Capitale Kabul Superficie 647.497 km2 Popolazione 24.792.375 ab. Densità 38 ab/km2 Religione Musulmana Sunnita (84%), Sciita (15%) Lingue Persiano, Pashtu, Dari, Uzbeko, Turkmeno Istruzione 32% Ordinamento politico repubblica islamica ISU >0.5 (Basso sviluppo umano) Reddito Pro-capite 1300$ per abitante Speranza di vita 45 Analfabetismo 68,5% Popolazione urbana: 21% L’Afghanistan è caratterizzata da una forte escursione termica tra estate e inverno; in inverno le temperature scendono sotto i -15°, mentre in estate arrivano anche sopra i 30°. Le precipitazioni non superano i 30 giorni di pioggia annui. Il paesaggio, è arido, dominato da steppe, sfruttate per i pascoli. Nel paese sono presenti 4 parti di catene montuose, l'Hindukush, il Pamir, il Karakorum e la nota Himalaya che ospita la montagna più alta della terra: L’Everest, che non si trova in Afghanistan ma in Nepal. Questo paese è denso di montagne, molto alte, nascono al centro del paese e si sviluppano verso il nord-ovest. L’Afghanistan ha una grossa pianura a sud che domina sui confini dell’Iran e del Pakistan e un’altra situata nel nord del paese. L’Afghanistan ha una superficie di 647.500 km², con una larghezza complessiva da est a ovest di 1240 km, mentre da nord a sud di 565 km. L’Afghanistan non ha sbocchi sul mare. Il terr itorio è dominato per lo più da montag ne, dove i l 49% della superficie totale è so pr a i 2000m s. l . m. Confina a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan, a nord e nord-est con il Tagikistan e nell'estremo oriente del corridoio del Vacan con la Cina, a est e sud con il Pakistan e a ovest con l'Iran. L’Afghanistan essendo di natura montagnosa, è colmo di fiumi, laghi, laghi artificiali e torrenti. Sono quattro i fiumi principali: l'AmuDarya che costituisce il confine naturale con i paesi settentrionali per circa 1.100 km, poi c’è il fiume Helmand (1,300 km), il fiume Harirud (650 km in Afghanistan) e il fiume Kabul (460 km) che è l’unico che si unisce con l’Indo per poi sfociare nel mare dell’Oman, nell’oceano Indiano. A cura di: Riccardo Leone L’economia dell’ Afghanistan è molto fragile a causa del territorio, della scarsa ricchezza e dei continui conflitti. Tuttavia il terreno è ricco di minerali preziosi che però non vengono sfruttati adeguatamente. Il mancato sviluppo di questo paese è dovuto anche ad un progressivo degrado del suolo sia all’eccessivo sfruttamento del territorio da parte del bestiame, sia alla deforestazione, sia alla desertificazione aggravata dalla siccità. Questo paese non ha sbocco sul mare e questo influisce in modo negativo sulla sua economia. Inoltre un altro problema rilevante è quello della coltivazione illegale dell’oppio, purtroppo questo problema non è contrastato e gli interventi sono pochi. L’Afghanistan è il primo produttore mondiale di oppio. Il calo dei prezzi influenza le scelte di produzione dei contadini afgani; di conseguenza il calo dei prezzi del grano fa si che ci sia una maggior coltivazione di oppio, grazie al suo prezzo più alto. L’agricoltura, a causa dell’infertilità del terreno e della scarsa industrializzazione occupa il 74% dei lavoratori, mentre gli altri settori occupano molti meno lavoratori. Tuttavia, l’Aghanistan potrebbe non essere così povero. Alcuni geologi americani hanno scoperto in Afghanistan importanti giacimenti di materie prime, tra cui rame e litio. La scoperta potrebbe offrire un’opportunità unica di sviluppo economico del paese scosso da decenni di guerra. La popolazione afghana, con i suoi 30 milioni di abitanti, è una delle più miste al mondo in quanto a religione, etnia, lingua e cultura, perché l’Afghanistan è stato molto influenzato dai numerosi popoli che l’hanno invaso. Secondo le stime più recenti, la religione più comune è quella musulmana, ma sono presenti molte altre minoranze. Le stime dicono che: L’84% della popolazione afghana è Musulmana Sunnita. Il 15% è Musulmana Sciita. Il restante 1% crede in altre minoranze religiose. I gruppi etnici che vivono in Afghanistan sono numerosi e le statistiche dicono che: Il 35% della popolazione è Pashtun. Il 34% sono Tagiki. Il 9% sono Azara. Il 9% sono Uzbechi. Il restante 12% è composto da etnie diverse come Turkeni e Baluchi. Questa grande differenza etnica ha creato grandi scontri e contese tra le diverse comunità. Anche le lingue parlate in Afghanistan sono molto differenti. Le stime dicono che: Il 65% parla il Persiano (o Dari) Il 25% della popolazione parla il Pashto. Il restante 10% parla diverse minoranze linguistiche, come il Beluchi e il Pachai. È molto diffuso il bilinguismo, tuttavia la gente fa ancora fatica a comunicare. Il governo repubblicano non ha grande potere sul territorio e gli scontri tra diverse etnie e religioni sono quotidiani. Il tenore di vita è molto basso a causa della scarsità di acqua e di cibo, della mancanza di terreno efficientemente coltivabile e dell’intenso sfruttamento delle risorse da parte dei ricchi. In Afghanistan è anche in corso una pesante guerra civile per la supremazia politica sulla nazione, e questo è un grave problema in Afghanistan, a cui si spera che giunga presto alla conclusione, perché ogni giorno questa guerra provoca morti e feriti, soprattutto alla popolazione civile, la quale purtroppo può solo subire. PDPA La storia dell’Afghanistan è piena di guerre interne e di invasioni da parte di molti eserciti nemici. Negli ultimi sessant’anni l’Afghanistan ha subito una violenta guerra interna per il potere che l’ha logorato e ha distrutto la sua economia oltre ad aver ucciso molti civili innocenti. Un capitolo interessante della storia afgana è occupata dai talebani. Questa organizzazione, composta da gente di etnie prevalentemente afgane, nasce come gruppo rivoltoso verso il paese incivile e il suo insufficiente organo di governo. Siamo nel 1992. Dopo molti attenti per terrorizzare la gente, l’esercito e il governo, questa organizzazione acquisisce potere e diventa quindi molto pericolosa. Questa organizzazione utilizza la forza per farsi rispettare, e mette la popolazione sotto il suo comando oligarchico. Tutte le persone assoggettate che non aderiscono al loro culto o che non accettano le loro idee e i loro metodi vengono uccise. La NATO, dall’inizio del suo intervento in Afghanistan (nel dicembre del 2001) ha cercato di colpire e far fallire l’organizzazione talebana, tuttavia senza grandi successi. Recentemente, con il ritiro delle forze americane dell’afghanistan (luglio 2011), il sogno di riuscire a risollevare questo paese dai secoli di guerra che ha subito sembra svanire lentamente, insieme al ricordo del tentativo di migliaia di soldati, quello di ripristinare la pace in Afghanistan. ROBERTO IENCO 1°C 29/05/2015