Virginia Woolf (1882-1941) fu scrittrice dotata di qualità stilistiche d

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Virginia Woolf (1882-1941) fu scrittrice dotata di qualità stilistiche
d'avanguardia per il linguaggio rarefatto ed essenziale e l'originale concezione
del tempo, qualità che vanno ben al di là di un preteso autobiografismo. Solo a
partire dagli anni Settanta, la critica ha infatti superato la visione riduttiva della
sua opera come narrativa "impressionistica" al femminile.
La vita e le opere
Nata a Londra, venne educata privatamente in una famiglia che vantava amici
artisti e scrittori. Nel 1904 iniziò a frequentare i cosiddetti "Apostoli" del Trinity
College, dove il fratello Thoby studiava, e poi (1905) il celebre Bloomsbury
Group formato a Londra dagli studenti del filosofo G.E. Moore, tra cui J.M.
Keynes, G. Lytton Strackey, E.M. Forster, C. Bell, R. Fry e L. Woolf (suo futuro
marito), oltre al fratello e alla sorella Vanessa che si riuniva per discutere di
filosofia, politica e letteratura con atteggiamento critico e anticonformista nei
confronti della società vittoriana. Nello stesso periodo collaborò con il
"Guardian" e con il supplemento letterario del "Times", mentre tra frequenti
crisi depressive lavorava al primo romanzo, The voyage out (La crociera, 1915)
e incominciava a scrivere A writer's diary (Diario, 1953, postumo). Dal
romanzo tradizionale si distaccò progressivamente con Night and day (Giorno e
notte, 1920), i racconti della raccolta Monday or Tuesday (Lunedì o martedì,
1921) e soprattutto con Jacob's room (La stanza di Giacobbe, 1922).
Intensissima anche la sua attività saggistica: Mr. Bennet and Mrs. Brown
(1924), The common reader (Il lettore comune, 1925), A room of her own
(Una stanza tutta per sé, 1929), dedicato ai rapporti tra la donna e la
narrativa. Tra i romanzi più noti: Mrs. Dalloway (La signora Dalloway, 1925),
To the lighthouse (Gita al faro, 1927), Orlando (1928), The waves (Le onde,
1931), The years (Gli anni, 1937). Dopo aver portato a termine il romanzo
Between the acts (Fra un atto e l'altro, 1941 postumo) si suicidò gettandosi nel
fiume Ouse.
I temi
Se i primi romanzi, The voyage out (La crociera, 1915) e Night and day
(Giorno e notte, 1920), mostrano una scrittrice ancora legata alle forme
tradizionali del romanzo, in Jacob's room (La stanza di Giacobbe, 1922) la
Woolf sperimentò la tecnica del flusso di coscienza, che avrebbe sviluppato nei
romanzi successivi: Mrs. Dalloway (La signora Dalloway, 1925), To the
lighthouse (Gita al faro, 1927), Orlando (1928), The waves (Le onde, 1931) e
Between the acts (Tra un atto e l'altro, 1941).
Ogni romanzo è una sorta di diario del personaggio, o dei personaggi, in cui si
succedono le annotazioni, le impressioni, le "memorie", a indicare la confusione
e il disordine della vita, a cui l'immaginazione deve dare senso e significato. La
concezione del tempo sottesa a tutti i romanzi della Woolf è quella di una
scansione non cronologica, consistendo piuttosto in un trapasso di sensazioni,
nella dimensione "interiore" di ogni anima. Nella vita della mente, la realtà
viene sperimentata come un continuo, incessante fluire; per questo l'obiettivo
primario dei suoi romanzi è il tentativo di comunicare questa esperienza,
strappandone i momenti più significativi, quelle improvvise illuminazioni che la
scrittrice chiama momenti di visione o percezione.
Mrs. Dalloway diventa personaggio attraverso la memoria, sua e delle persone
che la circondano, e attraverso l'adozione della tecnica dello stream of
consciousness, del flusso di coscienza; la trama e le descrizioni esterne
rivestono poco significato e il romanzo è costituito da una combinazione di
immagini simboliche, sorrette dal ritmo intenso e spesso poetico della prosa,
nel tentativo di rendere quell'"aureola luminosa" che è la vita. Una
rappresentazione spesso complicata, perché nella mente coesistono presente e
passato e perché diversi punti di vista dai quali la realtà può essere percepita
sono in contrapposizione. Nell'incessante "monologo interiore" si verificano
quelle improvvise folgorazioni che sembrano per un attimo cogliere qualcosa di
vitale, ma che tendono a svanire rapidamente, inghiottite dalla cieca
quotidianità.
"Gita al faro"
La definizione del carattere femminile, che in Mrs. Dalloway ha ancora
necessità di confrontarsi con il mondo per raggiungere la sua vera identità,
raggiunge la maturità in quello che è considerato il capolavoro della scrittrice,
To the lighthouse (Gita al faro). La pittrice Lilly Briscoe e la signora Ramsey,
figure dominanti del romanzo, riescono a raggiungere l'equilibrio interiore che
è dato dall'armonia col mondo esterno, anche se questo è possibile solo per
fuggevoli istanti, mediante una rappresentazione del presente come già
appartenente al passato. Il faro rappresenta il punto fermo della storia, lo
scopo di una gita mancata che si farà solo dopo molti anni, quando i
protagonisti non potranno più essere quelli di un tempo e anche i loro
sentimenti si saranno inesorabilmente trasformati. Le angolazioni plurime e
differenti dalle quali Mrs. Ramsey viene osservata, cioè le varie coscienze delle
persone che la circondano e il "flusso di coscienza" della stessa protagonista,
costituiscono una magistrale rappresentazione del divario fra tempo
cronologico e tempo interiore.
Le ultime opere
Come il faro, al centro della narrazione, rappresentava l'elemento unitario alla
base della ricerca stilistica della narratrice, così in The waves (Le onde) è il
movimento dell'acqua a scandire il tempo e l'alternanza di prosa e poesia, di
romanzo e di opera teatrale, a ricreare dall'interno dei sei personaggi,
mediante il fluttuare dei loro pensieri, l'illusione della vita.
L'arte della Woolf, tesa a cogliere nei particolari più comuni e nelle normali
occasioni quotidiane il malessere profondo che impedisce a ciascuno di
comunicare con gli altri, si dispiega pienamente in Between the acts (Tra un
atto e l'altro), sorta di testamento spirituale e stilistico e uno dei romanzi
sperimentali più arditi del Novecento. In questo resoconto di un solo giorno
(come Ulysses di Joyce), con un'eccezionale economia dei mezzi espressivi e
una forte connotazione lirica, si narra di una festa di beneficenza in una villa
signorile. La recita rappresentata, la tristezza e solitudine degli ospiti, tutto
allude a una fine incombente, allo smarrimento di ogni senso che, di lì a poco,
avrebbe travolto la stessa autrice. La trasparenza dello stile delle ultime opere
della Woolf rivela quanto vicina alla poesia si trovi la sua prosa; la disciplina
ferrea del suo linguaggio le permette di raggiungere un difficile equilibrio tra
chiarezza intellettuale, intensità di affetti e maestria stilistica.
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