minata un po` dovunque così all`estero come in Italia, in chiese, in

minata un po' dovunque così all'estero come in Italia, in chiese,
in case private ed in palazzi reali.
Ricordiamo le sue tele più caratteristiche e più famose, cominciando da quelle di quando era ancora al pensionato, e come egli
stesso confessa, era grande ammiratore della scuola antica, avendola a Roma, davanti alle più nobili creazioni dell'umano intelletto,
con ogni diligenza studiata. Ne citeremo tre specialmente : « Mose »,
maggiore del vero, « Amori degli Angeli », « Francesca da Rimini »
cioè una di ispirazione biblica, l'altra di ispirazione poetica e letteraria dal poemetto inglese di Tommaso Moore, e che interessò anche
i l Morelli, con varie riprese dello stesso soggetto, l'ultima di ispirazione dantesca. Esposte a Roma nel '47, ebbero la medaglia d'oro
le due ultime.
Lasciata l'Italia dopo il '48, come egli stesso poi scrisse, perché
giovane ed artista ed amantissimo del suo paese, non volle starsene in disparte, e, poiché la sopravvenuta reazione voleva distrutta
quella larva di statuto ancora rimasta, per tema di avere molto a
soffrire, si risolse ad esulare. Ad Atene, dove si fermò da principio
e dove erano stati chiamati pittori tedeschi e russi, fu incaricato per
i dipinti della sala da ballo del Prlazzo Reale.
Vi dipinse 18 quadri di vario argomento, fatti mitologici e
dell'antica storia greca.. Il Parnaso, le Muse, Apollo, Mercurio,
Poeti greci e la Danza pirrica, danza delle vergini greche, sono le
sue prime ammirate affermazioni nel nudo femminile di cui darà
poi mirabili prove.
In Grecia per incarichi ricevuti dipinse altre tele : Cupido dormente - Il Tasso che legge la Gerusalemme Liberata al Principe di
Ferrara - Combattimento di Ettore e Achille - Amore e morte, di
ispirazione leopardiana, e, per la chiesa cattolica di Rettino nell'isola di Candia, tre quadri sacri : Il Battesimo di Cristo, l'Assunzione di Maria, L e Stimmate di S. Francesco.
Passato poi, perché chiamatovi dal Viceré Said Pascià attratto
dalla sua fama, in Egitto, dove rimase per molti anni, dipinse « Il
Gran- Cairo », quadro eseguito per desiderio del Viceré che voleva
ricordare il viaggio fatto nel Sudan, e, come abbiamo detto, fermò
impressioni, studi, bozzetti, penetrò nello spirito e nelle forme dell'Oriente, del che avrebbe poi dato così notevoli prove con la sua
produzione ulteriore, ritornando in patria.
Tornato in Italia, la sua produzione fu varia e diversa, storica,
sacra, ma soprattutto con predominanza orientale, che era allora
anche di moda romantica.
Un quadro storico fu quello di Masaniello Sorrentino, su concorso del Ministro della Pubblica Istruzione, premiato con medaglia
d'oro, esposto a Parma e a Vienna, molto ammirato per il com-