Numero 32, primavera 2006
COPIA GRATUITA – SERVITEVI PURE!
Rivista per i pazienti della
Società Svizzera di Odontologia
e Stomatologia – SSO
www.sso.ch
«Questo dente picchia, punge, brucia,
mi fa veder le stelle!»
In quanti modi diversi si può esprimere il
dolore? Le parole non
bastano per descrivere una sensazione
tanto sgradevole, a
volte addirittura insopportabile. Contro il dolore si preferisce
agire immediatamente e sul mercato non
mancano certo gli analgesici. La cosa
migliore, però, è cercare di risolvere il problema alla radice. Nel nostro caso, quindi:
andare dal dentista.
Cordialmente
Dottore Martha Kuster,
Capo del Dipartimento della Società
Svizzera di Odontologia et Stomatologia
Infodenti
Dolore, lasciami in pace!
Cos’è il dolore?
Le cause dei dolori possono essere esterne (calore, freddo, pressione ecc.) o interne,
cioè dovute a processi biochimici del nostro corpo. Se ci feriamo, si formano delle
sostanze chimiche che irritano le terminazioni nervose. Queste «antenne» trasmettono l’informazione del dolore al midollo spinale sotto forma di flussi elettrici. Da lì
il messaggio passa al cervello, dove scatena diverse reazioni, come un aumento della
sudorazione o un’accelerazione del battito cardiaco. Ed è così che percepiamo il
dolore.
Anestesia locale
Se abbiamo un forte mal di denti, l’unico nostro desiderio è farlo passare il più in fretta possibile. In questi casi, assumere degli antidolorifici serve a
poco. Se non risolviamo la causa del
dolore, non possiamo pretendere di
guarire. Si può addirittura affermare che,
se cerchiamo semplicemente di alleviarli, generalmente i dolori peggiorano.
Con la «puntura» (l’anestesia locale),
che oggigiorno è indolore, il dentista
interrompe la trasmissione del messaggio del dolore al cervello. Se non riesce
a localizzare esattamente la causa del dolore, il dentista ha fortunatamente la possibilità di bloccare i fasci nervosi di tutta una
zona della mascella e della mandibola (per
esempio in alto a sinistra o in basso a destra),
placando così del tutto il dolore. Nel contempo, anestetizza anche le parti molli (gengive, guancia, labbra).
All’inizio fu la cocaina
INDICE
pagina
1–2
Dolore, lasciami in pace!
pagina
3
Le piante medicinali
pagina
4
Bocca secca?
Dentifrici a base di miele et
risciacqui con il vino?
L’anestesia locale venne scoperta intorno al 1880. La prima sostanza utilizzata a tale
scopo fu la cocaina. Inizialmente venne ritenuta un rimedio miracoloso, ma ben presto venne screditata a causa dei suoi effetti collaterali, particolarmente dannosi. A
partire dal 1904, gli anestetici locali vennero costantemente migliorati e oggi sono
molto efficaci e innocui.
Quali sono le cause più frequenti del mal di denti?
• Le carie non curate;
• un’infiammazione della polpa del dente, infezione all’apice della radice del dente,
o dell’osso della mascella o della mandibola;
• un’infiammazione acuta del parodonto (parodontite);
• una patologia del cavo orale o dell’articolazione temporo-mandibolare, che provoca dolori che possono estendersi alla testa e al viso.
Infodenti No 32 • 2
Se il problema non sono i denti
Alcune patologie possono causare dolori alla mandibola e alla mascella e quindi far pensare che si tratti di mal di
denti. Rientrano tra queste patologie:
l’angina pectoris, l’infarto cardiaco, il
fuoco di Sant’Antonio, le cefalee, le emicranie, la sinusite, il mal d’orecchie.
Come prevenire la carie e il
relativo mal di denti?
Con un’alimentazione a
«misura di denti»:
• seguire una dieta sana ed equilibrata (preferire, per esempio, i cibi ricchi
di sali minerali come il latte e i prodotti integrali, la frutta e la verdura);
• i cibi contenenti zuccheri andrebbero consumati unicamente ai pasti
principali. Gli alimenti che non danneggiano i denti di solito hanno un
contenuto limitato di carboidrati e un
alto contenuto di proteine (ad esempio i formaggi, la carne, le uova, il
pesce);
• per gli spuntini tra un pasto e l’altro
meglio consumare frutta e verdura
fresche. Il miglior rimedio contro la
sete è l’acqua del rubinetto;
• chi non riesce a rinunciare ai dolci,
dovrebbe comprare cicche e caramelle che risparmiano i denti, ossia quelle «con il dentino», che non causano
una formazione di acidi sulla superficie dei denti.
• se il dentista o l’igienista ve lo consigliano, pulite gli spazi interdentali
con il filo o con gli spazzolini interdentali.
Fluoro anticarie:
• Oltre ad utilizzare un dentifricio al
fluoro ed, eventualmente, una gelatina al fluoro o un collutorio, si raccomanda di usare sale fluorato e iodato
(pacco con indicazioni color verde)
per cucinare e per aromatizzare i cibi.
Controlli regolari dal dentista:
• Una volta all’anno dovreste andare
dal dentista per un controllo. In tale
occasione fatevi pulire a fondo i denti
dall’igienista dentale.
Per un’igiene orale efficace:
• lavare i denti è la misura più importante dell’igiene orale. Utilizzate uno
spazzolino morbido con una testina
piccola e stretta, e un dentifricio al
fluoro;
• lavate sempre i denti dopo ogni
pasto per rimuovere i resti di cibo.
Una volta al giorno (preferibilmente
la sera), bisogna rimuovere a fondo
anche i depositi batterici (placca);
• dopo aver lavato i denti, sputate i
resti di dentifricio senza più sciacquare la bocca con l’acqua! In tal modo,
il fluoro contenuto nel dentifricio
resta più a lungo sullo smalto dei
denti e li protegge dalla carie;
Come prevenirla?
Rimuovendo regolarmente la placca.
Cos’è esattamente una
parodontite
(in passato detta anche parodontosi)?
La parodontite è un’infiammazione del
parodonto, ossia dell’apparato di sostegno del dente. Nello stadio che precede
una parodontite, di solito il paziente
soffre da tempo di gengivite. Se non
viene curata, la parodontite comincia a
corrodere l’osso temporo-mandibolare,
provocando l’allentamento dei denti
fino a causarne una possibile caduta.
Come prevenirla?
Evitate assolutamente che una gengivite
diventi cronica. Fate controllare ogni
anno lo stato del parodonto dal vostro
dentista (misurazione delle tasche).
Ma cos’è esattamente…?
Le regole d’oro dell’igiene orale
Cos’è esattamente una
gengivite?
La gengivite è un’infiammazione della
gengiva causata dai batteri presenti
nella placca. Tuttavia, anche un virus o
un fungo possono provocare una gengivite. A causa dei cambiamenti ormonali
che subentrano durante la gravidanza,
le gengive tendono a sanguinare di più.
Anche alcune sostanze chimiche, come
la nicotina, possono favorire l’insorgere
di una gengivite. Il fatto che le gengive
sanguinino (senza provocare dolore)
quando ci si lava i denti è spesso il primo
segno di una gengivite.
Che cosa è esattamente
una pulpite?
La pulpite è un’infiammazione della
polpa del dente (comunemente detta
«nervo» del dente). La polpa del dente è
un tessuto molle (composto da un tessuto connettivo, da vasi sanguigni e da
nervi) che si trova nella camera polpare
e nei canali radicolari.
La sua causa più frequente è una carie
profonda. Se la polpa provoca un dolore
acuto e spontaneo, generalmente significa che è già stata colpita in modo irreparabile. In tal caso si rende necessario
un trattamento della radice: si rimuove
la polpa e si rempiono gli spazi vuoti
(camera polpare et canali radicolari) con
una pasta antisettica.
Come prevenirla?
Andando regolarmente dal dentista per
un controllo è possibile depistare la carie
al suo stadio iniziale.
Cos’è esattamente la carie?
La carie è una delle malattie più diffuse
a livello mondiale. Si parla di carie quando gli acidi contenuti nella placca batterica erodono lentamente le sostanze di
cui è costituito il dente (calcio e fosfato).
Una volta che la superficie di smalto che
ricopre il dente è corrosa, si può formare un vero e proprio buco. Se il dente
non viene curato, la malattia avanza
velocemente, provocando dolori anche
acuti. A quel punto, si ha rapidamente
una degenerazione in pulpite.
Come prevenirla?
La miglior prevenzione della carie è un’
igiene orale regolare e l’uso di preparati
al fluoro. A livello di alimentazione, inoltre, bisognerebbe fare in modo di consumare zuccheri solo raramente e in piccole quantità. Grazie ai controlli annuali
dal dentista, la carie può venir depistata
precocemente e bloccata con misure
preventive, il che evita spese e dolori
inutili.
Infodenti No 32 • 3
Le piante medicinali
La camomilla calma le
infiammazioni
La camomilla è
una
delle
piante officinali più
antiche e
più conosciute. Già
nell’antichità veniva
considerata dalla
medicina popolare un
rimedio molto efficace.
Questa pianta si rivela particolarmente
utile nella cura della bocca: le irritazioni
e le infiammazioni dolorose del cavo
orale e della faringe possono infatti venir
curate con la camomilla. A tale scopo si
raccomandano l’infuso, la tintura, l’estratto e i preparati speciali. Esistono
inoltre dentifrici e collutori agli estratti di
camomilla.
Il rosmarino
Il rosmarino
è conosciuto soprattutto
come spezia. Non va
però dimenticato
che
l’essenza dell’arbusto di rugiada
marina, perché è questo il significato di
ros marinus in latino, ha anche poteri
curativi. L’essenza di rosmarino ha infatti
un effetto stimolante e antisettico. Le
sostanze solubili del rosmarino aiutano a
digerire, rafforzano i nervi e sono ottimi
antiossidanti.
Nel suo uso interno, il rosmarino viene
utilizzato per curare i disturbi al fegato, i
dolori di stomaco e del tratto gastrointestinale, le emicranie, la stanchezza e le
amnesie. Nell’uso esterno, invece, come
olio da bagno, lozione, crema o shampo,
ha un effetto curativo su pelle e capelli.
Nei dentifrici è particolarmente apprezzato l’effetto disinfettante della pianta.
Il tè nero e il tè
verde
Oggigiorno,
anche
la
medicina
classica
riconosce
gli effetti
curativi della
pianta del tè e le
sue proprietà terapeutiche. Il tè nero e il tè verde, se assunti
in grandi quantità, contribuiscono per
esempio ad abbassare il tasso di colesterolo nel sangue.
A livello di igiene orale, masticare foglie
di tè aiuta a combattere l’alitosi. Le
foglie, inoltre, hanno un contenuto particolarmente alto di fluoro, quindi garantiscono una certa protezione contro la
carie.
Il wasabi
Mangiare il
sushi previene
la
carie. Per
preparare
questa prelibatezza, infat-
Stringete i denti!
L’Associazione svizzera dei pazienti affetti da dolori cronici organizza
regolarmente seminari sul dolore durante i weekend o anche corsi di una
settimana sul tema. L’argomento principale di tali incontri sono soprattutto i dolori cronici.
Per ulteriori informazioni: www.schmerzpatienten.ch
IMPRESSUM
ti, si usa il wasabi, un piccantissimo
«rafano giapponese». L’effetto anticarie
del wasabi è dovuto alla sua composizione, ricca di zolfo, grazie alla quale il
batterio del tipo streptococcus mutans
non riesce ad attaccarsi così facilmente
sulla superficie dei denti.
Wilhelm Busch*
Mal di denti
Il mal di denti, è risaputo,
non è mai il benvenuto.
Tuttavia ha la capacità di farmi
concentrare la vitalità
– che spesso butto via –
su un punto preciso della bocca mia.
Non appena arrivo dal dentista,
con il trapano in bella vista,
dimentico la storia mondiale,
i parenti, gli amici e il giornale,
le tasse e l’abbicì.
Tutto quello che, lì per lì,
mi pareva tanto importante,
improvvisamente diventa insignificante.
Scordo anche il primo amore,
non so più quanto costano le more,
perché è nel cavo orale e non nel piede
che l’anima risiede.
Ma la decisione non può aspettare:
il dente è da strappare!
* 1832–1908, poeta satirico e disegnatore tedesco.
Una delle sue opere più famose è Max e Moritz.
Concorso
per smettere di fumare –
Giornata mondiale senza
tabacco 2006
Richieda già oggi la cartolina d'iscrizione: in internet in www.at-svizzera.ch
oppure per telefono allo 031 389 92 46
o per fax allo 031 389 92 60
Commissione centrale d’Informazione / Servizio stampa e d’informazione SSO, casella postale, 3000 Berna 8;
Layout: Forum der Wirtschaft, Berna; Stampa: Stämpfli Pubblicazioni SA, CP 8326, 3001 Berna; Foto: SSO
Infodenti No 32 • 4
Bocca secca?
È una sensazione che, prima o poi, abbiamo provato tutti: la nostra salivazione è insufficiente, sembra quasi che la lingua si attacchi al palato… e non solo
quando abbiamo una gran sete! Uno svizzero su quattro soffre di secchezza
della bocca.
Una delle principali funzioni della saliva è
quella di proteggere i denti dalla carie,
grazie alla sua capacità di neutralizzare
gli acidi. Se la bocca è spesso secca, il
rischio di carie aumenta sensibilmente,
compromettendo notevolmente il benessere generale: possono infatti subentrare difficoltà nel deglutire e nel parlare.
Le cause sono molteplici
Ma a cosa è dovuta questa fastidiosa
secchezza del cavo orale? Spesso la secchezza, che percepiamo come sensazione di sete, è appunto da ricondurre al
fatto che non beviamo abbastanza. Il
problema peggiora se in casa (soprattutto in camera da letto) e sul posto di lavoro l’aria è secca, e se respiriamo a bocca
aperta.
bloccanti, tranquillanti e antidepressivi)
possono causare, come effetto collaterale, una riduzione della salivazione (xerostomia).
Che cosa si può fare?
Se si soffre di bocca secca, in generale è
utile stimolare la salivazione masticando
gomme senza zucchero, mentre è
meglio evitare le caramelle contenenti
zucchero o acidi. Come detto, la protezione dalla carie risulta ridotta a causa
della salivazione limitata, e va quindi
compensata con un’igiene orale accurata e delicata (spazzolino morbido, dentifricio poco abrasivo e contenente fluoro). Si consiglia inoltre di usare spesso
preparati al fluoro come gel e collutori
con un valore ph il più neutro possibile
(per proteggere le mucose). Infine
Per ovviare alla secchezza della bocca, spesso non è sufficiente bere …
Chiarire bene le cause
Se il disturbo permane, conviene
comunque chiarirne le cause. A soffrire
di secchezza della bocca sono soprattutto le persone anziane, spesso in concomitanza con determinate patologie o in
seguito ad interventi o cure mediche.
Anche molti farmaci (per esempio alcuni
farmaci per abbassare la pressione, beta-
Dentifrici a
base di miele et
risciacqui con il
vino?
occorre chiarire con il proprio dentista se
è necessario ricorrere a strumenti di igiene orale supplementari (per esempio gli
spazzolini per gli spazi interdentali o la
doccia orale), a farmaci (come la clorexidina per ridurre i batteri della placca) o a
surrogati della saliva. A seconda dei
disturbi, si consiglia comunque di farsi
pulire e fluorare i denti dall’igienista dentale più volte all’anno.
I dentifrici esistono da parecchio tempo.
Già sulle tavolette di terracotta babilonesi sono menzionate diverse polveri e
paste che venivano strofinate sui denti
con l’aiuto delle dita. Nel corso dei secoli, per pulire i denti si è ricorsi agli
ingredienti più disparati.
La composizione dei dentifrici si è quindi
modificata col passare del tempo: per
pulire i denti gli egizi usavano cenere,
mirra e gusci d’uovo pestati, mentre le
patrizie romane ricorrevano alla polvere
di pietra pomice e di marmo. Secondo
l’antica medicina indiana, per mantenere sani i denti bisognava usare paste a
base di sale, zenzero, cannella, noce
moscata e miele. E in Francia, un esperto di Montpellier raccomandava di usare
il vino per sciacquare i denti.
All’inizio del XIX secolo, nel mondo occidentale, per lavare i denti si facevano
impasti di glicerina e sapone, ai quali, a
partire dal 1850, si aggiunse anche della
calce. Un produttore di sapone e candele di New York, tale William Colgate,
vendeva la sua pasta dentifricia in vasetti di vetro. Tuttavia, quando nel 1892, al
dentista americano Washington Sheffield venne per primo l’idea (che inizialmente non ebbe un gran successo) di
mettere il dentifricio in tubetti di alluminio, la trovata sembrò interessante a Colgate, che decise di vendere la sua pasta
dentifricia nei tubetti, ottenendo un successo enorme.