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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscalinet.it
www.apan.it
BOLLETTINO N. 291
Mercoledì 16 maggio 2012, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo
mercoledì di ogni mese si parlerà di “In un anno la storia della Terra e implicazione sulla vita
nell'Universo”.
Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno effettuare delle osservazioni al telescopio.
La Luna avrà superato l’ultimo quarto per cui sorgerà molto tardi. Data la sua assenza sarà pertanto
possibile osservare le costellazioni primaverili e numerosi oggetti del cielo profondo quali le galassie
del Leone, della Chioma e dalla Vergine, l’ammasso globulare M 13 in Ercole e la nebulosa anulare
della Lira.
Venere sarà visibile al tramonto nella costellazione del Toro in congiunzione con la stella Beta.
Saturno sarà visibile tutta notte nella costellazione della Vergine in congiunzione con Spica.
Giove e Mercurio non sarà visibile in quanto in congiunzione con il Sole.
Marte sarà visibile tutta notte nella costellazione del Leone; sarà molto luminoso e con un diametro di
9 secondi ma si potranno vedere difficilmente dei particolari della superficie.
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Pubblichiamo l’ultima parte dell’articolo
sulla meridiana del duomo di Milano.
Nel 1976 la Meridiana è stata oggetto di
una serie completa di misurazioni e
verifiche
strumentali
che
hanno
determinato
anche
le
coordinate
geografiche del punto trigonometrico
indicato sul pavimento del Duomo sotto la
guglia della “Madonnina”.
Coordinate geografiche.
45° 27’ 47”,768 Latitudine Nord
9° 11’ 27”,843 Longitudine Est Greenwich.
La meridiana indica il mezzogiorno solare
vero; per ottenere l’ora indicata dai nostri
orologi
è
necessario
aggiungere
algebricamente, all’ora indicata dalla
meridiana, i valori della costante locale
Duomo di Milano, la Tavola del Capricorno posizionata
(+22m 12’ 2,13”) e dell’equazione del
sulla parete settentrionale
tempo del giorno dell’osservazione.
Quando è in vigore l’ora legale si deve
aggiungere ancora 1 ora
(a cura di Salvatore Trani)
RECENSIONI
Alessandro Giostra, Merletti Francesco, Willim Shea
ILARIO ALTOBELLI – Scienziato, teologo, corrispondente di
Galileo Galilei
Empatiabooks – Città di Theia (MC), 2012-05-08
Formato 16x23 cm – Pag, 144 - € 15.00
Padre Ilario Altobelli è riuscito, nel corso della sua vita, a coniugare
l'esperienza di religioso dell'ordine dei francescani conventuali alla
grande passione per la matematica e specificatamente per
l'astronomia, in una fase storica molto significativa come il '600,
secolo della rivoluzione scientifica.
Testimone illustre di come non vi sia inconciliabilità tra fede e
ragione, partecipò in prima persona al dibattito scientifico dell'epoca
insieme, tra gli altri, a Galileo Galilei, a Keplero, a Tyko Brahe, al
cardinale Cesare Baronio e Cristoforo Clavio, maestro del maceratese
Padre Matteo Ricci.
Nasce a Montecchio ora Theira nelle Marche nell’estate del 1560
(aveva 4 anni in più di Galilei) e muore nella stessa località il 31
ottobre 1637. Il 29 maggio 1575 vestì il saio di frate minore
conventuale. Ordinato sacerdote nel 1585, dal 1587 studiò a Roma
nel Collegio di San Bonaventura e si laureò in teologia l’8 dicembre
1591 nel capitolo provinciale di Fermo.
Dal 1599 al 1605 fu rettore e professore di matematica dello Studio di
Verona: di qui, fu tra i primi a osservare, il 9 ottobre 1604, la stella poi chiamata SN 1604 o Supernova di Keplero - della quale informò il
Galilei, allora insegnante a Padova, che sul fenomeno tenne tre
lezioni: la posizione della stella pareva contraddire le ipotesi
cosmologiche correnti, ponendosi fuori dell'ottava sfera.
L'Altobelli passò poi negli Studi di Rimini, di Fermo e, dal 1610, di
Ancona.
Con Galileo si mantenne in corrispondenza, congratulandosi per la pubblicazione del Sidereus
nuncius ove lo scienziato pisano annunciava la scoperta di quattro satelliti di Giove: gli scrisse anche
di sue ipotesi sulla costituzione della Via Lattea e gli richiese delle nuove lenti per il proprio
cannocchiale. Le sue lettere sono pubblicate nell'Edizione nazionale delle opere di Galilei.
Fra i tanti trattati scientifici redatti dall’Altobelli, vanno citati il “De proxima reipublicae venetae
inclinatione ex astris conjectura” scritto nel 1607 durante la permanenza veronese, “De nova stella”,
“Genealogia seraphica”, “Tabulae Regiae Astronomicae”. Studiò anche il pianeta Marte, lasciando il
testo “De occultatione stellae Martis” (1615). Molti anche gli scritti non solo in campo astronomico,
astrologico, matematico, ma anche di natura storica, religiosa e teologica.
In letteratura gli si attribuisce la scoperta degli anelli di Saturno o quella dei satelliti.
In realtà dopo le incerte osservazioni di Galilei, solo nel 1649 un costruttore di telescopi marchigiano
Eustachio Divini pubblicò per la prima volta una illustrazione dettagliata degli anelli di Saturno,
successivamente nel 1655 l'astronomo olandese Christiaan Huygens fu il primo a intuire la natura
anulare dei corpi visti da Galileo attorno al pianeta e scoprì anche il satellite Titano.
(a cura di Silvano Minuto)
EAN – EUROPEAN ASTROSKY NETWORK
È stata pubblicata la rivista on line “Astronomia nova” del mese di maggio 2012
Per scaricarla e avere la possibilità di consultare anche i numeri precedenti, digitare:
http://www.eanweb.com/rivista-astronomia/
In questo numero si segnalano due importanti articoli sulle meridiane collegati anche a presentazione
video.
CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE
La costellazione del Cratere
Il Cratere è una costellazione molto debole: solo una delle sue stelle supera la quarta magnitudine,
mentre il resto della figura della costellazione è delineata da stelle di quarta e quinta grandezza; ciò
significa che è virtualmente invisibile da ogni cielo cittadino, e che può essere difficile da osservare
anche sotto cieli bui e non inquinati. La sua posizione può essere scorta con qualche difficoltà una
ventina di gradi a sud delle stelle più orientali del Leone, come Denebola, o a occidente della Vergine;
nonostante ciò si tratta di una costellazione antica e ben nota fin dall'epoca dell'antica Grecia.
Nel cielo serale la sua massima visibilità ricade nei mesi della primavera boreale, fra la fine di febbraio
e l'inizio di luglio al massimo; nonostante si trovi solo pochi gradi a sud dell'equatore celeste e dunque
sia visibile per intero da quasi tutte le regioni popolate della Terra, la sua osservazione nelle ore della
sera dall'emisfero nord risulta penalizzata a causa della progressiva riduzione delle ore di buio col
procedere della primavera. Dall'emisfero australe, al contrario, la sua visibilità è facilitata
dall'allungamento delle notti.
Alfa Alkes
AR 10h 60m – D -18° 18’ - m. 4.2 - Sp.K1
E’ una stella gigante di colore giallo-arancio, distante 174 anni luce con luminosità pari a 55 Soli.
Gamma
AR 11h 25 m – D – 17° 41’
Separazione 5.2” – mag. 4.1 e
9.6 – AP° 96
Stella doppia non facilissima da
osservare
a
causa
della
differenza di luminosità delle due
componenti, una bianca ed una
blu.
Delta
AR 11h 19 m – D -14° 46’ - Mag. 3.8 – sp K0
E’ la stella più brillante della costellazione. Si trova a 194 anni luce di distanza e brilla come 112 Soli.
Y Crateri
AR 11h 24m – D – 17° 41’ - Magnitudine componenti 4.08 e 9.5
Separazione 5.2”
Come per la Gamma, difficile da osservare a causa della differenza di luminosità delle componenti
HD 99922
AR 11h 29m – D – 24° 27’
Magnitudine componenti 5.83 e 8.8 - Separazione 8.3”
La doppia più facile della costellazione
R Crateris
AR 11h 01m – D -18° 19 - Mag. 8 – 9.5 – periodo 160 gg
Stella variabile semiregolare a lungo periodo. Facile da individuare perché si trova nello stesso campo
di Alfa, 11,5’ verso est.
Ngc 3887
AR 11h 47m – D – 16° 51’
Magnitudine 10.7
Dim: 3.3 x 3.5’
Galassia a spirale più luminosa
della costellazione vista quasi
frontalmente. Risulta visibile
anche utilizzando un telescopio
amatoriale. Si trova a circa 68
milioni di anni lue di distanza.
Ngc 3962
AR 11h 54m – D – 13° 58’
Magnitudine 10.9 – Dim: 2.6 x 2.2’
Galassia ellittica, visibile in un telescopio
come una macchietta chiara dai bordi
sfumati.
SOLDI PER LA RICERCA IN ITALIA
Forse, si, ma comunque ci siamo ..
E’ bene ricordare che l’Italia
è il terzo partner mondiale
per
il
contributo
alla
Stazione Spaziale. Anche se
il contributo non è solo
denaro contante, lo sono le
infrastrutture
che
naturalmente costano e
quindi si devono sborsare
fior fiore di milioni di euro. Lo
stesso succede per il Cern e
così via.
Adesso siamo anche in
prima linea su un nuovo
progetto ESA. Mandare una
nuova sonda verso Giove.
Quasi due miliardi di euro il
costo del satellite europeo
Juice, Jupiter Icy moons
Explirer che andrà a studiare
i suoi satelliti ghiacciati come Ganimede, che sotto la superficie cela oceani salati.
La decisione, presa dall’Agenzia spaziale europea dopo cinque anni di discussioni, sbocca Juice che
partirà nel 2022 e arriverà a Giove nel 2030. L’Italia è in prima fila anche in questa missione ...
Nessuno dice quanto costerà alla nostra nazione, l’unico incitamento è verso le industrie per fare la
propria parte per ottenere le commesse.
INQUINAMENTO LUMINOSO – RIDURRE LE SPESE
Con gli aumenti più recenti del costo dell'energia elettrica si sta superando in Italia la spesa di un
miliardo l'anno per l'illuminazione pubblica, il che significa poco meno di 20 euro ad abitante. Gli ultimi
dati, pubblicati poche settimane fa da Enea nell'ambito del Progetto Lumière (dedicato a sindaci e
Comuni per promuovere l'efficienza energetica, www.progettolumiere.enea.it) e riferiti ai consuntivi del
2010, parlano chiaro: tra bolletta e manutenzioni si arriva a una media di 18,7 euro l'anno per abitante.
È vero che negli ultimi tempi, soprattutto grazie all'introduzione delle lampade a basso consumo, si è
riusciti a illuminare sempre di più consumando un po' meno. Ma a questo punto è la crescita costante
dell'illuminazione che viene messa in discussione. E a farlo non sono più soltanto astronomi e astrofili,
disturbati dall'inquinamento luminoso che, ormai quasi ovunque, impedisce di vedere le stelle.
Da una parte stanno prendendo piede nuovi sistemi, che prevedono la regolazione automatica
dell'intensità dei flussi luminosi, dall'altra sono i Comuni stessi (sui quali grava quasi interamente la
spesa) a decidere di tagliare letteralmente la luce. Tra gli ultimi esempi, il Comune mantovano di
Felonica ha stabilito di spegnere il 10 per cento dei lampioni. A Prato è stato approvato un nuovo
progetto per ridurre di un terzo i consumi annuali, intervenendo sulle ore della notte più fonda. Lo
stesso succede a Bari. La Regione Lazio, che ha una legge apposita per il risparmio energetico, nei
giorni scorsi ha inviato un richiamo ai Comuni perché sorveglino che venga applicata: in particolare si
nota, dice il richiamo, che i punti luce sono quasi nella totalità dei casi superiori per numero e potenza
al necessario.
Dalla Spagna arriva poi un sistema intelligente che permette di ridurre i consumi addirittura del 70-80
per cento. Si chiama Luix e regola l'intensità luminosa dei lampioni a seconda delle persone o dei
veicoli che passano. Lo fa grazie a un semplice sensore che, posto all'interno del lampione, è capace
di rilevare il volume di persone o veicoli, e quindi di regolare istante per istante la gradazione
luminosa. Per il momento è stato sperimentato in alcune città (anche in Francia, a Tolosa), ma si
calcola che, se applicato in tutta la Spagna, potrebbe ridurre i costi di 250 milioni.
Da noi, ancor prima delle scelte tecnologiche, è necessario cambiare mentalità, come dice Fabio
Falchi, presidente di Cielobuio, associazione per la riduzione dell'inquinamento luminoso. "Se
confrontiamo infatti il nostro consumo pro capite per l'illuminazione pubblica con quello della
Germania, ci accorgiamo che è più del doppio: 105 chilowattora contro 42 (la media Ue è 51).
Interessante anche il confronto con gli Usa: lì nelle zone residenziali vengono utilizzati solo un
lampione o due in corrispondenza degli incroci, il resto è buio. E nessuno si lamenta, perché là tutti
sanno che non c'è rapporto tra illuminazione e sicurezza".
LE COSTELLAZIONI CHE NON CI SONO PIÙ
Le costellazioni hanno subito variazioni e modifiche nel corso dei secoli, alcune sono nate in epoche
medioevale e altre sono definitivamente scomparse nei secoli successivi.
Emisfero australe
SCETTRO DI BRANDEBURGO
(Sceptrum Brandenburgicum)
Nella stessa area di cielo, tra Eridano e la Lepre, l'astronomo
prussiano Kirsch disegnò nel 1688 questa costellazione per
celebrare la reale famiglia dei Brandeburgo. Oggi le stelle dello
Scettro di Brandeburgo appartengono a Eridano..
Fonte UAI
ASTRONOMI DEL PASSATO
Giuseppe Piazzi
Nacque il 16 luglio 1746 a Ponte in Valtellina da Bernardo
Piazzi e Francesca Artaria, penultimo di dieci figli.
Nel 1764 entrò nell'Ordine dei Teatini del convento di
Sant'Antonio a Milano e fu ordinato sacerdote nel 1769. Studiò
nei collegi dell'ordine a Milano, Torino, Roma e Genova, sotto
la guida di Girolamo Tiraboschi, Giovan Battista Beccaria e dei
Padri Le Seur e Jacquier, che lo introdussero alla matematica
e all'astronomia.
Una volta terminati gli studi, Piazzi insegnò filosofia a Genova
per un certo tempo e matematica all'università di Malta. Nel
1779, insegnò teologia dogmatica a Roma, e suo collega era
Barnaba Chiaramonti, che nel 1800 diventerà Papa Pio VII.
Nel marzo del 1781 Piazzi è chiamato alla cattedra di calcolo
sublime (calcolo infinitesimale) della Reale Accademia degli
Studi di Palermo, mentre il 19 gennaio 1787 è nominato
professore di astronomia.
Come indicato nella nomina, prima di poter esercitare, fu inviato per due anni a Parigi e Londra a
spese della Deputazione de' Regj Studi per «migliorarsi nella pratica delle osservazioni»
astronomiche, visitandone gli osservatori. Partito da Palermo il 13 marzo del 1787, rientrò sul finire
dell'anno 1789. Il 1º luglio 1790 ottenne l'autorizzazione dal re Ferdinando I delle Due Sicilie per la
costruzione di una specola nella Torre di S. Ninfa del Palazzo Reale; Piazzi sovrintendette ai lavori e
l'Osservatorio Astronomico di Palermo fu completato nel 1791. Nominato direttore dell'osservatorio,
mantenne tale carica fino al 1817, quando fu chiamato a Napoli per dirigere la costruzione
dell'Osservatorio di Capodimonte, divenendo quindi Direttore Generale degli Osservatori di Napoli e Palermo.
La scoperta di Cerere
Frontespizio Della scoperta del nuovo planeta Cerere Ferdinandea
Il 1º gennaio 1801, Piazzi scoprì un oggetto brillante che si muoveva
contro lo sfondo di stelle. La prima osservazione lo portò a ipotizzare
che si trattasse di una stella fissa, non riportata dai cataloghi. Nei
giorni seguenti, notò che il corpo celeste non si trovava più nella
posizione iniziale, e sospettò che si trattasse di una stella diversa. Le
successive osservazioni lo convinsero che il nuovo astro era dotato di
moto proprio. Nel suo diario, Piazzi scrisse:
"Risultati delle osservazioni della nuova stella scoperta il dì primo
gennaio all’Osservatorio Reale di Palermo - Palermo 1801. Già da
nove anni travagliando io a verificare le posizioni delle stelle che si
trovano raccolte ne' vari Cataloghi degli astronomi, la sera del primo
gennaio dell'anno corrente, tra molte altre cercai la 87.a del Catalogo
delle stelle zodiacali dell’Abate La Caille. Vidi pertanto che era essa
preceduta da un’altra, che secondo il costume, volli osservare ancora,
tanto maggiormente, che non impediva l'osservazione principale.
La sua luce era un poco debole, e del colore di Giove, ma simile a molte altre, che generalmente
vengono collocate nell'ottava classe rispetto alla loro grandezza. Non mi nacque quindi alcun dubbio
sulla di lei natura. La sera del due replicai le mie osservazioni, e avendo ritrovato, che non
corrispondeva né il tempo, né la distanza dallo zenit, dubitai sulle prime di qualche errore
nell’osservazione precedente: concepii in seguito un leggiero sospetto, che forse esser potesse un
nuovo astro.
La sera del tre il mio sospetto divenne certezza, essendomi assicurato che essa non era Stella fissa.
Nientedimeno, avanti di parlarne aspettai la sera del 4, in cui ebbi la soddisfazione di vedere, che si
era mossa colla stessa legge che tenuto aveva nei giorni precedenti."
Nonostante i buoni presupposti per la scoperta di un nuovo pianeta, Piazzi scelse una linea di
pensiero più prudente e annunciò semplicemente di aver individuato una cometa. In una lettera
all'astronomo Barnaba Oriani di Milano Piazzi rivelò i suoi sospetti:
"Avevo annunciato questa stella come una cometa, ma poiché non è accompagnata da alcuna
nebulosità, e inoltre il suo movimento è così lento e piuttosto uniforme, mi è venuto in mente più volte
che potesse essere qualcosa di meglio di una cometa."
Cerere fotografato dal Telescopio Spaziale
Hubble.
Piazzi non poté osservarlo abbastanza a
lungo (entrando l'astro in congiunzione con il
Sole) per determinare la sua orbita con i
metodi esistenti, ma il rinomato matematico
Carl Friedrich Gauss sviluppò un nuovo
metodo per il calcolo delle orbite che permise
agli astronomi di individuare di nuovo
l'oggetto.
Dopo che la sua orbita fu perfettamente
determinata, fu chiaro che il presupposto di
Piazzi era corretto e questo nuovo corpo
celeste non era una cometa, ma un piccolo
pianeta. Inoltre, esso si trovava esattamente
dove la legge di Titius-Bode prevedeva
l'esistenza di un pianeta.
Piazzi lo battezzò originariamente Ceres (Cerere) Ferdinandea, in onore della dea romana
Cerere,protettrice del grano e della Sicilia, e di Re Ferdinando III di Sicilia (anche noto come
Ferdinando IV di Napoli che nel 1816 divenne Ferdinando I delle Due Sicilie). La parte "Ferdinandea"
non era accettabile per le altre nazioni europee e fu eliminata. Ceres si rivelò il primo, e il più grande,
degli asteroidi esistenti all'interno della fascia principale.
I cataloghi
Piazzi si dedicò assiduamente alla determinazione delle posizioni stellari, pubblicando, nel 1803, il
catalogo Praecipuarum Stellarum Inerrantium Positiones mediae ineunte Saeculo XIX, poi
ripubblicato, completato ed emendato, nel 1814. Entrambi i cataloghi vinsero il premio dell'Académie
des Sciences di Parigi.
Piazzi morì a Napoli il 22 luglio 1826; le sue spoglie, secondo le sue ultime volontà, furono deposte
nell'ipogeo della Basilica di San Paolo Maggiore, retta dai Teatini.
Opere
Della specula astronomica di Palermo libri quatro (Palermo, 1792)
Sull'orologio Italiano e l'Europeo (Palermo, 1798)
Della scoperta del nuovo planeta Cerere Ferdinandea (Palermo, 1802)
Praecipuarum stellarum inerrantium positiones mediae ineunte seculo 19. ex observationibus habitis
in specula Panormitana ab anno 1792 ad annum 1802. (Palermo, 1803)
Præcipuarum stellarum inerrantium positiones mediæ ineunte seculo XIX ex obsrvationibus habitis in
specula Panormitana ab anno 1792 ad annum 1813. (Palermo, 1814)
Codice metrico siculo (Catania, 1812)
Lezioni di astronomia (Palermo, 1817) t. 1, t. 2
Ragguaglio del Reale Osservatorio di Napoli eretto sulla collina di Capodimonte (Napoli, 1821).
FLY ME TO THE MOON
Il cratere Berzelius
Nella regione sud-orientale del cratere Atlas possiamo osservare il cratere "Berzeluis", una formazione
circolare con versanti poco scoscesi, le pareti poco elevate e un fondo piatto riempito di lava con dei
piccoli crateri e un solco.
Si pensa che la sua formazione risalga al periodo Imbriano (da -3.85 miliardi di anni a -3.2 miliardi di
anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 4 giorni dopo la Luna nuova oppure 3 giorni dopo la
Luna piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 50.9° Est
Latitudine: 36.6° Nord
Quadrante: Nord-Est
Area: Regione Sud-Orientale del cratere Atlas
Origine del nome:
Dettagli: Barone Jöns Jacob Berzelius, Chimico svedese del 19° secolo nato in Svezia
Nato a: Väversunda Sörgard nel 1779
Morto a: Stoccolma nel 1848
Fatti notevoli: Segretario dell'Accademia delle Scienze nel 1818. Ha separato la chimica organica
dalla chimica mineraria (inorganica). Inventore dei simboli e delle equazioni chimiche e leggi
dell'elettrochimica.
Autore del nome: Mädler (1837)
Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Nelle foto una ripresa del cratere "Berzelius" e un ritratto di Jöns Jacob Berzelius. Lo strumento
minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm.
Davide Crespi
GIUSEPPE BARILLI OVVERO QUIRICO FILOPANTI
Ricordo a due secoli dalla nascita.
L'uomo dei Fusi Orari.
Giuseppe Barilli (1812-1894) nacque a Budrio in provincia di Bologna; la città di San Petronio gli ha
dedicato un viale nella circonvallazione a est, chiamato appunto Viale Quirico Filopanti, il suo
pseudonimo, che vuol dire "colui che amò tutti" cioè "Filopantos" e dal suo attaccamento per Roma
Antica "Quirico".
Nel 1834 si laureò in Matematica e Filosofia, nel 1848 fu nominato professore di Meccanica ed
Idraulica presso l'Università di Bologna.
Combatté con Giuseppe Garibaldi (1807-1882) che lo chiamava "suo professore e maestro
dell'infinito", quindi fu anche garibaldino.
Fu eletto deputato al Parlamento nel 1876, visse poverissimo a Bologna sino alla morte avvenuta nel
1894. La sua profonda umanità, il suo amore per l'Italia, la sua onestà resero il compianto "unanime",
un esempio per tutti per il passato, per il presente e per il futuro.
Voglio ricordare Quirico Filopanti per l'Astronomia; fu il primo ad avere l'idea dei Fusi Orari che
propose nella sua opera "Miranda" pubblicata anonima nel 1858 in inglese a Londra, quando si
rifugiò dopo la caduta della Repubblica Romana.
Filopanti ripropose l'idea dei Fusi Orari nel libro "L'Universo lezioni popolari di Filosofia Enciclopedica
e particolarmente di Astronomia" in tre volumi frutto di varie conferenze che ha tenuto nelle principali
città d'Italia (1871-1872-1873).
Altra cosa interessante consiste nell'avere ideato una nuova nomenclature celeste in pratica un modo
originalissimo di chiamare stelle e costellazioni che però non ebbe fortuna a differenza dei Fusi Orari
diventati di uso mondiale,
Di Filopanti esistono anche copie di un libro che tratta solamente di Astronomia chiamato "Lezioni
popolari di Astronomia"; posseggo tutti i testi di Quirico Filopanti ad eccezioni di Miranda.
Come uomo politico e deputato al Parlamento si sentiva impegnato a difendere e a diffondere gli
ideali del Risorgimento e come scienziato era maggiormente interessato ai suoi lavori di divulgazione
dell'Astronomia, dove si confrontava con quelli di F. Humbold (1769-1859), F. Arago (1786-1853) e di
C. Flammarion (1842-1925).
Infine i suoi libri non erano di facile lettura, un lavoro "tutt'altro che leggiero" scriveva nel 1879 G. V.
Schiaparelli (1835-1910) direttore dell'Osservatorio di Milano-Brera commentando il libro "L'Universo".
Uranio
CINQUE PER MILLE
Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la
struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola)
e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca.
APAN
Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus
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Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è
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Casella sostegno del volontariato
C.F. osservatorio 00437210032
LA LUNA DEL 3 MAGGIO 2012
Immagini riprese il 3 maggio
2012 alle ore 22 da Gianluca
Testa con fotocamera Bridge.
LA SUPER LUNA POCO PRIMA DELL’ALBA DEL 7 MAGGIO 2012
La super Luna ripresa da Oreste Lesca prima dell’alba del 7 maggio; la differenza di luminosità con la
sera precedente (la massima) è solo del 3 per cento.
VENERE
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia
Shakespeare
Amleto William
Ieri sera, all'osservatorio di Suno, con il
cielo finalmente quasi completamente
libero ed atmosfera ripulita dalla pioggia,
Venere sembrava un diamante e Marte
un rubino.
Le immagini hanno il pregio di ricordare
l'atmosfera del momento in cui sono
state riprese ma questo funziona di più
per chi le ha fatte e meno in chi le vede,
gran parte della magia si perde in questo
trasferimento di fruizione.
Stranamente abbiamo avuto pochi
visitatori, gli ultimi sono arrivati a cupola
chiusa e l'energia fornita dal vin brulé di
Franco si era ormai esaurita e con essa
la voglia di rimettere in funzione la
struttura.
Sulla strada del ritorno, tra le belle colline
Il pianeta Venere ripreso il 2 maggio in osservatorio con di Suno e Mezzomerico, appena dietro
una delle mai contate curve, i fari della
proiezione dell’oculare
Fiesta non girano purtroppo, inquadrano
all'ultimo momento un cinghiale adulto e
di taglia adeguata a sfasciarmi il frontale, freno in tempo mentre quello con calma abbandona la sede
stradale e si imbosca, riparto prima che arrivi alle spalle Davide, fortuna che era partito un minuto più
tardi, un cinghiale sul muso e una Stilo nel posteriore e di colpo l'umore rasserenato dal cielo terso e
dal paesaggio rischiarato dalla Luna, sarebbe cambiato.
Mi fermo un poco più avanti, dopo il ponte del ruscello dove si trova il masso erratico. Davide si ferma
e gli spiego come mai mi aveva visto fermo poco prima, lui qualche tempo fa, aveva avuto la strada
sbarrata da piccoli di cinghiale. Si riparte, appena fuori da Mezzomerico, due daini che al nostro arrivo
si incamminano con leggera eleganza in una stradina del bosco, poco più avanti, dove le nostre
strade si separano, io aziono le frecce d'emergenza e Davide lampeggia, lui è quasi arrivato, io devo
ancora raggiungere ed attraversare il Ticino dopo il quale sono poco più che a metà strada.
Oreste Lesca
Hanno collaborato:
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Oreste Lesca
Gianluca Testa
Vittorio Sacco