
cura di evitare che i materiali di risulta della pulizia si disperdono
sulle opere in costruzione.
Deve essere escluso l'impiego di pompe del tipo a spinta d'aria.
4.2.5 GETTO DEL CALCESTRUZZO
Prima dell'inizio del getto si deve verificare che:
• l'armatura metallica corrisponda esattamente al progetto per numero,
posizione e diametro delle barre, per le loro piegature, giunzioni,
sovrapposizioni, interdistanze, ricoprimenti, legamenti ed inoltre che il
fissaggio delle gabbie sia tale da garantire la stabilità della loro
posizione durante il getto,
• sia stata effettuata un'accurata pulizia delle casseforme eliminando
qualsiasi traccia di corpi estranei,
• nelle casseforme siano stati esattamente predisposti tutti gli inserti,
• siano state predisposte secondo esatti livelli, allineamenti,
posizionamenti, tutte le parti quali: bulloni, tirafondi,manicotti,
piastre, tubazioni e simili, sia su strutture verticale che orizzontali e
sia sotto che fuori terra, necessarie al futuro montaggio di impianti ed
attrezzature di qualsiasi tipo sia definitivi che provvisionali,
• sia stata effettuata, specie in clima caldo, un'abbondante e ripetuta
bagnatura delle casseforme e degli altri eventuali manufatti laterizi,
cementizi o simili da incorporare nel getto,
• specie in clima caldo, siano stati eliminati nelle casseforme in legno
eventuali difetti (deformazioni, fessurazioni, etc.) dovuti a ritiri ed
assestamenti delle tavole,
• siano stati montati gli opportuni mezzi ed apparecchiature mobili e
fisse, per il sollevamento, il trasporto e la distribuzione del
calcestruzzo, effettivamente capaci della produzione prevista senza
alcuna soluzione di continuità e tali che, in corso d'opera, non ne
conseguano urti, scuotimenti od altro che possa compromettere la
stabilità dei getti e la loro maturazione,
• nel caso di getti di notevole entità, della durata complessiva di più
giorni, siano stati opportunamente predeterminati i limiti dei getti in
corrispondenza ai punti di ripresa più idonei in funzione della loro
entità e delle caratteristiche dimensionali e statiche delle opere. A
tale scopo l'Assuntore dovrà presentare un preciso
programma di esecuzione dei getti e delle posizioni di interruzione e
ripresa.
in ogni caso, dovranno essere seguite le indicazioni fornite dalla D.L.,
qualora diverse da quanto sopra prescritto.
Il calcestruzzo deve essere posto e distribuito in opera in strati
successivi dello spessore di cm 30 e costipato mediante vibratori, avendo
cura di non provocare alcun spostamento al complesso dell'armatura
metallica, e che anche ogni minima parte della sezione di getto sia
riempita e costipata sino all'affioramento di un velo di boiacca in
superficie.
L'avanzamento del getto deve procedere con continuità a sezione piena, in
senso verticale ed orizzontale, in modo che nessuna delle superfici di
contatto delle sezioni di calcestruzzo in avanzamento abbia minimamente
iniziato il processo chimico-fisico della maturazione.
Questa norma deve essere osservata sino al termine del getto di ogni
singola unità strutturale o almeno sino ai limiti predeterminati per la
ripresa; per il rispetto di tale norma la capacità di confezione,
trasporto e getto del calcestruzzo deve essere, se necessario,
incrementata temporaneamente rispetto a quella media generale.
La superficie orizzontale dei getti deve essere a perfetto piano e finita
a frattazzo grosso; le superfici a contatto
delle casseforme, a disarmo avvenuto, devono presentarsi lisce, con piani
uniformi, compatte, esenti da difformità di colore, da vuoti e da
sbavature.
I calcestruzzi di norma devono essere vibrati, ed, in particolare nei
casi in cui il rapporto acqua-cemento è inferiore a 0,45 o nei casi in
cui vengono adottati calcestruzzi di più elevate caratteristiche.
La vibratura del calcestruzzo deve essere eseguita entro i primi 15
minuti di posa in opera dello stesso con apparecchi ad aria compressa,
elettrici o meccanici aventi normalmente una frequenza compresa tra
8.000-12.000 vibrazioni al minuto primo, tenuto presente che la frequenza
delle vibrazioni è in funzione della granulometria degli inerti e
della densità dei ferri dell'armatura metallica.
I vibratori devono essere immersi e ritirati dal getto lentamente, con
una velocità approssimativa non superiore a cm 10-8 al secondo, per
evitare la formazione dei vuoti nel calcestruzzo. Inoltre deve essere
assolutamente evitato qualsiasi contatto tra il vibratore e qualunque
barra dell'armatura metallica.
La profondità di ogni singolo strato da vibrare non deve essere maggiore
di 40 cm ivi comprendendo anche uno spessore di 10 cm del precedente
strato.
La vibrazione deve iniziare e proseguire in modo che l'intera massa
risulti lavorata con omogeneità e deve essere interrotta quando in
superficie affiora un velo di boiacca cementizia; un'ulteriore azione di
vibratura potrebbe provocare la stratificazione dei costituenti il
calcestruzzo.
In presenza di armature metalliche molto ravvicinate la vibratura deve
essere effettuata con vibratori a lama, avente quest'ultima una lunghezza
non maggiore di 20 cm.
Le riprese dei getti non previste dal progetto e dal programma devono
essere normalmente evitate; qualora si rendessero necessarie, devono
essere autorizzate dalla Direzione Lavori ed eseguite, di regola, in
senso pressocchè normale alla direzione degli sforzi di compressione
escludendo le zone di massimo momento flettente.
Le superfici di contatto oggetto della ripresa devono essere prive di
boiacca superficiale, ravvivate e lavate.
Quando il getto è effettuato in presenza di acqua si devono usare le
attrezzature ed i metodi più idonei ad impedirne il
dilavamento ed a garantire un buon costipamento.
Durante e dopo il getto del calcestruzzo si deve aver cura che:
• nessuna struttura o parte di essa, sia soggetta al passaggio diretto di
operatori, mezzi d'opera ed attrezzature prima che abbia raggiunto un
sufficiente grado di maturazione,
• le condizioni climatiche, per eccesso di caldo o di gelo, non
provochino interruzioni e danni, anche solo superficiali, al processo
chimico-fisico della maturazione.
In caso di freddo intenso i getti e le superfici da questi interessati
devono essere protetti con teli autoriscaldanti, tavole, sabbia, fonti di
calore erogate da apparecchiature opportunamente ubicate e di adeguata
potenza e con ogni altra attrezzatura e protezione idonea allo scopo e
devono essere effettuati, preferibilmente, nelle ore meno
fredde della giornata. Il complesso di tali opere provvisionali non dovrà
essere rimosso sino che il processo di maturazione abbia esaurito almeno
gran parte del proprio ciclo.
In caso di caldo intenso i getti devono essere preferibilmente effettuati
protetti dall'azione del calore e del vento, con tutti i mezzi idonei a
provocare una sufficiente diminuzione di temperatura, direttamente, od
indirettamente, sulla superficie dei getti e nelle zone di lavoro.
• tutte le superfici dei getti ultimati, non appena raggiunta una
consistenza tale da essere dilavati, devono essere abbondantemente e
ripetutamente bagnate più volte nelle 24 ore e particolarmente nel caso
di calore più intenso, sia redatto in modo dettagliato e sempre
aggiornato e dettagliato, a cura dell'Assuntore, il diario dei getti
specificando, per ogni struttura, o parte di essa, la data di inizio e
fine, il tipo di calcestruzzo impiegato, le condizioni climatiche
perduranti dall'inizio del getto sino alla data di fine della normale
maturazione.
4.2.6 DISARMO
Il disarmo deve essere effettuato solo quando il calcestruzzo ha
completato la propria maturazione e deve essere condotto con tutte le
precauzioni del caso, senza urti, scosse o sollecitazioni impreviste,
perchè la struttura o parte di essa sia sottoposta alle tensioni di
progetto con opportuna progressione.
In particolare prima di ogni operazione di disarmo di una struttura, o
parte di essa, si devono controllare nel diario dei getti le condizioni
climatiche in cui sono avvenuti i getti e la loro maturazione e tutte le
altre eventuali condizioni proprie del caso e del momento.
Può essere inoltre utile verificare, prima del disarmo, la resistenza del
calcestruzzo mediante l'esecuzione di prove con apparecchio sclerometrico
portatile, anche se dette prove non sono da considerarsi determinanti.
Le strutture o parti di esse non devono normalmente essere disarmate se
non sono decorsi, a partire dalla data della loro ultimazione di getto,
almeno il numero di giorni indicati quì di seguito per ciascun tipo di
struttura intendendosi per giorno un'entità effettiva di tempo pari a 24
ore.
La durata della maturazione del calcestruzzo e le conseguenti date di
disarmo, devono essere esclusivamente riferite a condizioni di getto e
maturazione normali: in caso contrario devono essere opportunamente
protratte nel tempo.
Giorni 3
Platee e piastre di fondazione rigide o flessibili
Plinti rigidi o flessibili
Travi rovesce
Basamenti di pompe
Sostegni a terra di tubazioni
Giorni 5
Basamenti a blocco di grossi macchinari
Piedistalli e selle di sostegno di apparecchiature
Pareti di cunicoli
Muri di contenimento
Collettori di fognatura e pozzetti
Giorni 8
Pilastri di strutture di fabbricati e di sostegno di apparecchiature
Basamenti di apparecchiature e colonne di processo
Spalle e pile di ponti
Pareti di vasche
Giorni 21
Travi di strutture di fabbricati e di sostegno di apparecchiature
Solai misti, solette ed impalcati
Strutture e pareti molto snelle
Oltre alle precauzioni già indicate in precedenza, punto in sede di
disarmo si deve avere cura di evitare spigolature e danni alla superficie
dei getti.
A disarmo completo devono essere rimossi dalle superfici dei getti tutti
gli elementi o parti delle casseforme, nonchè tutti i ferri sporgenti che
sono serviti da tiranti, agganci provvisori o altro.
4.3 CARPENTERIA METALLICA
4.3.1 GENERALITÀ
La costruzione dovrà essere eseguita in accordo al capitolo 7
dell’Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture di acciaio, ed alle
Norme Tecniche per le Costruzioni del Gennaio 2008.
Dovrà essere impiegato esclusivamente materiale nuovo, privo di difetti e
non materiale di recupero.
Il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, dovranno essere
eseguiti preferibilmente con dispositivi agenti per pressione.
Il taglio dovrà essere eseguito preferibilmente a macchina.
I tagli irregolari ossia presentanti riprese e sbavature, dovranno essere
ripassati con mola.
Le estremità delle colonne dovranno essere spianate per assicurare il
contatto con le piastre.
Le superfici delle unioni per contatto dovranno risultare piane ed
ortogonali all'asse delle membrature collegate.
4.3.2 MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE UNIONI
Si richiamano in particolare i capitololi 6 e 7 dell’Eurocodice 3 per
quanto si riferisce ad unioni ad attrito, saldate e per contatto.
Le parti da collegare dovranno essere disposte e trattenute in modo che
possano seguire il ritiro e dopo la saldatura dovranno risultare conformi
al disegno possibilmente senza che occorra raddrizzarle.
Durante la saldatura ed il raffreddamento del
saldare non dovranno subire scosse o vibrazioni.
cordone,
le
parti
da
Gli elementi da collegare con saldatura aventi spessori maggiori di 30÷35
mm, in accordo con la UNI 5132, dovranno essere sottoposti a preriscaldo.
4.3.3 TRASPORTO
Modalità di trasporto ed imballo dovranno essere tali da garantire gli
elementi trasportati da danneggiamenti e distorsioni.
4.3.4 MONTAGGIO IN OPERA
In aggiunta a quanto previsto dalla normativa si prescrive:
-durante il carico, lo scarico ed il trasporto, il deposito ed il
montaggio, le strutture non dovranno essere sovrasollecitate né deformate
od incurvate
-il montaggio andrà eseguito accuratamente in modo che la struttura
raggiunga l'esatta configurazione prevista nei disegni di progetto
-la stabilità e la capacità portante dovranno essere costantemente e
sufficientemente
assicurate
anche
nella
fase
di
montaggio
con
collegamenti provvisori e/o opportuni dispositivi da rimuovere solo
quando siano diventati staticamente superflui.
4.8 TINTEGGIATURE E VERNICIATURE
4.8.1 NORME GENERALI
Qualunque
tinteggiatura,
coloritura
o
verniciatura,
dovrà
essere
preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle
superfici e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature,
eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le
superfici medesime.
4.8.5.1 Verniciatura di opere in ferro
Le superfici da verniciare devono essere accuratamente ripulite da
ruggine, scorie, calamina, macchie di sostanze grasse od untuose, residui
vari, imbrattamenti di malta od altro.
La prima mano di antiruggine al cromato di zinco deve essere applicata
dopo aver preparate adeguatamente le superfici.
Sulle parti non più accessibili dopo la posa in opera deve
preventivamente applicata anche la seconda mano di antiruggine.
essere
La seconda mano di antiruggine deve essere applicata dopo la completa
essiccazione della prima mano, previa pulitura delle superfici da polvere
ed altri imbrattamenti e ritocchi degli eventuali danneggiamenti durante
la posa in opera.
Lo spessore dello strato secco di ciascuna mano non deve essere inferiore
a 20 micron.
La tonalità di colore di ciascuna mano deve essere differente in modo da
permettere l'agevole accertamento dell'effettivo numero delle passate
applicate.
Prima di applicare lo smalto si deve procedere alla stuccatura per
eliminare eventuali difetti che, pur essendo di limitatissima entità per
rientrare nelle tolleranze, possono essere presenti sulle superfici dei
manufatti.
Le parti stuccate, dopo accurata scartavetratura, devono essere ritoccate
con lo smalto.
Si applica successivamente la prima mano di smalto e, dopo la completa
essiccazione di questa, la seconda mano.
La tonalità di colore di ciascuna mano deve essere differente in modo da
permettere l'agevole accertamento del numero delle passate applicate.
Lo spessore dello strato secco di ciascuna mano non deve essere inferiore
a 25 micron.
Deve essere evitato ogni danneggiamento alle superfici verniciate
dipendente da distacchi di lembi dello strato di vernice di conseguenza
di aderenza delle varie superfici fra loro, come ad esempio fra
i battenti mobili ed i telai fissi di serramenti.
4.9 PAVIMENTAZIONI
4.9.1 PRESCRIZIONI GENERALI
La posa dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in
modo che le superfici risultino perfettamente piane ed osservando
scrupolosamente le disposizioni che, di volta in volta, saranno impartite
dalla
Direzione
Lavori.
I
singoli
elementi
dovranno
combaciare
esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al
sottostrato e non dovrà verificarsi, nelle connessure di contatto, la
benché minima ineguaglianza; le fessure dovranno essere pressoché
invisibili e la loro linea perfettamente diritta.
I pavimenti si addentreranno per 15 mm entro l' intonaco delle pareti (o
alternativamente dentro il rivestimento) che sarà tirato verticalmente
sino all' estradosso degli stessi, evitandosi quindi ogni raccordo o
guscio. L' orizzontalità dovrà essere sempre scrupolosamente curata e
controllata mediante livella; non saranno ammesse ondulazioni
superiori a 2 mm, misurate con l' opposizione a pavimento di un regolo di
2 m di lunghezza.
Tutti i pavimenti dovranno risultare di colori uniformi secondo le tinte
e le qualità prescritte e privi di qualunque macchia o difetto per tutta
la loro estensione. Saranno quindi a carico dell' Appaltatore gli oneri
per la spianatura, la levigatura, la pulizia e la conservazione dei
pavimenti che dovessero richiedere tali operazioni.
E fatto espresso divieto di disporre tavole per il passaggio di operai e
di materiali su pavimenti appena gettati o posati; l' Appaltatore sarò
tenuto a disporre efficienti sbarramenti per vietare tale passaggio per
tutto il tempo necessario alla stabilizzazione del pavimento. Resta
comunque stabilito che, ove i pavimenti risultassero in tutto od in parte
danneggiati per il passaggio abusivo di persone o per altre cause, l'
Appaltatore dovrà a sua cura e spese rimuovere e successivamente
ricostruire le parti danneggiate.
I materiali ed i manufatti di cui saranno composti i pavimenti dovranno
essere conformi alle caratteristiche e norme già indicate nei rispettivi
articoli; l' Appaltatore avrà l' obbligo di presentare alla Direzione i
campioni dei pavimenti prescritti, per la preventiva accettazione.
4.9.2 SOTTOFONDI
Il piano destinato alla posa dei pavimenti di qualunque tipo dovrà essere
opportunamente spianato mediante un sottofondo, in modo che la superficie
di posa risulti regolare e parallela a quella del pavimento da eseguire
ed alla profondità necessaria, tenuto conto dello spessore degli elementi
da impiegare e della quota del pavimento finito. Il sottofondo potrà
essere costituito, secondo le prescrizioni della Direzione Lavori, da un
massetto di calcestruzzo idraulico o cementizio normale od alleggerito
(con inerti leggeri o cellulare), di spessore in ogni caso non inferiore
a 8 cm, che dovrà essere gettato in opera a tempo debito per essere
lasciato stagionare almeno 10 giorni.
Dovrà ad ogni modo essere evitata la formazione di lesioni ricorrendo, se
opportuno, all' uso di additivi antiritiro o procedendo, nel caso di
notevoli estensioni, alla creazione di idonei giunti. Prima della posa
del pavimento comunque, le lesioni eventualmente manifestarsi nel
sottofondo saranno riempite e stuccate con un beverone di calce idraulica
o di cemento, secondo i casi.
Prima di procedere alla posa del massetto vero e proprio, si dovrà
provvedere:
-ad eventuali tagli per il passaggio delle tubazioni degli impianti, alla
posa degli impianti ad a quella di una rete metallica zincata a maglie
strette sopra il passaggio delle tubazioni;
-alla posa di eventuale boiacca d'aggancio al fondo sottostante.
4.9.3 PAVIMENTI IN GRES PORCELLANATO
4.9.3.1 NORME GENERALI
Prima di iniziare l' applicazione dello strato legante di malta, il piano
di posa dovrà essere accuratamente pulito ed uniformemente bagnato. Sul
piano così preparato verrà steso lo strato di malta curando che lo stesso
non sia inferiore a 2 cm per i pavimenti interni ed a 4 cm per i
pavimenti esterni.
La malta dovrà essere possibilmente mescolata a macchina e di consistenza
tale che nella stessa non affiori acqua in superficie.
Sistemate sul piano di posa le fasce di livello, si estenderà lo strato
di malta nello spessore dovuto e si procederà quindi ad apposita
spianatura e levigatura con adatto rigone. La superficie superiore di
questo strato, una volta livellata, verrà coperta con un sottile strato
(1 mm) di cemento asciutto (spolvero, normale, bianco o colorato)
immediatamente prima della posa delle piastrelle. Sul letto di malta così
preparato si appoggeranno gli elementi, previa immersione degli stessi in
acqua per almeno due ore, esercitando una leggera pressione sugli stessi
ma evitando rifluimenti di malta.
Si procederà quindi ad una dosata bagnatura del pavimento e ad una
uniforme ed energica battitura dello stesso con apposito tacco di legno,
affinché le piastrelle assumano la loro posizione piana definitiva: la
battitura sarà valida quando, sollevando una piastrella, ad essa resterà
aderente una buona quantità di malta. Ultimata tale operazione si
procederà alla pulizia degli elementi mediante lavaggio con tela di juta
in modo da asportare ogni traccia di malta rifluita tra le connessure.
La sigillatura dei giunti fra le singole piastrelle con boiacca dovrà
essere effettuata quando il letto di malta sarà già parzialmente indurito
e cioè non prima di 12 ore, né dopo 24 ore dalla posa; per spargere la
boiacca si utilizzerà una spatola di gomma o di materiale plastico
essendo in ogni caso vietato l' uso di spazzole metalliche. A sigillatura
effettuata si procederà alla pulizia del pavimento con segatura o meglio
con tela di juta o spugne di gomma, curando di asportare tutti i residui
di boiacca. Successivamente, ed a sigillatura indurita, dovrà lavarsi il
pavimento con acqua o, se necessario e nel caso di piastrelle non
smaltate, anche con soluzione acida (10% di acido nitrico +90% di acqua).
4.9.3.2 GIUNTI
Secondo le prescrizioni, le operazioni di posa delle piastrelle potranno
venire effettuate a giunto unito, a giunto aperto o con giunto elastico.
Con la posa a giunto unito le piastrelle dovranno venire collocate a
diretto contatto tra di loro, curando che lo spazio fra gli elementi non
risulti mai superiore a 1 mm e le fughe risultino perfettamente
allineate.
Con la posa a giunto aperto le piastrelle saranno spaziate di 5 ÷ 8 mm
ponendo ogni cura, con l' uso di apposite sagome (dime o crocette), od
altri dispositivi, che i giunti regolari, allineati e di larghezza
uniforme.
I giunti elastici (o di deformazione) potranno interessare tutta o parte
della pavimentazione. Per i pavimenti a cielo aperto, da realizzarsi in
località con condizioni climatiche particolarmente delimitate da giunti
elastici non dovranno essere superiori ad 8 m².
4.9.3.3 PRECAUZIONI E PROTEZIONI
In condizioni climatiche esasperate dovrà poi provvedersi a riparare i
pavimenti sprovviste di infissi, con fogli di plastica.
In caso di pavimenti esterni, sarà vietato procedere alla posa quando la
temperatura dovesse estendersi oltre il campo compreso tra -5 ° C e +35 °
C. A posa avvenuta i pavimenti dovranno venire protetti dal vento, dai
raggi solari e dalla pioggia. Prima di sottoporre i pavimenti a pesi, o
comunque a sollecitazioni di carichi ed a quelli di esercizio, dovranno
trascorrere non meno di 30 giorni.
4.11 INFISSI E OPERA DA VETRAIO
4.11.1 INFISSI IN PVC
I materiali da impiegare dovranno soddisfare le prove di accettazione e
possedere i requisiti previsti nelle seguenti norme:
- UNI EN 477:1997, UNI EN 478:1997, UNI EN 479:1997, UNI EN 513:2001, UNI
EN 514:2001;
- UNI 8648:1985 + A1:1993, UNI 8772:1985,
Tali disposizioni si
presente Capitolato.
intendono
integrative
alle
norme
contenute
nel
L’infisso sarà monoblocco a taglio termico in PVC per finestre e portefinestre realizzato con profili dello spessore minimo dei profilati di mm
1,5 rifinito con le parti in vista satinate.
Tutti i profilati saranno costituiti da n° 2 elementi assemblati
meccanicamente con due lamelle di poliammide formanti il taglio termico.
Il telaio esterno sarà costituito da adeguato profilo a 5 camere, largo
70 mm e rinforzi in acciaio zincato di spessore 1,5 mm compresi i
montanti con ricavata la battuta per l'anta, il traverso superiore con
sede di appoggio per il cassonetto, il traverso inferiore assolato
(escluso per le porte-finestra) per lo scarico dell'acqua, il telaio
mobile realizzato con profili a sezione tubolare, della sezione minima di
mm 70, le guarnizioni centrali e interna in dutral; la chiusura a
cardiglione/cremonese a 3 punti di chiusura per finestre e portefinestre,
il regolo fermavetro a scatto e tutta la ferramenta necessaria.
I materiali da impiegare dovranno soddisfare le prove di accettazione e
possedere i requisiti previsti nelle seguenti
norme:
- UNI 3952, 8370, 7979, 8204, 4522, 6534, 7143, 7959;
- UNI EN 86,UNI EN 42, UNI EN ZZ, UNI EN 107;
- DIN 4108.
Tali disposizioni si
presente Capitolato.
intendono
integrative
alle
norme
contenute
nel
Saranno accettati come conformi alle suindicate prescrizioni materiali e
componenti certificazioni di qualità prodotte dall'Unione Nazionale
Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe (UNCSAAL).
L’infisso sarà monoblocco a taglio termico in alluminio per finestre e
porte-finestre realizzato con profili dello spessore minimo dei profilati
di mm 1,5 rifinito con le parti in vista satinate e con superficie totale
della lega leggera ossidata anodicamente a 15 micron.
Tutti i profilati saranno costituiti da n° 2 elementi assemblati
meccanicamente con due lamelle di poliammide formanti il taglio termico.
Il telaio esterno sarà costituito da profilato di lamiera di alluminio
anodizzato estruso per finestre e balconi ad uno o due battenti o
scorrevoli apribili ovvero per finestre a due battenti di altezza eguale,
o diversa, la inferiore fissa e la superiore apribile a vasistas, con
profilati a giunto aperto della sezione minima di mm 50 e dello spessore
di mm 1,5, rifinite con le parti in vista satinate e con superficie
totale della lega leggera ossidata anodicamente a 15 micron; completi di
scossalino in alluminio per l'eliminazione di condensa,coprifili in
lamiera di alluminio anodizzato, fermavetro a scatto in lega leggera,
cerniere, cremonese in alluminio, scodellini, scrocco ed ogni altro
accessorio.
4.11.3 OPERE DA VETRAIO
Tutti i materiali devono essere della migliore qualità esistente in
commercio e devono provenire da primarie fabbriche che diano garanzia di
costanza di qualità e di produzione.
I materiali possono essere approvvigionati presso località e fabbriche
che l'Assuntore ritiene di sua convenienza purché corrispondano ai
requisiti di cui sopra.
4.11.3.1 VETRI E CRISTALLI
Le lastre devono essere di spessore uniforme, a contorno regolare, senza
scheggiature, piane, incolori (salvo diversa prescrizione) trasparenti,
prive di bolle, soffiature, scorie, ondulazioni, macchie, graffiature ed
altri difetti; salvo le tolleranze d'uso più sotto specificate.
Tutti i vetri delle finestre saranno formati da vetro camera costituito
da lastre in vetro float con interposta intercapedine d'aria disidratata
e distanziatore sigillato in alluminio. Il vetro camera sarà fissato con
viti ribattute e sigillatura con mastice a base di silicone.
Il vetro camera avrà il seguente spessore mm 4 -12 – 4.
Il vetro bianco stampato nazionale avrà spessore di 6 mm.
4.11.3.2 SIGILLANTI
• Sigillanti in pasta 94
• Sigillanti di allettamento
Prodotti butilici ed oleo modificati permanentemente plastici impiegati
come masse di riempimento dei giunti.
• Mastici per sigillatura protettiva:
Prodotti a vulcanizzazione totale da applicare esternamente sullo strato
di mastice di allettamento per sigillare perfettamente lo spazio tra il
vetro ed il filo esterno della battuta di appoggio dello stesso lungo
tutto il perimetro delle specchiature; possono essere a base di siliconi
o a base di polisolfuri.
• Sigillanti in nastri e cordoni a base butilica
Da applicare nei casi in cui possono essere mantenuti compressi.
4.11.3.3
• A base
• A base
chimiche
GUARNIZIONI
di elastomeri (polietilene solfonato).
di polivinile ottenute per estrusione con caratteristiche
e fisiche rispondenti alle ASTM.
PARTE SECONDA – IMPIANTO ELETTRICO
5. CANALIZZAZIONI, VIE CAVI E CAVIDOTTI
Nell’esecuzione
dei
cavidotti
saranno
tenute
le
caratteristiche
dimensionali e costruttive, nonché i percorsi, indicati nei disegni di
progetto.
5.1 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI CAVIDOTTI DI BASSA TENSIONE (0,4KV)
I cavidotti utilizzati per l’infilaggio dei cavi elettrici in bassa
tensione avranno le seguenti caratteristiche:
-in PVC (policloruro di vinile rigido) prodotto in conformità alle norme
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39) e CEI EN
50086-2-4/A1 (CEI 23-46;V1);
-resistenza allo schiacciamento >450N, classe di resistenza N;
-bicchiere liscio per giunzioni ad incollaggio;
5.2 PASSERELLE PORTACAVI
Le passerelle portacavi
tecniche:
dovranno
avere
le
seguenti
caratteristiche
· Altezza 100 mm
· Larghezza variabile 100 -400 mm
· Lunghezza 3.000mm
· Spessore 8/10
· Materiale Acciaio AISI 304, (o Sendzimir)
· Spessore rivestimento 14 micron (minimo)
· Fondo Forato
Le passerelle dotate di coperchio avranno le seguenti caratteristiche
tecniche:
· Altezza 12 mm
· Larghezza variabile 100 -400 mm
· Lunghezza 3000
· Spessore 8/10 mm
· Spessore rivestimento 14 micron (minimo)
· Materiale Acciaio AISI 304 (o Sendzimir)
· Esecuzione Piana.
5.3 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI CAVIDOTTI DI MEDIA TENSIONE (20KV)
I cavidotti utilizzati per l’infilaggio dei cavi elettrici in media
tensione avranno le seguenti caratteristiche:
-in PVC (policloruro di vinile rigido) prodotto in conformità alle norme
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39) e CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-46;V1);
-resistenza allo schiacciamento >450N, classe di resistenza N;
-bicchiere liscio per giunzioni ad incollaggio;
6. CAVI E CONDUTTURE DI BASSA TENSIONE
6.1 CAVI BT IN GOMMA G7
Prescrizioni
I cavi avranno le seguenti caratteristiche:
Tensione nominale: 0.6/1 kV
Sigla di designazione: FG7(0)R
Norme di riferimento: Norma CEI 20-13
CEI 20-22 II
CEI 20-35
CEI 20-37 I
Tensione di prova: 4000 V in c.a.
Temperatura di esercizio: 90°C max.
Temperatura di corto circuito: 250°C max.
Costruzione
I cavi BT saranno costituiti dai seguenti strati:
-anima di corda rigida o flessibile di rame ricotto stagnato, distinte
secondo la tabella UNEL 00722;
-isolante in gomma HEPR (mescola etilenpropilenica ad alto modulo con
elevate caratteristiche termiche e meccaniche) di qualità G7 (CEI 20-11);
-guaina di PVC, qualità Rz (CEI 20-11), colore grigio chiaro.
Il conduttore è a filo unico con superficie esterna marcata almeno ogni
500 mm con la seguente dicitura minima: «CEI 20-22 II -IEMMEQU -Nome del
fabbricante»
Modalità di impiego e raccomandazione per la posa
Temperatura minima di posa: 0°C
Raggio minimo di curvatura: per i cavi con conduttore flessibile sarà 4
volte il diametro esterno, per i cavi con conduttore rigido o filo unico,
sarà 6 volte il diametro esterno.
Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm2 di sezione totale del rame.
6.2 CAVI BT IN PVC DI IMPIEGO GENERALE PER IMPIANTI CIVILI ED INDUSTRIALI
La presente specifica riguarda le prescrizioni per la fornitura di cavi
di bassa tensione unipolari e multipolari con guaina del tipo non
propagante l’incendio ed a contenuta emissione di gas corrosivi.
Prescrizioni
I cavi avranno le seguenti caratteristiche:
Tensione nominale: 0.6/1 kV
Sigla di designazione: N1VV-K /NO7V-K
Norme di riferimento: Norma CEI 20-14
CEI 20-20
CEI 20-22 II
CEI 20-35
CEI 20-37 (solo per N1VV-K)
Tensione di prova: 2500/4000 V in c.a.
Temperatura di esercizio: 0°C max
Temperatura di corto circuito: 160°C max
Costruzione
I cavi BT in PVC di impiego generale per impianti civili ed industriali
saranno costituiti dai seguenti strati:
-anima di corda flessibile di rame rosso ricotto stagnato di classe 5
(CEI 20-29), la cui distinzione è realizzata
secondo la tabella UNEL 00722;
-isolante in PVC di qualità R2 (CEI 20-11);
-guaina di PVC, qualità Rz (CEI 20-11), colore blu chiaro.
La superficie esterna del cavo dovrà essere marcata almeno ogni 500 mm
con la seguente dicitura minima:
“CEI 20-22 II – IEMMEQU – Nome del fabbricante”.
Modalità di impiego e raccomandazioni per la posa
L’installazione sarà di tipo fissa sia all’interno che all’esterno,
poiché i suddetti conduttori si prestano ad essere installati in aria
libera su passerelle, in tubazioni, in canalette od in sistemi similari.
Questi cavi presentano, inoltre, la possibilità ad essere direttamente
interrati.
-Temperatura minima di posa: 5°C
-Raggio minimo di curvatura: 6 volte il diametro del cavo
-Sforzo massimo di tiro: 50N per mm di sezione totale del rame
La posa dei cavi deve essere eseguita, secondo le specifiche di modalità
di posa (condizioni, raggi di curvatura, coesistenze, ecc.) della Norma
CEI 11.17, lungo i percorsi previsti nelle planimetrie di progetto.
Eventuali modifiche al tipo di posa ed al tracciato potranno essere
autorizzate dalla D.L. qualora presentino aspetti di maggiore convenienza
tecnico-economica o per oggettivi impedimenti connessi ad impianti
preesistenti.
6.3 CAVI BT IN GOMMA FTG10(O)M
Prescrizioni
I cavi avranno le seguenti caratteristiche:
Tensione nominale: 0.6/1 kV
Sigla di designazione: FTG10(0)M
Norme di riferimento: Norma CEI 20-13
CEI 20-22 II
CEI 20-35
CEI 20-37 I
Tensione di prova: 4000 V in c.a.
Temperatura di esercizio: 90 °C max.
Temperatura di corto circuito: 250°C max.
Costruzione
I cavi BT saranno costituiti dai seguenti strati:
-Conduttore: a corda rigida o flessibile di rame ricotto stagnato con
barriera ignifuga
-Isolamento: elastomerico reticolato di qualità G10
-Guaina: speciale a base di elastomero reticolato M1
-Colore: azzurro RAL 5015
Il conduttore è a filo unico con superficie esterna marcata almeno ogni
500 mm con la seguente dicitura minima: «CEI 20-22 II -IEMMEQU -Nome del
fabbricante»
Modalità di impiego e raccomandazione per la posa
Temperatura minima di posa: 0°C
Raggio minimo di curvatura: per i cavi con conduttore flessibile sarà 4
volte il diametro esterno, per i cavi con conduttore rigido o filo unico,
sarà 6 volte il diametro esterno.
Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm2 di sezione totale del rame.
Altre caratteristiche
Resistenza al fuoco (NORMA CEI 20-36/IEC 331). Il cavo conserva le
proprie caratteristiche dielettriche per almeno 3 ore, sottoposto ad una
fiamma di 750° C Non propagazione dell'incendio (NORMA CEI 20/22 III)
Non propagazione della fiamma (NORMA CEI 20-35) Assenza di gas corrosivi
in caso di incendio (NORME CEI 20-37 I, CEI 20-38 e CEI 20-45)
Ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di
incendio (NORMA CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38)
Modalità di posa
Posa fissa
Raggio minimo di curvatura: 12 volte il diametro esterno massimo
Temperatura minima: 0° C
Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm² di sezione totale del rame.
6.4 PROTEZIONE MECCANICA DEI CONDUTTORI
I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono
essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente.
Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi,
passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc.
Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione
Per un impianto che si sviluppa sotto traccia, i tubi protettivi devono
essere in materiale termoplastico di serie leggera se i percorsi sono
sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi saldati oppure in materiale
termoplastico di serie pesante se ci sono attraversamenti a pavimento.
Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il
diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti;
tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i
cavi sono del tipo sotto guaina metallica.
Il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di
sfilare e reinfilare i cavi con facilità e senza che risultino
danneggiati i cavi o i tubi; comunque, il diametro interno non deve
essere inferiore a 10 mm.
Il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo
orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale
condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o
con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la
sfilabilità dei cavi.
Ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei
locali, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria e in ogni
locale servito, la tubazione deve essere interrotta con cassette di
derivazione.
Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di
derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Le cassette
devono essere costruite in modo che non sia possibile introdurvi corpi
estranei; il coperchio delle cassette deve, quindi, offrire buone
garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo. Inoltre, deve
risultare facilitata la dispersione di calore in esse prodotta.
I tubi protettivi delle montanti degli impianti utilizzatori, alimentati
attraverso organi di misura centralizzati, e le relative cassette di
derivazione devono essere distinti per ogni montante. È ammesso
utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purché i montanti
alimentino lo stesso complesso di locali e siano contrassegnati, per la
loro individuazione, almeno in corrispondenza delle due estremità.
Qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti
appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono essere protetti
da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia, è ammesso
collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette purché
essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette
siano munite internamente di diaframmi, non amovibili, se non a mezzo di
attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori
appartenenti a sistemi diversi.
I tubi protettivi dei conduttori elettrici alloggiati in cunicoli
ospitanti altre canalizzazioni devono essere disposti in modo da non
essere soggetti ad influenze dannose, in relazione a surriscaldamenti,
sgocciolamenti, formazione di condensa ecc. È inoltre vietato collocare
nelle
stesse
incassature
montanti
e
colonne
telefoniche
o
radiotelevisive. Nel vano degli ascensori o montacarichi non è consentita
la messa in opera di conduttori o tubazioni che non appartengano
all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso.
6.5 PROTEZIONI DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE
Tutti i conduttori dell’impianto devono essere protetti
sovracorrenti causate da sovraccarichi o da corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi deve essere
ottemperanza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8.
contro
le
effettuata
in
In particolare, i conduttori devono essere scelti in modo che la loro
portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib)
(valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da
trasmettere
in
regime
permanente).
Gli
interruttori
automatici
magnetotermici da installare, a protezione dei conduttori, devono avere
una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del
conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz), ed una
corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata
(Iz).
In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:
Ib < In < Iz
If < 1,45 Iz
La seconda disuguaglianza è automaticamente soddisfatta nel caso di
impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 175.
Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le
correnti di corto circuito che possono circolare nell'impianto così da
garantire che, nel conduttore protetto, non si raggiungano temperature
pericolose secondo la relazione:
I²t < Ks²
(art. 434.3, 434.3.1, 434.3.2 e 434.2 delle norme CEI 64-8).
Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente
di corto circuito presunta nel punto di installazione.
È tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere
di interruzione inferiore a condizione che, a monte, vi sia un altro
dispositivo avente il necessario potere di interruzione (art. 434.3,
434.3.1, 434.3.2 delle norme CEI 64-8). In questo caso le caratteristiche
dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia
specifica passante I²t, lasciata fluire dal dispositivo a monte, non
risulti superiore a quella che può essere sopportata, senza
danno, dal dispositivo a valle e dalle condutture protette.
6.6 PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti
metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi
utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento
dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero
trovarsi sotto tensione (masse).
All’impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di
tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e
scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di
notevole
estensione,
esistenti
nell'area
dell'impianto
elettrico
utilizzatore stesso.
6.7 COORDINAMENTO DELLE PROTEZIONI CON L’IMPIANTO DI TERRA
È previsto un unico impianto di messa a terra che
prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8.
soddisfi
le
L’ impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le
verifiche periodiche di efficienza e deve risultare costituito dai
seguenti componenti:
• Dispersore (o dispersori) di terra, cioè uno o più elementi metallici
posti in intimo contatto con il terreno che realizzano il collegamento
elettrico con la terra;
• Conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinato a
collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di
terra; i conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno,
devono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte
interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque
isolata dal terreno);
• Conduttore di protezione che parte dal collettore di terra, arriva in
ogni impianto e viene collegato a tutte le prese a spina (destinate ad
alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i
contatti indiretti mediante messa a terra), o direttamente alle masse di
tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di
illuminazione con parti metalliche accessibili. È vietato l'impiego di
conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione
inferiore a 4 mm²;
• Collettore (o nodo) principale di terra, in cui confluiscono i
conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente
di neutro in caso di sistema TN in cui il conduttore di neutro ha anche
la funzione di conduttore di protezione;
•
Conduttore
equipotenziale,
avente
lo
scopo
di
assicurare
l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee
(parti
conduttrici,
non
facenti
parte
dell'impianto
elettrico,
suscettibili di introdurre il potenziale di terra).
7. QUADRI BT (CARPENTERIA) – SIGLA QGBT
7.1 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
I quadri elettrici per la distribuzione devono essere del tipo AS in
accordo con la norma CEI EN 60439-1/A1:2005. La struttura del quadro deve
essere realizzata da scomparti verticali di tipo normalizzato e
affiancati, ognuno, deve essere costituito da elementi modulari
componibili a standard del Costruttore. Le colonne verticali devono
essere suddivise in celle ciascuna contenente una unità funzionale.
L’involucro deve essere realizzato con lamiera elettro zincata e
verniciata a polvere. Le porte modulari, di spessore 20/10, devono
disporre di cerniere con un angolo di apertura di 180°. I montanti devono
essere ricavati da lamiera piegata almeno cinque volte e devono avere uno
spessore pari a 20/10. Lungo il loro profilo devono essere dotati di fori
quadrati e tondi passo 25 mm secondo DIN 43660. La struttura interna di
sostegno deve essere costituita da:
• Montanti multifunzione: devono essere realizzati con lamiera in acciaio
zincato spessore 20/10. Devono essere predisposte delle forature, con
passo 100 mm, su tutta l’altezza dei montanti per il fissaggio di Kit di
sostegno apparecchi e segregazioni orizzontali. Gli stessi montanti
devono avere anche la funzione di segregazione laterale per la formazione
dei cubicoli.
• Kit di montaggio: devono essere costituiti da lamiera in acciaio
zincato, di sostegno con spessore 20/10. Su piano orizzontale per gli
interruttori aperti, sul piano verticale per gli interruttori scatolati;
le segregazioni orizzontali in lamiera per la formazione dei cubicoli, le
porte modulari in lamiera verniciata spessore 2 mm con cerniera e
chiusura di sicurezza.
• Segregazioni dei sistemi sbarre: devono essere costruiti con lamiera in
acciaio zincato per la realizzazione completa della forma 4b.
La struttura metallica deve essere tale che, per intervento automatico,
manovra di apparecchi, operazioni di estrazione e inserzione di qualsiasi
apparecchio, non si verifichino vibrazioni tali da provocare interventi
intempestivi sugli altri apparecchi o comunque compromettere il corretto
funzionamento dei diversi organi. Lo zoccolo deve essere di tipo
ispezionabile e rullabile. Grazie al concetto di modularità devono essere
possibili ampliamenti o modifiche in fase di messa in opera. Devono
essere consentite le seguenti operazioni senza che si verifichino rotture
o deformazioni permanenti delle strutture metalliche o lesioni delle
parti elettriche fisse:
• sollevamento del quadro o sue sezioni a mezzo di appositi golfari;
· spostamento con rulli per la sistemazione del quadro all'interno del
locale nella posizione voluta.
L’ingresso cavi deve essere possibile, indifferentemente, dall’alto o dal
basso in funzione delle scelte progettuali rilevabili dagli elaborati.
Ogni conduttore deve essere contrassegnato con appositi anelli numerati
secondo le indicazioni degli schemi elettrici e deve essere intestato con
appositi capicorda direttamente sui perni/sbarre posteriori degli
interruttori o sui loro prolungamenti in rame. La parte frontale del
quadro deve essere costituita da porte modulari equipaggiate con la
mostrina di rifinitura; ciò deve permettere di raggiungere il grado di
protezione esterno IP30. Le morsettiere dei circuiti ausiliari devono
essere posizionate nella prima cella in basso e/o in alto di ogni
scomparto identificate da apposite targhette poste nella parte esterna
della portina di chiusura. Tali celle devono contenere solo le
morsettiere dei circuiti ausiliari dello scomparto cui appartengono. I
circuiti ausiliari devono essere realizzati con conduttori flessibili
posti in canalette in PVC autoestinguente abbondantemente dimensionate.
Le segregazioni interne, tipiche della forma 4b, devono avere gli scopi
di:
• assicurare la protezione contro i contatti diretti (almeno IPXXB), in
caso di accesso ad una parte del quadro posta fuori tensione, rispetto al
resto del quadro rimasto in tensione:
• impedire il passaggio di corpi solidi fra parti diverse del quadro
(grado di protezione IP2X).
• Il quadro deve essere così suddiviso:
• zona apparecchi accessibile dal fronte destinata agli interruttori di
potenza;
• zona sbarre accessibile dal retro, destinata alle sbarre omnibus
principali e alle sbarre di distribuzione (o di calata);
• zona ausiliare accessibile dal fronte, destinata alle morsettiere sopra
citate ed ai vani strumenti;
· zona collegamenti di potenza accessibile dal retro, destinata ai cavi
di potenza e d’uscita.
Ciò deve permettere l’effettuazione di interventi o manutenzioni con un
elevato grado di sicurezza, senza interruzione di esercizio per le utenze
ad esso collegate. Deve essere possibile operare su ogni unità
funzionale, in completa sicurezza, senza il pericolo di accedere a parti
attive in tensione.
7.2 SISTEMI DI SBARRE
Le sbarre in rame devono essere a profilo rettangolare e in base alla
corrente nominale potranno essere di tipo pieno o forato. Le derivazioni
devono essere effettuate tramite morsetto a cavaliere o sistema
equivalente per le sbarre piene e tramite vite per il tipo forato. I
sistemi di sbarre, devono essere dimensionati in base alla corrente
nominale del quadro e devono essere altresì in grado di resistere alla
corrente presunta di corto circuito nel punto d’installazione. I sistemi
di sbarre potranno essere installati in orizzontale o in verticale
secondo le necessità costruttive de quadri. Le sbarre e conduttori
isolati devono essere contrassegnati come previsto dalle norme di
riferimento (es: L1-L2-L3-N) o colori diversi. Lungo tutto il quadro deve
essere
prevista
una
sbarra
collettrice
di
terra
con
sezione
opportunamente coordinata a quella del sistema di sbarre principali. Ad
essa devono essere collegati:
-le singole sezioni della struttura metallica fissa (tramite angolare di
fissaggio in CU);
-gli
schermi
mobili
ed
i
pannelli
incernierati
con
a
bordo
apparecchiature elettriche;
-gli avvolgimenti secondari dei trasformatori di misura.
7.3 LAMIERA -CICLO DI VERNICIATURA.
Deve essere utilizzata, per le parti verniciate, lamiera in acciaio
zincato elettroliticamente con definizione:
-Fe P01 ZE 25/25 03 PHCR secondo EN 10152.
Per le parti non verniciate si deve utilizzare lamiera in acciaio zincata
a fuoco con definizione:
-FE P02 G Z 275 NA secondo EN 10142.
La vernice deve essere di tipo in polvere, setificata, colore RAL 7035
con
resina
epossidica,
caratterizzata
da
ridotte
capacità
di
riscaldamento (180° Celsius).
Lo spessore minimo della vernice deve essere di 60 µ. lamiera in acciaio
zincata elettroliticamente:
-ZE 25/25 = rivestimento in zinco bilaterale dello spessore di 2,5 µ per
parte
-O3 = caratteristica della superficie. Devono essere ammesse solo le
imperfezioni relative all’aspetto esteriore.
-PHCR = trattamento superficie. Fosfatazione e cromatizzazione.
lamiera in acciaio zincata a fuoco:
-Fe P02 G = acciaio con resistenza alla trazione (Rm) minima di 270 N/mm2
-Z 275 = rivestimento bilaterale in zinco dello spessore di 275 g/m2 (=
20 µ di spessore per parte)
-NA = esecuzione del rivestimento. Fiore di zinco (cristalli di zinco) e
superficie comuni.
7.4 CIRCUITI AUSILIARI
I circuiti ausiliari devono essere realizzati con cavi unipolari,
raccordati eventualmente a barrette collettrici, con le seguenti
avvertenze:
I cavetti devono essere con conduttori in rame isolati in PVC, del tipo
non propagante l'incendio, Uo/U = 450/750 V.
La sezione dei conduttori non deve essere inferiore a 2.5 mm2 per i
circuiti amperometrici, 1,5 mm2 negli altri casi.
I collegamenti dei circuiti ausiliari devono essere disposti entro guaine
e/o canalette in materiale autoestinguente realizzate e ubicate in modo
da permettere la verifica e la sostituzione dei conduttori in esse
contenute con i circuiti principali in tensione; devono fare eccezione i
tratti direttamente connessi ai circuiti principali (ad es. collegamenti
voltmetrici).
Tutti i conduttori dei circuiti relativi alle apparecchiature contenute
nel quadro devono essere attestati a morsettiere componibili. Le
morsettiere non integrate ad apparecchi devono essere isolate in melanina
o in materiale di analoghe caratteristiche; devono essere del tipo con
viti a serraggio autobloccante oppure con viti provviste di ranella
elastica.
Tutte le viti devono essere protette contro l'ossidazione. Il sistema di
individuazione dei conduttori di cablaggio e dei morsetti deve essere
conforme ad uno dei due metodi previsti nelle norme CEI 16.1.
7.5 AMPLIABILITÀ
I quadri devono essere predisposti per l'ampliamento su entrambi i lati
senza la necessità di foratura (sulla struttura o sbarre) o saldature da
eseguire in opera.
7.6 DIMENSIONI E CARATTERISTICHE ELETTRICHE
Le dimensioni non devono essere superiori
elaborati grafici.
a
Caratteristiche elettriche:
-Tensione nominale d’isolamento Ui: 690 V
-Tensione di esercizio nominale Ue: 400 V
-Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp: 8 kV
-Frequenza nominale: 50 Hz
-Corrente nominale: fino a 6400 A
quelle
indicate
negli
-Corrente nominale amm. di breve durata Icw (1s): fino a 100 kA
-Corrente nominabile ammissibile di picco Ipk: fino a 220 kA
-Forma costruttiva di segregazione (CEI EN 60439-1/A1:2005): 4B
-Classe d’isolamento (CEI EN 60439-1/A1:2005): 1
-Comandi e segnalazione interruttori automatici: 230Vac
Le
altre
caratteristiche
elettriche
necessarie
per
definizione dei quadri devono essere desumibili dai
progetto.
la
completa
documenti di
8. QUADRI BT (APPARECCHIATURE)
8.1 INTERRUTTORI AUTOMATICI
Gli interruttori automatici aperto in esecuzione tripolare o tetrapolare,
devono essere conforme alle norme IEC 609472 / DIN EN60947-2 / DIN VDE
0660 Parte 101 ed alla direttiva CE, per impiego in impianti di bassa
tensione fino 690V.
Ai fini della sicurezza, la struttura portante dell’interruttore deve
essere realizzata in materiale termoisolante con i poli di potenza
reciprocamente isolati e segregati e caratteristica di doppio isolamento
rispetto al vano di alloggiamento degli accessori ausiliari. Le camere
spegniarco e i contatti di potenza fissi e mobili devono essere
ispezionabili con la rimozione di una sola vite, in modo da poter
facilmente accedere alla verifica dello stato di usura dei contatti. Gli
interruttori aperti devono essere utilizzati per correnti nominali da
1600 a 3200A senza nessun declassamento fino ad una temperatura di
funzionamento di 55°C. Al fine di adattare gli interruttore ad eventuali
variazioni
dei
parametri
dell’impianto,
nell’ambito
della
stessa
grandezza costruttiva, deve poter essere modificata la corrente nominale
dal fronte dell’apparecchio con la semplice sostituzione del Rating Plug
senza sostituzione dei TA interni.
8.2 SGANCIATORE ELETTRONICO DI PROTEZIONE
L’interruttore deve poter essere equipaggiato con sganciatore elettronico
a microprocessore dotato delle funzioni di protezione di seguito
descritte; lo sganciatore deve poter essere sostituito da parte del
cliente per eventuali future modifiche dei parametri di protezione. Al
fine di evitare manomissioni dei parametri impostati, il fronte dello
sganciatore deve poter essere piombabile. Gli interruttori generali di
macchina, posizionati a valle del trasformatore MT/bt devono essere
dotati di sganciatore con funzione LSI.
L IR = 0,4 – 1 x IN (regolabile in 10 gradini)
TR = 10sec a 6 x IR per I2t (impostazione fissa)
S Isd = 1,25 – 12 x IN (regolabile in 10 gradini)
Tsd = 100 – 400 ms (tempo dipendente / indipendente)
I Ii >= 20 x IN (max. 50kA)
In funzione delle necessità impiantistiche dovrà essere installato su
ogni interruttore lo sganciatore adeguato tra i seguenti tipi.
Sganciatore elettronico ETU15B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir
· Cortocircuito istantaneo: Ii = 2÷8 x In
Sganciatore elettronico ETU25B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir
· Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec.
· Cortocircuito istantaneo: Ii > 20 x In
Sganciatore elettronico ETU27B: Sganciatore elettronico ETU27B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir
· Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec.
· Cortocircuito istantaneo: Ii > 20 x In
· Protezione del neutro: 1 x In impostabile ON/OFF
· Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5
Sganciatore elettronico ETU45B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec.
· Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec. –
I2Tsd = 0,1÷0,4 Sec.
· Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile
· Protezione del neutro: 0,5÷1 x In impostabile ON/OFF
· Controllo I2t = ON/OFF
· Memoria termica = ON/OFF
· Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g =
0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo)
Sganciatore elettronico ETU55B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec.
escludibile
· Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷4 Sec. –
I2Tsd = 0,1÷4 Sec.
· Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile
· Protezione del neutro: 0,5÷2 x In impostabile ON/OFF
· Controllo I2t = ON/OFF
· Memoria termica = ON/OFF
· Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g =
0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo)
Sganciatore elettronico ETU76B:
· Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec.
escludibile
· Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷4 Sec. –
I2Tsd = 0,1÷4 Sec.
· Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile
· Protezione del neutro: 0,5÷2 x In impostabile ON/OFF
· Controllo I2t = ON/OFF
· Memoria termica = ON/OFF
· Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g =
0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo)
· Funzione di memorizzazione degli eventi
Lo sganciatore deve avere i seguenti requisiti :
non deve essere necessaria nessuna alimentazione ausiliaria;
• possibilità, tramite dispositivo intercambiabile, di modificare il
valore della corrente dell’interruttore al di
sotto della sua corrente nominale senza dover sostituire i TA interni;
• segnalazione di corretto funzionamento del microprocessore attraverso
LED;
• segnalazione di non funzionamento del microprocessore attraverso LED;
• LED di segnalazione di intervento, con identificazione della causa di
sgancio;
• tasto di Test;
8.3 ACCESSORI AUSILIARI
Tutti gli accessori interni devono essere comuni ed intercambiabili con
le altre taglie della famiglia e devono poter essere installati
rapidamente, senza l’ausilio di speciali attrezzi, anche in seguito alla
messa in opera nell’impianto. Gli interruttori devono poter essere
equipaggiati con i seguenti accessori:
• contatti ausiliari 2NA + 2NC;
• sganciatori a lancio di corrente;
• comando motore con chiusura meccanica ed elettrica.
8.4 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
L’installazione dell’interruttore deve essere estraibile, con attacchi
posteriori orizzontali o verticali secondo le esigenze. L’interruttore
deve possedere un blocco contro la movimentazione e deve disporre di un
dispositivo di codifica tra parte mobile e parte fissa. Gli interruttori
devono poter assumere le seguenti posizioni, rispetto alla relativa parte
fissa, determinate a loro volta da altrettante posizioni fisiche assunte
dall’interruttore:
INSERITO: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati;
tale posizione deve essere segnalata attraverso nr. 1 contatti di
scambio;
TEST: circuito principali scollegati e circuito ausiliari ancora
collegati; tale posizione deve essere segnalata attraverso nr. 1 contatti
di scambio;
SEZIONATO: circuiti principali e ausiliari scollegati, l’interruttore
deve essere ancora nella cella e la sua posizione deve essere segnalata
attraverso nr. 1 contatto di scambio;
Per eventuali interventi di manutenzione deve essere raggiunta anche la
posizione di RIMOSSO nella quale i circuiti principali e ausiliari devono
essere scollegati e l’interruttore può essere asportato dalla cella; in
questo caso i circuiti di potenza devono trovarsi automaticamente
segregati all’atto della rimozione.
8.5 CARATTERISTICHE MECCANICHE
Gli interruttori scatolati per distribuzione devono essere adatti a
stabilire, portare ed interrompere correnti fino a 1250A e devono essere
altresì in grado di stabilire, portare per una durata specificata,
interrompere correnti anomale
o di corto circuito fino alla massima corrente di corto circuito presente
nel punto d’installazione, in accordo con la norma CEI EN 60947-2. Devono
essere in esecuzioni tripolare o quadripolare, del tipo a limitazione di
corrente; devono essere cioè in grado d’interrompere prima che la
corrente di corto circuito raggiunga il valore di cresta in modo da non
pregiudicare
la
sicurezza
degli
impianti
o
delle
persone.
Gli
interruttori devono essere tropicalizzati nell'esecuzione standard e
quindi adatti anche per ambienti umidi per una temperatura massima di
funzionamento fino a 70ºC e senza nessun declassamento fino a 50°C. Deve
essere possibile l’installazione orizzontale e verticale nei
quadri. Devono essere in esecuzione fissa o rimovibile / estraibile in
funzione di quanto indicato negli elaborati grafici.
Gli interruttori devono essere dotati di dispositivo di sgancio libero
per evitare di interdire la manovra di apertura o di sgancio attraverso
la leva di comando. Il comando a levetta dell’interruttore in esecuzione
base deve assolvere anchela funzione di indicatore di posizione dei
contatti:
ON (interruttore chiuso)
OFF (interruttore aperto)
TRIPPED (interruttore sganciato)
RESET (interruttore ripristinato)
8.6 CARATTERISTICHE ELETTRICHE
-Tensione nominale di esercizio: 690 Vac (IEC)
-Tensione nominale di isolamento: 800 Vac (circuito principale)
-Tensione nominale di isolamento: 90 Vac (circuiti ausiliari)
-Tensione nominale di tenuta ad impulso: 8 kV (circuito principale)
-Tensione nominale di tenuta ad impulso: 4 kV (circuito ausiliario)
-Potere di interruzione estremo a 380 / 415 Vac: 40 kA
-Frequenza di esercizio: 50/60 Hz
-Categoria di utilizzazione: A
-Temperatura ambiente ammissibile: da –25 a +75 °C
8.7 TRASFORMATORI DI CORRENTE
Le caratteristiche e le prestazioni dei TA devono essere adatte per il
corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, comando e misura ad
essi connessi, entro le tolleranze specificate dal Costruttore dei
dispositivi stessi. I trasformatori di corrente devono essere adatti a
resistere alle sollecitazioni termiche e dinamiche relative alla
corrente di corto circuito del quadro.
8.8 PULSANTI E LAMPADE
I pulsanti e le lampade di segnalazione devono essere posizionati e
colorati in relazione alla loro funzione. I colori da utilizzare devono
essere conformi alla Pubblicazione IEC 73.
8.9 TARGHE
Devono essere realizzate con scritte indelebili e situate in modo da
essere visibili quando il quadro deve essere installato. Tali targhe
devono riportare almeno:
· Marcatura CE;
· Norme di riferimento;
. Nome e marchio di fabbrica del costruttore;
· Numero di identificazione del quadro;
· Ue (V);
· Uaux (V);
· Corrente di corto circuito massima (KA);
· Frequenza (Hz);
· Grado di protezione (IP)
Altre informazioni tecniche in accordo con la relativa norma CEI potranno
essere riportate su documenti, schemi e cataloghi riguardanti il quadro.
9. GRUPPO ELETTROGENO
9.1 CARATTERISTICHE TECNICHE DEL GRUPPO ELETTROGENO
Le caratteristiche nominali alla temperatura ambiente di 25 °C, pressione
barometrica 1000 mbar (100kP), umidità relativa 30%, dovranno essere non
inferiori a:
· Potenza in emergenza (LTP-ISO 8528): 19kVA;
· Potenza in servizio continuo (PRP-ISO 8528): 18kVA;
· Tensione: 400/230V trifase con neutro accessibile in morsettiera
· Frequenza: 50 Hz
· N. giri motore: 1500 rpm;
· Tempo avviamento e presa carico entro 15 secondi al max;
9.2 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E CONDIZIONI OPERATIVE
Le caratteristiche costruttive saranno le seguenti:
· Marmitta: di tipo residenziale
· Limiti emissione rumore: 65±3 dB(A) a 7m (livello pressione sonora)
secondo le norme ISO
· STANDARD con gruppo al 75% del pieno carico;
· Funzionamento: in emergenza con avviamento / arresto automatico;
· Combustibile: gasolio per autotrazione;
· Interruttore di protezione: di tipo automatico -differenziale 4P, con
relè
elettronici
in
quadro
elettrico
posizionato
in
prossimità
dell’alternatore;
quadro
di
contenimento
montato
su
supporti
antivibranti.
· Quadro di comando e controllo : Posizionato all’interno della
cofanatura, con accesso dall’esterno;
9.3 MOTORE PRIMO
Motore diesel industriale di primaria marca (Cummins, MTU, Perkins,Pramac
o equivalente,) con prevalenza per la marca già impiegata nei gruppi
elettrogeni esistenti; idonea cilindrata e potenza, (da dimostrare con la
documentazione specifica del motore primo proposto), iniezione diretta,
aspirazione mediante sovralimentazione termorefrigerata,
Completamento con i seguenti accessori:
• Avviamento elettrico con motorino ed alternatore carica batterie, con
batterie adeguate per almeno 6 avviamenti a motore preriscaldato
• raffreddamento ad acqua con radiatore a circuito chiuso, posto in
vicinanza del motore primo
• serie allarmi e stop per ATM – BPO
• regolatore di velocità di tipo elettronico di primaria marca
• marmitta silenziatrice di tipo residenziale
• pompa estrazione olio dalla coppa
• arresto motore con elettrovalvola di intercettazione combustibile
• scaldiglia acqua di preriscaldo motore, con pompa di circolazione
liquido a motore fermo
•
pulsante
arresto
emergenza
all’esterno
della
cofanatura,
in
autoritenuta e sblocco meccanico
• protezioni bassa pressione olio e alta temperatura acqua
9.4 MARMITTA
Costituita da n. 1 silenziatore per gas di scarico residenziale
[abbattimento 35/38 db(A)] posto sul tetto della cofanatura con apposito
sistema di chiusura anti-pioggia.
9.5 ALTERNATORE
Alternatore sincrono trifase di primaria marca, autoventilato, auto
eccitato con eccitatrice a diodi rotanti senza spazzole (brushless) e
regolatore di tensione elettronico.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Potenza di emergenza (LTP) non inferiore a: 200 kVA
Potenza continua (PRP) non inferiore a: 180 kVA
N° poli: 4
Velocità: 1500 giri/1’
Frequenza: 50 Hz .
Tensione : 400 V trifase con neutro accessibile in morsettiera
Classe isolamento: H
Grado di protezione meccanica IP21
Trattamento di tropicalizzazione degli avvolgimenti
9.6 SERBATOIO INTERNO CON POMPA AUTOMATICA E MANUALE
Serbatoio combustibile incorporato nel basamento, della capacità di
almeno 2.000 litri, dotato di bacino di contenimento per la piena
capacità, rispondente alle caratteristiche richieste dal D.M. 22/10/2007,
completo di kit caricamento automatico combustibile composto da
elettropompa, pompa a mano, by pass, interruttore a galleggiante
a cinque contatti omologato (Esaurito, Riserva, Partenza elettropompa,
Stop elettropompa, Oltre massimo), automatismo avviamento ed arresto
elettropompa nel quadro.
Dovranno inoltre essere presenti:
flusso combustibile, dispositivo di
dispositivo
di
intercettazione
del
• arresto delle pompe di alimentazione, dispositivo di allarme ottico e
acustico, raccordi con cisterna per
tubazioni mandata, ritorno e di scarico del troppo pieno. La lunghezza di
collegamento delle tubazioni
idrauliche, dal Gruppo al Serbatoio interrato,
• Interruttore a bordo macchina
• Interruttore scatolato automatico-differenziale di tipo elettronico
regolabile, esecuzione estraibile, di idonea
• portata, installato in quadro di contenimento il lamiera verniciata con
porta almeno IP40 con idonei
•
passacavi uscita linea al quadro di commutazione remoto; supporti
antivibranti di fissaggio alla carpenteria
• del container.
9.7 QUADRO DI GESTIONE E CONTROLLO
Quadro elettrico automatico installato all’esterno della macchina entro
locale all’uopo predisposto completo di apparecchiature di gestione,
controllo e comando del gruppo elettrogeno
9.7.1 CARATTERISTICHE GENERALI
Realizzato in carpenteria di lamiera di acciaio accuratamente lavorata e
sottoposta a ciclo di verniciatura con polvere epossidica ad alta
resistenza. Grado protezione IP40. Tensione isolamento 500V, conforme
alle normative vigenti.
Logica idonea ad effettuare tutte le operazioni necessarie al corretto
funzionamento del sistema con la gestione il comando e controllo delle
sequenze operative e verifica condizioni funzionali. Tramite pulsanti o
selettori dovrà essere possibile selezionare il tipo di funzionamento
(Bloccato -Manuale -Automatico -Test), con comando dedicato dovrà essere
possibile bloccare il funzionamento in una posizione a scelta.
La sorveglianza del gruppo e impianto dovrà avvenire tramite una vasta
serie di protezioni e controlli con messaggi su display, segnalazioni
ottiche e con segnale acustico integrato. Dovrà essere possibile la
connessione tramite interfaccia RS485; il software di comunicazione con
PC remoto (messo a disposizione dalla stazione appaltante) dovrà essere
compreso nella fornitura, così come il sorgente del protocollo di
comunicazione.
9.8 FUNZIONAMENTO
Bloccato: esclusione di ogni manovra; con disabilitazione solo a chiave
Manuale: sono abilitati i comandi di avviamento e arresto manuale del
motore e i comandi di chiusura e apertura dei contattori / interruttori
di Rete e Gruppo. Le protezioni del Gruppo sono attivate. Il comando di
avviamento con motore avviato viene disinserito automaticamente.
Automatico: avviamento automatico al verificarsi di un’anomalia della
tensione di rete per minima o massima tensione (controllata con relè
elettronico su tutte le fasi). L’avviamento del motore avviene con più
tentativi intervallati da pause. In caso di mancato avviamento si ha
segnalazione ottica e il blocco dell’apparecchiatura onde evitare la
scarica della batteria. A motore avviato mediante controllo elettronico,
viene automaticamente disinserito il motorino di avviamento.
Inserzione del Gruppo sull’utenza appena raggiunte le condizioni
nominali.
Sorveglianza automatica del motore diesel e della macchina elettrica a
mezzo di apposite protezioni. Disinserimento automatico del Gruppo
dall’utenza da Rete e arresto automatico del motore dopo opportuno tempo
di raffreddamento (regolabile).
Test: si consente l’avviamento automatico del Gruppo per la prova
periodica automatica con abilitazione delle protezioni. E’ esclusa la
commutazione da Rete a Gruppo. Un’eventuale mancanza della Rete provoca
l’erogazione da Gruppo.
9.9 SERVIZI AUSILIARI
Il Quadro dovrà comprendere i dispositivi ausiliari per il mantenimento
delle condizioni ottimali del Gruppo Elettrogeno:
· Carica Batteria automatico elettronico regolabile
· Alimentazione monofase preriscaldo motore con fusibili di protezione .
· Gestione preriscaldo candelette (se previsto sul motore)
· Prova automatica periodica programmabile come periodo e durata della
prova stessa.
9.10 COMANDI
Caratteristiche indicative dei dispositivi di comando:
· Dispositivo di Programmazione Funzionamento (possibilità di blocco a
chiave) Bloccato Manuale ·
Automatico -Test
· Dispositivo comando commutazione (attivo in funzionamento manuale)
Chiusura Rete -o Chiusura
· Gruppo
· Dispositivo Avviamento motore
· Dispositivo Arresto motore
· Dispositivo Reset avaria / Tacitazione sirena
· Dispositivo SET programmazione software
· Dispositivo Programmazione e Visualizzazione display generatore
· Dispositivo Programmazione e Visualizzazione display rete /impianto
9.11 MISURE
Caratteristiche indicative dei dispositivi di misura:
Su due Display alfanumerici ciascuno su due righe, a zero valore efficace
RMS, fino a 6 parametri per pagina di lettura
·
·
·
·
·
·
Display Generatore (complessivo di 33 parametri)
Frequenza
Tensione media fase
3-Corrente di fase Li -L2 -L3
3-Cosfì di fase
1-Cosfì totale
· 3-Potenza apparente di fase kV A L i-L2-L3
· 1-Potenza apparente totale kVA
· 3-Potenza attiva di fase kW L i-L2-L3
· 1-Potenza attiva totale kW
· 3-Potenza reattiva di fase kVAR L 1-L2-L3
· 1-Potenza reattiva totale kVAR
· 1-Energia Attiva totale -import -kwh
· 1-Energia Attiva totale -export -kwh
· 1-Energia Reattiva totale -kvarh
· 1-Contaore Ore-Minuti
· 1-Sequenza fasi L 1-L2-L3
· 1-Asimmetria Tensione -Fase/neutro
· 1-Tabella riepilogo elettronico stati operativi e soglie
· Display Impianto (complessivo di 15 parametri)
· 3-Tensione di fase/fase Rete Li -L2 -L3
· 3-Tensione fase/neutro Rete L i-N L2-N L3-N
· 1-Tensione Batteria Vcc
· 1-Corrente Batteria Acc
· 1-Livello Combustibile -%
· 1-Pressione Olio -Bar
· 1-Temperatura Acqua -°C
· 1-Temperatura Olio -°C
· 1-Ore Manutenzione
· 1-Numero avviamenti effettuati
9.11.1 Caratteristiche indicative dei dispositivi di segnalazione
· Presenza tensione rete (fissa) -Inibizione esterna (lampeggiante)
· Erogazione da rete
· Presenza tensione generatore
· Erogazione da generatore
· Gruppo in funzione
· Comando arresto
· Comando avviamento
· Avaria in corso (fissa) -Allarmi in corso (lampeggiante)
· Funzionamento in Bloccato
· Funzionamento in Manuale
· Funzionamento in Automatico
·
Funzionamento
in
Prova
(fissa)
-Prova
automatica
in
corso
(lampeggiante)
· Blocco a chiave Funzionamento inserito
9.11.2 Protezioni qruppo
Caratteristiche indicative dei dispositivi di protezione gruppo:
·
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·
·
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·
Stop emergenza
Sovravelocità
Avaria controllo generatore
Mancato avviamento
Combustibile esaurito
Riserva combustibile
Massimo livello combustibile
Mancata chiusura contattore Rete
Mancata chiusura contattore Generatore
Asimmetria tensione generatore
Inversione di energia
Minima Tensione generatore
Massima Tensione generatore
Minima Frequenza generatore
Massima Frequenza generatore
Scatto termico (da contatto)
Sovraccarico generatore 1 o livello
Sovraccarico generatore 2 o livello
· Arresto intempestivo
· Bassa Pressione olio · Bassa Pressione olio
• Alta temperatura motore
• Basso livello acqua
• 4 Allarmi Disponibili -programmabili
• Mancato arresto
• Minima / Massima tensione batteria
• Richiesta manutenzione
9.11.3 Documentazione di collaudo e garanzia
Documentazione da allegare alla fornitura e posa del gruppo elettrogeno
Il costruttore del gruppo elettrogeno dovrà allegare all’apparecchiatura
non meno della seguente documentazione:
• Manuali di istruzione del motore, alternatore e degli altri componenti
del gruppo elettrogeno;
• Manuali di installazione, esercizio e manutenzione (elenco e
caratteristiche dei componenti, elenco
• delle parti di ricambio, elenco degli attrezzi specifici per attuare la
manutenzione)
•
Disegni
d’assieme
e
d’installazione
e
disegni
esecutivi
di
predisposizione delle opere murarie ed affini, da
eseguire a cura dell’amministrazione e propedeutici alla successiva
installazione del Gruppo Elettrogeno da
parte dell’appaltatore, completi di quote e particolari costruttivi
esaustivi;
• Schemi unifilari e funzionali (e logici per sistemi PLC) del quadro di
comando;
• Schema del quadro e delle connessioni a bordo gruppo;
• Documentazione delle varie prove eseguite;
9.12 MODALITÀ DI COLLAUDO
Prove da effettuare presso il costruttore (a discrezione della
committente, a cura di un collaudatore terzo o dello
stesso costruttore, con l’eventuale presenza del cliente):
• Esame a vista e controllo delle caratteristiche;
• Prova a carico e controllo dei parametri fondamentali (temperature,
pressioni, potenza, ecc);
• Prova di presa del carico istantaneo;
• Prova dei dispositivi di avviamento, arresto, allarme e blocco;
• Prova del regolatore di velocità in regime statico e dinamico (se
necessario);
• Prova di intervento delle protezioni di sovravelocità (se necessario);
• Prova del regolatore di tensione in regime statico e dinamico (se
necessario);
• Misura del consumo di combustibile al carico nominale (se necessario);
Prove da effettuare dopo l’installazione presso l'Istituto. (a cura di un
collaudatore terzo o dello stesso costruttore, con la presenza dei
tecnici della Provincia Regionale di Catania.):
• Controllo della corretta installazione secondo le specifiche del
costruttore
e
in
conformità
alle
disposizioni
legislative
e
regolamentari;
• Prova di funzionamento automatico / manuale a vuoto e a carico e
rilievo dei parametri fondamentali;
• Prove di isolamento dell’alternatore e del quadro (se necessario);
• Prove degli interblocchi, sicurezze, temporizzazioni, automatismi, ecc;
• Misura del livello di rumorosità.
9.13 IMPIANTO DI TERRA
In base agli art. 312.2.1-413.1.3 della norma CEI 64-8, il sistema di
distribuzione di categoria I adottato sarà del tipo TN-S. In questi
sistemi, l’impianto utilizzatore dovrà avere un impianto di terra unico a
cui dovranno essere collegate le messe a terra di protezione e di
funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori, nonché i
limitatori di tensione dell’impianto.
L’impianto di terra dovrà, quindi, assolvere alle seguenti funzioni:
• salvaguardia della sicurezza delle persone operanti all’interno
dell’impianto, cioè evitare il verificarsi di
tensioni pericolose all’interno dei volumi accessibili;
• salvaguardia degli impianti elettrici e degli impianti serviti, cioè
prevenire tutte quelle situazioni che
potrebbero originare danni all’impianto;
• salvaguardia del funzionamento degli apparecchi, cioè assicurare un
regolare esercizio degli stessi mediante il
collegamento a terra in determinati punti del circuito;
• salvaguardia contro le scariche atmosferiche, come prescritto dalla
normativa, cioè connettere fra loro più
dispersori.
L’impianto, pertanto, dovrà contemporaneamente realizzare un:
• Sistema disperdente, rispondente al requisito fondamentale di garantire
gradienti di tensione accettabili;
• Impianto di messa a terra del neutro, progettato sulla base degli
effetti termici della corrente di guasto e
della necessità di limitare la tensione residua sul punto di guasto;
•
Impianto
di
equipotenzializzazione,
finalizzato
a
limitare
sovratensioni indotte da guasti in altri impianti interconnessi
all’impianto principale.
In base alla norma CEI 11.1 in vigore, relativamente agli impianti
utilizzatori a tensione nominale maggiore di 1000 V, il valore della
resistenza dell’impianto di terra deve essere tale da non permettere che
si verifichino tensioni di contatto e di passo pericolose per le persone.
Per ottenere il valore di resistenza richiesto, si è progettato un
impianto costituito da un dispersore in corda di rame nudo di sezione
pari a 50 mmq.
La corda in rame, lungo i percorsi delle vie cavi interrate, sarà posata
sul fondo dello scavo e portata in ogni pozzetto di intercettazione cavi,
predisposto dalla stessa Ditta appaltatrice, dove sarà connessa ad un
nodo di terra.
Ai nodi di terra andranno collegate: Ai nodi di terra andranno collegate:
· le masse degli impianti elettrici;
· le masse estranee previste dalle norme vigenti;
· i ferri di armatura delle strutture in cemento armato;
· la maglia elettrosaldata in acciaio della via cavi.
L’impianto di terra così realizzato dovrà essere integrato da dispersori
a picchetto in profilato di acciaio zincato in prossimità delle cabine
elettriche, come indicato negli elaborati di progetto.
Le sezioni dei dispersori sono state calcolate, con riferimento alla
norma CEI 11.1 e secondo la norma CEI 81.1,tenendo conto delle dimensioni
minime degli elementi del dispersore prescritte.
Le giunzioni dovranno essere realizzate in modo tale da:
· isolare e proteggere le parti in modo adeguato;
· impedire gli accoppiamenti fra materiali diversi;
· evitare l'allentamento;
· limitare la corrosione
All’impianto di terra (“dispersore intenzionale”) così realizzato,
dovranno essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche e tutte
le masse metalliche estranee accessibili e di notevole estensione,
esistenti nell’area dell’impianto utilizzatore.
La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori
che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i
contatti indiretti, non è inferiore a quella indicata dalle norme CEI 648 e CEI 11-1.
9.13.1.1 Elementi di un impianto di terra
L’impianto di messa a terra deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti
norme CEI 64-8 e CEI 11-1 e CEI 11-8, deve essere realizzato in modo da
poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e deve comprendere
i seguenti elementi:
-dispersore (o dispersori) di terra, cioè uno o più elementi metallici
posti in intimo contatto con il terreno atti a realizzare, con questo, il
collegamento elettrico;
-conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinato a
collegare i dispersori fra loro e/o al collettore (o nodo) principale di
terra. I conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno
devono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte
interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque
isolata dal terreno);
-conduttore di protezione, che parte dal collettore di terra, arriva in
ogni impianto e viene collegato a tutte le prese a spina destinate ad
alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i
contatti indiretti mediante la messa a terra, o che parte dal collettore
di terra e viene collegato direttamente alle masse di tutti gli
apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione aventi
parti metalliche comunque accessibili. E’ vietato l’impiego di conduttori
di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4;
collettore (o nodo) principale di terra, nel quale confluiscono i
conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente
di neutro, per quei sistemi TN dove il conduttore di neutro ha anche la
funzione di conduttore di protezione;
-conduttore
equipotenziale,
avente
lo
scopo
di
assicurare
l’equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee, cioè quelle parti
conduttrici, non facenti parte dell’impianto elettrico, suscettibili di
introdurre il potenziale di terra.
9.13.1.2 Materiali per impianto di terra
I materiali previsti per la creazione dell’impianto di terra sono:
Un conduttore in corda rigida di rame elettrolitico 99,9%, nudo secondo
norme UNI 5649-88, di sezione 50 mmq, avente come caratteristiche quelle
elencate nelle tabelle UNEL 014.
• Un nodo per il collegamento equipotenziale, realizzato con al massimo
sei conduttori, forato e corredato di bulloneria per i collegamenti;
• Capicorda di conduttori equipotenziali e PE, in acciaio zincato a
fuoco, con dimensioni determinate dalle sezioni dei cavi da collegarsi;
• Dispersore a croce in profilato di acciaio zincato, di lunghezza 2 m,
munito di bandierina, con due fori . 13mm per l’allacciamento di
conduttori tondi.
9.13.1.3 Misure sugli impianti di terra
A completamento dei montaggi, la ditta appaltatrice dovrà procedere alla
verifica dell’impianto generale di terra effettuando, con le modalità
dettate dalle norme CEI 11-1:
La misura della resistenza di terra;
La verifica dei conduttori di terra (sezioni minime, materiali, modalità
di installazione, stato di conservazione, continuità);
La misura delle tensioni di passo e di contatto per le cabine e
l’impianto; La misura dei gradienti di tensione in alcune zone
dell’impianto, determinate dal coordinatore per l’esecuzione delle
opere.
10.ALTRO MATERIALE ELETTRICO
10.1 CASSETTE DI DERIVAZIONE
Le cassette di derivazione devono avere caratteristiche adeguate alle
condizioni di impiego, cioè devono essere in materiale isolante,
resistenti al calore anormale ed al fuoco, come previsto dalla Norme CEI
64-8; devono poter essere tutte installate a parete od ad incasso con un
sistema che consenta planarità e parallelismi: in particolare, nella
versione da parete, le cassette devono avere grado di protezione almeno
IP44. Tutte le cassette devono, poi, contenere i morsetti di giunzione e
derivazione e gli eventuali separatori fra circuiti appartenenti a
sistemi diversi.
I coperchi, di cui sono esclusi quelli con chiusura a pressione, devono
essere removibili solo con attrezzo.
10.2 MORSETTI
Le giunzioni e le derivazioni devono essere effettuate solo ed
esclusivamente all’interno dei quadri elettrici o delle scatole di
derivazione per mezzo di morsettiere e relativi morsetti, aventi entrambi
le caratteristiche specificate nei riferimenti normativi:
•
CEI 23-20;
•
CEI 23-21;
•
CEI 17-19.
•
Prese forza motrice
10.3 CASSETTE DI DERIVAZIONE
Le cassette di derivazione devono avere caratteristiche adeguate alle
condizioni di impiego, essere in materiale isolante, resistenti al calore
anormale ed al fuoco secondo Norme CEI 64-8. Devono poter essere
installate a parete od ad incasso con sistema che consenta planarità e
parallelismi. Nella versione da parete le cassette devono avere grado
di protezione almeno IP44.
I coperchi devono essere rimossi solo con attrezzo; sono esclusi i
coperchi con chiusura a pressione.
Tutte le cassette devono contenere i morsetti di giunzione e derivazione
e gli eventuali separatori fra circuiti appartenenti a sistemi diversi.
Le dimensioni di massima sono:
da parete 250x200x120 mm
da incasso 250x250x70 mm
10.4 PRESE FORZA MOTRICE
Prese di sicurezza per alimentazione utenze mobili
caratteristiche generali:
Riferimenti normativi: CEE17; CEI 23-12; CEI 70-1.
con
le
seguenti
• Corrente nominale da 16 a 32 A;
• Poli 2P+T; 3P+T+N; 3P+T
• Custodia in materiale isolante termoindurente, autoestinguente, grado
di protezione almeno IP44 secondo IEC 529 CEI EN 60529; il grado di
protezione dovrà essere assicurato anche a spina inserita;
• Possibilità di installare le prese direttamente a parete oppure su
apposite basi modulari componibili isolate;
• Entrata cavo superiore mediante pressacavo;
• Morsetto di terra interno alla cassetta;
• Interruttore di manovra con interblocco atto a rendere impossibile
l’inserzione e l’estrazione della spina sotto
tensione e l’accesso alle parti in tensione a circuito chiuso;
· Dispositivo di protezione contro le sovracorrenti con interruttore
differenziale.
10.4.1 NORME DI RIFERIMENTO
Le prese e le spine industriali a norma IEC309, saranno progettate nel
totale rispetto delle seguenti normative:
· IEC 309-1 e 2;
· CEI EN 60309-1 e 2;
· CEI 23-12/1 e 2;
riguardanti i prodotti con corrente nominale da 16 a 125A
Dati ambientali
I dati ambientali riferiti al luogo di installazione ove dovranno essere
inserite le prese e le spine industriali in oggetto sono:
· Temperatura ambiente: max +40 °C -min -5 °C
· Umidità relativa; 95 % massima
· Altitudine; < 1000 metri s.l.m.
Caratteristiche elettriche
· Tensione nominale: 690V
· Tensione esercizio: max 690V
· Livello nominale di isolamento max 690V
· Tensione di prova a 50 Hz per un 1’ a secco verso terra e tra le fasi
max 3kV
· Frequenza nominale 50/500Hz
· Grado di protezione prese e spine IP 44 -IP67
· Grado di protezione prese con interruttore di blocco IP 44 -IP55 -IP66
10.5 COMANDI (INTERRUTTORI, DEVIATORI PULSANTI E SIMILI) E PRESE A SPINA
Sono da impiegarsi apparecchi da incasso modulari e componibili.
Gli interruttori devono avere portata 16 A; le prese devono essere di
sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di
apparecchi atti a realizzare impianti di segnalazione, impianti di
distribuzione sonora negli ambienti ecc.
La serie deve consentire l’installazione di almeno 3 apparecchi nella
scatola rettangolare normalizzata.
10.6 APPARECCHIATURE MODULARI CON MODULO NORMALIZZATO
Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono
essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto su
profilato preferibilmente normalizzato EN 50022 [norme CEI (17-18)].
In particolare:
. gli interruttori automatici magnetotermici da 1 a 100 A devono essere
modulari e componibili con potere di interruzione fino a 6.000 A, salvo
casi particolari;
tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale
l’impianto (ad esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di
segnalazione, interruttori programmatori, prese di correte CEE ecc.)
devono essere modulari e accoppiabili nello stesso quadro con gli
interruttori automatici di cui al punto a);
gli interruttori con relè differenziali fino a 63 A devono essere
modulari e appartenere alla stessa serie di cui ai punti a)e b). Devono
essere del tipo ad azione diretta;
gli interruttori magnetotermici differenziali tetrapolari con 3 poli
protetti fino a 63A devono essere modulari ed essere dotati di un
dispositivo che consenta la visualizzazione dell’avvenuto intervento e
permetta preferibilmente di distinguere se detto intervento è provocato
dalla protezione magnetotermica o dalla protezione differenziale. E’
ammesso l’impiego di interruttori differenziali puri purchè abbiano un
potere di interruzione con dispositivo associato di almeno 4.500 A;
il potere di interruzione degli interruttori automatici deve essere
garantito
sia
in
caso
di
alimentazione
dai
morsetti
superiori
(alimentazione dall’alto) sia in caso di alimentazione dei morsetti
inferiori (alimentazione del basso).
Gli interruttori di cui in c) e in d) devono essere conformi alle norme
CEI 23-18 e devono essere interamente assiemati a cura del Costruttore.
10.7 QUADRI DI COMANDO E DI DISTRIBUZIONE IN MATERIALE ISOLANTE
Negli ambienti in cui l’amministrazione appaltante lo ritiene opportuno,
al posto dei quadri in lamiera si dovranno installare quadri in materiale
isolante.
In questo caso devono avere attitudine a non innescare l’incendio in caso
di riscaldamento ecccessivo secondo la tabella di cui all’art. 131.1.6
delle norme CEI 64-8, e comunque i quadri non incassati devono avere una
resistenza alla prova del filo incandescente non inferiore a 650°C.
I quadri devono essere composti da cassette isolanti con piastra
portapparecchi estraibile per consentire il cablaggio degli apparecchi in
officina. Devono essere disponibili con grado di protezione adeguato
all’ambiente di installazione e comunque almeno IP 40; in questo caso il
portello deve avere apertura a 180 gradi.
Questi quadri
isolamento.
devono
consentire
una
installazione
del
tipo
a
doppio
11.2 PLAFONIERE SERVIZI IGIENICI
Le plafoniere per i servizi igienici saranno con corpo retto in
policarbonato infrangibile ed autoestinguente, colore grigio RAL7035,
stabilizzato ai raggi UV, antingiallimento, diffusore in policarbonato
trasparente, internamente satinato antiabbagliamento, infrangibile ed
autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, liscio esternamente
antipolvere, riflettore in colore bianco riflettente. Lampade FLC 1x18 o
2x18w.
Le plafoniere saranno 1x18W FD o 2x18W FD, con schermo stampato ad
iniezione in policarbonato autoestinguente; la prismatura dello schermo
ottimizza
la
distribuzione
del
flusso
luminoso
e
ne
controlla
l’abbagliamento.
Il riflettore, in acciaio verniciato bianco ad alta riflettanza, fa da
supporto ai componenti elettrici cablati e rifasati.
Il sistema d’aggancio verrà realizzato con una serie di tasselli ad
espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Gli
accessori saranno clips di acciaio inox.
Tutti i componenti e gli accessori dovranno, comunque, essere conformi
agli standard qualitativi e normativi attualmente in vigore in Europa.
Caratteristiche tecniche
Tensione: 230V -50Hz.
Fattore di potenza: cos .
0,9.
Classe d’isolamento: I
Grado di protezione: IP 55.
Pressacavo: N°1 pressacavo PG 13,5 in nylon.
Vano accessori elettrici: Interno.
Sistema di fissaggio: a plafone mediante tasselli ad espansione oppure a
sospensione mediante ganci in materiale plastico.
Posizione di funzionamento: Universale.
Rifrattore: Coppa in policarbonato, trasparente e con prismature interne.
Riflettore: Lamiera d’acciaio verniciata a forno con polveri poliestere
di colore bianco lucido.
Clips di chiusura: in acciaio inox.
Fissaggio accessori elettrici: sul retro del riflettore.
Cavi: unipolari rigidi sezione 0,75 mm 2 isolati con cloruro di
polivinile (PVC) tensione nominale 300/500V. Il cavo è dotato
d’approvazione al marchio IMQ.
Viterie: Acciaio cromozincato.
Guarnizioni: in materiale siliconico antinvecchiante, colato in
un’apposita sede ricavata sul corpo.
Portalampade: Costruito in poliammide di colore bianco con attacco tipo
G13 provvisto di sistema di imperdibilità rispetto al riflettore.
Morsettiera di alimentazione: Morsettiera tribolare in nylon 6.6 con
sezione dei morsetti 2,5 mmq .
11.4 PLAFONIERE aule e corridoi – 2x36 W
Le plafoniere avranno corpo in acciaio verniciato bianco, telaio in
alluminio estruso anodizzato, riflettore DKS doppio parabolico in
alluminio.
Il sistema d’aggancio verrà realizzato con una serie di tasselli ad
espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Gli
accessori saranno clips di acciaio inox.
Tutti i componenti e gli accessori dovranno, comunque, essere conformi
agli standard qualitativi e normativi attualmente in vigore in Europa.
Caratteristiche tecniche
Tensione: 230V -50Hz.
Fattore di potenza: cos .
0,9.
Classe d’isolamento: I
Vano accessori elettrici: Interno.
Lampade: FC 2x36W;
Sistema di fissaggio: a plafone mediante tasselli ad espansione oppure a
sospensione mediante ganci in materiale plastico.
Posizione di funzionamento: Universale.
Rifrattore: Coppa in policarbonato, trasparente e con prismature interne.
Riflettore: Lamiera d’acciaio verniciata a forno con polveri poliestere
di colore bianco lucido.
Clips di chiusura: in acciaio inox.
Cavi: unipolari rigidi sezione 0,75 mm 2 isolati con cloruro di
polivinile (PVC) tensione nominale 300/500V. Il cavo è dotato
d’approvazione al marchio IMQ.
Viterie: Acciaio cromozincato.
Portalampade: Costruito in poliammide di colore bianco con attacco tipo
G13 provvisto di sistema di imperdibilità rispetto al riflettore.
Morsettiera di alimentazione: Morsettiera tripolare in nylon 6.6 con
sezione dei morsetti 2,5 mmq .
11.6 PROIETTORI ESTERNI
Proiettore per esterni con le seguenti caratteristiche:
CORPO/TELAIO: In alluminio pressofuso con alettature di raffreddamento.
RIFLETTORE: Diffondente in alluminio purissimo, ossidato e brillantato.
DIFFUSORE: In alluminio bianco riflettente con vetro interno per
direzionare al meglio il fascio luminoso.
VETRO: Di protezione temperato, sp. 5 mm, resistente agli shock termici e
agli urti.
VERNICIATURA: Ad immersione in cataforesi epossidica, colore nero,
resistente alla corrosione e alle nebbie saline.
Seconda mano di finitura con resina acrilica, ecologica, argento
sabbiato, stabilizzata ai raggi UV.
PORTALAMPADA: In ceramica e contatti argentati. Attacco Fc2.
CABLAGGIO: Alimentazione 230V/50Hz con protezione termica. Cavetto
capicordato con puntali in ottone stagnato a innesto rapido, isolamento
in silicone con calza di vetro sez. 1 mm². Morsettiera 2P+T con massima
sezione dei
conduttori ammessa 2.5 mm².
NORMATIVA: Prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1 CEI 34-21,
sono protetti con il grado IP65IK10 secondo le norme EN60529. In classe
di isolamento II.
Disco con parabola riflettente (Inclinazione massima +/-6% in caso
l'apparecchio venga installato esternamente).
Ancoraggio al suolo: prevedere in fase di installazione l'annegamento del
montante (min. 80 cm) in un plinto in calcestruzzo di dimensioni cm.
87x87x90.
11.7 GRUPPI AUTONOMI DI EMERGENZA
Per alcune zone operative dell’impianto sono state previste
apparecchiature che, in caso di mancanza di alimentazione della rete,
provvedano all’illuminazione di emergenza. Esse saranno costituite da
plafoniere, inverter, batterie e caricabatteria con autonomia di un’ora.
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