Russell, Kripke
21 February 2017
[1910-1912] Russell e Whitehead, Principia Mathematica
tra i fondamenti della logica contemporanea
Russell: un eccesso di attenzione per la filosofia del linguaggio rischia di allontanare il filosofo dai veri problemi, una critica all’ultimo Wittgenstein
dimostrare che qualcosa non è dimostrabile è altrettanto significativo che dimostrare qualcosa (Gödel)
formato un sistema e in esso una proposizione non dimostrabile, ho dimostrato che quel sistema non è contraddittorio
Russell, On denoting
elaborazione della distinzione tra
grammatica superficiale (come gli enunciati si presentano superficialmente), o forma apparente
forma logica reale
come il linguaggio si presenta non è la sua realtà
ripetuta l'antica dicotomia filosofica tra apparenza e realtà
Molti problemi filosofici nascono dal fatto che i filosofi si fanno ingannare dalla forma apparente del linguaggio
dissoluzione i problemi attraverso l’analisi, o parafrasi, per far emergere la forma logica reale (v. lezione precedente)
ci si libera così della necessità fregeana di ammettere l’esistenza di enunciati che non sono né veri né falsi (per Frege, l’enunciato “L’attuale re di Francia è calvo”
non ha Bedeutung)
il principio di bivalenza di estende a tutti gli enunciati
ci si libera così di classici problemi filosofici, come quello delle entità fittizie
Russell riprende Alexis Meinong, filosofo austriaco (gli austriaci non sarebbero mai stati degli idealisti)
sussiste tutto ciò di cui possiamo dire qualcosa
differenza tra esistere e sussistere
ad esempio, il quadrato rotondo non esiste, ma sussiste, poiché posso dire qualcosa a suo proposito
in seguito, Russell radicalizzerà la posizione di Meinong:
anche il logico non può riempire il proprio mondo di realtà sussistenti per spiegare difficoltà linguistiche; anche il logico deve utilizzare il rasoio
di Ockham (ovvero: non moltiplicare gli enti oltre la necessità)
l’analisi è un metodo per dimostrare che possiamo dire “L’attuale re di Francia è calvo”, in quanto egli sussiste
Kant, critica all’argomento ontologico di Anselmo:
essere o esistere non è un predicato reale (non ha a che fare con la sostanza)
“esistere" non aggiunge nulla a ciò che diciamo che esiste
Es.: aggiungendo alle qualità di un cameriere (biondo, laureato, intelligente) la qualità “esistente”, non aggiungiamo nulla alla sua descrizione
esistere è un’apposizione; esistere = "c’è qualcosa che è un portatore di proprietà"
in logica, "esistere” diventa il quantificatore esistenziale ∃
Frege
Russell
Russell
Nomi propri = descrizioni definite
Nomi propri = descrizioni definite abbreviate
Nomi logicamente propri = pronomi dimostrativi
“questo” e “quello”
-
grammatica superficiale, logica apparente
grammatica profonda, logica reale
in seguito, Frege verrà interpretato attraverso Russell: quando egli parla dei nomi propri, tratta del senso
anche Frege voleva dire che i nomi propri fossero descrizioni definite abbreviate
Kripke critica la linea Frege-Russell e il tentativo di miglioramento di John Searle
problema: distinguere
tra le informazioni che abbiamo a proposito di qualcosa e il suo significato
assimilando le due cose, si incappa nel seguente paradosso:
“Alessandro Manzoni” corrisponde alla descrizione abbreviata de “l’autore dei Promessi Sposi”
ammettiamo che uno studioso della letteratura scopra che i Promessi Sposi non furono scritti da Alessandro Manzoni
la scoperta storica toglie significato a un nome - il significato di un nome dipende dalle contingenze storico-letterarie
abbiamo difficoltà a dire “Alessandro Manzoni non era l’autore dei Promessi Sposi”, poiché è come dire “L’autore dei Promessi Sposi non è
l’autore dei Promessi Sposi” -> contraddizione
Kripke: un conto è avere informazioni su Alessandro Manzoni; queste però possono risultare false
legando l’informazione al significato del nome, posso trovarmi nel paradosso in cui una
scoperta rende contraddittoria
un’affermazione che risulta semplicemente falsa, come “Alessandro Manzoni non ha scritto i Promessi Sposi” e
rendiamo tautologico un enunciato che non è analitico ma sintetico (non è un asserto d’identità):
se “Alessandro Manzoni” è la descrizione abbreviata de “l’autore dei Promessi Sposi”, allora “Alessandro Manzoni ha scritto i Promessi
Sposi” significa “Colui che ha scritto i Promessi Sposi ha scritto i Promessi Sposi"
linea di John Searle, per riabilitare la linea Frege-Russell e uscire dai paradossi precedenti
a un nome proprio è associata non una singola descrizione definita, né una congiunzione di descrizioni definite, bensì una disgiunzione di queste
nome proprio = “gancio” cui attaccare molte descrizioni definite in forma disgiuntiva
NB! per la disgiunzione p ∨ q ∨ r basta che un disgiunto sia vero per mantenere vera la disgiunzione
segue l’ulteriore modifica di David Lewis:
a un nome proprio è associata una disgiunzione di congiunzioni (p.q) ∨ (r.s)
Kripke, critica basata sulla nozione di mondo possibile:
prendiamo il mondo attuale MA, dove di “Alessandro Manzoni” sono vere tre cose: p, q ed r
immaginiamo i mondi possibil MP1, MP2, etc. in cui mutano le condizioni verità di p, q ed r
-
MA
MP1
MP2
… MP8
p
V
F
F
F
q
V
V
F
F
r
V
V
V
F
Searle e Lewis negherebbero la possibilità dell’esistenza di Alessandro Manzoni in MP8
se le proprietà p, q ed r non fossero istanziate, non esiterebbe Alessandro Manzoni
distinzione chiarita da Kripke: uno è un mondo in cui non c’è Alessandro Manzoni; un altro è un mondo in cui tutto ciò che nel nostro mondo è
vero di Alessandro Manzoni è falso (di Alessandro Manzoni)
c’è un mondo in cui esiste Alessandro Manzoni, ma non ha nessuna delle proprietà p, q ed r vere nel nostro mondo
il nome “Alessandro Manzoni” si riferisce ad Alessandro Manzoni (come essere umano, o estensione)
indipendentemente dalle proprietà che possiamo associare ad esso
nome proprio “designatore rigido” = non dipende dalle variazioni nei mondi possibili
[parentesi: distinzione tra contraddittorio e contrario
contraddittorio di “bianco" = "non-bianco"
contrario di “bianco" = “nero"
nel contraddittorio di bianco c’è tutto ciò che non significa “bianco” (tra cui “sedia”, “Dio”, etc.)]
by Alessandro Veneri
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