GIOVEDì 12 DICEMBRE 2013
Il Bell'Antonio
Al Teatro Manzoni dal 9 al 26 Gennaio
LA REDAZIONE
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SPETTACOLINEWS.IT
Sessant'anni fa, giovanissimo, moriva un grande scrittore italiano,
Vitaliano Brancati. Nel mondo, il secondo romanzo italiano più letto e
amato, dopo il Gattopardo, risulta essere il Bell'Antonio. Un lucido e
meraviglioso affresco dell'Italia fatto attraverso un meccanismo
concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande
difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una microstoria in Sicilia
di una famiglia e del suo bell'Antonio.
Un personaggio reso celebre dall'interpretazione di Mastroianni e dalla
regia di Bolognini, non riscatta la scrittura meravigliosa e ricca di
immagini di Vitaliano Brancati. Negli anni, anzi, il personaggio di Antonio
è stato sempre più relegato al paradigma dell'impotenza piuttosto che
letto nella sua complessità. Questa opera riporta in scena, in maniera
filologica, la scrittura di Vitaliano Brancati, il suo amore per l'italiano e
per come, questa lingua, possa trasformarsi da pagina letta in immediata
immagine. Il Bell'Antonio è una storia iperbolica in una Sicilia che viene
raccontata con grande amore, lontana dagli stereotipi e dai facili
ammiccamenti, ma è anche una storia attualissima. La grandezza di
Brancati è anche questa. Dagli anni Trenta ad oggi gli uomini sono
"bruttissimi" dirà tra le righe dei dialoghi.
L'adattamento teatrale mostra la vera costruzione del romanzo: la critica
alla società, alla storia, agli uomini, alla chiesa, alle convenzioni. Antonio
non è il personaggio centrale di un'opera letteraria ma è, a volte, un
pretesto per un saggio critico di natura storica e sociale.
La regia spoglia il testo da facili allestimenti borghesi e ne fissa il profilo
in un non luogo. La storia è già finita. I personaggi forse non sono più
vivi, ma vengono proposti dal vivido ricordo dello zio Emenegildo, che
nel romanzo assomiglia moltissimo a Vitaliano Brancati.
Antonio però innesca un meccanismo circolare in cui ognuno, nel girone
personale, ha la propria ragion di stato per agire. Anche per un padre
sarà più facile salvaguardare l'immagine stupida della virilità di famiglia
che capire le ragioni di un figlio. Antonio è bellissimo e privo di
qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità; le donne
svengono al suo passaggio. Il padre decanta la virilità di questo figlio
unico, la gente pensa che lui sia vicino a Mussolini ed influente. Catania
non parla altro che delle sue doti. Un fascismo locale macchiettistico ed
inadeguato. Uno zio filosofo. Un matrimonio non consumato porterà due
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famiglie di Catania al centro di una tragedia al contrario, in cui l'eroe lo è
nonostante se stesso e il motivo della tragedia in se non esiste se non in
una incomprensibile difficoltà di Antonio ad amare. Lo spettacolo riporta
in teatro una grande coppia Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, due
meravigliosi attori, insieme per anni protagonisti di grandissimi
allestimenti. Ritornano per dar vita a questa messa in scena raffinata e
coinvolgente. Il figlio di Andrea Giordana, nel ruolo di Antonio,
affiancherà il padre, all'interno di un progetto che dalla vita reale porta,
un padre ed un figlio, ad interpretare altri due personaggi letterari, un
padre e un figlio, in palcoscenico.
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