© La riproduzione e la utilizzazione degli articoli e degli altri materiali pubblicati nel presente giornale sono espressamente riservate animali undossierdelwwfeunaricercauniversitaria Fauna selvatica in vendita Gli uccelli di città per i nidi Giro illegale da 19 miliardi usano cicche di sigarette ... Martedì 18 Dicembre 2012 PAGINA37 Un giro d'affari di oltre 19 miliardi di dollari all'anno, che lo pone al quarto posto dopo gli stupefacenti, la contraffazione e il traffico di esseri umani. È il valore mondiale del commercio illegale di fauna selvatica, un business redditizio per la criminalità organizzata che «minaccia specie in via di estinzione, mina la sicurezza nazionale, impoverisce le comunità locali e comporta ri- schi crescenti per la salute globale». Lo denuncia un dossier di Wwf e Traffic presentato a New York in una conferenza degli ambasciatori Onu. I profitti derivanti dal traffico della fauna selvatica sono utilizzati per l'acquisto di armi, per finanziare i conflitti civili e il terrorismo, si legge nel rapporto "Combattere il traffico illegale di fauna selvatica; una consultazione con i governi". ... Non sono solo le persone ad apprezzare le sigarette. Anche gli uccelli che vivono in città le usano spesso. In particolare si servono dei mozziconi per costruire i loro nidi, e questo ha un risvolto positivo: si riducono nettamente il numero di parassiti. A scoprirlo è uno studio pubblicato sulla rivista 'Biology Letters'. Gli spray a base di nicotina sono già usati da tempo su alcune colture per respinge- re gli insetti. Per vedere se anche i mozziconi avevano un effetto simile sui nidi 'urbani', i ricercatori dell'università del Messico hanno attirato i parassiti sui nidi e messo delle trappole termiche. I ricercatori hanno messo anche fibre di cellulosa di sigarette, fumate e non, in cima a ogni resistenza. Così dalle analisi dei nidi si è visto che più fibre di sigarette contenevano meno parassiti al loro interno. da esotico a domestico. Il veterinario: «Mai lasciarli soli e se è possibile meglio adottarne due, altrimenti possono ammalarsi di depressione» Sempre più pappagalli in casa Socievoli, intelligenti e colorati Provengono da Africa, Sudamerica e Australia. I più gettonati sono i cocoriti, piccoli e facili da gestire. Alcune specie hanno una mente pari a quella di un bimbo di tre anni È tra le specie animali più intelligenti, il pappagallo sempre più richiesto non solo dagli appassionati dell'esotico ma anche dalle famiglie dai lettori Mi tengono compagnia I o posseggo una voliera e non è vero che i volatili non tengono compagnia. Ho un pappagallo che riconosce gli orari, le persone e si affeziona. Esattamente come un qualsiasi mammifero (commento all’articolo su «I trucci per l’acquario perfetto» del 6 novembre 2012). Orazio su www.gds.it Anna Sampino palermo P rovengono dall'Africa, dall'America Latina e dall'Australia. I pappagalli, gli animali esotici per eccellenza, sono sempre più diffusi e non solo in bioparchi e zoo, ma anche nelle case come animali domestici e da compagnia. Un po' per la sua simpatia e vivacità, un po' perché c’è chi sogna di avere un animale "parlante", ma sicuramente perché è tra le specie animali più intelligenti, il pappagallo è sempre più richiesto non solo dagli appassionati dell'esotico, ma anche dalle famiglie e dai più piccini. E la socialità, d'altronde, è una delle caratteristiche che lo contraddistingue. Rappresentati nell'immaginario collettivo dalle piume multicolore, dal becco nero e dalla lunga coda rossa o verde, di pappagalli in natura, e oggi anche in commercio, ne esistono davvero tantissime specie. Diversa la provenienza, diversi anche i tratti distintivi fisici e comportamentali. Dal piccolo cocorito, che è il classico pappagallino domestico verde o blu, ai teneri inseparabili africani, specie molto sociale e più incline al rapporto con l'uomo; sino a quelli di dimensione maggiore e meno diffusi come le sudamericane Are, coloratissime dalla lunga coda e le verdi Amazzoni. «Tra le razze più vendute - spiega Francesca Cirrincione di Grande Acquario Club - il cocorito e gli inseparabili , piccoli e facili da gestire, sono tra i più venduti. Ma ci sono anche i parrocchetti e il cacatua. E poi ci sono le Are e le Amazzoni, più grandi e che richiedono una maggiore attenzio- ne da parte del proprietario. In media, per questi animali si può pagare sino ai 2500 euro». Il "più chiacchierone", è senza dubbio il Cenerino. Arriva dal continente africano, è di solito grigio e dalla coda rossa. «Potenzialmente - chiarisce il dottor Marco Di Giuseppe, veterinario aviario - tutti i pappagalli sono parlanti. Dipende, poi, se sin dall' inizio sono stati abituati al rapporto con l'uomo e da quanto tempo si investe nel rapporto con loro e dal rapporto di fiducia animale-padrone». Certo è che sono tra gli animali più intelligenti: «Secondo alcuni studi scientifici, l'intelligenza di alcune razze è stata paragonata a quella di un bambino di tre anni. Non si limitano solo a ripetere le parole dell'uomo. Ma in certi casi associano a una parola un significato, quindi rispondono», aggiunge Di Giuseppe. E poi, sono animali molto attivi e sociali. In natura, sono abituati a muoversi e a procacciarsi il cibo, questo fa di loro degli animali vivaci che hanno bisogno di continui stimoli. «Ecco perché - raccomanda il veterinario - sarebbe il caso di prendere non un solo pappagallo ma due, perché essendo animali sociali soffrono la solitudine e di arricchire le loro gabbiette con giochi d'intelligenza o legnetti commestibili che loro si divertono a beccare». Non è raro infatti vedere un pappagallo soffrire di depressione. «Se tenuto solo in casa si isola o addirittura diventa autolesionista, per esempio si stacca le piume da solo». Ed ha bisogno di periodiche visite: «Come tutti gli uccelli da preda - conclude Di Giuseppe tende a mascherare i sintomi di una malattia e spesso li mostra solo nella fase avanzata, se non terminale. Ecco perché è bene farli visitare almeno due volte all' anno». Infine, non teneteli in cucina. «I fumi causati dalle padelle antiaderenti sui fornelli sono per loro tossici o addirittura letali». l’alimentazione Pernutrirli nonbastano solofrutta everdura ... Di cosa si nutrono i pappagalli? Principalmente di frutta, verdura e semi. Ma la loro dieta non è poi così semplice come si può immaginare. O almeno frutta e verdura da sole non bastano. Certo, una volta acquistato un pappagallo, bisogna prima di tutto sapere se è stato letteralmente «imbeccato a mano», cioè allevato e svezzato. «Nelle prime settimane - spiegano dal negozio Grande Acquario Club - vanno quasi imboccati e più volte al giorno, ogni due ore, sino a quando non si abitueranno a mangiare da soli tre volte al giorno in media. Ovviamente un pappagallo già svezzato avrà un costo maggiore». Essendo animali molto intelligenti, inoltre, selezionano ciò di cui si cibano; ecco perché, per esempio, tendono a prediligere i semi grassi, come quelli di girasole. Oppure si fa spesso l'errore di dare solo frutta e verdura. «Primo consiglio - avverte il veterinario Marco Di Giuseppe - dobbiamo somministrare sali minerali e vitamine. Per questo si suggerisce l'uso di estrusi già vitaminizzati e miscelati nelle giuste quantità oppure tenere nelle gabbie degli ossi di seppia, che contengono vitamine e sali minerali». Gli estrusi sono completi di tutto, ma possono anche essere miscelati con frutta fresca o essiccata per renderli più saporiti. «In media, un pacco di estrusi da un chilo costa dai 6,50 euro ai 12 euro per quelli più completi delle migliori marche». Molto importanti dal punto di vista nutrizionale sono i legumi , meglio se biologici, i semi e gli arachidi, come pinoli e noci. Ma sono anche molto grassi, quindi attenzione a non eccedere con le quantità. A. S. in libertà. Scappati da qualche zoo o sfuggiti a padroni distratti. La razza «nostrana» più diffusa è il parrocchetto monaco Una colonia a Palermo vicino all’Orto Botanico ... I pappagalli arrivano anche a Palermo. Nonostante siano animali prettamente esotici, di origine perlopiù africana, americana o asiatica, anche nel capoluogo palermitano sembrano non mancare colonie selvatiche di pappagalli. Probabilmente scappati da qualche zoo o dalla vista di qualche padroncino distratto. Ma qualunque ne sia l'origine, resta il fatto che anche a Palermo è possibile veder volare liberamente qualche pappagallino. «Soprattutto, si possono incontrare - spiega Marco Di Giuseppe, veterinario di medicina aviaria - nelle zone vicino all'Orto Botanico di Palermo, quindi evidentemente lì originariamente ne esistevano degli esemplari nati in cattività, che poi tra un accoppiamento e l'altro si sono riprodot- ti. Sono dette specie alloctone, cioè aliene, fuori dall'ecosistema tipico del territorio». Il pappagallo "nostrano" è il parrocchetto monaco: uno dei pappagallini più diffusi tra quelli domestici. Di taglia piccola, lo si riconosce solitamente dal colore verde, dal petto per lo più ocra e anche dallo strano verso che emette. In natura vive di solito in stormi numerosi, ecco per- ché è di indole giocherellona e vivace, ma anche molto legato al suo "nido". In casa, insomma, non passa di certo inosservato e, senza nulla da invidiare agli altri animali d'affezione, ha bisogno di attenzioni e di continue interazioni con gli altri abitanti della casa. E oltre al "monaco", a Palermo può capitare d trovare anche qualche parrocchetto dal collare. Anche lui molto diffuso tra i pet. Di piccole dimensioni e cosiddetto "dal collare", perché gli esemplari maschi sono contraddistinti da una larga striscia colorata sul collo, generalmente di colore arancione o nera. Se poi si è fortunati, si può incontrare anche qualche parrocchetto parlante, perché è tra le razze di pappagalli che con più facilità apprende il linguaggio umano. A. S.