Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
8 dicembre 2013
Meno interessato a sviluppare le tematiche media-potere,
Hunger Games – La ragazza di fuoco si concentra
principalmente sulla psicologia dei personaggi, sui loro desideri,
ambizioni e paure.
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Dopo aver vinto i 74esimi Hunger Games, Katniss e Peeta ritrovano i loro
cari e si preparano al tour della gloria, che li porterà nei 12 distretti di
Panem a raccogliere manifestazioni di giubilo e celebrazione. In realtà
Katniss scopre ben presto di aver riacceso la speranza nei cuori della
popolazione di Panem, che la accoglie come un’eroina, piuttosto che come
una star. Il presidente Snow è preoccupato e cerca di soffocare i focolai
con la forza. Nel mentre affida allo stratega Plutarch Heavensbee la
preparazione dei 75esimi Hunger Games.
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Hunger Games – La ragazza di fuoco è fedele al libro e si presenta
come una pellicola lunga (146 minuti) e gonfia di particolari, mosse,
contromosse, insidie e inganni. Aprendo sull’immediata conclusione dei
74esimi Hunger Games, il secondo capitolo della saga (scritta da Suzanne
Collins) mostra le conseguenze socio-politiche del gesto di Katniss e Peeta,
la coppia “innamorata” sopravvissuta alla crudeltà fascista di Capitol City.
Ed è proprio il termine “sopravvissuto” che diviene una chiave di lettura
particolarmente interessante per il film diretto da Francis Lawrence, che
ha sostituito in cabina di regia Gary Ross. Difatti gli stessi protagonisti si
sentono dei sopravvissuti; vincitori di un conflitto disumano e crudele, che
porta con sé incubi, nei quali riecheggiano i volti dei “compagni di gioco”
caduti in battaglia per necessità, per nutrire la natura umana che reagisce
in una situazione di pericolo. Ed è proprio per questo motivo che Hunger
Games – La ragazza di fuoco cambia tono e vira in direzione di una
dimensione guerresca, a partire da una fotografia sporca (che vira al
grigio) e dall’utilizzo di una macchina da presa nervosa (ma
tremendamente precisa).
Eppure Hunger Games – La ragazza di fuoco, è evidente, non si
alimenta della stessa materia della quale si componeva il primo episodio:
spettacolarizzazione e fascismo mediatico. Infatti la dimensione televisiva
(che comprendeva gradimento del pubblico, vicende strappalacrime,
visibilità e ricerca di sponsor) si fa leggermente da parte per fare spazio a
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un allargamento del punto di vista sociale (le reazioni dei vari distretti
vessati dal potere di Capitol City e la sua conseguente violenta risposta) e
a un restringimento del punto di vista personale. Katniss e Peeta
(inconsapevoli eroi e agitatori di folle) divengono, loro malgrado, bandiere
della rivoluzione, simboli di un popolo che comincia a covare sotto la
cenere voglia di ribellione. Ed è proprio sotto questo aspetto che la
pellicola vira verso la profondità psicologica, l’introspezione
comportamentale, che non si agita in superficie e non cavalca
indebitamente stereotipi. Ed è proprio questa la forza di un film, che
mostra meno interesse a mettere a nudo sottotesti attuali (come a
esempio il controllo del consenso) per confrontarsi con, soprattutto, un
personaggio sfaccettato e combattuto come Katniss. Non solamente
contesa nel più classico dei triangoli amorosi (l’ex Gale non vede di buon
occhio la messinscena con Peeta), ma portatrice di fiducia e speranza.
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Tuttavia tutto ciò non appare del tutto convincente. Certamente il primo
capitolo era più grezzo ed elementare, ma restituiva un’immediatezza
visiva e coinvolgente, catapultando lo spettatore in un gioco delle parti
pericoloso e disturbante. L’impressione è che Hunger Games – La
ragazza di fuoco abbia fatto un enorme passo avanti sotto il punto di
vista della struttura narrativa (focalizzata sul terzo capitolo), ma un passo
indietro nei confronti del coinvolgimento emotivo. Nonostante ciò Hunger
Games – La ragazza di fuoco è un blockbuster raffinato, intelligente e
destinato ad avere successo, perché non tratta gli spettatori seduti in sala
come fruitori superficiali di un prodotto confezionato a tavolino e
raffazzonato dal punto di vista narrativo e tematico, ma come elemento
partecipativo di una vicenda personale (quella di Katniss) e di una
trasformazione sociale nei confronti dei poteri forti.
Titolo originale: The Hunger Games: Catching Fire
Regista: Francis Lawrence
Sceneggiatura: Simon Beaufoy, Michael Arndt, Suzanne Collins
Attori principali: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth
Banks, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Sam
Claflin, Jena Malone
Fotografia: Jo Willems
Montaggio: Alan Edward Bell
Musiche: James Newton Howard
Prodotto da Color Force, Lionsgate
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: Avventura
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Durata: 146’
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