R RICORDO DEL NONNO Se qualcuno dovesse chiedermi qual è la cosa della mia vita che mai e poi mai vorrei perdere, la risposta sarebbe semplice: la memoria. Sì, la memoria con tutti i suoi ricordi belli e brutti, i momenti felici durano un attimo e di loro rimane solo un vago ricordo impresso per tutta la vita nella nostra mente, che ci fa sorridere nel ripensarci. A volte, quando non ho niente da fare, mi sdraio sul letto e intraprendo un breve viaggio tra i miei ricordi. A volte, mi capita di piangere, altre volte mi capita di ridere, ma solo quando penso al nonno piango e rido nello stesso momento; lui era capace di suscitare in me le più belle emozioni del mondo, solo sorridendo mi faceva capire quanto era bella la vita e mi faceva contenta di essere al mondo. Com’era bello il nonno, sempre calmo, tranquillo e sorridente con quei suoi luminosi occhi verdi. Mi “intimidiva” leggermente con quell’aria da professore severo… Severo, ma buono, con un cuore grande come il mondo e dentro c’era tutta la mia vita incorniciata con i fiori di campo del suo giardino. Me lo ricordo il nonno seduto sulla sua sedia o sul divano o all’ombra della casa al mare, “infastidito” dalle mie continue richieste; non volevo giocattoli o caramelle, ma solo i suoi racconti umili ispirati al mio mondo di bambina. Amavo la sua voce… se solo avessi potuto racchiuderne un po’ in una bottiglietta per ascoltarla la sera prima di dormire! Sulle note della sua voce ho imparato a sognare. Al mondo ci sono delle persone uniche, insostituibili. Il nonno era una di queste, ogni suo movimento era una danza articolata, ogni sua parola una dolce musica, ogni suo sguardo un raggio di sole che illuminava il mio mondo. Sono convinta che al mondo esistano delle persone che s’incontrano una sola volta nella vita: il nonno faceva parte di questo ristretto numero di persone. Per quel poco tempo in cui le nostre vite si sono incrociate è riuscito a donarmi l’affetto e ad insegnarmi a donarlo agli altri. Col passare degli anni il ricordo della sua immagine sbiadisce nella mia mente, ma rimane sempre ben nitido e chiaro il suono della sua voce con la quale m’insegnava il rispetto verso il prossimo. Il nonno era per me motivo d’orgoglio, raccontava le sue storie a grandi e piccini; lui insegnante di vita m’incitava sempre a dare il meglio di me, pizzicava la mia curiosità con parole sconosciute da cercare sul dizionario. Durante l’ultima estate passata con lui lo vedo spesso accasciato sul divano mezzo addormentato guardava con gli occhi stanchi della vita il giardino di casa coltivato con tanta fatica. Ricordo con piacere il sapore delle fragoline coltivate da lui nell’attesa del nostro arrivo, piccole ma gustose, ben diverse da quelle comprate al supermercato. Alle 4.00 precise dopo i cartoni animati tutti a casa del nonno per passare il pomeriggio all’ombra della casa ad ascoltare i suoi racconti o a giocare “all’ascensore”. Ho mantenuto la promessa che ti feci tempo fa, te la ricordi nonno? …ci ho messo un po’ di tempo ma alla fine ci son riuscita: in breve, in prosa o poesia e, con molta nostalgia, ho raccontato la storia della vita tua ripercorrendo con la fantasia i pomeriggi passati io e te all’ombra di casa. Grazie per tutto quello che mi hai dato. Con affetto… tua Flavietta Torre Specchia 16 agosto 2003