UN CASO DI SUCCESSO: MANCHESTER SI RINNOVA di Francesco Caielli 42 Karl Polanyi, storico e filosofo, nel suo trattato “La grande trasformazione” (1943) definiva la città di Manchester come «La grande madre del nuovo mondo». Centro simbolo della rivoluzione industriale, capitale mondiale della produzione cotoniera, nella prima metà dell’800 Manchester era considerata la prima città industriale al mondo. La particolarità del suo clima (molto umido e ideale per la lavorazione del cotone), la vicinanza di grandi giacimenti di carbon fossile, la ferrovia che dal 1830 la collegava con il porto di Liverpool avevano creato le condizioni perché Manchester diventasse un polo manifatturiero di primaria importanza. Negli anni del boom industriale, la città inglese fu protagonista di un’esplosione demografica unica e senza precedenti, passando nel giro di settant’anni (tra il 1770 e il 1840) da 20.000 a 500.000 abitanti. Per quasi un secolo Manchester fu centro propulsore dell’economia inglese ed europea: qui si produceva l’ottanta percento della produzione mondiale di filato. Fino alla crisi del tessile britannico, che costrinse a una svolta. Da allora Manchester è cambiata profondamente, esemplare protagonista di un processo di adattamento e riconversione che ha permesso al centro inglese di superare senza traumi la crisi e la conseguente depressione del modello industriale. La trasformazione che ha interessato tutta la città ha raggiunto il suo apice proprio nell’ultimo decennio, quando è stata protagonista di un vero e proprio boom, tanto lontano e tanto diverso da quello del secolo scorso. Un boom prima di tutto urbanistico, che ha visto la città cambiare nel volto e nelle forme, un boom culturale e turistico, che ha fatto di Manchester la terza destinazione più visitata dai turisti stranieri di tutto il Regno Unito dopo Londra ed Edimburgo. Quella vitalità industriale, che fu il perno attorno al quale è ruotata la vita quoti- 43 44 diana della città per oltre un secolo, riecheggia ancora nelle vie e negli edifici di Manchester, testimoni di un passato importante e di un presente brulicante. La trasformazione della quale si è resa protagonista la città inglese - netta ma dolce, decisa ma graduale - si è sviluppata attraverso un recupero mirato ed efficace di tutti gli edifici e i luoghi che erano stati i centri nevralgici dell’attività industriale e commerciale nel diciannovesimo secolo. Così, ecco che la Royal Exchange, il salone delle contrattazioni dove nei giorni di mercato dell’epoca industriale si radunavano ogni volta ventimila compratori, oggi si è trasformata nel più importante teatro della città. Un’avveniristica costruzione che richiama la forma di un modulo lunare capace di contenere 750 spettatori, sul cui palco si sono alternati i migliori attori del paese. A due passi dal Royal Exchange, proprio accanto all’antica biblioteca dove passava le sue giornate il filosofo Friedrich Engels, sorge il nuovo centro della città, il Millennium Quarter, che ospita l’importante museo Urbis. I centri produttivi della passata iperattività industriale - le antiche fabbriche, i vecchi magazzini, i porti - sono stati mantenuti, ripresi e trasformati nei cuori pulsanti del divertimento nel quale si fondono alla perfezione le culture, le nazionalità e le anime della città. Intanto, in periferia, attorno all’intricato sistema di canali che costituivano il sistema circolatorio e comunicativo dell’era industriale, si sviluppano e crescono i quartieri residenziali e urbani: caseggiati eleganti e ben curati, giardini e parchi verdissimi, le acque dei vecchi canali e bacini recuperate e depurate a formare specchi puliti e rilassanti. Una città nuova, cresciuta e sviluppata, che ha avuto la forza di cambiare il proprio volto, partendo dalla sua storia. 45 A successful case: Manchester renews itself by Francesco Caielli 46 For nearly a century, Manchester represented the main English and European economic centre: During the years of the industrial boom the town was the protagonist of an unique population explosion, that in the space of seventy years brought the population from 20.000 to 500.000 inhabitants. This development ended with the crisis of the British textile industry, that forced Manchester to a turning point. From then on Manchester changed deeply, becoming the model protagonist of an adaptation and changeover process, that allowed this English centre to overcome without traumas the crisis and the consequent depression of the industrial model. The transformation that involved all the town reached its height in the last decade. First of all it was a town planning boom, that changed the aspect and the forms of Manchester, but also a cultural and tourist boom, that made Manchester become the third most visited destination of foreign tourists of all the United Kingdom, after London and Edinburgh. The transformation that characterized this English town was clear-out but soft, marked but gradual. This change derived from a targeted and effective restoration of all the buildings and areas that constituted the nerve centres of the past industrial and commercial hyperactivity of the nineteenth century. So, here is the Royal Exchange, the bargaining showroom where every time twenty thousand buyers gathered, that today is the most important theatre of the town. A stone‘s throw from the theatre there is the new centre of the town, the Millenium Quarter, where the important Urbis Museum is situated. The productive centres, the old factories, the old warehouses and the ports were maintained, taken back and transformed in vibrant hearts, where cultures, nationalities and the souls of the renewed town merged to perfection. A new, grown and developed town, that had the force to change its aspect starting from its own history.