La Russia finanzia i partiti di estrema destra per spaccare UE e

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La Russia finanzia i partiti di estrema destra per spaccare UE
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La Russia finanzia i partiti di estrema destra per spaccare UE e NATO. E
la Lega?
Che Vladimir Putin non sia proprio felice degli attuali equilibri internazionali non è una novità, ma che si sarebbe addirittura
inventato un sistema caratterizzato da finanziamenti a partiti euroscettici, spionaggio e attacchi hacker probabilmente non lo
avrebbe immaginato neanche Sherlock Holmes. E invece proprio gli eredi del celeberrimo personaggio creato da sir Arthur
Conan Doyle (gli investigatori britannici) avrebbero lanciato una bomba che il Telegraph ha sbattuto in prima pagina
provocando un allarme che da Londra è rimbalzato a Washington e dalla capitale USA è tornano prepotentemente in Europa,
preoccupando i vari Governi nazionali, compreso quello italiano dato che nella trama intessuta dal presidente russo avrebbe un
ruolo importante anche un partito nostrano. Quale? Vi diamo alcuni indizi: tra le parole preferite dal suo leader figura il
termine “ruspa”, le sue casse sarebbero attualmente vuote e il colore portafortuna è il verde. Ma andiamo con ordine e
cerchiamo di capire cosa sta succedendo nel Vecchio continente.
L’inchiesta del Telegraph
Il Congresso degli Stati Uniti avrebbe ordinato a James Clapper, direttore dalla National Intelligence americana, di indagare su
alcuni presunti finanziamenti che la Russia avrebbe gentilmente elargito al fior fiore dei partiti anti-europeisti continentali allo
scopo di far vacillare l’Unione.
Ad informare gli statunitensi sarebbero stati proprio gli inglesi, preoccupati per l’attenzione che Russia Today avrebbe
riservato alla Brexit in vista del prossimo referendum.
Il giornale britannico, citando appunto fonti governative nazionali, fornisce anche un elenco delle forze politiche internazionali
che avrebbero ricevuto milioni di rubli da Mosca per continuare le loro battaglie politiche contro Bruxelles e alimentare
l’inizio di una “nuova Guerra Fredda” che sovverta l’ordine mondiale.
I partiti finanziati da Putin
Beneficiari delle ricchezze russe sarebbero in particolare i partiti dell’estrema destra europea. Il giornale avrebbe visionato un
dossier dal titolo “Russian Influence activity” che dimostrebbe alcune operazioni volte ad influenzare la politica nazionale in
Francia, Olanda, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca, Paesi considerati dagli agenti moscoviti come dei punti d’ingresso nel
territorio di Schengen.
Benché il Telegraph di non aver avere avuto accesso ai nomi specifici dei partiti finanziati, l’articolo contiene alcune ipotesi
suffragate da numerose notizie emerse nel passato. Tra le realtà politiche sovvenzionate figurano:
Jobbik, partito nazionalista ungherese che alle ultime elezioni parlamentari del 2014 ha ottenuto il 20,54% dei voti,
minacciando l’egemonia di Viktor Orban, e che il 14 gennaio 2012 organizzò una manifestazione di piazza a Budapest per
chiedere un referendum per uscire dall’UE nel corso del quale il parlamentare Elod Novak bruciò sotto gli occhi di migliaia di
manifestanti una bandiera europea;
Alba Dorata, partito nazionalista greco, considerato vicino a posizioni neonaziste che nel 2013 venne accusato dalle autorità
elleniche di voler organizzare un colpo di Stato e di aver costituito dei gruppi armati paramilitari per prendere il potere con la
forza. Il 16 ottobre 2014, il procuratore capo di Atene ha chiesto il rinvio a giudizio per 70 persone, tra cui i 18 deputati di
Alba Dorata e il leader Nikólaos Michaloliákos, con l'accusa di «aver costituito, diretto e fatto parte di un'organizzazione
criminale» nonché «per possesso illegale di armi a scopo di rifornire l'organizzazione criminale»;
Front National: il partito che avrebbe ricevuto gran parte della “beneficenza politica russa” sarebbe proprio quello guidato da
Marine e Marion Le Pen in vista delle presidenziali del 2017, una notizia nota già un anno fa, quando alcune indiscrezioni di
stampa parlavano di un prestito da 9 milioni di euro arrivato dalla First Czech – Russian Bank, istituto nato in Repubblica
Ceca, ma con base operativa a Mosca, legato a doppio filo a Vladimir Putin. All’epoca fu il sito francese Mediapart a
ricostruire la vicenda, da sempre smentita dal FN; sottolineando che tutte le banche francesi alle quali Le Pen si era rivolta per
ottenere un credito avevano rifiutato la sua richiesta. Lo scandalo si acuì qualche mese dopo quando la stessa fonte raccontò il
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contenuto di alcuni messaggi inviati da un funzionario governativo russo e successivamente ripresi e pubblicati dagli hacker di
Anonymous moscoviti, in cui si parlava del sostegno economico al Front in cambio di un appoggio della Le Pen al referendum
per l’annessione della Crimea alla Russia.
Finanziamenti russi alla Lega Nord?
Ultimo partito menzionato dal giornale inglese è quello che ovviamente desta maggior attenzione in Italia: la Lega Nord.
Anche in questo caso, la notizia è suffragata da alcune indiscrezioni di stampa pubblicate in passato. Nel dettaglio, nel
novembre del 2014, l’AdnKronos, citando una “fonte ben informata”, raccontò una visita di Salvini a Mosca, nel corso della
quale il leader leghista avrebbe chiesto un aiuto economico ad alcuni esponenti politici vicini a Putin. L’episodio fu
categoricamente smentito dal Carroccio. Da sottolineare però che nello stesso periodo i giornali nazionali si occupavano delle
vicissitudini economiche dei leghisti “rimasti al verde” (pessimo gioco di parole) dopo anni di sperperi e gestioni finite al
vaglio della magistratura.
Ma il 22 giugno 2015 L’Espresso pubblicò un’inchiesta dal titolo esemplificativo: “ La Russia ora flirta con Matteo Salvini.
Ma agli Usa non piace l'alleanza Lega-Putin”. All’interno dell’articolo, il giornalista Luca Steinmann parla della visita di
Alexander Dugin, studioso russo, teorizzatore della Quarta Teoria Politica (“la dottrina che ispira maggiormente le mosse del
Cremlino, sostenendo il superamento della democrazia occidentale grazie a una nuova ideologia moscovita) in Italia e riporta
alcune dichiarazioni del professore:"nel passato i rapporti tra i due paesi esistevano grazie all'amicizia tra Putin e Berlusconi,
oggi il nostro riferimento politico è diventato Matteo Salvini. Il gruppo euroscettico che ha creato al Parlamento europeo è
infatti il nostro alleato insieme a Ungheria e Grecia. Con una Lega forte in Italia la Russia è più forte nel mondo". Lo scopo
sarebbe stato quello di formare un gruppo filo-russo al Consiglio europeo, formato da Lega Nord e Front Nationale, in cambio
di finanziamenti russi erogati tramite la First Czech – Russian Bank. Soldi che però il Carroccio non avrebbe mai ricevuto.
Anche in questo caso però, arrivò la smentita leghista che affermò perentoriamente di non aver mai chiesto soldi al Cremlino.
I “giochetti politici” russi
Ma le ingerenze politiche russe sull’Europa non si sarebbero fermati qui. Su segnalazione britannica, l’intelligence americana
starebbe infatti analizzando anche alcune vicende riguardanti altri Paesi. Per quanto riguarda l’Austria ad esempio, le indagini
riguarderebbero la visita che alcuni parlamentari di Vienna avrebbero fatto in Crimea e il presunto denaro erogato a un
deputato austriaco favorevole all’annessione della Crimea. Anche l’Olanda non sarebbe estranea a fatti, dato che il
referendum in programma per il prossimo aprile per bloccare l’accordo di associazione con l’Ucraina avrebbe attirato
l’interesse del Cremlino. Nel dettaglio, secondo le fonti del Telegraph gli argomenti utilizzati a sostegno del referendum
assomigliano alle tecniche di propaganda russa.
In ultimo Putin avrebbe intenzione di interferire anche con il referendum sulla Brexit che si terrà in Gran Bretagna, come
avrebbe tentato di fare anche con l’ascesa del leader laburista ed euroscettico Jeremy Corbyn, la cui campagna elettorale
sarebbe stata trattata con un occhio di riguardo dalla Tv Russia Today, che trasmette in inglese.
Ma il Cremlino si sarebbe spinto anche oltre, ponendo in essere lo scorso aprile un vero e proprio attacco hacker al canale
francese Tv5 Monde, un’azione precedentemente attribuita all’ISIS.
Lo scopo di Mosca
Ma perché Vladimir Putin starebbe architettando un simile piano? Secondo il Telegraph, l’iniziativa “riflette la crescente
preoccupazione a Washington sulla determinazione di Mosca nello sfruttare le divisioni europee in modo da minare la Nato,
bloccare i programmi di difesa missilistica e revocare le sanzioni economiche imposte dopo l’annessione della Crimea”. Fonti
provenienti dal Governo britannico avrebbero confessato al giornale di temere “una nuova guerra fredda” in Europa:
“Vediamo allarmanti prove degli sforzi russi di rompere il tessuto dell’unità europea su tutta una serie di questioni strategiche
di vitale importanza”, hanno detto le fonti. “E’ un gioco intelligente. Ci sono regole non scritte tra Stati e queste sono
chiaramente violate da parte russa”.
In altre parole, lo scopo della Russia sarebbe quello di destabilizzare l’attuale equilibrio continentale al fine di riportare
almeno una parte d'Europa sotto la propria influenza e minare dall’interno l’egemonia mondiale statunitense.
(Fonte: http://it.ibtimes.com/ di Vittoria Patané)
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