Basi molecolari della risposta immunitaria Un antigene è una molecola complessa (peptidi, zuccheri, lipidi, acidi nucleici) estranea all’organismo e, in quanto tale, capace di suscitare una risposta immunitaria. Le piccole molecole, invece, siano esse innocue per l’organismo o tossiche, sono praticamente invisibili al sistema immunitario. Gli antigeni possono essere processati in frammenti chiamati epitopi. L’epitopo è il quantum immunologico, ovvero l’entità molecolare più piccola riconoscibile dal sistema immunitario. Un epitopo può essere lineare/continuo o conformazionale /discontinuo. Gli epitopi lineari sono rappresentati da almeno 6-10 residui adiacenti, riconosciuti da un anticorpo; gli epitopi conformazionali, invece, non sono necessariamente contigui nella sequenza, poichè invece lo sono nella struttura tridimensionale della proteina. L’immunogenicità è tra le proprietà più importanti ed interessanti per lo sviluppo dei vaccini. Nel definire l’immunogenicità, è necessario distinguere tra immunità umorale e cellulare. La prima è mediata da anticorpi e la seconda da interazioni complesse tra complesso maggiore d’istocompatibilità (MHC) e recettore delle cellule T (TCR). Il TCR mostra selettività ed affinità variabili e lega MHC presenti sulla superficie di altre cellule. Queste proteine legano piccoli frammenti peptidici derivati da proteine dell’ospite o di un patogeno. Il riconoscimento del complesso ternario tra MHC, peptide e TCR è alla base dell’immunità cellulare. Un antigene può essere riconosciuto come intera molecola da un anticorpo e come insieme di più frammenti peptidici da una cellula T. Anticorpi Gli anticorpi possono essere utilizzati per: 1. identificare 2. purificare 3. localizzare 4. combattere In particolare, possono essere utilizzati per identificare ortologhi (in specie diverse, se riconoscono una regione abbastanza conservata), paraloghi e isoforme nella stessa specie. Per identificare proteine mediante anticorpi, è necessario selezionare le regioni antigeniche più adatte allo scopo; ad esempio, per identificare ortologhi e paraloghi, sono utili le regioni conservate ma specifiche, ovvero conservate, ma solo tra i membri della specifica famiglia proteica. Per rivelare differenzialmente i paraloghi gli antigeni utili sono invece le regioni non condivise; altrettanto vale per l’identificazione di interattori mediante copurificazione (altrimenti si ottengono segnali aspecifici) Gli anticorpi possono essere utilizzati per purificare: - macromolecole (ad esempio, per affinità) - complessi (ad esempio, attraverso immunoprecipitazione) Oppure per localizzare in organi, tessuti e cellule. Nella medicina molecolare, gli anticorpi sono anche utilizzati come agenti antitumorali. Esiste quindi un mercato degli anticorpi, per la diagnostica e la ricerca; molte ditte hanno nei cataloghi dei prodotti una sezione di anticorpi ed altre ditte specializzate basano tutta la produzione sull’offerta di un’ampio catalogo di anticorpi di varia specificità. Si può quindi comprendere come la produzione di anticorpi riguardi molte Biotech Companies. Gli anticorpi sono strumenti da: 1. progettare 2. produrre 3. purificare 4. saggiare Si può facilmente intuire che la bioinformatica interviene nelle fasi di antibody design, ovvero analisi e progettazione. Fondamentalmente sono individuabili 4 tipi di anticorpi: policlonale oligoclonale monoclonale ricombinante Gli anticorpi policlonali sono potenti, ma possono avere problemi di specificità. Infatti, utilizzando una proteina intera per immunizzare, il sistema immunitario produrrà un insieme di cloni anticorpali, alcuni diretti contro determinati epitopi della proteina ed altri cloni contro altri epitopi. Utilizzando successivamente la stessa proteina per immunizzare un altro animale, per motivi di variabilità individuale è poco probabile che tipi di cloni e proporzioni tra essi siano riprodotti esattamente. Infatti è esperienza comune che differenti batch dello stesso anticorpo policlonale possono portare a pattern di riconoscimento leggermente, o anche molto, differenti. Inoltre, se una proteina contiene una regione molto conservata, i cloni prodotti contro quella regione potranno riconoscere anche altre proteine che la contengono. Ciò è quindi auspicabile, se stiamo cercando proteine correlate, oppure è un problema, se vogliamo che l’anticorpo sia specifico. Gli anticorpi monoclonali sono spesso molto più specifici, ma non sempre è noto l’epitopo che riconoscono nella proteina e talora sono relativamente “deboli”. Gli anticorpi ricombinanti sono spesso prodotti per usi specifici. Gli anticorpi oligoclonali possono essere ottenuti in due modi: attraverso la combinazione di una serie di anticorpi monoclonali, oppure immunizzando animali con specifiche regioni antigeniche (riprodotte come peptidi sintetici). In questo modo si ottiene un valido compromeso tra poli- e mono-clonali, ovvero sensibilità comparabile ai primi e specificità comparabile ai secondi. © Sandro Vivona e Francesco Filippini, 2007-2017