2001.83 riccardi 18-03-2011 12:09 Pagina 1 FrancoAngeli I S B N 978-88-568-3811-4 La passione per le conoscenze € 21,00 (V) 9 788856 838114 L’ARTE DI VENDERE LA DECISIONE Patricio Colombo Murúa, già Rettore dell’Università Cattolica di Salta, in Argentina, è professore associato di Diritto amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza di Buenos Aires, dove insegna anche Economia politica. Autore di varie pubblicazioni, è con Riccardo Riccardi coautore del precedente volume L’arte del decidere, trasformando le idee in azioni (FrancoAngeli, Milano, 2009). R. RICCARDI, P. COLOMBO MURÚA Riccardo Riccardi, cattedratico presso università italiane, spagnole, argentine e brasiliane, ha tenuto lezioni in vari atenei europei e americani. Consulente d’impresa in ambito privato e presso organismi pubblici internazionali, è specialista in materia di organizzazione, pianificazione strategica e processi di cambiamento. Autore di molteplici monografie e svariati saggi, interventi e relazioni scientifiche, editi in più lingue, dopo una pluridecennale collaborazione culturale con la FrancoAngeli, di recente ha pubblicato attraverso i suoi tipi, insieme a Leonel César Rodrigues, Intelligenza competitiva (2004) e ancora con Patricio Colombo Murúa, L’arte del decidere, trasformando le idee in azioni (2009). 2001.83 La decisione è un’idea che non esplica il suo s copo fintantoché non trova concreta realizzazione, ossia passa da potenza in atto. Perché ciò avvenga, il decisore ha la r esponsabilità di r enderne fattibile l ’esecuzione. L’arte d i vender e la deci sione è la co ndicio sine qua non per garantire il conseguimento del risultato sperato. […] “Vendere” ha il significato metaforico di “convincere, persuadere” e identifica l’arte che il decisore deve saper esercitare per produrre la trasformazione dell’esecutore in interprete proattivo della decisione, al fine di renderne possibili gli effetti. Il de cisore, s ostanzialmente, su perando l ’idea di es ecuzione come infecondo ed ormai anacronistico procedimento di “comando/ obbedienza”, si assume la responsabilità di agire sulla crescita della coscienza dell’esecutore, ammaestrandolo alla libertà di un apporto creativo e costruttivo secondo il suo ruolo. […] Ma perché ciò avvenga, bisogna saper comunicare, bisogna saper tradurre nella maniera adeguata rispetto alle qualità e alle caratteristiche del s oggetto r icevente, nel mo mento g iusto e nel l uogo adatto e con i mezzi più confacenti e con le motivazioni maggiormente calzanti, contenuti essenziali, che diversamente andranno per sempre perduti. (dalla Prefazione di Susanna Celi) Riccardo Riccardi Patricio Colombo Murúa L’ARTE DI VENDERE LA DECISIONE trasformando gli esecutori in protagonisti FrancoAngeli I lettori che desiderano informarsi sui libri e le riviste da noi pubblicati possono consultare il nostro sito Internet: www.francoangeli.it e iscriversi nella home page al servizio “Informatemi” per ricevere via e.mail le segnalazioni delle novità o scrivere, inviando il loro indirizzo, a “FrancoAngeli, viale Monza 106, 20127 Milano”. Riccardo Riccardi Patricio Colombo Murúa L’ARTE DI VENDERE LA DECISIONE trasformando gli esecutori in protagonisti FrancoAngeli Traduzione dall’originale in lingua spagnola: Susanna Celi Progetto grafico di Elena Pellegrini Copyright © 2011 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. L’Utente nel momento in cui effettua il download dell’opera accetta tutte le condizioni della licenza d’uso dell’opera previste e comunicate sul sito www.francoangeli.it. Indice Prefazione, di Susanna Celi pag. 9 Premessa » 17 Riflessioni opportune » 23 Introduzione » 27 1. Il nuovo scenario mondiale richiede decisioni eccellenti » 35 2. Le fasi ineludibili del processo decisorio » 39 3. Riconoscimento, presa di coscienza e ammissione di un problema » 55 4. Analisi del quadro di riferimento del problema » 65 5. L’organizzazione della raccolta dell’informazione disponibile relativa al problema » 71 6. Elaborazione di schemi » 83 7. Elaborazione del testo definitivo della decisione (orientato alla vendita della decisione) » 99 8. Scelta del timing per la comunicazione della decisione » 113 5 9. Strategia del messaggio pag. 117 10. La pianificazione della comunicazione » 127 11. Come vendere la decisione » 131 12. Il contenuto etico della decisione » 141 13. Il salto da esecutore a protagonista » 147 14. La politica decisoria » 151 15. Leadership e decisione » 155 Ai nostri lettori » 159 Bibliografia » 161 6 Questo libro è dedicato a tutti coloro che quotidianamente debbono assumere decisioni: i Decisori E a tutti quelli che debbono realizzarle: gli Esecutori Prefazione di Susanna Celi* L’uomo mai prima d’ora si è trovato a vivere in un’epoca di così grandi sovvertimenti, immerso in un ambiente spazio-temporale assolutamente nuovo e destabilizzante e in una quantità ed una celerità di avvenimenti che gli impongono la ricerca continua di un equilibrio dinamico per poter sopravvivere in una realtà perpetuamente mutevole. La necessità di operare delle scelte, e quindi di decidere, è una condizione ormai costante a qualsiasi livello, da quello individuale a quello delle macro organizzazioni, nel tentativo di riuscire ad adeguarsi in tempi consoni alle trasformazioni in atto. La velocità richiesta è, tuttavia, foriera di un progressivo rischio di errore, che il più delle volte potrà rivelarsi fatale. Per rispondere a questa urgenza Riccardo Riccardi e Patricio Colombo Murúa nel 2008 inaugurano una serie di studi di straordinaria importanza sul tema, che prende avvio con la pubblicazione, prima in Argentina e poi in Italia, dell’opera L’arte del decidere, trasformando le idee in azioni (FrancoAngeli, Milano, 2009, traduzione dall’originale in spagnolo El Arte del Decidir, transformandos las ideas in acción, Hanne, Salta – Argentina, 2008). Viene avviato un lavoro scientifico di analisi del contesto, di spiegazione dei comportamenti, di denuncia dei limiti e delle impostazioni erronee, quasi sempre legate alla resistenza al cambiamento, di * Già ricercatrice universitaria, è attualmente responsabile del settore della ricerca in un’istituzione internazionale che si occupa di mercati globalizzati. Autore e curatore di pubblicazioni, ha tradotto e commentato per l’Editore FrancoAngeli anche l’opera di R. Riccardi e L.C. Rodrigues, Intelligenza competitiva, FrancoAngeli, Milano, 2004 e l’opera di R. Riccardi e P. Colombo Murúa, L’arte del decidere, trasformando le idee in azioni, FrancoAngeli, Milano, 2009. 9 ripristino del metodo logico sequenziale come unica certezza della coerenza di approccio alla realtà proteiforme, al fine di offrire una valida guida alle persone per riappropriarsi del ruolo che a ciascuno compete di esercitare la propria intelligenza e le proprie virtù e talenti e, quindi, continuare ad essere attori consapevoli del proprio destino. Per la prima volta nell’Arte di decidere, in maniera del tutto innovativa e rivoluzionaria per le implicazioni che ne derivano, la capacità umana di assumere decisioni viene concepita come una vera e propria arte. In sintesi, la decisione, specificatamente valutata nell’ambito della scienza dell’amministrazione, diventa la manifestazione dell’essere pensante, che esplicita con questo atto non una mera intuizione occasionale ed estemporanea di una scelta possibile, ma genera, attraverso una rigorosa metodologia di approccio, un’autentica interpretazione della realtà contingente per arrivare a costruire il futuro proprio e dell’organizzazione a cui appartiene. L’arte si esprime nella capacità di cogliere l’esatta finestra temporale, in cui quella decisione e solamente quella, in quel determinato ambiente, può portare, grazie ad una soluzione innovativa, al superamento di un problema e al cambiamento necessario per continuare ad evolvere nel tempo e nello spazio. Nessuna decisione, di conseguenza, può ripetersi uguale ad un’altra, ciascuna è unica ed irripetibile, perché tale è ogni essere umano che ne è l’artefice, così come unici ed irripetibili sono il momento e l’ambiente in cui essa avviene. Se il processo decisorio è creativo nella sua unicità ed unitarietà, la possibilità di realizzarlo passa, tuttavia, attraverso l’applicazione di una definita ed imprescindibile sequenza di passaggi operativi, nessuno dei quali può essere ovviato, pena il fallimento della decisione stessa; nella consapevolezza ultima che, quandanche ciascuno venga scrupolosamente assolto, il risultato non può essere mai meccanicamente certo, per le infinite varianti a cui il processo intero è sottoposto. Il processo decisorio appare, pertanto, un processo complesso, che richiede da parte di chi lo realizza un insieme di talento ed abilità non usuali. Chiunque, che per posizione, necessità, contingenza si trovi a ricoprire il ruolo di decisore, ha l’obbligo morale di esercitare ogni sua dote e qualità e di affinare la disciplina necessaria al processo, che possono condurlo ad onorare per tutto quanto gli sarà possibile la responsabilità della decisione e della sua attuazione. 10 Con la seconda opera del ciclo qui pubblicata con il titolo L’arte di vendere la decisione, trasformando gli esecutori in protagonisti, Riccardi e Colombo Murúa, sulla linea di tutti i concetti già trattati, approfondiscono ulteriormente l’ampiezza dell’arte a cui il decisore è vocato. La decisione è un’idea che non esplica il suo scopo fintantoché non trova concreta realizzazione, ossia passa da potenza in atto. Perché ciò avvenga, il decisore ha la responsabilità di renderne fattibile l’esecuzione. L’arte di vendere la decisione è la condicio sine qua non per garantire il conseguimento del risultato sperato. All’inizio del libro, prima ancora dell’Introduzione, gli autori avvertono la necessità di fare una Premessa di carattere terminologico, focalizzando la loro attenzione sui termini “vendita” e “problema”, nell’intento evidente di fornire sin da subito una chiara chiave di lettura all’intero testo. “Vendere”, viene specificato, ha il significato metaforico di “convincere, persuadere” e identifica l’arte che il decisore deve saper esercitare per produrre la trasformazione dell’esecutore in interprete proattivo della decisione al fine di renderne possibili gli effetti. Il decisore, sostanzialmente, superando l’idea di esecuzione come infecondo ed ormai anacronistico procedimento di “comando/obbedienza”, si assume la responsabilità di agire sulla crescita della coscienza dell’esecutore, ammaestrandolo alla libertà di un apporto creativo e costruttivo secondo il suo ruolo. Mi piace pensare al concetto con una similitudine ispirata all’arte teatrale. Il decisore, come l’autore di un’opera teatrale, potrà vedere realizzata la sua arte soltanto nel momento in cui potrà metterla in scena dall’inizio alla fine, nella sua interezza; e ciò potrà avvenire unicamente grazie alla capacità interpretativa di uno o più attori adeguati alla parte (esecutore o esecutori proattivi), a cui l’autore abbia saputo precedentemente trasferire il contenuto e il senso profondo della sua creazione. Gli attori per rappresentare l’opera, al fine di realizzarla e far transitare il messaggio dell’autore (ossia raggiungere l’obiettivo sperato), dovranno interiorizzarla ed implicare completamente se stessi, divenendo a loro volta artefici nell’interpretazione del processo creativo (processo decisorio). L’aspettativa nell’esecuzione è massima, perché la decisione ha una sola possibilità di essere realizzata in un preciso momento e in un dato ambiente e solo per quel pubbli11 co, per rimanere nella similitudine, che simboleggia tutta l’organizzazione a cui la decisione è destinata. Il secondo concetto fondamentale, che gli autori vengono preordinatamente a definire nella loro opera e a cui dedicano successivamente una parte importante del libro, è quello di “problema”. Il problema viene individuato come l’elemento scatenante il processo decisorio, l’“ostacolo sulla via” che, per essere superato, richiede al soggetto coinvolto: • un atto di volontà nel prenderne coscienza; • una valutazione obiettiva dell’entità dello stesso, della situazione spazio-temporale e delle forze in campo; • una strategia per l’azione; • una paziente e costante sua applicazione in tutte le fasi del processo fino al superamento dell’ostacolo e al raggiungimento dell’obiettivo sperato. Assumersi un problema significa assumersi la responsabilità della sua soluzione, e ciò avviene nel preciso momento in cui l’individuo, riconoscendone l’esistenza, ne prende consapevolezza. Attraverso questo evento, che accade nel suo foro interiore, la persona manifesta la qualità etica che la caratterizza e che connoterà tutto il processo decisorio a seguire. Appare a questo punto conseguente il perché gli autori ritengono fondamentali i concetti di “problema” e di “vendita” nell’ambito del processo decisorio. Sia l’assunzione del problema che l’assunzione della vendita della decisione sono, infatti, i due momenti topici dell’assunzione di responsabilità da parte del decisore. Nel primo momento la responsabilità si manifesta in capo alla coscienza dell’individuo, che prende atto e si sente necessitato ad agire secondo la qualità etica che lo caratterizza. Nel secondo momento la responsabilità del decisore si amplifica e si esternalizza, nella sua consapevolezza tangibile di avere un carico morale speciale: • nei confronti della realizzazione della decisione, la cui vendita è condizione imprescindibile per raggiungere l’obiettivo sperato; • nei confronti dell’esecutore, al quale deve trasmettere un messaggio adeguato attraverso mezzi e modalità coerenti, affinché costui possa pienamente comprendere la decisione e portarla così a com12 pimento, effettuando in sé quel cambiamento qualitativo-quantitativo che lo porta a diventare da mero esecutore a protagonista; • nei confronti dell’organizzazione intera, su cui e per la di cui sopravvivenza ed evoluzione, la decisione è stata assunta. È evidente, da quanto sin qui esposto, che l’intento dell’opera va ben oltre il fornire un modello procedurale nell’ambito della decisione, ma la struttura sottesa, come ho già avuto modo di sottolineare per l’opera precedente, è squisitamente filosofica e mira ad una comprensione assolutamente più lata della funzione umana universale che è l’atto del decidere. Per meglio definire, • anche facendo riferimento alla definizione accolta dagli autori di arte in quanto: “capacità naturale o acquisita di mettere in atto i mezzi necessari per ottenere un risultato”; • analogamente assumendo la loro definizione di etica quale: “scienza che ha per oggetto il giudizio di valore in quanto si riferisca alla distinzione tra bene e male; • ritenendo che per responsabilità possa essere accettato il significato dato di: “il preoccuparsi sia dei mezzi atti a sostenere uno scopo sia degli effetti connessi al proprio operare” (Nicola Abbagnano (Dizionario di filosofia, Torino, Utet, 1998); • prendendo atto del rigore metodologico ineludibile imposto dagli stessi autori; ritengo che il modello decisorio Riccardi/Colombo Murúa si possa pertinentemente definire un vero e proprio modello “intelligente” di conoscenza del mondo fattuale o, tecnicamente, un paradigma gnoseologico proprio della filosofia pratica, mutuabile da parte della scienza dell’amministrazione ma non certo unicamente finalizzato ad essa. Gli autori sostanzialmente asseverano con la loro stringente dimostrazione una nuova verità di ragione, che afferma che il fine ultimo della decisione è la conoscenza. Da qui la necessità, più volte ribadita nell’opera, di applicazione del metodo logico deduttivo nel processo decisorio, scartando il metodo induttivo empirico. Le pagine dedicate alla “critica del metodo del caso”, nelle quali viene messo in guardia il decisore a non avvalersi di casi apparentemente similari al proprio per esimersi dal ricercare la soluzione necessitata, assumendone una già data, spiegano 13 chiaramente che, volendo avanzare nella conoscenza, la risposta non è da ricercare nel passato esperienziale ma nell’esercizio dell’intelligenza metodologicamente applicata, che è l’unica certezza che gli esseri umani hanno per avanzare nel futuro. Da qui la necessità di elevare il processo decisorio ad una vera e propria politica decisoria, ad un progetto di conoscenza cioè che dia le linee guida e indichi le finalità pregnanti. Da qui la necessità categorica di non prescindere dall’etica, dal momento che la conoscenza è un processo di avanzamento dell’uomo per l’uomo. “Vendere la decisione” è, dunque, convincere, persuadere di un contenuto di conoscenza, è permettere anche ad altri, gli esecutori/protagonisti, di travalicare il limite (il problema) per poter andare oltre, operando un cambiamento sostanziale. Ma perché ciò avvenga, avvertono insistentemente gli autori, bisogna saper comunicare, bisogna saper tradurre nella maniera adeguata rispetto alle qualità e alle caratteristiche del soggetto ricevente, nel momento giusto e nel luogo adatto e con i mezzi più confacenti e con le motivazioni maggiormente calzanti, contenuti essenziali, che diversamente andranno per sempre perduti. Il processo è innegabilmente complesso, dovendo essere considerate infinite variabili connesse ai vari aspetti: a chi ci si rivolge, qual è il contenuto che dev’essere trasmesso, in che modo e con quali mezzi dev’essere trasmesso, dove lo si trasmette, quando lo si trasmette, come dev’essere motivato. Per la prima volta in questo libro viene studiato il messaggio che il decisore trasmette all’esecutore sulla decisione in corso. Solo qualora infatti, insistono gli autori, l’operazione di trasmissione avvenga con successo, la situazione relazionale si tramuterà in relazione situazionale ed aumenteranno notevolmente le probabilità di realizzazione della decisione. Permarrà, comunque, nella responsabilità del decisore sorvegliare ed applicare controlli scrupolosi di prealimentazione e retroalimentazione, fino al definitivo raggiungimento dell’obiettivo sperato. Così come un eventuale fallimento richiederà al decisore un’equilibrata ed onesta capacità di autocritica e la determinazione di rivisitare tutto il processo per trovare i possibili errori. Qualsiasi colpevolizzazione dell’esecutore o ricerca di un altro capro espiatorio sarà inutile e dannosa alla relazione situazionale, qualora si possa recuperare il processo decisorio. 14 La responsabilità della decisione e della sua realizzazione, vale a dire, resta sempre in capo al decisore. In quest’epoca della globalità, che prelude alla mondializzazione, e che significa, come ricordano Riccardi e Colombo Murúa, riprendendo una definizione degli economisti Sirkin, Hemerling e Bhattacharya, “competere in tutto, in qualsiasi luogo, per qualsiasi cosa”, il poter disporre di un modello quale loro propongono, rende possibile una prospezione su un futuro, per altro insondabile, ed offre una certezza di percorso per recuperare un nuovo ordine. Ciò che rimane da appurare è se l’uomo sia disposto ad avanzare per tale via e voglia riappropriarsi pienamente della facoltà che più di ogni altra lo contraddistingue, ossia l’intelligenza, la quale niente genera, tuttavia, se non presuppone l’etica, che riempie di senso ogni sapere. Auguro che ciascuno possa divenire lettore di quest’opera o, per altre vie, pervenga ad analoghe conclusioni, aspirando alla conoscenza, o, per usare le parole degli autori, cercando di assumere un numero sempre maggiore di decisioni ponderate, possibilmente fino a far ciò in maniera costante, nella tensione di diventare un leader decisore di una leadership generale generalizzata. Un pensiero di profonda gratitudine ed affetto sincero va al professor Riccardo Riccardi per essermi Maestro. 15 Terminologia Decisione: • atto di decidere di fronte ad un ostacolo che si frappone nel tragitto verso un obiettivo/risultato e che pone un problema di scelta tra differenti soluzioni; • emettere un giudizio definitivo, ponendo fine a dubbi ed incertezze preesistenti; • discernere, eleggere tra diverse possibilità o alternative. Parole relazionate al termine decisione: - soluzione; - accordo; - ordine; - risoluzione; - decreto; - dettame; - dichiarazione; - conclusione; - misura; - determinazione; - sentenza; - verdetto; - lodo; - scelta. Frasi celebri sulla decisione «Il fine dell’arte del decidere consiste nel NON decidere sulle cose che non sono pertinenti, nel NON decidere prematuramente, nel NON prendere decisioni che NON possono concretizzarsi e nel NON prendere decisioni che debbono essere assunte da altri». Bernard Baruch Consigliere del Presidente St. Louis Post Dispatch, 1965 «Alcune persone, sebbene di vasta esperienza e dotate di una forte intelligenza, possono essere temporaneamente incapaci di assumere decisioni ferme». James Callaghan Primo Ministro britannico H.B. Review, nov.-dic. 1986 18 «Le menti timorose sono più propense ad elucubrare che a risolvere». Cardinale di Retz Ecclesiastico e politico francese Massime Politiche, 1679 «Il pensiero chiaro, senza conoscenza, non garantisce una corretta decisione; e una vasta conoscenza, senza un pensiero chiaro, non è una variante migliore. Una decisione efficace è una creatura sana che nasce dal matrimonio tra il pensiero chiaro e la conoscenza rilevante». A.R. Duncan Queens University of Canada Professore, 1964 «È facile prendere decisioni efficaci quando non ci sono alternative negative». Robert Half Crown, 1985 «Non dobbiamo mai assumere ciò che non siamo in grado di provare». Georges H. Lewes Filosofo inglese, 1878 «Le persone produrranno decisioni ragionevoli se si fornirà loro un’adeguata informazione». Thomas Serrani Sindaco di Stamford Management Review, 1986 «L’esperienza è il nome che ciascuno dà ai propri errori». Oscar Wilde Poeta irlandese, 1900 «Se prendo una decisione e ottengo un buon risultato, mai sarò ricordato. Se prendo una decisione e fallisco, mai sarò dimenticato». Wolsey and Swanson Harper, 1975 19 «Quando un uomo saggio si sbaglia, si sbaglia malamente». Proverbio ebraico «Non bisogna aver paura quando si ha un’ulteriore alternativa». Proverbio ebraico «Una persona non prende decisioni non necessarie così come un buon chirurgo non fa operazioni inutili». Proverbio italiano Problema È un problema: • una questione irrisolta che è oggetto di discussione in qualsiasi ambito della conoscenza; • una proposta incerta che può avere numerose soluzioni; • qualsiasi questione che lasci un margine di dubbio o perplessità per la difficoltà di spiegazione o di risoluzione; • un caso complicato, una situazione difficile da affrontare e da risolvere. Parole relazionate al termine problema: - complicazione; - dilemma; - disputa; - nodo; - ostacolo; - incertezza; - difficoltà; - disaccordo; - dubbio; - enigma; - impasse; - perplessità. Frasi celebri sul problema «Se l’uomo vuole cominciare con certezze, allora finirà con dei 20