26 marzo 2014 L`informatore scientifico cambia status. Convegno

 26 marzo 2014 L'informatore scientifico cambia status. Convegno nazionale Isf di Sara Todaro http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/lavoro‐e‐professione/2014‐03‐26/linformatore‐scientifico‐
cambia‐status‐192445.php?uuid=AbbkE8WJ Organici ridotti del 13%, esperienza professionale al macero, contratti a tempo indeterminato in meno del 50% dei casi. A pochi giorni di distanza dalla notizia dei 400 Informatori scientifici del farmaco ex Pfizer e AstraZeneca che hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo sul fallimento della società Marvecs Pharma Service, inaugurato il 14 marzo davanti al Gip del Tribunale di Milano, a sollevare il sipario sulla situazione occupazionale di quelli che in passato sono stati i primi paladini delle fortune di Big Pharma è stato Paolo Mariani, dell'Università Milano‐
Bicocca, in occasione del Convegno Nazionale "Isf 2014 ‐ Come cambia l'Informazione scientifica del farmaco: stato dell'arte e prospettive future", organizzato a Milano da Hps‐AboutPharma. Sotto la lente l'evoluzione di un comparto che ha visto negli ultimi anni una drastica riduzione degli organici ma che ha vissuto anche l'impatto con la scesa in campo delle nuove tecnologie dell'informazione anche in ambito scientifico. «Negli ultimi anni c'è stata una progressiva diminuzione delle opacità legate a comportamenti e azioni nei diversi settori dell'economia e della società. Anche il settore farmaceutico ha vissuto e vive questa dinamica», ha spiegato. Così, se prima i principali fattori di sistema che impattavano sull'informazione medico‐scientifica potevano essere sinteticamente ricondotti ai vincoli posti dallo Stato (norme) o dal medico (accessibilità), con la più decisa entrata in campo del cittadino paziente (diritti), «il sistema si è aperto a criteri misurabili quali il rischio, la reputazione, le prospettive e non ultimo l'interesse: il sistema è in bilico e ancora in cerca di un nuovo punto di equilibrio che ha preso come direttrice anche la riduzione degli organici». La conferma nei dati Excelsior Unioncamere‐ministero del Lavoro 2013 citati da Mariani: dal 2010 a oggi la figura dell'informatore medico‐scientifico ha registrato una progressiva diminuzione nelle richieste di lavoro da parte delle aziende flettendo del ‐12,8%. Inoltre, l'esperienza professionale dell'Isf non rappresenta più un tratto distintivo per l'azienda che la richiede solo nel 29,8% e propone al 52,7% degli addetti forme contrattuali diverse dal tempo indeterminato con una difficoltà di reperimento pari a solo il 14,1 per cento. Trend che sembrano destinati a protrarsi anche nei prossimi anni: secondo uno studio prospettico realizzato nel 2012 dalla società di consulenza Strategic Management partners a valere su un campione di 35 aziende, il 2017 vedrà come forma contrattuale prevalente per gli Isf ancora il contratto a tempo indeterminato (64% dei casi) a fronte del 27% come agenti e del 9% a tempo determinato, mentre la rete sarà organizzata per Area/microarea nel 54% dei casi, per Provincia/Regione nel 31%, per prodotto nel 6% e per area terapeutica nel 43% dei casi. Parallelamente all'evoluzione del ruolo degli informatori ci sarà una espansione dell'utilizzo dei nuovi media digitali per raggiungere i medici: se oggi le riviste specializzate e gli invii postali sono i canali maggiormente utilizzati, domani l'attenzione sarà data alle app, ai siti dedicati, alle e‐mail e alle newsletter. «I trend descritti hanno come output un diverso problema occupazionale rispetto a quelli vissuti nel passato dal comparto farmaceutico e generalmente legati a processi di fusione e/o acquisizione ‐ sottolinea Mariani ‐. Le aziende si sono trovate e si trovano di fronte a un esubero oggi difficilmente riassorbibile dal mercato sia per la congiuntura economica sia e soprattutto per il cambiamento della figura professionale dell'Isf». Le riorganizzazioni, riqualificazioni ed esternalizzazioni dell'ultimo decennio ‐ in qualche caso, come si è visto, più che fallimentari ‐ non sono servite a risolvere il problema: «Le aziende si sono trovate di fronte a una complessa situazione di esternalizzazione ‐ commenta Mariani ‐ e la carenza di aziende in grado di gestire e operare e soprattutto accogliere esuberi ha condotto a un progressivo aumento della consapevolezza, per le reti "dismesse", di potere fare ricorso all'auto‐imprenditorialità. Sono nate e nascono aziende con questo obiettivo, in parte solidaristico, in parte imprenditoriale». Qual è lo spazio operativo a disposizione per le nuove realtà? Generalmente vengono date in outsourcing attività non strategiche per l'azienda, dove conoscenze e competenze non rappresentano un asset. Così, per l'informatore in outsourcing si apre lo scenario della prestazione "on demand" ‐ che risponde cioè a specifiche necessità temporalmente definite di breve periodo a richiesta di risorse con specifiche competenze aziendali pregresse. Nel mutare degli equilibri le combinazioni possono essere molteplici mentre si modificano anche i rapporti con gli interlocutori e il peso di questi ultimi nelle dinamiche complessive del settore. Un nuovo polo di interesse è rappresentato a esempio dalle farmacie, per decenni considerate solo come fonti di informazioni aggregate sui consumi nelle diverse aree, mentre il farmacista e l'Isf finivano col considerarsi reciprocamente professionisti inseriti nello stesso mercato ma di fatto distaccati. Oggi qualcosa è già cambiato: sempre secondo Strategic, attualmente solo il 31% delle aziende intervistate presidia le farmacie, ma l'interesse verso questo interlocutore è in crescita: «Il mercato è cambiato e le imprese avvertono la necessità di sinergie che passano attraverso il radicamento e la forte reputazione delle farmacie sul territorio», conclude Mariani.