Scarica il programma di sala - Amici della Musica di Sondalo

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5
20162017
ª
STAGIONE
8
VENERDì
27 GENNAIO
2017
ore 20,45
In Memoriam
Oriente/Occidente
Teatro Sociale,
Sondrio
Orchestra da camera
BOSSOCONCEPT
Ivana Zecca, clarinetto e direttore
Jorge A. Bosso, violoncello e direttore
La 54ª stagione 2016-2017 è realizzata con il sostegno di:
Provincia di Sondrio
Comune di Sondrio
Comune di Sondalo
PROGRAMMA
con il contributo di
B.I.M. Bacino Imbrifero Montano dell’Adda
Fondazione Pro Valtellina onlus
Fondazione Credito Valtellinese
con la collaborazione di:
ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO SOCIALE DI SONDRIO
1ª parte
Oriente
H. SZENES (1921-1944) / D. ZEHAVI (1910-1977)
Eli, Eli
(rielaborazione per clarinetto, violoncello e archi di Jorge A. Bosso)
Comitato nazionale italiano musica
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Orchestra in residenza
AMICI DELLA MUSICA
SONDALO
Periodico di cultura
musicale e spettacolo
Direttore Responsabile:
IRENE TUCCI
Editore:
AMICI DELLA
MUSICA, Sondalo
Autorizzazione Tribunale
di Sondrio nr. 214
Registro Stampa del
2.10.1990
Stampa:
Lito Polaris - Sondrio
Associazione Amici della Musica, Sondalo
Via Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO)
Tel. 348 3256939 - Fax 0342 803082
www.amicidellamusica.org
[email protected]
Cod. Fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145
CID - CIRCOLO MUSICALE DI SONDRIO
Via Perego, 1 - 23100 Sondrio
www.circolomusicale.it
[email protected]
Cod. Fisc.: 80005090149 - P. IVA 00781500145
Mio Dio, mio Dio
fa che non abbiano mai fine
la sabbia e il mare
il mormorio delle acque
il luccichio del cielo
la preghiera degli uomini
la sabbia e il mare
il mormorio delle acque
il luccichio del cielo
la preghiera degli uomini.
Hannah Szenes fu una poetessa ungherese, arruolata nell’Haganah, organizzazione paramilitare ebraica in Palestina durante il Mandato Britannico. Nel tentativo di raggiungere
Budapest fu catturata dai nazisti nel 1944, quindi condannata a morte per fucilazione.
La musica appartiene a David Zehani, nato e vissuto la sua intera vita a Yafo, Tel Aviv.
Nella sua cella furono trovate scritte queste parole sul muro:
Un – due – tre… 8 piedi di lunghezza
due passi in tutto, il resto è oscuro
la Vita è un fluttuante punto di domanda
Un – due – tre… forse un’altra settimana.
Oppure il prossimo mese potrebbe ancora trovarmi qui.
Ma sento che la morte è molto vicina
Il prossimo luglio avrei potuto avere 23 anni
Ho scommesso su ciò che contava di più,
i dadi si sono espressi. Ho perso.
JORGE A. BOSSO (1966)
MOSHEE, concerto per violoncello e 17 archi
I. Voices
II. Who am I?
III. Steps
Ascolta questo, vecchio,
e uditelo, voi tutti, abitanti della terra.
E’ avvenuto ciò nei vostri giorni,
o ai giorni dei vostro padri?
Ditelo ai vostri figli,
e che i vostri figli lo dicano ai loro figli.
(Il libro di Gioele)
Il complesso delle narrazioni mitiche, delle norme etiche e dei comportamenti culturali,
che nel corso della storia, il popolo ebraico ebbe con il mondo divino è una sorgente
vasta e profonda di possibili manifestazioni artistiche.
Il Re David fondò il primo corpo ufficiale di musicisti quando ordinò Cenaniah, il capo
dei Leviti, di fornire i loro fratelli cantori di strumenti musicali, arpe, lire e cimbali … E
Cenaniah, diresse il canto, … perché ne era capace. (Cronache, 15-16).
La musica, fu, fin dall’inizio, nella civiltà ebraica (come in tante altre culture) uno degli
elementi essenziali attraverso il quale lodare e comunicare con l’entità divina.
Questo era il canto che i Leviti usavano cantare nel Tempio: nel primo giorno cantavano il
Salmo 28; nel secondo il Salmo 48; nel terzo cantavano il Salmo 82; nel quarto cantavano
il Salmo 94; nel quinto il Salmo 81; nel sesto il Salmo 93; nel giorno di sabato cantavano
il Salmo 92, un Salmo, un canto per il giorno che sarà tutto Sabbath e riposo per la vita
eterna. (Talmud).
… gli ebrei formarono due cori composti di uomini e di donne, e lodarono Dio; Mosè intonò
il canto degli uomini, e la sorella, il canto delle donne. Erano essi a dirigere i cori. (De Vita
Moysis, Filone)
Quando scrissi il mio Kohelet, per voce recitante, soprano, basso, violino, violoncello e
coro misto, redassi nella prefazione:
Ogni volta che decido di lavorare su una nuova composizione, mi ci vuole un po’ fino a
quando comincio a tradurre in suoni l’esperienza che ho passato. Una poesia, un racconto,
un dipinto - qualunque fosse lo spunto; è difficile trasformare una creazione da un mezzo
a un altro. Indipendentemente dal fatto che una poesia, una storia o una tela, sia messa in
musica, la conseguenza dovrebbe essere il risultato di un’assimilazione, assorbimento, e infine
una proposta di un punto di vista, una dichiarazione. L’artista dà la sua testimonianza della
verità - della sua verità del mondo. L’artista deve essere sicuro che lui e il suo lavoro diano
una risposta a questo desiderio di verità. La verità che si rivela attraverso la bellezza, e la
bellezza come simbolo di verità. Ci sono molti pensieri che vorrei condividere su MOSHEE. Al fine di non dover scegliere,
cerco di evitare tutto ciò che potrebbe essere circoscritto nel contesto di pura informazioni.
Per ogni compositore, il compromesso di tradurre la parola sacra, da un certo periodo
della storia della musica in poi, fu sempre un compito che ebbe come punto di partenza
una situazione definita o un rapporto di causa-effetto. Una messa supera il concetto di
un concerto. Si tratta di una preghiera. Una riunione degli individui alla ricerca di un
dialogo con il divino, un tentativo di raggiungere uno stato superiore di esistenza. Un
fine che trascende la sfera artistica.
Ho proposto a Gavriel Lipkind, quando mi commissionò il concerto, una disposizione
differente dei musicisti. Volevo che l’orchestra abbracciasse il solista e, attraverso questo
concetto, l’idea di disporre gli archi a forma di Stella di Davide apparì nella mia mente.
In ebraico, la forma di un esagramma è chiamata Magen David, letteralmente, cioè lo
scudo di Davide. Guardando da sopra il palco, lo spettatore potrebbe tracciare, a modo
di costellazione, questo simbolo: la stella, lo scudo, formati da ogni angolo del complesso.
L’espressione e manifestazione del simbolo sono strettamente correlati.
Questo Dio ... egli è uno scudo per tutti coloro che si rifugiano in lui. (Salmo 18, v. 30)
Acusticamente, questa sistemazione offre differenti possibilità di scrittura. Tutta la composizione può essere vista come un unico grande gesto diviso in tre movimenti. Quello
centrale - Chi sono io? (la domanda che Mosè fa a Dio) - è abbracciato dai due movimenti
che rappresentano la pluralità: Steps e Voices.
La disposizione dei posti a sedere è la conseguenza della necessità di provare a tradurre
questa molteplicità.
La costruzione del linguaggio musicale deriva dal simbolo Magen David stesso. Ho
creato diversi modi, combinandoli attraverso la geometria dell’esagramma. I modi sono
stati presi dall’accostamento di tropi appartenenti alla tradizionale maniera di cantare la
Torà nelle sinagoghe. Molte cellule ritmiche del concerto trovano la loro origine nella
musica araba. Queste strutture ritmiche sono state in seguito successivamente adottate
dalla poesia ebraica.
L’arte dei suoni non è altro che dar forma al silenzio tramite i simboli che l’uomo riceve in eredità per poi, a sua volta, trasmettere intenzioni. Infine, attraverso i simboli, il
suono conferisce un ulteriore significato per tessere la sua piccola parte di quella trama
infinita d’idee e visioni che sin dai tempi remoti può, quasi miracolosamente, collegarci
oggi a un essere umano, a un’intera cultura che visse in un punto distante, in uno spazio
antico. Il suono come strumento d’unione lungo lo spazio e Tempo. Tacere e ascoltare
sono entrambe condizioni essenziali della musica, specchio finito dell’infinito – attributo
intrinseco del linguaggio.
La musica è l’ombra del silenzio, e il silenzio, la musica di Dio – o dell’Idea. Il silenzio
la contiene.
2ª parte
Occidente
ERNEST BLOCH (1880-1959)
Night (trascrizione per orchestra d’archi di Jorge A. Bosso)
Fin da tempi antichi, il punto buio del giorno suscitò ai nostri predecessori effluvi di remota immaginazione. Scrivevo silenzi, notti, notavo l’inesprimibile, fissavo vertigini – cantò
Rimbaud nella sua Alchimia del Verbo. La nostra notte diventa ora testimone dell’arcano
mistero, come l’occhio delle ore notturne di Eschilo, dispensatrice del sonno e liberatrice
degli affanni del giorno, avvolta in abito ricamato di stelle, in attesa del tramonto per
circumnavigare la volta celeste su un carro trainato da neri cavalli. Una notte illuminata
da un bagliore oscuro, almeno al nostro intelletto - avrebbe potuto ricordare l’abbadessa
di Bingen che vedeva nelle stelle gli occhi del firmamento, e nel loro biancore la purezza
dell’etere, e nella loro chiarezza il suo splendore. Bulbi oculari del macrocosmo e della vita
morale. Simboli dell’ordine cosmico, come il sole quello della conoscenza immediata - e
la luna, segno dell’apprendimento riflesso.
Ernest Bloch, nato a Ginevra e allievo del celebre violinista Eugène Ysaÿe, scrisse numerose
composizioni ispirate alla storia del popolo ebraico: Baal Shem (1939), Schelomo (1916),
Suite Hébraïque (1951), Israel (1916). Night, concepita originalmente per quartetto d’archi, fu dedicata al suo allievo e amico Roger Sessions, a sua volta compagno di studi di
George Antheil, entrambi studenti di composizione nella classe di Bloch. Atmosfere rarefatte, tra gesti accennati che dissolvono in armonie suggestive, si susseguono alla ricerca
d’una espressività che possa racchiudere il senso dell’ignoto. Il compositore svizzero fu,
di certo, attratto dalla notte – diverso spazio di luce – come possiamo percepire lungo il
suo percorso: In the Night (1922), Tre Notturni (1924), Historiettes au Crépuscule (1904).
PAUL DUKAS (1865-1935)
L’apprendista stregone
(trascrizione per orchestra d’archi, arpa e pianoforte di Jorge A. Bosso)
L’assenza di geometrie induce a una liberazione che accende la fantasia e il sogno tramuta
in realtà. Come la notte in cui l’alchimista pregò il suo Dio, il suo indeterminato Dio,
qualunque Dio, di inviargli un discepolo – così raccontò Borges. Oppure la notte in
cui il vecchio maestro d’incantesimi se ne andò, lasciando l’apprendista tentare le sue,
ancora dubbie, abilità – come Johann Wolfgang von Goethe descrisse nella sua ballata,
L’Apprendista stregone, ispirata al racconto dello scrittore greco vissuto nel secolo II,
Luciano di Samosata.
Il vecchio maestro d’incantesimi
finalmente è andato via!
E ora devono i suoi spiriti fare un poco a modo mio!
Le sue parole e l’opere
io ho guardato e i riti,
e con la forza magica
anch’io so fare prodigi.
(prima stanza dall’Apprendista stregone di Johann W. Goethe)
Paul Abraham Dukas scrisse il celebre Scherzo, ispirato alle liriche del poeta tedesco, nel
1897 per un’orchestra ricca di timbri e sonorità.
La storia della musica si apre verso altri confini, l’architettura sonora si sviluppa a partire
da elementi extra musicali, dalla mano dei poeti e letterati. Mahler presentò nel 1895 la sua Seconda Sinfonia, con testi tratti da Die Wunderhorn di
Ludwig Achim von Arnim e Clemens Brentano e l’inno Die Auferstehung (La Resurrezione) di Friedrich Klopstock; Claude Debussy, il suo Prélude à l’après-midi d’un faune
ispirato al poema di Mallarmé nel 1894; Richard Strauss, il Till Eulenspiegel nel 1895,
ispirato al personaggio del folclore tedesco, e l’anno successivo il Don Chisciotte, tratto
dal celebre romanzo di Cervantes. Arnold Schoenberg scrisse nel 1899 il suo sestetto
Verklarte Nacht, ispirato alla poesia omonima di Richard Dehmel.
Paul Dukas scrisse … la più grande influenza su Debussy è stata dalla letteratura, strada
incominciata da Franz Liszt, e dallo stesso denominata “poema sinfonico”.
“La loro importanza per la storia ... stava nel fatto che Liszt aveva scoperto un modo di creare
il suo materiale dalla potenziale essenza delle altre arti, scriveva il musicologo Alan Walker.
Un nuovo percorso che arricchisce entrambi i mondi, nonostante la possibilità di vivere
ognuno in completa autonomia. Il poema di Mallarmé gode, di per sé, di una sua totale
indipendenza. Senza alcun dubbio, ai giorni nostri, le antiche divinità greche collegate alla natura si
abbinano in modo naturale e dinamico al suono di un flauto solitario alla ricerca, tra
malinconici cromatismi, di carezze e contenzione degli oboi e dei clarinetti che si accendono dal glissando di un’immagine remota di una lira lontana, per poi giacere avvolti
dal pianissimo calore degli archi oscuri.
La sinestesia è sovrana, e noi i suoi grati vassalli.
Intingere nel passato per delineare un presente, in attesa di orizzonti che entusiasmino,
è la prerogativa e attributo essenziali dell’arte. Oppure sarebbe stato possibile immaginare un’antica città sulle sponde dell’Eufrate, Samosata, collegata al simpatico Topolino
immortalato nel celebre film Fantasia di Walt Disney?
Stasera, come accadeva nei secoli precedenti con le trascrizioni di Bach, Mozart, Thalberg,
Liszt, Schoenberg e Busoni, proponiamo in prima assoluta una trascrizione del poema
sinfonico del compositore francese. Una lente differente per apprezzare il capolavoro di
Dukas sotto un’altra prospettiva. Il passato si rinnova, e a voi l’ultima parola.
AARON COPLAND (1900-1990)
Concerto per clarinetto e orchestra
I. Slowly and expressively – Cadenza
II. Rather fast
Non ho fatto alcuna richiesta su cosa Copland avesse dovuto scrivere. Aveva carta bianca,
sennonché dovrei avere l’esclusiva di due anni a eseguire il lavoro. Ho pagato duemila dollari e questo è tanto denaro. A quel tempo non c’erano troppi compositori americani tra cui
scegliere ... Non abbiamo mai avuto troppi problemi a parte un po’ di rissa sul posto prima
della cadenza in cui egli aveva scritto una ripetizione di una certa frase … Ma penso che
Aaron finalmente l’abbia modificato ... Aaron ed io abbiamo eseguito il concerto un po’ di
volte con lui alla direzione, e abbiamo fatto due registrazioni. (Benny Goodman alla sua
biografa Vivian Perlis)
Le collaborazioni tra compositori e strumentisti hanno dato, lungo la storia della musica,
alcune delle pagine più memorabili del repertorio cameristico e concertistico. In molti
casi, la conoscenza di un esecutore da parte di un compositore è stata un vero e proprio
stimolo; in altri, fu l’interprete a chiedere al compositore di dare il suo contributo al
fine, non solo di allargare il repertorio, ma bensì immaginare di estendere le possibilità
espressive e arricchire le risorse sonore dello strumento.
Gli esempi da citare sarebbero innumerevoli: Mozart/ Stadler, Spohr/Hermstedt, Brahms/
Joachim, Shostakowitsch/ Oistrakh/ Rostropovich/ Quartetto Beethoven, Prokofieff/
Rostropovich/ Oistrakh, Bartok/ Menuhin, Franck/ Ysaÿe, per menzionare solo alcuni.
Certamente la collaborazione che diede un importante punto di svolta al repertorio
clarinettistico fu quella tra il compositore di Amburgo e Richard Mühfeld. I capolavori,
frutto del loro incontro - Il Trio op. 114, il Quintetto op. 115 e le due Sonate op. 120 -,
aprirono gli orizzonti delle potenzialità espressive dello strumento.
Le due Sonate furono eseguite a casa di Clara Schumann nel novembre 1894, a riguardo
Ferdinand Schumann scrisse: “A proposito del clarinetto, Brahms riteneva che … quale
strumento solista e nella musica cameristica il clarinetto dovrebbe essere coltivato molto di
più di quanto non lo sia stato finora.”
Quasi come una premonizione, lo strumento vede nel secolo successivo un notevole
incremento del suo repertorio da ogni punto di vista. Molti e svariati furono i compositori di rilievo che hanno dedicato la loro creatività allo strumento: Debussy, Stravinsky,
Penderecki, Takemitsu, Nielsen, Britten, Carter, Busoni, Hindemith, Denisov, Blake,
Adams, Lindberg, Français, Lachenmann. Solo a pensare lo spettro così vasto per quanto riguarda la maniera in cui ognuno di questi compositori concepì il suono, basta per
intuire quanto si siano allargate le prospettive del clarinetto nel panorama musicale.
Il clarinettista Benny Goodman diede un enorme contributo alla creazione di nuovi
lavori che ampliò lo spettro del suo strumento da diversi punti di vista. Bela Bartòk,
Paul Hindemith, Darius Milhaud e Aaron Copland sono solo alcuni dei compositori
che il Re dello Swing interpellò per accrescere il repertorio. Ognuno dei compositori
menzionati possedeva un’estetica personale e caratteristica, anche se i brani eseguiti con
maggiore assiduità sono Contrasts, di Bartòk e il concerto del compositore statunitense.
Nel 1947 il celebre interprete Benny Goodman commissionò al compositore Aaron
Copland un concerto. La premiere ebbe luogo a New York nel 1950, eseguita dalla
Philadelphia Symphony Orchestra diretta da Eugene Ormandy, e rapidamente acquistò
un luogo di privilegio nel repertorio dello strumento.
Molti clarinettisti hanno suonato il Concerto di Copland, ormai, tutti i migliori, in ogni
parte del mondo. Dei concerti che ho commissionato, la composizione di Copland è quella
più eseguita. Si tratta di un pezzo molto popolare, disse Goodman.
Un concerto singolare, già a partire della sua estetica, dove s’intravede una naturale commistione di generi musicali. Una qualità e caratteristica non insolite, se teniamo conto
che Copland fu allievo di Nadia Boulanger, l’insegnante di tanti artisti con una spiccata
e forte personalità – George Gershwin, Leonard Bernstein, Astor Piazzolla, Egberto
Gismonti, Quincy Jones, Philip Glass, Elliot Carter, Michel Legrand.
Copland stesso descrive in modo succinto la sua musica: Alcuni dei materiali del secondo
movimento sono una fusione inconscia di elementi ovviamente legati alla musica popolare del
Nord e Sudamerica: ritmi Charleston, boogie - boogie, e melodie popolari brasiliane. Essendo
concepita la strumentazione per clarinetto con archi, arpa e pianoforte, non ho utilizzato
una grande batteria di percussioni per ottenere effetti jazz, quindi mi son limitato allo slapping bass e gli effetti percussivi dell’arpa per la loro simulazione. Il concerto per clarinetto si
conclude con una coda, abbastanza elaborata, in do maggiore che termina con un glissando
clarinetto, o “striscio”, come si suole dire nel gergo del jazz.
Probabilmente, conoscere vicende del passato - come la necessità di Benny Goodman per
creare nuova musica e donare al mondo lavori colmi di fresca energia – dovrebbe essere
uno stimolo, quasi un’esortazione, per gli interpreti attuali affinché loro stessi continuino
i passi del grande clarinettista jazz.
In greco, ci sono due accezioni concernenti l’azione dell’uomo: poiein e pratein, ossia
creare e fare – nel senso di artigianato. L’interprete è colui che si trova tra la sfera della
creazione e il suo destino finale, il pubblico, le persone. L’interprete conferisce alla creazione l’interesse ultimo, rende una composizione interessante nel senso più profondo,
ossia attribuisce l’estrema necessità di esistere inter nos.
Nonostante la musica viva nel tempo ed esista attraverso il tempo, essa mai sarà vittima
del suo contenitore, a differenza di altre arti che subiscono il passo del tempo. La musica
è un’arte che ha bisogno degli esseri umani e della loro partecipazione per continuare a
esistere. Le arti performative sono il risultato in loco di poiein e pratein: la meravigliosa
combinazione tra creazione e artigianato, maestria e abilità: il sempre sorprendente
sodalizio tra compositore e interprete.
Ivana Zecca, Jorge A. Bosso
JORGE A. BOSSO, compositore e violoncellista
Foto A. Heitmann
Nel Gennaio 2014 DECCA rilascia la sua versione per violoncello e
archi de Las Cuatro Estaciones di Astor Piazzolla, eseguita da Enrico
Dindo insieme a I Solisti di Pavia. Nel maggio 2014 ha realizzato
la premiere delle sue Tre meditazioni per coro misto e violoncello, al Festival Biblico di Vicenza, durante la prolusione tenuta dal
cardinale Gianfranco Ravasi. L’anno successivo ha il privilegio di
donare la partitura a Papa Francesco, pubblicata dalla Casa Musicale
Sonzogno. Il 21 dicembre 2014 si realizza la premiere di Valentina!
Un violoncello a fumetti, per solo violoncello e archi - commissionata da Enrico Dindo, I Solisti di Pavia e la Fondazione Banca del
Monte di Lombardia – in collaborazione con l’Archivio Crepax presso il
Teatro Fraschini di Pavia. Di recente
ha partecipato alla Cello Biennale di
Amsterdam, dove ha collaborato con
Daniel Muller Schott e l’Amsterdam
Sinfonietta.
Negli ultimi anni ha composto musiche che rimandano sempre di più
a un’idea concettuale, alla ricerca di
un pensiero trascendentale, metafisico:
Kohelet per solo violino, solo cello e
coro misto ispirato al sacro libro Ecclesiaste, Duo I e Duo II per violino
e violoncello, Piano Trio per violino,
violoncello e piano, Requiem per coro
misto, soprano e solo cello, Bridges basato sui Preludi e Fughe op. 87 di Shostakowitsch per coro femminile
e ensemble, Der Frühling der Minnesanger (Bach - Bosso) per solo
violino e coro misto, MOSHEE per solo cello e 17 archi, Aulularia
per 5 attori, quartetto vocale e ensemble, Je Suis Surikov Kazakh
Russe per baritono, solo violino, solo cello, gruppo folkloristico russo, orchestra d’archi, percussioni, coro misto e coro di voci bianche,
commissionato dalla amministrazione di Krasnoyarsk, e documentato dalla realizzazione di un cd/dvd della premiere tenuta nella
città siberiana. Le menzionate opere furono eseguite in diversi paesi
e città quali Petrozavodsk, San Pietroburgo (Sala Bolshoi), Nizhny
Novgorod, Mosca (Sala Bolshoi), Vienna, Salisburgo, Milano (Sala
Verdi, Conservatorio), Inghilterra, Svizzera, Israele, Turchia, Croazia,
Stati Uniti, Belgio, Olanda, Francia, Spagna.
Parallelamente ha proposto opere del passato sotto un’altra prospettiva. Frutto di questo percorso sono le orchestrazioni delle sonate
per violino e pianoforte di Ravel, Debussy, Strauss scritte per Dora
Schwarzberg, e le sonate per violoncello di Debussy nella versione per
archi e in seguito per orchestra sinfonica, composte rispettivamente
per Enrico Dindo e Gavriel Lipkind. Ha avuto il privilegio di conoscere e collaborare con grandi musicisti quali Dora Schwarzberg,
Ivry Gitlis, Martha Argerich, Lilya Zilberstein. Alcune di queste
collaborazioni sono state incise, e prodotte su CD dalla casa discografica EMI. Un punto di svolta nella sua carriera artistica è stato
l’incontro e la profonda amicizia con la violinista Dora Schwarzberg,
con la quale ha creato ed eseguito numerose composizioni. Risultato
e conseguenza dei loro pensieri e riflessioni è la creazione del festival
Bridges a Tel Aviv.
Al tempo stesso si considera un compositore che non crede più nella
divisione tra le diverse correnti musicali. Fa parte di questo suo pensiero l’ensemble BossoConcept. Nel 2010 gli è stata commissionata
dall’Associazione Amici della Musica di Sondalo la composizione
dell’opera Aulularia sul celebre testo di Plauto per cinque attori,
quartetto vocale e ensemble strumentale. Nel 2011 gli è stata affidata,
da Serate Musicali Associazione Culturale, la composizione dell’opera
Di Mappe, Valli et laiche Legendae, un monumento musicale, un
edificio sonoro, per celebrare la Valtellina e la Valchiavenna, per coro
maschile, ensemble vocale femminile, voci bianche, soprano, voce
recitante, gruppo strumentale e proiezioni multimediali. Nel 2016
la stessa associazione con la collaborazione del Comitato Nazionale
per le Celebrazioni Ariostesche gli commissiona Frottole, Canoni,
Ballate, Madrigali et altre Maraviglie per Orlando, l’Eroe Furioso.
Durante il Progetto Martha Argerich 2012, è stato prodotto e trasmesso dalla RSI Rete Due, Radio Televisione Svizzera Italiana, il ciclo
di venti puntate da lui concepito, Alla Ricerca del Tango Perduto,
ispirato alla musica di Buenos Aires con la collaborazione di Giada
Marsadri. Nel 2016 gli furono commissionati: BROTHERS per due
violoncelli e coro misto a cappella – ispirato alla corrispondenza tra
i fratelli Van Gogh -, Tangos at an Exhibition! per ensemble strumentale (registrato presso gli studi di Limenmusic), Cinco Tangos
Apòcrifos per cello e archi (la premiere fu realizzata presso l’Università
McGill di Montreal, Canada), Es Muss sein! per dodici violoncelli
(commissionato da Mario Brunello, la premiere ebbe luogo al Teatro
La Fenice di Venezia), e un Concerto per violoncello e orchestra
(commissionato dalla Ambasciata Argentina in Libano, eseguito da
lui stesso con la Sinfonica Nazionale Libanese). www.jorgebosso.com
IVANA ZECCA, clarinetto
Foto A. Heitmann
Svolge l’attività artistica e professionale sulla base dei principi in cui
crede, partendo dalla profonda convinzione che la cultura sia un
insieme di relazioni e significati la cui natura si sviluppa e si espande
attraverso spazi di comunicazione privi di frontiere.
Risultato di ciò sono le sue creazioni e partecipazioni a numerosi
progetti, sia in ambito artistico sia organizzativo - programmi e
disegni a lunga scadenza, a seguito della sua pluriennale esperienza,
conformano il suo pensiero e il suo gesto quotidiano.
Da venticinque anni è direttore artistico dell’Associazione Serate Musicali in Valtellina con la quale ha creato numerosi festival
e manifestazioni artistiche nel Nord
d’Italia: musica classica, concerti di
flamenco, musica celtica, balcanica,
klezmer, la canzone italiana d’autore,
un festival dedicato al tango argentino,
e spettacoli di teatro musicale – tutte
manifestazioni in cui l’espressione ha
un contenuto sociale e un senso ultimo
verso la comunità. Le due rassegne –
AlpiSonanti (quarta edizione) e Tango
Festival (ottava edizione) – svolte nel
corso di questi ultimi anni hanno riscosso un rilevante e cospicuo successo
di pubblico e di critica.
In qualità d’interprete ha suonato in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda,
Germania, Austria, Brasile e Argentina.
Ha collaborato - e collabora - con le
seguenti formazioni cameristiche: Artisti
della Scala e Cameristi di Verona, Ensemble Strumentale della Scala,
Camerata Opera Ensemble, Serenade Ensemble, Armonie Ensemble
e con le seguenti orchestre: Filarmonica di Milano, Filarmonica di
Parma, Orchestra del Litorale Pisano, I Pomeriggi Musicali di Milano,
Orchestra del Festival Internazionale di San Giminiano, Orchestra Sinfonica di Lecco, Orchestra Stabile di Como, Orchestra Filarmonica E.
Pozzoli, Civica Orchestra di Fiati, Fermo Orchestra di Fiati e Orchestra
di Fiati della Valtellina.
Musicista eclettica, dotata di una versatilità che la porta a esibirsi in
un vasto repertorio per il suo strumento. La sua natura eterogenea
traspare in ogni progetto da lei proposto. Ha partecipato a numerosi
festival e società di concerti dedicandosi con particolare impegno alla
letteratura musicale per clarinetto con molteplici gruppi cameristici.
E’ membro fondatore del gruppo BossoConcept, e grazie alle sue qualità di project e planning manager ha prodotto - e portato a termine
- numerosi lavori:
Gettin’ through the Mood of Tango, con la partecipazione della celebre
cantante livornese Nada Malanima.
A la Recherche du Tango Perdu, spettacolo dedicato alla musica di
Buenos Aires.
AULULARIA, messa in scena della commedia di Plauto per cinque
attori, quartetto vocale e ensemble strumentale, nella traduzione di
Roberto Piumini e musiche di Jorge A. Bosso.
Di Mappe, Valli et Laiche Legendae - composizione per cori, soprano,
voce recitante, ensemble strumentale e proiezioni multimediali ispirato alla Valtellina su un bando delle Fondazioni Cariplo e Pro
Valtellina.
Tangos at an Exhibition per ensemble strumentale (registrato presso
gli studi di LimenMusic).
Persuasa che l’educazione conduca verso una società dove la collaborazione sia più importante della competizione, ha dedicato una parte
della sua attività alla sfera didattica. L’organizzazione di masterclass
e corsi a tutti i livelli sono parte delle sue priorità, frutto di ciò è
la creazione di un settore giovanile musicale nella Bassa Valtellina,
che nutre in continuazione con nuovi elementi il Corpo Musicale e
la Junior Band di Delebio ensembles dei quali è direttore artistico e
direttore musicale da oltre dieci anni.
Ivana Zecca è nata in Valtellina, ha iniziato lo studio del clarinetto
all’età di otto anni, ha conseguito il diploma presso il Conservatorio
G. Verdi di Milano, sotto la guida del Maestro Fabrizio Meloni per
poi frequentare corsi di alto perfezionamento tenuti dai Maestri
Alessandro Fantini, Paolo Beltramini e Calogero Palermo. In seguito
ha conseguito la laurea biennale di secondo livello, indirizzo orchestrale, presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza. Ha seguito
corsi di vocalità e ha studiato musicoterapia, didattica della musica
e direzione d’orchestra.
Orchestra da Camera BossoConcept
INGRESSI
BossoConcept Ensemble è un organico cameristico composto di
strumentisti scelti tra le migliori orchestre e gruppi da camera del
nostro paese e di alcune delle più importanti istituzioni italiane. E’
attivo dal 2001 sul panorama musicale nazionale e internazionale
con nuove produzioni e prime esecuzioni assolute, ideate e create
dal compositore e violoncellista Jorge A. Bosso. E’ una formazione
poliedrica a organico variabile dal quartetto all’orchestra. Il loro repertorio spazia dalla musica classica fino ai suoni di confine, musiche
nuove e rivisitazioni del passato sotto una prospettiva differente, al
fine di creare un terreno fertile di orizzonti che entusiasmino. Sono
stati ospiti di numerosi festival musicali europei, accolti sempre
positivamente dal pubblico e dalla critica per la loro originalità e
per la particolarità dei progetti presentati. BossoConcept nasce per
proporre musica con la profonda convinzione che il mondo dei suoni sia pervaso da una fusione di stili, da un amalgama di tendenze;
alcune più felici di altre, ma senza dubbio alcuno, nell’istante in
cui l’associazione di esperienze crea un tutt’uno col bisogno della
sua ricezione, il miracolo accade. Il prodigio della bellezza del quale
l’uomo diventa, involontariamente, testimone.
Soci: ingresso con abbonamento 54ª Stagione
Violini I
Agnese Ferraro (spalla)
Laura Riccardi
Xhiliola Kraja
Lucia Ronchini
Andon Manushi
Violini II
Ilaria Cusano
Donatella Colombo
Igor Della Corte
Chiara Spagnolo
Viole
Gianni de Rosa
Paolo Fumagalli
Tamami Soma
Violoncelli
Livia Rotondi
Andrea Cavuoto
Francesca Bongiorni
Contrabbassi
Paolo Badiini
Andrea Sala
Arpa
Elena Piva
Non soci: biglietto posto numerato - € 25 - € 20 - € 15 (ridotto € 15 - € 12 - € 8) in vendita presso:
Comune di Sondrio, Ufficio Relazioni con il Pubblico - tel. 0342 526312
Biglietteria del Teatro dalle ore 19 del giorno del concerto, anche tramite POS
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.teatrosocialesondrio.it e www.vivaticket.it
(non sono acquistabili online i biglietti che godono di riduzioni),
oppure, presso i seguenti Punti vendita Vivaticket:
SONDRIO
La Pianola - Via Battisti, 66 - tel.0342 219515
MORBEGNO VanRadio - Via Vanoni, 44 - tel. 0342 612788
TIRANO
Il Mosaico - Viale Italia, 29 - tel. 0342 719785
PROGETTO “-25”
Agli studenti delle Scuole primarie e secondarie, agli universitari e agli allievi delle Scuole di Musica
della provincia di Sondrio di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare favore
per tutti i concerti in abbonamento della Stagione.
Studente: euro 5, ingresso singolo concerto - Accompagnatore adulto del minorenne: euro 10.
E’ richiesta la prenotazione da effettuarsi dal decimo giorno precedente la data del concerto, fino
ad esaurimento dei posti disponibili, presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio,
Via Sauro 66, Sondrio (tel.0342 213136).
SERVIZIO GRATUITO BUS NAVETTA (gratuito per i Soci)
Poschiavo, stazione
Li Curt, stazione
Le Prese
Brusio (La Pergola)
Campascio
Campocologno, stazione
Madonna, P.le via Elvezia
SONDRIO, Teatro
19,30
19,35
19,40
19,48
19,50
19,55
20,00
20,30
MORBEGNO, stazione
Talamona, stazione Ardenno, bivio centro
S.Pietro, bivio
Castione, bivio centro
Sondrio, rotonda v.le Milano
SONDRIO, TEATRO (Via Alessi)
20,00
20,05
20,10
20,15
20,20
20,25
20,30
Pianoforte
Romina Vavassori
SEMOGO
Isolaccia
Piandelvino/Fiordalpe Premadio, bivio
BORMIO, Perego
Santa Lucia, ponte
Grailè
SONDALO, v.le Libertà
Grosio
Grosotto
Mazzo/Tovo/Lovero
Sernio, Valchiosa
TIRANO, p.za Marinoni
Madonna, Via Elvezia
Villa di Tirano,stazione
Bianzone, stazione
Tresenda, stazione
S.Giacomo, stazione
Chiuro/Ponte, stazione
Montagna piano, Trippi
Sondrio, p.le Bertacchi
SONDRIO, TEATRO (via Alessi)
18,45
18,52
18,55
19,00
19,10
19,13
19,25
19,33
19,38
19,41
19,44
19,50
19,55
20,00
20,03
20,06
20.09
20,12
20,16
20,20
20,25
20,30
PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19:
€ 0,50/ora (entrata da Via Alessi)
PROVINCIA DI SONDRIO
COMUNE DI
PROVINCIA
DISONDRIO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
Associazione Amici del Teatro Sociale
di Sondrio
N. 10 - 2014
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
“AMICI DELLA
MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio
N. 10 - 2014
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO
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MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio
N. 1 - 2017
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art. 1, comma 1, DCB Sondrio
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