PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE 2007 IT161PO010 FERS SICILIA "Ambiente per l'Apprendimento" Asse II "Qualità degli ambienti scolastici" Obiettivo C Lavori di messa in sicurezza dell’istituto Liceo Artistico Statale ”Renato Guttuso” ELAB.8 - DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI Progettista : Responsabile unico del procedimento : Ing. Francesco Nardo Dott.ssa Tiziana D’Anna 1. VALUTAZIONE DEI LAVORI 1.1 VALUTAZIONE DEI LAVORI -CONDIZIONI GENERALI Nei prezzi contrattuali sono compresi tutti gli oneri ed obblighi richiamati nel presente disciplinare e negli altri atti contrattuali che l'Appaltatore dovrà sostenere per l'esecuzione di tutta l'opera e delle sue parti nei tempi e modi prescritti. L'esecuzione dell'opera in questione dovrà, comunque, avvenire nella completa applicazione della disciplina vigente relativa alla materia, includendo tutte le fasi contrattuali, di progettazione, di messa in opera, di prevenzione infortuni e tutela dei lavoratori, della sicurezza, ecc. includendo qualunque altro aspetto normativo necessario al completamento dei lavori nel rispetto delle specifiche generali e particolari già citate. I prezzi contrattualmente definiti sono accettati dall'Appaltatore nella più completa ed approfondita conoscenza delle quantità e del tipo di lavoro da svolgere rinunciando a qualunque altra pretesa di carattere economico che dovesse derivare da errata valutazione o mancata conoscenza dei fatti di natura geologica, tecnica, realizzativa o normativa legati all'esecuzione dei lavori. Le eventuali varianti che comportino modifiche sostanziali al progetto (ampliamenti o riduzioni di cubatura, aggiunta o cancellazione di parti dell'opera, ecc.), dovranno essere ufficialmente autorizzate dalla Direzione dei Lavori e contabilizzate a parte secondo le condizioni contrattuali previste per tali lavori; non sono compresi, in questa categoria, i lavori di rifacimento richiesti per cattiva esecuzione o funzionamento difettoso che dovranno essere eseguiti a totale carico e spese dell'Appaltatore. Il prezzo previsto per tutte le forniture di materiali e di impianti è comprensivo, inoltre, dell'onere per l'eventuale posa in periodi diversi di tempo, qualunque possa essere l'ordine di arrivo in cantiere dei materiali forniti dall'Appaltatore. Queste norme si applicano per tutti i lavori indicati dal presente disciplinare (eseguiti in economia, a misura, a corpo, ecc.) e che saranno, comunque, verificati in contraddittorio con l'Appaltatore; si richiama espressamente, in tal senso, l'applicazione dell'Elenco prezzi indicato nei documenti che disciplinano l'Appalto. 1.2 VALUTAZIONE DEI LAVORI A MISURA, A CORPO Il prezzo a corpo indicato nel contratto comprende e compensa tutte le lavorazioni, i materiali, gli impianti, i mezzi e la mano d'opera necessari alla completa esecuzione delle opere richieste dalle prescrizioni progettuali e contrattuali, dalle indicazioni della Direzione dei Lavori e da quanto altro, eventualmente specificato, nella piena osservanza della normativa vigente e delle specifiche del presente disciplinare. Sono incluse nell'importo a corpo tutte le opere relative all’edificio in questione come descritto nei progetti o nel contratto, nel presente disciplinare o in tutti gli altri elaborati progettuali comprendendo tutte le lavorazioni e parti di esse completamente finita in ogni dettaglio. necessarie per dare l'opera Per le prestazioni a corpo, il prezzo convenuto non può essere modificato sulla base della verifica della quantità o della qualità della prestazione. 1.2.1 OPERE ESCLUSE DALL'IMPORTO A CORPO Salvo quanto previsto nel presente paragrafo, potranno essere valutate a parte (a misura ovvero in base all'Elenco prezzi allegato al contratto) le sole opere indicate dalla normativa di riferimento e comunque autorizzate dalla Direzione dei Lavori. Tali opere potranno essere escluse dall'importo a corpo solamente nel caso di indicazione espressa nelle specifiche tecniche (progetto e contratto) con la chiara definizione di quanto escluso dall'importo a corpo; in caso di mancata esclusione di opere o parti di esse chiaramente identificate, tutti i lavori previsti o necessari alla realizzazione di quanto indicato nel contratto principale di appalto si intenderanno inclusi nel prezzo complessivo stabilito. 1.2.2 DISPOSIZIONI L'Appaltatore è tenuto ad eseguire le opere indicate in base ai disegni di progetto ed alle prescrizioni già citate senza introdurre alcuna variazione che non sia ufficialmente autorizzata; eventuali modifiche di quota nei piani di fondazione dovranno essere autorizzate dalla D.L. e comunque non costituiranno variazione relativamente al prezzo complessivamente stabilito, che costituisce il prezzo di contratto. 1.2.3 NORME PER LA MISURAZIONE E CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI LAVORAZIONI A MISURA Qualora, nell'ambito dei lavori oggetto del presente disciplinare, si rendesse necessaria la realizzazione di opere da valutare a misura, queste dovranno essere computate secondo i criteri riportati di seguito. Tutti i prezzi dei lavori valutati a misura sono comprensivi delle spese per il carico, la fornitura, il trasporto, la movimentazione in cantiere e la posa in opera dei materiali includendo, inoltre, le spese per i macchinari di qualsiasi tipo (e relativi operatori), le opere provvisorie, le assicurazioni ed imposte, l'allestimento dei cantieri, le spese generali, l'utile dell'Appaltatore e quanto altro necessario per la completa esecuzione dell'opera in oggetto. Viene quindi fissato che tutte le opere incluse nei lavori a misura elencate di seguito si intenderanno eseguite con tutte le lavorazioni, i materiali, i mezzi e la mano d'opera necessari alla loro completa corrispondenza con le prescrizioni progettuali e contrattuali, con le indicazioni della Direzione dei Lavori, con le norme vigenti e con quanto previsto dal presente apitolato senza altri oneri aggiuntivi, da parte del Committente, di qualunque tipo. Il prezzo stabilito per i vari materiali e categorie di lavoro è comprensivo, inoltre, dell'onere per l'eventuale posa in opera in periodi di tempo diversi, qualunque possa essere l'ordine di arrivo in cantiere dei materiali forniti dall'Appaltatore. Le norme di misurazione per la contabilizzazione dei lavori hanno specifica rilevanza nei casi di perizia suppletiva e di variante ammessa dalla legislazione vigente. 1.2.3.1 DEMOLIZIONI Il volume e la superficie di una demolizione parziale o di un foro vengono calcolati in base alle misure indicate sul progetto di demolizione e, in mancanza, in base alle misure reali, rilevate sul posto in contraddittorio. I materiali di risulta sono di proprietà del Committente, fermo restando l'obbligo dell'Appaltatore di avviare a sue spese tali materiali a discarica. Le demolizioni in breccia verranno contabilizzate tenendo conto, oltre che della superficie anche della profondità effettiva della demolizione. 1.2.3.2 SCAVI IN GENERALE La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi: il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate in base ai rilevamenti eseguiti in contraddittorio con l'Appaltatore, prima e dopo i relativi lavori; gli scavi di fondazione saranno valutati su un volume ottenuto dal prodotto dell'area di base della fondazione stessa per la profondità misurata sotto il piano degli scavi di sbancamento, considerando le pareti perfettamente verticali. Al volume così calcolato si applicheranno i prezzi fissati per tali opere nell'Elenco prezzi allegato al contratto; essi saranno valutati sempre come se fossero stati eseguiti a pareti verticali ritenendosi già compreso e compensato con il prezzo unitario di elenco ogni onere di maggiore scavo. Per gli scavi di fondazione da eseguire con l'impiego di casseri, paratie o simili strutture, sarà incluso nel volume di scavo per fondazione anche lo spazio occupato dalle strutture stesse. I prezzi di elenco, relativi agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente ai volumi di scavo compresi fra piani orizzontali consecutivi, stabiliti per diverse profondità, nello stesso elenco dei prezzi. Pertanto la valutazione dello scavo risulterà definita, per ciascuna zona, dal volume ricadente nella zona stessa e dall'applicazione ad esso del relativo prezzo di elenco. 1.2.3.3 RILEVATI, REINTERRI E RIEMPIMENTI Il volume dei rilevati sarà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate, in base a rilevamenti eseguiti come per gli scavi di sbancamento. I reinterri di scavi a sezione ristretta saranno valutati a metro cubo per il loro volume effettivo misurato in opera. Il riempimento con misto granulare a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc., sarà valutato a metro cubo per il suo volume effettivo misurato in opera. 1.2.3.4 VESPAI La contabilizzazione dei vespai sarà effettuata sul volume dei materiali effettivamente utilizzati misurato a lavori eseguiti. 1.2.3.5 CASSEFORME Le casseforme dovranno essere contabilizzate secondo le superfici delle facce interne a contatto con il conglomerato cementizio. 1.2.3.6 CALCESTRUZZI I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc., e le strutture costituite da getto in opera, saranno contabilizzati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo di esecuzione dei lavori. Le lastre ed opere particolari saranno valutate, se espressamente indicato, in base alla superficie. 1.2.3.7 CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e spessore sarà valutato per il suo volume effettivo, senza detrazione del volume del ferro di armatura, che verrà pagato a parte, e del volume del conglomerato corrispondente a vani, aperture, nicchie e simili inferiori a 0,10 m2 di superficie e senza contabilizzare la superficie bagnata della casseratura necessaria per formare i suddetti vani, aperture, nicchie e simili. Nel caso di elementi ornamentali gettati fuori opera il volume sarà considerato in base al minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun elemento includendo anche il costo dell'armatura metallica nonché la posa in opera, sempreché non sia pagata a parte. 1.2.3.8 ACCIAIO PER STRUTTURE IN C.A. E C.A.P. L'acciaio impiegato nelle strutture in cemento armato e cemento armato precompresso verrà computato a peso. 1.2.3.12 TINTEGGIATURE E VERNICIATURE Le verniciature eseguite su opere metalliche, in legno o simili verranno calcolate, senza considerare i relativi spessori, applicando alle superfici (misurate su una faccia) i coefficienti riportati: · opere metalliche, grandi vetrate, lucernari, ecc. 0,75 · opere metalliche per cancelli, ringhiere, parapetti 2,00 · infissi vetrati (finestre, porte a vetri, ecc.) 1,00 · persiane lamellari, serrande di lamiera, ecc. 3,00 · persiane avvolgibili, lamiere ondulate, ecc. 2,50 · porte, sportelli, controsportelli, ecc. 2,00 Le superfici indicate per i serramenti saranno misurate al filo esterno degli stessi (escludendo coprifili o telai). 1.2.3.13 MASSETTI L'esecuzione di massetti di cemento a vista o massetti di sottofondo normali o speciali verrà computata secondo i metri cubi effettivamente realizzati e misurati a lavoro eseguito. 1.2.3.14 PAVIMENTI I pavimenti verranno calcolati in base alle superfici comprese fra le pareti escludendo le zone non pavimentate superiori a 0,30 m2 e le parti perimetrali sotto l'intonaco. Per i pavimenti eseguiti in pietra da taglio le misurazioni si effettueranno sommando le superfici dei minimi rettangoli o quadrati circoscrivibili a ciascun pezzo. 1.2.3.15 RIVESTIMENTI I rivestimenti e le eventuali decorazioni verranno calcolati, salvo altre prescrizioni, in base alle superfici effettivamente eseguite, detraendo tutte le aree o zone non interessate da tali lavori superiori a 0,30 m2. 1.2.3.19 INFISSI Tutti gli infissi interni ed esterni, realizzati in legno, alluminio o PVC, saranno valutati sulla base della superficie misurata sul filo esterno dei telai. Le parti centinate saranno computate secondo la superficie del minimo rettangolo circoscritto, misurato ad infisso chiuso. Le serrande di sicurezza, i cancelli ad estensione, le porte basculanti e le persiane avvolgibili verranno calcolate secondo la superficie netta dell'apertura aumentata di 5 cm in larghezza e 20 cm in altezza; le persiane a cerniera o sportelli esterni verranno calcolati sulla base della superficie misurata sul filo esterno degli stessi. 1.2.3.22 OPERE IN METALLO Le opere in metallo (esclusi gli infissi per i quali si rimanda allo specifico paragrafo) saranno valutate, salvo altre prescrizioni, a peso e le quantità verranno stabilite sui manufatti completati prima della loro posa in opera e della verniciatura. Le opere in metallo saranno in generale valutate a peso (ad esclusione degli infissi per i quali si rimanda allo specifico paragrafo), calcolando il peso effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata determinato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'Appaltatore, ad esclusione del peso delle verniciature e delle coloriture. 1.2.3.23 OPERE IN VETRO La misura dei vetri e cristalli verrà eseguita sulle lastre in opera, senza cioè tenere conto degli eventuali sfridi occorsi per ricavare le dimensioni effettive. I vetri ed i cristalli centinati saranno valutati secondo il minimo rettangolo ad essi circoscritto. Nel caso di lastre di vetro si avranno le seguenti valutazioni: vetrate isolanti termoacustiche (vetrocamera): superfici unitarie non inferiori a 0,5 m2; 1.2.3.24 CONGLOMERATI BITUMINOSI Per le pavimentazioni di tappeti sottili in conglomerato bituminoso, in calcestruzzo bituminoso, in malta bituminosa, in malta bituminosa irruvidita, in asfalto colato per marciapiede, in asfalto colato per carreggiate anche irruvidite, in masselli di pietra, in cubetti di pietra ed in calcestruzzo vibrato verrà in ogni caso misurata la sola superficie effettivamente pavimentata, escludendo qualsiasi elemento non facente parte del rivestimento stesso, chiusini, bocchette di ispezione, ecc. Per l'esecuzione di trattamenti superficiali, con bitume normale, con bitumi liquidi e con emulsioni bituminose saranno escluse dalla misurazione le due strisce non trattate ai margini della strada (strisce laterali della carreggiata, in fregio ai marciapiedi, della larghezza singola di 0,60 m). Per i manti di asfalto colato per marciapiedi non verranno dedotti gli ingombri (chiusini, pali, ecc.) le cui superfici risultino uguali o inferiori a 0,05 m2. 1.3 VALUTAZIONE DEI LAVORI IN ECONOMIA Le prestazioni in economia saranno eseguite nella piena applicazione della normativa vigente sulla mano d'opera, i noli, i materiali incluse tutte le prescrizioni contrattuali e le specifiche del presente disciplinare; le opere dovranno essere dettagliatamente descritte (nelle quantità, nei tempi di realizzazione, nei materiali, nei mezzi e numero di persone impiegate) e controfirmate dalla Direzione dei Lavori. Nel caso di lavori non previsti o non contemplati nel contratto iniziale, le opere da eseguire dovranno essere preventivamente autorizzate dalla Direzione dei Lavori. Il prezzo relativo alla mano d'opera dovrà comprendere ogni spesa per la fornitura di tutti gli attrezzi necessari agli operai, la quota delle assicurazioni, la spesa per l'illuminazione, gli accessori, le spese generali e l'utile dell'Appaltatore. Nel prezzo dei noli dovranno essere incluse tutte le operazioni da eseguire per avere le macchine operanti in cantiere, compresi gli operatori, gli operai specializzati, l'assistenza, la spesa per i combustibili, l'energia elettrica, i lubrificanti, i pezzi di ricambio, la manutenzione di qualunque tipo, l'allontanamento dal cantiere e quant'altro si rendesse necessario per la piena funzionalità dei macchinari durante tutto il periodo dei lavori. Il prezzo dei materiali dovrà includere tutte le spese e gli oneri richiesti per avere i materiali in cantiere immagazzinati in modo idoneo a garantire la loro protezione e tutti gli apparecchi e mezzi d'opera necessari per la loro movimentazione, la mano d'opera richiesta per tali operazioni, le spese generali, i trasporti, le parti danneggiate,l'utile dell'Appaltatore e tutto quanto il necessario alla effettiva installazione delle quantità e qualità richieste. Tutti i ritardi, le imperfezioni ed i danni causati dalla mancata osservanza di quanto prescritto saranno prontamente riparati, secondo le disposizioni della Direzione dei Lavori, a totale carico e spese dell'Appaltatore. 1.4 APPROVVIGIONAMENTO E ACCETTAZIONE L'appaltatore è libero di scegliere il luogo ove approvvigionare i materiali, purché essi abbiano le caratteristiche indicate nella specifica voce d’elenco. Qualora la specifica tecnica prescriva una determinata località, l’appaltatore dovrà documentarne la provenienza. Nel caso le specifiche tecniche o le voci d’elenco menzionino prodotti di una determinata fabbricazione, oppure procedimenti particolari ed esclusivi, tali indicazioni si intendono esemplificative delle caratteristiche richieste per quel prodotto e non devono essere intese come discriminatorie nei confronti di altri materiali presenti sul mercato che abbiano caratteristiche tecniche equivalenti. I materiali e i componenti devono essere della migliore qualità, corrispondere alle prescrizioni di capitolato, alle norme sui prodotti da costruzione ed essere utilizzati solo se idonei all'impiego. I prodotti che recano il marchio CE si presumono idonei all'impiego previsto e devono essere accompagnati dall'attestato di conformità ai requisiti della specificazione tecnica che consenta l'identificazione delle caratteristiche del prodotto stesso. Per i prodotti marginali, che non hanno un’incidenza diretta sulla salute e la sicurezza, l'impiego è condizionato alla sola dichiarazione di conformità alle regole dell'arte rilasciata dal fabbricante. I materiali, inoltre, devono corrispondere a quanto stabilito nel presente capitolato speciale: laddove non siano espressamente indicate le caratteristiche per l'accettazione dei materiali a piè d'opera, o per le modalità di esecuzione delle lavorazioni, in caso di controversia si stabilisce che saranno osservate, come requisiti minimi, le norme UNI, le norme CEI, le norme CNR, o di altri enti normatori ufficiali, al di sotto dei quali, e salvo accettazione, verrà applicata una adeguata riduzione di prezzo. Tutti i materiali ed i componenti possono essere messi in opera solamente dopo l'accettazione provvisoria del direttore dei lavori. L'accettazione può essere definitiva solo dopo la loro posa in opera. 1.5 CAMPIONATURE E PROVE DI LABORATORIO E’ un obbligo dell’appaltatore la presentazione del campionario o dei modelli di tutti i materiali edili e impiantistici o delle lavorazioni di finitura previsti in progetto, senza alcuna esclusione, prima del loro approvvigionamento in cantiere o messa in opera. La disponibilità in cantiere di campioni o modelli da esaminare sarà puntualmente segnalata alla direzione lavori per evitare ritardi nella loro approvazione. Previa redazione di un verbale steso in concorso con l'appaltatore, la direzione dei lavori può prelevare campioni dei materiali approvvigionati in cantiere, da sottoporre a prove e controlli, da eseguirsi in laboratori ufficiali, nel numero necessario al completo accertamento della rispondenza delle caratteristiche previste, a spese dell'appaltatore. 1.6 PRODOTTI E LAVORAZIONI NON CONFORMI Qualora si accerti che i materiali accettati e posti in opera non sono conformi alle specifiche tecniche di capitolato o risultano di cattiva qualità, il direttore dei lavori può ordinarne la rimozione e la sostituzione a spese dell'appaltatore. Il direttore del cantiere dovrà mettere in atto particolari azioni preventive per tutte quelle lavorazioni eseguite in cantiere la cui qualità è soggetta prevalentemente alla perizia dell'operatore e/o alla variabilità delle condizioni meteorologiche, secondo le indicazioni tecniche del presente capitolato e delle schede tecniche standard dei materiali e componenti. I materiali e componenti non conformi alle norme contrattuali, rilevati tali dalla direzione lavori, dallo stesso direttore di cantiere o da verifiche esterne, sia in fase di costruzione o montaggio, oppure durante il collaudo, sono sottoposti a trattamento. La non conformità minore, cioè quella per la quale sono possibili tecnicamente modalità di riparazione, può essere trattata dal direttore del cantiere dandone informazione alla direzione lavori. La non conformità maggiore sarà trattata dal direttore di cantiere con un intervento da programmare in concorso tra la direzione lavori e l'appaltatore. La parte non conforme va identificata con etichette segnaletiche, stampigliature o timbri, quindi allontanata dal cantiere. Qualora rimovibile senza demolizione, va segnalata lavori per concordarne il tipo di trattamento. al direttore dei Se l’appaltatore non provvede al trattamento delle non conformità nei tempi stabiliti dal direttore dei lavori, l’Amministrazione può provvedervi direttamente a spese dell’appaltatore. 1.7 DOCUMENTAZIONE TECNICA E MATERIALI DI RISPETTO Ad avvenuta ultimazione delle opere, l'appaltatore dovrà fornire alla stazione appaltante, al fine di redigere il certificato di collaudo o di regolare esecuzione, tutta la documentazione tecnica relativa alle opere eseguite. Oltre ai documenti indicati nelle successive specifiche tecniche, l’appaltatore dovrà trasmettere in particolare quelli relativi a: • schede tecniche standard dei prodotti e dei servizi (ex UNI 8690 e UNI 9038), distinguendo i prodotti che recano il marchio CE e i prodotti marginali (D.P.R. 246/1993); • documenti d’identificazione e rintracciabilità di materiali e componenti; • manuali di funzionamento e di manutenzione delle case costruttrici; • elenco delle eventuali parti di ricambio fornite in dotazione; • registrazione di prove, controlli e collaudi, sia al ricevimento che in produzione e finali; • certificazioni sul comportamento dei materiali e delle apparecchiature fornite rilasciati da istituti ufficiali; • disegni degli impianti tecnologici us-build, con il rilievo esatto del percorso delle reti e del posizionamento delle apparecchiature. Tali elaborati dovranno rispecchiare le posizioni, caratteristiche e dimensioni delle apparecchiature come realmente eseguite ed essere forniti in triplice copia. Sarà cura e onere dell'impresa appaltatrice, tecniche, consegnare alla stazione appaltante di rispetto necessari per la manutenzione eseguite. Se non diversamente specificato la pari all'1% della quantità messa in opera. quando definito nelle norme tutte la serie di materiali e riparazione delle opere quantità minima prevista è 2. PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI INDAGINI, SCAVI E DEMOLIZIONI 2.1 Indagini preliminari Prima di dare avvio alla progettazione esecutiva dovranno essere eseguiti sondaggi e prove idonee a determinare le caratteristiche geomeccaniche del terreno di fondazione nell’area interessata dalla realizzazione di strutture di nuova realizzazione, ovvero, nella zona dell’archivio. In questa fase, si dovrà indagare al fine di individuare la posizione e la geometria delle fondazioni esistenti che potrebbero interferire con le strutture di nuova realizzazione. 2.2 Scavi e rinterri In materia si veda il d.lgs. 81/08. 2.2.1 Scavi in genere Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro a mano o con mezzi meccanici dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei Lavori. Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Impresa dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando essa, oltreché, totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligata a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. L'Impresa dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi. Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili, o non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto fuori della sede del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese. È vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi. Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere utilizzate per tombamenti o rinterri esse dovranno essere depositate in luogo adatto accettato dalla Direzione dei Lavori e provviste delle necessarie puntellature, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti alla superficie. La Direzione dei Lavori potrà fare asportare, a spese dell'Impresa, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni. L'appaltatore deve ritenersi compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare per: il taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.; il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle macerie sia asciutte, che bagnate, in presenza d'acqua e di qualsiasi consistenza; paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico in rilevato o rinterro od a rifiuto a qualsiasi distanza, sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa, per ogni indennità di deposito temporaneo o definitivo; la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni, per il successivo rinterro attorno alle murature, attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definitive di progetto; puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere, secondo tutte le prescrizioni contenute nelle presenti condizioni tecniche esecutive; per ogni altra spesa infine necessaria per l'esecuzione completa degli scavi. 2.2.2 Scavi di fondazione Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo alle travi o alle platee di fondazione propriamente dette. In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette. Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla Direzione dei Lavori verrà ordinata all'atto delle loro esecuzioni tenendo in debito conto le istruzioni impartite dal Ministero dei lavori pubblici con il D.M. 21 gennaio 1981 e successive modifiche ed integrazioni. Le profondità, che si trovino indicate nei disegni di consegna, sono perciò di semplice avviso e l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Impresa motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo essa soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. È vietato all'Impresa, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la Direzione dei Lavori abbia verificato ed accettato le fondazioni. I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate,dovranno, a richiesta della Direzione dei Lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinata contropendenza. L'Impresa è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali essa deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo le venissero impartite dalla Direzione dei Lavori. Nello scavo dei cunicoli, a meno che si tratti di roccia che non presenti pericolo di distacchi, devono predisporsi idonee armature per evitare franamenti della volta e delle pareti. Dette armature devono essere applicate man mano che procede il lavoro di avanzamento; la loro rimozione può essere effettuata in relazione al progredire del rivestimento in muratura. Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando in vicinanza dei relativi scavi vi siano fabbriche o manufatti, le cui fondazioni possano essere scoperte o indebolite degli scavi. Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che si fosse dovuto fare in più attorno alla medesima, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Impresa, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo. Col procedere delle murature l'Impresa potrà recuperare i legami costituenti le armature, sempre che non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei Lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi. Gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento o del terreno naturale, quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato. 2.2.3 Presenza di gas negli scavi Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di decompressione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la irrespirabilità dell'aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente aerazione ed una completa bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di apparecchi respiratori, ed essere muniti di cintura di sicurezza con bretelle passanti sotto le ascelle collegate a funi di salvataggio, le quali devono essere tenute all'esterno dal personale addetto alla sorveglianza; questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai all'interno ed essere in grado di sollevare prontamente all'esterno il lavoratore colpito dai gas. Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e sempre che sia assicurata una efficace e continua aerazione. Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi, deve provvedersi alla bonifica dell'ambiente mediante idonea ventilazione; deve inoltre vietarsi, anche dopo la bonifica, se siano da temere emanazioni di gas pericolosi, l'uso di apparecchi a fiamma, di corpi incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare fiamme o surriscaldamenti atti ad incendiare il gas. Nei casi previsti dal secondo, terzo e quarto comma del presente articolo i lavoratori devono essere abbinati nell'esecuzione dei lavori. 2.3 Demolizioni e rimozioni Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il basso e devono essere condotti in maniera da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento di quelle eventuali adiacenti, e in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali tutti devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni a favore dell'Amministrazione appaltante, ricorrendo, ove occorra, al loro preventivo puntellamento. La successione dei lavori, demolizioni, deve risultare firmato dall'Imprenditore e esista, e deve essere tenuto quando si tratti di importanti ed estese da apposito programma il quale deve essere dal dipendente Direttore dei Lavori, ove a disposizione degli Ispettori di lavoro. È vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso convogliandoli in appositi canali il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. Durante i lavori di demolizione si deve sollevamento della polvere, irrorando con materiali di risulta. provvedere a ridurre il acqua le murature ed i La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. Gli obblighi di cui sopra non sussistono quando si tratta di muri di altezza inferiore ai cinque metri; in tali casi e per altezze da due a cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza. Inoltre, salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti da altre parti. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne la caduta soltanto quando essa sia stata adeguatamente puntellata; la successiva rimozione dei puntelli deve essere eseguita a distanza a mezzo di funi. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti o pericoli ai lavoratori addetti. Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto. Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'Impresa, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite. Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel loro arresto e per evitare la dispersione. Detti materiali restano tutti di proprietà dell'Amministrazione appaltante, la quale potrà ordinare all'Impresa di impiegarli in tutto o in parte nei lavori appaltati. I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre essere trasportati dall'Impresa fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche. Nel preventivare di smontaggio e sottoscrivere di eseguire e della l'opera di demolizione e nel descrivere le disposizioni demolizione delle parti d'opera, l'appaltatore dovrà aver preso visione dello stato di fatto delle opere da natura dei manufatti. 2.3.1 Serramenti Per serramenti si intendono tutti i sistemi di protezione delle aperture disposte sull'involucro esterno dell'edificio e sui paramenti orizzontali e verticali interni sia intermedi che di copertura, a falde orizzontali o inclinate che siano. Tali serramenti potranno essere in legno, acciaio, PVC, alluminio, materiali polimerici non precisati, ecc., e sono solitamente costituiti da un sistema di telai falsi, fissi e mobili. Prima dell'avvio della rimozione dei serramenti l'Appaltatore procederà a rimuovere tutti i vetri e abbassarli alla quota di campagna per l'accatastamento temporaneo o per il carico su mezzo di trasporto alle pubbliche discariche. I serramenti, in caso di demolizione parziale, dovranno essere rimossi senza arrecare danno ai paramenti murari ovvero tagliando con mola abrasiva le zanche di ancoraggio del telaio o del falso telaio alla muratura medesima, senza lasciare elementi metallici o altre asperità in sporgenza dal filo di luce del vano. Qualora il Committente intenda riutilizzare tutti o parte dei serramenti rimossi dovrà segnalare per iscritto, prima dell'inizio lavori, all'Appaltatore il numero, il tipo e la posizione degli stessi che, previa maggiorazione dei costi da quantificarsi per iscritto in formula preventiva, saranno rimossi integralmente e stoccati in luogo protetto dalle intemperie e dall'umidità di risalita o dagli urti, separatamente dagli altri in attesa di definizione della destinazione. 2.3.2 Tamponamenti e intercapedini Per tamponamenti e intercapedini si intendono le partizioni interne opache e le chiusure verticali esterne prive di funzione strutturale atte a chiudere e garantire adeguato isolamento termoacustico e impermeabilizzazione con l'esterno. Prima di attuare la demolizione di tali parti strutturali l'Appaltatore dovrà effettuare sondaggi anche parzialmente distruttivi atti a verificare la consistenza materica, le altezze e gli spessori in gioco. Prima della demolizione delle intercapedini e dei tamponamenti l'appaltatore valuterà se è il caso di lasciare i serramenti di chiusura verticale allo scopo di circoscrivere la rumorosità e la polverulenza dell'operazione, oppure di apporre apposite temporanee chiusure sulle aperture da cui i serramenti sono già stati rimossi. Ravvisata la presenza di materiali non omogenei l'Appaltatore provvederà a effettuare una demolizione parziale delle parti realizzate in materiale inerte o aggregato di inerti procedendo dall'interno verso l'esterno e dal basso verso l'alto, rimuovendo le macerie del piano prima di iniziare le operazioni del piano superiore. Prima della rimozione degli apparati di intercapedini e tamponamenti l'Appaltatore dovrà accertarsi che siano state prese alcune importanti precauzioni: • disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione degli utilizzatori presenti nelle pareti; • accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di amianto, fibre tossiche, o altro agente di rischio per gli operatori e per gli abitanti. Qualora le pareti contengano materiali a base di fibre tossiche per l'organismo umano, se respirate, l'ambiente oggetto della demolizione dovrà essere restituito al Committente previa pulitura di ogni superficie per aspirazione e certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali e di restituzione in condizioni di inquinamento di fondo al di sotto delle soglie di rischio. La presenza di eventuali membrane polimero-bituminose o strati in PVC destinati a barriera vapore dovranno essere rimossi a parte e non aggregati alle macerie inerti. La conservazione in cantiere di tali materiali dovrà tenere conto della loro facile infiammabilità. L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei tamponamenti e delle strutture verticali. Durante le lavorazioni l'Appaltatore dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni e istruzioni per la demolizione delle strutture verticali, dovrà utilizzare attrezzature per il taglio dei ferri di armatura dei pilastri conformi alle norme di sicurezza, le demolizioni per rovesciamento, per trazione o spinta saranno effettuate solo per strutture fino ad altezza pari a 2m , l'utilizzo delle attrezzature per il rovesciamento dovranno essere conformi alle norme di sicurezza, dovrà essere garantito l'utilizzo di schermi e di quant'altro, per evitare la caduta di materiale durante l'operazione ed in ogni modo dovrà essere delimitata l'area soggetta a caduta di materiale durante l'operazione specifica. 2.3.3 Sottofondi Per sottofondi si intendono gli strati di materiale che desolidarizzano le partizioni intermedie o di chiusura orizzontale dell'edificio dal rivestimento posto in atto. Tali sottofondi possono essere rimossi dopo che è stata verificata la disconnessione delle reti idrauliche di approvvigionamento, di riscaldamento e di fornitura della corrente elettrica che in essi possono essere state annegate. Qualora la polverosità dell'operazione risulti particolarmente evidente e le protezioni o il confinamento ambientale siano inefficaci l'appaltatore avrà cura di bagnare continuamente il materiale oggetto dell'operazione allo scopo di attenuarne la polverosità. Tale verifica sarà effettuata a cura dell'Appaltatore che procederà alla demolizione dei sottofondi secondo procedimento parziale o insieme alla demolizione della struttura portante. Prima della demolizione parziale del sottofondo di pavimentazione all'interno di un'unità immobiliare parte di una comunione di unità l'Appaltatore dovrà accertarsi che all'interno di questo sottofondo non siano state poste reti di elettrificazione del vano sottostante, che nella fattispecie possono non essere state disconnesse. La demolizione parziale del sottofondo di aggregati inerti produce particolare polverulenza che dovrà essere controllata dall'Appaltatore allo scopo di limitarne e circoscriverne la dispersione. La scelta delle attrezzature destinate alla demolizione parziale del sottofondo dovrà tenere in considerazione la natura della struttura portante, la sua elasticità, l'innesco di vibrazioni e la presenza di apparecchiature di particolare carico concentrato gravanti sul solaio portante della partizione orizzontale. 2.3.4 Manti impermeabilizzanti e coperture discontinue. Per manti impermeabilizzanti si intendono le membrane di materiale prodotto per sintesi polimerica o polimerobituminosa, che possono essere individuate nella rimozione della stratigrafia di chiusura orizzontale opaca allo scopo di garantirne l'impermeabilità. Tali componenti devono essere rimossi prima della demolizione del sottofondo e della demolizione dello stesso solaio e a cura dell'Appaltatore devono essere accatastati in separata parte del cantiere allo scopo di prevenire l'incendiabilità di tali materiali stoccati. La sfiammatura delle membrane allo scopo di desolidarizzarne l'unitarietà nei punti di sovrapposizione sarà effettuata da personale addestrato all'utilizzo della lancia termica e al camminamento delle coperture, dotato di idonei dispositivi individuali di protezione, previsti i necessari dispositivi collettivi di protezione dalle cadute dall'alto. 2.3.5 Sporti, aggetti, cornicioni e manufatti a sbalzo Per sporti si intendono tutte le partizioni o chiusure orizzontali o inclinate che fuoriescono a sbalzo dalla sagoma dell'edificio. Tali manufatti possono essere generalmente costruiti in cemento armato, legno, acciaio; in talune occasioni hanno parti di riempimento in laterocemento, o laterizio. L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle parti d'opera in aggetto. L'operazione di demolizione di tali manufatti sarà eseguita dall'Appaltatore dopo aver curato la desolidarizzazione di ringhiere metalliche o lignee dalla muratura di chiusura verticale dell'edificio, con idonee cesoie idrauliche montate su macchina operatrice da cantiere o mediante martello demolitore con operatore posto su struttura provvisionale non ancorata alla chiusura portante solidale con il manufatto a sbalzo. L'operatore deve preferibilmente essere posto ad una quota superiore al piano di calpestio dell'aggetto e non deve in ogni modo farsi sostenere dalla struttura a sbalzo. La demolizione parziale o totale dello sporto avverrà solamente dopo che a cura dell'Appaltatore saranno state chiuse tutte le aperture sottostanti all'aggetto ed impedito il transito temporaneo di chiunque nella zona di possibile interferenza del crollo del manufatto. 2.3.6 Lattonerie Per lattonerie si intendono i manufatti metallici o in materiali polimerici che perimetrano le coperture, gli aggetti e gli sporti. Tali manufatti saranno rimossi dall'Appaltatore prima di dar luogo alla demolizione strutturale del manufatto a cui sono aderenti. L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle lattonerie. Il loro accatastamento in cantiere deve avvenire, a cura dell'Appaltatore, in zona distante dalle vie di transito. Se si prevede un lungo stoccaggio in cantiere di tali manufatti metallici rimossi si rende necessario che l'Appaltatore provveda ad un collegamento degli stessi con un sistema temporaneo di messa a terra a protezione delle scariche atmosferiche. Prima della loro rimozione l'Appaltatore verificherà che il manto di copertura a cui sono solidarizzati i canali di gronda non sia in amianto cemento. In tale situazione l'Appaltatore procederà a notifica all'organo di controllo procedendo in seguito a benestare dello stesso con procedura di sicurezza per gli operatori di cantiere. 2.3.8 Parti strutturali in elevazione, orizzontali e verticali Per parti strutturali in elevazione si intendono le strutture portanti fuori terra dell'edificio o del manufatto oggetto di demolizione, siano esse orizzontali o verticali. La demolizione di queste parti dovrà avvenire a cura dell'Appaltatore una volta verificata la massima demolizione effettuabile di parti interne o esterne prive di funzione strutturale. Tale operazione ha lo scopo di alleggerire quanto più possibile la parte strutturale del carico che su di essa grava. L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei solai. È cura dell'Appaltatore valutare il più idoneo strumento di demolizione delle parti strutturali tenendo in considerazione la relazione con l'intorno e gli agenti di rischio da quest'azione conseguenti. In caso di contatto strutturale della parte portante orizzontale o verticale dell'edificio o del manufatto oggetto dell'intervento di demolizione con altri attigui che devono essere salvaguardati sarà cura dell'Appaltatore chiedere ed ottenere lo sgombero integrale degli occupanti tali edifici o manufatti limitrofi. L'Appaltatore curerà sotto la propria responsabilità ogni intervento utile a desolidarizzare le parti strutturali in aderenza con altri fabbricati intervenendo, qualora utile a suo giudizio, anche con il preventivo taglio dei punti di contatto. Prima della demolizione di parti strutturali in edifici che sono inseriti a contatto con altri sarà cura dell'Appaltatore testimoniare e accertarsi dello stato di integrità dei fabbricati aderenti, anche attraverso documentazione fotografica ed ogni altra attestazione che sia rivolta ad accertare lo stato degli stessi prima dell'intervento di demolizione. 2.4 PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI NOLI E TRASPORTI 2.4.1 OPERE PROVVISIONALI Le opere provvisionali, gli apprestamenti e le attrezzature atti a garantire, per tutta la durata dei lavori, la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori devono essere realizzate secondo quanto contenuto nel d.lgs. 81/08, nel d.lgs. 235/03, nonché nel regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri edili di cui al DPR 222/03. 2.4.2 NOLEGGI I noli, riguardanti lavori non compresi nel contratto, devono essere espressamente richiesti, con ordine di servizio, dalla Direzione dei Lavori e sono retribuibili solo se non sono compresi nei prezzi delle opere e/o delle prestazioni. Le macchine ed attrezzi dati a noleggio devono essere in perfetto stato di esercizio ed essere provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'Impresa la manutenzione degli attrezzi e delle macchine affinché siano in costante efficienza. Il nolo si considera per il solo tempo effettivo, ad ora o a giornata di otto ore, dal momento in cui l'oggetto noleggiato viene messo a disposizione del committente, fino al momento in cui il nolo giunge al termine del periodo per cui è stato richiesto. Nel prezzo sono compresi: i trasporti dal luogo di provenienza al cantiere e viceversa, il montaggio e lo smontaggio, la manodopera, i combustibili, i lubrificanti, i materiali di consumo, l'energia elettrica, lo sfrido e tutto quanto occorre per il funzionamento dei mezzi. I prezzi dei noli dell'imprenditore. comprendono le spese generali e l'utile Per il noleggio dei carri e degli autocarri verrà corrisposto soltanto il prezzo per le ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo. 2.4.3 TRASPORTI Nel caso di lavorazioni non comprese nel contratto, espressamente autorizzate dal Direttore dei Lavori, il trasporto è compensato a metro cubo di materiale trasportato, oppure come nolo orario di automezzo funzionante. Se la dimensione del materiale da trasportare è inferiore alla portata utile dell'automezzo richiesto a nolo, non si prevedono riduzioni di prezzo. Nei prezzi di trasporto è compresa la fornitura dei materiali di consumo e la manodopera del conducente. 3. PRESCRIZIONI SU QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 3.1 MATERIE PRIME 3.1.1 QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI I materiali occorrenti per la costruzione delle opere appaltate dovranno essere forniti secondo le migliori regole d'arte. Prima di essere impiegati dovranno sottoporsi all'approvazione del Direttore dei lavori, il quale ha facoltà di sottoporli alle prove prescritte e li rifiuterà se li troverà difettosi, di cattiva qualità o comunque non rispondenti ai requisiti qui di seguito indicati.I materiali rifiutati dovranno essere asportati subito dai cantieri.Per le forniture di materiali (esclusi quelli allo stato naturale e grezzo, come pietre, tufi, ecc.), apparecchi, macchinari ed altri impianti, siano o no brevettati, l'Impresa deve fornirsi esclusivamente da ditte già accreditate presso l'Ente, ovvero che siano da questo accettate. A tale effetto l'impresa stessa dovrà comunicare alla Direzione dei lavori i nomi delle ditte prescelte per le forniture suddette; la Direzione potrà, senza obbligo di specificarne i motivi, eventualmente rifiutare quelle che non fossero accreditate presso l'Ente appaltante.In massima i materiali da costruzione dovranno corrispondere ai seguenti requisiti: 3.1.2 ACQUA, CALCE, LEGANTI IDRAULICI, POZZOLANE, GESSO a) Acqua. L'acqua dovrà essere dolce, limpida e scevra terrose. da materie b) Calce. Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento dell'esecuzione dei lavori. La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme cottura, non bruciata nè vitrea nè pigra ad idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la sola quantità di acqua dolce necessaria alla estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate, siliciose od altrimenti inerti. La calce viva in zolle al momento dell'estinzione dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò si dovrà provvedere la calce viva a misura del bisogno e conservarla in luoghi asciutti e ben riparati dall'umidità. Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o di muratura, mantenendola coperta con uno strato di arena. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell'impiego, quella destinata alle murature da almeno 15 giorni. c) Leganti idraulici. -I cementi, da impiegare in qualsiasi lavoro, dovranno rispondere alle norme di accettazione di cui al D.M. 3 giugno 1968 ed alle altre norme vigenti in materia. Essi dovranno essere conservati in modo da restare perfettamente riparati dall'umidità. d) Pozzolane. -Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti: qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal R.D. 16 novembre 1939,n. 2230. e) Gesso. -Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti ben riparati dall'umidità. 3.1.3 SABBIA, GHIAIA, PIETRE NATURALI, MARMI a) Ghiaia, pietrisco e sabbia. -Le ghiaie, i pietrischi e la sabbia da impiegarsi nella formazione dei calcestruzzi,dovranno avere le qualità stabilite dal D.M. 14 febbraio 1992 che approva le "Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche". La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con maglie circolari del diametro di 2 mm per murature in genere e del diametro di 1 mm per gli intonaci e murature di parametro od in pietra da taglio. L'accettabilità della sabbia a punto di vista e contenuto in materie organiche verrà definita con i criteri indicati nell'allegato 1 del già citato D.M. 3 giugno 1968 sui requisiti di accettazione dei cementi e nelle altre norme vigenti in materia. Per quanto riguarda le dimensioni delle ghiaie e dei pietrischi, gli elementi di essi dovranno essere tali da passare attraverso un vaglio a fori circolari del diametro: di 5 cm se si tratta di lavori correnti di fondazione o di elevazione, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpe e simili; di 4 cm se si tratta di volti di getto; da 1 a 3 cm se si tratta di cappe di volti o di lavori in cemento armato od a pareti sottili; Gli elementi più piccoli delle ghiaie e dei pietrischi non devono passare in un vaglio a maglie rotonde di un centimetro di diametro, salvo quando vanno impiegati in cappe di volti od in lavori in cemento armato od a pareti sottili, nei quali casi sono ammessi anche elementi più piccoli. b) Pietre naturali. -Le pietre naturali da impiegarsi nella murature e per qualsiasi altro lavoro, dovranno essere a grana compatta e monde da cappellaccio, esenti da piani ti sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere un'efficace adesività alle malte. Saranno assolutamente escluse le pietre marnose e quelle all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua occorrente. alterabili In particolare le caratteristiche alle quali dovranno soddisfare le pietre naturali da impiegare nella costruzione in relazione alla natura della roccia prescelta, tenuto conto dell'impiego che dovrà farsene nell'opera da costruire, dovranno corrispondere alle norme di cui al R.D. 16 novembre 1939, n. 2232, nonché alle norme UNI 8458-83 e 937989, e, se del caso alle “Norme per l’accettazione dei cubetti di pietra per pavimentazioni stradali” CNR -ed. 1954 e alle UNI 2719 -ed. 1945. Le pietre da taglio, oltre a possedere i requisiti ed i caratteri generali sopra indicati, dovranno avere struttura uniforme scevre da fenditure, cavità e litoclasi, sonore alla percussione e di perfetta lavorabilità. Il tufo dovrà essere di struttura litoide, compatto ed uniforme, escludendo il cappellaccio, quello pomicioso e facilmente friabile. L'ardesia in lastre per la copertura dovrà essere di 1a scelta e di spessore uniforme; le lastre dovranno essere sonore, di superficie piuttosto rugosa che liscia, e scevra da inclusioni e venature. I marmi dovranno essere della migliore qualità, perfettamente sani, senza scaglie, brecce, vene, spaccature, nodi, peli od altri difetti che ne infirmino l'omogeneità e la solidità. Non saranno tollerate stuccature, tasselli, scheggiature. 3.2 SEMILAVORATI 3.2.4 CALCESTRUZZO Il calcestruzzo sarà del tipo C25/30 e dovrà avere le caratteristiche indicate nella relazione di calcolo, ovvero: · Massimo rapporto acqua/cemento=0,60 · Minimo contenuto in cemento=300kg/m3 La classe di resistenza cubica Rck e cubica fck a compressione uniassiale dovranno essere misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente su cilindri di diametro 150mm e di altezza 300mm e su cubi di spigolo 150mm. 3.2.4.1 Componenti Leganti Nelle opere oggetto del seguente appalto devono impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici previsti dalle disposizioni vigenti in materia, dotati di certificatio di conformità, rilasciato da un organismo europeo notificato, ad una norma norma armonizzata della serie UNI EN 197 ovvero ad uno specifico benestare Tecnico Europeo (ETA), purchè idonei allìimpiego previsto nonché, per quanto non in contrasto, conformi alle prescrizioni di cui alla legge 26/05/1965 n. 595. E’ escluso l’impiego di cementi alluminosi. Aggregati Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea armonizzata UNI EN 13055-1. E’ consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i limiti dettati dalla UNI EN 12620 e UNI EN 13055-1, a condizione che la miscela di calcestruzzo confezionata con aggregati riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di laboratorio. Per tali aggregati, le prove di controllo di produzione in fabbrica di cui ai prospetti H1, H2 ed H3 dell’annesso ZA della norma europea armonizzata UNI EN 12620, per le parti rilevanti, devono essere effettuate ogni 100 tonnellate di aggregato prodotto e, comunque, negli impianti di riciclo, per ogni giorno di produzione. Per quel che riguarda i controlli di accettazione da effettuarsi a cura del Direttore dei Lavori, questi sono finalizzati almeno alla determinazione delle caratteristiche tecniche relative a: • Descrizione petrografica semplificata; • Dimensione dell’aggregato; • Indice di appiattimento; • Dimensione per il filler; • Forma dell’aggregato grosso (per aggregato proveniente da riciclo); • Resistenza alla frammentazione/frantumazione (per calcestruzzo Rck=C50/60). Aggiunte Nei calcestruzzi è ammesso l’impiego di aggiunte, in particolare di ceneri volanti, loppe granulatre d’altoforno e fumi di silice, purchè non ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali. Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 450-1.Per quanto riguarda l’impiego si potrà fare utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206-1:2006 ed UNI 11104:2004. I fumi di silice devono soddisfare armonizzata UNI EN 13263-1. i requisiti della norma europea Additivi Gli additivi devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2. Acqua di impasto L’acqua di impasto, ivi compresa l’acqua di riciclo, dovrà essere conforme alla norma UNI EN 1008:2003. 3.2.4.2 Controlli di qualità Così come previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, il calcestruzzo dovrà essere prodotto in regime di controllo di qualità, con lo scopo di garantire che rispetti le prescrizioni definite in sede di progetto. Il controllo dovrà articolarsi nelle seguenti fasi: • Valutazione preliminare della resistenza, che serve a determinare, prima dell’inizio della costruzione delleopere, la miscela per produrre il calcestruzzo con la resistenza di progetto; • Controllo di produzione, che riguarda il controllo da eseguire sul calcestruzzo durante la produzione del calcestruzzo stesso; • Controllo di accettazione, che riguarda il controllo da eseguire sul calcestruzzo prodotto durante l’esecuzione dell’opera, con prelievo effettuato contestualmente al getto dei relativi elementi strutturali; • Prove complementari, che devono essere eseguite, ove necessario, a completamento delle prove di accettazione. Valutazione preliminare della resistenza L’Appaltatore, prima dell’inizio dei lavori di getto, dovrà effettuare idonee prove preliminari di studio, per ciascuna miscela omogenea di calcestruzzo da utilizzare, al fine di ottenere le prestazioni richieste dal progetto. L’Appaltatore resta comunque responsabile della qualità del calcestruzzo, che sarà controllata dal Direttore dei Lavori,secondo le procedure relative al Controllo di Accettazione. Prelievo dei campioni Al momento della posa in opera ed alla presenza del Direttore dei Lavori o di persona di sua fiducia, dovrà essere prelevato dall’impasto il calcestruzzo necessario a confezionare un gruppo di due provini. La “resistenza di prelievo”, ovvero il valore sul quale devono essere eseguiti i controlli del calcestruzzo, dovrà essere ottenuto dalla media delle resistenze a compressione dei due provini di un prelievo. L’Appaltatore è obbligato ad effettuare tutti i provini che potranno essere prescritti dal Direttore dei Lavori, a propria discrezione, tutte le volte che variazioni di qualità e/o provenienza dei costituenti dell’impasto possano far presumere una variazione di qualità del calcestruzzo stesso, tale da non poter più essere considerato omogeneo. Per la preparazione, la forma, le dimensioni e la stagionatura dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato dalle norme UNI EN 123901:2002 e UNI EN 12390-2:2002. Circa il procedimento da seguire per la determinazione della resistenza a compressione dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-3:2003 e UNI EN 12390-4:2002. Circa il procedimento da seguire per la determinazione della volumica vale quanto indicato nella norma UNI EN 12390-7:2002. massa Controllo di accettazione Il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori, va eseguito su miscele omogenee e si configura in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione, come previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni. 3.2.4.3 Getto del calcestruzzo Il getto dovrà essere eseguito con cura, steso a tratti di 15/20 cm., opportunamente costipato ed eventualmente vibrato secondo le prescrizioni del Direttore dei Lavori. Le interruzioni di getto dovranno essere evitate e comunque autorizzate dal Direttore dei Lavori. Le riprese dovranno essere eseguite in modo da trovarsi in zone di momento flettente nullo nelle strutture inflesse ed in modo da essere perpendicolari allo sforzo di compressione nelle strutture verticali. Quando la ripresa avviene contro un getto ancora plastico, si dovrà procedere a previa boiaccatura del getto esistente. Se il getto esistente e' in fase di presa, occorre scalpellarlo e mettere a vivo la ghiaia quindi bagnare, applicare uno strato di malta di cemento di 1 -2 cm. e procedere al nuovo getto. Qualora richiesto dalla Direzione dei provvedere all'uso di additivi per la Committente. Lavori, l'appaltatore dovrà ripresa senza onere per il Le strutture in fase di maturazione dovranno essere protette dal gelo, dal caldo eccessivo e dalle piogge violente; così pure sulle strutture suddette dovrà essere vietato il transito di persone, mezzi o comunque qualsiasi forma di sollecitazione. La maturazione con riscaldamento locale diffuso e' ammessa solo previo accordo scritto con la Direzione dei Lavori. 3.2.4.4 Prescrizioni esecutive Nei getti dovranno essere inserite tutte le casserature, cassette, tubi, ecc. atti a creare i fori, le cavità, i passaggi indicati nei disegni delle strutture e degli impianti tecnologici, come pure dovranno essere messi in opera ferramenta varia (inserti metallici, tirafondi, ecc.) per i collegamenti di pareti e di altri elementi strutturali e/o di finitura. Sono vietati, salvo approvazione della Direzione dei Lavori, i getti contro terra. Indipendentemente dalle dosature, i getti di calcestruzzo eseguiti dovranno risultare compatti, privi di alveolature,senza affioramento di ferri; i ferri, nonché tutti gli accessori di ripresa (giunti di neoprene, lamierini, ecc.) e tutti gli inserti dovranno risultare correttamente posizionati; tutte le dimensioni dei disegni dovranno essere rispettate ed a tal fine il costruttore dovrà provvedere a tenere anticipatamente in considerazione eventuali assestamenti o movimenti di casseri ed armature. Tutti gli oneri relativi saranno compresi nel costo del calcestruzzo, a meno che esplicito diverso richiamo venga fatto nell'elenco voci del progetto. I getti delle strutture destinate a ricevere una finitura di sola verniciatura dovranno essere realizzati con casseri metallici atti a garantire una superficie del getto la più liscia possibile. Eventuali irregolarità dovranno essere rettificate senza oneri aggiuntivi. 3.2.4.5 Vibrazione Le norme ed i tipi di vibrazione dovranno essere approvati dal Direttore dei Lavori sempre restando l'Appaltatore responsabile della vibrazione e di tutte le operazioni relative al getto, L'onere delle eventuali vibrazioni e' sempre considerato incluso nel prezzo del getto. 3.2.4.6 Condizioni climatiche Sono vietati i getti con temperatura sotto zero e con prevedibile discesa sotto lo zero. Fino a temperatura -5 °C il Direttore dei lavori, d'accordo con l'Impresa, sarà arbitro di autorizzare i getti previa sua approvazione degli additivi e delle precauzioni da adottare, sempre restando l'appaltatore responsabile dell'opera eseguita; conseguentemente il Direttore dei Lavori e' autorizzato ad ordinare all'appaltatore di eseguire a proprio onere (dell'Appaltatore) la demolizione dei getti soggetti a breve termine a temperatura eccessivamente bassa e non prevista. I getti con temperatura superiore a 32 °C dovranno essere autorizzati dalla Direzione Lavori. L'appaltatore e' obbligato all'innaffiamento costante dei getti in fase di maturazione per un minimo di 8 giorni e/o nei casi di getti massicci secondo indicazioni della Direzione Lavori. 3.2.4.7 Tolleranze La tolleranza ammessa nella planarità dei getti, misurata con una staggia piana di 3 m, è di +/-4 mm. per tutti gli orizzontamenti . La tolleranza ammessa per la verticalità dei getti misurata sull'altezza di un interpiano (intervallo tra due orizzontamenti parziali o totali) è di +/-1 cm. non accumulabile per piano. La tolleranza globale ammessa per la verticalità dei getti, misurata sull'altezza totale degli elementi, è pari a 1/1000 della altezza stessa. La tolleranza ammessa per le misure in piano, riferita ad ogni piano e non cumulabile, è pari 1 +/-1 cm. per la massima dimensione in pianta. Particolare cura dovrà essere posta nella esecuzione dei getti che dovranno ricevere elementi metallici. 3.2.5 ACCIAIO 3.2.5.1 Identificazione e rintracciabilità dei prodotti L’Appaltatore è obbligato ad utilizzare acciai prodotti con un sistema permanente di controllo interno della produzione in stabilimento che deve assicurare il mantenimento dello stesso livello di affidabilità nella conformità del prodotto finito, indipendentemente dal processo di produzione. Tutti i prodotti devono essere riconoscibili per quanto riguarda le caratteristiche qualitative e riconducibile allo stabilimento di produzione tramite marchiatura indelebile depositata presso il Servizio Tecnico Centrale, dalla quale risulti, in modo inequivocabile, il riferimento all’Azienda produttrice, allo Stabilimento, al tipo di acciaio e alla sua eventuale saldabilità. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione. La mancata marchiatura o la sua illeggibilità rendono il prodotto non impiegabile. Qualora l’unità marchiata venga scoporata, per cui una parte, o il tutto, perda l’originale marchiatura del prodotto la provenienza dovrà essere documentata mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Servizio Tecnico Centrale. Nel primo caso i campioni di cantiere devono essere e da una dichiarazione Lavori, quale risulta dai destinati al laboratorio incaricato delle prove accompagnati dalla sopraindicata documentazione di provenienza rilasciata dal Direttore dei documenti di accompagnamento del materiale. Ai fini della rintracciabilità, l’Appaltatore deve assicurare la conservazione della documentazione di accompagnamento dei materiali, unitamente a marchiature o etichette di riconoscimento, fino al completamento delle operazioni di collaudo statico. Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai devono riportare l’identificazione del marchio identificativo, rilevato a cura del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Qualora i campioni fossero sprovvisti di tale marchio o il marchio non dovesse rientrare tra quelli depositati presso il Servizio Tecnico Centrale sul certificato di prova va riportata tale circostanza ed il materiale deve essere rimosso ed allontanato dal cantiere. 3.2.5.2 Forniture e documentazione di accompagnamento Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l’obbligo di Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale. Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto. Le forniture effettuate da un commerciate intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso. L’acciaio per cemento armato dovrà essere del pertanto, presentare le seguenti caratteristiche: tipo B450C e dovrà, · Tensione caratteristica di snervamento = 450N/mm2 · Tensione caratteristica a rottura = 540N/mm2 · Allungamento = 7,5% · Piegamento barre a 90° e successivo raddrizzamento: • Per F=12mm diametro mandrino=4F • Per 12=F=16mm diametro mandrino=5F • Per16=F=25mm diametro mandrino=8F • Per 25=F=40mm diametro mandrino=10F Le armature metalliche devono essere tagliate e sagomate disegni di progetto. secondo i La piegatura deve essere effettuata a freddo e meccanicamente o con altra attrezzatura idonea ad ottenere i raggi di curvatura previsti. Le giunzioni devono essere effettuate solo quando le barre necessarie devono essere di lunghezza maggiore di quella commerciale. Le giunzioni per sovrapposizione devono essere particolarmente curate quando si trovano in una zona tesa del calcestruzzo. Il tratto di sovrapposizione dev'essere sufficiente a garantire l'ancoraggio a ciascuna delle due barre: nell'esecuzione devono essere osservate le prescrizioni contenute nei disegni progettuali e, qualora non indicato, seguire quanto prescritto nelle Norme Tecniche per le Costruzioni. Reti e tralicci elettrosaldati Gli acciai delle reti e tralicci elettrosaldati devono essere saldabili. L’interasse delle barre non deve superare 330mm. Per le reti e tralicci costituiti da acciaio tipo B450C gli elementi base devono avere diametro compreso tra 6mm e 16mm. Il rapporto tra i diametri delle barre componenti reti e tralicci deve essere: Fmin/Fmax=0,6. I nodi delle reti devono resistere ad una forza di distacco determinata in accordo con la norma UNI EN ISO 156302: 2004 pari al 25% della forza di snervamento della barra, da computarsi per quella di diametro maggiore sulla tensione di snervamento pari a 450N/mm2. Tale resistenza al distacco della saldatura del nodo deve essere certificata dal produttore di reti e di tralicci. In ogni elemento di rete o traliccio le singole armature componenti devono avere le stesse caratteristiche. Ogni rete o traliccio deve essere dotato di apposita marchiatura che identifichi il produttore della rete o traliccio stesso. La marchiatura di identificazione può essere costituita da sigilli o etichettature metalliche indelebili con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del prodotto, ovvero da marchiatura supplementare indelebile. In ogni caso la marchiatura deve essere identificabile in modo permanente anche dopo annegamento nel calcestruzzo. Laddove non fosse possibile tecnicamente applicare su ogni pannello o traliccio la marchiatura secondo le modalità sopra indicate, dovrà essere comunque apposta su ogni pacco di reti o tralicci un’apposita etichetta con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del prodotto e del produttore; in questo caso al momento dell’accettazione della fornitura in cantiere da parte del Direttore dei Lavori, deve essere redatto apposito verbale di accettazione, in cui venga indicata la destinazione finale di quella fornitura. Nel caso di reti e tralicci formati con elementi base prodotti nello stesso stabilimento, ovvero in stabilimenti del medesimo produttore, la marchiatura del prodotto finito può coincidere con la marchiatura dell’elemento base, alla quale può essere aggiunto un segno di riconoscimento di ogni singolo stabilimento. 3.2.5.4 ACCIAIO DA COSTRUZIONE Per la realizzazione delle strutture metalliche dovranno essere utilizzati acciai laminati conformi alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025. Caratteristiche meccaniche L’acciaio da utilizzare, così come previsto in progetto, dovrà avere le seguenti caratteristiche: Modulo elastico E=210.000 N/mm2 Coefficiente di Poisson .=0,3 Coefficiente di espansione termica lineare a=12x10-6 per °C-1 (per temperature fino a 100 °C) Densità .=7850 kg/m3 Tensione caratteristica di snervamento =275 N/mm2 Tensione caratteristica di rottura =430 N/mm2 Acciaio per getti Per l’esecuzione di parti in getti si devono impiegare acciai conformi alla norma UNI EN 10293:2006. Bulloni I bulloni dovranno essere conformi alle norme UNI EN ISO 4016:2002 e UNI 5592:1968 e appartenere alle categorie indicate nella norma UNI EN ISO 898-1:2001. Dovrà sempre essere rispettata l’associazione tra vite e dado come di seguito elencato: Vite 4.6 5.6 6.8 8.8 10.9 Dado 4 5 6 8 10 Le viti dovranno avere le seguenti caratteristiche meccaniche: Classe 4.6 5.6 6.8 8.8. 10.9 Fyb (N/mm2) 240 300 480 649 900 Ftb (N/mm2) 400 500 600 800 1000 Controlli di accettazione Per ogni lotto di spedizione, di massimo 30t, devono essere prelevati almeno 3 saggi. Su tali saggi devono essere effettuate le prove eseguite presso un laboratorio di cui all’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001, determinando i valori minimi della tensione di snervamento e rottura. I valori delle prove devono essere considerati accettabili se nessuno di essi è inferiore ai valori caratteristici garantiti dal produttore. 3.2.7 CONGLOMERATI BITUMINOSI Il conglomerato bituminoso per lo strato di collegamento (binder) sarà costituito da miscelati aggregati e bitume, secondo le prescrizioni del CSdA, confezionato a caldo in idonei impianti, steso in opera con vibrofinitrici, e costipato con appositi rulli fino ad ottenere le caratteristiche del CSdA, compreso ogni predisposizione per la stesa ed onere per dare il lavoro finito; il conglomerato bituminoso per lo strato di usura (tappetino) sarà ottenuto con pietrischetti e graniglie avente perdita di peso alla prova Los Angeles (CRN BU n› 34), confezionato a caldo in idoneo impianto, in quantità non inferiore al 5% del peso degli inerti, conformi alle prescrizioni del CsdA; compresa la fornitura e stesa del legante di ancoraggio in ragione di 0,7 kg/mq di emulsione bituminosa al 55%; steso in opera con vibrofinitrice meccanica e costipato con appositi rulli fino ad ottenere l'indice dei vuoti prescritto dal CsdA; compresa ogni predisposizione per la stesa ed onere per dare il lavoro finito. 3.2.8 MASSETTO DI SOTTOFONDO Il massetto di sottofondo leggero dovrà essere adatto a ricevere la posa di pavimenti, guaine ecc. anche sensibili all'umidità, a base di argilla espansa (assorbimento inferiore al 2% a 30 min. secondo UNI 7549), ad asciugamento di tipo medio (3% di umidità residua a ca.35 giorni dal getto per uno spessore di 5 cm) e a basso ritiro; densità in opera ca. 1.000 kg/m³., e resistenza media a compressione a 28 giorni 150 kg/cm².; pompabile con pompe tradizionali da sottofondo, steso, battuto, spianato e lisciato nello spessore minimo di 5 cm, in opera. Il massetto di sottofondo previsto dovrà avere spessore pari a cm 8. Il massetto di sottofondo previsto dovrà avere spessore pari a cm 8. 3.2.10 MATERIALI FERROSI E METALLI VARI a) Materiali ferrosi. -I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili. Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal citato 14 febbraio 1992, ed alle norme U.N.I. vigenti, e presentare inoltre, a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti: 1° Ferro. -Il ferro dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuità. 2° Acciaio trafilato o laminato. -Tale acciaio, nella varietà dolce (cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfette malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino screpolature o alterazioni; esso dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente granulare. 3° Acciaio fuso in getti. -L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente da soffiature e da qualsiasi altro difetto. 3.2.11 MATERIALI PER PAVIMENTAZIONE La presente categoria riporta le caratteristiche dei materiali per le pavimentazioni. 3.2.11.1 Pavimentazione in gres porcellanato Gli elementi di grès porcellanato, di dimensioni 20x30 o 30x30, dovranno essere di 1^ scelta, gruppo B1 Norma Europea 176, impasto unico, a tutto spessore, compatto, costituito da argille nobili sinterizzate a 1250ø, ad elevatissima resistenza all’usura EN102: < 115 mmc, ingelivo EN202, inassorbente EN99: da 0,01% a 0,04%, resistenza a flessione EN100: > 55 N/mmq, durezza EN101: > 8, resistenza all’attacco chimico EN106: non attaccati, dimensioni EN98: (tolleranze massime: lunghezza e larghezza ñ 0,2%, spessore ñ 2%, rettilineità spigoli ñ 0,2%, ottogonalità ñ 0,2%, planalità ñ 0,2%), dilatazione termica lineare EN103: < 6,4 MK, resistenza shock termico EN104 e garanzia di corrispondenza alla DIN 51094 (resistenza dei colori alla luce) e privo di additivi di protezione estranei sulla superficie. Il lato di posa a rilievo dovrà essere ottenuto mediante pressatura isostatica formata dalle scanalature diagonali virtualmente incrociate al fine di garantire la massima aderenza con la superficie di appoggio, con effetto cromatico med. La scivolosità, intesa come coefficiente di attrito medio, deve essere conforme alla norma DIN 51130 e con valori non inferiori a R11. Posto in opera con adeguati collanti e prodotti riempi fuga per la finitura delle connessioni. 3.2.14 PITTURE E VERNICI I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre della migliore qualità. • Olio di lino cotto. -L'olio di lino cotto sarà ben depurato, di colore assai chiaro e perfettamente limpido, di odore forte ed amarissimo al gusto, scevro da adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, ecc. Non dovrà lasciare alcun deposito nè essere rancido, e disteso sopra una lastra di vetro o di metallo dovrà essiccare completamente nell'intervallo di 24 ore. Avrà acidità nella misura del 7%, impurità non superiori all'l% ed alla temperatura di 15°C presenterà una densità compresa fra 0,91 e 0,93. • Acquaragia (essenza di tementina). -Dovrà essere limpida incolore di odore gradevole e volatilissima. La sua densità a 15°C sarà di 0,87. • Biacca. -La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) deve essere pura, senza miscele di sorta e priva di qualsiasi traccia di solfato di bario. • Bianco di zinco. -II bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima, bianca, costituita da ossido di zinco e non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, nè più dell'l % di altre impurità; l'umidità non deve superare il 3 %. • Minio. -Sia di piombo (sesquiossido di piombo) che di alluminio (ossido di alluminio) dovrà essere costituito da polvere finissima e non contenere colori derivati dall'anilina, nè oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario, ecc.). • Latte di calce. -Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si potrà aggiungere la quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra. • Colori all'acqua, a colla o ad olio. -Le terre coloranti destinate alle tinte all'acqua, a colla o ad olio, saranno finemente macinate e prive di sostanze eterogenee e dovranno venire perfettamente incorporate nell'acqua, nelle colle e negli olii, ma non per infusione. Potranno essere richieste in qualunque tonalità esistente. • Vernici. -Le vernici che si impiegheranno per gli interni saranno a base di essenza di trementina e gomme pure e di qualità scelta; disciolte nell'olio di lino dovranno presentare una superficie brillante. • E' escluso l'impiego di gomme prodotte da distillazione. • Le vernici speciali eventualmente prescritte dalla Direzione lavori dovranno essere fornite nei loro recipienti originali chiusi. • Encaustici. -Gli encaustici potranno essere all'acqua o all'essenza, secondo le disposizioni della Direzione lavori. La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda dell'encaustico adottato, o nell'acqua calda alla quale sarà aggiunto sale di tartaro, o nell'essenza di trementina. I prodotti ceramici più comunemente impiegati per apparecchi igienicosanitari, rivestimento di pareti, tubazioni ecc., dovranno presentare struttura omogenea, superficie perfettamente liscia, non scheggiata e di colore uniforme, con lo smalto privo assolutamente di peli, cavillature, bolle, soffiature o simili difetti. 4 MODO DI ESECUZIONE DELLE CATEGORIE DI LAVORI 4.1 MALTE -QUALITÀ E COMPOSIZIONE La manipolazione delle malte dovrà essere eseguita, se possibile, con macchine impastatrici oppure sopra una area pavimentata; le malte dovranno risultare come una pasta omogenea, di tinta uniforme. I vari componenti, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati a peso od a volume. La calce spenta in pasta dovrà essere accuratamente rimescolata in modo che la sua misurazione, a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di sicura esattezza. Gli impasti dovranno essere preparati nella quantità necessaria per l' impiego immediato e, per quanto possibile, in prossimità del lavoro. I residui di impasto che non avessero per qualsiasi ragione immediato impiego, dovranno essere gettati al rifiuto, ad eccezione di quelli formati con calce comune che dovranno essere utilizzati il giorno stesso della loro manipolazione. I componenti delle malte cementizie ed idrauliche saranno mescolati a secco. La Direzione si riserva la facoltà di poter variare le proporzioni dei vari componenti delle malte, in rapporto ai quantitativi stabiliti alla tabella che segue; in questo caso saranno addebitate od accreditate all' Appaltatore unicamente le differenze di peso o di volume dei materiali per i quali sarà stato variato il dosaggio, con i relativi prezzi di elenco. La Direzione potrà ordinare, se necessario, che le malte siano passate allo staccio; tale operazione sarà comunque effettuata per le malte da impiegare nelle murature in mattoni od in pietra da taglio, per lo strato di finitura degli intonaci e per le malte fini (staccio 4 UNI 2332) e le colle (staccio 2 UNI 2332). 4.2 OPERE IN CEMENTO ARMATO 4.2.1 MONTAGGIO DELLE CASSEFORME Le casseforme possono essere costruite in legno od in ferro secondo la convenienza e disponibilità dell'Assuntore. Devono essere idonee a sopportare il peso proprio delle strutture da gettare, il carico del personale e di tutte le attrezzature e mezzi mobili e fissi da adibire al getto e di tutti gli altri eventuali carichi e spinte. Inoltre devono essere montate in modo che in corso di getto non possano essere anche minimamente soggette a deformazioni di piani e di allineamenti rispetto a quelli di progetto; inoltre devono essere atte, in genere per le strutture orizzontali, a permettere il primo disarmo, fermi restando in opera i puntelli necessari, come numero ed ubicazione, sino al completamento della maturazione della struttura sopportata. Particolare studio e cura devono essere osservate per la progettazione, il montaggio ed il disarmo delle casseforme e loro opere di sostegno, relative a strutture aventi notevole luce e carichi, o comunque di spiccate caratteristiche. Nella realizzazione delle casseforme in legno deve essere osservata la massima cura per realizzare superfici di contatto con il getto completamente regolari, prive di risalti, dentelli, rientri e dislivelli. Particolare attenzione deve essere posta per ottenere il perfetto combaciamento delle tavole fra loro allo scopo di evitare dispersioni di boiacca durante il getto e di ottenere superfici rispondenti a quanto sopra. Nell'armatura di pareti è ammesso l'impiego di opportuni distanziatori. Salvo espressa prescrizione contraria, i getti devono essere realizzati con spigoli smussati e, allo scopo devono essere predisposti nelle casseformi appositi listelli opportunamente sagomati. In corso di montaggio delle casseforme si deve aver cura di predisporre secondo gli esatti livelli, allineamenti ed ubicazioni, le opportune cassette per la determinazione dei vani di alloggiamento e di ancoraggio, di fori ed in genere di tutte le luci di passaggio, verticali ed orizzontali, sia sotto che fuori terra, utili al futuro montaggio di impianti ed attrezzature di qualsiasi tipo, sia definitivi che provvisionali. 4.2.2 POSA IN OPERA DELL’ARMATURA METALLICA Le barre di armatura devono essere libere da ogni sostanza o materiale eterogeneo che possa compromettere la perfetta aderenza col calcestruzzo; devono essere poste in opera esattamente secondo il numero, dimensioni, forma e posizioni prescritti dal calcolatore. Le barre devono essere legate fra loro con fili di ferro cotto o saldate in tutti i punti di intersezione, perchè costituiscano una gabbia rigida, idonea a conservare la propria esatta posizione senza alcuna deformazione o torsione in corso di getto. Si deve inoltre verificare che la distanza corrente dai ferri più esterni della gabbia, alla cassaforma più adiacente, corrisponda alle prescrizioni relative agli spessori di ricoprimento indicati negli elaborati grafici delle strutture in c.a. e che la distanza corrente tra due ferri contigui non sia minore di una entità pari al diametro del maggiore dei due ferri o comunque non minore di 2 cm. Allo scopo di assicurare il mantenimento degli spessori di ricoprimento prescritti sino a getto ultimato, fra estradosso dei ferri più esterni della gabbia e la faccia interna più adiacente della cassaforma devono essere inseriti degli appositi distanziatori. 4.2.3 CONFEZIONE DEL CALCESTRUZZO La confezione del calcestruzzo deve essere normalmente effettuata con un mezzo meccanico. Può essere ammessa la confezione a mano solo per piccoli quantitativi isolati. I mezzi per la confezione del calcestruzzo devono essere, all'entità delle opere da realizzare ed ai relativi programmi di esecuzione, considerato altresì che deve essere assicurata la regolare continuità delle operazioni di getto di ogni singola struttura, in ogni modo che le interruzioni non siano superiori a 30 minuti primi. La dosatura dei componenti dell'impasto effettuata con apparecchiatura meccanica. deve essere normalmente La quantità e le caratteristiche dei singoli componenti l'impasto da confezionare, devono essere costanti e corrispondenti alle prescrizioni. Quando la temperatura dell'aria scende al di sotto di valori non compatibili con la buona riuscita dei getti e della loro maturazione, qualora dai programmi operativi non sia permessa la interruzione della produzione, si deve, impiegare, in sede di confezione del calcestruzzo, un additivo antigelo secondo le dosi, le modalità, i limiti delle temperature minime sopportabili ed i tempi minimi entro cui il prodotto è effettivamente operante, dettati dal fornitore. L'impiego di tali prodotti non deve in alcun modo compromettere i limiti di resistenza richiesti al calcestruzzo di una determinata classe; allo scopo deve essere preventivamente effettuata una verifica mediante una serie di prove cubiche sul calcestruzzo, opportunamente miscelato con l'additivo antigelo. In ogni caso l'Assuntore non può procedere all'esecuzione di impasti e di getto a temperature, comprese quelle prevedibili notturne, inferiori a + 4°C se non con precisa autorizzazione della Committente. L'Assuntore deve pertanto sottoporre all'approvazione della Committente il programma e le modalità da adottare per l'impasto, il getto e la protezione durante la presa. 4.2.4 TRASPORTO DEL CALCESTRUZZO Il trasporto del calcestruzzo ai punti di getto deve essere effettuato con i mezzi più idonei e rapidi, di norma meccanici, atti ad evitare la separazione dei singoli elementi componenti l'impasto. Il tempo intercorrente dal momento del carico del calcestruzzo sul mezzo di trasporto a quello di posa nella cassaforma non deve essere maggiore di 15 minuti, salvo che il mezzo di trasporto non sia munito di miscelatore. Il calcestruzzo non deve essere scaricato nella sede di getto, qualunque sia l'attrezzatura usata, (dumpers, canali di lamiera, benne e simili), da un'altezza maggiore di m 1,50. Il calcestruzzo può anche essere trasportato a mezzo di pompe del tipo a spinta meccanica: in questo caso per migliorare la fluidità possono essere aggiunti, a completo onere dell'Assuntore, additivi fluidificanti o può essere maggiorata la dosatura dell'acqua, purchè vengano rispettate le prescrizioni. Ad ogni interruzione di servizio si deve provvedere alla pulizia della pompa e delle tubazioni con getto d'aria e d'acqua in pressione, avendo cura di evitare che i materiali di risulta della pulizia si disperdono sulle opere in costruzione. Deve essere escluso l'impiego di pompe del tipo a spinta d'aria. 4.2.5 GETTO DEL CALCESTRUZZO Prima dell'inizio del getto si deve verificare che: • l'armatura metallica corrisponda esattamente al progetto per numero, posizione e diametro delle barre, per le loro piegature, giunzioni, sovrapposizioni, interdistanze, ricoprimenti, legamenti ed inoltre che il fissaggio delle gabbie sia tale da garantire la stabilità della loro posizione durante il getto, • sia stata effettuata un'accurata pulizia delle casseforme eliminando qualsiasi traccia di corpi estranei, • nelle casseforme siano stati esattamente predisposti tutti gli inserti, • siano state predisposte secondo esatti livelli, allineamenti, posizionamenti, tutte le parti quali: bulloni, tirafondi,manicotti, piastre, tubazioni e simili, sia su strutture verticale che orizzontali e sia sotto che fuori terra, necessarie al futuro montaggio di impianti ed attrezzature di qualsiasi tipo sia definitivi che provvisionali, • sia stata effettuata, specie in clima caldo, un'abbondante e ripetuta bagnatura delle casseforme e degli altri eventuali manufatti laterizi, cementizi o simili da incorporare nel getto, • specie in clima caldo, siano stati eliminati nelle casseforme in legno eventuali difetti (deformazioni, fessurazioni, etc.) dovuti a ritiri ed assestamenti delle tavole, • siano stati montati gli opportuni mezzi ed apparecchiature mobili e fisse, per il sollevamento, il trasporto e la distribuzione del calcestruzzo, effettivamente capaci della produzione prevista senza alcuna soluzione di continuità e tali che, in corso d'opera, non ne conseguano urti, scuotimenti od altro che possa compromettere la stabilità dei getti e la loro maturazione, • nel caso di getti di notevole entità, della durata complessiva di più giorni, siano stati opportunamente predeterminati i limiti dei getti in corrispondenza ai punti di ripresa più idonei in funzione della loro entità e delle caratteristiche dimensionali e statiche delle opere. A tale scopo l'Assuntore dovrà presentare un preciso programma di esecuzione dei getti e delle posizioni di interruzione e ripresa. in ogni caso, dovranno essere seguite le indicazioni fornite dalla D.L., qualora diverse da quanto sopra prescritto. Il calcestruzzo deve essere posto e distribuito in opera in strati successivi dello spessore di cm 30 e costipato mediante vibratori, avendo cura di non provocare alcun spostamento al complesso dell'armatura metallica, e che anche ogni minima parte della sezione di getto sia riempita e costipata sino all'affioramento di un velo di boiacca in superficie. L'avanzamento del getto deve procedere con continuità a sezione piena, in senso verticale ed orizzontale, in modo che nessuna delle superfici di contatto delle sezioni di calcestruzzo in avanzamento abbia minimamente iniziato il processo chimico-fisico della maturazione. Questa norma deve essere osservata sino al termine del getto di ogni singola unità strutturale o almeno sino ai limiti predeterminati per la ripresa; per il rispetto di tale norma la capacità di confezione, trasporto e getto del calcestruzzo deve essere, se necessario, incrementata temporaneamente rispetto a quella media generale. La superficie orizzontale dei getti deve essere a perfetto piano e finita a frattazzo grosso; le superfici a contatto delle casseforme, a disarmo avvenuto, devono presentarsi lisce, con piani uniformi, compatte, esenti da difformità di colore, da vuoti e da sbavature. I calcestruzzi di norma devono essere vibrati, ed, in particolare nei casi in cui il rapporto acqua-cemento è inferiore a 0,45 o nei casi in cui vengono adottati calcestruzzi di più elevate caratteristiche. La vibratura del calcestruzzo deve essere eseguita entro i primi 15 minuti di posa in opera dello stesso con apparecchi ad aria compressa, elettrici o meccanici aventi normalmente una frequenza compresa tra 8.000-12.000 vibrazioni al minuto primo, tenuto presente che la frequenza delle vibrazioni è in funzione della granulometria degli inerti e della densità dei ferri dell'armatura metallica. I vibratori devono essere immersi e ritirati dal getto lentamente, con una velocità approssimativa non superiore a cm 10-8 al secondo, per evitare la formazione dei vuoti nel calcestruzzo. Inoltre deve essere assolutamente evitato qualsiasi contatto tra il vibratore e qualunque barra dell'armatura metallica. La profondità di ogni singolo strato da vibrare non deve essere maggiore di 40 cm ivi comprendendo anche uno spessore di 10 cm del precedente strato. La vibrazione deve iniziare e proseguire in modo che l'intera massa risulti lavorata con omogeneità e deve essere interrotta quando in superficie affiora un velo di boiacca cementizia; un'ulteriore azione di vibratura potrebbe provocare la stratificazione dei costituenti il calcestruzzo. In presenza di armature metalliche molto ravvicinate la vibratura deve essere effettuata con vibratori a lama, avente quest'ultima una lunghezza non maggiore di 20 cm. Le riprese dei getti non previste dal progetto e dal programma devono essere normalmente evitate; qualora si rendessero necessarie, devono essere autorizzate dalla Direzione Lavori ed eseguite, di regola, in senso pressocchè normale alla direzione degli sforzi di compressione escludendo le zone di massimo momento flettente. Le superfici di contatto oggetto della ripresa devono essere prive di boiacca superficiale, ravvivate e lavate. Quando il getto è effettuato in presenza di acqua si devono usare le attrezzature ed i metodi più idonei ad impedirne il dilavamento ed a garantire un buon costipamento. Durante e dopo il getto del calcestruzzo si deve aver cura che: • nessuna struttura o parte di essa, sia soggetta al passaggio diretto di operatori, mezzi d'opera ed attrezzature prima che abbia raggiunto un sufficiente grado di maturazione, • le condizioni climatiche, per eccesso di caldo o di gelo, non provochino interruzioni e danni, anche solo superficiali, al processo chimico-fisico della maturazione. In caso di freddo intenso i getti e le superfici da questi interessati devono essere protetti con teli autoriscaldanti, tavole, sabbia, fonti di calore erogate da apparecchiature opportunamente ubicate e di adeguata potenza e con ogni altra attrezzatura e protezione idonea allo scopo e devono essere effettuati, preferibilmente, nelle ore meno fredde della giornata. Il complesso di tali opere provvisionali non dovrà essere rimosso sino che il processo di maturazione abbia esaurito almeno gran parte del proprio ciclo. In caso di caldo intenso i getti devono essere preferibilmente effettuati protetti dall'azione del calore e del vento, con tutti i mezzi idonei a provocare una sufficiente diminuzione di temperatura, direttamente, od indirettamente, sulla superficie dei getti e nelle zone di lavoro. • tutte le superfici dei getti ultimati, non appena raggiunta una consistenza tale da essere dilavati, devono essere abbondantemente e ripetutamente bagnate più volte nelle 24 ore e particolarmente nel caso di calore più intenso, sia redatto in modo dettagliato e sempre aggiornato e dettagliato, a cura dell'Assuntore, il diario dei getti specificando, per ogni struttura, o parte di essa, la data di inizio e fine, il tipo di calcestruzzo impiegato, le condizioni climatiche perduranti dall'inizio del getto sino alla data di fine della normale maturazione. 4.2.6 DISARMO Il disarmo deve essere effettuato solo quando il calcestruzzo ha completato la propria maturazione e deve essere condotto con tutte le precauzioni del caso, senza urti, scosse o sollecitazioni impreviste, perchè la struttura o parte di essa sia sottoposta alle tensioni di progetto con opportuna progressione. In particolare prima di ogni operazione di disarmo di una struttura, o parte di essa, si devono controllare nel diario dei getti le condizioni climatiche in cui sono avvenuti i getti e la loro maturazione e tutte le altre eventuali condizioni proprie del caso e del momento. Può essere inoltre utile verificare, prima del disarmo, la resistenza del calcestruzzo mediante l'esecuzione di prove con apparecchio sclerometrico portatile, anche se dette prove non sono da considerarsi determinanti. Le strutture o parti di esse non devono normalmente essere disarmate se non sono decorsi, a partire dalla data della loro ultimazione di getto, almeno il numero di giorni indicati quì di seguito per ciascun tipo di struttura intendendosi per giorno un'entità effettiva di tempo pari a 24 ore. La durata della maturazione del calcestruzzo e le conseguenti date di disarmo, devono essere esclusivamente riferite a condizioni di getto e maturazione normali: in caso contrario devono essere opportunamente protratte nel tempo. Giorni 3 Platee e piastre di fondazione rigide o flessibili Plinti rigidi o flessibili Travi rovesce Basamenti di pompe Sostegni a terra di tubazioni Giorni 5 Basamenti a blocco di grossi macchinari Piedistalli e selle di sostegno di apparecchiature Pareti di cunicoli Muri di contenimento Collettori di fognatura e pozzetti Giorni 8 Pilastri di strutture di fabbricati e di sostegno di apparecchiature Basamenti di apparecchiature e colonne di processo Spalle e pile di ponti Pareti di vasche Giorni 21 Travi di strutture di fabbricati e di sostegno di apparecchiature Solai misti, solette ed impalcati Strutture e pareti molto snelle Oltre alle precauzioni già indicate in precedenza, punto in sede di disarmo si deve avere cura di evitare spigolature e danni alla superficie dei getti. A disarmo completo devono essere rimossi dalle superfici dei getti tutti gli elementi o parti delle casseforme, nonchè tutti i ferri sporgenti che sono serviti da tiranti, agganci provvisori o altro. 4.3 CARPENTERIA METALLICA 4.3.1 GENERALITÀ La costruzione dovrà essere eseguita in accordo al capitolo 7 dell’Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture di acciaio, ed alle Norme Tecniche per le Costruzioni del Gennaio 2008. Dovrà essere impiegato esclusivamente materiale nuovo, privo di difetti e non materiale di recupero. Il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, dovranno essere eseguiti preferibilmente con dispositivi agenti per pressione. Il taglio dovrà essere eseguito preferibilmente a macchina. I tagli irregolari ossia presentanti riprese e sbavature, dovranno essere ripassati con mola. Le estremità delle colonne dovranno essere spianate per assicurare il contatto con le piastre. Le superfici delle unioni per contatto dovranno risultare piane ed ortogonali all'asse delle membrature collegate. 4.3.2 MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE UNIONI Si richiamano in particolare i capitololi 6 e 7 dell’Eurocodice 3 per quanto si riferisce ad unioni ad attrito, saldate e per contatto. Le parti da collegare dovranno essere disposte e trattenute in modo che possano seguire il ritiro e dopo la saldatura dovranno risultare conformi al disegno possibilmente senza che occorra raddrizzarle. Durante la saldatura ed il raffreddamento del saldare non dovranno subire scosse o vibrazioni. cordone, le parti da Gli elementi da collegare con saldatura aventi spessori maggiori di 30÷35 mm, in accordo con la UNI 5132, dovranno essere sottoposti a preriscaldo. 4.3.3 TRASPORTO Modalità di trasporto ed imballo dovranno essere tali da garantire gli elementi trasportati da danneggiamenti e distorsioni. 4.3.4 MONTAGGIO IN OPERA In aggiunta a quanto previsto dalla normativa si prescrive: -durante il carico, lo scarico ed il trasporto, il deposito ed il montaggio, le strutture non dovranno essere sovrasollecitate né deformate od incurvate -il montaggio andrà eseguito accuratamente in modo che la struttura raggiunga l'esatta configurazione prevista nei disegni di progetto -la stabilità e la capacità portante dovranno essere costantemente e sufficientemente assicurate anche nella fase di montaggio con collegamenti provvisori e/o opportuni dispositivi da rimuovere solo quando siano diventati staticamente superflui. 4.8 TINTEGGIATURE E VERNICIATURE 4.8.1 NORME GENERALI Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura, dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature, eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime. 4.8.5.1 Verniciatura di opere in ferro Le superfici da verniciare devono essere accuratamente ripulite da ruggine, scorie, calamina, macchie di sostanze grasse od untuose, residui vari, imbrattamenti di malta od altro. La prima mano di antiruggine al cromato di zinco deve essere applicata dopo aver preparate adeguatamente le superfici. Sulle parti non più accessibili dopo la posa in opera deve preventivamente applicata anche la seconda mano di antiruggine. essere La seconda mano di antiruggine deve essere applicata dopo la completa essiccazione della prima mano, previa pulitura delle superfici da polvere ed altri imbrattamenti e ritocchi degli eventuali danneggiamenti durante la posa in opera. Lo spessore dello strato secco di ciascuna mano non deve essere inferiore a 20 micron. La tonalità di colore di ciascuna mano deve essere differente in modo da permettere l'agevole accertamento dell'effettivo numero delle passate applicate. Prima di applicare lo smalto si deve procedere alla stuccatura per eliminare eventuali difetti che, pur essendo di limitatissima entità per rientrare nelle tolleranze, possono essere presenti sulle superfici dei manufatti. Le parti stuccate, dopo accurata scartavetratura, devono essere ritoccate con lo smalto. Si applica successivamente la prima mano di smalto e, dopo la completa essiccazione di questa, la seconda mano. La tonalità di colore di ciascuna mano deve essere differente in modo da permettere l'agevole accertamento del numero delle passate applicate. Lo spessore dello strato secco di ciascuna mano non deve essere inferiore a 25 micron. Deve essere evitato ogni danneggiamento alle superfici verniciate dipendente da distacchi di lembi dello strato di vernice di conseguenza di aderenza delle varie superfici fra loro, come ad esempio fra i battenti mobili ed i telai fissi di serramenti. 4.9 PAVIMENTAZIONI 4.9.1 PRESCRIZIONI GENERALI La posa dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in modo che le superfici risultino perfettamente piane ed osservando scrupolosamente le disposizioni che, di volta in volta, saranno impartite dalla Direzione Lavori. I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al sottostrato e non dovrà verificarsi, nelle connessure di contatto, la benché minima ineguaglianza; le fessure dovranno essere pressoché invisibili e la loro linea perfettamente diritta. I pavimenti si addentreranno per 15 mm entro l' intonaco delle pareti (o alternativamente dentro il rivestimento) che sarà tirato verticalmente sino all' estradosso degli stessi, evitandosi quindi ogni raccordo o guscio. L' orizzontalità dovrà essere sempre scrupolosamente curata e controllata mediante livella; non saranno ammesse ondulazioni superiori a 2 mm, misurate con l' opposizione a pavimento di un regolo di 2 m di lunghezza. Tutti i pavimenti dovranno risultare di colori uniformi secondo le tinte e le qualità prescritte e privi di qualunque macchia o difetto per tutta la loro estensione. Saranno quindi a carico dell' Appaltatore gli oneri per la spianatura, la levigatura, la pulizia e la conservazione dei pavimenti che dovessero richiedere tali operazioni. E fatto espresso divieto di disporre tavole per il passaggio di operai e di materiali su pavimenti appena gettati o posati; l' Appaltatore sarò tenuto a disporre efficienti sbarramenti per vietare tale passaggio per tutto il tempo necessario alla stabilizzazione del pavimento. Resta comunque stabilito che, ove i pavimenti risultassero in tutto od in parte danneggiati per il passaggio abusivo di persone o per altre cause, l' Appaltatore dovrà a sua cura e spese rimuovere e successivamente ricostruire le parti danneggiate. I materiali ed i manufatti di cui saranno composti i pavimenti dovranno essere conformi alle caratteristiche e norme già indicate nei rispettivi articoli; l' Appaltatore avrà l' obbligo di presentare alla Direzione i campioni dei pavimenti prescritti, per la preventiva accettazione. 4.9.2 SOTTOFONDI Il piano destinato alla posa dei pavimenti di qualunque tipo dovrà essere opportunamente spianato mediante un sottofondo, in modo che la superficie di posa risulti regolare e parallela a quella del pavimento da eseguire ed alla profondità necessaria, tenuto conto dello spessore degli elementi da impiegare e della quota del pavimento finito. Il sottofondo potrà essere costituito, secondo le prescrizioni della Direzione Lavori, da un massetto di calcestruzzo idraulico o cementizio normale od alleggerito (con inerti leggeri o cellulare), di spessore in ogni caso non inferiore a 8 cm, che dovrà essere gettato in opera a tempo debito per essere lasciato stagionare almeno 10 giorni. Dovrà ad ogni modo essere evitata la formazione di lesioni ricorrendo, se opportuno, all' uso di additivi antiritiro o procedendo, nel caso di notevoli estensioni, alla creazione di idonei giunti. Prima della posa del pavimento comunque, le lesioni eventualmente manifestarsi nel sottofondo saranno riempite e stuccate con un beverone di calce idraulica o di cemento, secondo i casi. Prima di procedere alla posa del massetto vero e proprio, si dovrà provvedere: -ad eventuali tagli per il passaggio delle tubazioni degli impianti, alla posa degli impianti ad a quella di una rete metallica zincata a maglie strette sopra il passaggio delle tubazioni; -alla posa di eventuale boiacca d'aggancio al fondo sottostante. 4.9.3 PAVIMENTI IN GRES PORCELLANATO 4.9.3.1 NORME GENERALI Prima di iniziare l' applicazione dello strato legante di malta, il piano di posa dovrà essere accuratamente pulito ed uniformemente bagnato. Sul piano così preparato verrà steso lo strato di malta curando che lo stesso non sia inferiore a 2 cm per i pavimenti interni ed a 4 cm per i pavimenti esterni. La malta dovrà essere possibilmente mescolata a macchina e di consistenza tale che nella stessa non affiori acqua in superficie. Sistemate sul piano di posa le fasce di livello, si estenderà lo strato di malta nello spessore dovuto e si procederà quindi ad apposita spianatura e levigatura con adatto rigone. La superficie superiore di questo strato, una volta livellata, verrà coperta con un sottile strato (1 mm) di cemento asciutto (spolvero, normale, bianco o colorato) immediatamente prima della posa delle piastrelle. Sul letto di malta così preparato si appoggeranno gli elementi, previa immersione degli stessi in acqua per almeno due ore, esercitando una leggera pressione sugli stessi ma evitando rifluimenti di malta. Si procederà quindi ad una dosata bagnatura del pavimento e ad una uniforme ed energica battitura dello stesso con apposito tacco di legno, affinché le piastrelle assumano la loro posizione piana definitiva: la battitura sarà valida quando, sollevando una piastrella, ad essa resterà aderente una buona quantità di malta. Ultimata tale operazione si procederà alla pulizia degli elementi mediante lavaggio con tela di juta in modo da asportare ogni traccia di malta rifluita tra le connessure. La sigillatura dei giunti fra le singole piastrelle con boiacca dovrà essere effettuata quando il letto di malta sarà già parzialmente indurito e cioè non prima di 12 ore, né dopo 24 ore dalla posa; per spargere la boiacca si utilizzerà una spatola di gomma o di materiale plastico essendo in ogni caso vietato l' uso di spazzole metalliche. A sigillatura effettuata si procederà alla pulizia del pavimento con segatura o meglio con tela di juta o spugne di gomma, curando di asportare tutti i residui di boiacca. Successivamente, ed a sigillatura indurita, dovrà lavarsi il pavimento con acqua o, se necessario e nel caso di piastrelle non smaltate, anche con soluzione acida (10% di acido nitrico +90% di acqua). 4.9.3.2 GIUNTI Secondo le prescrizioni, le operazioni di posa delle piastrelle potranno venire effettuate a giunto unito, a giunto aperto o con giunto elastico. Con la posa a giunto unito le piastrelle dovranno venire collocate a diretto contatto tra di loro, curando che lo spazio fra gli elementi non risulti mai superiore a 1 mm e le fughe risultino perfettamente allineate. Con la posa a giunto aperto le piastrelle saranno spaziate di 5 ÷ 8 mm ponendo ogni cura, con l' uso di apposite sagome (dime o crocette), od altri dispositivi, che i giunti regolari, allineati e di larghezza uniforme. I giunti elastici (o di deformazione) potranno interessare tutta o parte della pavimentazione. Per i pavimenti a cielo aperto, da realizzarsi in località con condizioni climatiche particolarmente delimitate da giunti elastici non dovranno essere superiori ad 8 m². 4.9.3.3 PRECAUZIONI E PROTEZIONI In condizioni climatiche esasperate dovrà poi provvedersi a riparare i pavimenti sprovviste di infissi, con fogli di plastica. In caso di pavimenti esterni, sarà vietato procedere alla posa quando la temperatura dovesse estendersi oltre il campo compreso tra -5 ° C e +35 ° C. A posa avvenuta i pavimenti dovranno venire protetti dal vento, dai raggi solari e dalla pioggia. Prima di sottoporre i pavimenti a pesi, o comunque a sollecitazioni di carichi ed a quelli di esercizio, dovranno trascorrere non meno di 30 giorni. 4.11 INFISSI E OPERA DA VETRAIO 4.11.1 INFISSI IN PVC I materiali da impiegare dovranno soddisfare le prove di accettazione e possedere i requisiti previsti nelle seguenti norme: - UNI EN 477:1997, UNI EN 478:1997, UNI EN 479:1997, UNI EN 513:2001, UNI EN 514:2001; - UNI 8648:1985 + A1:1993, UNI 8772:1985, Tali disposizioni si presente Capitolato. intendono integrative alle norme contenute nel L’infisso sarà monoblocco a taglio termico in PVC per finestre e portefinestre realizzato con profili dello spessore minimo dei profilati di mm 1,5 rifinito con le parti in vista satinate. Tutti i profilati saranno costituiti da n° 2 elementi assemblati meccanicamente con due lamelle di poliammide formanti il taglio termico. Il telaio esterno sarà costituito da adeguato profilo a 5 camere, largo 70 mm e rinforzi in acciaio zincato di spessore 1,5 mm compresi i montanti con ricavata la battuta per l'anta, il traverso superiore con sede di appoggio per il cassonetto, il traverso inferiore assolato (escluso per le porte-finestra) per lo scarico dell'acqua, il telaio mobile realizzato con profili a sezione tubolare, della sezione minima di mm 70, le guarnizioni centrali e interna in dutral; la chiusura a cardiglione/cremonese a 3 punti di chiusura per finestre e portefinestre, il regolo fermavetro a scatto e tutta la ferramenta necessaria. I materiali da impiegare dovranno soddisfare le prove di accettazione e possedere i requisiti previsti nelle seguenti norme: - UNI 3952, 8370, 7979, 8204, 4522, 6534, 7143, 7959; - UNI EN 86,UNI EN 42, UNI EN ZZ, UNI EN 107; - DIN 4108. Tali disposizioni si presente Capitolato. intendono integrative alle norme contenute nel Saranno accettati come conformi alle suindicate prescrizioni materiali e componenti certificazioni di qualità prodotte dall'Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe (UNCSAAL). L’infisso sarà monoblocco a taglio termico in alluminio per finestre e porte-finestre realizzato con profili dello spessore minimo dei profilati di mm 1,5 rifinito con le parti in vista satinate e con superficie totale della lega leggera ossidata anodicamente a 15 micron. Tutti i profilati saranno costituiti da n° 2 elementi assemblati meccanicamente con due lamelle di poliammide formanti il taglio termico. Il telaio esterno sarà costituito da profilato di lamiera di alluminio anodizzato estruso per finestre e balconi ad uno o due battenti o scorrevoli apribili ovvero per finestre a due battenti di altezza eguale, o diversa, la inferiore fissa e la superiore apribile a vasistas, con profilati a giunto aperto della sezione minima di mm 50 e dello spessore di mm 1,5, rifinite con le parti in vista satinate e con superficie totale della lega leggera ossidata anodicamente a 15 micron; completi di scossalino in alluminio per l'eliminazione di condensa,coprifili in lamiera di alluminio anodizzato, fermavetro a scatto in lega leggera, cerniere, cremonese in alluminio, scodellini, scrocco ed ogni altro accessorio. 4.11.3 OPERE DA VETRAIO Tutti i materiali devono essere della migliore qualità esistente in commercio e devono provenire da primarie fabbriche che diano garanzia di costanza di qualità e di produzione. I materiali possono essere approvvigionati presso località e fabbriche che l'Assuntore ritiene di sua convenienza purché corrispondano ai requisiti di cui sopra. 4.11.3.1 VETRI E CRISTALLI Le lastre devono essere di spessore uniforme, a contorno regolare, senza scheggiature, piane, incolori (salvo diversa prescrizione) trasparenti, prive di bolle, soffiature, scorie, ondulazioni, macchie, graffiature ed altri difetti; salvo le tolleranze d'uso più sotto specificate. Tutti i vetri delle finestre saranno formati da vetro camera costituito da lastre in vetro float con interposta intercapedine d'aria disidratata e distanziatore sigillato in alluminio. Il vetro camera sarà fissato con viti ribattute e sigillatura con mastice a base di silicone. Il vetro camera avrà il seguente spessore mm 4 -12 – 4. Il vetro bianco stampato nazionale avrà spessore di 6 mm. 4.11.3.2 SIGILLANTI • Sigillanti in pasta 94 • Sigillanti di allettamento Prodotti butilici ed oleo modificati permanentemente plastici impiegati come masse di riempimento dei giunti. • Mastici per sigillatura protettiva: Prodotti a vulcanizzazione totale da applicare esternamente sullo strato di mastice di allettamento per sigillare perfettamente lo spazio tra il vetro ed il filo esterno della battuta di appoggio dello stesso lungo tutto il perimetro delle specchiature; possono essere a base di siliconi o a base di polisolfuri. • Sigillanti in nastri e cordoni a base butilica Da applicare nei casi in cui possono essere mantenuti compressi. 4.11.3.3 • A base • A base chimiche GUARNIZIONI di elastomeri (polietilene solfonato). di polivinile ottenute per estrusione con caratteristiche e fisiche rispondenti alle ASTM. PARTE SECONDA – IMPIANTO ELETTRICO 5. CANALIZZAZIONI, VIE CAVI E CAVIDOTTI Nell’esecuzione dei cavidotti saranno tenute le caratteristiche dimensionali e costruttive, nonché i percorsi, indicati nei disegni di progetto. 5.1 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI CAVIDOTTI DI BASSA TENSIONE (0,4KV) I cavidotti utilizzati per l’infilaggio dei cavi elettrici in bassa tensione avranno le seguenti caratteristiche: -in PVC (policloruro di vinile rigido) prodotto in conformità alle norme CEI EN 50086-1 (CEI 23-39) e CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-46;V1); -resistenza allo schiacciamento >450N, classe di resistenza N; -bicchiere liscio per giunzioni ad incollaggio; 5.2 PASSERELLE PORTACAVI Le passerelle portacavi tecniche: dovranno avere le seguenti caratteristiche · Altezza 100 mm · Larghezza variabile 100 -400 mm · Lunghezza 3.000mm · Spessore 8/10 · Materiale Acciaio AISI 304, (o Sendzimir) · Spessore rivestimento 14 micron (minimo) · Fondo Forato Le passerelle dotate di coperchio avranno le seguenti caratteristiche tecniche: · Altezza 12 mm · Larghezza variabile 100 -400 mm · Lunghezza 3000 · Spessore 8/10 mm · Spessore rivestimento 14 micron (minimo) · Materiale Acciaio AISI 304 (o Sendzimir) · Esecuzione Piana. 5.3 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI CAVIDOTTI DI MEDIA TENSIONE (20KV) I cavidotti utilizzati per l’infilaggio dei cavi elettrici in media tensione avranno le seguenti caratteristiche: -in PVC (policloruro di vinile rigido) prodotto in conformità alle norme CEI EN 50086-1 (CEI 23-39) e CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-46;V1); -resistenza allo schiacciamento >450N, classe di resistenza N; -bicchiere liscio per giunzioni ad incollaggio; 6. CAVI E CONDUTTURE DI BASSA TENSIONE 6.1 CAVI BT IN GOMMA G7 Prescrizioni I cavi avranno le seguenti caratteristiche: Tensione nominale: 0.6/1 kV Sigla di designazione: FG7(0)R Norme di riferimento: Norma CEI 20-13 CEI 20-22 II CEI 20-35 CEI 20-37 I Tensione di prova: 4000 V in c.a. Temperatura di esercizio: 90°C max. Temperatura di corto circuito: 250°C max. Costruzione I cavi BT saranno costituiti dai seguenti strati: -anima di corda rigida o flessibile di rame ricotto stagnato, distinte secondo la tabella UNEL 00722; -isolante in gomma HEPR (mescola etilenpropilenica ad alto modulo con elevate caratteristiche termiche e meccaniche) di qualità G7 (CEI 20-11); -guaina di PVC, qualità Rz (CEI 20-11), colore grigio chiaro. Il conduttore è a filo unico con superficie esterna marcata almeno ogni 500 mm con la seguente dicitura minima: «CEI 20-22 II -IEMMEQU -Nome del fabbricante» Modalità di impiego e raccomandazione per la posa Temperatura minima di posa: 0°C Raggio minimo di curvatura: per i cavi con conduttore flessibile sarà 4 volte il diametro esterno, per i cavi con conduttore rigido o filo unico, sarà 6 volte il diametro esterno. Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm2 di sezione totale del rame. 6.2 CAVI BT IN PVC DI IMPIEGO GENERALE PER IMPIANTI CIVILI ED INDUSTRIALI La presente specifica riguarda le prescrizioni per la fornitura di cavi di bassa tensione unipolari e multipolari con guaina del tipo non propagante l’incendio ed a contenuta emissione di gas corrosivi. Prescrizioni I cavi avranno le seguenti caratteristiche: Tensione nominale: 0.6/1 kV Sigla di designazione: N1VV-K /NO7V-K Norme di riferimento: Norma CEI 20-14 CEI 20-20 CEI 20-22 II CEI 20-35 CEI 20-37 (solo per N1VV-K) Tensione di prova: 2500/4000 V in c.a. Temperatura di esercizio: 0°C max Temperatura di corto circuito: 160°C max Costruzione I cavi BT in PVC di impiego generale per impianti civili ed industriali saranno costituiti dai seguenti strati: -anima di corda flessibile di rame rosso ricotto stagnato di classe 5 (CEI 20-29), la cui distinzione è realizzata secondo la tabella UNEL 00722; -isolante in PVC di qualità R2 (CEI 20-11); -guaina di PVC, qualità Rz (CEI 20-11), colore blu chiaro. La superficie esterna del cavo dovrà essere marcata almeno ogni 500 mm con la seguente dicitura minima: “CEI 20-22 II – IEMMEQU – Nome del fabbricante”. Modalità di impiego e raccomandazioni per la posa L’installazione sarà di tipo fissa sia all’interno che all’esterno, poiché i suddetti conduttori si prestano ad essere installati in aria libera su passerelle, in tubazioni, in canalette od in sistemi similari. Questi cavi presentano, inoltre, la possibilità ad essere direttamente interrati. -Temperatura minima di posa: 5°C -Raggio minimo di curvatura: 6 volte il diametro del cavo -Sforzo massimo di tiro: 50N per mm di sezione totale del rame La posa dei cavi deve essere eseguita, secondo le specifiche di modalità di posa (condizioni, raggi di curvatura, coesistenze, ecc.) della Norma CEI 11.17, lungo i percorsi previsti nelle planimetrie di progetto. Eventuali modifiche al tipo di posa ed al tracciato potranno essere autorizzate dalla D.L. qualora presentino aspetti di maggiore convenienza tecnico-economica o per oggettivi impedimenti connessi ad impianti preesistenti. 6.3 CAVI BT IN GOMMA FTG10(O)M Prescrizioni I cavi avranno le seguenti caratteristiche: Tensione nominale: 0.6/1 kV Sigla di designazione: FTG10(0)M Norme di riferimento: Norma CEI 20-13 CEI 20-22 II CEI 20-35 CEI 20-37 I Tensione di prova: 4000 V in c.a. Temperatura di esercizio: 90 °C max. Temperatura di corto circuito: 250°C max. Costruzione I cavi BT saranno costituiti dai seguenti strati: -Conduttore: a corda rigida o flessibile di rame ricotto stagnato con barriera ignifuga -Isolamento: elastomerico reticolato di qualità G10 -Guaina: speciale a base di elastomero reticolato M1 -Colore: azzurro RAL 5015 Il conduttore è a filo unico con superficie esterna marcata almeno ogni 500 mm con la seguente dicitura minima: «CEI 20-22 II -IEMMEQU -Nome del fabbricante» Modalità di impiego e raccomandazione per la posa Temperatura minima di posa: 0°C Raggio minimo di curvatura: per i cavi con conduttore flessibile sarà 4 volte il diametro esterno, per i cavi con conduttore rigido o filo unico, sarà 6 volte il diametro esterno. Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm2 di sezione totale del rame. Altre caratteristiche Resistenza al fuoco (NORMA CEI 20-36/IEC 331). Il cavo conserva le proprie caratteristiche dielettriche per almeno 3 ore, sottoposto ad una fiamma di 750° C Non propagazione dell'incendio (NORMA CEI 20/22 III) Non propagazione della fiamma (NORMA CEI 20-35) Assenza di gas corrosivi in caso di incendio (NORME CEI 20-37 I, CEI 20-38 e CEI 20-45) Ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio (NORMA CEI 20-37 II, CEI 20-37 III e CEI 20-38) Modalità di posa Posa fissa Raggio minimo di curvatura: 12 volte il diametro esterno massimo Temperatura minima: 0° C Sforzo massimo di tiro: 50 N per mm² di sezione totale del rame. 6.4 PROTEZIONE MECCANICA DEI CONDUTTORI I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc. Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione Per un impianto che si sviluppa sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico di serie leggera se i percorsi sono sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi saldati oppure in materiale termoplastico di serie pesante se ci sono attraversamenti a pavimento. Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti; tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i cavi sono del tipo sotto guaina metallica. Il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi con facilità e senza che risultino danneggiati i cavi o i tubi; comunque, il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm. Il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. Ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria e in ogni locale servito, la tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione. Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Le cassette devono essere costruite in modo che non sia possibile introdurvi corpi estranei; il coperchio delle cassette deve, quindi, offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo. Inoltre, deve risultare facilitata la dispersione di calore in esse prodotta. I tubi protettivi delle montanti degli impianti utilizzatori, alimentati attraverso organi di misura centralizzati, e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante. È ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purché i montanti alimentino lo stesso complesso di locali e siano contrassegnati, per la loro individuazione, almeno in corrispondenza delle due estremità. Qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia, è ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano munite internamente di diaframmi, non amovibili, se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. I tubi protettivi dei conduttori elettrici alloggiati in cunicoli ospitanti altre canalizzazioni devono essere disposti in modo da non essere soggetti ad influenze dannose, in relazione a surriscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa ecc. È inoltre vietato collocare nelle stesse incassature montanti e colonne telefoniche o radiotelevisive. Nel vano degli ascensori o montacarichi non è consentita la messa in opera di conduttori o tubazioni che non appartengano all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso. 6.5 PROTEZIONI DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE Tutti i conduttori dell’impianto devono essere protetti sovracorrenti causate da sovraccarichi o da corto circuiti. La protezione contro i sovraccarichi deve essere ottemperanza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8. contro le effettuata in In particolare, i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente). Gli interruttori automatici magnetotermici da installare, a protezione dei conduttori, devono avere una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz), ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz). In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni: Ib < In < Iz If < 1,45 Iz La seconda disuguaglianza è automaticamente soddisfatta nel caso di impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 175. Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che possono circolare nell'impianto così da garantire che, nel conduttore protetto, non si raggiungano temperature pericolose secondo la relazione: I²t < Ks² (art. 434.3, 434.3.1, 434.3.2 e 434.2 delle norme CEI 64-8). Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito presunta nel punto di installazione. È tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore a condizione che, a monte, vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione (art. 434.3, 434.3.1, 434.3.2 delle norme CEI 64-8). In questo caso le caratteristiche dei due dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia specifica passante I²t, lasciata fluire dal dispositivo a monte, non risulti superiore a quella che può essere sopportata, senza danno, dal dispositivo a valle e dalle condutture protette. 6.6 PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). All’impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione, esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. 6.7 COORDINAMENTO DELLE PROTEZIONI CON L’IMPIANTO DI TERRA È previsto un unico impianto di messa a terra che prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8. soddisfi le L’ impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e deve risultare costituito dai seguenti componenti: • Dispersore (o dispersori) di terra, cioè uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno che realizzano il collegamento elettrico con la terra; • Conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinato a collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra; i conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno, devono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque isolata dal terreno); • Conduttore di protezione che parte dal collettore di terra, arriva in ogni impianto e viene collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra), o direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche accessibili. È vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm²; • Collettore (o nodo) principale di terra, in cui confluiscono i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente di neutro in caso di sistema TN in cui il conduttore di neutro ha anche la funzione di conduttore di protezione; • Conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra). 7. QUADRI BT (CARPENTERIA) – SIGLA QGBT 7.1 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE I quadri elettrici per la distribuzione devono essere del tipo AS in accordo con la norma CEI EN 60439-1/A1:2005. La struttura del quadro deve essere realizzata da scomparti verticali di tipo normalizzato e affiancati, ognuno, deve essere costituito da elementi modulari componibili a standard del Costruttore. Le colonne verticali devono essere suddivise in celle ciascuna contenente una unità funzionale. L’involucro deve essere realizzato con lamiera elettro zincata e verniciata a polvere. Le porte modulari, di spessore 20/10, devono disporre di cerniere con un angolo di apertura di 180°. I montanti devono essere ricavati da lamiera piegata almeno cinque volte e devono avere uno spessore pari a 20/10. Lungo il loro profilo devono essere dotati di fori quadrati e tondi passo 25 mm secondo DIN 43660. La struttura interna di sostegno deve essere costituita da: • Montanti multifunzione: devono essere realizzati con lamiera in acciaio zincato spessore 20/10. Devono essere predisposte delle forature, con passo 100 mm, su tutta l’altezza dei montanti per il fissaggio di Kit di sostegno apparecchi e segregazioni orizzontali. Gli stessi montanti devono avere anche la funzione di segregazione laterale per la formazione dei cubicoli. • Kit di montaggio: devono essere costituiti da lamiera in acciaio zincato, di sostegno con spessore 20/10. Su piano orizzontale per gli interruttori aperti, sul piano verticale per gli interruttori scatolati; le segregazioni orizzontali in lamiera per la formazione dei cubicoli, le porte modulari in lamiera verniciata spessore 2 mm con cerniera e chiusura di sicurezza. • Segregazioni dei sistemi sbarre: devono essere costruiti con lamiera in acciaio zincato per la realizzazione completa della forma 4b. La struttura metallica deve essere tale che, per intervento automatico, manovra di apparecchi, operazioni di estrazione e inserzione di qualsiasi apparecchio, non si verifichino vibrazioni tali da provocare interventi intempestivi sugli altri apparecchi o comunque compromettere il corretto funzionamento dei diversi organi. Lo zoccolo deve essere di tipo ispezionabile e rullabile. Grazie al concetto di modularità devono essere possibili ampliamenti o modifiche in fase di messa in opera. Devono essere consentite le seguenti operazioni senza che si verifichino rotture o deformazioni permanenti delle strutture metalliche o lesioni delle parti elettriche fisse: • sollevamento del quadro o sue sezioni a mezzo di appositi golfari; · spostamento con rulli per la sistemazione del quadro all'interno del locale nella posizione voluta. L’ingresso cavi deve essere possibile, indifferentemente, dall’alto o dal basso in funzione delle scelte progettuali rilevabili dagli elaborati. Ogni conduttore deve essere contrassegnato con appositi anelli numerati secondo le indicazioni degli schemi elettrici e deve essere intestato con appositi capicorda direttamente sui perni/sbarre posteriori degli interruttori o sui loro prolungamenti in rame. La parte frontale del quadro deve essere costituita da porte modulari equipaggiate con la mostrina di rifinitura; ciò deve permettere di raggiungere il grado di protezione esterno IP30. Le morsettiere dei circuiti ausiliari devono essere posizionate nella prima cella in basso e/o in alto di ogni scomparto identificate da apposite targhette poste nella parte esterna della portina di chiusura. Tali celle devono contenere solo le morsettiere dei circuiti ausiliari dello scomparto cui appartengono. I circuiti ausiliari devono essere realizzati con conduttori flessibili posti in canalette in PVC autoestinguente abbondantemente dimensionate. Le segregazioni interne, tipiche della forma 4b, devono avere gli scopi di: • assicurare la protezione contro i contatti diretti (almeno IPXXB), in caso di accesso ad una parte del quadro posta fuori tensione, rispetto al resto del quadro rimasto in tensione: • impedire il passaggio di corpi solidi fra parti diverse del quadro (grado di protezione IP2X). • Il quadro deve essere così suddiviso: • zona apparecchi accessibile dal fronte destinata agli interruttori di potenza; • zona sbarre accessibile dal retro, destinata alle sbarre omnibus principali e alle sbarre di distribuzione (o di calata); • zona ausiliare accessibile dal fronte, destinata alle morsettiere sopra citate ed ai vani strumenti; · zona collegamenti di potenza accessibile dal retro, destinata ai cavi di potenza e d’uscita. Ciò deve permettere l’effettuazione di interventi o manutenzioni con un elevato grado di sicurezza, senza interruzione di esercizio per le utenze ad esso collegate. Deve essere possibile operare su ogni unità funzionale, in completa sicurezza, senza il pericolo di accedere a parti attive in tensione. 7.2 SISTEMI DI SBARRE Le sbarre in rame devono essere a profilo rettangolare e in base alla corrente nominale potranno essere di tipo pieno o forato. Le derivazioni devono essere effettuate tramite morsetto a cavaliere o sistema equivalente per le sbarre piene e tramite vite per il tipo forato. I sistemi di sbarre, devono essere dimensionati in base alla corrente nominale del quadro e devono essere altresì in grado di resistere alla corrente presunta di corto circuito nel punto d’installazione. I sistemi di sbarre potranno essere installati in orizzontale o in verticale secondo le necessità costruttive de quadri. Le sbarre e conduttori isolati devono essere contrassegnati come previsto dalle norme di riferimento (es: L1-L2-L3-N) o colori diversi. Lungo tutto il quadro deve essere prevista una sbarra collettrice di terra con sezione opportunamente coordinata a quella del sistema di sbarre principali. Ad essa devono essere collegati: -le singole sezioni della struttura metallica fissa (tramite angolare di fissaggio in CU); -gli schermi mobili ed i pannelli incernierati con a bordo apparecchiature elettriche; -gli avvolgimenti secondari dei trasformatori di misura. 7.3 LAMIERA -CICLO DI VERNICIATURA. Deve essere utilizzata, per le parti verniciate, lamiera in acciaio zincato elettroliticamente con definizione: -Fe P01 ZE 25/25 03 PHCR secondo EN 10152. Per le parti non verniciate si deve utilizzare lamiera in acciaio zincata a fuoco con definizione: -FE P02 G Z 275 NA secondo EN 10142. La vernice deve essere di tipo in polvere, setificata, colore RAL 7035 con resina epossidica, caratterizzata da ridotte capacità di riscaldamento (180° Celsius). Lo spessore minimo della vernice deve essere di 60 µ. lamiera in acciaio zincata elettroliticamente: -ZE 25/25 = rivestimento in zinco bilaterale dello spessore di 2,5 µ per parte -O3 = caratteristica della superficie. Devono essere ammesse solo le imperfezioni relative all’aspetto esteriore. -PHCR = trattamento superficie. Fosfatazione e cromatizzazione. lamiera in acciaio zincata a fuoco: -Fe P02 G = acciaio con resistenza alla trazione (Rm) minima di 270 N/mm2 -Z 275 = rivestimento bilaterale in zinco dello spessore di 275 g/m2 (= 20 µ di spessore per parte) -NA = esecuzione del rivestimento. Fiore di zinco (cristalli di zinco) e superficie comuni. 7.4 CIRCUITI AUSILIARI I circuiti ausiliari devono essere realizzati con cavi unipolari, raccordati eventualmente a barrette collettrici, con le seguenti avvertenze: I cavetti devono essere con conduttori in rame isolati in PVC, del tipo non propagante l'incendio, Uo/U = 450/750 V. La sezione dei conduttori non deve essere inferiore a 2.5 mm2 per i circuiti amperometrici, 1,5 mm2 negli altri casi. I collegamenti dei circuiti ausiliari devono essere disposti entro guaine e/o canalette in materiale autoestinguente realizzate e ubicate in modo da permettere la verifica e la sostituzione dei conduttori in esse contenute con i circuiti principali in tensione; devono fare eccezione i tratti direttamente connessi ai circuiti principali (ad es. collegamenti voltmetrici). Tutti i conduttori dei circuiti relativi alle apparecchiature contenute nel quadro devono essere attestati a morsettiere componibili. Le morsettiere non integrate ad apparecchi devono essere isolate in melanina o in materiale di analoghe caratteristiche; devono essere del tipo con viti a serraggio autobloccante oppure con viti provviste di ranella elastica. Tutte le viti devono essere protette contro l'ossidazione. Il sistema di individuazione dei conduttori di cablaggio e dei morsetti deve essere conforme ad uno dei due metodi previsti nelle norme CEI 16.1. 7.5 AMPLIABILITÀ I quadri devono essere predisposti per l'ampliamento su entrambi i lati senza la necessità di foratura (sulla struttura o sbarre) o saldature da eseguire in opera. 7.6 DIMENSIONI E CARATTERISTICHE ELETTRICHE Le dimensioni non devono essere superiori elaborati grafici. a Caratteristiche elettriche: -Tensione nominale d’isolamento Ui: 690 V -Tensione di esercizio nominale Ue: 400 V -Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp: 8 kV -Frequenza nominale: 50 Hz -Corrente nominale: fino a 6400 A quelle indicate negli -Corrente nominale amm. di breve durata Icw (1s): fino a 100 kA -Corrente nominabile ammissibile di picco Ipk: fino a 220 kA -Forma costruttiva di segregazione (CEI EN 60439-1/A1:2005): 4B -Classe d’isolamento (CEI EN 60439-1/A1:2005): 1 -Comandi e segnalazione interruttori automatici: 230Vac Le altre caratteristiche elettriche necessarie per definizione dei quadri devono essere desumibili dai progetto. la completa documenti di 8. QUADRI BT (APPARECCHIATURE) 8.1 INTERRUTTORI AUTOMATICI Gli interruttori automatici aperto in esecuzione tripolare o tetrapolare, devono essere conforme alle norme IEC 609472 / DIN EN60947-2 / DIN VDE 0660 Parte 101 ed alla direttiva CE, per impiego in impianti di bassa tensione fino 690V. Ai fini della sicurezza, la struttura portante dell’interruttore deve essere realizzata in materiale termoisolante con i poli di potenza reciprocamente isolati e segregati e caratteristica di doppio isolamento rispetto al vano di alloggiamento degli accessori ausiliari. Le camere spegniarco e i contatti di potenza fissi e mobili devono essere ispezionabili con la rimozione di una sola vite, in modo da poter facilmente accedere alla verifica dello stato di usura dei contatti. Gli interruttori aperti devono essere utilizzati per correnti nominali da 1600 a 3200A senza nessun declassamento fino ad una temperatura di funzionamento di 55°C. Al fine di adattare gli interruttore ad eventuali variazioni dei parametri dell’impianto, nell’ambito della stessa grandezza costruttiva, deve poter essere modificata la corrente nominale dal fronte dell’apparecchio con la semplice sostituzione del Rating Plug senza sostituzione dei TA interni. 8.2 SGANCIATORE ELETTRONICO DI PROTEZIONE L’interruttore deve poter essere equipaggiato con sganciatore elettronico a microprocessore dotato delle funzioni di protezione di seguito descritte; lo sganciatore deve poter essere sostituito da parte del cliente per eventuali future modifiche dei parametri di protezione. Al fine di evitare manomissioni dei parametri impostati, il fronte dello sganciatore deve poter essere piombabile. Gli interruttori generali di macchina, posizionati a valle del trasformatore MT/bt devono essere dotati di sganciatore con funzione LSI. L IR = 0,4 – 1 x IN (regolabile in 10 gradini) TR = 10sec a 6 x IR per I2t (impostazione fissa) S Isd = 1,25 – 12 x IN (regolabile in 10 gradini) Tsd = 100 – 400 ms (tempo dipendente / indipendente) I Ii >= 20 x IN (max. 50kA) In funzione delle necessità impiantistiche dovrà essere installato su ogni interruttore lo sganciatore adeguato tra i seguenti tipi. Sganciatore elettronico ETU15B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir · Cortocircuito istantaneo: Ii = 2÷8 x In Sganciatore elettronico ETU25B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir · Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec. · Cortocircuito istantaneo: Ii > 20 x In Sganciatore elettronico ETU27B: Sganciatore elettronico ETU27B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 10 Sec. a 6 x Ir · Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec. · Cortocircuito istantaneo: Ii > 20 x In · Protezione del neutro: 1 x In impostabile ON/OFF · Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sganciatore elettronico ETU45B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec. · Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷0,4 Sec. – I2Tsd = 0,1÷0,4 Sec. · Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile · Protezione del neutro: 0,5÷1 x In impostabile ON/OFF · Controllo I2t = ON/OFF · Memoria termica = ON/OFF · Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g = 0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo) Sganciatore elettronico ETU55B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec. escludibile · Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷4 Sec. – I2Tsd = 0,1÷4 Sec. · Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile · Protezione del neutro: 0,5÷2 x In impostabile ON/OFF · Controllo I2t = ON/OFF · Memoria termica = ON/OFF · Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g = 0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo) Sganciatore elettronico ETU76B: · Sovraccarico: Ir = 0,5÷1 x In (a step di 0,5) – Tr 2÷30 Sec. escludibile · Cortocircuito a breve ritardo: Isd = 1,25÷12 x Ir – Tsd = 0÷4 Sec. – I2Tsd = 0,1÷4 Sec. · Cortocircuito istantaneo: Ii = 1,5÷12 x In escludibile · Protezione del neutro: 0,5÷2 x In impostabile ON/OFF · Controllo I2t = ON/OFF · Memoria termica = ON/OFF · Guasto verso terra: Ig = OFF A B C D E – Tg = 0,1÷0,5 Sec. – I2T g = 0,1÷0,5 Sec. (con modulo aggiuntivo) · Funzione di memorizzazione degli eventi Lo sganciatore deve avere i seguenti requisiti : non deve essere necessaria nessuna alimentazione ausiliaria; • possibilità, tramite dispositivo intercambiabile, di modificare il valore della corrente dell’interruttore al di sotto della sua corrente nominale senza dover sostituire i TA interni; • segnalazione di corretto funzionamento del microprocessore attraverso LED; • segnalazione di non funzionamento del microprocessore attraverso LED; • LED di segnalazione di intervento, con identificazione della causa di sgancio; • tasto di Test; 8.3 ACCESSORI AUSILIARI Tutti gli accessori interni devono essere comuni ed intercambiabili con le altre taglie della famiglia e devono poter essere installati rapidamente, senza l’ausilio di speciali attrezzi, anche in seguito alla messa in opera nell’impianto. Gli interruttori devono poter essere equipaggiati con i seguenti accessori: • contatti ausiliari 2NA + 2NC; • sganciatori a lancio di corrente; • comando motore con chiusura meccanica ed elettrica. 8.4 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE L’installazione dell’interruttore deve essere estraibile, con attacchi posteriori orizzontali o verticali secondo le esigenze. L’interruttore deve possedere un blocco contro la movimentazione e deve disporre di un dispositivo di codifica tra parte mobile e parte fissa. Gli interruttori devono poter assumere le seguenti posizioni, rispetto alla relativa parte fissa, determinate a loro volta da altrettante posizioni fisiche assunte dall’interruttore: INSERITO: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati; tale posizione deve essere segnalata attraverso nr. 1 contatti di scambio; TEST: circuito principali scollegati e circuito ausiliari ancora collegati; tale posizione deve essere segnalata attraverso nr. 1 contatti di scambio; SEZIONATO: circuiti principali e ausiliari scollegati, l’interruttore deve essere ancora nella cella e la sua posizione deve essere segnalata attraverso nr. 1 contatto di scambio; Per eventuali interventi di manutenzione deve essere raggiunta anche la posizione di RIMOSSO nella quale i circuiti principali e ausiliari devono essere scollegati e l’interruttore può essere asportato dalla cella; in questo caso i circuiti di potenza devono trovarsi automaticamente segregati all’atto della rimozione. 8.5 CARATTERISTICHE MECCANICHE Gli interruttori scatolati per distribuzione devono essere adatti a stabilire, portare ed interrompere correnti fino a 1250A e devono essere altresì in grado di stabilire, portare per una durata specificata, interrompere correnti anomale o di corto circuito fino alla massima corrente di corto circuito presente nel punto d’installazione, in accordo con la norma CEI EN 60947-2. Devono essere in esecuzioni tripolare o quadripolare, del tipo a limitazione di corrente; devono essere cioè in grado d’interrompere prima che la corrente di corto circuito raggiunga il valore di cresta in modo da non pregiudicare la sicurezza degli impianti o delle persone. Gli interruttori devono essere tropicalizzati nell'esecuzione standard e quindi adatti anche per ambienti umidi per una temperatura massima di funzionamento fino a 70ºC e senza nessun declassamento fino a 50°C. Deve essere possibile l’installazione orizzontale e verticale nei quadri. Devono essere in esecuzione fissa o rimovibile / estraibile in funzione di quanto indicato negli elaborati grafici. Gli interruttori devono essere dotati di dispositivo di sgancio libero per evitare di interdire la manovra di apertura o di sgancio attraverso la leva di comando. Il comando a levetta dell’interruttore in esecuzione base deve assolvere anchela funzione di indicatore di posizione dei contatti: ON (interruttore chiuso) OFF (interruttore aperto) TRIPPED (interruttore sganciato) RESET (interruttore ripristinato) 8.6 CARATTERISTICHE ELETTRICHE -Tensione nominale di esercizio: 690 Vac (IEC) -Tensione nominale di isolamento: 800 Vac (circuito principale) -Tensione nominale di isolamento: 90 Vac (circuiti ausiliari) -Tensione nominale di tenuta ad impulso: 8 kV (circuito principale) -Tensione nominale di tenuta ad impulso: 4 kV (circuito ausiliario) -Potere di interruzione estremo a 380 / 415 Vac: 40 kA -Frequenza di esercizio: 50/60 Hz -Categoria di utilizzazione: A -Temperatura ambiente ammissibile: da –25 a +75 °C 8.7 TRASFORMATORI DI CORRENTE Le caratteristiche e le prestazioni dei TA devono essere adatte per il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, comando e misura ad essi connessi, entro le tolleranze specificate dal Costruttore dei dispositivi stessi. I trasformatori di corrente devono essere adatti a resistere alle sollecitazioni termiche e dinamiche relative alla corrente di corto circuito del quadro. 8.8 PULSANTI E LAMPADE I pulsanti e le lampade di segnalazione devono essere posizionati e colorati in relazione alla loro funzione. I colori da utilizzare devono essere conformi alla Pubblicazione IEC 73. 8.9 TARGHE Devono essere realizzate con scritte indelebili e situate in modo da essere visibili quando il quadro deve essere installato. Tali targhe devono riportare almeno: · Marcatura CE; · Norme di riferimento; . Nome e marchio di fabbrica del costruttore; · Numero di identificazione del quadro; · Ue (V); · Uaux (V); · Corrente di corto circuito massima (KA); · Frequenza (Hz); · Grado di protezione (IP) Altre informazioni tecniche in accordo con la relativa norma CEI potranno essere riportate su documenti, schemi e cataloghi riguardanti il quadro. 9. GRUPPO ELETTROGENO 9.1 CARATTERISTICHE TECNICHE DEL GRUPPO ELETTROGENO Le caratteristiche nominali alla temperatura ambiente di 25 °C, pressione barometrica 1000 mbar (100kP), umidità relativa 30%, dovranno essere non inferiori a: · Potenza in emergenza (LTP-ISO 8528): 19kVA; · Potenza in servizio continuo (PRP-ISO 8528): 18kVA; · Tensione: 400/230V trifase con neutro accessibile in morsettiera · Frequenza: 50 Hz · N. giri motore: 1500 rpm; · Tempo avviamento e presa carico entro 15 secondi al max; 9.2 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E CONDIZIONI OPERATIVE Le caratteristiche costruttive saranno le seguenti: · Marmitta: di tipo residenziale · Limiti emissione rumore: 65±3 dB(A) a 7m (livello pressione sonora) secondo le norme ISO · STANDARD con gruppo al 75% del pieno carico; · Funzionamento: in emergenza con avviamento / arresto automatico; · Combustibile: gasolio per autotrazione; · Interruttore di protezione: di tipo automatico -differenziale 4P, con relè elettronici in quadro elettrico posizionato in prossimità dell’alternatore; quadro di contenimento montato su supporti antivibranti. · Quadro di comando e controllo : Posizionato all’interno della cofanatura, con accesso dall’esterno; 9.3 MOTORE PRIMO Motore diesel industriale di primaria marca (Cummins, MTU, Perkins,Pramac o equivalente,) con prevalenza per la marca già impiegata nei gruppi elettrogeni esistenti; idonea cilindrata e potenza, (da dimostrare con la documentazione specifica del motore primo proposto), iniezione diretta, aspirazione mediante sovralimentazione termorefrigerata, Completamento con i seguenti accessori: • Avviamento elettrico con motorino ed alternatore carica batterie, con batterie adeguate per almeno 6 avviamenti a motore preriscaldato • raffreddamento ad acqua con radiatore a circuito chiuso, posto in vicinanza del motore primo • serie allarmi e stop per ATM – BPO • regolatore di velocità di tipo elettronico di primaria marca • marmitta silenziatrice di tipo residenziale • pompa estrazione olio dalla coppa • arresto motore con elettrovalvola di intercettazione combustibile • scaldiglia acqua di preriscaldo motore, con pompa di circolazione liquido a motore fermo • pulsante arresto emergenza all’esterno della cofanatura, in autoritenuta e sblocco meccanico • protezioni bassa pressione olio e alta temperatura acqua 9.4 MARMITTA Costituita da n. 1 silenziatore per gas di scarico residenziale [abbattimento 35/38 db(A)] posto sul tetto della cofanatura con apposito sistema di chiusura anti-pioggia. 9.5 ALTERNATORE Alternatore sincrono trifase di primaria marca, autoventilato, auto eccitato con eccitatrice a diodi rotanti senza spazzole (brushless) e regolatore di tensione elettronico. • • • • • • • • • Potenza di emergenza (LTP) non inferiore a: 200 kVA Potenza continua (PRP) non inferiore a: 180 kVA N° poli: 4 Velocità: 1500 giri/1’ Frequenza: 50 Hz . Tensione : 400 V trifase con neutro accessibile in morsettiera Classe isolamento: H Grado di protezione meccanica IP21 Trattamento di tropicalizzazione degli avvolgimenti 9.6 SERBATOIO INTERNO CON POMPA AUTOMATICA E MANUALE Serbatoio combustibile incorporato nel basamento, della capacità di almeno 2.000 litri, dotato di bacino di contenimento per la piena capacità, rispondente alle caratteristiche richieste dal D.M. 22/10/2007, completo di kit caricamento automatico combustibile composto da elettropompa, pompa a mano, by pass, interruttore a galleggiante a cinque contatti omologato (Esaurito, Riserva, Partenza elettropompa, Stop elettropompa, Oltre massimo), automatismo avviamento ed arresto elettropompa nel quadro. Dovranno inoltre essere presenti: flusso combustibile, dispositivo di dispositivo di intercettazione del • arresto delle pompe di alimentazione, dispositivo di allarme ottico e acustico, raccordi con cisterna per tubazioni mandata, ritorno e di scarico del troppo pieno. La lunghezza di collegamento delle tubazioni idrauliche, dal Gruppo al Serbatoio interrato, • Interruttore a bordo macchina • Interruttore scatolato automatico-differenziale di tipo elettronico regolabile, esecuzione estraibile, di idonea • portata, installato in quadro di contenimento il lamiera verniciata con porta almeno IP40 con idonei • passacavi uscita linea al quadro di commutazione remoto; supporti antivibranti di fissaggio alla carpenteria • del container. 9.7 QUADRO DI GESTIONE E CONTROLLO Quadro elettrico automatico installato all’esterno della macchina entro locale all’uopo predisposto completo di apparecchiature di gestione, controllo e comando del gruppo elettrogeno 9.7.1 CARATTERISTICHE GENERALI Realizzato in carpenteria di lamiera di acciaio accuratamente lavorata e sottoposta a ciclo di verniciatura con polvere epossidica ad alta resistenza. Grado protezione IP40. Tensione isolamento 500V, conforme alle normative vigenti. Logica idonea ad effettuare tutte le operazioni necessarie al corretto funzionamento del sistema con la gestione il comando e controllo delle sequenze operative e verifica condizioni funzionali. Tramite pulsanti o selettori dovrà essere possibile selezionare il tipo di funzionamento (Bloccato -Manuale -Automatico -Test), con comando dedicato dovrà essere possibile bloccare il funzionamento in una posizione a scelta. La sorveglianza del gruppo e impianto dovrà avvenire tramite una vasta serie di protezioni e controlli con messaggi su display, segnalazioni ottiche e con segnale acustico integrato. Dovrà essere possibile la connessione tramite interfaccia RS485; il software di comunicazione con PC remoto (messo a disposizione dalla stazione appaltante) dovrà essere compreso nella fornitura, così come il sorgente del protocollo di comunicazione. 9.8 FUNZIONAMENTO Bloccato: esclusione di ogni manovra; con disabilitazione solo a chiave Manuale: sono abilitati i comandi di avviamento e arresto manuale del motore e i comandi di chiusura e apertura dei contattori / interruttori di Rete e Gruppo. Le protezioni del Gruppo sono attivate. Il comando di avviamento con motore avviato viene disinserito automaticamente. Automatico: avviamento automatico al verificarsi di un’anomalia della tensione di rete per minima o massima tensione (controllata con relè elettronico su tutte le fasi). L’avviamento del motore avviene con più tentativi intervallati da pause. In caso di mancato avviamento si ha segnalazione ottica e il blocco dell’apparecchiatura onde evitare la scarica della batteria. A motore avviato mediante controllo elettronico, viene automaticamente disinserito il motorino di avviamento. Inserzione del Gruppo sull’utenza appena raggiunte le condizioni nominali. Sorveglianza automatica del motore diesel e della macchina elettrica a mezzo di apposite protezioni. Disinserimento automatico del Gruppo dall’utenza da Rete e arresto automatico del motore dopo opportuno tempo di raffreddamento (regolabile). Test: si consente l’avviamento automatico del Gruppo per la prova periodica automatica con abilitazione delle protezioni. E’ esclusa la commutazione da Rete a Gruppo. Un’eventuale mancanza della Rete provoca l’erogazione da Gruppo. 9.9 SERVIZI AUSILIARI Il Quadro dovrà comprendere i dispositivi ausiliari per il mantenimento delle condizioni ottimali del Gruppo Elettrogeno: · Carica Batteria automatico elettronico regolabile · Alimentazione monofase preriscaldo motore con fusibili di protezione . · Gestione preriscaldo candelette (se previsto sul motore) · Prova automatica periodica programmabile come periodo e durata della prova stessa. 9.10 COMANDI Caratteristiche indicative dei dispositivi di comando: · Dispositivo di Programmazione Funzionamento (possibilità di blocco a chiave) Bloccato Manuale · Automatico -Test · Dispositivo comando commutazione (attivo in funzionamento manuale) Chiusura Rete -o Chiusura · Gruppo · Dispositivo Avviamento motore · Dispositivo Arresto motore · Dispositivo Reset avaria / Tacitazione sirena · Dispositivo SET programmazione software · Dispositivo Programmazione e Visualizzazione display generatore · Dispositivo Programmazione e Visualizzazione display rete /impianto 9.11 MISURE Caratteristiche indicative dei dispositivi di misura: Su due Display alfanumerici ciascuno su due righe, a zero valore efficace RMS, fino a 6 parametri per pagina di lettura · · · · · · Display Generatore (complessivo di 33 parametri) Frequenza Tensione media fase 3-Corrente di fase Li -L2 -L3 3-Cosfì di fase 1-Cosfì totale · 3-Potenza apparente di fase kV A L i-L2-L3 · 1-Potenza apparente totale kVA · 3-Potenza attiva di fase kW L i-L2-L3 · 1-Potenza attiva totale kW · 3-Potenza reattiva di fase kVAR L 1-L2-L3 · 1-Potenza reattiva totale kVAR · 1-Energia Attiva totale -import -kwh · 1-Energia Attiva totale -export -kwh · 1-Energia Reattiva totale -kvarh · 1-Contaore Ore-Minuti · 1-Sequenza fasi L 1-L2-L3 · 1-Asimmetria Tensione -Fase/neutro · 1-Tabella riepilogo elettronico stati operativi e soglie · Display Impianto (complessivo di 15 parametri) · 3-Tensione di fase/fase Rete Li -L2 -L3 · 3-Tensione fase/neutro Rete L i-N L2-N L3-N · 1-Tensione Batteria Vcc · 1-Corrente Batteria Acc · 1-Livello Combustibile -% · 1-Pressione Olio -Bar · 1-Temperatura Acqua -°C · 1-Temperatura Olio -°C · 1-Ore Manutenzione · 1-Numero avviamenti effettuati 9.11.1 Caratteristiche indicative dei dispositivi di segnalazione · Presenza tensione rete (fissa) -Inibizione esterna (lampeggiante) · Erogazione da rete · Presenza tensione generatore · Erogazione da generatore · Gruppo in funzione · Comando arresto · Comando avviamento · Avaria in corso (fissa) -Allarmi in corso (lampeggiante) · Funzionamento in Bloccato · Funzionamento in Manuale · Funzionamento in Automatico · Funzionamento in Prova (fissa) -Prova automatica in corso (lampeggiante) · Blocco a chiave Funzionamento inserito 9.11.2 Protezioni qruppo Caratteristiche indicative dei dispositivi di protezione gruppo: · · · · · · · · · · · · · · · · · · Stop emergenza Sovravelocità Avaria controllo generatore Mancato avviamento Combustibile esaurito Riserva combustibile Massimo livello combustibile Mancata chiusura contattore Rete Mancata chiusura contattore Generatore Asimmetria tensione generatore Inversione di energia Minima Tensione generatore Massima Tensione generatore Minima Frequenza generatore Massima Frequenza generatore Scatto termico (da contatto) Sovraccarico generatore 1 o livello Sovraccarico generatore 2 o livello · Arresto intempestivo · Bassa Pressione olio · Bassa Pressione olio • Alta temperatura motore • Basso livello acqua • 4 Allarmi Disponibili -programmabili • Mancato arresto • Minima / Massima tensione batteria • Richiesta manutenzione 9.11.3 Documentazione di collaudo e garanzia Documentazione da allegare alla fornitura e posa del gruppo elettrogeno Il costruttore del gruppo elettrogeno dovrà allegare all’apparecchiatura non meno della seguente documentazione: • Manuali di istruzione del motore, alternatore e degli altri componenti del gruppo elettrogeno; • Manuali di installazione, esercizio e manutenzione (elenco e caratteristiche dei componenti, elenco • delle parti di ricambio, elenco degli attrezzi specifici per attuare la manutenzione) • Disegni d’assieme e d’installazione e disegni esecutivi di predisposizione delle opere murarie ed affini, da eseguire a cura dell’amministrazione e propedeutici alla successiva installazione del Gruppo Elettrogeno da parte dell’appaltatore, completi di quote e particolari costruttivi esaustivi; • Schemi unifilari e funzionali (e logici per sistemi PLC) del quadro di comando; • Schema del quadro e delle connessioni a bordo gruppo; • Documentazione delle varie prove eseguite; 9.12 MODALITÀ DI COLLAUDO Prove da effettuare presso il costruttore (a discrezione della committente, a cura di un collaudatore terzo o dello stesso costruttore, con l’eventuale presenza del cliente): • Esame a vista e controllo delle caratteristiche; • Prova a carico e controllo dei parametri fondamentali (temperature, pressioni, potenza, ecc); • Prova di presa del carico istantaneo; • Prova dei dispositivi di avviamento, arresto, allarme e blocco; • Prova del regolatore di velocità in regime statico e dinamico (se necessario); • Prova di intervento delle protezioni di sovravelocità (se necessario); • Prova del regolatore di tensione in regime statico e dinamico (se necessario); • Misura del consumo di combustibile al carico nominale (se necessario); Prove da effettuare dopo l’installazione presso l'Istituto. (a cura di un collaudatore terzo o dello stesso costruttore, con la presenza dei tecnici della Provincia Regionale di Catania.): • Controllo della corretta installazione secondo le specifiche del costruttore e in conformità alle disposizioni legislative e regolamentari; • Prova di funzionamento automatico / manuale a vuoto e a carico e rilievo dei parametri fondamentali; • Prove di isolamento dell’alternatore e del quadro (se necessario); • Prove degli interblocchi, sicurezze, temporizzazioni, automatismi, ecc; • Misura del livello di rumorosità. 9.13 IMPIANTO DI TERRA In base agli art. 312.2.1-413.1.3 della norma CEI 64-8, il sistema di distribuzione di categoria I adottato sarà del tipo TN-S. In questi sistemi, l’impianto utilizzatore dovrà avere un impianto di terra unico a cui dovranno essere collegate le messe a terra di protezione e di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori, nonché i limitatori di tensione dell’impianto. L’impianto di terra dovrà, quindi, assolvere alle seguenti funzioni: • salvaguardia della sicurezza delle persone operanti all’interno dell’impianto, cioè evitare il verificarsi di tensioni pericolose all’interno dei volumi accessibili; • salvaguardia degli impianti elettrici e degli impianti serviti, cioè prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero originare danni all’impianto; • salvaguardia del funzionamento degli apparecchi, cioè assicurare un regolare esercizio degli stessi mediante il collegamento a terra in determinati punti del circuito; • salvaguardia contro le scariche atmosferiche, come prescritto dalla normativa, cioè connettere fra loro più dispersori. L’impianto, pertanto, dovrà contemporaneamente realizzare un: • Sistema disperdente, rispondente al requisito fondamentale di garantire gradienti di tensione accettabili; • Impianto di messa a terra del neutro, progettato sulla base degli effetti termici della corrente di guasto e della necessità di limitare la tensione residua sul punto di guasto; • Impianto di equipotenzializzazione, finalizzato a limitare sovratensioni indotte da guasti in altri impianti interconnessi all’impianto principale. In base alla norma CEI 11.1 in vigore, relativamente agli impianti utilizzatori a tensione nominale maggiore di 1000 V, il valore della resistenza dell’impianto di terra deve essere tale da non permettere che si verifichino tensioni di contatto e di passo pericolose per le persone. Per ottenere il valore di resistenza richiesto, si è progettato un impianto costituito da un dispersore in corda di rame nudo di sezione pari a 50 mmq. La corda in rame, lungo i percorsi delle vie cavi interrate, sarà posata sul fondo dello scavo e portata in ogni pozzetto di intercettazione cavi, predisposto dalla stessa Ditta appaltatrice, dove sarà connessa ad un nodo di terra. Ai nodi di terra andranno collegate: Ai nodi di terra andranno collegate: · le masse degli impianti elettrici; · le masse estranee previste dalle norme vigenti; · i ferri di armatura delle strutture in cemento armato; · la maglia elettrosaldata in acciaio della via cavi. L’impianto di terra così realizzato dovrà essere integrato da dispersori a picchetto in profilato di acciaio zincato in prossimità delle cabine elettriche, come indicato negli elaborati di progetto. Le sezioni dei dispersori sono state calcolate, con riferimento alla norma CEI 11.1 e secondo la norma CEI 81.1,tenendo conto delle dimensioni minime degli elementi del dispersore prescritte. Le giunzioni dovranno essere realizzate in modo tale da: · isolare e proteggere le parti in modo adeguato; · impedire gli accoppiamenti fra materiali diversi; · evitare l'allentamento; · limitare la corrosione All’impianto di terra (“dispersore intenzionale”) così realizzato, dovranno essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche e tutte le masse metalliche estranee accessibili e di notevole estensione, esistenti nell’area dell’impianto utilizzatore. La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non è inferiore a quella indicata dalle norme CEI 648 e CEI 11-1. 9.13.1.1 Elementi di un impianto di terra L’impianto di messa a terra deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8 e CEI 11-1 e CEI 11-8, deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e deve comprendere i seguenti elementi: -dispersore (o dispersori) di terra, cioè uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno atti a realizzare, con questo, il collegamento elettrico; -conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinato a collegare i dispersori fra loro e/o al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno devono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque isolata dal terreno); -conduttore di protezione, che parte dal collettore di terra, arriva in ogni impianto e viene collegato a tutte le prese a spina destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante la messa a terra, o che parte dal collettore di terra e viene collegato direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione aventi parti metalliche comunque accessibili. E’ vietato l’impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4; collettore (o nodo) principale di terra, nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente di neutro, per quei sistemi TN dove il conduttore di neutro ha anche la funzione di conduttore di protezione; -conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l’equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee, cioè quelle parti conduttrici, non facenti parte dell’impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra. 9.13.1.2 Materiali per impianto di terra I materiali previsti per la creazione dell’impianto di terra sono: Un conduttore in corda rigida di rame elettrolitico 99,9%, nudo secondo norme UNI 5649-88, di sezione 50 mmq, avente come caratteristiche quelle elencate nelle tabelle UNEL 014. • Un nodo per il collegamento equipotenziale, realizzato con al massimo sei conduttori, forato e corredato di bulloneria per i collegamenti; • Capicorda di conduttori equipotenziali e PE, in acciaio zincato a fuoco, con dimensioni determinate dalle sezioni dei cavi da collegarsi; • Dispersore a croce in profilato di acciaio zincato, di lunghezza 2 m, munito di bandierina, con due fori . 13mm per l’allacciamento di conduttori tondi. 9.13.1.3 Misure sugli impianti di terra A completamento dei montaggi, la ditta appaltatrice dovrà procedere alla verifica dell’impianto generale di terra effettuando, con le modalità dettate dalle norme CEI 11-1: La misura della resistenza di terra; La verifica dei conduttori di terra (sezioni minime, materiali, modalità di installazione, stato di conservazione, continuità); La misura delle tensioni di passo e di contatto per le cabine e l’impianto; La misura dei gradienti di tensione in alcune zone dell’impianto, determinate dal coordinatore per l’esecuzione delle opere. 10.ALTRO MATERIALE ELETTRICO 10.1 CASSETTE DI DERIVAZIONE Le cassette di derivazione devono avere caratteristiche adeguate alle condizioni di impiego, cioè devono essere in materiale isolante, resistenti al calore anormale ed al fuoco, come previsto dalla Norme CEI 64-8; devono poter essere tutte installate a parete od ad incasso con un sistema che consenta planarità e parallelismi: in particolare, nella versione da parete, le cassette devono avere grado di protezione almeno IP44. Tutte le cassette devono, poi, contenere i morsetti di giunzione e derivazione e gli eventuali separatori fra circuiti appartenenti a sistemi diversi. I coperchi, di cui sono esclusi quelli con chiusura a pressione, devono essere removibili solo con attrezzo. 10.2 MORSETTI Le giunzioni e le derivazioni devono essere effettuate solo ed esclusivamente all’interno dei quadri elettrici o delle scatole di derivazione per mezzo di morsettiere e relativi morsetti, aventi entrambi le caratteristiche specificate nei riferimenti normativi: • CEI 23-20; • CEI 23-21; • CEI 17-19. • Prese forza motrice 10.3 CASSETTE DI DERIVAZIONE Le cassette di derivazione devono avere caratteristiche adeguate alle condizioni di impiego, essere in materiale isolante, resistenti al calore anormale ed al fuoco secondo Norme CEI 64-8. Devono poter essere installate a parete od ad incasso con sistema che consenta planarità e parallelismi. Nella versione da parete le cassette devono avere grado di protezione almeno IP44. I coperchi devono essere rimossi solo con attrezzo; sono esclusi i coperchi con chiusura a pressione. Tutte le cassette devono contenere i morsetti di giunzione e derivazione e gli eventuali separatori fra circuiti appartenenti a sistemi diversi. Le dimensioni di massima sono: da parete 250x200x120 mm da incasso 250x250x70 mm 10.4 PRESE FORZA MOTRICE Prese di sicurezza per alimentazione utenze mobili caratteristiche generali: Riferimenti normativi: CEE17; CEI 23-12; CEI 70-1. con le seguenti • Corrente nominale da 16 a 32 A; • Poli 2P+T; 3P+T+N; 3P+T • Custodia in materiale isolante termoindurente, autoestinguente, grado di protezione almeno IP44 secondo IEC 529 CEI EN 60529; il grado di protezione dovrà essere assicurato anche a spina inserita; • Possibilità di installare le prese direttamente a parete oppure su apposite basi modulari componibili isolate; • Entrata cavo superiore mediante pressacavo; • Morsetto di terra interno alla cassetta; • Interruttore di manovra con interblocco atto a rendere impossibile l’inserzione e l’estrazione della spina sotto tensione e l’accesso alle parti in tensione a circuito chiuso; · Dispositivo di protezione contro le sovracorrenti con interruttore differenziale. 10.4.1 NORME DI RIFERIMENTO Le prese e le spine industriali a norma IEC309, saranno progettate nel totale rispetto delle seguenti normative: · IEC 309-1 e 2; · CEI EN 60309-1 e 2; · CEI 23-12/1 e 2; riguardanti i prodotti con corrente nominale da 16 a 125A Dati ambientali I dati ambientali riferiti al luogo di installazione ove dovranno essere inserite le prese e le spine industriali in oggetto sono: · Temperatura ambiente: max +40 °C -min -5 °C · Umidità relativa; 95 % massima · Altitudine; < 1000 metri s.l.m. Caratteristiche elettriche · Tensione nominale: 690V · Tensione esercizio: max 690V · Livello nominale di isolamento max 690V · Tensione di prova a 50 Hz per un 1’ a secco verso terra e tra le fasi max 3kV · Frequenza nominale 50/500Hz · Grado di protezione prese e spine IP 44 -IP67 · Grado di protezione prese con interruttore di blocco IP 44 -IP55 -IP66 10.5 COMANDI (INTERRUTTORI, DEVIATORI PULSANTI E SIMILI) E PRESE A SPINA Sono da impiegarsi apparecchi da incasso modulari e componibili. Gli interruttori devono avere portata 16 A; le prese devono essere di sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare impianti di segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli ambienti ecc. La serie deve consentire l’installazione di almeno 3 apparecchi nella scatola rettangolare normalizzata. 10.6 APPARECCHIATURE MODULARI CON MODULO NORMALIZZATO Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto su profilato preferibilmente normalizzato EN 50022 [norme CEI (17-18)]. In particolare: . gli interruttori automatici magnetotermici da 1 a 100 A devono essere modulari e componibili con potere di interruzione fino a 6.000 A, salvo casi particolari; tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l’impianto (ad esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori programmatori, prese di correte CEE ecc.) devono essere modulari e accoppiabili nello stesso quadro con gli interruttori automatici di cui al punto a); gli interruttori con relè differenziali fino a 63 A devono essere modulari e appartenere alla stessa serie di cui ai punti a)e b). Devono essere del tipo ad azione diretta; gli interruttori magnetotermici differenziali tetrapolari con 3 poli protetti fino a 63A devono essere modulari ed essere dotati di un dispositivo che consenta la visualizzazione dell’avvenuto intervento e permetta preferibilmente di distinguere se detto intervento è provocato dalla protezione magnetotermica o dalla protezione differenziale. E’ ammesso l’impiego di interruttori differenziali puri purchè abbiano un potere di interruzione con dispositivo associato di almeno 4.500 A; il potere di interruzione degli interruttori automatici deve essere garantito sia in caso di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall’alto) sia in caso di alimentazione dei morsetti inferiori (alimentazione del basso). Gli interruttori di cui in c) e in d) devono essere conformi alle norme CEI 23-18 e devono essere interamente assiemati a cura del Costruttore. 10.7 QUADRI DI COMANDO E DI DISTRIBUZIONE IN MATERIALE ISOLANTE Negli ambienti in cui l’amministrazione appaltante lo ritiene opportuno, al posto dei quadri in lamiera si dovranno installare quadri in materiale isolante. In questo caso devono avere attitudine a non innescare l’incendio in caso di riscaldamento ecccessivo secondo la tabella di cui all’art. 131.1.6 delle norme CEI 64-8, e comunque i quadri non incassati devono avere una resistenza alla prova del filo incandescente non inferiore a 650°C. I quadri devono essere composti da cassette isolanti con piastra portapparecchi estraibile per consentire il cablaggio degli apparecchi in officina. Devono essere disponibili con grado di protezione adeguato all’ambiente di installazione e comunque almeno IP 40; in questo caso il portello deve avere apertura a 180 gradi. Questi quadri isolamento. devono consentire una installazione del tipo a doppio 11.2 PLAFONIERE SERVIZI IGIENICI Le plafoniere per i servizi igienici saranno con corpo retto in policarbonato infrangibile ed autoestinguente, colore grigio RAL7035, stabilizzato ai raggi UV, antingiallimento, diffusore in policarbonato trasparente, internamente satinato antiabbagliamento, infrangibile ed autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, liscio esternamente antipolvere, riflettore in colore bianco riflettente. Lampade FLC 1x18 o 2x18w. Le plafoniere saranno 1x18W FD o 2x18W FD, con schermo stampato ad iniezione in policarbonato autoestinguente; la prismatura dello schermo ottimizza la distribuzione del flusso luminoso e ne controlla l’abbagliamento. Il riflettore, in acciaio verniciato bianco ad alta riflettanza, fa da supporto ai componenti elettrici cablati e rifasati. Il sistema d’aggancio verrà realizzato con una serie di tasselli ad espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Gli accessori saranno clips di acciaio inox. Tutti i componenti e gli accessori dovranno, comunque, essere conformi agli standard qualitativi e normativi attualmente in vigore in Europa. Caratteristiche tecniche Tensione: 230V -50Hz. Fattore di potenza: cos . 0,9. Classe d’isolamento: I Grado di protezione: IP 55. Pressacavo: N°1 pressacavo PG 13,5 in nylon. Vano accessori elettrici: Interno. Sistema di fissaggio: a plafone mediante tasselli ad espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Posizione di funzionamento: Universale. Rifrattore: Coppa in policarbonato, trasparente e con prismature interne. Riflettore: Lamiera d’acciaio verniciata a forno con polveri poliestere di colore bianco lucido. Clips di chiusura: in acciaio inox. Fissaggio accessori elettrici: sul retro del riflettore. Cavi: unipolari rigidi sezione 0,75 mm 2 isolati con cloruro di polivinile (PVC) tensione nominale 300/500V. Il cavo è dotato d’approvazione al marchio IMQ. Viterie: Acciaio cromozincato. Guarnizioni: in materiale siliconico antinvecchiante, colato in un’apposita sede ricavata sul corpo. Portalampade: Costruito in poliammide di colore bianco con attacco tipo G13 provvisto di sistema di imperdibilità rispetto al riflettore. Morsettiera di alimentazione: Morsettiera tribolare in nylon 6.6 con sezione dei morsetti 2,5 mmq . 11.4 PLAFONIERE aule e corridoi – 2x36 W Le plafoniere avranno corpo in acciaio verniciato bianco, telaio in alluminio estruso anodizzato, riflettore DKS doppio parabolico in alluminio. Il sistema d’aggancio verrà realizzato con una serie di tasselli ad espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Gli accessori saranno clips di acciaio inox. Tutti i componenti e gli accessori dovranno, comunque, essere conformi agli standard qualitativi e normativi attualmente in vigore in Europa. Caratteristiche tecniche Tensione: 230V -50Hz. Fattore di potenza: cos . 0,9. Classe d’isolamento: I Vano accessori elettrici: Interno. Lampade: FC 2x36W; Sistema di fissaggio: a plafone mediante tasselli ad espansione oppure a sospensione mediante ganci in materiale plastico. Posizione di funzionamento: Universale. Rifrattore: Coppa in policarbonato, trasparente e con prismature interne. Riflettore: Lamiera d’acciaio verniciata a forno con polveri poliestere di colore bianco lucido. Clips di chiusura: in acciaio inox. Cavi: unipolari rigidi sezione 0,75 mm 2 isolati con cloruro di polivinile (PVC) tensione nominale 300/500V. Il cavo è dotato d’approvazione al marchio IMQ. Viterie: Acciaio cromozincato. Portalampade: Costruito in poliammide di colore bianco con attacco tipo G13 provvisto di sistema di imperdibilità rispetto al riflettore. Morsettiera di alimentazione: Morsettiera tripolare in nylon 6.6 con sezione dei morsetti 2,5 mmq . 11.6 PROIETTORI ESTERNI Proiettore per esterni con le seguenti caratteristiche: CORPO/TELAIO: In alluminio pressofuso con alettature di raffreddamento. RIFLETTORE: Diffondente in alluminio purissimo, ossidato e brillantato. DIFFUSORE: In alluminio bianco riflettente con vetro interno per direzionare al meglio il fascio luminoso. VETRO: Di protezione temperato, sp. 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti. VERNICIATURA: Ad immersione in cataforesi epossidica, colore nero, resistente alla corrosione e alle nebbie saline. Seconda mano di finitura con resina acrilica, ecologica, argento sabbiato, stabilizzata ai raggi UV. PORTALAMPADA: In ceramica e contatti argentati. Attacco Fc2. CABLAGGIO: Alimentazione 230V/50Hz con protezione termica. Cavetto capicordato con puntali in ottone stagnato a innesto rapido, isolamento in silicone con calza di vetro sez. 1 mm². Morsettiera 2P+T con massima sezione dei conduttori ammessa 2.5 mm². NORMATIVA: Prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1 CEI 34-21, sono protetti con il grado IP65IK10 secondo le norme EN60529. In classe di isolamento II. Disco con parabola riflettente (Inclinazione massima +/-6% in caso l'apparecchio venga installato esternamente). Ancoraggio al suolo: prevedere in fase di installazione l'annegamento del montante (min. 80 cm) in un plinto in calcestruzzo di dimensioni cm. 87x87x90. 11.7 GRUPPI AUTONOMI DI EMERGENZA Per alcune zone operative dell’impianto sono state previste apparecchiature che, in caso di mancanza di alimentazione della rete, provvedano all’illuminazione di emergenza. Esse saranno costituite da plafoniere, inverter, batterie e caricabatteria con autonomia di un’ora.