Salute e benessere a Verona e provincia

Salute e benessere a Verona e provincia
Trimestrale - anno V - n. 1/2010 marzo 2010
marzo 2010
Dott.
Dott.Allegri
Giovanni
Giovanni
Allegri
Proprietario ed
Editore
Proprietario ed Editore
Dott.ssa
Dott.ssa
Daniela Coloni
Daniela Coloni
Responsabile di Redazione
Responsabile di Redazione
“Non sono le specie più forti a sopravvivere, e neanche le più intelligenti,
ma quelle che reagiscono prima ai cambiamenti”
Charles Darwin
Registrazione N. 1673
depositata presso il Tribunale di Verona
in data 26 Luglio 2005
Proprietario ed Editore Dott. Giovanni Allegri
Via IV Novembre, 18 – 37126 Verona
Dir. Responsabile Pier Giuseppe Montresor
Responsabile di Redazione Dott.ssa Daniela Coloni
Pubblicità e Comunicazione
DC Communication Consulting
Tel. Cell. 347 1739112
Website: www.comunicazionediretta.com
SO MMARIO
Perizie medico legali in caso di incidente
Varicocele: a rischio la fertilità dell’uomo
L’ecografia tridimensionale in ostetricia
Prevenzione e trattamento delle lesioni capillari cutanee
Progresso Tecnico Ortodontico
Chirurgia implantare pianificata e guidata
La rizoartrosi o artrosi del pollice
Piccoli consigli per rimodellare le forme
Intestino irritabile
Seven Toning, il luogo ideale per armonizzare il corpo e lo spirito
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Perizie medico legali in caso di incidente:
perché farle, a cosa servono e come vengono usate
dagli avvocati di parte o delle assicurazioni?
Intervista alla Dott.ssa Federica Bortolotti Ricercatore Dip. Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Medicina Legale Università di Verona
di Daniela Coloni
N
fisica del soggetto conseguente
al sinistro, il secondo al danno
al patrimonio (comprendente
sia le spese sostenute, danno
emergente, che la riduzione
della capacità di guadagno, lucro cessante) ed infine il terzo
consiste nel dolore causato dal
fatto illecito in esame.
Con particolare riguardo al
ell’ambito dell’infortunistica stradale la perizia
medico legale trova ragione nella necessità di valutare il danno
alla persona. Sinteticamente,
tale danno comprende il danno
biologico, il danno patrimoniale e il danno non patrimoniale o
morale. Il primo si riferisce alla
riduzione della validità psico-
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marzo 2010
danno biologico, esso comprende una
componente temporanea (danno biologico
temporaneo) ed una permanente (invalidità
permanente).
La prima si riferisce ai giorni di malattia
conseguenti alla lesione subita a causa del
sinistro stradale, nonché ai giorni di convalescenza, mentre la seconda fa riferimento
agli eventuali esiti a caratteri permanente
residuati al termine della malattia.
La valutazione del danno biologico temporaneo viene eseguita sulla base della
documentazione medica (cartelle cliniche,
referti specialistici, certificati di malattia,
…) e consiste appunto nel computo dei
giorni di malattia sommati a quelli di convalescenza.
La valutazione del danno biologico permanente viene invece eseguita sulla base di
una visita medico legale che ha lo scopo
di determinare la riduzione della complessiva validità psico-fisica del soggetto conseguente al sinistro. Tale riduzione viene
espressa in percentuale rispetto ad una validità normale, facendo riferimento a specifiche tabelle contenute all’interno di norme ministeriali dedicate, nonché in linee
guida quali quelle della Società Italiana di
Medicina Legale (SIMLA).
Le tabelle delle menomazioni sopra citate
rappresentano, uno strumento fondamentale per la valutazione del danno biologico
permanente, al fine di ottenere la massima
omogeneità scientifica e riproducibilità del
giudizio valutativo a parità di diagnosi delle infermità e menomazioni conseguenti. Si
deve tuttavia precisare che la tabella ha solo
un valore indicativo dovendo tener presente
nella valutazione del caso specifico le caratteristiche individuali della persona lesa, quali
lo stato anteriore, l’età, l’eventuale presenza
di altre patologie, etc.
Risulta dunque chiara la necessità che la
valutazione del danno venga eseguita da un
medico legale o comunque da un medico di
comprovata esperienza medico legale, essendo la motivazione elemento essenziale e qualificante del giudizio valutativo al di là della
mera indicazione numerica.
Gli avvocati di parte, così come le assicurazioni, utilizzano la perizia medico legale
come supporto tecnico per la quantificazione del danno e quindi per la determinazione
dell’entità della liquidazione.
Può essere che la perizia del medico legale non corrisponda ai veri tempi e costi di
F iss i oter apLegale
Fisioterapia
Medicina
ia
Dott.ssa Federica Bortolotti
cura del danno riportato?
Si può asserire tranquillamente che ciò non è
possibile, in quanto il computo dei giorni di
malattia, così come delle spese mediche sostenute (danno emergente) è eseguito dal medico legale sulla base di specifica documentazione clinica ed amministrativa che viene
peraltro usualmente riportata nella perizia.
Chi diventa garante delle perizie legali di
parte, se i medici legali sono bene o male tutti
in relazione con le compagnie assicuratrici?
Esistono rischi di collusione tra compagnie assicurative e medici compiacenti?
È evidente che la domanda esprime un atteggiamento di sfiducia nei confronti della
categoria, che mi sento di difendere senza
remore.
Preciso infatti che non tutti i medici legali
lavorano per assicurazioni private, e che comunque l’eventualità di lavorare per “parti
diverse” è intrinseca del lavoro del medico
legale che si può trovare a lavorare oggi per
un caso come consulente tecnico del tribunale, domani per un altro caso come consulente tecnico di parte per l’attore, e il giorno
successivo ancora per il convenuto. Ciò che
caratterizza la formazione del medico legale
e ne stabilisce la professionalità è il principio
dell’equidistanza, ovverossia la capacità e il
dovere di mantenere le proprie valutazioni
professionali sul piano oggettivo in modo
imparziale.
Va inoltre precisato che la valutazione medico legale avviene comunque nel contraddittorio delle parti (medico legale dell’assicurazione e medico legale di parte) e nel
caso non si addivenga ad un valutazione che
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soddisfi il periziando, il medesimo può ricorrere al tribunale che nominerà a sua volta un proprio consulente tecnico d’ufficio.
Emerge dunque molto chiaramente che la valutazione del danno alla persona non dipende
esclusivamente dal lavoro di un singolo professionista, ma rappresenta piuttosto il risultato di un confronto tecnico-professionale
tra periti diversi e ciò assicura ulteriormente
sull’oggettiva imparzialità del processo di
valutazione del caso.
Esistono sistemi di controllo o tutto è lasciato semplicemente all’etica personale
che come sappiamo spesso cede il passo
agli interessi privati?
Il sistema di controllo risiede nella stessa
procedura di valutazione che come sopra
illustrato avviene nel contraddittorio delle
parti e comunque prevede la possibilità di
rivolgersi ad una parte terza.
La valutazione dei danni e del punteggio
di invalidità a cui va associato il relativo rimborso ha parametri fissi condivisi
in tutte le regioni italiane o ci sono differenze da regione a regione e in questo
caso perché?
Per quanto riguarda il punteggio di invalidità, come sopra spiegato, si fa riferimento a
specifiche tabelle, che sono le stesse su tutto
il territorio nazionale.
Per quanto riguarda invece il valore monetario del punto percentuale lo stesso è fissato
per legge (L. 57/2001 e successivi aggiornamenti) per le invalidità comprese tra 1 e
9%, mentre per le invalidità comprese tra 10
e 100% i singoli tribunali fissano i criteri di
liquidazione.
Se qualche cittadino avesse dei dubbi sulla
professionalità di qualche medico legale
come deve comportarsi e a chi dovrebbe
segnalarlo?
Se con professionalità si intende competenza
professionale, nel caso si tratti del medico legale di parte, il cittadino può rivolgersi ad un
altro professionista.
Nel caso invece si tratti del medico legale
dell’assicurazione, il cittadino tramite, il proprio medico legale, può contestare le posizioni assunte dal primo e in caso non ottenga
soddisfazione chiedere un arbitrato o andare
in causa.
Se invece con dubbi sulla professionalità si
fa riferimento al fatto che il medico legale
non rispetti le norme etiche o giuridiche,
il cittadino si potrà rivolgere all’Ordine dei
Medici o al Tribunale, rispettivamente.
marzo 2010
Pediatria
Varicocele: a rischio la fertilità dell’uomo
Dottor Nicola Zampieri, Specialista in Chirurgia Pediatrica, Membro dell’ “American Academy of Pediatrics” e “American Urological Association”
di Giovanni Allegri
È
la causa piu’ comune
di infertilità maschile e
troppo spesso viene diagnosticato ad uno stadio avanzato.
Conosciamo il Varicocele, come
prevenirlo e curarlo, incontrando chi se ne sta occupando da
ormai diversi anni, il dottor
Nicola Zampieri, attualmente
impegnato in un dottorato di ricerca presso la Facoltà di Medicina di Verona, operante presso
l’Ospedale “Orlandi” di Bussolengo, Clinica “S. Francesco” di
Verona ed il Centro Tethys -riproduzione assistita-Verona.
Dottor Zampieri, innanzitutto, ci spieghi cos’è il Varicocele?
“Il Varicocele è la patologia
andrologica più diagnosticata
nell’età adolescenziale ed è la
prima causa di sub-fertilità e
sterilità di coppia nell’adulto.
Interessa il sistema vascolare
del testicolo (plesso pampiniforme), e si caratterizza per una
consistente e progressiva dilatazione ed incontinenza delle
vene testicolari, creando quindi
una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo.
Colpisce il 15/ 25% della popolazione maschile ed essendo
una patologia a carattere evo-
lutivo è già presente in età pediatrico- adolescenziale (10-14
anni). Negli ultimi anni, l’età
media alla diagnosi si è notevolmente spostata verso i 20-25
anni poiché è stata abolita la visita di leva. Quindi il rischio di
sottovalutare questa patologia è
considerevole.”
Come si fa a riconoscere il Varicocele?
“Consideri che il Varicocele
è una patologia “ subdola” in
quanto nella maggior parte dei
casi non si hanno sintomi evidenti, non si avverte dolore.
Un ragazzo può non accorgersi
di avere il Varicocele.
La diagnosi è semplice ed av-
Dottor Nicola Zampieri
drologo o urologo) che permette
di determinare la presenza di
varicosità (dilatazione delle
vene) a livello testicolare.
A paziente in posizione eretta si
chiede di eseguire la manovra di
ponzamento (come per contrarre
i muscoli addominali) visitando
entrambi i funicoli spermatici.
La presenza del varicocele
(dilatazione delle vene) viene
quindi classificata in tre gradi:
I grado dilatazione palpabile
solo sotto sforzo; II grado dilatazione palpabile senza sforzo;
III grado varicocele visibile ad
occhio nudo.
La conferma della presenza della patologia si ottiene tramite
l’utilizzo dell’Eco-Color-Doppler scrotale o per mezzo della
Velocimetria Doppler, metodiche che documentano e quantificano il reflusso venoso, criteri
essenziali per la diagnosi del
Varicocele e per deciderne l’iter
terapeutico.
Dottor Zampieri, per concludere, quali consigli si sente di
dare ai nostri lettori maschi
ma anche alle mamme, alle
prese con figli in età adolescenziale?
“In età pediatrica per prima
viene in due modi: clinica e
strumentale.
Clinicamente attraverso un accurato e completo esame dei genitali da parte del medico (an-
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cosa consultarsi con il pediatra
di famiglia quando il ragazzo
ha un’età compresa tra i 10 e i
12 anni, ed eseguire una visita
specialistica per escludere la
presenza del varicocele, poi,
con cadenza annuale, un controllo clinico-strumentale fino
alla fine dell’età dello sviluppo
(15-16 anni); abbiamo infatti
recentemente dimostrato come
alcuni pazienti hanno sviluppato un varicocele dopo 2-3 anni
dalle prime visite “negative”.
Il trattamento medico successivo alla diagnosi dipende da
diversi fattori e comprende il
semplice controllo annuale oppure l’intervento chirurgico.
La conseguenza più frequente
nel trascurare questa patologia,
e lo osserviamo quotidianamente, è l’alterazione del liquido
seminale che presenta diverse
anomalie tra cui, le più comuni, la diminuzione del numero
di spermatozoi e l’alterazione
della loro mobilità portando, in
taluni casi, alla sterilità parziale
o totale.
Ciò non è automatico e l’incidenza varia da individuo ad
individuo,tuttavia, prima si
agisce, meglio è.”
marzo 2010
Maternità e bambini
L’ecografia tridimensionale in ostetricia:
un momento ludico per i futuri genitori
e uno strumento utile per gli operatori.
Dott.ssa Sara Poggi, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, responsabile del Fetal Medicine Centre di Verona
L
’ecografia tridimensionale
permette lo studio del volume di un tessuto fetale.
Le fi nalità scientifiche per cui è
stata introdotta nel campo sono lo
studio approfondito dell’encefalo
fetale, del cuore e della sua cinetica, del volto e del palato, della
colonna vertebrale e dei volumi
degli organi in alcune condizioni patologiche o della placenta.
Alcune applicazioni del tri e
quadridimensionale favoriscono
inoltre la didattica.
L’ecografia in 3D per i futuri genitori è un momento ludico e al tempo stesso un momento importane
dal punto di vista affettivo. La
maggior parte delle future mamme e dei futuri papà riferiscono di
comprendere appieno la presenza
del loro bimbo che si sta sviluppando dopo averlo visto all’ecografia e che vederlo in tre dimensioni li rende più consapevoli.
A volte inoltre se nel feto sono
presenti difetti al volto, agli arti,
alla colonna vertebrale o dei
genitali, la visione in 3D aiuta
mamme e papà a capire l’entità
del problema.
L’ecografia quadridimensionale
non è altro che la tridimensionale
in tempo reale e viene utilizzata
quando il feto è in movimento e
pertanto si possono visualizzare
anche le espressioni del feto.
Infatti a volte si osserva il feto
che ride, a volte si lamenta, sbadiglia, apre e chiude gli occhi.
L’ecografia tridimensionale e
quella quadridimensionale possono essere effettuate a qualsiasi epoca gestazionale, il periodo
migliore per vedere il volto del
feto ed ottenere un risultato gradevole è attorno alla 28ma settimana gestazionale.
Nel I trimestre dal punto di
vista scientifico si possono
valutare i volumi placentari e
fetali, mentre mamma e papà
grazie alla modalità “rendering”
possono ammirare il feto in 3
dimensioni per intero e divertirsi a guardare i movimenti degli
arti e del corpo fetale.
Nel caso di gravidanze multiple c’è la possibilità di vedere i
gemelli insieme, cosa che non
riesce facile con l’ecografia bidimensionale.
Nel II trimestre le varie applicazioni del tridimensionale aiutano
l’operatore nello studio di alcuni
apparati come il sistema nervoso
centrale e l’apparato cardiova-
po’ “magrolino” ovviamente a
quest’epoca gestazionale.
Oltre a ciò si possono visualizzare i movimenti delle mani,
vedere i feti che “imparano” a
succhiarsi il pollice, a coprirsi
gli occhi o le orecchie.
Nel terzo trimestre le applicazioni utili agli operatori sono le
medesime indicate per il secondo
trimestre mentre è proprio questo il momento in cui mamma
e papà riferiscono le maggiori
soddisfazioni: le caratteristiche
del volto si avvicinano a quelle
di un neonato, alcune particolarità di naso e bocca sono riconducibili, ma soprattutto il feto
scolare, le diagnosi di normalità
e i riscontro di eventuali reperti
patologici vengono eseguiti con
la tecnica bidimensionale ma
le applicazioni tridimensionali
aiutano l’operatore nello studio
di alcuni particolari.
I genitori invece possono ammirare il volto fetale, ancora un
ha una maggiore “espressività”
a volte sembra sorridere o apre
la bocca e deglutisce, si “acciglia” se l’operatore lo spinge per
farlo girare.
Il risultato dell’ecografia tridimensionale non è sempre
garantito e comunque le attese non vengono soddisfat-
5
te, questo perché anche con i
macchinari migliori la qualità
dell’ecografia in 3D è inficiata
da condizioni sfavorevoli quali
la scarsa ecogenicità dei tessuti materni, la localizzazione
placentare, l’assenza di una
buona falda di liquido amniotico di fronte alla superficie da
visualizzare,la posizione fetale
sfavorevole.
La mancata visualizzazione
dell’immagine del volto in 3D
non significa comunque che il
volto del feto non sia stato studiato dettagliatamente, infatti
ho già spiegato che la diagnosi
delle anomalie, anche quelle
della faccia, viene eseguita con
la tecnica bidimensionale.
In futuro probabilmente le
conoscenze aumenteranno e
l’ecografia tridimensionale acquisirà anche validità diagnostica. Attualmente è molto utile
per lo studio e per l’insegnamento e per la gioia dei genitori, quasi sempre soddisfatti del
risultato.
marzo 2010
Dermatologia
Prevenzione e trattamento delle lesioni capillari cutanee
Intervista al dottor Gianfranco Barba, specialista in Angiologia Medica, specialista in Dermatologia e Venereologia, Laserterapia.
di Giovanni Allegri
“I capillari sono uno degli
inestetismi più diffusi e
comuni al giorno d’oggi,
si presentano come linee
di colorito variabile dal
rosso vivo al blu-violaceo
a decorso serpiginoso”.
Chiediamo al Dott.
Gianfranco Barba specialista angiologo e dermatologo, esperto di
trattamenti laser di spiegarci cosa sono e perché
compaiono.
“I capillari possono comparire sia negli uomini che
nelle donne, si rendono visibili per un allargamento
anomalo dei vasi sanguigni in prossimità della superficie cutanea. In realtà,
sono delle piccole vene dilatate, dette teleangiectasie
di calibro variabile da 0,1 e
1 mm o più.
I veri capillari sono molto
più sottili e non si vedono ad occhio nudo. Sono
molto diffusi soprattutto
in persone con pelle chiara, facilitati dall’esposizione solare, dal freddo
e da predisposizione
genetica, frequenti sul
viso e agli arti inferiori
possono essere associati
a vene reticolari, a varici
e ad insufficienza venosa,
a volte dovuti a squilibri
ormonali
(menopausa,
gravidanza o uso della
pillola anticoncezionale).
La couperose o rosacea è
un arrossamento permanente localizzato dapprima al naso e alle guance
poi anche alla fronte e
al mento accompagnato
da teleangiectasie, più
frequente nelle donne
associato a menopausa, a
PRIMA
disturbi della digestione,
stipsi, alterazioni tiroidee,
turbe mestruali, fattori
emozionali e stress, abuso
di alcool, caffè, cibi grassi e piccanti. L’angioma
stellato è un piccolo punto
rosso rilevato dal quale
si dipartono a raggiera
vasellini sottili e tortuosi
spesso presente nei bambini, in gravidanza e per
problemi epatici. L’angioma rubino, gli emangiomi
senili presenti negli adulti. Gli angiomi congeniti
sono malformazioni vascolari benigne caratterizzate da un numero eccessivo di vasi sanguigni
dilatati, una parte compare entro il 1° mese di vita,
1 su 3 sono presenti alla
nascita“.
Quali sono i possibili
trattamenti?
“Per le forme congenite
quali gli angiomi piani e
gli emangiomi si consiglia il trattamento preco-
DOPO
ce, nei primi mesi di vita,
per quelli, anche molto
piccoli, che siano in sedi
disturbanti oggettivamente (in sede palmo plantare
o periorifiziali) o soggettivamente (in regioni esposte, viso). Il Dye laser pulsato è il trattamento ideale,
senza anestesia, è in grado
di colpire, in maniera selettiva i vasi anomali dilatati senza provocare alcun
danno alle strutture sane
della pelle.
La laserterapia costituisce
la migliore e più moderna
metodica per eliminare
sia le teleangiectasie che
l’eritrosi (rossore diffuso),
cioè le due componenti
fondamentali che costituiscono i principali inestetismi della couperose o rosacea. Il trattamento delle
lesioni vascolari si basa
sull’assorbimento selettivo da parte dell’emoglobina contenuta nei vasi
sanguigni, l’energia as-
6
sorbita, trasformandosi in
calore, determina un danno mirato sulle strutture
vascolari.
Più laser sono attivi sulle strutture vascolari dal
Dye laser al laser Ktp
532, dal laser a diodo
al laser 1064 ND-yag o
alexandrite
longpulse
755nm. La scelta dipende dalla patologia vascolare e dal particolare
tipo di vaso da trattare
(a seconda della sede,
della grandezza e del
colore del vaso).
Per i “capillari” degli arti
inferiori la terapia sclerosante costituisce a tutt’oggi la terapia più usata per
i vasi di 2-4 mm. La sostanza iniettata danneggia
l’endotelio provocando
una reazione infiammatoria e una fibrosi della intera parete venosa.
In questo modo il sangue
viene deviato nelle vene
sane con un sensibile miglioramento della circolazione.
I vasi di calibro più piccolo di 2 mm possono
essere trattati in alternativa con differenti tipi di
laser a seconda del loro
calibro.
Sotto il diametro di 0,5
mm la terapia laser diventa la più indicata.
Va comunque tenuto presente che il trattamento
laser degli arti inferiori
è molto più complesso
del trattamento dei vasi
del volto per un insieme
di ragioni: la maggiore
pressione idrostatica, la
maggiore profondità cutanea e la maggiore complessità della loro struttura. Spesso le due tecniche
vengono associate per ottimizzare i risultati“.
Dott. Gianfranco Barba
Lungadige Giacomo Matteotti 7
37126 Verona
Tel e Fax 045 913246
www.gianfrancobarba.it
marzo 2010
Odontoiatria
Progresso Tecnico Ortodontico
efficienza e professionalità sempre al primo posto
di Daniela Coloni
DISPOSITIVI MOBILI
È
un piacere presentare, ai
medici ortodontisti che ancora non lo conoscessero, uno
studio tecnico ortodontico che si
differenzia in qualità e servizi e
che punta tutto sull’esperienza e
le abilità professionali del titolare, Emanuele Wolf, che cura
personalmente la costruzione di
ciascun impianto ortodontico.
E. Wolf, Membro Straordinario
dell’Associazione
Ortodontisti Italiani (ORTEC), opera dal
1986 nel settore dell’ortodonzia
e dal 1997 è presente col proprio
laboratorio “Progresso Tecnico
Ortodontico” nella realtà Veronese. Collabora con due tra le più
Emanuele Wolf Titolare di PTO
importanti aziende ospedaliere
di Verona: l’Ospedale Civile
Maggiore Borgo Trento e l’Istituto Ospedaliero Sacro Cuore di
Negrar, servendo inoltre più di
quaranta studi ortodontici specializzati.
Orientato allo studio e sviluppo
di nuovi dispositivi funzionali,
in stretta cooperazione con stimati medici ortodontisti, come il
Dottor Adriano Muraro, il Dott.
Michele Giaretta, la Dott.ssa Giovanna Perona, la Dott.ssa Federica Furlani, la Dott.ssa Elisabetta
Grendene, il Dottor Francesco
Oreglia, lo Studio Tecnico Ortodontico di E. Wolf organizza periodicamente degli incontri culturali e formativi rivolti ai medici specializzati in ortodonzia,
per aggiornamenti sulle tecniche
più innovative del settore.
a Verona e Provincia dalle 8,00
alle 20,00, presso gli studi medici a mezzo corriere
- Tempi di lavorazione brevi: 3
giorni lavorativi per lavorazioni
- Priorità d’esecuzione per lavorazioni urgenti: esecuzione e
consegna in 24 ore
- Reperibilità continua al seguente numero telefonico:
+39 347 1919272
- Corsi di aggiornamento:
su richiesta e a tema
Espansore rapido
saldato al laser in molle
Noti Specialisti a livello nazionale hanno saputo apprezzare la
meticolosità e l’impegno, nonché l’attenzione alla ricerca e
allo sviluppo di nuove soluzioni
ortodontiche di E. Wolf che, con
spirito innovativo e continua selezione dei materiali tecnologicamente più all’avanguardia nel
settore, sa far fronte alle sempre
più varie richieste di personalizzazione che gli ortodontisti si
ritrovano ad avanzare per trattare al meglio i propri pazienti.
Il laboratorio effettua bandaggi
indiretti con qualsiasi tipo di attacchi, dispositivi funzionali di
pedro planas, byte ortodontici
di roth costruiti su articolatore
panadent, disgiuntori rapidi forestadent saldati esclusivamente
al laser, posizionatori in resina
morbida trasparente, paradenti
sportivi.
A tal proposito, innumerevoli
apparecchi mobili e fissi costruiti da E. Wolf sono citati nel libro
“L’ortodonzia e i suoi dispositivi” del Dott. Vincenzo Piras, in
collaborazione con il Dott. Fabrizio Montagna e l’Università
di Cagliari.
Progresso Tecnico Ortodontico
di Emanuele Wolf
I servizi offerti dallo Studio Progresso Tecnico Ortodontico di E.
Wolf sono:
- Consegna e Ritiro 24 ore su
24: attraverso cassetta di ritiro e
deposito degli apparecchi
- Ritiro e Consegna Gratuito
(alcuni esempi)
Arco di retrazione c/Lip Bumper
Guscetti in resina per rialzo masticazione
Perla di Tucat con placca Hawley e ganci Dominique
Placca c/vite distalizzante
Placca con vite Bertoni
Placca di Alexander
Placca di Castillo Morales
Placca di May
Placca di Thorow con Tucat
Placca di Thourow
Placca Ginevra
Placca Hawley
Placca inferiore c/vite settoriale
DISPOSITIVI FUNZIONALI
(alcuni esempi)
Andresen
“Il laboratorio
il 16 ottobre 2010 alle ore 9
organizzerà un incontro
culturale sul tema dei
dispositivi funzionali
in collaborazione
di medici ortodontici.
Quest’ultimi faranno vedere i
propri casi ed eventuale terapia
ortodontica usata
su quel paziente.
Per informazioni e adesioni
Delte Forniture Ortodontiche
tel. 0458205691
Attivatore Pedro Planas
Bass con T.E.O.
Bionator
Bionator 2 schermato c/ scudi in resina
Bionator II classe
Bionator inverso
Bionator inverso c/ perla di Tucat
Bondi (1)
Bondi (2)
E.L.N. arrampica lingua
Envelope Lingual Nocturn
Frankel II
Frankel III con viti settoriali
DISPOSITIVI FISSI
(alcuni esempi)
Apparecchio di Herbst
Arco linguale
Arco linguale superiore con inserzione
Barra di Gosgharian
Barra di Gosgharian con arco palatale saldato
Barra di Gosgharian con bottone di Nance disinseribile
Bielix inferiore
Bielix inferiore modificato
Bottone di Nance diretto
Bottone di Nance disinseribile
Cantilever disinseribile
Disgiuntore saldato con saldatrice al laser Orotig
In tabella: Alcuni esempi di dispositivi
ortodontici in produzione
Progresso Tecnico Ortodontico
di Emanuele Wolf
Via C. Fasoli, 9
37135 Ca’ di David (Verona)
Tel: 045 540555
Cell: 347 1919272
Sito: www. ptowolf.it
E-mail: [email protected]
Twin block 2classe
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marzo 2010
Odontoiatria
Chirurgia implantare
pianificata e guidata
Dott. Stefano Orio, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia
di Daniela Coloni
I
l tempo che passa spesso porta
con sé anche il meglio di noi:
il sorriso.
La malattia e la perdita dei denti definitivi ci lascia a bocca
asciutta, o meglio a bocca vuota,
facendoci sembrare tutti dei teanzitempo.
ner vecchie
neri
v
vecchietti
tti an
anzit
zi
ricorrere
E così eccoci a ri
ricorre
ricor
orre all’utilizzo di protesi dentali
entali che ci
aiutano a tornare allee ab
abitudini
abi
b
i
di sempre come il poter
addenerr aad
ntare e masticare ogni tipo
po
o ddi cibo
bo
o
e ci regalano di nuovo ill no
nostro
o tro
r
ro
aspetto sano e giovanile.
e.
Le soluzioni per recuperare
upera
eraar ill
er
sorriso sono molte, dallee cco
corone
coro
oro
roone
on
nee
(capsule), ai ponti, alle “dent
“dentientiere”, ma esiste anche l’intervento
interv
ntte
terv to
o
chirurgico per ritornare,
attraver-e, aatt
attr
so l’implantologia,
avere
ogia, ad aver
v denti che sentiamo
come
amo
o davvero
v
nostri e non com
come posticci.
Chiediamo al
Orio cos’è
al dott
dot O
dott.
l’Implantologia.
ogia
g
Per implantologia
og
gia dentale
tale
le ssii
le
in
intende
quell’insieme di ttecniche chirurgiche atte a riabilitare
funzionalmente un paziente a
cui mancano totalmente o parzialmente i denti (edentulismo)
mediante l’utilizzo di impianti
dentali ovverosia radici artificiali metalliche inserite chirurgicamente nell’osso mandibolare o
mascellare. A queste “radici” si
possono connettere protesi fisse
o mobili per la restituzione della
funzione masticatoria. Tali impianti possono essere di diverse
forme, inseriti in diverse sedi con
varie tecniche e poi connessi alle
protesi con diverse tempistiche.
Attualmente i moderni impianti
osteointegrati sono tutti realizzati in titanio, un metallo assolutamente compatibile con l’organismo e che quindi non causa
rigetto, ed inseriti con apposite
tecniche chirurgiche favorenti la
neoformazione ossea al disopra
della loro struttura.
I più utilizzati sono quelli cilindrici a vite con superficie ruvida,
nella maggioranza dei casi lasciati sommersi sotto gengiva per
un certo periodo di tempo. Maggiori sono la qualità e la purezza
dell’impianto,
rischio di
l’impianto,
mpian o, mino
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minore
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complicanze.
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L’implantologia endosseaa è es
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la gengiva; in base alla tempistica
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di utilizzo (funzionalizzazione)
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avremo carico immediato,
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ppato, differito (2-3 mesi di
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posizionati nel
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osso del paziente,
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della rigenerazione
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i
tecnico
qquindi
di ciò che in termine
ter
si chiama osteointegrazione.
zi ne.
ee.
Quali sono comunemente i temm
pi di intervento e di ripristino
i
della naturale masticazione ricorrendo all’implantologia?
I tempi variano ovviamente a seconda del numero di impianti necessari, ma anche a seconda della
tecnica che il chirurgo adotta.
Prendiamo come esempio di riferimento, per dare dei parametri di
valutazione temporale, il caso di
un paziente a cui debbano essere
“ricostruiti” 6 denti. L’intervento
chirurgico con la tradizionale tecnica chirurgica, prevede l’incisione della gengiva, la perforazione
dell’osso, l’inserimento dei perni
e la chiusura della ferita coi punti.
Se non subentrano complicazioni,
di per sé l’intervento necessita di
circa 1 ora e mezza. La parte più
disagevole per il paziente consiste nell’attendere i tempi tecnici
Guida radiografica e indice
1 occlusale in proiezione frontale
(Immagini concesse
da Nobel Biocare)
di assestamento e integrazione
dell’impianto, fase necessaria per
poi poter applicare le soluzioni
“protesiche” scelte (i denti).
Parlava di Possibilità di scelta
delle tecniche chirurgiche, significa che ne esistono di più
tipi?
Si, la tecnologia, oggi ci corre
in aiuto per perfezionare sempre
meglio la tecnica chirurgica, permettere
r una riduzione dei
eii tempi
d’intervento, garantire la precisione dell’operazione e soprattutto accelerare la conclusione
del processo di ripristino della
masticazione e di riabilitazione
completa del paziente.
Nel 1965, il Professor Branemark
fondò l’implantologia moderna
trattando il suo primo paziente,
Gosta Larsson.
Nel 2005 si sono festeggiati i 40
anni: il Branemark System è stato utilizzato più di qualsiasi altro
sistema per trattare un numero
considerevole di pazienti.
È infatti ancora il punto di riferimento per tutti gli altri sistemi implantari ed è di gran lunga il metodo clinicamente più documentato
al mondo. Attualmente utilizzo
“Nobel Guide” di Nobel Biocare:
l’evoluzione della metodica Branemark che sfrutta la tecnologia
informatica per diagnosticare,
pianificare l’intervento e guidare
in modo preciso le mani del chirurgo.
In cosa consiste questa guida
chirurgica?
Poiché è abbastanza complesso
spiegare in modo chiaro tutto il
procedimento, preferisco proce-
2 Diagnosi e pianificazione degli impianti
(Immagini concesse da Nobel Biocare)
8
marzo 2010
3
Odontoiatria
Foto del visualizzatore diagnostico
(Immagini concesse da Nobel Biocare)
dere per punti sequenziali:
- esame clinico: il medico esamina
il paziente e prende le impronte
per i modelli di studio;
- partendo dall’impronta si crea un
modello in gesso e l’odontotecnico su indicazione del medico crea
una simulazione dentale che ripristini la funzione masticatoria;
- il medico controlla nella bocca
del paziente la simulazione dentale in resina, che rappresenta il profilo della futura protesi e che viene
trasferito sulla guida radiografica;
- viene creato un indice occlusale
per garantire il corretto posizionamento della guida radiografica
nella bocca del paziente durante la
scansione (foto di guida radiografica e indice occlusale);
- il paziente si sottopone a scansione TC per una digitalizzazione ad
alta risoluzione.
Nobel Biocare ha studiato una tecnica di doppia scansione la prima
è una scansione del paziente con
in bocca la guida e l’indice occlusale radiografici. La seconda è una
scansione della sola guida radiografica. Sulla base di appositi indicatori sferici visibili in entrambe le
scansioni, queste vengono combinate con precisione in modo da
ottenere un modello osseo 3D del
paziente e un modello 3D della
guida radiografica;
- la combinazione di un modello
osseo 3D con la guida 3D permette al dentista una valutazione
adeguata della quantità di tessuto
osseo e del posizionamento degli
impianti. È possibile identificare
e contrassegnare le strutture anatomiche importanti, quali nervi e
vasi sanguigni o radici dei denti,
con l’ausilio di diverse visualizzazioni.
Grazie a questi strumenti si possono ottenere diagnosi dettagliate
dei pazienti;
- l’odontoiatra esegue quindi
grazie al computer, il posizionamento virtuale degli impianti;
- dopo la finalizzazione e l’approvazione della pianificazione,
viene eseguita la progettazione
della relativa mascherina chirurgica, personalizzata in base alla
posizione, al tipo e alle dimensioni degli impianti;
- la mascherina chirurgica consente all’odontotecnico di crea-
4
Indicazione delle strutture anatomiche importanti
(Immagini concesse da Nobel Biocare)
re una soluzione protesica provvisoria prima dell’intervento
chirurgico e all’odontoiatra di
eseguire una chirurgia veloce e
con un decorso post-operatorio
rapidissimo ed indolore.
Insomma con questo tipo di
chirurgia pianificata è possibile intervenire sul paziente in
modo decisamente poco invasivo, rapido, efficace, preciso e
permettere al paziente di uscire dallo studio già coi denti in
bocca evitandogli imbarazzanti
periodi di disagio psicologico e
funzionale, oltre che evitando
gonfiori, ematomi ed antiesteti-
9
ci, oltre che dolorosi, effetti collaterali dell’intervento.
Via Cà di Cozzi, 12
37124 Verona Tel. 045 8300721
fax 045 8348848
marzo 2010
Ortopedia
La rizoartrosi o artrosi del pollice
di Michele Pavoni (Ortopedia- Ospedale Sacro Cuore di Negrar)
L’
Artrosi è una malattia caratterizzata dalla lenta e progressiva
degenerazione della cartilagine articolare. In un’articolazione normale la cartilagine
articolare riveste le ossa permettendo a queste di scivolare
l’una sull’altra senza alcun attrito. Se la cartilagine progressivamente si consuma il movimento tra le ossa avviene con
attrito provocando dolore.
Quando l’artrosi interessa l’articolazione trapeziometacarpale situata alla base del pollice
si parla di Rizoartrosi. La malattia colpisce più frequentemente le donne degli uomini e
fa solitamente la sua comparsa
dopo i 40 anni.
Sintomi. Il sintomo principale è costituito dal dolore che
compare quando il paziente
esegue semplici movimenti di
prensione con il pollice come
per esempio rimuovere il coperchio di un barattolo o girare
la chiave in una serratura.
Il dolore può anche comparire
spontaneamente con il cambiamento del tempo, in particolare in presenza di umidità.
Il dolore viene inoltre risvegliato dalla pressione diretta sull’articolazione alla base del pollice.
Con il passare del tempo la
riduzione della forza espressa
durante la prensione diventa
sempre più marcata e il dolore compare nello svolgimento
di attività manuali sempre più
leggere.
Caratteristica della rizoartrosi
è anche la comparsa nelle fasi
iniziali di un rigonfiamento
alla base del pollice seguito
da un progressivo spostamento della base del pollice verso
l’esterno.
Con il progredire della malattia l’apertura del pollice verso
l’esterno si riduce rendendo
sempre più difficoltoso afferrare anche piccoli oggetti.
Trattamento. Il trattamento
delle fasi iniziali consiste nella
somministrazione di farmaci
antiinfiammatori per via orale
e nella riduzione del movimento alla base del pollice tramite l’utilizzazione di un tutore
facilmente reperibile in commercio. Questo tutore consente
spesso al paziente di svolgere
adeguatamente le normali attività quotidiane e anche attività
lavorative che non richiedono
l’uso particolare della mano.
Un’infiltrazione di cortisone
direttamente nell’articolazione
può, a volte, risolvere tempo-
raneamente la sintomatologia
dolorosa.
Il trattamento chirurgico risulta necessario nelle fasi più
avanzate quando il dolore persiste anche a riposo e la difficoltà di prensione diventa marcata. Il trattamento chirurgico
viene eseguito solitamente in
anestesia plessica (anestesia
periferica alla base dell’arto) e
richiede un ricovero di almeno
un giorno.
Il tipo di trattamento chirurgico dipende dalle condizioni in
cui si trovano le articolazioni
alla base del pollice. Un esame radiografico, potrà rivelare
l’estensione del processo artrosico e indicare al chirurgo la
procedura più adatta al caso.
Se solo l’articolazione trapezio-metacarpale risulta colpita
l’intervento consiste nella rimozione della porzione danneggiata di trapezio e di metacarpale e nella loro sostituzione con una protesi articolare
totale.
Se tutte le articolazioni risultano danneggiate, l’intero trapezio deve essere rimosso e la
10
base del 1° metacarpale deve
essere stabilizzata.
L’intervento viene defi nito tenoartroplastica biologica e
consiste nel colmare lo spazio
lasciato vuoto dalla asportazione del trapezio con un lembo di
tendine utilizzato come stabilizzatore del 1° metacarpale.
La fusione articolare o artrodesi rappresenta un metodo
alternativo, ma solo se l’artrosi
colpisce la sola articolazione
trapezio-metacarpale e nei pazienti di sesso maschile dediti
ad attività lavorative particolarmente pesanti.
Risulta molto efficace sul dolore senza causare alcuna perdita di forza ma determina una
riduzione della mobilità del
pollice perchè le due ossa alla
base del pollice, il trapezio e il
metacarpale, vengono permanentemente fuse tra loro
In conclusione il chirurgo deve
prendere una decisione solo
dopo aver discusso ampiamente con il paziente di tutte
le problematiche associate alla
rizoartrosi e di tutte le possibilità terapeutiche descritte in
letteratura.
marzo 2010
Naturopatia
Piccoli consigli per rimodellare le forme
di Valentina Bianchi, Naturopata
M
ancano pochi giorni alla fine dell’inverno, finalmente il caldo piano piano ci
permette di abbandonare i pesanti cappotti e
le forme dei nostri corpi saranno nei prossimi
mesi in bella mostra. Dopo un lungo periodo di
vita sedentaria, al chiuso, di stress e alimentazione ricca di grassi e proteine e povera di vegetali che comporta un accumulo di tossine, la
primavera rappresenta un momento importante
per dare una sferzata al metabolismo.
Centrale è innanzitutto il ruolo della dieta, che
supporti e aiuti la funzione degli organi emuntori, fegato e rene, permettendo una “pulizia”
profonda. Evitare quindi alimenti ricchi di lipidi e zuccheri e utilizzare frutta e verdura fresca,
cereali integrali in particolare il riso, legumi,
noci e semi. Alimenti diuretici e depurativi
sono la cipolla in particolare cruda; i cavoli ottimi antiossidanti; la fragola..
Per ridurre la ritenzione idrica si ricorda di
bere almeno due litri di acqua al giorno anche
sotto forma di tisane o infuso o decotti depurativi ad esempio a base di tarassaco o cicoria; è
utile aggiungere nell’acqua anche rimedi fitoterapici che aiutano a drenare come la pilosella
e la linfa di betulla.
Senza incorrere in difficili diete un ottimo
modo per perdere peso è semplicemente consumare il cibo giusto all’ora giusta e scegliere
il momento più appropriato della giornata per
fare esercizio fisico.
Il ritmo circadiano, il nostro orologio biologico interno, è coinvolto nella produzione e nella
regolazione di ormoni ed enzimi responsabili
del metabolismo Una corretta alimentazione
non è solo costituita da ciò che mangiamo, ma
anche da quando mangiamo.
Dobbiamo però creare un programma “perdi
peso” in base alla tipologia della persona.
Il soggetto in sovrappeso a “pera”, con accumulo
nella parte inferiore del corpo, dovrà consumare più carboidrati la mattina, momento in cui gli
ormoni intervengono sul metabolismo glucidico
che lavora a pieno regime, permettendo il consumo immediato anche degli alimenti più calorici. Poiché il metabolismo dei carboidrati tende
a impigrirsi nel corso delle ore, a pranzo è bene
non associare primo e secondo, ma limitarsi a un
piatto di pasta o di minestra. Le proteine, al contrario, vanno assunte solo la sera, a cena, anche
in funzione del fatto che stimolano la secrezione
di melatonina, ormone che favorisce un buon
sonno e dell’ormone della crescita (GH) che incrementa la lipolisi.
Questo soggetto è meno sensibile allo stress,
producendo meno cortisolo, e quindi può permettersi di allenarsi di più. Il momento migliore
della giornata per allenarsi è al mattino presto a
digiuno, quando i livelli di glicogeno sono bassi
cosicché l’organismo tende preferenzialmente ad
utilizzare i grassi a scopo energetico, oppure in
tarda serata quando l’allenamento associato ai
pasti proteici favorirà la secrezione del GH, aumentando così le capacità lipolitiche. È quindi
consigliata l’attività aerobica al mattino e l’attività di tonificazione alla sera.
Il soggetto invece a “mela”, con accumulo nella
parte superiore del corpo avrà una scarsa tolleranza ai carboidrati che dovranno essere limitati
soprattutto fino alle ore 17, ora in cui il cortisolo cala notevolmente. Quindi è consigliata una
colazione iperproteica con scarso apporto di
carboidrati, questi ultimi da scegliere tra quelli
a basso indice glicemico, cioè che alzano poco
la glicemia e quindi stimolano poco l’insulina.
Pranzo iperproteico e iperlipidico, preferendo i
grassi mono e poliinsaturi (olio di oliva, olio di
lino, pesci grassi come sgombro e salmone). E a
cena saranno consentiti i carboidrati, sempre a
basso indice glicemico e le proteine.
Questo soggetto risponde bene all’attività fisica
così come risponde bene alla dieta. Gli allenamenti non devono essere troppo lunghi e deve
alternare una settimana ad alta intensità a una di
più bassa intensità. Questo per non alzare troppo
i livelli di stress e quindi il cortisolo. Sono sufficienti 3 sedute alla settimana di circa 40 minuti,
in cui vengono alternati esercizi di tonificazione
ed esercizi aerobici. Nella settimana ad alta intensità è meglio allenarsi alla sera per non trovarsi con livelli di cortisolo troppo alti al mattino.
“I FUNGHI MEDICINALI” un libro per vivere a lungo in perfetta salute
ta, ma hanno molti benefici effetti
sulla salute del nostro organismo:
rinforzano il sistema immunitario, regolano la glicemia e il
colesterolo, inibiscono lo sviluppo dei tumori e curano i disturbi
cardiocircolatori e neurologici.
Alcuni comuni funghi mangerecci possono inoltre essere di aiuto
nella prevenzione e nella cura
di patologie metaboliche (come
il diabete) e immunitarie (come
l’allergia). Nelle pagine di que-
Utilizzati da
millenni nella medicina
orientale, in
particolare
in quella tradizionale cinese, i
funghi hanno visto riconosciute
le loro proprietà anche da recenti
studi scientifici. Non solo presentano un eccezionale valore
nutritivo, legato alla presenza di
amminoacidi essenziali, vitamine
e minerali nel substrato di cresci-
11
sto libro il lettore troverà esposte
in maniera chiara e approfondita
caratteristiche e qualità dei principali funghi medicinali e anche
utili consigli per la loro raccolta
e conservazione. Chiudono poi il
volume le esclusive ricette a base
di funghi di un grande chef italiano, Gianni Battistella, pensate
per combinarsi perfettamente con
una dieta equilibrata e naturale.
Valentina Bianchi (nella foto)
marzo 2010
Farmacia
Intestino irritabile
a cura della dott.ssa Alice Occhi
L
e cause dei più comuni problemi intestinali ipsi, diarrea, dolore addominale…), quando vengono escluse importanti patologie d’organo, sono le abitudini
scorrette: ridotta attività fisica, diete ipocaloriche e prive di scorie, insufficiente
apporto idrico, stress…, i diverticoli e la
colite da colon irritabile. Spesso, il denominatore comune a tutte queste cause è la
disbiosi cioè lo squilibrio della f lora batterica intestinale. Il benessere intestinale
dipende direttamente dalla f lora batterica
(batteri probiotici) che a sua volta, per restare viva e attiva, ha bisogno di alimenti specifici: le fibre prebiotiche. Le fibre
prebiotiche vengono digerite dagli animali erbivori, ma non dall’uomo perché
all’uomo mancano gli enzimi in grado di
digerirle. Non vengono quindi utilizzate
come nutrienti ma sono indispensabili
per la microf lora intestinale che possiede gli enzimi adatti a digerirle. I batteri
probiotici assimilano le fibre prebiotiche
e questo comporta un aumento della biomassa batterica e della produzione di metaboliti preziosi: gli acidi grassi a catena
corta (SCFA). Questi ultimi oltre a costituire una fondamentale fonte energetica
per il colon, sono in grado di inf luenzare
il metabolismo dei grassi e dei carboidrati controllando la glicemia, riducendo la
concentrazione degli acidi grassi liberi e
del colesterolo. Inoltre sono fonte di studio per la prevenzione di stati infiammatori intestinali e del cancro al colon.
Le fibre prebiotiche assorbono acqua e
quindi aumentano la massa delle feci favorendo lo svuotamento intestinale. L’aumento dell’apporto di fibre prebiotiche con
la dieta è il primo rimedio da mettere in
La dott.ssa Bonfanti, a sinistra,
e il suo team di farmaciste
atto contro il malessere intestinale. Ma,
attenzione non tutte le fibre sono prebiotiche e non tutte le fibre prebiotiche sono
consigliabili!... Per esempio nell’intestino
irritabile bisogna ridurre quelle insolubili
(crusca) e quelle gelificanti ed evitare le
fibre prebiotiche a lunga catena, spesso
causa di gonfiori addominali.
Quindi le fibre prebiotiche a catena corta
sono da preferire perché vengono fermentate totalmente nel colon, non provocano
meteorismo e sono adatte sia nel trattamento della stipsi che nella diarrea.
Favoriscono l’assorbimento intestinale di
magnesio e calcio con evidente vantaggio
nutrizionale, rinforzano e mantengono
l’eubiosi intestinale perché sono i substrati preferiti dai bifido batteri, i principali
batteri amici del colon, e ne favoriscono
la crescita opponendosi allo sviluppo di
batteri patogeni.
Le fibre prebiotiche a catena corta generalmente derivano dalla barbabietola, e sono
presenti anche nelle cipolle, negli asparagi,
nelle banane e nei carciofi… hanno un ottimo sapore, un potere calorico nullo, non
contengono glutine e lattosio. Nelle dosi
consigliate (5-10 gr al die) contribuiscono
a ridurre il colesterolo e i trigliceridi e,
favorendo l’assorbimento del calcio e del
dott.ssa Nicoletta Bonfanti
Via Marsala, 20 - Tel. 0442-22500
12
magnesio, diventano particolarmente utili
nelle donne in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi.
Il kiwi è un frutto ricco di fibra, tradizionalmente noto per il suo potere equilibrante sull’intestino, ma contiene inoltre
l’enzima Actinidina simile alla papaina e
alla pepsina prodotta dal sistema digerente umano al fine di digerire le proteine.
Le fibre prebiotiche pertanto mantengono viva e attiva la f lora batterica intestinale regolarizzando le fisiologiche funzioni intestinali, mentre il succo di kiwi
ne potenzia naturalmente l’effetto.
In proposito ci sono in commercio degli
integratori che contengono sia fibre prebiotiche a catena corta sia kiwi. Il prodotto si presenta in bustine liquide da bere:
una busta al giorno in acqua preferibilmente al mattino e lontano dall’assunzione di farmaci oppure presa prima dei pasti
per avere la sensazione di sazietà.
marzo 2010
Estetica
Seven toning: il luogo ideale
per armonizare il corpo e lo spirito
di Emanuela Flangini
I
l sorriso della gente è la soddisfazione più
grande. La certezza di aver contribuito al
benessere del fisico, e quindi della mente,
delle persone che si affidano alle sue cure,
rappresenta per Silvia Campioni la conquista defi nitiva. L’avventura è cominciata
20 anni or sono, con l’arrivo in Italia delle
macchine a marchio Seven Toning. La ginnastica dei divi, allora e adesso, arriva nel
nostro paese con un’ eco molto sottile, poiché disponibile soltanto nelle Beauty Farm
più costose. La scommessa di Silvia fu quella di impiegarle nel proprio centro benessere
coniugandole alle esigenze e disponibilità,
anche economiche, delle persone che vivono nel mondo meno luminoso, ma forse
più reale, di tutti i giorni. Il successo è stato strepitoso, e tutt’ora la dolce ma incisiva
ginnastica Seven Toning miete consensi a
tutto tondo. Esercizi corretti e personalizzati, rivolti ai più giovani che desiderano migliorare la postura e rimodellare il corpo, ma
anche alle persone più mature, che cercano
una ginnastica rilassante ma efficace, mirata
la recupero di flessibilità ed elasticità attraverso allungamenti ed iperestensioni. Alle
possibilità di esercizio fisico tradizionale
si affianca la migliore tecnologia estetica a
livello mondiale, in ogni momento al passo
con le novità più prestigiose e all’avanguardia, con macchinari altamente specializzati
che si potenziano tra loro in virtù di programmi personalizzati, studiati per ottenere
il massimo risultato in relazione alle problematiche dell’individuo. Tutti gli argomenti
a noi più indigesti, come cellulite, depositi
localizzati, cattiva circolazione e ossigenazione sono, per Silvia e le sue collaboratrici,
pane per i denti. Dimagrimento, rimodellamento e lifting viso e corpo con metodi totalmente non invasivi saranno sogni che si
tramuteranno in realtà, grazie alla consulenza altamente specializzata e all’approccio di
assoluto buonsenso con i trattamenti manuali e tecnologici. I check-up sono in omaggio
per chi vuole conoscere questa interessante
realtà, insieme alle prove dei trattamenti.
Anche il solarium si differenzia, in positivo, dalle macchine comunemente trovate nei centri per l’abbronzatura: la qualità
delle lampade utilizzate è la migliore in
commercio, e ad ogni seduta vengono regolate con estrema cura su ogni differente
fototipo di pelle, variandone l’intensità e
il comfort qualitativo di climatizzazione e
nebulizzazione.
Di seguito, inoltre, analizzeremo velocemente le ultime novità presentate al pubblico
in quest’ultimo anno:
WONDER BODY EXECUTIVE: una vastissima gamma di trattamenti corpo, dal
drenaggio al dimagrimento, rimodellamento
e rassodamento.
LIPOCAVITAZIONE: la novità mondiale
per sciogliere le adiposità localizzate e combattere la cellulite, applicando un generatore
di onde elastiche che facilita il drenaggio degli spazi tra adipociti e la rottura iniziale dei
legami tra gli stessi.
WONDER BODY RF: un macchinario
all’avanguardia che produce diatermia e agisce direttamente sulla produzione di nuovo
collagene per rimodellare il viso ed il corpo e
ritoccare gli inestetismi della cellulite, tonificare il seno, l’addome, le cosce e i glutei.
DERMA-ROLL: un massaggio endodermico per combattere il ristagno di liquidi,
ripristinare la circolazione, detossinare e
rimodellare.
DNA: skin test attraverso il quale sarà possibile effettuare una previsione davvero
precisa sulla tendenza cutanea all’invecchiamento, permettendo in tal modo di creare un programma personalizzato ed efficace sia per la cosmesi che per i trattamenti
collaterali.
GEMSTONE: una linea extra-lusso di prodotti che si avvalgono delle proprietà benefiche delle pietre preziose.
A queste tecnologie e prodotti presto si aggiungeranno altre novità davvero interessanti, che tratteremo nei prossimi numeri. Sino
ad allora, consigliamo in tutta sicurezza un
passaggio presso il centro estetico di Silvia
Campioni, all’interno del quale potrete davvero coniugare il relax con dei risultati che
sino ad ora pensavate irraggiungibili.
Centro Estetico
SEVEN TONING
Via del Pontiere, 24/a
37045 LEGNAGO (VR)
TEL. 0442/600611
13
Produzione e Vendita
Olio Extra Vergine di Oliva
Azienda Agricola Peretti
di Bergamasco Grazia Anna
Via Marzan, 28/2 37011
Cisano di Bardolino (VR)
cell. 348 2847820
mail to: [email protected]
Boffalora, cascina immersa nella campagna dell’Oltrepo Pavese,
propone seminari residenziali su
temi che contribuiscono a risvegliare le coscienze allo scopo di
vivere una vita sempre piu’ consapevole ognuno nella propria individuale unicità.
Cascina Boffalora
Via Boffalora, 2
Niente da dire:
“Un libro ricco di contenuti
esistenziali, che si articolano sullo
sfondo di un rapporto conflittuale
madre-figlia.
Rapporto che viene scandito da un
silenzio che sembra incolmabile e
frutto di un divario generazionale,
ma che batte invece il ritmo di
incessanti flussi di pensiero pieni
di paure, ansie, dubbi, inquietudini
ed emozioni umane, sviscerate,
senza artifici letterali, secondo la
prospettiva di chi è alla ricerca del sé
e alla scoperta dell’altro”.
27010 Monticelli Pavese PV
Tel. 0382 766861
[email protected]
Visita: www.cascinaboffalora.it
ultime copie disponibili su ordinazione
ai numeri 3471739112 - 347497610