Ayurveda: riflessioni sul fenotipo Lunedì 05 Marzo 2012 19:33 L'Ayurveda: antichissima filosofia terapeutica di prevenzione e cura, ovvero scienza della vita Prof. Guido Nathan Zazzu Mi è capitato, negli ultimi tempi, di partecipare a seminari e convegni, nei quali si affrontavano le tematiche di una nuova medicina, o di come e in quali ambiti affiancare a terapie convenzionali anche quanto di provenienza dalle cosiddette terapie non convenzionali, o di come utilizzare principi attivi estratti da piante, che tradizionalmente erano considerate officinali e che hanno una loro storia nella tradizione erboristica e delle quali, oggi, vengono utilizzati dalla moderna farmacopea i principi attivi. Ogni volta, e lo voglio sottolineare, resto affascinato e stupito insieme dalla scoperte che molti portano o dalle nuove acquisizioni che vengono proposte o da nuove interpretazioni. Utilizzo questi sostantivi e questi aggettivi, scoperte nuove acquisizioni nuove interpretazioni, perché di solito si tratta di qualcosa che appartiene in verità all’ antichissima filosofia terapeutica di prevenzione e cura che è l’ Ayurveda , ovvero scienza della vita . 1/4 Ayurveda: riflessioni sul fenotipo Lunedì 05 Marzo 2012 19:33 Proprio in queste ultime settimane ho ascoltato in differenti situazioni e con differenti finalità, oratori che parlavano di una nuova attenzione, vuoi per stendere una diagnosi, vuoi per affrontare un piano dietetico, alla persona: si dichiara che bisogna fare attenzione alla costituzi one di una persona e all’ ambiente in cui vive , vale a dire che bisogna valutare quell’insieme di genotipo e ambiente , che caratterizzano il fenotipo . La qual cosa, ad uno che, come me, ha scelto di studiare e di praticare l’Ayurveda, non può che fare piacere. L’Ayurveda infatti, già nella sua esposizione filosofica nel IV Veda, Atharvaveda, risalente al XII secolo A.C., in forma scritta, ma presumibilmente precedente nella tradizione orale, di qualche secolo, sostiene che ogni individuo è un unicum irripetibile, costituito dall’eredità fisica di padre e madre, caratterizzato dal momento della nascita, dall’ ambiente climatico e socioculturale in cui cresce, dal livello di educazione ricevuta e di spiritualità raggiunta. I Rishi, i sapienti che si dedicarono a scrivere in forma poetica i quattro testi della sapienza vedica, nonché i commentatori successivi che composero le Upanishad, e infine coloro che diedero vita al primo testo di terapia ayurvedica, il Charaka Samhita, redatto intono al X secolo A.C., e che, per questo, è anche il primo testo di medicina scritto al mondo, non avevano certamente nessuna conoscenza del corredo genetico, ma avevano capito che ognuno di noi è figlio dei suoi genitori, i quali a loro volta sono figli di altri due genitori e quindi in ognuno di noi ci sono i due genitori e anche i nonni. Per questa ragione un Vaidya, un terapeuta ayurveda, nell’antichità si recava lui stesso dal suo paziente, per vedere chi lui fosse realmente nel suo ambiente , chi fossero i suoi familiari, in quale condizione economica e sociale vivesse. 2/4 Ayurveda: riflessioni sul fenotipo Lunedì 05 Marzo 2012 19:33 Ognuno nasce dunque con una costituzione che è la conseguenza dell’eredità dei due genitori, la qual cosa definisce anche, sotto certi aspetti, il concetto di Karma, vale a dire il condizionamento che quella eredità comporta, e che ci attribuisce quantomeno delle caratteristiche fisiche con le quali dovremo fare i conti per tutta la vita, compreso quanto attiene alla predisposizione a certi disturbi o a certe patologie, anche se la predisposizione non implica la necessità che questi potenziali disturbi si attivano veramente. Conoscere la propria costituzione, Prakriti, è, per l’Ayurveda, una sorta di imperativo categorico se vogliamo mantenerci in salute , ovvero condurre uno stile di vita atto a prevenire la perdita della salute , l’ instaurarsi di uno stato di malattia. Per conoscere la propria costituzione si fa riferimento a dati riscontrabili nella fisicità, a partire dal colore e dalla forma dei capelli, fino al colore, forma e stato delle unghie, guardando la pelle, gli occhi, la forma del corpo e in particolare della testa e delle mani, e così via; ed ancora si fa riferimento a dati comportamentali, come la voce, la gestualità, l’andatura, la postura, e così via; ma anche si prendono in esame altre caratteristiche, come la qualità del sonno e la tipologia dei sogni, la distribuzione dell’ appetito nell’ arco della giornata, la qualità e quantità delle evacuazioni, la capacità di resistere alla fatica, il rapporto con il caldo o il freddo, e così via. Da questi elementi esce un quadro che definisce una costit uzione , che, a sua volta, deve tenere conto della normale evoluzione della vita, perché il suo stato si modifica dalla prima infanzia, durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età matura, e durante le fasi del progressivo invecchiamento. Tuttavia, come ben riconobbe l’Ayurveda, non si vive soli, anche se apparentemente possiamo vivere l’emozione della solitudine; si vive in un contesto sociale e in un preciso ambiente . Il contesto sociale di appartenenza ha dato all’ individuo una formazione ben prima che l’ individuo stesso sia in grado di avere consapevolezza di ciò che gli fa bene o male, di ciò che promuove la vita sana, piuttosto che la malattia; per cui l’analisi della propria costituzione , quando se ne avrà consapevolezza o quando si dovrà recuperare lo stato di salute , non potrà non tenere conto di ciò che si è stati, ovvero di quanto il contesto socio-familiare può aver influito sulla nostra fisicità, sulle nostre abitudini alimentari e sulla qualità della vita che si 3/4 Ayurveda: riflessioni sul fenotipo Lunedì 05 Marzo 2012 19:33 sta conducendo. E infine si deve considerare l’ambiente, che è connotato dal nostro inserimento in un determinato luogo, campagna o città, mare, pianura, montagna; ogni ambiente ha caratteristiche sue proprie, determinate dal clima, dalla qualità dell’aria, e da tutte le variabili climatiche che ne conseguono, dalla disponibilità alimentare, e via seguitando. Ecco, tutto questo, che sembra essere oggi quasi una conquista di un nuovo modo di pensare l’uomo, al suo fenotipo, e di conseguenza alle sue variabili, che, e non è cosa trascurabile, impongono di riflettere su un metodo di terapia protocollare, che non può evidentemente essere applicato tout court ad ogni paziente, ma che invece richiede di comprendere con precisione di fronte a quale costituzioni, genetica e ambientale, ci stiamo ponendo; ecco tutto questo è già scritto nei più antichi testi di Ayurveda. 4/4