Il trauma relazionale: Implicazioni per la psicopatologia e lo sviluppo della personalità Riccardo Williams “Sapienza”, Università di Roma Trauma e relazioni Il dibattito storico • Trauma come MITO FONDATIVO o come LEGGENDA DA SFATARE? IL TRAUMA E LA NASCITA DELLA CLINICA PSICOLOGICA MODERNA Alcune concezioni psicopatologiche e l’idea stessa di psicoterapia si fondano sull’analisi dei fenomeni psichici conseguenti a traumi di varia natura: incidenti ferroviari, abusi sessuali, maltrattamenti, combattimenti, trascuratezza e cure genitoriali fortemente inadeguate JANET E L’AUTOMATISMO PSICOLOGICO • permanenza nella coscienza di idee fisse sub-conscie relative ad episodi traumatici che sono dissociate dal resto ei fenomeni della soggettività e che, per questo, si manifestano in forma simbolica e drammatizzata attraverso automatismi comportamentali “inspiegabili” e “incontrollabili” (cecità, paralisi, sordità, comportamenti compulsivi, sonnambulismo) o mentali (amnesie, offuscamenti della coscienza, personalità alternanti). • trauma come “sistema psicologico che sfugge al controllo della coscienza e si sviluppa in modo indipendente” (1886) e che si instaura in presenza di un “restringimento del campo di coscienza” dovuto alla debolezza costituzionale del soggetto davanti al trauma. . La terapia deve produrre l’intergrazione delle idee dissociate nell’esperienza ordinaria di sè Freud e Breuer (1892): “Studi sull’isteria” • Le isteriche soffrono di riminiscenze: ricordi traumatici che si esprimono in modo inconsapevole per la paziente irrompendo nel flusso di coscienza come frammenti di pensiero scollegati dal contenuto del discorso, come percezioni e sensazioni non pertinenti al contesto attuale, come sintomi o comportamenti che dissimulano la scena traumatica. • La cura dell’isteria necessita l’abreazione del carico affettivo sperimentato dalla paziente nel momento del trauma attraverso la presa di consapevolezza dei ricordi dolorosi FERENCZI E I TRAUMI NELLE RELAZIONI INFANTILI “ripetizioni quasi allucinatorie di esperienze traumatiche” (nelle psicosi e nei disturbi di personalità) “I bambini si sentono indifesi fisicamente e moralmente, la loro personalità è ancora troppo debole per poter protestare, sia pure solo mentalmente. La forza prepotente e l’autorità degli adulti li ammutolisce, spesso toglie loro la facoltà di pensare. Ma questa stessa paura, quando raggiunge il culmine, li costringe automaticamente a sottomettersi alla volontà dell’aggressore, a indovinarne tutti i desideri, a obbedirgli ciecamente, a identificarsi completamente con lui”. JASPERS E L’AREA TRAUMATICA • Le esperienze fortemente traumatiche sono alla base di quegli “sviluppi” della personalità che comportano una difficile integrazione nelle regole di convivenza, nel controllo degli impulsi e che spesso hanno come controparte i fenomeni dissociativi HARRY STACK SULLIVAN • L’esperienza di annichilimento e depersonalizzazione che connota gli stati dissociativi va riferita al rapporto precoce con la madre che “contagia” il bambino con un’angoscia che egli non riesce a tollerare e da cui si può difendere solo dissociandosi dall’esperienza attuale e costruendo una realtà illusoria alternativa in cui collocare la propria identità e la propria vita di relazione BRITISH SCHOOL E TEORIA DELL’ATTACCAMENTO • Ruolo di separazioni e lutti precoci per lo sviluppo di depressione e disturbi d’ansia (Bowlby, 1969) • La qualità dell’esperienza “reale” con l’oggetto definisce il modello di relazione e l’esperienza che l’individuo fa della propria vita sogettiva: concezione del microtrauma cumulativo (Kahn, 1963) Prospettiva pan-traumatista • Il trauma è all’origine anche delle patologie psichiche più gravi: • Psicoanalisi interpersonale: madre schizofrenogena • Pragmatica della comunicazione: teoria del doppio- legame • Bruno Bettelheim: la madre-frigorifero propone al futuro bambino autistico un’esperienza disumana da cui egli si protegge con il ritiro dalla relazione OLTRE IL TRAUMA • NELLA PSICHIATRIA ORGANICISTA SI PRIVILEGIA L’ORIGINE ENDOGENA (COSTITUZIONALE) DELLA PATOLOGIA MENTALE • SI CRITICA LA CONCEZIONE INGENUA DEL TRAUMA COME SINGLE BLOW PER IL SUO MECCANICISMO E AMBIENTALISMO RADICALE • NELL’EPIDEMIOLOGIA PSICHIATRICA SI IDENTIFICA IL TRAUMA CON UN GENERICO E A-SPECIFICO FATTORE DI RISCHIO CHE PUÒ CONCORRERE, INSIEME AD ALTRI FATTORI AMBIENTALI E GENETICI, A DETERMINARE L’INSORGENZA DI UN DISTURBO MENTALE. FREUD E LA PSICOANALISI • Freud continua a occuparsi del trauma ma ne modifica radicalmente la concezione concentrandosi sull’origine interna, intrapsichica o meglio corporea, dell’evento traumatico • Interesse per la rimozione come difesa, si trascurano i processi dissociativi • pur attribuendo al trauma interno un ruolo organizzante nello sviluppo: il trauma è il segno dell’inconciliabilità tra le esigenze dell’individuo e la realtà esterna: l’individuo vive una condizione originale di inermità davanti alle richieste che gli vengono dal corpo e dall’impossibilità di soddisfarle nella realtà • importanti osservazioni cliniche su nevrosi di guerra, sogni traumatici, coazione a ripetere. ALLE RADICI ANTROPOLOGICHE DELLE POLARIZZAZIONI IDEOLOGICHE DEL DIBATTITO • MITIZZAZIONE DEL TRAUMA: tendenza dell’uomo a trovare un colpevole (interpretazione morale del dolore), identificare la fonte del dolore sul piano delle cause concrete per poterle facilmente eliminare (dispositivi magici descritti dall’antropologia, De Martino, 1959; Ellemberger, 1970), idealizzare il passato e i luoghi protetti davanti all’asprezza della vita (narcisismo dei gruppi, Volkan, 2005; Kernberg, 2007) • OBLIO DEL TRAUMA: tendenza dell’uomo e delle collettività a negare il male di cui è egli stesso causa e la propria responsabilità (Arendt, 1965; Cohen, 2001; Ricoeur, 2000; Zimbardo, 2007) LE PROSPETTIVE SCIENTIFICHE E CLINICHE CONTEMPORANEE • Anni ‘70 interesse per i reduci del Vietnam • Nuovi metodi di indagine epidemiologica • Ricerca sperimentale • Ricerca neurobiologica e brain imaging VERSO UNA DEFINIZIONE FUNZIONALE DI TRAUMA • Studi di Martin Seligman sulle condizioni di inescapability: gli animali che vengono posti nella condizione di non potersi sottrarre all’esperienza dolorosa non riesco ad attivare adeguate difese e strategie comportamentali quando si ritrovano nella condizione traumatica originaria • Valutazione soggettiva della condizione di impotenza (helplessness) come evento che “mette in scacco” le capacità affettiva, cognitive, comportamentali di gestione dello stress acuto: perdita di controllo e sensazione di essere sopraffatti dall’evento • Nell’uomo il vissuto soggettivo di impotenza è connesso all’impossibilità di sollecitare nelle figure di riferimento una risposta adeguata che modifichi lo stato di angoscia intollerabile: helplessness/hilflosigkheit= senza aiuto La condizione traumatica coincide con uno stato di sopraffacente perdita di controllo cognitivo, affettivo e comportamentale in presenza di un afflusso delle emozioni e degli stimoli sensoriali associati a uno stress acuto e della constatazione dell’impossibilità di modificare e sottrarsi a questa condizione (la sensazione di inescapability descritta da Seligman, Van der Kolk) Il “ricordo affettivamente carico del trauma” non è il ricordo di una specifica esperienza emotivamente sovrastante con l’ambiente fisico, ma la rievocazione di una transazione prototipica, all’interno di una relazione di attaccamento disorganizzato, con un ambiente sociale non sintonizzato che ha provocato una grave disregolazione dell’arousal (Schore, 2004). La ricerca contemporanea evidenzia come esperienze traumatiche ripetute nell’ambito di relazioni significative determinano delle conseguenze di lungo corso sullo sviluppo della personalità, sul senso di identità, sulla psicopatologia e sul modo di vivere i rapporti interpersonali e le dinamiche affettive. L’importanza degli effetti di questi traumi relazionali o traumi “microcumulativi” è legata alla predisposizione che gli esseri umani hanno a modulare situazioni di intenso stress attraverso specifiche figure di riferimento. La perdita di una di queste figure, una loro forte inadeguatezza o comportamenti francamente violenti, abusanti, umilianti costituiscono un elemento fortemente traumatico poiché l’individuo è privato della possibilità di modulare lo stato soverchiante attraverso la figura di riferimento. L’individuo è intrappolato in un dilemma senza soluzione tra l’avvicinamento a alla figura protettiva e la fuga dal persecutore. PSICOPATOLOGIA DEL TRAUMA • Conseguenze specifiche sul piano psicopatologico: PTSD, PTSD-complesso, risposte dissociative • Diferenze individuali nelle risposte ai traumi: fattori protettivi e resilience • Ruolo del trauma nello sviluppo di patologie tradizionali: disturbi d’ansia e depressione, disturbi del comportamento alimentare e d’abuso di sostanze, condotte impulsive, autolesive, TS, disturbi organici • Impatto di traumi precoci e prolungati sullo sviluppo della personalità: senso dell’identità, modelli di relazione, regolazione degli stati affettivi, capacità di riflessione • Modalità di funzionamento traumatico e disturbi di personalità CARATTERSTICHE DEL PTSD • IPER-AROUSAL: sintomi vegetativi, insonnia, irritabilità, startle reaction • FENOMENI INTRUSIVI: flashback, immagini, pensieri, sensazioni e percezioni • OTTUNDIMENTO AFFETTIVO: numbing, distanziamento affettivo, • EVITAMENTO: evitamento attivo dei reminder del trauma e ritiro sociale PTSD A) B) C) D) DSM -IV-R Esposizione a traumi che implicano una minaccia di morte o all’integrità fisica per la persona o per figure significative. Ri-esperienza automatica e coattiva dell’evento traumatico: ricordi, flashback, incubi notturni, comportamenti automatici, percezioni sensoriali, reazioni di disagio o iper-reattività a stimoli che riproducono in forma reale o simbolica la scena traumatica. Evitamento persistente degli stimoli associati al trauma: evitamento concreto di stati interni o situazioni esterne associate al trauma; stati generali di ottundimento emotivo; ridotto interesse e parteciazione affettiva; sintomi dissociativi (depersonalizzazione, derealizzazione) Aumentata reattività psicofisiologica (IPER-AROUSAL): stato di allarme prolungato; reazioni neurovegetative; difficoltà di addormentamento; irritabilità; PSICOPATOLOGIA DISSOCIATIVA • Alterazione della coscienza di sé in rapporto al mondo che può prendere diverse forme: - Amnesia dissociativa - Depersonalizzazione - Derealizzazione - Confusione dell’identità - Disturbo dell’identità La dissociazione comporta sempre: - un restringimento del campo di coscienza: l’attenzione è catturata da un aspetto unico del campo percettivo. - Una compartimentalizzazione dell’esperienza: non sono accessibili ricordi, percezioni e vissuti relativi a sé, all’altro e al mondo esterno che non rientrano nei “parametri” del campo di coscienza dissociato. - L’automatismo e la rapidità della “commutazione” da uno stato di coscienza all’altro che fanno perdere al soggetto il “centro” della propria esperienza. LE PROSPETTIVE EVOLUTIVE • Gli studi clinici sui traumi prolungati di tipo II: ripetizioni coattive delle scene traumatiche; credenze personali; fenomeni dissociativi; giochi traumatici in assenza di simbolizzazione • Il modello evolutivo della dissociazione: il problema della transizione di stato nel primo anno di vita • Il dibattito sulla natura dell’attaccamento disorganizzato: oltre la paura; la disregolazione affettiva; le identificaizoni hostile-helpless I traumi prolungati nei bambini: osservazioi cliniche (Terr, 1990) • Ripetizioni comportamentali coatte degli scenari traumatici • Assenza di gioco simbolico • Credenze negative su di sé e sfiducia verso il mondo esterno e verso il futuro • Sentimenti di rabbia, paura, vergogna • Aspetti dissociativi e auto-ipnosi • Sintomi somatoformi, alessitimia, dolore ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO • Aspetti dissociativi alla Strange Situation • Correlazioni tra attaccamento disorganizzato e sintomi dissociativi in età adulta • Identificazioni hostile-helpless: triade: vittima-persecutoresalvatore • Attaccamento disorganizzato e disregolazione affettiva • Modello dell’attaccameto disorganizzato: dalla regolazione degli stati di paura alla regolazione dei passaggi di stato e dello stress psicofisologico: dissociazione come reazione precoce al trauma IL DISTURBO POST-TRAUMATICO COMPLESSO - Attaccamento - Senso dei confini compromesso Sfiducia e sospettositˆ Difficoltˆ interpersonali Difficoltˆ a sintonizzarsi con gli stati emotivi degli altri Difficoltˆ nellÕassumere la prospettiva altrui Funzioni biologiche - Problemi nello sviluppo senso-motorio Analgesia Disturbi nella coordinazione, nellÕequilibrio, nella regolazione del tono corporeo Somatizzazione Vari problemi medici (ad es., dolore pelvico, asma, problemi dermatologici, disturbi auto-immuni, pseudo-colpi apoplettici) Regolazione affettiva - Difficoltˆ nellÕautoregolazione emotiva Difficoltˆ a identificare ed esprimere i sentimenti Incapacitˆ nel comprendere e descrivere i propri stati interni Difficoltˆ nel comunicare desideri e bisogni Dissociazione Alterazione dello stato di consapevolezza Amnesia Depersonalizzazione e derealizzazione Due o pistati distinti di consapevolezza Compromissione della memoria episodica I. Controllo comportamentale II. Incapacitˆ a modulare gli impulsi Comportamenti auto-distruttivi Aggress ivitˆ etero-diretta Modalitˆ patologiche di auto-confortarsi Disturbi nel sonno Disturbi alimentari Abuso di sostanze Eccessiva compiacenza Comportamenti oppositivi Difficoltˆ a capire e aderire alle regole Ripetizione degli eventi traumatici in specifici comportamenti o nel gioco (temi di violenza, sessuali, ecc.) Area cognitiva III. Difficoltˆ nella regolazione dellÕattenzione e nelle funzioni esecutive Labilitˆ temporale della curiositˆ Difficoltˆ nellÕelaborazione di informazioni nuove Difficoltˆ nel focalizzarsi su un obiettivo e nel portare a termine un compito Carenza della costanza dellÕogge tto Difficoltˆ nel pianificare e nel fare previsioni rispetto al futuro Problemi nel capire il senso di responsabilitˆ Difficoltˆ di apprendimento Disturbi nello sviluppo del linguagg io Compromissione dellÕorientamento spazio-temporale Concetto di s M ancanza di un senso di scontinuo e prevedibile M ancanza del senso di separatezza Disturbi nellÕimmagine corporea Scarsa au tostima Senso di colpa e vergogna ENDOFENOTIPO RELAZIONALE DEL BPD: (Gunderson, American Journal of Psychiatry, 2008): relazioni caotiche, alternanza di stati di idealizzazione e svalutazione, intolleranza alla solitudine e iper-sensibilità al rifiuto - Determinato nelle interazioni sociali anche se sostenuto da componenti ereditabili. - Implicazioni cliniche tipiche: , regressioni transferali, episodi psicotici transitori, controtransfert, manipolatività, assenza di confini nella relazione. - Spiegano l’efficacia di trattamenti psicodinamici e cognitivi. - Analoghi a forme di attaccamenti insicuri invischiati (clinginess e iper-vigilanza relazionale) e disorganizzati (caos, confusione, terrore della dipendenza). - Precipita sintomi degli altri due endofenotipi: instabilità affettiva (disforia, ricorrenza episodi depressivi) impulsività (disregolazione degli impulsi, condotte auto-lesive, tentativi di suicidio). TRAUMI RELAZIONALI E FENOMEOLOGIA BORDERLINE -INTOLLERANZA ALLA SOLITUDINE E IPER-SENSIBILITA’ AL RIFIUTO: impossibilità della relazione nell’ambito della relazione intima. - DIFFICOLTA’ DI MODULAZIONE DELLA DISTANZA: episodi psicotici transitori tengono il paziente lontano dall’oggetto traumatico di cui sente di avere disperatamente bisogno. - VISSUTO DI SE’: impregnazione di emozioni negative (rabbia, impotenza, colpa, vergogna) - IDENTIFICAZIONI TRAUMATICHE: rappresentazioni alternanti di tipo HOSTILE-HELPLESS relative al sé e all’oggetto. - INTERIORIZZAZIONI dell’oggetto alieno DEFICIT DI COMPRENSIONE DEGLI STATI MENTALI • IDENTITA’ E VISSUTO DI SE’ (Frawley, Davies, 1999): colpa, vergogna, impotenza e rabbia inespressa legati all’attribuzione a sé degli eventi traumatici: necessità di mantenere viva un’immagine protettiva e salvifica del genitore. • Identificazioni hostile-helpless (Lyons-Ruth, 1998): il bambino si identifica con gli stati di estrema impotenza (genitori con gravi disturbi psichiatrici) o percepita ostilità (genitori abusanti e maltrattanti) • • • Sé alieno il bambino apprende a dare un nome e una rappresentazione ai propri stati emotivi attraverso la rappresentazione (rispecchiamento) che ne fornisce il genitore. Quando il genitore vive emozioni spaventose o entra in risonanza con le emozioni negative del bambino questi sviluppa una rappresentazione di sé in cui gli stati fortemente negativi sono l’unica possibile esperienza della realtà e delle relazioni: equivalenza psichica. Queste rappresentazioni costituiscono il nucleo dell’identità aliena da cui il bambino può difendersi solo attribuendole all’altro: quando questa proiezione fallisce si rischia l’annichilimento del senso di esistenza poiché l’identità collassa sul vissuto mostruoso o terrorizzato. In questo tipo di contesti relazionali traumatici il bambino non crea una capacità stabile di riflettere sui propri stati interni e di differenziarli da quelli degli altri: il percorso di differenziazione dell’identità è gravemente distorto e c’è un’interferenza con il processo di soggettivizzazione che si sviluppa a partire dall’adolescenza. SCRIPT TRAUMATICO (Meares, 1999) “I ricordi dell’intrusione originaria vengono riattivati dalle successive circostanze della vita. Tipicamente, queste circostanze sono o contestuali o affettive. Gli eventi attivanti contestuali sono esterni. Nella situazione terapeutica essi caratteristicamente emergono quando il terapeuta inavvertitamente riproduce, in forma minore, un aspetto dell’ambiente originariamente traumatizzante” IL CORPO TIENE IL CONTO: LA NEUROBIOLOGIA DEL TRAUMA BRUCE PERRY Esperienza infantile ed espressione del potenziale genetico: cosa ci dice la trascuratezza del bambino sulla controversia Natura-Ambiente, 2001 I PRINCIPI DELLO SVILUPPO • EPIGENETICO • SEQUENZIALE • USO-DIPENDENTE • FINESTRE DI OPPORTUNITA’ E VULNERABILITA’ 8 PROCESSI DELLO SVILUPPO NEUROBIOLOGICO - NEUROGENESI - MIGRAZIONE - DIFFERENZIAZIONE (specializzazione) - APOPTOSI - ARBORIZZAZIONE - SINAPTOGENESI E DISTRIBUZIONE RECETTORIALE - PRUNING: “scultura” sinaptica - MIELINIZZAZIONE MODELLO NEUROARCHEOLOGICO • Eventi traumatici di varia natura influenzano in periodi sensibili la regolazione dei geni che guidano i processi di maturazione, plasticità e organizzazione del Sistema Nervoso Centrale (Perry, 2000): • quanto più a lungo il bambino resta in un ambiente avverso, quanto più precoce e marcata è la privazione, tanto più i suoi deficit risulteranno indelebili e profondi. • tanto più precoce tanto più generalizzato allo sviluppo de SNC; tanto più prolungato tanto più diffuso e resistente al cambiamento: sviluppo QI; nanismo psicosociale; disturbi neuropsichiatrici gravi: autismo e psicosi infantili ATTACCAMENTO E SOCIETA’ “Il bagno somatosensoriale di stimoli olfattivi, visivi, uditivi, gustativi e tattili di un caregiver amorevole fornisce ripetutamente la stimolazione sensoriale necessaria al neonato per esprimere il proprio potenziale genetico nel formare e mantenere relazioni sane. Questa prima e fondamentale relazione è il legame di attaccamento”. • “Il potenziale genetico per un funzionamento socioemotivo sano, per provare empatia, condividere, investire nel benessere della comunità, si esprimeva meglio nei bambini che vivevano in gruppi di cacciatoriraccoglitori, in famiglie estese o all’interno di comunità molto unite piuttosto che nella compartimentazione tipica del nostro mondo moderno”. - I traumi influenzano la struttura, le connessioni funzionali tra diverse aree del SNC e la funzionalità dei circuiti dei neurotrasmettitori e dei neuropeptidi che regolano le diverse attività del cervello. - In questo modo può risultare compromessa l’attività di quelle aree o di quelle reti che consentono l’elaborazione dell’esperienza traumatica e i più generali processi di adattamento all’ambiente esterno - E’ possibile evidenziare che le alterazioni neuropsicologiche prodotte dai traumi corrispondono alle diverse caratteristiche della psicopatologia post-traumatica BESSEL VAN DER KOLK IL CORPO TIENE IL CONTO: Introduzione alla Psicobiologia del Disturbo Post-Traumatico da Stress I. EFFETTI PSICOFISIOLOGICI A. Risposte autonomiche del SNA estreme a stimoli che rievocano il trauma B. Iper-reattivitˆ a stimoli intensi ma neutrali (perdita della discriminazione degli stimoli) 1. M ancata abituazione della risposta acustica dÕallarme (startle) 2. Risposta alle intensitˆ sonore sottosogliari 3. Profilo elettrico ridotto nei potenziali corticali collegati allÕevento II. EFFETTI NEURO-ORM ONALI A. Noradrenalina (NA), altre catecolammine 4. Catecolammine urinarie elevate 5. Aumento della risposta metabolica NA plasma alla yohimbina 6. Sotto-regolazione dei recettori adrenergici B. Glucocorticoidi 7. Diminuzione dei livelli di glucocorticoidi inattivi 8. Diminuzione della risposta glucocorticoide dello stress 9. Sotto-regolazione dei recettori glucocorticoidi 10. Iper-sensibilitˆ al desametasone a basso dosaggio C. Serotonina 11. Diminuzione dellÕattivitˆ della serotonina negli animali traumatizzati 12. Migliori risposte farmacologiche agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina D. Oppioidi endogeni 13. Aumento della risposta oppioide a stimoli che ricordano il trauma 14. Condizionabilitˆ dellÕanelgesia indotta da stress E. Ormoni diversi: Effetti sulla memoria 15. NA, vasopressina: consolidamento dei ricordi traumatici 16. Ossitocina, oppioidi endogeni: Amnesie A. B. C. D. E. II. EFFETTI NEURO-ANATOM ICI Diminuzione del volume dellÕippocampo Attivazione dellÕamigdala e delle strutture connesse durante i flashback Attivazione delle aree sensoriali durante i flashback Diminuzione dellÕattivazione dellÕarea BrocaÕdurante i flashback M ancata lateralizzazione dellÕemisfero destro III. EFFETTI IM M UNOLOGICI A. Aumento del rapporto CD45 RO/RA La reazione allo stress e l’Asse Ipolamo-Ipofisi-Cortico-Surrene • Gli eventi stressanti in condizioni normali aumentano la secrezione di ormoni steoridei (CORT) il quale ha un effetto di inibizione e modulazione della risposta stressante. • In soggetti traumatizzati l’effetto modulatore del CORT è fortemente ridotto a causa della ridotta produzione di CORT, ridotta presenza di recettori per l’CORT nell’ippocampo (la struttura che inibisce gli altri centri di risposta allo stress) • In soggetti traumatizzati risultano attenuati gli effetti di automodulazione prodotti da neurotrasmettitori quali adrenalina, noradrenalina, serotonina (iper-arousal e impulsività) a causa di una ridotta presenza di recettori nel SNC. • In soggetti traumatizzati risulta aumentata la produzione di oppiodi endogeni che risultano implicati nel processo di analgesizzazione tipico delle risposte dissociative ALLAN SCHORE LA DISREGOLAZIONE DELL’EMISFERO DESTRO: attaccamento raumatico e psicopatogenesi del Disturbo PostTraumatico da Stress ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE AFFETTIVA Traumi cronici nella matrice dell’attaccamento interferiscono con la maturazione funzionale dell’emisfero destro (corteccia orbito-frontale destra) che svolge un ruolo di inibizione sui processi di attivazione stressante del sistema limbico, della formazione reticolare (arousal) e dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Cortico-Surrene: viene meno la possibilità di stabilire un equilibrio tra attivazione simpatica (prontezza/iperarousal) e parasimpatica (riposo/dissociazione) del SNA Trauma e memoria McFarlane e Yehuda (2000), “la caratteristica principale delle sindromi traumatiche è che elementi reali o simbolici riattivano strutture di memoria traumatiche, legate a stati affettivi intensi, che determinano il comportamento e la percezione nel presente” (p. 900). Elevati livelli di CORT determinano la degenerazione delle cellule ippocampali: la struttura in cui avviene l’immagazzinamento del ricordo episodico. Le esperienze traumatiche vengono memorizzate solo a livello implicito (amigdala): tracce attuali dell’episodio traumatico attivano le componenti sensoriali (immagini, sensazioni fisiche) ed emozionali (stati affettivi) del trauma senza che sia possibile ricostruire il contesto del ricordo attraverso la memoria episodica. Le esperienze traumatiche vengono rivissute (re-living) in modo inconsapevole come se fossero delle esperienze attuali NEUROSCIENZE DEL TRAUMA La disregolazione dell’emisfero destro Attaccamento traumatico e psicopatogenesi del disturbo post-traumatico da stress Allan N. Schore Allan N. Schore sintetizza alcuni temi dello sviluppo cercando di creare un ponte tra: • • • Conoscenze sui processi di maturazione neurobiologica Organizzazione neurobiologica delle funzioni di regolazione emotiva Conoscenze derivate dalla cornice teorica dell’attaccameto Ve go o i di ati dei lega i t a ualità dell’atta a e to e sviluppo neurobiologico Lo scopo è quello di inquadrare l’insieme di fattori che determinano lo svilupparsi di specifiche modalità di risposta allo stress. Queste, infatti, risultano dipendere dal sistema neurobiologico di risposta al pericolo che l’individuo ha sviluppato a partire dalle esperienze dei primi anni di vita, mediate dalla relazione di attaccamento con la principale figura di accudimento. I circuiti di risposta allo stress • Iniziano a formarsi già nel periodo pre- e post natale e dipendono fortemente dall’emisfero destro È do i a te ell’ela o azio e dell’i fo controllo delle reazioni a queste azio e so iale, e otiva e o po ea e el È connesso con: Sistema Nervoso Autonomo Sistema limbico “iste a di egolazio e dell’a ousal La parte della maturazione dell’emisfero destro legata all’esperienza risulta dunque direttamente influenzata dall’ambiente di attaccamento nei primi due anni di vita • Stress eccessivo in questo periodo si associa ad influenze avverse sullo sviluppo del cervello Trauma relazionale → Patte a lu go te i e di eattività auto o i a allo st ess ↓ Cambiamenti neuronali strutturali •Una conseguenza è una precoce perdita di capacità di autoregolazione delle emozioni che dete i a u a i apa ità el egola e l’i te sità e la du ata degli affetti. Un attaccamento di tipo traumatico, che viene a formarsi nel periodo di maggior plasticità del cervello, può dunque determinare le basi per una vulnerabilità alla disfunzione nel periodo di stress e una predisposizione al Disturbo Post-Traumatico da Stress. • soggetti con PTSD risultano avere disfunzioni a carico dell’emisfero destro nella regolazione delle emozioni La Corteccia prefrontale destra se Amigdala destra a i apa e di odula e le fu zio i dell’ •Ela o a le esp essio i fa iali spave ta ti e la pau a o vista •È implicata nelle reazioni di soprassalto causate dalla paura. •È implicata nella risposta patologica allo stress Trauma precoce disregolazione dell’emisfero destro organizzazione immatura della personalità Deboli capacità di coping P edisposizio e all’ipe attivazio e o alla disso iazio e NEUROBIOLOGIA DELL’ATTACCAMENTO SICURO Nell’interagire, madre e bambino,comunicano attraverso i segnali prodotti dal Sistema Nervoso Autonomo (Sistema simpatico; Sistema parasimpatico) La sensibilità materna agisce da organizzatore esterno della regolazione biocomportamentale del bambino Rispondendo in maniera sincrona, asincrona o tramite una ipa azio e i te attiva la madre permette al bambino di esperire stati di attivazione positivi e/o negativi che vanno a determinare il legame di attaccamento di quella specifica coppia e le emozioni ad esso legate. Lo stile di attaccamento (determinato dalla combinazione di predisposizioni temperamentali del bambino e uno specifico ambiente di accudimento) influenza direttamente la maturazione del sistema limbico (SNC) e del SNA • Elabora le informazioni partendo dalle emozioni che guidano il comportamento e permette al cervello di Determina le risposte somatiche delle emozioni adattarsi all’ambiente Entrambi sono regolati dall’ emisfero destro che, influenzato dall’espe ie za proveniente dalla relazione di attaccamento, forma ampie o povere connessioni limbico-autonomiche • In accordo con quanto proposto da Bowlby, le capacità regolatorie internalizzate del bambino si sviluppano in relazione al comportamento materno Modella i sistemi di reazione allo stress del bambino