Elettrotecnica 1 Ingegneria Elettronica A.A 2005/2006 Barbara Cannas 070 675 5858 [email protected] Libro di testo Alexander, Sadiku, Circuiti elettrici, Mc Graw Hill Lucidi delle lezioni disponibili nel sito www.diee.unica.it/elettrotecnica/ 1 Materia Æ molecole Æ atomi (elettricamente neutri) Elettrone Rappresentazione schematica dell’atomo di Bohr Nucleo + (protoni e neutroni) I protoni sono dotati di carica positiva e gli elettroni di carica negativa. Ione ¾L’atomo che acquista una carica positiva poiché uno o più elettroni si allontanano dal nucleo (Ione positivo) ¾L’atomo che acquista una carica negativa poiché acquisisce uno o più elettroni (Ione negativo) 2 Le cariche elettriche elementari sono costituite da elettroni e da ioni. Qualunque corpo i cui atomi abbiano perduto o acquistato elettroni è carico positivamente o negativamente. Il corpo ha una carica elettrica pari alla somma algebrica delle cariche elementari (elettroni e ioni) possedute. La materia in condizioni normali è elettricamente neutra, poiché gli atomi sono neutri. Se un corpo è carico, ad esempio positivamente, le cariche che ha perduto si trovano in un’altra parte dello spazio. LE CARICHE ELETTRICHE NON POSSONO ESSERE GENERATE O DISTRUTTE MA SOLO TRASFERITE 3 q1q2 F=K 2 d 1 K= 4πε Legge di Coulomb ε 1 Coulomb è la carica che posta nel vuoto ad 1m da una carica uguale, la respinge con una forza di 9*109 N. La carica dell’elettrone è e=1.602 10-19 C << 1C ε = ε0 εr ε0=8.86 10-12 C2/(N m2) costante dielettrica nel vuoto εr numero puro F E= q Se il campo è provocato da una carica Q E= K qQ d2 = K Q q d2 4 La Tensione elettrica Ad ogni carica q è associata un’energia potenziale w. L’energia per unità di carica w V= q potenziale Se la carica si sposta la sua energia cambia dw A v AB B q q dw = = va − vb dq Tensione elettrica differenza di potenziale fra i punti A e B Non dipende da q o dal percorso seguito 5 Tensione elettrica o differenza di potenziale fra i punti A e B Lavoro prodotto dalle forze del campo per portare la carica unitaria da un punto A ad un punto B. dw = v a − vb dq J Nm 1V = 1 = 1 C C v AB = Unità di misura: volt (V) Un volt è la d.d.p. tra 2 punti tali che il lavoro necessario per spostare la carica unitaria da un punto all’altro è pari ad 1 Joule. V iv Strumento di misura: voltmetro A B VAB 6 iv piccolissima → ideale Rv = ∞ Il generatore elettrico Dispositivo in grado di spostare grazie ad una forza elettrica interna gli elettroni liberi contenuti nei corpi conduttori di cui esso è composto. E’ accessibile dall’esterno attraverso poli o morsetti. Il morsetto su cui si accumula un eccesso (difetto) di elettroni è chiamato polo negativo (positivo). Le cariche negative subiscono la forza attrattiva delle cariche positive dell’altro polo, tanto più quanto le cariche si addensano. Si considera positivo il lavoro fatto da una carica a spese del campo. Data una carica q<0 nel campo creata da una carica q+ L=q(vA-vB)>0 Æ vA<vB Æ la carica negativa si sposta verso punti a potenziale maggiore Si considera negativo il lavoro fatto da una carica per contrastare le forze del campo. Data una carica q<0 nel campo creata da una carica qL=q(vA-vB)<0 Æ vA>vB Æ la carica negativa si sposta verso punti a potenziale minore. E’ il caso del generatore che sposta le cariche negative verso il polo negativo. Quando la forza coulombiana tra le cariche positive e le cariche negative, eguaglia la forza interna del generatore non si ha più flusso di elettroni tra i due poli e la ddp V+- V- tra essi rimane costante, pari al lavoro fatto sull’unità di carica per spostarla da un polo all’altro. L V −V = q + − Forza elettromotrice (fem) del generatore (non è una7 forza) La corrente elettrica Chiudiamo i capi del generatore elettrico con un filo conduttore, realizzando il più elementare circuito elettrico (percorso chiuso per cariche elettriche). Gli estremi del conduttore sono soggetti ad una ddp che favorisce lo spostamento degli elettroni verso punti a potenziale più alto (verso il polo + del generatore) + - - - - - L’arrivo delle cariche negative al polo + altera l’equilibrio elettrico del generatore: su ognuna di esse agisce di nuovo la forza interna che la riporta sul polo – dal quale può tornare in circolo. Si instaura così un flusso continuo di cariche elettriche Æ corrente elettrica 8 La corrente elettrica è la velocità di variazione nel tempo della carica. Simbolo: i Si misura in ampere (A). dq i= dt Ampére: la corrente costante che, se mantenuta in due conduttori rettilinei paralleli di lunghezza infinita e di sezione circolare trascurabile, messi ad 1 metro di distanza, nel vuoto, produce fra i due conduttori una forza pari a 2 × 10-7 N/m La carica totale trasferita fra l’istante t0 e l’istante t, si ottiene integrando t ∫ t0 t idt = ∫ t0 dq dt → dt t ∫ idt = q t0 9 i corrente stazionaria o continua i iM corrente periodica i t im T i i corrente alternata T t t corrente sinusoidale 10 Valore efficace: di una corrente periodica i(t) si definisce valore efficace l'espressione I eff 1 = T ∫ t +T t i 2 (t )dt Segno della corrente 5A -5A Strumento di misura: amperometro Vi i A i Vi piccolissima → ideale Ri = 0 11 La tensione alternata La tensione alternata, come quella a 230 volt presente nelle nostre case, si inverte continuamente, per cui non è possibile contrassegnare i morsetti come positivo e negativo. 12 Supponiamo che per un breve tempo la corrente esca da un foro della presa e rientri nell'altro: subito dopo immaginiamo che esca dal foro in cui prima rientrava, per rientrare in quello da cui prima usciva e così via. Nelle reti elettriche in Italia, la corrente cambia effettivamente direzione ("polarità") 50 volte al secondo (ha una frequenza di 50 Hz). Inoltre il valore non è costante, ma è una grandezza sinusoidale Veff 1 = T ∫ t +T t 310 v (t )dt = = 220 2 2 13 La tensione continua Si ha un morsetto positivo (quello a potenziale maggiore) e un morsetto negativo (quello a potenziale minore). Quattro tipi di pile, con tensione di 1,5V; ministilo, stilo, mezza torcia, torcia. Batteria per auto da 12 V 14 Potenza ed Energia La potenza è la rapidità di assorbimento/emissione di energia nel tempo. Unità di misura dw p= w Energia [J] joule dt p Potenza [W] watt dw dw dq t tempo [s] secondi p= = = vi dt dq dt p (t ) = v(t )i (t ) Potenza istantanea p > 0 ? Da cosa è determinato il segno della potenza? p < 0 ? Dalla direzione di riferimento della corrente e dalla polarità della tensione 15 Il principio di conservazione dell’energia soddisfatto in tutti i circuiti elettrici. deve essere La somma algebrica delle potenze in un circuito, in ogni istante di tempo, deve essere zero se tutte le potenze sono espresse con la stessa convenzione. ∑p=0 Ovvero la potenza totale fornita al circuito è bilanciata dalla potenza totale da esso assorbita. L’energia assorbita/erogata da un elemento dall’istante t0 è all’istante t t t w = ∫ pdt = ∫ vidt = t0 t0 L’energia è la capacità di eseguire un lavoro e si misura in joule J (o wattora Wh). 16 Elettromagnetismo per le telecomunicazioni Onde elettromagnetiche Fenomeni propagativi Equazioni di Maxwell classico Elettrotecnica Approssimazione delle Equazioni di Maxwell Modello matematico molto semplice (Teoria dei circuiti) 17 I dispositivi elettromagnetici modellabili con la Teoria dei circuiti sono caratterizzati da morsetti e terminali terminale E,D H,B superficie limite Modello circuitale di un dispositivo (Multipolo) morsetto Le interazioni con l’esterno avvengono tramite connessioni di fili ai morsetti (passaggio di corrente nelle connessioni, tensioni tra i morsetti) Collegamento di multipoli (Rete elettrica) L’elettrotecnica studia i dispositivi elettromagnetici con terminali 18 e le loro connessioni privilegiando la Teoria dei circuiti. A seconda del numero di terminali, gli elementi vengono chiamati ¾bipolo ¾tripolo ¾quadripolo ¾n-polo BIPOLO MONOPOLO R L C E A M TRIPOLO Transistor Motore Trifase Non vengono inclusi fra i componenti nello studio della Teoria dei Circuiti 19 La Teoria dei circuiti postula le equazioni di funzionamento dei multipoli in modo macroscopico, senza tener conto dei campi elettromagnetici all’interno dei dispositivi. Quando è lecito? Il tempo di transito di un fenomeno elettromagnetico per una distanza d è t = d/c; (c= 3·108 m/s) Ex: d=3 mÆ t =10-8 s = 10 ns Considero un dispositivo di dimensioni d e variazioni periodiche delle grandezze elettriche di periodo T Se T >> t posso usare la Teoria dei circuiti. T >> t (bassa frequenza f=1/T) ⇒λ/c >> d/c ⇒ λ >> d (elevata lunghezza d’onda λ) 20 Ipotesi su cui si basa la teoria dei circuiti Quando la sorgente è di frequenza tanto bassa che le dimensioni della rete conduttrice sono molto più piccole della lunghezza d'onda, (situazione QUASI STATICA) si semplifica il problema elettromagnetico in un problema circuitale. Æ Dalle equazioni di Maxwell alle leggi di Kirchhoff LA TEORIA DEI CIRCUITI RIGUARDA I SISTEMI A PARAMETRI CONCENTRATI •Grandezze fondamentali: Tensioni e Correnti •Matematica: Equazioni Algebriche o Differenziale Ordinarie 21 Esempi 1) CIRCUITO AUDIO frequenza più alta: f ~25 kHz corrispondente λ = c/f =12 km λ è di gran lunga superiore alle dimensioni di un circuito del genere Æ Valgono le leggi di Kirchoff 2) CIRCUITO DI UN CALCOLATORE f = 500 MHz; λ = c/f = 0,6 m Æ Il modello a parametri concentrati può non essere sufficientemente accurato 3) CIRCUITO A MICROONDE λ varia tra 1 mm e 10 cm Æ Non valgono le leggi di Kirchoff 4) DISPOSITIVI PER L’ENERGIA f =1/T = 50 Hz (T=0.02 s, λ = 6*106 m). d = 3mÆ t = 100 ns << T, (d<<λ), Il dispositivo è modellabile con la Teoria dei circuiti. 22 Sistema di unità di misura: Sistema internazionale Prefissi prefisso simbolo significato atto a 10-18 femto f 10-15 pico p 10-12 grandezza UNITA' SIMBOLO Lunghezza metro m nano n 10-9 micro µ 10-6 Massa chilogrammo kg milli m 10-3 centi c 10-2 deci d 10-1 deca da 101 etto h 102 kilo k 103 mega M 106 giga G 109 tera T 1012 exa E 1015 peta P 1018 Tempo Corrente elettrica Temperatura assoluta Intensità luminosa secondo Ampére kelvin candela s A K cd 23 Grandezze Elettriche GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO AMMETTENZA Y Siemens S CAMPO ELETTRICO E Volt/metro V/m CAMPO MAGNETICO H Ampére/metro A/m CAPACITA' ELETTRICA C Farad F CONDUCIBILITA' γ Siemens/metro S/m Q,q Coulomb C G Siemens S I,i Ampére A DENSITA' DI CORRENTE J Ampére/metro quadro A/m2 DENSITA' VOLUMICA DI CARICA δ,ρ Coulomb/metro cubo C/m3 ENERGIA W Joule J FLUSSO MAGNETICO Φ Weber Wb FORZA F Newton N FORZA ELETTROMOTRICE e,E Volt V FORZA MAGNETOMOTRICE Fmm Ampére-spire A , As FREQUENZA f Hertz Hz IMPEDENZA Z Ohm Ω INDUTTANZA L Henry H INDUZIONE MAGNETICA B Tesla T CARICA CONDUTTANZA CORRENTE 24 GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO MUTUA INDUTTANZA M Henry H PERMEABILITA' MAGNETICA µ Henry/metro H/m PERMEANZA P Weber/Ampére Wb/A PERMETTIVITA' ELETTRICA ε Farad/metro F/m POLARIZZAZIONE ELETTRICA Pe Coulomb/metro quadrato C/m2 POLARIZZAZIONE MAGNETICA Pm Tesla T POTENZA ATTIVA P Watt W POTENZA REATTIVA Q VoltAmpére reattivi VAR POTENZA APPARENTE S Volt Ampére VA V,v Volt V POTENZIALE VETTORE A Weber/metro Wb/m REATTANZA X Ohm Ω RESISTENZA R Ohm Ω RESISTIVITA' σ Ohm metro Ωm RD Volt/metro V/m SPOSTAMENTO ELETTRICO (DENSITA' DI FLUSSO ELETTRICO) D Coulomb/metro quadrato C/m2 SUSCETTANZA B Siemens S TEMPO t secondo s V,v Volt V POTENZIALE ELETTRICO RIGIDITA' DIELETTRICA TENSIONE 25 GRANDEZZA SIMBOLO UNITA' DI MISURA SIMBOLO MUTUA INDUTTANZA M Henry H PERMEABILITA' MAGNETICA µ Henry/metro H/m PERMEANZA P Weber/Ampére Wb/A PERMETTIVITA' ELETTRICA ε Farad/metro F/m POLARIZZAZIONE ELETTRICA Pe Coulomb/metro quadrato C/m2 POLARIZZAZIONE MAGNETICA Pm Tesla T POTENZA ATTIVA P Watt W POTENZA REATTIVA Q VoltAmpére reattivi VAR POTENZA APPARENTE S Volt Ampére VA V,v Volt V POTENZIALE VETTORE A Weber/metro Wb/m REATTANZA X Ohm Ω RESISTENZA R Ohm Ω RESISTIVITA' σ Ohm metro Ωm RD Volt/metro V/m SPOSTAMENTO ELETTRICO (DENSITA' DI FLUSSO ELETTRICO) D Coulomb/metro quadrato C/m2 SUSCETTANZA B Siemens S TEMPO t secondo s V,v Volt V POTENZIALE ELETTRICO RIGIDITA' DIELETTRICA TENSIONE 26 Il circuito elettrico E' un insieme di elementi elettrici interconnessi in un certo modo Il moto delle cariche può sussistere solo se il circuito è costituito da una catena ininterrotta di corpi conduttori. Se agisce un generatore, si stabilisce una corrente che dura finché agisce il generatore ed il circuito resta chiuso 27 Il più semplice circuito elettrico: •Generatore (ad ex. pila) •Apparecchio utilizzatore della corrente (ad ex. Lampada) •Conduttori di collegamento (2 fili metallici) conduttore interruttore pila generatore G interruttore U lampada linea Utilizzatore o carico Schema elettrico 28 Un circuito più complesso grupposole.astrofili.org/ 02c.htm 29 Ipotesi di parametri concentrati: I fili che collegano gli elementi sono conduttori ideali, cioè sono equipotenziali Æ le variazioni di energia avvengono solo all’interno degli elementi. a b c d vab = vcb Conseguenza: Le dimensioni e la posizione degli elementi nello spazio sono ininfluenti Conta solo il modo in cui gli elementi sono connessi tra loro (la topologia) topologia 30 Ogni elemento è descritto da una relazione matematica, detta relazione costitutiva, costitutiva in cui compaiono le sue variabili descrittive, ovvero •tensione tra i terminali •correnti che scorrono nei terminali Analisi di un circuito Determinare tensioni e correnti assegnata la topologia e le relazioni costitutive degli elementi Si basa su due postulati fondamentali che prendono il nome dal fisico tedesco Gustav Robert Kirchhoff (1824-1887) 31 I Legge di Kirchhoff (legge di Kirchhoff delle correnti, LKC) i2 Σi=0 i1 i1 + i2 − i3 + i4 = 0 ∑ ar ⋅ ir = 0 ar = ± 1 r i3 i4 La somma algebrica delle correnti che attraversano una superficie chiusa è zero. N.B. •La superficie chiusa non deve tagliare né morsetti né superfici limite dei componenti. •La somma è algebrica •I versi delle correnti, sono versi di riferimento, scelti arbitrariamente. I versi effettivi delle correnti saranno noti solo dopo averne calcolato i valori 32 numerici. a) i i' ∑ i = 0 ⇒ i = −i' c) i b) i i=0 i' ∑ i = 0 ⇒ i = −i ' dq d) i = dt dq d ∑ i = 0 ⇒ ∑ = 0 ⇒ ∑ q = 0 ⇒ ∑ q = cost dt dt E’ una conseguenza del PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA. Infatti non ci può essere accumulo/scomparsa di carica. 33 II Legge di Kirchhoff (legge di Kirchhoff delle tensioni, LKT) 2 v +v +v +v +v =0 21 1 v21 v51 v32 v43 32 43 ∑ a r ⋅ vr = 0 54 15 a r = ±1 r 4 3 5 v54 La somma algebrica delle tensioni lungo una linea chiusa è nulla A vBA B vAB + vBA = 0 ⇒ vAB = -vBA vAB Allora, per esempio: v21-v23+v43-v45+v15 = 0 34 E’ una conseguenza del PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA. La carica q = 1 C percorre la maglia …… abcda a c b vab =3 V vbc = 1 V vdc = 2V vad = 2V LKT vba +vcb+ vdc +vad=0 -3-1+2+2=0 d Le tensioni rappresentano le variazioni di energia E che la carica subisce durante il percorso. v q torna al punto di partenza Einiziale= Efinale a a 3 b d 1 c 2 2 35 ESEMPI: 5A a) i trovare i 2A 5 + i - (-3) - 2 = 0 i = -6 A -3 A v b b) c 16 V 10 V a d 2V c) 4A i2 4A 3A i1 2A 8A i trovare v v -16+2+10 = 0 v=4V trovare i 4 - 3 - i1 = 0 ⇒ i1 = 1 A 1 + 4 + 2 - i2 = 0 ⇒ i2 = 7 A 7 - 8 - i = 0 ⇒ i = -1 A 36 4 + 4 - 8 - i + 2 - 3 = 0 ⇒ i = -1 A Variabili descrittive 1 i1 2 i 3 2 i3 in in-1 n-1 i4 4 n 2 1 va n •note n-1 correnti, la n-esima è determinata •n-1 correnti sono indipendenti tra loro •note n-1 tensioni, la n-esima è determinata va+vb+…+vk=0 vb 3 vk i1 + i2 + i3 + i4 + … + in = 0 vc n-1 4 Le n-1 tensioni devono essere indipendenti fra loro; ciascuna tensione deve potersi ottenere dalla misura delle altre n-1 37 Un componente ad n terminali, è caratterizzato da n-1 tensioni descrittive e da n-1 correnti descrittive I requisiti per la scelta delle n tensioni e delle n correnti sono: INDIPENDENZA e COMPLETEZZA {i1 , i2 , … , in-1 } Indipendente {v1 , v2 , … , vn-1 } Completo Esiste un metodo sistematico per ricavare i “cosiddetti” SISTEMI FONDAMENTALI di tensioni e di correnti 38 Convenzione degli utilizzatori 3 2 i2 v2 1 i3 {i1 , i2 , … , in-1 } Indipendente {v1 , v2 , … , vn-1 } Completo in-1 vn-1 n-1 i1 v1 VARIABILI DESCRITTIVE 0 3 2 v2 vx- v1 + v2 = 0 ⇒ vx = v1 - v2 vx A A i 1 v1 Tutte le tensioni fra coppie di morsetti possono essere espresse in termini delle tensioni vk fra il k-mo morsetto e quello di riferimento 4 0 v v B i 1 i1 i2 v1 B 2 1 2 v2 0 0 39 Convenzione dei generatori 3 2 i2 v2 1 i3 {i1 , i2 , … , in-1 } Indipendente {v1 , v2 , … , vn-1 } Completo in-1 vn-1 n-1 i1 v1 VARIABILI DESCRITTIVE 0 3 2 v2 vx- v1 + v2 = 0 ⇒ vx = v1 - v2 vx 1 v1 A 4 0 A i v v B A i i v v B A i B 1 i1 i2 v1 B 2 1 2 v2 0 0 40 Potenza ed Energia - Convenzione degli utilizzatori Bipoli A i v p = vi potenza assorbita B A A 3A 3A p = 12 W > 0 potenza assorbita 4V p’ = -12 W < 0 potenza erogata 4V B B Potenza assorbita = - Potenza erogata 41 Potenza ed Energia - Convenzione dei generatori A i v p = vi potenza erogata B A A 3A 3A p = 12 W > 0 potenza erogata 4V p’ = -12 W < 0 potenza assorbita 4V B B Potenza assorbita = - Potenza erogata 42 Potenza ed Energia - Multipoli in-1 n -1 n-2 v1 ⎡ i1 ⎤ i = ⎢⎢ # ⎥⎥ ⎢⎣in −1 ⎥⎦ i1 1 0 # ⎡ v1 ⎤ v = ⎢⎢ # ⎥⎥ ⎢⎣vn −1 ⎥⎦ n - polo Conv. utilizzatori p = v1i1 + " + v n −1i n −1 = v ⋅ i T ω (t ) = v ⋅ i ⋅ dτ ∫ t −∞ T Potenza assorbita (per la dim. vedi slide 50) 43 Potenza ed Energia - Multiporta Un multiporta è un particolare multipolo con un numero pari di morsetti organizzati in coppie, in modo tale che, per ogni coppia, la corrente entrante in un morsetto è uguale a quella uscente dal secondo morsetto della coppia. Ogni coppia è detta PORTA. n n' vn v1 1 1' in in i1 # n-porte i1 ⎡ i1 ⎤ i = ⎢⎢ # ⎥⎥ ⎢⎣in ⎥⎦ ⎡ v1 ⎤ v = ⎢⎢ # ⎥⎥ ⎢⎣vn ⎥⎦ 2n variabili descrittive anziché 4n-2 p = v1i1 + " + vnin = v ⋅ i T ω (t ) = ∫ v ⋅ i ⋅ dτ t −∞ T 44 Proprietà Per ciascun componente si possono specificare alcune proprietà • Base di definizione • Linearità • Se ha o no memoria • Tempo invarianza o Permanenza • Passività • Causalità 45 Base di definizione L’interazione tra corrente e tensione ai morsetti del componente dipende dal tipo di fenomeno elettromagnetico contenuto all’interno della superficie limite. Questa interazione viene descritta da una equazione, relazione costitutiva del componente, che impone il legame tra la corrente e la tensione i=i(v), v=v(i) Un componente si dice •Definito su base tensione se, imponendo le tensioni, le correnti sono note univocamente attraverso le relazioni costitutive del componente, i=i(v). •Definito su base corrente se, imponendo le correnti, si trovano univocamente le tensioni attraverso le relazioni costitutive del componente, v=v(i). •Definito su base mista se, imponendo correnti e tensioni, si trovano univocamente le restanti tensioni e correnti. 46 Esempi: Resistore i R v i e R i i v=iR v=e⇒i = v=0 e R i v v i=a i v=0 base tensione i Diodo Corto circuito entrambe le basi base corrente i = a ⇒ v = R⋅a i a R e base corrente v=e v = 0 ??? base corrente Diodo Tunnel i i v v base tensione 47 i1 1 2 i2 v1 ⎧ i1 = 0 ⎪ ⎨ ⎪⎩v2 = 0 v2 0 i1 1 2 R1 R2 v1 i2 R2 ≠ 0 ; ∞ BASE TENSIONE, CORRENTE E MISTA 0 a) base tensione i1 e1 i2 v1 R2 v2 a) base corrente i1 a1 ⎧ v1 = e1 ⎪ fissati: ⎨ e2 ⎪⎩v2 = e2 i2 R1 v1 BASE MISTA R1 ≠ 0 ; ∞ v2 R1 [v1 , i2 ] R2 v2 a2 fissati: ⎧ i1 = a1 ⎪ ⎨ ⎪⎩i2 = a2 trovati: v1 e1 ⎧ = i ⎪⎪ 1 R = R 1 1 ⎨ v e ⎪i2 = 2 = 2 ⎪⎩ R2 R2 ⎧ v1 = R1 ⋅ i1 = R1 ⋅ a1 ⎪ trovati:⎨ ⎪⎩v2 = R2 ⋅ i2 = R2 ⋅ a2 48 Multipoli 2 Hp: base di definizione [ v1 ; v2 ; i3 ] Conv. utilizzatori v2 i2 i3 i1 1 3 v1 v3 e2=v2 e1=v1 a3=i3 0 Principio di Conservazione dell'Energia p1 + p 2 + p3 + p = 0 ⎧ p1 = v1 ⋅ (− i1 ) ⎪ ⎨ p 2 = v 2 ⋅ (− i 2 ) ⎪ p = v ⋅ (− i ) ⎩ 3 3 3 p(t ) = v1 ⋅ i1 + v2 ⋅ i2 + v3 ⋅ i3 LA POTENZA ASSORBITA DA UN COMPONENTE E' LA SOMMA DEI PRODOTTI TENSIONE-CORRENTE DELLE SUE VARIABILI 49 DESCRITTIVE (CONVENZIONE DEGLI UTILIZZATORI) Linearità Un componente è lineare se l’effetto e la causa sono legati da una relazione lineare. Conseguenze Æ Principio di sovrapposizione degli effetti L’effetto dovuto a più cause che agiscono contemporaneamente è la somma degli effetti dovuti a ciascuna causa considerata come se agisse da sola. Æ Linearità delle Relazioni costitutive dei componenti Æ Linearità delle Equazioni dei circuiti 50 Tempo invarianza o Permanenza Un componente è tempo invariante se l’effetto non dipende dall’istante di applicazione della causa c(t) causa e(t) effetto tempoinvarianza ⇒ c(t + t 0 ) ⇒ e(t + t 0 ) Causalità In qualunque istante t < t0 l’effetto è nullo se è nulla la causa Memoria Un componente è privo di memoria quando la relazione costitutiva esprime un legame tra tensioni e correnti allo stesso istante di tempo t 51 Passività Intuitivamente •Un componente passivo non può fornire energia. Ciò non significa che non può erogare energia per un limitato intervallo di tempo, ma che tale energia deve essere minore o uguale a quella accumulata in precedenza Quantitativamente •Un componente si dice passivo se l’energia fornitagli dall’istante t = -∞ è w(t ) = ∫ p(τ )⋅ dτ ≥ 0 t −∞ ∀t in cui istante t = -∞ è un istante remoto prima del quale non esiste alcuna eccitazione 52