Salute e benessere a Verona e provincia Trimestrale - anno V - n. 1/2010 marzo 2010 marzo 2010 Dott. Dott.Allegri Giovanni Giovanni Allegri Proprietario ed Editore Proprietario ed Editore Dott.ssa Dott.ssa Daniela Coloni Daniela Coloni Responsabile di Redazione Responsabile di Redazione “Non sono le specie più forti a sopravvivere, e neanche le più intelligenti, ma quelle che reagiscono prima ai cambiamenti” Charles Darwin Registrazione N. 1673 depositata presso il Tribunale di Verona in data 26 Luglio 2005 Proprietario ed Editore Dott. Giovanni Allegri Via IV Novembre, 18 – 37126 Verona Dir. Responsabile Pier Giuseppe Montresor Responsabile di Redazione Dott.ssa Daniela Coloni Pubblicità e Comunicazione DC Communication Consulting Tel. Cell. 347 1739112 Website: www.comunicazionediretta.com SO MMARIO Perizie medico legali in caso di incidente Varicocele: a rischio la fertilità dell’uomo L’ecografia tridimensionale in ostetricia Prevenzione e trattamento delle lesioni capillari cutanee Progresso Tecnico Ortodontico Chirurgia implantare pianificata e guidata La rizoartrosi o artrosi del pollice Piccoli consigli per rimodellare le forme Intestino irritabile Seven Toning, il luogo ideale per armonizzare il corpo e lo spirito pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 2 4 5 6 7 8 10 11 12 13 Perizie medico legali in caso di incidente: perché farle, a cosa servono e come vengono usate dagli avvocati di parte o delle assicurazioni? Intervista alla Dott.ssa Federica Bortolotti Ricercatore Dip. Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Medicina Legale Università di Verona di Daniela Coloni N fisica del soggetto conseguente al sinistro, il secondo al danno al patrimonio (comprendente sia le spese sostenute, danno emergente, che la riduzione della capacità di guadagno, lucro cessante) ed infine il terzo consiste nel dolore causato dal fatto illecito in esame. Con particolare riguardo al ell’ambito dell’infortunistica stradale la perizia medico legale trova ragione nella necessità di valutare il danno alla persona. Sinteticamente, tale danno comprende il danno biologico, il danno patrimoniale e il danno non patrimoniale o morale. Il primo si riferisce alla riduzione della validità psico- 2 marzo 2010 danno biologico, esso comprende una componente temporanea (danno biologico temporaneo) ed una permanente (invalidità permanente). La prima si riferisce ai giorni di malattia conseguenti alla lesione subita a causa del sinistro stradale, nonché ai giorni di convalescenza, mentre la seconda fa riferimento agli eventuali esiti a caratteri permanente residuati al termine della malattia. La valutazione del danno biologico temporaneo viene eseguita sulla base della documentazione medica (cartelle cliniche, referti specialistici, certificati di malattia, …) e consiste appunto nel computo dei giorni di malattia sommati a quelli di convalescenza. La valutazione del danno biologico permanente viene invece eseguita sulla base di una visita medico legale che ha lo scopo di determinare la riduzione della complessiva validità psico-fisica del soggetto conseguente al sinistro. Tale riduzione viene espressa in percentuale rispetto ad una validità normale, facendo riferimento a specifiche tabelle contenute all’interno di norme ministeriali dedicate, nonché in linee guida quali quelle della Società Italiana di Medicina Legale (SIMLA). Le tabelle delle menomazioni sopra citate rappresentano, uno strumento fondamentale per la valutazione del danno biologico permanente, al fine di ottenere la massima omogeneità scientifica e riproducibilità del giudizio valutativo a parità di diagnosi delle infermità e menomazioni conseguenti. Si deve tuttavia precisare che la tabella ha solo un valore indicativo dovendo tener presente nella valutazione del caso specifico le caratteristiche individuali della persona lesa, quali lo stato anteriore, l’età, l’eventuale presenza di altre patologie, etc. Risulta dunque chiara la necessità che la valutazione del danno venga eseguita da un medico legale o comunque da un medico di comprovata esperienza medico legale, essendo la motivazione elemento essenziale e qualificante del giudizio valutativo al di là della mera indicazione numerica. Gli avvocati di parte, così come le assicurazioni, utilizzano la perizia medico legale come supporto tecnico per la quantificazione del danno e quindi per la determinazione dell’entità della liquidazione. Può essere che la perizia del medico legale non corrisponda ai veri tempi e costi di F iss i oter apLegale Fisioterapia Medicina ia Dott.ssa Federica Bortolotti cura del danno riportato? Si può asserire tranquillamente che ciò non è possibile, in quanto il computo dei giorni di malattia, così come delle spese mediche sostenute (danno emergente) è eseguito dal medico legale sulla base di specifica documentazione clinica ed amministrativa che viene peraltro usualmente riportata nella perizia. Chi diventa garante delle perizie legali di parte, se i medici legali sono bene o male tutti in relazione con le compagnie assicuratrici? Esistono rischi di collusione tra compagnie assicurative e medici compiacenti? È evidente che la domanda esprime un atteggiamento di sfiducia nei confronti della categoria, che mi sento di difendere senza remore. Preciso infatti che non tutti i medici legali lavorano per assicurazioni private, e che comunque l’eventualità di lavorare per “parti diverse” è intrinseca del lavoro del medico legale che si può trovare a lavorare oggi per un caso come consulente tecnico del tribunale, domani per un altro caso come consulente tecnico di parte per l’attore, e il giorno successivo ancora per il convenuto. Ciò che caratterizza la formazione del medico legale e ne stabilisce la professionalità è il principio dell’equidistanza, ovverossia la capacità e il dovere di mantenere le proprie valutazioni professionali sul piano oggettivo in modo imparziale. Va inoltre precisato che la valutazione medico legale avviene comunque nel contraddittorio delle parti (medico legale dell’assicurazione e medico legale di parte) e nel caso non si addivenga ad un valutazione che 3 soddisfi il periziando, il medesimo può ricorrere al tribunale che nominerà a sua volta un proprio consulente tecnico d’ufficio. Emerge dunque molto chiaramente che la valutazione del danno alla persona non dipende esclusivamente dal lavoro di un singolo professionista, ma rappresenta piuttosto il risultato di un confronto tecnico-professionale tra periti diversi e ciò assicura ulteriormente sull’oggettiva imparzialità del processo di valutazione del caso. Esistono sistemi di controllo o tutto è lasciato semplicemente all’etica personale che come sappiamo spesso cede il passo agli interessi privati? Il sistema di controllo risiede nella stessa procedura di valutazione che come sopra illustrato avviene nel contraddittorio delle parti e comunque prevede la possibilità di rivolgersi ad una parte terza. La valutazione dei danni e del punteggio di invalidità a cui va associato il relativo rimborso ha parametri fissi condivisi in tutte le regioni italiane o ci sono differenze da regione a regione e in questo caso perché? Per quanto riguarda il punteggio di invalidità, come sopra spiegato, si fa riferimento a specifiche tabelle, che sono le stesse su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda invece il valore monetario del punto percentuale lo stesso è fissato per legge (L. 57/2001 e successivi aggiornamenti) per le invalidità comprese tra 1 e 9%, mentre per le invalidità comprese tra 10 e 100% i singoli tribunali fissano i criteri di liquidazione. Se qualche cittadino avesse dei dubbi sulla professionalità di qualche medico legale come deve comportarsi e a chi dovrebbe segnalarlo? Se con professionalità si intende competenza professionale, nel caso si tratti del medico legale di parte, il cittadino può rivolgersi ad un altro professionista. Nel caso invece si tratti del medico legale dell’assicurazione, il cittadino tramite, il proprio medico legale, può contestare le posizioni assunte dal primo e in caso non ottenga soddisfazione chiedere un arbitrato o andare in causa. Se invece con dubbi sulla professionalità si fa riferimento al fatto che il medico legale non rispetti le norme etiche o giuridiche, il cittadino si potrà rivolgere all’Ordine dei Medici o al Tribunale, rispettivamente. marzo 2010 Pediatria Varicocele: a rischio la fertilità dell’uomo Dottor Nicola Zampieri, Specialista in Chirurgia Pediatrica, Membro dell’ “American Academy of Pediatrics” e “American Urological Association” di Giovanni Allegri È la causa piu’ comune di infertilità maschile e troppo spesso viene diagnosticato ad uno stadio avanzato. Conosciamo il Varicocele, come prevenirlo e curarlo, incontrando chi se ne sta occupando da ormai diversi anni, il dottor Nicola Zampieri, attualmente impegnato in un dottorato di ricerca presso la Facoltà di Medicina di Verona, operante presso l’Ospedale “Orlandi” di Bussolengo, Clinica “S. Francesco” di Verona ed il Centro Tethys -riproduzione assistita-Verona. Dottor Zampieri, innanzitutto, ci spieghi cos’è il Varicocele? “Il Varicocele è la patologia andrologica più diagnosticata nell’età adolescenziale ed è la prima causa di sub-fertilità e sterilità di coppia nell’adulto. Interessa il sistema vascolare del testicolo (plesso pampiniforme), e si caratterizza per una consistente e progressiva dilatazione ed incontinenza delle vene testicolari, creando quindi una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo. Colpisce il 15/ 25% della popolazione maschile ed essendo una patologia a carattere evo- lutivo è già presente in età pediatrico- adolescenziale (10-14 anni). Negli ultimi anni, l’età media alla diagnosi si è notevolmente spostata verso i 20-25 anni poiché è stata abolita la visita di leva. Quindi il rischio di sottovalutare questa patologia è considerevole.” Come si fa a riconoscere il Varicocele? “Consideri che il Varicocele è una patologia “ subdola” in quanto nella maggior parte dei casi non si hanno sintomi evidenti, non si avverte dolore. Un ragazzo può non accorgersi di avere il Varicocele. La diagnosi è semplice ed av- Dottor Nicola Zampieri drologo o urologo) che permette di determinare la presenza di varicosità (dilatazione delle vene) a livello testicolare. A paziente in posizione eretta si chiede di eseguire la manovra di ponzamento (come per contrarre i muscoli addominali) visitando entrambi i funicoli spermatici. La presenza del varicocele (dilatazione delle vene) viene quindi classificata in tre gradi: I grado dilatazione palpabile solo sotto sforzo; II grado dilatazione palpabile senza sforzo; III grado varicocele visibile ad occhio nudo. La conferma della presenza della patologia si ottiene tramite l’utilizzo dell’Eco-Color-Doppler scrotale o per mezzo della Velocimetria Doppler, metodiche che documentano e quantificano il reflusso venoso, criteri essenziali per la diagnosi del Varicocele e per deciderne l’iter terapeutico. Dottor Zampieri, per concludere, quali consigli si sente di dare ai nostri lettori maschi ma anche alle mamme, alle prese con figli in età adolescenziale? “In età pediatrica per prima viene in due modi: clinica e strumentale. Clinicamente attraverso un accurato e completo esame dei genitali da parte del medico (an- 4 cosa consultarsi con il pediatra di famiglia quando il ragazzo ha un’età compresa tra i 10 e i 12 anni, ed eseguire una visita specialistica per escludere la presenza del varicocele, poi, con cadenza annuale, un controllo clinico-strumentale fino alla fine dell’età dello sviluppo (15-16 anni); abbiamo infatti recentemente dimostrato come alcuni pazienti hanno sviluppato un varicocele dopo 2-3 anni dalle prime visite “negative”. Il trattamento medico successivo alla diagnosi dipende da diversi fattori e comprende il semplice controllo annuale oppure l’intervento chirurgico. La conseguenza più frequente nel trascurare questa patologia, e lo osserviamo quotidianamente, è l’alterazione del liquido seminale che presenta diverse anomalie tra cui, le più comuni, la diminuzione del numero di spermatozoi e l’alterazione della loro mobilità portando, in taluni casi, alla sterilità parziale o totale. Ciò non è automatico e l’incidenza varia da individuo ad individuo,tuttavia, prima si agisce, meglio è.” marzo 2010 Maternità e bambini L’ecografia tridimensionale in ostetricia: un momento ludico per i futuri genitori e uno strumento utile per gli operatori. Dott.ssa Sara Poggi, Specialista in Ostetricia e Ginecologia, responsabile del Fetal Medicine Centre di Verona L ’ecografia tridimensionale permette lo studio del volume di un tessuto fetale. Le fi nalità scientifiche per cui è stata introdotta nel campo sono lo studio approfondito dell’encefalo fetale, del cuore e della sua cinetica, del volto e del palato, della colonna vertebrale e dei volumi degli organi in alcune condizioni patologiche o della placenta. Alcune applicazioni del tri e quadridimensionale favoriscono inoltre la didattica. L’ecografia in 3D per i futuri genitori è un momento ludico e al tempo stesso un momento importane dal punto di vista affettivo. La maggior parte delle future mamme e dei futuri papà riferiscono di comprendere appieno la presenza del loro bimbo che si sta sviluppando dopo averlo visto all’ecografia e che vederlo in tre dimensioni li rende più consapevoli. A volte inoltre se nel feto sono presenti difetti al volto, agli arti, alla colonna vertebrale o dei genitali, la visione in 3D aiuta mamme e papà a capire l’entità del problema. L’ecografia quadridimensionale non è altro che la tridimensionale in tempo reale e viene utilizzata quando il feto è in movimento e pertanto si possono visualizzare anche le espressioni del feto. Infatti a volte si osserva il feto che ride, a volte si lamenta, sbadiglia, apre e chiude gli occhi. L’ecografia tridimensionale e quella quadridimensionale possono essere effettuate a qualsiasi epoca gestazionale, il periodo migliore per vedere il volto del feto ed ottenere un risultato gradevole è attorno alla 28ma settimana gestazionale. Nel I trimestre dal punto di vista scientifico si possono valutare i volumi placentari e fetali, mentre mamma e papà grazie alla modalità “rendering” possono ammirare il feto in 3 dimensioni per intero e divertirsi a guardare i movimenti degli arti e del corpo fetale. Nel caso di gravidanze multiple c’è la possibilità di vedere i gemelli insieme, cosa che non riesce facile con l’ecografia bidimensionale. Nel II trimestre le varie applicazioni del tridimensionale aiutano l’operatore nello studio di alcuni apparati come il sistema nervoso centrale e l’apparato cardiova- po’ “magrolino” ovviamente a quest’epoca gestazionale. Oltre a ciò si possono visualizzare i movimenti delle mani, vedere i feti che “imparano” a succhiarsi il pollice, a coprirsi gli occhi o le orecchie. Nel terzo trimestre le applicazioni utili agli operatori sono le medesime indicate per il secondo trimestre mentre è proprio questo il momento in cui mamma e papà riferiscono le maggiori soddisfazioni: le caratteristiche del volto si avvicinano a quelle di un neonato, alcune particolarità di naso e bocca sono riconducibili, ma soprattutto il feto scolare, le diagnosi di normalità e i riscontro di eventuali reperti patologici vengono eseguiti con la tecnica bidimensionale ma le applicazioni tridimensionali aiutano l’operatore nello studio di alcuni particolari. I genitori invece possono ammirare il volto fetale, ancora un ha una maggiore “espressività” a volte sembra sorridere o apre la bocca e deglutisce, si “acciglia” se l’operatore lo spinge per farlo girare. Il risultato dell’ecografia tridimensionale non è sempre garantito e comunque le attese non vengono soddisfat- 5 te, questo perché anche con i macchinari migliori la qualità dell’ecografia in 3D è inficiata da condizioni sfavorevoli quali la scarsa ecogenicità dei tessuti materni, la localizzazione placentare, l’assenza di una buona falda di liquido amniotico di fronte alla superficie da visualizzare,la posizione fetale sfavorevole. La mancata visualizzazione dell’immagine del volto in 3D non significa comunque che il volto del feto non sia stato studiato dettagliatamente, infatti ho già spiegato che la diagnosi delle anomalie, anche quelle della faccia, viene eseguita con la tecnica bidimensionale. In futuro probabilmente le conoscenze aumenteranno e l’ecografia tridimensionale acquisirà anche validità diagnostica. Attualmente è molto utile per lo studio e per l’insegnamento e per la gioia dei genitori, quasi sempre soddisfatti del risultato. marzo 2010 Dermatologia Prevenzione e trattamento delle lesioni capillari cutanee Intervista al dottor Gianfranco Barba, specialista in Angiologia Medica, specialista in Dermatologia e Venereologia, Laserterapia. di Giovanni Allegri “I capillari sono uno degli inestetismi più diffusi e comuni al giorno d’oggi, si presentano come linee di colorito variabile dal rosso vivo al blu-violaceo a decorso serpiginoso”. Chiediamo al Dott. Gianfranco Barba specialista angiologo e dermatologo, esperto di trattamenti laser di spiegarci cosa sono e perché compaiono. “I capillari possono comparire sia negli uomini che nelle donne, si rendono visibili per un allargamento anomalo dei vasi sanguigni in prossimità della superficie cutanea. In realtà, sono delle piccole vene dilatate, dette teleangiectasie di calibro variabile da 0,1 e 1 mm o più. I veri capillari sono molto più sottili e non si vedono ad occhio nudo. Sono molto diffusi soprattutto in persone con pelle chiara, facilitati dall’esposizione solare, dal freddo e da predisposizione genetica, frequenti sul viso e agli arti inferiori possono essere associati a vene reticolari, a varici e ad insufficienza venosa, a volte dovuti a squilibri ormonali (menopausa, gravidanza o uso della pillola anticoncezionale). La couperose o rosacea è un arrossamento permanente localizzato dapprima al naso e alle guance poi anche alla fronte e al mento accompagnato da teleangiectasie, più frequente nelle donne associato a menopausa, a PRIMA disturbi della digestione, stipsi, alterazioni tiroidee, turbe mestruali, fattori emozionali e stress, abuso di alcool, caffè, cibi grassi e piccanti. L’angioma stellato è un piccolo punto rosso rilevato dal quale si dipartono a raggiera vasellini sottili e tortuosi spesso presente nei bambini, in gravidanza e per problemi epatici. L’angioma rubino, gli emangiomi senili presenti negli adulti. Gli angiomi congeniti sono malformazioni vascolari benigne caratterizzate da un numero eccessivo di vasi sanguigni dilatati, una parte compare entro il 1° mese di vita, 1 su 3 sono presenti alla nascita“. Quali sono i possibili trattamenti? “Per le forme congenite quali gli angiomi piani e gli emangiomi si consiglia il trattamento preco- DOPO ce, nei primi mesi di vita, per quelli, anche molto piccoli, che siano in sedi disturbanti oggettivamente (in sede palmo plantare o periorifiziali) o soggettivamente (in regioni esposte, viso). Il Dye laser pulsato è il trattamento ideale, senza anestesia, è in grado di colpire, in maniera selettiva i vasi anomali dilatati senza provocare alcun danno alle strutture sane della pelle. La laserterapia costituisce la migliore e più moderna metodica per eliminare sia le teleangiectasie che l’eritrosi (rossore diffuso), cioè le due componenti fondamentali che costituiscono i principali inestetismi della couperose o rosacea. Il trattamento delle lesioni vascolari si basa sull’assorbimento selettivo da parte dell’emoglobina contenuta nei vasi sanguigni, l’energia as- 6 sorbita, trasformandosi in calore, determina un danno mirato sulle strutture vascolari. Più laser sono attivi sulle strutture vascolari dal Dye laser al laser Ktp 532, dal laser a diodo al laser 1064 ND-yag o alexandrite longpulse 755nm. La scelta dipende dalla patologia vascolare e dal particolare tipo di vaso da trattare (a seconda della sede, della grandezza e del colore del vaso). Per i “capillari” degli arti inferiori la terapia sclerosante costituisce a tutt’oggi la terapia più usata per i vasi di 2-4 mm. La sostanza iniettata danneggia l’endotelio provocando una reazione infiammatoria e una fibrosi della intera parete venosa. In questo modo il sangue viene deviato nelle vene sane con un sensibile miglioramento della circolazione. I vasi di calibro più piccolo di 2 mm possono essere trattati in alternativa con differenti tipi di laser a seconda del loro calibro. Sotto il diametro di 0,5 mm la terapia laser diventa la più indicata. Va comunque tenuto presente che il trattamento laser degli arti inferiori è molto più complesso del trattamento dei vasi del volto per un insieme di ragioni: la maggiore pressione idrostatica, la maggiore profondità cutanea e la maggiore complessità della loro struttura. Spesso le due tecniche vengono associate per ottimizzare i risultati“. Dott. Gianfranco Barba Lungadige Giacomo Matteotti 7 37126 Verona Tel e Fax 045 913246 www.gianfrancobarba.it marzo 2010 Odontoiatria Progresso Tecnico Ortodontico efficienza e professionalità sempre al primo posto di Daniela Coloni DISPOSITIVI MOBILI È un piacere presentare, ai medici ortodontisti che ancora non lo conoscessero, uno studio tecnico ortodontico che si differenzia in qualità e servizi e che punta tutto sull’esperienza e le abilità professionali del titolare, Emanuele Wolf, che cura personalmente la costruzione di ciascun impianto ortodontico. E. Wolf, Membro Straordinario dell’Associazione Ortodontisti Italiani (ORTEC), opera dal 1986 nel settore dell’ortodonzia e dal 1997 è presente col proprio laboratorio “Progresso Tecnico Ortodontico” nella realtà Veronese. Collabora con due tra le più Emanuele Wolf Titolare di PTO importanti aziende ospedaliere di Verona: l’Ospedale Civile Maggiore Borgo Trento e l’Istituto Ospedaliero Sacro Cuore di Negrar, servendo inoltre più di quaranta studi ortodontici specializzati. Orientato allo studio e sviluppo di nuovi dispositivi funzionali, in stretta cooperazione con stimati medici ortodontisti, come il Dottor Adriano Muraro, il Dott. Michele Giaretta, la Dott.ssa Giovanna Perona, la Dott.ssa Federica Furlani, la Dott.ssa Elisabetta Grendene, il Dottor Francesco Oreglia, lo Studio Tecnico Ortodontico di E. Wolf organizza periodicamente degli incontri culturali e formativi rivolti ai medici specializzati in ortodonzia, per aggiornamenti sulle tecniche più innovative del settore. a Verona e Provincia dalle 8,00 alle 20,00, presso gli studi medici a mezzo corriere - Tempi di lavorazione brevi: 3 giorni lavorativi per lavorazioni - Priorità d’esecuzione per lavorazioni urgenti: esecuzione e consegna in 24 ore - Reperibilità continua al seguente numero telefonico: +39 347 1919272 - Corsi di aggiornamento: su richiesta e a tema Espansore rapido saldato al laser in molle Noti Specialisti a livello nazionale hanno saputo apprezzare la meticolosità e l’impegno, nonché l’attenzione alla ricerca e allo sviluppo di nuove soluzioni ortodontiche di E. Wolf che, con spirito innovativo e continua selezione dei materiali tecnologicamente più all’avanguardia nel settore, sa far fronte alle sempre più varie richieste di personalizzazione che gli ortodontisti si ritrovano ad avanzare per trattare al meglio i propri pazienti. Il laboratorio effettua bandaggi indiretti con qualsiasi tipo di attacchi, dispositivi funzionali di pedro planas, byte ortodontici di roth costruiti su articolatore panadent, disgiuntori rapidi forestadent saldati esclusivamente al laser, posizionatori in resina morbida trasparente, paradenti sportivi. A tal proposito, innumerevoli apparecchi mobili e fissi costruiti da E. Wolf sono citati nel libro “L’ortodonzia e i suoi dispositivi” del Dott. Vincenzo Piras, in collaborazione con il Dott. Fabrizio Montagna e l’Università di Cagliari. Progresso Tecnico Ortodontico di Emanuele Wolf I servizi offerti dallo Studio Progresso Tecnico Ortodontico di E. Wolf sono: - Consegna e Ritiro 24 ore su 24: attraverso cassetta di ritiro e deposito degli apparecchi - Ritiro e Consegna Gratuito (alcuni esempi) Arco di retrazione c/Lip Bumper Guscetti in resina per rialzo masticazione Perla di Tucat con placca Hawley e ganci Dominique Placca c/vite distalizzante Placca con vite Bertoni Placca di Alexander Placca di Castillo Morales Placca di May Placca di Thorow con Tucat Placca di Thourow Placca Ginevra Placca Hawley Placca inferiore c/vite settoriale DISPOSITIVI FUNZIONALI (alcuni esempi) Andresen “Il laboratorio il 16 ottobre 2010 alle ore 9 organizzerà un incontro culturale sul tema dei dispositivi funzionali in collaborazione di medici ortodontici. Quest’ultimi faranno vedere i propri casi ed eventuale terapia ortodontica usata su quel paziente. Per informazioni e adesioni Delte Forniture Ortodontiche tel. 0458205691 Attivatore Pedro Planas Bass con T.E.O. Bionator Bionator 2 schermato c/ scudi in resina Bionator II classe Bionator inverso Bionator inverso c/ perla di Tucat Bondi (1) Bondi (2) E.L.N. arrampica lingua Envelope Lingual Nocturn Frankel II Frankel III con viti settoriali DISPOSITIVI FISSI (alcuni esempi) Apparecchio di Herbst Arco linguale Arco linguale superiore con inserzione Barra di Gosgharian Barra di Gosgharian con arco palatale saldato Barra di Gosgharian con bottone di Nance disinseribile Bielix inferiore Bielix inferiore modificato Bottone di Nance diretto Bottone di Nance disinseribile Cantilever disinseribile Disgiuntore saldato con saldatrice al laser Orotig In tabella: Alcuni esempi di dispositivi ortodontici in produzione Progresso Tecnico Ortodontico di Emanuele Wolf Via C. Fasoli, 9 37135 Ca’ di David (Verona) Tel: 045 540555 Cell: 347 1919272 Sito: www. ptowolf.it E-mail: [email protected] Twin block 2classe 7 marzo 2010 Odontoiatria Chirurgia implantare pianificata e guidata Dott. Stefano Orio, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia di Daniela Coloni I l tempo che passa spesso porta con sé anche il meglio di noi: il sorriso. La malattia e la perdita dei denti definitivi ci lascia a bocca asciutta, o meglio a bocca vuota, facendoci sembrare tutti dei teanzitempo. ner vecchie neri v vecchietti tti an anzit zi ricorrere E così eccoci a ri ricorre ricor orre all’utilizzo di protesi dentali entali che ci aiutano a tornare allee ab abitudini abi b i di sempre come il poter addenerr aad ntare e masticare ogni tipo po o ddi cibo bo o e ci regalano di nuovo ill no nostro o tro r ro aspetto sano e giovanile. e. Le soluzioni per recuperare upera eraar ill er sorriso sono molte, dallee cco corone coro oro roone on nee (capsule), ai ponti, alle “dent “dentientiere”, ma esiste anche l’intervento interv ntte terv to o chirurgico per ritornare, attraver-e, aatt attr so l’implantologia, avere ogia, ad aver v denti che sentiamo come amo o davvero v nostri e non com come posticci. Chiediamo al Orio cos’è al dott dot O dott. l’Implantologia. ogia g Per implantologia og gia dentale tale le ssii le in intende quell’insieme di ttecniche chirurgiche atte a riabilitare funzionalmente un paziente a cui mancano totalmente o parzialmente i denti (edentulismo) mediante l’utilizzo di impianti dentali ovverosia radici artificiali metalliche inserite chirurgicamente nell’osso mandibolare o mascellare. A queste “radici” si possono connettere protesi fisse o mobili per la restituzione della funzione masticatoria. Tali impianti possono essere di diverse forme, inseriti in diverse sedi con varie tecniche e poi connessi alle protesi con diverse tempistiche. Attualmente i moderni impianti osteointegrati sono tutti realizzati in titanio, un metallo assolutamente compatibile con l’organismo e che quindi non causa rigetto, ed inseriti con apposite tecniche chirurgiche favorenti la neoformazione ossea al disopra della loro struttura. I più utilizzati sono quelli cilindrici a vite con superficie ruvida, nella maggioranza dei casi lasciati sommersi sotto gengiva per un certo periodo di tempo. Maggiori sono la qualità e la purezza dell’impianto, rischio di l’impianto, mpian o, mino mp minore oree il rri complicanze. complic om mpli plica ca can L’implantologia endosseaa è es estreL’im L’ str mamente diffusa: in base al pprom r ro tocollo chirurgico si parlerà ràà di implantologia “sommersa” ovvevvero transmucosa, quando una pa parte a te ar dell’impianto rimane visibilee nnelel la gengiva; in base alla tempistica mp pisti pis p tic di utilizzo (funzionalizzazione) zaz za azio iio avremo carico immediato, o, anticio, an ppato, differito (2-3 mesi di di at aattesa pper la mandibola e 4-5 mesi mesi per me mascella). la mascel posizionati nel nell’osGli impianti, G impian p ell ll’’o osso del paziente, saranno inglobati pazi oba bati b aati ti in n esso sso s ddaii fisiologici meccanismi m mi ossea, avverrà della rigenerazione rigen i tecnico qquindi di ciò che in termine ter si chiama osteointegrazione. zi ne. ee. Quali sono comunemente i temm pi di intervento e di ripristino i della naturale masticazione ricorrendo all’implantologia? I tempi variano ovviamente a seconda del numero di impianti necessari, ma anche a seconda della tecnica che il chirurgo adotta. Prendiamo come esempio di riferimento, per dare dei parametri di valutazione temporale, il caso di un paziente a cui debbano essere “ricostruiti” 6 denti. L’intervento chirurgico con la tradizionale tecnica chirurgica, prevede l’incisione della gengiva, la perforazione dell’osso, l’inserimento dei perni e la chiusura della ferita coi punti. Se non subentrano complicazioni, di per sé l’intervento necessita di circa 1 ora e mezza. La parte più disagevole per il paziente consiste nell’attendere i tempi tecnici Guida radiografica e indice 1 occlusale in proiezione frontale (Immagini concesse da Nobel Biocare) di assestamento e integrazione dell’impianto, fase necessaria per poi poter applicare le soluzioni “protesiche” scelte (i denti). Parlava di Possibilità di scelta delle tecniche chirurgiche, significa che ne esistono di più tipi? Si, la tecnologia, oggi ci corre in aiuto per perfezionare sempre meglio la tecnica chirurgica, permettere r una riduzione dei eii tempi d’intervento, garantire la precisione dell’operazione e soprattutto accelerare la conclusione del processo di ripristino della masticazione e di riabilitazione completa del paziente. Nel 1965, il Professor Branemark fondò l’implantologia moderna trattando il suo primo paziente, Gosta Larsson. Nel 2005 si sono festeggiati i 40 anni: il Branemark System è stato utilizzato più di qualsiasi altro sistema per trattare un numero considerevole di pazienti. È infatti ancora il punto di riferimento per tutti gli altri sistemi implantari ed è di gran lunga il metodo clinicamente più documentato al mondo. Attualmente utilizzo “Nobel Guide” di Nobel Biocare: l’evoluzione della metodica Branemark che sfrutta la tecnologia informatica per diagnosticare, pianificare l’intervento e guidare in modo preciso le mani del chirurgo. In cosa consiste questa guida chirurgica? Poiché è abbastanza complesso spiegare in modo chiaro tutto il procedimento, preferisco proce- 2 Diagnosi e pianificazione degli impianti (Immagini concesse da Nobel Biocare) 8 marzo 2010 3 Odontoiatria Foto del visualizzatore diagnostico (Immagini concesse da Nobel Biocare) dere per punti sequenziali: - esame clinico: il medico esamina il paziente e prende le impronte per i modelli di studio; - partendo dall’impronta si crea un modello in gesso e l’odontotecnico su indicazione del medico crea una simulazione dentale che ripristini la funzione masticatoria; - il medico controlla nella bocca del paziente la simulazione dentale in resina, che rappresenta il profilo della futura protesi e che viene trasferito sulla guida radiografica; - viene creato un indice occlusale per garantire il corretto posizionamento della guida radiografica nella bocca del paziente durante la scansione (foto di guida radiografica e indice occlusale); - il paziente si sottopone a scansione TC per una digitalizzazione ad alta risoluzione. Nobel Biocare ha studiato una tecnica di doppia scansione la prima è una scansione del paziente con in bocca la guida e l’indice occlusale radiografici. La seconda è una scansione della sola guida radiografica. Sulla base di appositi indicatori sferici visibili in entrambe le scansioni, queste vengono combinate con precisione in modo da ottenere un modello osseo 3D del paziente e un modello 3D della guida radiografica; - la combinazione di un modello osseo 3D con la guida 3D permette al dentista una valutazione adeguata della quantità di tessuto osseo e del posizionamento degli impianti. È possibile identificare e contrassegnare le strutture anatomiche importanti, quali nervi e vasi sanguigni o radici dei denti, con l’ausilio di diverse visualizzazioni. Grazie a questi strumenti si possono ottenere diagnosi dettagliate dei pazienti; - l’odontoiatra esegue quindi grazie al computer, il posizionamento virtuale degli impianti; - dopo la finalizzazione e l’approvazione della pianificazione, viene eseguita la progettazione della relativa mascherina chirurgica, personalizzata in base alla posizione, al tipo e alle dimensioni degli impianti; - la mascherina chirurgica consente all’odontotecnico di crea- 4 Indicazione delle strutture anatomiche importanti (Immagini concesse da Nobel Biocare) re una soluzione protesica provvisoria prima dell’intervento chirurgico e all’odontoiatra di eseguire una chirurgia veloce e con un decorso post-operatorio rapidissimo ed indolore. Insomma con questo tipo di chirurgia pianificata è possibile intervenire sul paziente in modo decisamente poco invasivo, rapido, efficace, preciso e permettere al paziente di uscire dallo studio già coi denti in bocca evitandogli imbarazzanti periodi di disagio psicologico e funzionale, oltre che evitando gonfiori, ematomi ed antiesteti- 9 ci, oltre che dolorosi, effetti collaterali dell’intervento. Via Cà di Cozzi, 12 37124 Verona Tel. 045 8300721 fax 045 8348848 marzo 2010 Ortopedia La rizoartrosi o artrosi del pollice di Michele Pavoni (Ortopedia- Ospedale Sacro Cuore di Negrar) L’ Artrosi è una malattia caratterizzata dalla lenta e progressiva degenerazione della cartilagine articolare. In un’articolazione normale la cartilagine articolare riveste le ossa permettendo a queste di scivolare l’una sull’altra senza alcun attrito. Se la cartilagine progressivamente si consuma il movimento tra le ossa avviene con attrito provocando dolore. Quando l’artrosi interessa l’articolazione trapeziometacarpale situata alla base del pollice si parla di Rizoartrosi. La malattia colpisce più frequentemente le donne degli uomini e fa solitamente la sua comparsa dopo i 40 anni. Sintomi. Il sintomo principale è costituito dal dolore che compare quando il paziente esegue semplici movimenti di prensione con il pollice come per esempio rimuovere il coperchio di un barattolo o girare la chiave in una serratura. Il dolore può anche comparire spontaneamente con il cambiamento del tempo, in particolare in presenza di umidità. Il dolore viene inoltre risvegliato dalla pressione diretta sull’articolazione alla base del pollice. Con il passare del tempo la riduzione della forza espressa durante la prensione diventa sempre più marcata e il dolore compare nello svolgimento di attività manuali sempre più leggere. Caratteristica della rizoartrosi è anche la comparsa nelle fasi iniziali di un rigonfiamento alla base del pollice seguito da un progressivo spostamento della base del pollice verso l’esterno. Con il progredire della malattia l’apertura del pollice verso l’esterno si riduce rendendo sempre più difficoltoso afferrare anche piccoli oggetti. Trattamento. Il trattamento delle fasi iniziali consiste nella somministrazione di farmaci antiinfiammatori per via orale e nella riduzione del movimento alla base del pollice tramite l’utilizzazione di un tutore facilmente reperibile in commercio. Questo tutore consente spesso al paziente di svolgere adeguatamente le normali attività quotidiane e anche attività lavorative che non richiedono l’uso particolare della mano. Un’infiltrazione di cortisone direttamente nell’articolazione può, a volte, risolvere tempo- raneamente la sintomatologia dolorosa. Il trattamento chirurgico risulta necessario nelle fasi più avanzate quando il dolore persiste anche a riposo e la difficoltà di prensione diventa marcata. Il trattamento chirurgico viene eseguito solitamente in anestesia plessica (anestesia periferica alla base dell’arto) e richiede un ricovero di almeno un giorno. Il tipo di trattamento chirurgico dipende dalle condizioni in cui si trovano le articolazioni alla base del pollice. Un esame radiografico, potrà rivelare l’estensione del processo artrosico e indicare al chirurgo la procedura più adatta al caso. Se solo l’articolazione trapezio-metacarpale risulta colpita l’intervento consiste nella rimozione della porzione danneggiata di trapezio e di metacarpale e nella loro sostituzione con una protesi articolare totale. Se tutte le articolazioni risultano danneggiate, l’intero trapezio deve essere rimosso e la 10 base del 1° metacarpale deve essere stabilizzata. L’intervento viene defi nito tenoartroplastica biologica e consiste nel colmare lo spazio lasciato vuoto dalla asportazione del trapezio con un lembo di tendine utilizzato come stabilizzatore del 1° metacarpale. La fusione articolare o artrodesi rappresenta un metodo alternativo, ma solo se l’artrosi colpisce la sola articolazione trapezio-metacarpale e nei pazienti di sesso maschile dediti ad attività lavorative particolarmente pesanti. Risulta molto efficace sul dolore senza causare alcuna perdita di forza ma determina una riduzione della mobilità del pollice perchè le due ossa alla base del pollice, il trapezio e il metacarpale, vengono permanentemente fuse tra loro In conclusione il chirurgo deve prendere una decisione solo dopo aver discusso ampiamente con il paziente di tutte le problematiche associate alla rizoartrosi e di tutte le possibilità terapeutiche descritte in letteratura. marzo 2010 Naturopatia Piccoli consigli per rimodellare le forme di Valentina Bianchi, Naturopata M ancano pochi giorni alla fine dell’inverno, finalmente il caldo piano piano ci permette di abbandonare i pesanti cappotti e le forme dei nostri corpi saranno nei prossimi mesi in bella mostra. Dopo un lungo periodo di vita sedentaria, al chiuso, di stress e alimentazione ricca di grassi e proteine e povera di vegetali che comporta un accumulo di tossine, la primavera rappresenta un momento importante per dare una sferzata al metabolismo. Centrale è innanzitutto il ruolo della dieta, che supporti e aiuti la funzione degli organi emuntori, fegato e rene, permettendo una “pulizia” profonda. Evitare quindi alimenti ricchi di lipidi e zuccheri e utilizzare frutta e verdura fresca, cereali integrali in particolare il riso, legumi, noci e semi. Alimenti diuretici e depurativi sono la cipolla in particolare cruda; i cavoli ottimi antiossidanti; la fragola.. Per ridurre la ritenzione idrica si ricorda di bere almeno due litri di acqua al giorno anche sotto forma di tisane o infuso o decotti depurativi ad esempio a base di tarassaco o cicoria; è utile aggiungere nell’acqua anche rimedi fitoterapici che aiutano a drenare come la pilosella e la linfa di betulla. Senza incorrere in difficili diete un ottimo modo per perdere peso è semplicemente consumare il cibo giusto all’ora giusta e scegliere il momento più appropriato della giornata per fare esercizio fisico. Il ritmo circadiano, il nostro orologio biologico interno, è coinvolto nella produzione e nella regolazione di ormoni ed enzimi responsabili del metabolismo Una corretta alimentazione non è solo costituita da ciò che mangiamo, ma anche da quando mangiamo. Dobbiamo però creare un programma “perdi peso” in base alla tipologia della persona. Il soggetto in sovrappeso a “pera”, con accumulo nella parte inferiore del corpo, dovrà consumare più carboidrati la mattina, momento in cui gli ormoni intervengono sul metabolismo glucidico che lavora a pieno regime, permettendo il consumo immediato anche degli alimenti più calorici. Poiché il metabolismo dei carboidrati tende a impigrirsi nel corso delle ore, a pranzo è bene non associare primo e secondo, ma limitarsi a un piatto di pasta o di minestra. Le proteine, al contrario, vanno assunte solo la sera, a cena, anche in funzione del fatto che stimolano la secrezione di melatonina, ormone che favorisce un buon sonno e dell’ormone della crescita (GH) che incrementa la lipolisi. Questo soggetto è meno sensibile allo stress, producendo meno cortisolo, e quindi può permettersi di allenarsi di più. Il momento migliore della giornata per allenarsi è al mattino presto a digiuno, quando i livelli di glicogeno sono bassi cosicché l’organismo tende preferenzialmente ad utilizzare i grassi a scopo energetico, oppure in tarda serata quando l’allenamento associato ai pasti proteici favorirà la secrezione del GH, aumentando così le capacità lipolitiche. È quindi consigliata l’attività aerobica al mattino e l’attività di tonificazione alla sera. Il soggetto invece a “mela”, con accumulo nella parte superiore del corpo avrà una scarsa tolleranza ai carboidrati che dovranno essere limitati soprattutto fino alle ore 17, ora in cui il cortisolo cala notevolmente. Quindi è consigliata una colazione iperproteica con scarso apporto di carboidrati, questi ultimi da scegliere tra quelli a basso indice glicemico, cioè che alzano poco la glicemia e quindi stimolano poco l’insulina. Pranzo iperproteico e iperlipidico, preferendo i grassi mono e poliinsaturi (olio di oliva, olio di lino, pesci grassi come sgombro e salmone). E a cena saranno consentiti i carboidrati, sempre a basso indice glicemico e le proteine. Questo soggetto risponde bene all’attività fisica così come risponde bene alla dieta. Gli allenamenti non devono essere troppo lunghi e deve alternare una settimana ad alta intensità a una di più bassa intensità. Questo per non alzare troppo i livelli di stress e quindi il cortisolo. Sono sufficienti 3 sedute alla settimana di circa 40 minuti, in cui vengono alternati esercizi di tonificazione ed esercizi aerobici. Nella settimana ad alta intensità è meglio allenarsi alla sera per non trovarsi con livelli di cortisolo troppo alti al mattino. “I FUNGHI MEDICINALI” un libro per vivere a lungo in perfetta salute ta, ma hanno molti benefici effetti sulla salute del nostro organismo: rinforzano il sistema immunitario, regolano la glicemia e il colesterolo, inibiscono lo sviluppo dei tumori e curano i disturbi cardiocircolatori e neurologici. Alcuni comuni funghi mangerecci possono inoltre essere di aiuto nella prevenzione e nella cura di patologie metaboliche (come il diabete) e immunitarie (come l’allergia). Nelle pagine di que- Utilizzati da millenni nella medicina orientale, in particolare in quella tradizionale cinese, i funghi hanno visto riconosciute le loro proprietà anche da recenti studi scientifici. Non solo presentano un eccezionale valore nutritivo, legato alla presenza di amminoacidi essenziali, vitamine e minerali nel substrato di cresci- 11 sto libro il lettore troverà esposte in maniera chiara e approfondita caratteristiche e qualità dei principali funghi medicinali e anche utili consigli per la loro raccolta e conservazione. Chiudono poi il volume le esclusive ricette a base di funghi di un grande chef italiano, Gianni Battistella, pensate per combinarsi perfettamente con una dieta equilibrata e naturale. Valentina Bianchi (nella foto) marzo 2010 Farmacia Intestino irritabile a cura della dott.ssa Alice Occhi L e cause dei più comuni problemi intestinali ipsi, diarrea, dolore addominale…), quando vengono escluse importanti patologie d’organo, sono le abitudini scorrette: ridotta attività fisica, diete ipocaloriche e prive di scorie, insufficiente apporto idrico, stress…, i diverticoli e la colite da colon irritabile. Spesso, il denominatore comune a tutte queste cause è la disbiosi cioè lo squilibrio della f lora batterica intestinale. Il benessere intestinale dipende direttamente dalla f lora batterica (batteri probiotici) che a sua volta, per restare viva e attiva, ha bisogno di alimenti specifici: le fibre prebiotiche. Le fibre prebiotiche vengono digerite dagli animali erbivori, ma non dall’uomo perché all’uomo mancano gli enzimi in grado di digerirle. Non vengono quindi utilizzate come nutrienti ma sono indispensabili per la microf lora intestinale che possiede gli enzimi adatti a digerirle. I batteri probiotici assimilano le fibre prebiotiche e questo comporta un aumento della biomassa batterica e della produzione di metaboliti preziosi: gli acidi grassi a catena corta (SCFA). Questi ultimi oltre a costituire una fondamentale fonte energetica per il colon, sono in grado di inf luenzare il metabolismo dei grassi e dei carboidrati controllando la glicemia, riducendo la concentrazione degli acidi grassi liberi e del colesterolo. Inoltre sono fonte di studio per la prevenzione di stati infiammatori intestinali e del cancro al colon. Le fibre prebiotiche assorbono acqua e quindi aumentano la massa delle feci favorendo lo svuotamento intestinale. L’aumento dell’apporto di fibre prebiotiche con la dieta è il primo rimedio da mettere in La dott.ssa Bonfanti, a sinistra, e il suo team di farmaciste atto contro il malessere intestinale. Ma, attenzione non tutte le fibre sono prebiotiche e non tutte le fibre prebiotiche sono consigliabili!... Per esempio nell’intestino irritabile bisogna ridurre quelle insolubili (crusca) e quelle gelificanti ed evitare le fibre prebiotiche a lunga catena, spesso causa di gonfiori addominali. Quindi le fibre prebiotiche a catena corta sono da preferire perché vengono fermentate totalmente nel colon, non provocano meteorismo e sono adatte sia nel trattamento della stipsi che nella diarrea. Favoriscono l’assorbimento intestinale di magnesio e calcio con evidente vantaggio nutrizionale, rinforzano e mantengono l’eubiosi intestinale perché sono i substrati preferiti dai bifido batteri, i principali batteri amici del colon, e ne favoriscono la crescita opponendosi allo sviluppo di batteri patogeni. Le fibre prebiotiche a catena corta generalmente derivano dalla barbabietola, e sono presenti anche nelle cipolle, negli asparagi, nelle banane e nei carciofi… hanno un ottimo sapore, un potere calorico nullo, non contengono glutine e lattosio. Nelle dosi consigliate (5-10 gr al die) contribuiscono a ridurre il colesterolo e i trigliceridi e, favorendo l’assorbimento del calcio e del dott.ssa Nicoletta Bonfanti Via Marsala, 20 - Tel. 0442-22500 12 magnesio, diventano particolarmente utili nelle donne in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi. Il kiwi è un frutto ricco di fibra, tradizionalmente noto per il suo potere equilibrante sull’intestino, ma contiene inoltre l’enzima Actinidina simile alla papaina e alla pepsina prodotta dal sistema digerente umano al fine di digerire le proteine. Le fibre prebiotiche pertanto mantengono viva e attiva la f lora batterica intestinale regolarizzando le fisiologiche funzioni intestinali, mentre il succo di kiwi ne potenzia naturalmente l’effetto. In proposito ci sono in commercio degli integratori che contengono sia fibre prebiotiche a catena corta sia kiwi. Il prodotto si presenta in bustine liquide da bere: una busta al giorno in acqua preferibilmente al mattino e lontano dall’assunzione di farmaci oppure presa prima dei pasti per avere la sensazione di sazietà. marzo 2010 Estetica Seven toning: il luogo ideale per armonizare il corpo e lo spirito di Emanuela Flangini I l sorriso della gente è la soddisfazione più grande. La certezza di aver contribuito al benessere del fisico, e quindi della mente, delle persone che si affidano alle sue cure, rappresenta per Silvia Campioni la conquista defi nitiva. L’avventura è cominciata 20 anni or sono, con l’arrivo in Italia delle macchine a marchio Seven Toning. La ginnastica dei divi, allora e adesso, arriva nel nostro paese con un’ eco molto sottile, poiché disponibile soltanto nelle Beauty Farm più costose. La scommessa di Silvia fu quella di impiegarle nel proprio centro benessere coniugandole alle esigenze e disponibilità, anche economiche, delle persone che vivono nel mondo meno luminoso, ma forse più reale, di tutti i giorni. Il successo è stato strepitoso, e tutt’ora la dolce ma incisiva ginnastica Seven Toning miete consensi a tutto tondo. Esercizi corretti e personalizzati, rivolti ai più giovani che desiderano migliorare la postura e rimodellare il corpo, ma anche alle persone più mature, che cercano una ginnastica rilassante ma efficace, mirata la recupero di flessibilità ed elasticità attraverso allungamenti ed iperestensioni. Alle possibilità di esercizio fisico tradizionale si affianca la migliore tecnologia estetica a livello mondiale, in ogni momento al passo con le novità più prestigiose e all’avanguardia, con macchinari altamente specializzati che si potenziano tra loro in virtù di programmi personalizzati, studiati per ottenere il massimo risultato in relazione alle problematiche dell’individuo. Tutti gli argomenti a noi più indigesti, come cellulite, depositi localizzati, cattiva circolazione e ossigenazione sono, per Silvia e le sue collaboratrici, pane per i denti. Dimagrimento, rimodellamento e lifting viso e corpo con metodi totalmente non invasivi saranno sogni che si tramuteranno in realtà, grazie alla consulenza altamente specializzata e all’approccio di assoluto buonsenso con i trattamenti manuali e tecnologici. I check-up sono in omaggio per chi vuole conoscere questa interessante realtà, insieme alle prove dei trattamenti. Anche il solarium si differenzia, in positivo, dalle macchine comunemente trovate nei centri per l’abbronzatura: la qualità delle lampade utilizzate è la migliore in commercio, e ad ogni seduta vengono regolate con estrema cura su ogni differente fototipo di pelle, variandone l’intensità e il comfort qualitativo di climatizzazione e nebulizzazione. Di seguito, inoltre, analizzeremo velocemente le ultime novità presentate al pubblico in quest’ultimo anno: WONDER BODY EXECUTIVE: una vastissima gamma di trattamenti corpo, dal drenaggio al dimagrimento, rimodellamento e rassodamento. LIPOCAVITAZIONE: la novità mondiale per sciogliere le adiposità localizzate e combattere la cellulite, applicando un generatore di onde elastiche che facilita il drenaggio degli spazi tra adipociti e la rottura iniziale dei legami tra gli stessi. WONDER BODY RF: un macchinario all’avanguardia che produce diatermia e agisce direttamente sulla produzione di nuovo collagene per rimodellare il viso ed il corpo e ritoccare gli inestetismi della cellulite, tonificare il seno, l’addome, le cosce e i glutei. DERMA-ROLL: un massaggio endodermico per combattere il ristagno di liquidi, ripristinare la circolazione, detossinare e rimodellare. DNA: skin test attraverso il quale sarà possibile effettuare una previsione davvero precisa sulla tendenza cutanea all’invecchiamento, permettendo in tal modo di creare un programma personalizzato ed efficace sia per la cosmesi che per i trattamenti collaterali. GEMSTONE: una linea extra-lusso di prodotti che si avvalgono delle proprietà benefiche delle pietre preziose. A queste tecnologie e prodotti presto si aggiungeranno altre novità davvero interessanti, che tratteremo nei prossimi numeri. Sino ad allora, consigliamo in tutta sicurezza un passaggio presso il centro estetico di Silvia Campioni, all’interno del quale potrete davvero coniugare il relax con dei risultati che sino ad ora pensavate irraggiungibili. Centro Estetico SEVEN TONING Via del Pontiere, 24/a 37045 LEGNAGO (VR) TEL. 0442/600611 13 Produzione e Vendita Olio Extra Vergine di Oliva Azienda Agricola Peretti di Bergamasco Grazia Anna Via Marzan, 28/2 37011 Cisano di Bardolino (VR) cell. 348 2847820 mail to: [email protected] Boffalora, cascina immersa nella campagna dell’Oltrepo Pavese, propone seminari residenziali su temi che contribuiscono a risvegliare le coscienze allo scopo di vivere una vita sempre piu’ consapevole ognuno nella propria individuale unicità. Cascina Boffalora Via Boffalora, 2 Niente da dire: “Un libro ricco di contenuti esistenziali, che si articolano sullo sfondo di un rapporto conflittuale madre-figlia. Rapporto che viene scandito da un silenzio che sembra incolmabile e frutto di un divario generazionale, ma che batte invece il ritmo di incessanti flussi di pensiero pieni di paure, ansie, dubbi, inquietudini ed emozioni umane, sviscerate, senza artifici letterali, secondo la prospettiva di chi è alla ricerca del sé e alla scoperta dell’altro”. 27010 Monticelli Pavese PV Tel. 0382 766861 [email protected] Visita: www.cascinaboffalora.it ultime copie disponibili su ordinazione ai numeri 3471739112 - 347497610