COMPOSIZIONE DEI MOTI Tra i vari quesiti del test Force Concept Inventory sono stati analizzati quelli che presuppongono la corretta comprensione della composizione dei moti e del primo e secondo principio della dinamica. Il concetto di forza che gli studenti hanno molto spesso si scontra con la realtà. Infatti è facile che uno studente creda che una forza produce uno spostamento anche a velocità costante. Questa, come altre concezioni, sono frutto dell’esperienza e nello scarso rigore scientifico con cui si affrontano i problemi quotidiani in cui la fisica può dare invece una spiegazione rigorosa. Dunque il concetto di velocità viene spesso accostato con quello di forza. Ci si fida molto di più delle proprie esperienze rispetto a ciò che le teorie affermano. Un altro problema preliminare che emerge è il fatto che molto spesso agli studenti manca la capacità di astrazione. In altre parole non riescono ad idealizzare un esperimento fisico e dunque si trovano ad analizzare non un esperimento immaginario, bensì uno reale e si è consapevoli come questi due ambiti in talune circostanze divergano in maniera sensibile. Emerge inoltre come il concetto stesso di forza non sia pienamente acquisito. Infatti è difficile sia dare una definizione rigorosa di forza sia farla apprendere. Molto spesso si predilige una definizione operativa, magari dedotta da esempi che possono, a volte, creare confusione. Negli esempi che seguono vengono presentati due tipologie di esercizi. Nel primo blocco lo studente deve aver capito appieno il primo principio della dinamica e successivamente la composizione dei moti e le sue applicazioni. Il secondo blocco, invece, è centrato sul secondo principio della dinamica e sempre la composizione dei moti. I due blocchi sono alquanto speculari. All’interno del test sono stati posizionati uno nella parte iniziale ed uno nella parte finale per evitare che lo studente fosse indotto in errore da uno dei due. Utilizzare le affermazioni seguenti e le figure seguenti per rispondere ai prossimi quattro quesiti (da 8 a 11). La figura rappresenta un dischetto da hockey che scivola, con velocità costante v0, in linea retta dal punto a al punto b su una superficie orizzontale priva di attrito. Supporre che le forze esercitate dall’aria siano trascurabili e che si osservi il dischetto dall’alto. Quando il dischetto raggiunge il punto b, riceve un rapidissimo colpo orizzontalmente nella direzione indicata dalla freccia in neretto. Se il dischetto fosse stato fermo nel punto b, il colpo lo avrebbe messo in moto orizzontalmente nella direzione della freccia con velocità vk. 8. Lungo quale delle traiettorie si muoverà il dischetto dopo aver ricevuto il colpo? D 19% C 1% B 31% E 21% Non risposte 1% A 27% La maggior parte degli studenti ha dato la risposta giusta. Tuttavia tale percentuale non è molto elevata. Fatta eccezione per la risposta C, palesemente contraria a qualsiasi tipo di esperienza, tutte le altre risposte hanno avuto percentuali alquanto elevate. Quasi un terzo degli studenti ha evidenziato una caratteristica inattesa (vedi risposta A), cioè ritengono che una forza abbia la caratteristica di decidere in maniera univoca il moto finale di un corpo indipendentemente dal suo moto iniziale. Sembra emergere una concezione alquanto sbagliata della funzione di una forza e della sua relazione con il moto. Il moto è in direzione della forza potrebbe essere l’idea che gli studenti posseggono. Dalle risposte D ed E, ognuna delle quali è stata segnalata da circa un quinto dei ragazzi si mette in luce un altro fatto interessante. Probabilmente gli studenti hanno pensato che la forza è connessa all’accelerazione, da ciò si dedurrebbe un moto non lineare. Tuttavia hanno trascurato il fatto che la forza viene impressa per un brevissimo periodo temporale e dunque dopo l’impulso il corpo è nuovamente non soggetto a forze e quindi vige il primo principio della dinamica. 9. La velocità del dischetto subito dopo aver ricevuto il colpo è: A) uguale alla velocità v0 che possedeva prima di ricevere il colpo; B) uguale alla velocità vk acquistata in seguito al colpo e indipendente dalla velocità v0; C) uguale alla somma aritmetica delle velocità v0 e vk; D) inferiore sia a v0 che a vk; E) superiore sia a v0 che a vk, ma inferiore alla somma aritmetica delle due velocità. E 40% D 13% C 11% B 29% Non risposte 5% A 2% Questa domanda è stata risposta correttamente dalla maggior parte dei ragazzi. Tuttavia c’è da riflettere sulla risposta. Infatti l’alta percentuale di risposte esatte confrontate con quelle della domanda precedente, può essere giustificata in due maniere differenti. O gli studenti hanno appreso il corretto procedimento per giungere alla soluzione, oppure considerando il moto composizione di due spostamenti in due direzioni diverse, anche se non rettilinee, hanno giustamente pensato che la velocità finale doveva essere diversa da quella di partenza e diversa dalla somma aritmetica delle due. Tuttavia è più probabile che la percentuale di risposte esatte derivi da una compartecipazione dei due pensieri. È curioso notare come molti abbiano dato la risposta B. Tuttavia il dato non stupisce se analizzato alla luce della domanda precedente. Giustamente un ragazzo che aveva dato alla domanda 8 la risposta A non poteva rispondere diversamente a tale quesito. Questo sottolinea ancora una volta come ci sia un problema di fondo nel rapporto tra forza e moto. Alcuni ragazzi hanno risposto che la velocità finale è pari alla somma delle due velocità. Qui emerge probabilmente un altro problema. Molto spesso si fa confusione tra quella che è una somma ed una somma vettoriale. I ragazzi, specialmente quando iniziano il triennio trovano particolare difficoltà a maneggiare i vettori e le loro operazioni. Invece è alquanto più difficile capire come mai un certo numero ritenga che la velocità finale sia inferiore alle due velocità. Probabilmente hanno considerato la loro esperienza in cui un oggetto non sottoposto a forze tende a fermarsi, ma in quel caso un fattore importante lo gioca l’attrito. 10. Lungo la traiettoria priva di attrito, che hai scelto nel quesito 8, la velocità del dischetto dopo aver ricevuto il colpo: A) è costante; B) aumenta continuamente; C) diminuisce continuamente; D) aumenta per un po’ e in seguito decrescente; E) è costante per un po’ e in seguito decrescente. E 18% D 32% C 10% Non risposte 1% B 1% A 38% Alla luce dei risultati delle domande precedenti stupisce un po’ il fatto che una percentuale così elevata della classe abbia dato la risposta esatta. Tuttavia ciò potrebbe derivare dal fatto che nelle domande e nelle risposte si parlasse sempre di velocità costanti e dunque qualsiasi operazione su due grandezze costanti restituirebbe ancora una grandezza costante. Le altre risposte evidenziano altre caratteristiche, molto più interessanti, sul modo di ragionare e di comprendere il fenomeno da parte degli studenti. Infatti il 60% ritiene che l’oggetto, in qualche sua fase, debba diminuire la velocità. Questa concezione sembra essere attribuita al fatto sperimentale che qualsiasi oggetto a cui è stata impressa una forza iniziale tenda a rallentare per poi fermarsi. Tuttavia questo si ferma per la presenza degli attriti. Dunque sembra emergere il problema di idealizzare il problema capendo quali sono i meccanismi che lo differenziano da un esperimento reale. È altresì interessante notare come un terzo dei ragazzi ritenga che inizialmente il corpo acceleri. Questo deriva probabilmente dal fatto che in qualche maniera sono consci che una forza provoca un’accelerazione (anche se qui si parla piuttosto di impulso). 11. Lungo la traiettoria priva di attrito, che hai scelto nel quesito 8, la(e) forza(e) principale agente sul dischetto dopo aver ricevuto il colpo è(sono): A) una forza di gravità diretta verso il basso; B) una forza dovuta verso il basso dovuta alla gravità e una forza orizzontale in direzione del moto; C) una forza dovuta verso il basso dovuta alla gravità, una forza verso l’alto esercitata dalla superficie e una forza orizzontale nella direzione del moto; D) una forza dovuta verso il basso dovuta alla gravità e una forza verso l’alto esercitata dalla superficie; E) nessuna (non agiscono forze sul dischetto). D 11% E 11% Non risposte 10% A 7% C 22% B 39% Tutti gli intervistati sono concordi che sul corpo agisce la forza peso (ogni studente sa che un oggetto è “pesante” e dunque ad esso dovrà essere associata un qualche tipo di forza), fatta eccezione per un 11% che invece ritiene che sul corpo non agisce nessuna forza. In quest’ultimo caso potrebbe essere emersa una concezione sbagliata e cioè il fatto che vi è una differenza sostanziale nell’affermare che non vi sono forze rispetto al fatto che la risultante delle forze sia zero. Molto spesso gli studenti credono che il concetto di equilibrio (nella direzione in cui agiscono le forze) sia connesso col concetto che sul corpo non agiscono forze. Un terzo ha evidenziato come vi sia anche la reazione vincolare. Il valore basso può essere spiegato col fatto che gli studenti non sono stati in grado di immaginare in maniera adeguata il problema. Hanno inteso che la rappresentazione grafica rispecchiasse in qualche maniera la rappresentazione reale. Tuttavia la maggior parte non ha nemmeno preso in considerazione questa forza, bensì a considerato come forza agente sul corpo quella dovuta al moto. Questo mette in luce come ci sia una concezione sbagliata del concetto di forza e del suo rapporto con il moto di un oggetto. Infatti emerge come vi sia la convinzione che sia la forza che determina il moto e cioè che non esiste moto senza forza. Due concetti diversi che risultano avere la stessa consistenza. Alla luce di questo si possono spiegare meglio i risultati contrastanti visti nelle domande precedenti. È indubbio che vi sia un problema a livello didattico. È opportuno rilevare come vi siano delle misconcezioni che riguardano il moto e la forza. Sembra esserci un tentativo estremo di spiegare il moto attraverso una causa che lo produce. Il concetto di velocità appare alquanto misterioso, di difficile comprensione nel mondo ideale dei problemi, ma che trova una giustificazione nel mondo reale. Il problema di fondo è da rintracciare nel fatto che nella realtà un insieme di forze producono un’accelerazione, e quindi moto, ma anche una velocità se la loro risultante è nulla nella direzione del moto. Tuttavia, quando spingiamo un oggetto, percepiamo facilmente la forza da noi impressa, molto di meno quella d’attrito. Utilizzare le affermazioni seguenti e le figure seguenti per rispondere ai prossimi quattro quesiti (dal 21 al 24). Un razzo va alla deriva nello spazio cosmico perpendicolarmente al suo asse dal punto a al punto b, come mostrato in figura seguente. Il razzo non è soggetto a nessuna forza esterna. Partendo dalla posizione b, il motore del razzo viene avviato e produce una spinta (una forza sul razzo) che è diretta perpendicolarmente alla retta ab. La spinta viene mantenuta costante finché il razzo raggiunge il punto c nello spazio. 21. Quale tra le seguenti traiettorie meglio rappresenta il percorso del razzo tra i punti b e c? C 21% D 10% E 17% B 31% A 10% Non risposte 11% La tipologia di quesito rispecchia quella vista precedentemente. In effetti si sta analizzando un problema del tutto simile a quello affrontato nei precedenti quattro quesiti. Questa volta, però, si ha a che fare con una forza costante nel tempo. I risultati ottenuti sembrano confermare le previsioni già scaturite. Dato che un terzo degli intervistati ha dato come risposta esatta la B, si ha una nuova conferma del fatto che si consideri che il moto è nella direzione della forza. Non viene considerato che il moto di un corpo possa essere anche indipendente dalla forza. Questo è ormai un misconcetto sul quale si fondano gran parte dei ragionamenti degli studenti presi in esame. Molti addirittura ora considerano il moto come rettilineo. Sussiste molta confusione tra velocità ed accelerazione e la legge oraria di una particella in moto uniforme ed uniformemente accelerato. Quasi un 40% ha intuito che il moto risultante doveva essere curvo, ma solo poco meno della metà ha risposto correttamente. È da notare l’alta percentuale di coloro che non hanno dato risposta. Tale andamento si riscontra anche nei successivi esercizi. Il motivo potrebbe essere imputabile a mancanza di tempo o ad una oggettiva difficoltà ad affrontare un esercizio che anche precedentemente non era stato capito appieno. 22. Quando il razzo si muove dalla posizione b alla posizione c, la sua velocità è: A) costante; B) costantemente crescente; C) costantemente decrescente; D) crescente per un momento e in seguito costante; E) costante per un momento e in seguito decrescente. C 11% D 34% B 21% E 5% A 19% Non risposte 10% A tale tipo di quesito solo un quinto degli intervistati ha risposto correttamente. Più della metà ritiene che in qualche fase del moto la velocità sia costante. Questo deriva, come già più volte sottolineato, dal fatto che per esperienza un sistema di forze, percepito molto spesso come un’unica forza, produce una velocità costante. Un terzo del totale, probabilmente basandosi sull’esperienza, ritiene che la forza inizialmente imprima un’accelerazione, ma poi questa accelerazione impressa tenda a diminuire fino a far risultare il moto uniforme. Il problema di fondo è la presenza degli attriti. Lo studente non è in grado di capire appieno il fenomeno resistivo. Non è in grado di valutare la sua funzione specifica, le proprietà e le caratteristiche che esso possiede, perché ingannato dalla propria esperienza. È questo stesso fattore che sicuramente giustifica l’11% degli intervistati che ritengono che la velocità decresca continuamente. 23. Nel punto c il motore del razzo viene spento e la spinta immediatamente diventa nulla. Quale delle seguenti traiettorie seguirà il razzo oltre il punto c? D 30% C 25% E 6% B 18% A 10% Non risposte 11% I risultati a tale quesito ormai non sorprendono alla luce della precedente analisi. Questo non fa altro che confermare i numerosi concetti sbagliati che sono propri degli studenti. Confrontando tali risultati con quelli della domanda 8 le considerazioni da fare sono estremamente limitate per non risultare ripetitivi. È innegabile che vi sia la forte convinzione che il moto avvenga sempre e comunque nella direzione della forza o dove questa agiva. Il fatto che più di un terzo degli intervistati ritenga che il moto sia curvo fa supporre che non si sia appreso in maniera adeguata il comportamento della forza, tanto meno si sia appreso il primo principio della dinamica. Ovviamente a discolpa degli studenti interviene il fatto che sono a digiuno di fisica, tuttavia dimostrano altresì di guardare con occhio poco critico il mondo che li circonda. 24. Oltre la posizione c la velocità del razzo è: A) costante; B) costantemente crescente; C) costantemente decrescente; D) crescente per un momento e in seguito costante; E) costante per un momento e in seguito decrescente. C 34% D 5% B 5% E 11% A 32% Non risposte 13% Si nota come pochissimi ritengano che la velocità aumenti. Quasi la metà degli intervistati ritiene che la velocità diminuisce in una specifica fase. Come più volte ripetuto, tale concezione deriva da una visione reale del fenomeno che non è simile al problema in esame. Alla luce dei tanti fatti visti in precedenza, stupisce come un terzo degli intervistati abbia risposto correttamente al quesito. Infatti in questa tipologia di domande, il valore massimo di successi si attestava intorno al 20%. Tuttavia si potrebbe trovare una giustificazione al risultato. Forse una parte degli studenti che hanno evidenziato come il moto del razzo dopo il punto è rettilineo, hanno ritenuto che la velocità sarebbe dovuta essere costante. Ragionamento concettualmente sbagliato, ma che comunque potrebbe essere stato affrontato dagli intervistati. Anche qui, come nelle precedenti risposte si nota un alto tasso di persone che non hanno risposto alla domanda. Probabilmente il tempo limitato e la difficoltà per alcuni nel comprendere velocemente il quesito sono state le caratteristiche che hanno influenzato tale conclusione Conclusioni Alla luce di quanto è emerso dai test, si può certamente affermare che solamente un quinto degli intervistati ha una nozione corretta di forza e del suo legame con il moto. I maggiori problemi rilevati sono stati: • Concetto di forza; • Relazione tra forza e moto; • Relazione tra forza e velocità; • Primo principio della dinamica; • Secondo principio della dinamica; • Presenza o meno di attriti; • Difficoltà a idealizzare il problema; • Composizione dei moti. Come si vede i problemi sono molti, tuttavia alcuni di essi si possono risolvere in maniera alquanto semplice, mentre altri richiedono molto più tempo ed esercizio. Dato che il concetto di forza può essere solo operativo, l’insegnate dovrebbe porre una certa attenzione sugli esempi che propone, specificando molto bene tutte le caratteristiche del sistema. Inoltre è fondamentale far comprendere i principi della dinamica questa volta utilizzando a proprio vantaggio esperimenti reali. È opportuno che l’insegnante si adoperi a dimostrare in maniera rigorosa alcune semplici operazioni di vita quotidiana che sembrano andare in contrasto con i principi sopra menzionati. Inoltre sarebbe utile che gli studenti iniziassero a studiare, non necessariamente in maniera rigorosa e approfondita, problemi concernenti il quotidiano. È importante che sentano la necessità di porsi domande e di cercare una risposta. Ovviamente ci sono anche delle situazioni negative che riguardano il test stesso. Infatti il tempo concesso sembra effettivamente troppo limitato per poter affrontare in maniera adeguata il questionario, in quanto generalmente a questa età gli studenti non sono in grado di gestire coscientemente il tempo a loro disposizione. Soprattutto, avendo somministrato il test in una classe, il linguaggio non risulta sempre comprensibile.