Dalla Genesi… E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. La bibbia inizia così. La cosa più bella che Dio crea è l’umanità: l’uomo e la donna. Ciò che Dio ha fatto è cosa molto buona. Fin dalle prime pagine della bibbia ci viene rivelato che il centro dell’attenzione di Dio sono gli uomini, l’umanità intera. Siamo noi il centro della sua attenzione. Siamo noi la sua opera migliore. Questo è anche il motivo per cui Dio si spinge addirittura ad assumere Lui stesso la nostra “condizione” umana: abbandona la sua “condizione” divina per diventare uno di noi: non “COME noi” ma uno IN MEZZO a noi, uno che ha voluto diventare “compagno di viaggio” della nostra vita. Dio ama e apprezza l’umanità… non rimane distante ma si è fatto uomo per elevare, migliorare, santificare la nostra vita. Dio si è fatto uomo non per dirci qualcosa, non per darci dei precetti o delle regole da assolvere. Dio si è fatto uomo per mostrarci come vivere la vita divinamente! Sant’Agostino diceva: Dio si è fatto uomo perchè l’uomo diventasse Dio. Così ho voluto costruire questa veglia. Abbinato ad un testo biblico ho scelto 4 canzoni. Una canzone è un po’ come una poesia: un testo ha una sua oggettività ma poi apre la strada a tante interpretazioni, suscita emozioni e apre piste di riflessione diverse. Ho scelto queste 4 canzoni immaginando che fossero un commento. Se Dio facendo l’uomo ha visto che era cosa molto buona allora prendiamo in esame anche ciò che fa l’uomo per scoprire qualcosa in più di Dio. Una veglia necessita di profonda attenzione, silenzio, concentrazione. Anche solo per cogliere un’immagine, un’espressione, una parola che può illuminare la vita. Quindi buona preghiera. Ricordando, al di là di tutto, che ciò che cerchiamo è un’incontro più profondo con Dio. Dio che si fa uomo. Canto iniziale: DALL’AURORA Dal Cantico dei cantici Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». Riflessione È un passaggio tratto dal cantico dei cantici. Il Cantico è un libro che parla dell’amore. Dell’amore umano. Questo testo racconta l’attesa ansiosa tra due innamorati: quando due persone si amano l’attesa di vedersi e la lontananza diventano faticose da gestire; ma è anche vero che l’attesa e la lontananza aumentano il desiderio dell’incontro. “Mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce…” immaginiamo di non vedere e sentire da tanto tempo qualcuno che amiamo… la prima cosa che vorremmo è vedere il volto e sentire la voce… è tutto ciò che esprime la presenza e la vicinanza dell’altro. Immaginiamo ora questa realtà tra Dio e il suo popolo… Con questa immagine di 2 fidanzati che si cercano per incontrarsi l’autore descrive l’intenso desiderio di Dio di incontrare noi, suo popolo… Dio non sta più nella pelle. Ci ama così tanto che si fa incontro alla nostra condizione umana: Dio che si fa uomo per incontrare, nella condizione di uomo, ogni persona. È l’espressione più grande del desiderio dell’ amore: chi ama assume la forma dell’altro. Nel cartone animato Shrek, alla fine, quando la principessa Fiona dà un bacio all’Orco, tutti sia aspettano che lui diventi il principe azzurro, bellissimo come lei. In realtà è Fiona che assume la condizione di Shrek, l’Orco: l’amore ti porta a far tua la condizione dell’altro. Come non ricordarci dell’inno ai Filippesi di San Paolo: “Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini..”. Amare è assumere, accogliere l’altro/Altro. Così com’è. Ho scelto il commento di questa canzone perché l’ho immaginata rivolta a Dio. Un canto che diventa una preghiera. L’uomo o la donna che nella vita hanno conosciuto il tradimento, l’illusione di un amore vero ma poi rivelatosi falso, questa umanità alza il grido al Cielo e chiede a Dio di essere diverso, chiede a Dio un amore sincero, chiede un amore più grande di quello umano, chiede di più. E Dio, come un diamante in mezzo al cuore, non si arrende alla stupidità e alla povertà umana, anzi… viene per noi, viene per splendere come un sole, solo per noi, Lui, Unico nell’universo capace di un amore senza limiti. Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà lui senza serietà, come fosse niente sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta segue il mondo ciecamente quando la moda cambia, lei pure cambia continuamente e scioccamente. Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo ! un punto, sai, che non ruota mai intorno a me un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore. tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo! non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero di più, di più, di più. Sai, la gente è sola, come può lei si consola per non far sì che la mia mente si perda in congetture, in paure inutilmente e poi per niente. tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo ! Un punto, sai, che non ruota mai intorno a me un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore. tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo ! Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero di più, di più, di più. (Mia Martini, Almeno tu nell’universo) Preghiera insieme. Dal vangelo di Luca In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Riflessione “Pace in terra agli uomini che Dio ama”. Dio ama sul serio l’umanità. E per dimostrarcelo ha scelto di farsi uomo e di condividere la storia. La storia degli uomini. Francesco De Gregori ha scritto una canzone che si intitola “la storia siamo noi” e nel testo di questa canzone dice: “La storia siamo noi… ed è per questo che la storia dà i brividi, perchè nessuno la può fermare. La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano”. In questa storia umana Dio è venuto a scrivere la sua storia. Quell’amore “più grande”, quel “di più” che abbiamo ascoltato prima, quell’amore che salva, ci viene dato in un segno semplice: un bambino avvolto in fasce. A noi, che aspettiamo che nella storia succeda chissà che cosa, a noi, che aspettiamo ed immaginiamo Dio in chissà quali modi eclatanti di salvare la storia e la nostra vita, a noi Dio offre dei segni, Dio si fa presente nel segno più debole: un bambino. Indifeso, avvolto in fasce. Delusione o meraviglia? Viene da chiedersi. È tutto qui? Dio è “solo un uomo”? proprio come la canzone che ascolteremo adesso. Per salvare la nostra vita fragile, povera, debole, confusa, contorta, ferita, a volte rovinata da noi stessi Dio si fa semplicemente uomo. Per indicarci che la salvezza la si vive e la si raggiunge nella carne, nell’umanità, nel vivere l’esistenza sempre sospesi tra la morte e la vita, tra l’egoismo e il dono di sé. La fede è accettare questo rischio, è camminare sospesi sul mondo, sospesi alla promessa di Dio… basta niente per cadere. “Ma la gioia, come il dolore, si deve conservare, si deve trasformare”. Tutta la nostra vita ha valore nelle mani di Dio, tutto si deve trasformare in amore. E' solo un uomo quello di cui parlo del suo interno come del suo intorno di quando scivola su stesso di quando scrive come adesso sulle sue guance ha il vento fresco della vetta della conquista sotto le unghie ha la terra quando striscia le sue serate le sue ferite le donne amate e poi dimenticate dell'ambizione della speranza le ragnatele della sua stanza di quando ha paura di morire e un orgasmo la fa tremare di quando la vita non è così come appare e' solo un uomo quello di cui parlo quando inciampa nella sua ombra quando cammina sull'acqua e non affonda e' solo un uomo quello di cui canto di quando sbaglia e non si perdona il furore e il disincanto di quell'universo a forma di persona parlo di quando spara a suo fratello e s'inginocchia a un portafoglio quando osserva l'infinito attraverso il suo ombelico quando sventola una bandiera o ci si nasconde dietro per paura una menzogna è più cattiva nascosta dentro una preghiera e' solo un uomo quello di cui parlo di una doccia dopo un tradimento del sorriso che ritorna dopo che ha pianto è solo un uomo quello di cui scrivo la notte prima di un lungo viaggio quando non sa se poi partire e solo partire o è anche scappare è solo un uomo quello che mi commuove che vorrei uccidere e salvare amare e abbandonare è solo un uomo ma lo voglio raccontare perché la gioia come il dolore si deve conservare si deve trasformare Canzone (Niccolò Fabi, E’ solo un uomo) Preghiera insieme Dal vangelo di Matteo Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Riflessione Dio si è fatto uomo. Si è fatto uno di noi. Ma non tutti se ne sono accorti. Ieri, come oggi. “Veniva nel mondo la luce vera ma i suoi non l’hanno accolto”. Dio è entrato nella storia degli uomini in punta di piedi, nessun proclamo, nessun annuncio, nessuna profezia di sventura. Quante volte stupidamente si rincorrono le notizie della fine del mondo, eppure di fronte alla notizia della nascita del salvatore, di Colui che è il Signore del mondo pochi si sono scomodati. Quante volte si cerca Dio nei posti sbagliati. Per cercare una cosa la devi cercare nel posto giusto. Chi avrebbe cercato Dio in una povera casa? Chi avrebbe cercato Dio in un luogo fatto di povertà, silenzio, essenzialità? Dove lo cerchiamo Dio? Dove speriamo di incontrarlo? Le cose importanti non si comprano all’IPER. Dio non si compra come in un negozio, come una cosa. Dio è gratis, ma lo devi cercare nel posto giusto, nella direzione giusta. La canzone che ascolteremo fra poco dice “per ogni cosa c’è un posto ma quello della meraviglia è solo un po’ più nascosto”. Per trovare Dio dobbiamo fare come i re magi: dobbiamo fare la fatica della ricerca. Quando si cerca un tesoro nascosto non è sufficiente avere la mappa del tesoro ma occorre camminare, cercare, scavare, trovare. Cerchiamo Dio nel posto giusto, anche se forse è quello più nascosto. “sforzatevi di entrare per la porta stretta…” disse un giorno Gesù ma ricordiamoci anche che, come dice la canzone, “l’oro si aspetta”: ciò che è più prezioso ci viene dato sempre in DONO. Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del corso Ogni acquisto ha il suo luogo giusto e non tutte le strade sono un percorso Raro è trovare una cosa speciale nelle vetrine di una strada centrale Per ogni cosa c'è un posto ma quello della meraviglia è solo un po' più nascosto Il tesoro è alla fine dell'arcobaleno che trovarlo vicino nel proprio letto piace molto di meno Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del corso Ogni acquisto ha il suo luogo giusto e non tutte le strade sono un percorso Come cercare l'ombra in un deserto o stupirsi che è difficile incontrarsi in mare aperto Prima di partire si dovrebbe essere sicuri di che cosa si vorrà cercare dei bisogni veri Allora io propongo per non fare confusione a chi ha meno di cinquant'anni di spegnere adesso la televisione Non si può entrare in un negozio e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo se la vita è un'asta sempre aperta anche i pensieri saranno in offerta Ma le più lunghe passeggiate le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo non so dove l'ho comprate di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta perché l'argento sai si beve ma l'oro si aspetta ( N. Fabi, il negozio di antiquariato) Preghiera insieme Dal vangelo di Giovanni In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Venne fra la sua gente… a quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Benvenuto Gesù. Benvenuto nella nostra umanità, nella nostra casa, nella nostra comunità, nella nostra famiglia. Noi vogliamo dirti Benvenuto anche se ancora oggi, come allora, tanti uomini non ti accettano, non ti accolgono, ti respingono. Non sanno neanche loro il perché, non lo sanno motivare… perché respingere chi ti ama? Ti diamo il benvenuto. Vieni ancora oggi in questa vita, fatta di cose belle e cose brutte. Vieni e cambiaci il cuore. Fa che impariamo ad apprezzare ogni cosa, un pianto che commuove, un cielo che promette neve, un treno verso il mare, un minuto pieno di sorprese, una canzone… fa che impariamo ad accettare tutto, anche ciò che non va, anche ciò che vorremmo cambiare, perché “tutto è grazia!” La vita è grazia, è dono. Fa che possiamo anche noi, almeno una volta, come te e con te poter dire “tutto quello che vedo è cosa molto buona”. Benvenuto Signore Gesù. (Laura Pausini, Benvenuto) A te che perdi la strada di casa ma vai Dove ti portano i piedi e lo sai Che sei libero Nelle tue scarpe fradice A chi ha parole cattive soltanto perchè Non ha saputo chiarire con sè A chi supplica E poi se ne dimentica A chi non ha un segreto da sussurrare Ma una bugia da sciogliere A chi non chiede perdono Ma lo avrà Benvenuto a un pianto che commuove Ad un cielo che promette neve Benvenuto a chi sorride, a chi lancia sfide A chi scambia i suoi consigli coi tuoi Benvenuto a un treno verso il mare E che arriva in tempo per Natale Benvenuto ad un artista, alla sua passione Benvenuto a chi non cambierà mai A un anno di noi A questo luna che i sogni li avvera o li da O li nasconde in opportunità A chi scivola A chi si trucca in macchina E benvenuto sia a questo lungo inverno Se mai ci aiuta a crescere A chi ha coraggio E a chi ancora non ce l'ha Preghiera insieme Benvenuto a un pianto che commuove Ad un cielo che promette neve Benvenuto a chi si spoglia, per mestiere o voglia E alle stelle chiede aiuto o pietà Benvenuto al dubbio delle spose A un minuto pieno di sorprese Benvenuto a un musicista, alla sua canzone E agli accordi che diventano i miei A un anno di noi Al resto che verrà (stop stop stop) tutto il resto A tutto questo che verrà (stop stop stop) tutto questo A tutto il resto poi chissà (stop stop stop) tutto il resto E poi... Stop A un anno di noi Benvenuto a un pianto che commuove Ad un cielo che promette neve Benvenuto a chi sorride, a chi lancia sfide E a chi scambia i suoi consigli coi tuoi Benvenuto a un treno verso il mare Scintilla e arriva in tempo per Natale Benvenuto ad un artista, alla sua intuizione Benvenuto a un nuovo anno per noi A un anno di noi Un anno per noi.. Per tutto e per noi. Un anno di noi...