la punteggiatura nella lingua italiana

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http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domanderisposte/punteggiatura
LA PUNTEGGIATURA (1)
IL PUNTO si usa per indicare una pausa forte che segnali un cambio di argomento o l'aggiunta di
informazioni di altro tipo sullo stesso argomento. Si mette in fine di frase o periodo e, se indica uno stacco
netto con la frase successiva, dopo il punto si va a capo. Il punto è impiegato anche alla fine delle
abbreviazioni (ing., dott.) ed eventualmente al centro di parole contratte (f.lli, gent.mo), ricordando che in
una frase che si concluda con una parola abbreviata non si ripete il punto (presero carte, giornali, lettere
ecc. Non presero i libri).
LA VIRGOLA indica una pausa breve ed è il segno più versatile. Si usa, o almeno si può usare, la virgola:
•
•
negli elenchi di nomi o aggettivi, negli incisi (si può omettere, ma se si decide di usarla va sia prima
sia dopo l'inciso);
dopo un'apposizione o un vocativo e anche prima di quest'ultimo se non è in apertura di frase
(Roma, la capitale d'Italia. Non correre, Marco, che cadi).
Nel periodo si usa:
•
•
per segnalare frasi coordinate per asindeto (senza congiunzione, es: studiavo poco, non seguivo le
lezioni, stavo sempre a spasso, insomma ero davvero svogliato);
per separare dalla principale frasi coordinate introdotte da anzi, ma, però, tuttavia e diverse
subordinate (relative esplicative, temporali, concessive, ipotetiche, non le completive e le
interrogative indirette).
La virgola non si usa:
•
•
•
•
tra soggetto e verbo (se altre parole si frappongono tra questi due elementi occorre prestare più
attenzione);
tra verbo e complemento oggetto;
tra il verbo essere e l'aggettivo o il nome che lo accompagni nel predicato nominale;
tra un nome e il suo aggettivo.
IL PUNTO E VIRGOLA segnala una pausa intermedia tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da
una scelta stilistica personale. Si adopera soprattutto fra proposizioni coordinate complesse e fra
enumerazioni complesse e serve a indicare un'interruzione sul piano formale ma non sul piano dei
contenuti («il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione all'indomani mattina», A.
Fogazzaro, Piccolo mondo moderno).
I PUNTINI DI SOSPENSIONE si usano sempre nel numero di tre, per indicare la sospensione del discorso,
quindi una pausa più lunga del punto.
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TRECCANI - ENCICLOPEDIA DELL'ITALIANO
http://www.treccani.it/enciclopedia/casi-dubbi-nella-prontuario-punteggiatura_(Enciclopediadell'Italiano)/
LA PUNTEGGIATURA (2)
IL PUNTO è il più forte tra i segni di ➔punteggiatura. Indica una netta interruzione del discorso e si colloca
a conclusione di una frase o un periodo. Dopo il punto si usa sempre l’iniziale maiuscola
Il punto si usa anche nelle ➔abbreviazioni
f.lli (= fratelli)
spett.le (= spettabile)
prof. (= professore)
dott. (= dottore)
pag. / p. (= pagina)
Nel caso di alcuni ➔acronimi molto diffusi, però, il punto è comunemente abolito
FIAT (= Fabbrica Italiani Automobili Torino)
CGIL (= Confederazione Generale Italiana del Lavoro)
ENPA (= Ente Nazionale Protezione Animali).
LA VIRGOLA: la norma prevede che non separi gli elementi che formano un sintagma, ovvero un blocco
sintatticamente unitario (➔ sintagma, tipi di). Questi elementi possono essere parti di una frase semplice
(nel caso di sintagmi formati da soggetto e verbo, da verbo e complemento, da aggettivo e nome, da nome
e complemento di specificazione, e così via) oppure essere parti di un periodo, cosa che accade quando
almeno uno di essi costituisca da sé una frase. L’es. 1
(1) accettare la proposta che hai presentato alla tua commissione [sogg.]comporta [verbo] che noi rinunciamo ai
nostri progetti [ogg.]
non presenta virgole né fra le tre parti che compongono l’intero periodo (soggetto, verbo e oggetto), né
all’interno di ciascuna di queste parti: non nel soggetto (accettare [verbo] la proposta che hai presentato
alla tua commissione[oggetto con frase relativa formata dal verbo presentare a + complemento con
aggettivo possessivo]) e non nel complemento oggetto (noi [sogg.] rinunciamo a[verbo] i nostri
progetti [complemento con aggettivo possessivo]).
L’uso della virgola è dunque indipendente dalla lunghezza e dalla complessità degli elementi coinvolti: non
va posta la virgola tra un soggetto particolarmente lungo e il verbo, sia che si tratti di un ➔ sintagma
nominale (2) (cfr. Castellani Pollidori 2004) sia che si tratti di una frase (3), a differenza di quanto accade
negli esempi seguenti:
(2) l’insieme delle relazioni presenti tra più soggetti, consente di stabilire quanto segue
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(3) che tu dica la verità, è molto importante
Alla luce di queste considerazioni, l’uso della virgola invece indispensabile per delimitare l’inciso (➔
incidentali, frasi), ovvero l’inizio e la fine di qualsiasi parola, sintagma, complemento o frase che si trovi
interposta a un sintagma; in questi casi alla virgola possono sostituirsi anche le lineette (➔ trattino) o le ➔
parentesi:
(5) parole, queste, che hanno colpito tutti
La virgola si usa ancora nei seguenti casi:
(a) All’interno del singolo elemento per segnalare le componenti di una ➔ enumerazione:
(8) Mara, Vittoria, Andrea, Luca e Marco [sogg.] arriveranno più tardi
(b) Tra un elemento e un altro del sintagma in strutture focalizzate (quando un elemento è spostato e
messo in risalto, come nelle ➔ dislocazioni; ➔ focalizzazioni):
(10) è proprio ingenua, lei
(11) l’ho visto tre volte, il film
(c) Con l’➔apposizione:
(12) oggi ho incontrato Veronesi, lo scrittore
(13) Napoleone, imperatore dei francesi, fu sconfitto a Waterloo
(d) Quando si omette il verbo:
(16) mi ha detto due cose: primo, che non si sente bene; secondo, che non sarebbe partito in ogni caso
(e) Quando la congiunzione e collega frasi diverse nel contenuto e nella forma:
(17) ha rimproverato tutti, e non mi sembra accettabile
dove la seconda contiene un commento al contenuto della prima;
(f) Per isolare connettivi che segnalano un momento di passaggio logico e discorsivo tra due blocchi di testo
(come spesso ora, allora, dunque, comunque, con tutto ciò, insomma, tuttavia, eppure, d’altra parte, del
resto, peraltro, pertanto, ecc.; ➔ connettivi). Il connettivo può figurare a inizio di frase (18), alla fine (19) o
all’interno della frase:
(18) Tuttavia, ho incontrato soprattutto individui armati («la Repubblica» 4 febbraio 2010)
(19) ci vediamo domani, allora
I PUNTINI DI SOSPENSIONE si usano per segnalare che il discorso viene sospeso, in genere per imbarazzo,
per titubanza o per allusività
-
Non dovrei essere io a dirtelo, però secondo me…
-
Poi è arrivato Andrea e… lasciamo perdere…
-
Rosso di sera, bel tempo…
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Devono essere sempre tre e, nella maggior parte dei casi, si attaccano alla parola che li precede e sono
seguiti da uno spazio, a meno che il carattere successivo non sia una parentesi di chiusura o un punto
interrogativo. Quando sono in fine di frase, la frase successiva inizia con la lettera maiuscola.
– per segnalare, inoltre, l’➔abbreviazione di parole che, pronunciate per intero, risulterebbero volgari. In
questo caso i puntini precedono o seguono una parte della parola censurata
Cioè hai capito io gli ho detto se mi stai a fare il c… vaff… se no non ti chiamo più («La Repubblica»,
trascrizione di una intercettazione)
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