Laboratorio di “Reading” alle Scuole medie del Convitto Nazionale Esistono poeti capaci di scrivere versi eterni, cantautori che con maestria sottraggono le proprie canzoni al potere usurante del tempo e attori che emozionano interpretando personaggi e situazioni ideati secoli prima. E’ questo il potere dell’arte: unire generazioni lontane innalzando opere perenni che Orazio definiva “più durature del bronzo”. Ci sono commedie, ad esempio, che riescono a suscitare riso nei vecchi come nei bambini, superando qualsiasi ostacolo culturale e generazionale: Eduardo De Filippo e la sua produzione teatrale ne sono un esempio. Chi più di questo grande attore e commediografo napoletano ha dato voce “alla signora della porta accanto”, alla napoletanità più genuina senza scadere in banali stereotipi? Sempre più spesso, infatti, il grande Eduardo diviene oggetto di studi tra i giovanissimi come baluardo di una cultura ricchissima e destinata ad essere tramandata di generazione in generazione. Lo scorso Venerdì 4 Dicembre, al Convitto Nazionale G. Bruno di Maddaloni, è andata in scena l’esibizione finale di un laboratorio di “reading”, il cui obiettivo era quello di avvicinare un gruppo di ragazzi di seconda media al mondo del teatro e soprattutto alla straordinaria particolarità del nostro dialetto napoletano. Il progetto è stato ideato dalle professoresse di Lettere Garbo e Zaza D’Aulisio, le quali sono partite dalla commedia di Eduardo de Filippo “Natale in casa Cupiello” per articolare un lavoro di lettura espressiva. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della giovane studentessa Carla Amabile Garbo che ha guidato i ragazzi verso la scoperta del mondo del teatro e dell’universo dialettale. La lettura espressiva richiede il possesso di diverse abilità: fondamentale è comprendere il contenuto del testo e il vissuto emotivo dei personaggi per rendere, con la voce, le atmosfere e i sentimenti. I protagonisti sono ragazzi che si sono approcciati per la prima volta ad un testo teatrale ma che, nonostante ciò, hanno dimostrato sicurezza e disinvoltura al momento della rappresentazione. La studentessa confessa di non aver fornito direttive agli insegnanti per la scelta degli alunni: “Volevo che tutti avessero la possibilità di confrontarsi con un testo così pregno di cultura, non solo i più studiosi o i più spigliati. Il teatro è passione ed ognuno ha il diritto di approcciarsi ad esso senza paura di essere giudicato.” Gli alunni che hanno partecipato a tale iniziativa sono: Esposito Carmela II A, Streppone Benito II B, Vinciguerra Umberto II B, Iorio Francesco Pio II B, Sebastopoli Giuseppe II C, Ilaria Smarrelli II C, Chiara di Vico II C, Di Maio Mario Gabriel II E, Suppa Rossella II E, Campolattano Gennaro II F, De Lucia Angelo II F, Fiorinelli Vincenzo II G, Ferraro Giuseppe II G, Perrotta Gianluca II G e Razzano Maddalena II G. Il corso di lettura espressiva, che si è concluso con un’esibizione finale, è stato articolato in tre sezioni: nella prima lezione gli alunni hanno partecipato alla visione della commedia “Natale in casa Cupiello”, nelle seguenti ore sono stati guidati ad una graduale conoscenza dei personaggi e delle loro caratteristiche ed, infine, si sono approcciati al testo integrale dell’opera. La comprensione del testo è stata solo il primo passo per la scoperta del mondo a cui il grande Eduardo ha voluto dar voce e che i ragazzi, a modo loro, hanno colto. L’esibizione finale del corso è stata dedicata al ricordo di Luca de Filippo, l’interprete di Tommasino in “Natale in casa Cupiello” nonché attore di grandissimo spessore. La morte del famoso artista è avvenuta lo scorso 25 Novembre e portare in scena una commedia che lo vede protagonista è un modo per ricordarlo. All’inizio della messa in scena, infatti, uno dei partecipanti ha letto poche righe in memoria del grande Luca, concludendo con le parole pronunciate dallo stesso attore nella suddetta opera teatrale: “ Ciao tummasì, avremmo voluto averti qui con noi per cento anni, anche se con qualche malattia”. Chi non ricorda la scena in cui Tommasino, il più giovane in casa Cupiello, legge la lettera scritta per la madre pronunciando proprio queste parole? Si tratta di una scena memorabile: c’è ironia, sarcasmo, comicità e una spiccata tendenza all’esagerazione, tipica del carattere partenopeo. Per tutti questi motivi questo spezzone dello spettacolo non è stato recitato dagli alunni, ma dallo stesso Luca: ad un certo punto, infatti, i ragazzi hanno lasciato spazio alla proiezione di questa scena per permettere ai più giovani presenti in platea di conoscere ed apprezzare un grande talento. La manifestazione si è conclusa con un altro momento molto emozionante: i ragazzi hanno letto, sollevando fieramente la bandiera della pace, la “Ninna nanna della guerra” di Trilussa. Si tratta di una poesia scritta in romanesco nel 1914 ma, purtroppo, ancora molto attuale: è una dolce ma amara ninna nanna composta per spiegare ad un bambino gli orrori della guerra. Un secolo fa, così come per i recenti attacchi terroristici, i popoli cosiddetti civili celavano i reali motivi economici, che sono alla base di ogni guerra, adducendo pretesi quali la razza e la fede. I ragazzi, dunque, hanno riportato con convinzione parole che profumano di verità e di pace, affinché l’odio possa finalmente essere sconfitto dalla speranza. Insomma, ancora una volta il Convitto diviene teatro di manifestazioni culturali rilevanti al fine di educare i cittadini del domani. Un cortese ringraziamento va alle professoresse Garbo e Zaza D’Aulisio, ideatrici del laboratorio, all’ “esperta esterna” Carla Amabile Garbo e alla fattiva collaborazione del Vicepreside prof. Luigi Pascarella. Una manifestazione così ricca di contenuti, incentrata sulle potenzialità e sulla formazione di ogni alunno, è il frutto di una politica scolastica attenta che fa capo al Dirigente scolastico Vigliotti. “La cultura rende liberi” e manifestazioni come queste lo dimostrano. Carla Amabile Garbo