10. Le buone erbacce della Gran Valle

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PROPONENTE
ASSOCIAZIONE CULTURALE GABARE’
1 0 . Le buone erbacce della Gran Valle
TAVOLO
Verbano-Cannobino
PRINCIPIO CETS
3.Tutelare e migliorare il retaggio naturale e culturale dell’area, attraverso il
turismo, ma al contempo per proteggere l’area da uno sviluppo turistico
sconsiderato
OBIETTIVO
STRATEGICO
L’incoraggiamento di attività, includendo servizi turistici, che garantiscano il
rispetto del patrimonio storico, della cultura e delle tradizioni
DESCRIZIONE
I NDI C ATO R I
Gabaré è un’Associazione Italo-Elvetica, nata nel 2010 per promuovere la
conoscenza e la diffusione di cultura superando le frontiere di ogni genere.
Il suo nome è un gioco di parole, che evoca l’immaginario legato al cabaret
musicale e, nello stesso tempo, vuole ricordare un termine dialettale, utilizzato per
indicare il vassoio sul quale si offrono i dolci. Un vassoio ideale, dunque, per offrire
concerti, seminari, pubblicazioni ed ogni altra iniziativa che possa piacevolmente
contribuire alla crescita di una condivisibile e condivisa cultura musicale, artistica,
storica ed etnografica.
Gabaré,nell’ambito della CETS, propone:
a) la realizzazione di una ricerca sugli usi e le tradizioni del territorio legate alle
piante alimentari spontanee;
b)l’organizzazione di incontri divulgativi sul riconoscimento ed uso in cucina delle
piante spontanee;
c)la pubblicazione di una collana di quaderni di campo per il riconoscimento e la
corretta utilizzazione delle piante alimentari spontanee;
d)la messa in scena di uno spettacolo musicale/teatrale/multimediale nel quale
siano protagoniste le peculiarita’ ambientali e storico/antropologiche dell’area del
Parco ValGrande.
Sull'utilità delle erbe spontanee commestibili si hanno ampie tradizioni orali e
diverse testimonianze scritte. La prima pubblicazione che affronta l'argomento sotto
il profilo scientifico è il “De alimenti urgentia” del medico fiorentino Giovanni
Targioni-Tozzetti e risale al 1767. L'opera illustra come, ricorrendo all'uso dei
prodotti spontanei della terra e principalmente delle verdure, ci si possa sfamare
durante le carestie, le pestilenze, le guerre, le calamità naturali. Dal termine
“alimurgia”, che compare nel sottotitolo della pubblicazione, deriva la
“fitoalimurgia”: lo studio delle piante spontanee a scopo alimentare.
L’etimologia fa riferimento a tre vocaboli greci, phytón = pianta, alimos = che toglie
la fame ed ergon = lavoro, attività.
Oggi non si tratta di superare carestie, ma di imparare a riconoscere il valore
storico/culturale e le potenzialità di quella che si potrebbe definire “la dispensa
della natura”. Ciò può sevire, fra l’altro, a valorizzarne la biodiversità. Nello stesso
tempo è importante divulgare buone pratiche per garantire una corretta raccolta ed
utilizzazione dei prodotti, per la salute dell’ambiente e delle persone.
n° incontri realizzati
n° partecipanti agli in contri
distribuzione ai partecipanti di questionari sulla qualita’ degli incontri
produzione quaderni divulgativi n° copie quaderni distribuite/vendute
n° repliche spettacolo
report
TEMPI
Nel quinquennio della Carta
COSTI
15.000 €
SCHEDA A CURA DI
Maria Cristina Pasquali
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