ALESSANDRO BETTINI Dipartimento di Fisica G. Galilei dell’Università e INFN Padova La relatività speciale, prima, durante e dopo il 1905 qualcosa imparato leggendo gli autori in originale Dipartimento di Fisica G. Marconi Roma 13 maggio 2005 23-05-2005 A. Bettini 1 Galileo (1564-1642). Il Principio di Relatività “Riserratevi con qualche amico nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d'aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; …..; sospendasi anco in alto qualche secchiello, che a goccia a goccia vadia versando dell'acqua in un altro vaso di angusta bocca, che sia posto a basso: e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; … le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto ;…Osservate che avrete diligentemente tutte queste cose, ….., fate muover la nave con quanta si voglia velocità; ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma: … Ancora: Osservò che una pietra lasciata cadere dalla cima dell’albero della nave tocca il ponte al piede dell’albero, anche se la nave si muove velocemente Il principio di relatività è dovuto a Galileo. In termini moderni: le leggi (equazioni) hanno la stessa forma in due riferimenti in moto relativo uniforme 23-05-2005 A. Bettini 2 Sistemi di riferimento (=osservatore) Situazione è simmetrica: Ciascuno è in moto rispetto all’altro Le misure (le leggi) non distinguono chi è “fermo” e chi è “in moto” S: navilio all’ancora z Σ: navilio in navigazione z’ t t’ V y x y’ x’ Un evento avviene in un certo punto ad un dato istante Bisogna misurare le tre distanze (coordinate) dagli assi di riferimento: larghezza (y), altezza (z), profondità (x) e tempo (t) Tempo = grandezza fisica misurata dall’orologio •Serve un orologio in ogni punto •Tutti gli orologi devono essere sincronizzati NB. Se la velocità relativa V è molto grande, confrontabile con c, gli orologi devono misurare intervalli di tempo molto più piccoli di quelli normali. Gli orologi sono strumenti fisici diversi dagli orologi con le lancette, non è detto che il “tempo” che essi misurano abbia le stesse proprietà di quello a cui siamo abituati 23-05-2005 A. Bettini 3 Assoluti e relativi Assolute o invarianti sono le grandezze che entrambi gli osservatori misurano uguali Relative sono quelle le cui misure nei due riferimenti sono diverse V<<c V prossime a c Forma delle leggi assoluta assoluta Contemporaneità, tempo assoluti relativi Posizione (spazio) relativa relativa velocità dell’informazione (c) relativa assoluta massa assoluta assoluta Il termine “teoria della relatività” non è molto appropriato, sarebbe meglio chiamarla “teoria degli assoluti” o “Invariantentheorie”, come suggerito nel 1910 da Felix Klein “Relatività speciale” la collega alla “relatività generale”, ma non è vero che quest’ultima la generalizzi 23-05-2005 A. Bettini 4 Lo scolio di Newton (1643-1727) “1. Il tempo assoluto, vero e matematico di per sé, per la sua stessa natura, fluisce uniformemente senza relazione con nulla di esterno, ed è anche chiamato durata; il tempo relativo, apparente e comune è una misura sensibile ed esterna della durata, fatta per mezzo di un moto, che è comunemente usata al posto del tempo vero”. “2. Lo spazio assoluto, nella sua stessa natura, senza relazione con nulla di esterno, rimane sempre uguale ed immobile.” Ma Newton sa che non è fisica, ma meta-fisica “È veramente un problema di grande difficoltà lo scoprire e il distinguere efficacemente, i moti veri di corpi particolari da quelli apparenti, perché le parti dello spazio immobile nelle quali quei moti si compiono, non possono in alcun modo venire sotto l’osservazione dei nostri sensi”. Lo spazio (la posizione) e il moto sono relativi, il tempo e la contemporaneità sono assoluti Poincaré estenderà la relatività alla contemporaneità e al tempo (La science et l/hypothese, 1902) 23-05-2005 A. Bettini 5 Newton. La quantità di moto In seguito ad una serie ben programmata di esperimenti Newton concluse che Se un corpo si avvicina ad un altro tanto da interagire, “e con la sua forza cambia il moto (la quantità di moto) dell’altro, quest’ultimo anche … subirà una variazione, nel suo proprio moto, dalla parte contraria. Le variazioni fatte da queste azioni sono uguali non nelle velocità ma nei moti dei corpi” La quantità di moto è la grandezza fondamentale della dinamica Il principio di azione e reazione 23-05-2005 A. Bettini 6 Relatività dell’ottica Per le equazioni di Maxwell la luce ha velocità (c) determinata dall’elettricità e dal magnetismo. Ma •In che riferimento ha quella velocità? •In che mezzo si propaga la luce? La teoria pre-relativistica comportava l’esistenza di questo “mezzo” l’etere; se c’è davvero il riferimento in cui esso è fermo è il riferimento assoluto, e, a differenza che per Newton, lo si può cercare sperimentalmente Ma effetti piccolissimi, dell’ordine del “coefficiente d’aberrazione” βT =VT/c = 10–4 In astronomia effetti del 1˚ordine ≈ 100 ppm Bradley 1725-28 Salto in avanti nella precisione di misura della posizione delle stelle non osserva moto assoluto modifiche ad hoc delle teorie ottiche In laboratorio effetti del 2˚ ordine ≈ 10 ppb Michelson 1987. Misura distanze con estrema sensibilità (100 nm) non osserva moto assoluto congettura di FitzGerald e Lorentz: contrazione degli oggetti in moto 23-05-2005 A. Bettini 7 Handrik Antoon Lorentz 1853-1928 x'= " ( x # $ ct ) y'= y z'= z ct'= " (ct # $x ) "= ! 23-05-2005 !A. Bettini V ; c #= 1 1$ " 2 8 Relatività di larghezza, profondità, altezza Se si ruota il riferimento (si guarda da un’altra angolatura) la nuova larghezza contiene un po’ della vecchia profondità e la nuova profondità un po’ della vecchia larghezza 23-05-2005 A. Bettini 9 Lorentz. 1904 Electromagnetic Phenomena in a System moving with any Velocity smaller than that of Light Le equazioni dell’elettromagnetismo sono invarianti se spazio e tempo si trasformano secondo le “trasformazioni di Lorentz” Spazio e tempo sono relativi (come larghezza, profondità e altezza) •La relazione tra il tempo misurato dall’orologio sito nel punto A del riferimento S e quello misurato dall’orologio nel punto B del riferimento Σ dipende anche dalle posizioni di A e di B. Il tempo di Σ è cioè una miscela del tempo e dello spazio di S •Tuttavia spazio e tempo non sono equivalenti trasformazioni di Lorentz 23-05-2005 x'= " ( x # $ ct ) y'= y z'= z ct'= " (ct # $x ) != A. Bettini ! V c " = 1 1# ! 2 10 Henri Poincaré 1854 - 1912 23-05-2005 A. Bettini 11 Critica del concetto di tempo/contemporaneità S: navilio all’ancora z Σ: navilio in supernavigazione z’ t t’ V y’ y x’ x • L’intervallo di tempo tra due eventi misurato in S è uguale a quello misurato in Σ? • In particolare: due eventi contemporanei in S lo sono anche per il riferimento Σ? 23-05-2005 A. Bettini 12 Poincaré. 1898. La mesure du temps “Non abbiamo alcuna intuizione diretta dell’uguaglianza di due intervalli temporali; coloro che ritengono di avere tale intuizione sono vittime di un’illusione….. Se si vuole misurare l’intervallo di tempo tra due eventi, bisogna cominciare a stabilire quando due eventi siano simultanei. Questo è banale se accadono nello stesso punto (simultaneità locale). P. definisce come simultanei due eventi in A e in B se raggiunti simultaneamente (in senso locale) da lampi di luce emessi simultaneamente (in senso locale) da una sorgente equidistante tra loro ..bisogna cominciare con l’ammettere che che la luce abbia una velocità costante, in particolare che la sua velocità sia la medesima in tutte le direzioni. Questo è un postulato senza il quale sarebbe impossibile intraprendere qualsiasi misura di questa velocità. Questo postulato non potrà mai essere verificato direttamente dall’esperienza; potrà invece essere da questa contraddetto, se i risultati di diverse misure saranno contrastanti.”….. 23-05-2005 A. Bettini 13 Poincaré. 1902. La Science et l’Hypothese Non esiste il tempo assoluto; dire che due durate sono uguali, è un’affermazione che per sé non ha senso e che ne può acquisire uno solo per convenzione….. Non solo noi non abbiamo alcuna intuizione diretta dell’uguaglianza di due durate, ma non abbiamo neppure quella di simultaneità di due eventi che avvengano in due teatri diversi; come ho spiegato ne la Mesure du temps Contemporanei in Σ Non contemporanei in S La contemporaneità o meno di due eventi che accadono in luoghi diversi dipende dal riferimento La misura del tempo in un riferimento richiede di sincronizzare gli orologi posti nei diversi punti di quel riferimento Dato che la contemporaneità dipende dal riferimento, questi orologi non sono più sincroni per un altro riferimento (in moto relativo) La misura di un intervallo di tempo è relativaA.alBettini riferimento, non è assoluta 23-05-2005 14 Poincaré (1898-1900) e Einstein (1905) Einstein 1905 Poincaré La thèorie de Lorentz … 1900 Suppone che due osservatori posti in luoghi diversi A e B siano dotati di orologi. “Suppongo che due osservatori posti in diversi luoghi regolino i loro orologi con l’aiuto di segnali luminosi; essi cercheranno di correggere questi segnali per il tempo di trasmissione; tuttavia essi ignorano il movimento di traslazione del quale sono animati e credono di conseguenza, che i segnali viaggino alla stessa velocità nei due sensi [una convenzione]; essi decidono di incrociare le osservazioni, inviando un segnale da A a B ed un altro da B a A. Il tempo locale è il tempo segnato dagli orologi così regolati. 23-05-2005 Definisce rispettivamente “tempo A” e “tempo B” le valutazioni temporali che gli osservatori possono fare localmente Osserva che un tempo comune ai due osservatori “può essere definito solo quando si stabilisca per definizione che il “tempo” che la luce impiega per andare da A a B è uguale al “tempo” che essa impiega per andare da B ad A…...” Prosegue descrivendo come incrociare le osservazioni inviandosi segnali di luce A. Bettini 15 Poincaré. 1895-1904 Gli esperimenti hanno mostrato che non si può rivelare il moto assoluto né in prima né in seconda approssimazione. Ipotesi ad hoc (trascinamento dell’etere) per spiegare la prima, poi altra ipotesi ad hoc (contrazione di FitzGerald - Lorentz) per la seconda “Ci vorrà un nuovo ‘coup de pouce’ una nuova ipotesi a ciascuna approssimazione? Evidentemente no: una teoria ben fatta dovrà permettere di dimostrare il principio in un solo colpo in tutto il rigore.” 1895 enuncia la validità del Principio di Relatività chiamato “Principio del moto relativo” , lo discute gli anni successivi nelle lezioni alla Sorbona (1898,99,00). Ma menziona ancora l’etere. 1900. “Il nostro etere, esiste realmente? lo non credo che osservazioni più precise saranno mai in grado di rivelare null’altro che moti relativi”. 1904 enuncia e battezza il Principio di Relatività, senza più menzione dell’etere: “Secondo il Principio di Relatività le leggi dei fenomeni fisici devono essere le stesse sia per un osservatore fermo sia per uno in moto di traslazione uniforme: così che noi non abbiamo alcun mezzo, né ne possiamo avere, di discernere se siamo o non siamo trasportati in tale moto.” [Galileo: né da alcuno di quelli (effetti) potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma] 23-05-2005 A. Bettini 16 Henri Poincaré 1902. La Science et l’Hypothese Riassunto dei risultati ottenuti 1. “Non esiste lo spazio assoluto e noi non conosciamo che movimenti relativi…. 2. Non esiste il tempo assoluto; dire che due durate sono uguali, è un’affermazione che per sé non ha senso e che ne può acquisire uno solo per convenzione….. 3. Non solo noi non abbiamo alcuna intuizione diretta dell’uguaglianza di due durate, ma non abbiamo neppure quella di simultaneità di due eventi che avvengano in due teatri diversi; come ho spiegato ne la Mesure du temps 4. Infine la nostra geometria euclidea non è, essa stessa, che una sorta di convenzione linguistica; noi potremmo enunciare i fatti della meccanica in relazione ad uno spazio non euclideo che sarebbe un riferimento meno comodo, ma comunque legittimo come il nostro spazio ordinario Quindi lo spazio assoluto, il tempo assoluto, la stessa geometria non sono condizioni necessarie alla meccanica” 23-05-2005 A. Bettini 17 Poincaré. Le memorie del 1905 5.6.1905. Sur la dinamique de l’èlectron Rendiconti dell’Accademia delle Scienze di Parigi 30.6.1905. Einstein completa la (prima) memoria sulla relatività 23.7.1905. Atti del Circolo Matematico di Palermo ricevono la versione estesa della 1a memoria Poincaré ricava in maniera nuova le trasformazioni che chiama “di Lorentz” Sono rotazioni con la quarta coordinata (tempo) immaginaria:(x4=ict), dimostra che formano gruppo, che chiama di Lorentz Utilizzando le ipotesi del principio di relatività e dell’invarianza della velocità della luce, dimostra la covarianza delle equazioni di Maxwell sotto le trasformazioni x'= x " #t 1" # 2 / k ; y'= y; z'= z; t'= t " #x / k 1" # 2 / k se k→∞ t’=t, tempo assoluto; se k=1/c2, invarianza di c c!= √ k è invariante, ha il significato fisico di velocità di tutte le onde fondamentali ⇒ luce e onde gravitazionali. Si chiede: perché la stessa? Trova le formule di composizione delle velocità N.B. Poincaré non ripete gli argomenti fisici sulla misura del tempo, contemporaneità, etc. 23-05-2005 A. Bettini 18 Poincaré. Le memorie del 1905 Poincaré passa a considerare la dinamica dell’elettrone Osserva che non può stare insieme se solo forze elettromagnetiche. Introduce lo “sforzo di Poincaré”. Solo così si possono definire energia e quantità di moto in maniera covariante Cita Lorentz del quale condivide (ma Lorentz non era stato esplicito su questo punto) la necessità di costruire una nuova dinamica (già spiegato nel 1902 ne la Science et l’Hypothese) Segue Lorentz nel considerare la contrazione come fenomeno fisico-dinamico (la terza ipotesi) NB. Quest’errore influenza la dinamica, non la parte cinematica, cioè l’unica parte che qualche settimana dopo svilupperà Einstein Dichiara(programmaticamente) che è necessario modificare la legge della gravitazione di Newton (propagazione immediata); ci devono essere ondes gravique che si propagano a velocità c Ma Laplace aveva dimostrato che la velocità deve essere >> c Ma, in realtà, la questione posta da Laplace differisce considerevolmente da quella che poniamo qui. Per Laplace, l’introduzione di una velocità finita di propagazione è stata la sola modificazione apportata alla legge di Newton. Qui, al contrario, questa modificazione è accompagnata da molte altre; è dunque possibile, e di fatto è così, che si verifichi tra di esse una compensazione parziale Laplace usava la composizione delle velocità non-relativistica Comincia a costruire la nuova meccanica (modifica forza di Newton) 23-05-2005 A. Bettini 19 Poincaré. La mécanique nouvelle. 1909 Ritornando ora alla legge di attrazione (del Sole sui Pianeti), vediamo facilmente che la differenza fra le due meccaniche (Newtoniana e relativistica) sarà tanto più grande quanto più sarà grande la velocità dei pianeti. Se vi fosse una differenza apprezzabile, la maggiore varrebbe per Mercurio, dato che questo pianeta è il più veloce. È infatti vero che Mercurio presenta un’anomalia non ancora chiarita; il movimento del suo perielio è più rapido di quanto dovrebbe essere. La sua velocità angolare è 38 gradi più grande di quanto dovrebbe essere. Le Verrier attribuì questa anomalia a un pianeta non ancora scoperto e un astronomo credette di osservarne il passaggio sul Sole. Da allora nessuna persona lo ha più visto ed è sfortunatamente certo che il pianeta visto non fosse che un uccello Ora la nuova meccanica rende ben conto del significato dell’errore relativo a Mercurio, ma ci offre uno spostamento di soli 6 gradi; lascia quindi fra se stessa e l’osservazione un margine di 32 gradi” non soddisfacente, ma almeno nel senso giusto P. sa che c’è ancora molto da fare. Poincaré aveva di sviluppato una teoria scalare, invece che tensoriale, del campo gravitazionale. La metrica in campo debole nei pressi di una massa sferica è quindi diversa da quella di Sfartzchild e ciò comporta una riduzione di un fattore 6 dell’effetto 23-05-2005 A. Bettini 20 Einstein. Sull’elettrodinamica nei corpi in moto. 30/6/1905 Approccio di Einstein è assiomatico Formula completamente la parte cinematica della teoria (come già fatto da Poincaré) sulla base di due postulati 1.il principio di relatività 2.la velocità della luce è assoluta Dimostra tutti i risultati già noti, ma cambia il punto di vista (fisica⇒geometria⇒ epistemologia) Stabilisce inoltre che •La “contrazione” delle lunghezze è reciproca, non è un fatto dinamico, ma puramente metrico •Il concetto di etere è superfluo La memoria contiene diverse imprecisioni e veri e propri errori, che entreranno nel modo di pensare entro e fuori la comunità scientifica 23-05-2005 A. Bettini 21 Limiti dell’approccio assiomatico-geometrico •Einstein non sembra interessarsi alla necessità di una nuova dinamica e inizia con la frase: “Sia dato un sistema di coordinate nel quale valgono, le equazioni meccaniche newtoniane”. Affermazione incompatibile con la teoria stessa •Prosegue scrivendo le equazioni newtoniane nella forma (non newtoniana) F=ma. Formula un ragionamento logicamente scorretto che porta ai concetti di “massa dipendente dalla velocità”, “massa longitudinale” (=mγ 3), “massa trasversale”, per di più sbagliata (=mγ 2 invece di mγ ) •Distanze e intervalli temporali hanno un ruolo indipendente, regoli ed orologi non sono strumenti fisici, ma oggetti metafisici •E. analizza il concetto di simultaneità riproducendo Poincaré, ma gli sfugge la profonda indagine di Poincaré sulla delicata relazione con il processo fisico della misura • La geometria aveva preso il sopravvento sulla fisica, il programma di Lorentz e Poincaré (la dinamica) era abbandonato 23-05-2005 A. Bettini 22 Il premio Nobel Poincaré era stato proposto per il premio diverse volte prima del 1912 (anno della morte). Solo da quell’anno Einstein fu proposto da diversi fisici e per diversi suoi contributi. Le proposte si intensificarono a partire dal 1919 Lorentz, premio Nobel nel 1902, ritenne di dover precisare un punto (dato che Poincaré non c’era più). Pubblicò allora quanto aveva scritto nel 1914: Non sono stato io a stabilire il principio di relatività come rigoroso ed universalmente valido. Poincaré al contrario ha ottenuto l’invarianza perfetta delle equazioni dell’elettrodinamica e ha formulato il “principio di relatività”, termine che è stato il primo ad usare Il Comitato assegnò il Premio ad Einstein nel 1922 (per il ‘21), per l’effetto fotoelettrico e i quanti di luce. Il Presidente del Comitato, S. Arrhenius, nella presentazione, disse a proposito dei suoi contributi alla teoria della relatività: “Questa appartiene essenzialmente all’epistemologia ed è quindi stata oggetto di vivi dibattiti in circoli filosofici” 23-05-2005 A. Bettini 23 La dinamica. Ritorno a Newton Planck 1906; Lewis e Tolman 1908; Planck 1909, …… Le forze sono dovute a interazioni Quando le biglie si urtano la variazione della quantità di moto dell’una è uguale ed opposta a quella dell’altra. Le variazioni fatte da queste azioni sono uguali non nelle velocità ma nei moti dei corpi Per il principio di relatività deve valere in tutti i riferimenti Urto simmetrico in due riferimenti in moto relativo Le velocità trasversali sono diverse nei due riferimenti Se p=mv la rossa cambierebbe di –2mu la blu di 2mu/γ ma la variazione totale deve essere nulla. La quantità di moto è p=mγv F = ma (Einstein) La variazione del moto è proporzionale alla forza (Newton, Planck) 23-05-2005 A. Bettini FALSA VERA 24 Massa, energia, quantità di moto I concetti di base La massa m di un corpo è un invariante relativistico, non dipende dalla velocità, è una caratteristica del corpo, come la carica e lo spin La quantità di moto è r E r p= 2v c Se m = 0, il corpo ha velocità c in ogni riferimento e pc = E. Non esiste analogo non-relativistico !r #1/ 2 Se m≠ 0 r p = m"v; con " = 1# $ 2 , $ = v /c ( ) r dpr F= dt L’equazione del moto è ! Per v→0, γ →1 quindi p→mv la massa m è quella di Galileo-Newton ! 23-05-2005 A. Bettini 25 La legge del moto Equazione corretta Equazione errata r dpr r r F= p = m"v dt r r F = ma In relatività la massa non è l’inerzia, rapporto tra forza e accelerazione ! Forza e accelerazione non sono in genere parallele, non si può definire in maniera non ! ambigua una costante di proporzionalità La massa non è una misura della materia r r r r r F = m"a + m" 3 (a • #)# Casi particolari Fv ⇒ F = mγ3 a F⊥v ⇒ F = mγ a ! ⇒ massa longitudinale = mγ3 ⇒ massa trasversale = mγ Altro pasticcio Per mantenere formalmente valida espressione Newtoniana della quantità di moto p = mr v ⇒ massa relativistica mr= E/c2 (anche per m=0) altri pongono ⇒ massa relativistica mr= mγ 23-05-2005 A. Bettini 26 Le misure di Kaufmann e altri Ultimi anni del 1800, primi del 1900. Diverse “teorie” sulle leggi del moto di particelle veloci: Abraham, Bucherer, Lorentz, Relatività. Molta confusione, la massa sembra dipendere dalla velocità. Teorie diverse prevedono diversa dipendenza dalla velocità (ma uguale per Lorentz e Relatività) Esperimenti, principalmente di Kaufmann, per vedere qual è giusta Risultati sembrano escludere Lorentz-Relatività, ma le incertezze sono grandi 1906/7. Planck rianalizza i dati di Kaufmann e trova marginale accordo con la teoria della relatività 1914. Gli esperimenti accurati di Neuman sono in ottimo accordo con la teoria Gli esperimenti di meccanica non contribuirono alla creazione della teoria Ma si svilupparono concetti errati, come la dipendenza della massa dalla velocità Alcuni di questi concetti arcaici furono usati anche da Lorentz, Poincaré, Einstein Rimangono nei testi didattici e nelle opere di “divulgazione” 23-05-2005 A. Bettini 27 Einstein. Settembre 1905 L’inerzia al moto di un corpo dipende dal suo contenuto di energia? Nel 1881 J. J. Thomson aveva scoperto che la massa è almeno in parte energia Kaufmann e altri avevano studiato sperimentalmente la relazione 1905. Einstein: ad una variazione di massa corrisponde una variazione di energia !E = "!m # c 2 Ma più tardi: energia e massa sono equivalenti (non è vero) Anche E = mc2 (non è vera in generale, solo per un corpo fermo, con massa ≠ 0 ) Espressione corretta E2=(mc2)2+(pc)2 Se fermo p=0 ⇒ E0 = mc2 Se m=0 ⇒ E = pc mc2 E pc Massa ed energia non sono equivalenti •Se c’è massa c’è sempre una quantità equivalente di energia •Se c’è energia non sempre c’è una quantità equivalente di massa •L’origine della massa è un problema centrale della fisica fondamentale oggi 23-05-2005 A. Bettini 28 E=mc2 "It followed from the special theory of relativity that mass and energy are both but different manifestations of the same thing -- a somewhat unfamiliar conception for the average mind. Furthermore, the equation E is equal to m c-squared, in which energy is put equal to mass, multiplied with the square of the velocity of light, showed that very small amounts of mass may be converted into a very large amount of energy and vice versa. The mass and energy were in fact equivalent, according to the formula mentioned before. This was demonstrated by Cockcroft and Walton in 1932, experimentally." http://www.aip.org/history/einstein/voice1.htm ma dopo Einstein i concetti si sono chiariti, non dobbiamo ripetere le sue imprecisioni 23-05-2005 A. Bettini 29 Concetti arcaici da eliminare Massa longitudinale = mγ3 Massa trasversale = mγ Massa relativistica mr= E/c2 Massa relativistica mr= mγ Alcuni autori chiamano semplicemente “massa” mr e dicono che la massa dipende dalla velocità Introducono la “massa a riposo”, m0, che è la massa relativistica quando la velocità è nulla, cioè la massa Equivalenza massa energia. La più famosa equazione del mondo E=mc2 Sono concetti arcaici non li usa nel linguaggio scientifico creano confusione Lev Okun: “Ogni anno viene insegnata a milioni di bambine e di bambini la relatività speciale in modo che essi ne perdono l’essenza. Nozioni arcaiche e confuse vengono martellate nelle loro teste. È nostro dovere – dovere dei fisici professionisti – fermare questo processo.” 23-05-2005 A. Bettini 30 La “massa gravitazionale” Nella fisica newtoniana la massa è anche sorgente e ricettore della forza gravitazionale Nella fisica relativistica (generale) a ciò corrisponde E/c2? No, la sorgente e il ricettore della gravità è il tensore energia-momento La forza su di un corpo di massa piccola o nulla (elettrone o fotone) vicino ad una massa M grande si può approssimare con (Okun) Per β<<1 ⇒ E GM r r r r GMm r c2 rr 1+ # 2 " # # $ rr Fg = " F r g =" 3 r r3 [( Per β ≈1 la forza dipende dalla velocità ha una componente ||r e una ||β ! fotone che si muove radialmente In due casi ) ( )] #E& GM % 2 ( ! r $c ' r Fg = " r r3 speciali la forza è radiale # E& GM %2 2 ( fotone che si muove r $ c 'r orizzontalmente Fg = " r ! r3 Il fotone che si muove radialmente “peserebbe” metà di uno che viaggia orizzontalmente ⇒ il concetto di “massa gravitazionale relativistica” è errato ! C’è solo una massa, quella di Galileo e Newton 23-05-2005 A. Bettini 31 Ma cos’è la massa? •Il concetto di massa per i quark (mai liberi) m2=E2–p2 non si può usare •Massa dipendente dalla distanza alla quale si misura [mb=mb(mb)] • Energia del vuoto •Il meccanismo di Higgs è realizzato in natura? •Perché i neutrini hanno massa così piccola rispetto alle altre particelle (mν /me < 10–7)? •Perché MPl>>mZ (1017)? •Energia oscura •…. 23-05-2005 A. Bettini 32 Concludendo La “relatività” è l’opera di molti ricercatori sperimentali e teorici, prima e dopo il 1905 Il considerarla come creazione istantanea e solitaria di Einstein non è solo un falso storico ma ha prodotto una visione distorta della teoria stessa L’aspetto (geo)metrico ha prevalso su quello dinamico, l’epistemologia sulla fisica dei processi e degli strumenti di misura ma la fisica non è geometria: le teorie devono sempre essere confrontate con l’esperimento Concetti errati come massa dipendente dalla velocità, massa a riposo, equivalenza tra massa ed energia permangono, non solo al di fuori, ma persino all’interno dell’ambiente scientifico Fuori dell’ambiente scientifico il termine “relatività” è percepito ad indicare mancanza di oggettività nella scienza (“tutto è relativo”). 23-05-2005 A. Bettini 33