FATTORIA SOCIALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE La sicurezza alimentare, il ruolo della Castel Monte Sempre con la dovuta proporzione, del fare secondo le proprie forze ed energie, si può sicuramente dire che la Castel Monte svolge ed ha un ruolo importante nella cultura della prevenzione salutista. Lo fa con le strutture socio sanitarie, in tutte anche quelle più proprie dell'accudimento, ma lo fa anche nella sua fattoria sociale "el contadin". Qui, avendo presente di essere punto di riferimento e luogo di eccellenza della sua missione e identità sociale, per l'inserimento lavorativo di persone (insieme al cortile Simonato), è luogo di produzione agricole molto rispettosa degli stili di vita e di salute delle persone, nel rispetto della cultura e tradizione dei mestieri e delle tradizioni della marca trevigiana. Obiettivo della Rendicontazione Sociale, è quello di raccontare la storia delle imprese, cercando di collegarle al beneficio che esse danno ai propri "stakeholder", con attenzione alla socializzazione delle persone nei e con i luoghi, ma anche alle problematiche dell'ambiente. Quindi senza fare voli pindarici, o fare delle proclamazioni generiche, vogliamo provare a descrivere quello che facciamo con le persone, quelle che collaborano con noi, e quello che essi producono. Intanto diciamo che abbiamo avviato, qui, un progetto di agricoltura sinergica. Agricoltura Sinergica che? In sintesi è l'arte di coltivare lasciando fare alla terra. E' un arte (per noi mestiere) ideato e sperimentato da Emilia Hazelip (agricoltrice biologica, vive in Francia, 60 anni). La teoria si basa sul principio che la terra fa crescere le piante, queste creano, suolo fertile con il rilascio dei propri micro organismi, batteri, funghi e lombrichi. Questi prodotti agricoli di queste culture sono di qualità ottima, con un sapore vero e danno diversa energia e una maggiore resistenza contro le malattie. Tutto questo difende la salute e l'ambiente. Per essere concreti, Nazzarena Bolzonella, della fattoria sociale, nel blog della stessa (https//elcontadinblog.wwordpresso.com) dice, tra le altre cose: "questo metodo di coltivazione si basa sul principio che l'unione fa la forza, si tratta di sinergie, ovvero la collaborazione di ogni parte per il raggiungimento di uno scopo comune. E quale può essere lo scopo in un sistema tutto sommato "artificiale" com'è l'orto? Far si che tutto tenda a riproporre un sistema naturale, con il minimo intervento umano: in natura nulla va sprecato e anche ciò che muore è necessario per la produzione di altra vita... La parola chiave, lo scopo per il quale è necessario fare sinergia e l'autofertilità in cui nulla va sprecato". Ricordiamo a tal proposito che oramai contro lo spreco ci sono diverse iniziative, alcune che si occupano di aiutare le persone e non sprecare, altre del riciclaggio dello stesso. Tutte hanno l'impostazione principale rivolta ad un contributo verso chi ha fame e soffre la povertà. A questo proposito alla Camera dei Deputati, in prima lettura (data maggio 2016) è stata approvata una legge che definisce e stabilisce delle misure per la limitazione degli sprechi per i prodotti alimentari, farmaceutici ed altri prodotti. L'estensione dell'agricoltura sinergica, secondo commenti, molti diffusi via rete internet potrebbe migliorare di molto la qualità e quantità dell'inquinamento, le problematiche salutistiche legate all'alimentazione e anche l'ecologia complessivamente. Va ricordato che in qualche modo, sulla necessità di un modello, fatto a più esperienze agricole, si è ragionato anche in diversi forum propedeutici all' EXPO di Milano 2015, in particolar modo Carlo Petrini, fondatore dello Slow Food, che lamenta la mancata testimonianza del mestiere del contadino e occorreva dare più spazio ai contadini, voleva mettere in mostra i vari volti del mestiere dell'agricoltore, perchè il cibo è verità, con molte sue facce. I principi dell’agricoltura sinergica 1. Non lavorare la terra, niente aratura, né zappatura: il suolo è naturalmente ricchissimo di organismi la cui attività, in seguito alle lavorazioni del suolo e quindi alla sua ossigenazione, viene alterata. Rigirando il terreno, non facciamo altro che interrompere l’azione combinata di essudati radicali, residui organici e attività chimica di batteri, funghi e lombrichi, generando uno squilibrio nutritivo. L’agricoltura tradizionale rimedia a tali carenze applicando fertilizzanti e concimi di sintesi. L’effetto che si ottiene però è solo temporaneo: le piante ne diventano dipendenti, il suolo si impoverisce progressivamente e aumenta la possibilità di sviluppo di patogeni. 2. Non compattare il suolo: per far sì che i micro-ecosistemi presenti nel sottosuolo abbiano la giusta areazione, non bisogna compattare il terreno; in pratica, non va calpestato. Anche per questo nell’agricoltura sinergica vi è una netta separazione fra terreno coltivato (fatto su bancali alti circa 40 cm) e passaggi su cui si cammina. 3. Non concimare: la fertilizzazione avviene tramite copertura organica permanente. Ricreiamo ciò che accade in natura: avete mai sollevato le foglie cadute in un bosco? Sotto di esse la vita prolifera, la terra è scura e ricca. Ma come fare nell’orto? Ci sono due modi: tramite una densa convivenza di piante, perenni e stagionali, a diversi stadi di crescita e con diverse caratteristiche. Non se ne estirpano le radici, ma restano nel suolo e si lasciano le foglie lì dove cadono. Anche le erbe spontanee hanno la loro utilità, aiutando a mantenere l’umidità del suolo (pacciamatura vivente). Un altro modo è quello di coprire il terreno con paglia e altri materiali biodegradabili (pacciamatura secca, che svolge tante e importanti funzioni). 4. Piantare in ogni aiuola almeno tre specie differenti di piante: per attivare l’attività sinergica. Le piante si aiutano a vicenda, perciò piantiamo su ogni bancale almeno :una leguminosa, che fissa nel suolo l’azoto (principale nutrimento delle piante) presente nell’aria, una liliacea (aglio, cipolla, porro, etc..), che ha capacità anti-batteriche, un ortaggio appartenente ad altre famiglie: combinati insieme, i vari ortaggi arricchiscono il suolo e creano biomassa, stando comunque attenti alle corrette consociazioni. Non vanno poi dimenticati i fiori, che non rendono solo bello l’orto, hanno anch’essi funzioni di protezione, ed erbe aromatiche, che, correttamente consociate, aumentano lo sviluppo e il sapori di alcuni ortaggi (pomodoro/basilico, per fare un esempio). In quest’agricoltura si strutturano gli spazi di produzione in modo da mantenere il suolo in uno stato normale, ovvero selvaggio, e viene stabilita con esso una relazione di cooperazione e rispetto profondo, avendo coscienza che si tratta di un organismo vivente. Per produrre in modo redditizio sfruttando l’autofertilità del suolo è necessario organizzare l’orto tenendo in considerazione un maggior numero di parametri rispetto ad altri sistemi di coltivazione biologici. Il metodo del “non fare” non è completa inattività, ma mira a evitare azioni inutili, come ad esempio arare la terra per poi dover compensare aggiungendo compost. Per praticare quest’agricoltura è necessario provare prima di tutto un’empatia molto forte con l’organismo terra/suolo e rendersi conto della straordinaria complessità delle interrelazioni tra le specie di microrganismi presenti in un suolo selvaggio. (https// elcontadinfattoriasociale.com) Alla fattoria si coltivano i fagiolini, i pomodorini in serra, le zucchine, gli asparagi, le melanzane, le coste. C'è il vino, sia quello della cooperativa che quello di Libera. Ci sono le ciliege e le fragole molta alta frutta e verdura controllata. L'azienda rispetta la stagionalità dei prodotti e le esigenze di "riposo" e di equilibrio della terra nella fase di preparazione e di semina. Oltre a questo come abbiamo già documentato la fattoria è un luogo di aggregazione e ritrovo per i bimbi, e le loro famiglie. L'ambiente stimola, tutti, ma in particolar modo i bimbi, un'attenzione vera e concreta verso la terra e ai suoi prodotti. La Bandiera verde alla fattoria " el contadin" L'ambiente è importante per l'equilibrio della natura e quindi anche per la sicurezza alimentare (cibo sicuro e per tutti). L'impegno della Castel Monte su questo è stato chiaro ed importante. La fattoria sociale "el contadin" ha ricevuto, nel 2011, il riconoscimento della CIA (Confederazione Italiana Agricoltura) "Bandiera Verde" che si dà : "a chi si è particolarmente distinto nelle politiche di tutela dell'ambiente e del paesaggio, nell'uso razionale del suolo, nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio, nell'azione finalizzata a migliorare le condizioni di vita economiche degli operatori agricoli, e più in generale dei cittadini" Cibo sano e sufficiente. La sicurezza alimentare Lland grabbing, ossia la corsa all'accaparramento dei terreni agricoli nei paesi poveri da parte di grandi investitori stranieri, che sta progressivamente assumendo proporzioni preoccupanti e pericolose.... negli ultimi dieci anni in tutto il mondo sono state venduti, affittati o concessi in uso ben 227 milioni di ettari di terra, la metà dei quali in Africa, dove si è avuto un altissimo numero di compravendite. Si calcola che nel mondo siano state oggetto di negoziazione dai 50 a 80 milioni di ettari di terra (soprattutto nell'Africa subsahariana) tanto che le superificie coltivabili tra il 1963 e il 2012 sono diminuite del 50% Il land grabbing rappresenta quindi, una nuova forma di sfruttamento delle popolazioni che vivono nella fame e nell'idigenza e, pertanto sempre più urgente diviene la necessità di porre in atto misure concrete per arrestare questa deriva pericolossima, oltre che immorale, poiché non si possono fare affari e speculazioni sul cibo togliendo risorse e sostentamente ai paesi poveri. Questo fenomeno potrebbe avere gravi ripercussioni anche sullo stesso benessere del pianeta. Si stima che nel 2050 la popolazione mondiale sarà di più nove miliardi, circa un terzo in più di quella attuale, pertanto per soddisfare la domanda di cibo la produzione agricola, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile, dovrà aumentare del 70% (dal Libro di Giuseppe Politi, già presidente della CIA- Confederazione Italiana Agricoltori. Titolo: Cibo sano e sufficiente. Scritto in collaborazione del Maria Paola del Rossi e con la direzione scientifica e storica del prof. Adolfo Pepe della Fondazione Di Vittorio, edizione 2014) Sicurezza Alimentare: inclusione sociale e il mestiere del contadino Abbiamo, già in altre occasioni e anche in questa Rendicontazione Sociale, scritto sul ruolo e la funzione sociale, che ha per Castel Monte nelle sue espressioni etiche e sociali, e con questo diventa patrimonio culturale. Lo è prima di tutto non solo per la cooperativa, ma di tutta la collettività, sia essa quella diretta ed interessata al luogo e ai prodotti, sia quella più generale che può valersi della sua presenza per arricchire la cultura, la storia e le tradizioni del territorio. La fattoria ha una dimensione sociale molto forte e caratterizzata. E' intanto per prima cosa luogo di mestieri, per il lavoro di contadino. Qui la cooperativa, come previsto e descritto dalla legge sulla cooperazione sociale 381/1991 e per scelta propria ha attivato un importante esperienza di inclusione al lavoro di persone disabili o svantaggiate, dando concretezza a quello che la storia e la sociologia riconoscono, di un integrazione perfetta tra mestieri/lavoro/persone , queste senza esclusione alcuna. Qui c'è un rispetto sia della cultura dell'impresa sociale che quella della sicurezza e salubrità alimentare. Il rispetto dei tempi della terra, il suo modo di coltivarla e il connubio uomo/donna terra trova la sua espressione nella nuova esperienza dell'agricoltura sinergica. Qui vi è una grande alleanza e dimostrazione del concetto di legalità della Castel Monte. La nostra collaborazione con Libera, associazione di nomi e numeri contro le mafie (presieduta da don Luigi Ciotti, sta non solo nella condivisione dei suoi principi e dettami politici, ma anche nello sporcarsi le mani concretamente. essere, nella zona, l'unica "bottega dei sapori e dei saperi" (luogo di vendita dei prodotti delle terre coltivate dalle cooperative di giovani sui bene confiscati alla mafie) ed esprime solidarietà attiva ad un progetto importante ma difficile. Inoltre, anche per queste sue caratteristiche, "la fattoria" è diventata luogo di aggregazione di famiglie, genitori e bimbi. Sono gli stakeholder di riferimento particolare e specifico della cooperativa. Sono quelli a cui pensiamo quando progettiamo e pensiamo alla nostra missione sociale. E' il primo luogo aggregativo delle persone delle quali noi vogliamo occuparci. Di questa importante esperienza vogliamo, per darne testimonianza, pubblicare qui di seguito un testo, usato per "tesina" della dottoressa Nazzarena Bolzonella, in un percorso formativo per "fattorie sociali"