A cura della Dr.ssa Corina Lepadatu La rosolia è una malattia

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A cura della Dr.ssa Corina Lepadatu
La rosolia è una malattia infettiva provocata da un virus che si manifesta come un comune
esantema. Il più delle volte è asintomatica.
Si contrae stando a contatto con una persona che ha già la malattia o la ha in incubazione. La
trasmissione avviene attraverso il parlare (goccioline di saliva ricche di virus) e/o lo starnutire. Una
volta guariti, si può stare tranquilli, nel senso che non si prende più lasciando un'immunità vita
durante.
Da un punto di vista generale, considerato che la malattia è prevalente nell'infanzia, è buona norma
evitare di frequentare ambienti ove si trovano tanti bambini: asili nido, scuole materne, palestre,
piscine, eccetera. Le gammaglobuline specifiche (siero antirosolia) possono prevenire il contagio
e
vanno
assunte
soltanto
con
queste
finalità.
In Italia il vaccino antirosolia è stato introdotto nel 1972. Inizialmente la vaccinazione è stata
raccomandata solo per ragazze in età pre-pubere. Negli anni '90, con l'introduzione dei vaccini
combinati MPR, si è passato a vaccinare tutti i bambini di entrambi i sessi al di sotto di 2 anni di
vita.
Nonostante l'introduzione della vaccinazione, dal 1971 al 1996 l'incidenza della malattia è rimasta
pressochè stabile; l'ultima epidemia si è verificata nel 1997, con oltre 34.000 casi notificati (notifica
obbligatoria); dal 1998 in poi si è assistito ad una riduzione di incidenza, con il minimo storico di
circa 1.100 casi notificati nel 1999.
Negli ultimi anni si è verificato uno spostamento verso l'alto dell'età media dei casi notificati di
rosolia, nel 1996 il 13,5% dei casi notificati (5°-6° parte dei casi reali) interessava donne in età
compresa fra 20 e 40 anni. Questo dato è preoccupante, se si considerano le possibili conseguenze
dell'infezione acquisita durante la gravidanza.
Dall'esame delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) nazionali emerge che casi di rosolia
congenita continuano a verificarsi, e nel 1999 risultano 29 ricoveri con diagnosi principale di
dimissione di rosolia congenita dimostrando che il problema è tutt'altro che risolto nel nostro Paese.
Risultano inoltre suscettibili, in seguito a un indagine sieroepidemiologica del 1996, il 10% delle
ragazze tra 15 e 19 anni e il 7% delle donne tra 20 e 39 anni. Questi valori sono superiori ai livelli
di suscettibilità stabiliti per controllare efficacemente la rosolia congenita (< 5% di donne
suscettibili in età fertile).
La Conferenza Stato-Regioni del 13 novembre 2003 (repertorio atti n. 1857) con l'accordo del
Ministro della Salute ha emesso un Piano Nazionale per l'Eliminazione del Morbollo e della Rosolia
Congenita entro il 2007, come raccomandato dalla Regione Europea dell'OMS. L'obiettivo del
piano nazionale e di ridurre e mantenere l'incidenza della Sindrome da Rosolia Congenita a valori
inferiori a 1 caso ogni 100.000 nati vivi e di eliminare il morbillo a livello nazionale,
interrompendone la trasmissione indigena.
I diritti del Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia, non ancora garantiti in Italia sono:
• evitare che una bambino possa ancora nascere con una rosolia congenita;
• evitare che un bambino possa ancora morire per morbillo.
Bisogna offrire la prima dose di vaccino MPR (Morbillo, Parotite epidemica, Rosolia) a 12 mesi,
contemporaneamente alla somministrazione della terza dose delle altre vaccinazioni dell'infanzia, o
comunque entro il 15° mese.
Seconda dose di vaccino MPR a 5-6 anni di età a partire dalla coorte di nascita 2002,
contemporaneamente alla somministrazione della quarta dose di vaccino tdpa-DTPa a fine
campagna nel 2007-2008. La seconda dose di vaccino ha l'obiettivo di proteggere il 5% dei bambini
che non hanno risposto alla prima dose.
Campagne straordinarie di recupero mediante le chiamate alla vaccinazione attraverso le scuole, le
vaccinazioni saranno effettuate presso le ASL.
Ogni programma di prevenzione della Sindrome da Rosolia Congenita ha come priorità la
protezione delle donne in età fertile.I bambini affetti da rosolia congenita di solito presentano più di
una manifestazione clinica compatibile con l'infezione intrauterina, tuttavia può anche essere
presente un singolo sintomo; in particolare, la sordità è il deficit isolato più frequente.
Le donne in età fertile sono considerate immuni se hanno una prova scritta di vaccinazione contro la
rosolia oppure di positività per anticorpi IgG rosolia-specifici. In caso di suscettibilità (ricerca
documentata di IgG antirosolia negativa) bisogna provvedere al più presto alla vaccinazione
escludendo lo stato di gravidanza misconosciuto. La ricerca documentata di IgG antirosolia è
gratuita in Italia sia come esame preconcezionale che in gravidanza (DM 10/9/98).
Le donne in gravidanza che non presenta l'immunità contro la Rosolia devono ripetere il test ogni 46 settimane almeno fino al 5° mese di gravidanza e al parto. La vaccinazione non va somministrata
in gravidanza. Le donne suscettibili all'infezione devono essere vaccinate, preferibilmente con
MPR,
nel
postpartum
prima
della
loro
dimissione.
La stessa indicazione vale per le donne ricoverate per interruzione di gravidanza.
Per quanto riguarda l'intervallo minimo tra la somministrazione del vaccino ed inizio di una nuova
gravidanza, la Circolare del Ministero della salute n. 12 del 13 luglio 1999 raccomandava un
intervallo minimo di 3 mesi. Alla luce delle recenti raccomandazioni internazionali, basati sui dati
di sorveglianza di diverse Nazioni (USA, Regno Unito, Svezia, Germania), si ritiene opportuno
ridurre a un mese l'intervallo raccomandato. In caso di vaccinazione accidentale in gravidanza o nel
mese precedente, la donna deve essere informata circa i rischi potenziali per il feto. E' stato stimato
che in caso di vaccinazione in gravidanza, il massimo rischio di malformazioni congenite
attribuibili a vaccinazione sia dell'1,2-1,3%. Dato che finora non sono mai state osservate
malformazioni fetali attribuibili a vaccinazione antirosolia in gravidanza, tuttavia, l'accidentale
vaccinazione non costutuisce di regola un'indicazione alla interruzione di gravidanza.
Tutto il personale sanitario deve essere protetto dalla rosolia specialmente se a contatto con
bambini e adolescenti.
Un'attenzione particolare deve essere accordata alle donne immigrate che hanno un ridotto accesso
ai servizi sanitari.
Presso le ASL esistono dei sistemi di anagrafe vaccinale che monitorizzano lo stato di immunità
della popolazione afferente ma garantiscono allo stesso tempo la gratuità e l'offerta della
vaccinazione MPR. L'Ambulatorio di Igiene identificato presso le ASL esegue gratuitamente la
vaccinazione MPR, con o senza prenotazione, in base alla richiesta/impegnativa per vaccinazione
MPR da parte del pediatra o medico di base.
Bisogna esludere lo stato di gravidanza, eventuale allergie all'uovo il buon stato di salute generale
(febbre, mal di gola, etc.).
La sindrome della rosolia congenita di solito si manifesta nel primo anno di vita ed è caratterizzata
da uno o più segni e sintomi delle seguenti categorie:
• segni permanenti possono manifestarsi anche a distanza di anni: cataratta/glaucoma congenito,
malformazioni cardiache congenite (pervietà del dotto di Botallo, stenosi dell'arteria polmonare),
deficit dell'udito, retinopatia pigmentosa;
• segni transitori sono rilevabili alla nascita: porpora, epatosplenomegalia, ittero, microcefalia,
ritardo dello sviluppo, meningoencefalite, radiolucenza ossa lunghe.
Sia i nati da madre con sospetta rosolia in gravidanza, sia i neonati con sintomi suggestivi per SRC
che risultano IgM negativi alla nascita dovranno ripetere il test all'età di un mese di vita, ed
eventualmente nei mesi successivi.
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