Michele Pasquale- Adu Ayam

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Michele Pasquale, dicembre 2014
Caritas Italiana
Caschi Bianchi in Asia 2014
Indonesia – Pulau Nias
Adu ayam, una complessa forma di combattimento tra uomini
Riflettere e rivivere un classico dell'antropologia
Strano caso del destino. Dopo aver letto il saggio divenuto un classico dell’antropologia
interpretativa, Notes on the Balinese Cockfight di Clifford Geertz, ed essermi sempre chiesto il perché
suscitasse così tanto interesse tra la popolazione di Bali, ecco che di persona mi trovo ad assistere ad un
combattimento tra galli, adu ayam1. Tipica manifestazione della cultura indonesiana, in questo
particolare caso dell'isola di Nias, il combattimento consiste generalmente in una sfida tra i proprietari
di due galli (con voluta ambiguità semantica Geertz utilizza il termine «cocks»), i quali sfoggiano le
qualità dei volatili da loro allenati facendoli scontrare a colpi di becco fino a quando solo uno rimarrà
ritto sulle sue zampe.
La pratica, tuttora fuori legge a causa delle scommesse clandestine, è tuttavia regolarmente
praticata con numerosi incontri pubblici. Quasi sempre all'ultimo sangue. Ma qual'è l'origine di questo
rituale e perché riscuote così tanto interesse in questo Paese? Presso Yogyakarta un docente di lingua e
cultura indonesiana mi riferì che, secondo la tradizione, un 'vero uomo' deve possedere alcune
'cose'/'relazioni' specifiche per essere ritenuto tale: una moglie (istri); una casa (wisma); un cavallo
(kuda) - oggi la macchina o la moto -; un uccello, che rappresenta il tempo libero e la passione
1
Il termine fa riferimento alla lingua ufficiale per tutta l’Indonesia, il Bahasa Indonesia: adu, “confronto”, ma anche “far
scontrare”; ayam, “pollo”, “gallo”. Molto comune anche l’espressione sabung ayam.
1
individuale per qualcosa (burung, spesso un gallo d'addestrare al combattimento o l'usignolo per il suo
piacevole canto; può capitare che un uomo investa molte risorse per questo fine a scapito della sua
famiglia); la spada rituale simbolica (kris, con la tipica lama che ricorda una fiamma). È forse in questi
cinque punti che si può ritrovare una delle molte, possibili spiegazioni per l'origine di questa cruenta
espressione della cultura locale?
È tardo pomeriggio. Girando l'angolo di una strada secondaria della cittadina di Gunung Sitoli, tra
piccole case a schiera e non molto lontano da un orfanotrofio, troviamo un capannello di persone
intente a "preparare" due galli. La pratica iniziale comprende lavare le ali, massaggiare il collo,
controllare le zampe e pulire gli occhi da detriti di terra e sabbia. La cura e la precisione dei gesti è
notevole2. Nel suoi scritti Geertz annota diverse volte la smisurata passione, l’entusiasmo per
l'allevamento dei galli - seppur facesse stretto riferimento agli "uomini balinesi" – con i quali è qui
possibile ritrovare dei punti comuni («Balinese men, spend an enormous amount of time with their
favorites, grooming them, feeding them, discussing them, trying them out against one another», 418).
Quello che di solito gli antropologi chiamano un "informatore", spesso semplicemente una persona
volenterosa e curiosa di approcciarsi a parlare con dei perfetti sconosciuti, si avvicina gentilmente per
presentarsi. Rimango sempre sorpreso della grande disponibilità dimostrata in poco tempo da
moltissimi nativi sull'isola di Nias ed in altre località indonesiane. Evidente il cambiamento storicoculturale che facilita la possibilità d'intessere delle relazioni sociali e la seguente raccolta
d'informazioni utili a svolgere una ricerca etnografica sul campo rispetto al passato. A questo proposito
Geertz riferisce che di fatto impiegò molto tempo per essere accettato come "essere umano" prima di
uscire dalla totale indifferenza dei locali che l'ignoravano quasi fosse «trasparente» 3: «You are at least
2
Tutti i riferimenti testuali fanno capo a Clifford Geertz, “Notes on the Balinese Cockfight”, in The interpretation of
culture, Basic Books, Inc., Publishers, New York, 1973, pp.412-453. Molte le annotazioni dell’antropologo americano alle
cure maniacali dei proprietari di galli: «They are fed a special diet, which varies somewhat according to individual theories
but which is mostly maize, sifted for impurities with far more care than it is when mere humans are going to eat it, and
offered to the animal kernel by kernel. Red pepper is stuffed down their beaks and up their anuses to give them spirit. They
are bathed in the same ceremonial preparation of tepid water, medicinal herbs, flowers, and onions in which infants are
bathed, and for a prize cock just about as often. Their combs are cropped, their plumage dressed, their spurs trimmed, and
their legs massaged, and they are inspected for flaws with the squinted concentration of a diamond merchant.» (419).
3
L'antropologo statunitense venne “riconosciuto” dalla popolazione locale dopo esser fuggito, per l'improvviso arrivo della
polizia, con sua moglie da un combattimento di galli. In seguito a questo episodio acquisì la simpatia di tutta la comunità
esplicitata da ripetute moqueries per la sua goffaggine, che segnavano l’accettazione nella comunità: «In Bali, to be teased is
to be accepted» (416).
2
regarded as a human being rather than a cloud or a gust of wind» (413). Il gentile informatore si chiama
Mimpi e continua imperterrito le sue animate spiegazioni non senza domandarci, quasi ad intervalli
regolari, nuovi particolari su chi siamo e cosa facciamo su quest’isola; i “bianchi”, bule4, non sono
molto numerosi a Gunung Sitoli e la curiosità è molta. Sostiene che in questa strada i combattimenti si
svolgano sempre in forma "soft", mai mortale, per divertire i bambini del quartiere e del limitrofo
orfanotrofio. Al suono di quelle parole ricordai che uno dei combattimenti illegali cui assistette Geertz
venne anch'esso identificato proprio come un evento “a scopo benefico” («they were raising money for
a school that the government was unable to give them», p.414). Che si tratti di una sorta di mise-enscène, di una potente, fittizia giustificazione affinché questo evento illegale, violento, mortale possa
essere “accettato” in-consciamente dai partecipanti?
Di seguito Mimpi si scusa poiché sa che «noi europei non amiamo questo genere di cose» e ci
informa che gli animali sono stanchi - lo sono visibilmente, si accasciano a terra di peso, rimangono
immobili per rialzarsi sotto i colpi di becco dell'avversario -. La pratica, inutile dirlo, è piuttosto
violenta. Le creste si sporcano di terra e sangue. Uno dei galli traballa cercando di aggredire il suo
nemico, lanciato con forza dalle mani di un bambino divertito da questo incontro di 'boxe tra pennuti'.
Come un Carnera dalle tinte rosse, nere ed ambra il più imponente tra i galli di Nias si alza in aria di un
metro scagliando un'altro colpo sulla testa dell'avversario, ora riverso inerme a terra. Fine dell'incontro.
I galli sono divisi per evitare che uno dei due muoia da lì a breve. Nei prossimi giorni combatteranno
nuovamente: questo è il loro ruolo. Per il momento sono riposti sotto una grossa campana di paglia
intrecciata ove sono nutriti e curati con cura, in attesa della prossima sfida di quartiere.
Che forse in questo vicolo si inneschi una 'piccola guerra' capace di rallegrare gli animi dei presenti
con lo stesso piacere sadico, morboso e insano che poteva provare un antico romano nell’assistere ad
uno scontro tra schiavi, o magari tra un gladiatore ed una fiera, per semplice diletto personale e
collettivo? Che sia forse il crudele, atavico principio della "legge del più forte" ad essere ribadito e
messo in scena in una dimostrazione di ostentata virilità, volontà di potere? Questa è solo una delle
molte spiegazioni possibili, se non la più superficiale; inoltre, il combattimento di galli rappresenta solo
una piccola parte della vasta cultura indonesiana («The cockfight is not the master key to Balinese life,
any more than bullfighting is to Spanish.», 452). Poco importanti se non errati i parallelismi con
l'Occidente che non aiutano a comprendere, contestualizzare gli eventi all'interno della comunità locale.
L'attenta e profonda lettura geertziana rimane il principale punto di riferimento per la comprensione
4
Termine in Bahasa Indonesia utilizzato indistintamente per indicare europei, nord-americani, australiani.
3
di questo rituale: identificazione e/o scambio di ruoli tra gallo-proprietario del gallo, esplicita autoesaltazione della virilità dell’allevatore, dimostrazione d’abilità e profondo orgoglio ma anche
confessione indiretta delle proprie debolezze all'interno di un controllato "teatro violento” 5 («In
identifying with his cock, the Balinese man is identifying not just with his ideal self, or even his penis,
but also, and at the same time, with what he most fears, hates, and ambivalence», 420).
I padroni dei due galli sono in questo caso due anziani signorotti molto gentili, rispettabili,
decisamente fieri dei loro pennuti e contenti di divertire i loro nipotini, i loro amichetti, i vicini di casa.
Geertz riflette in particolar modo sulla funzione ludica e la mimesi uomo-gallo che sottende gli stessi
combattimenti, una sorta d'immedesimazione, esaltazione personale che possiamo similmente trovare
anche nella tradizione sportiva occidentale: «As much of America surfaces in a ball park, on a golf
links, at a race track, or around a poker table, much of Bali surfaces in a cock ring. For it is only
apparently cocks that are fighting there. Actually, it is men» (417). Da questo punto di vista "adu
ayam", il combattimento di galli, può essere letto come una complessa, indiretta forma di
combattimento tra uomini nonché una rappresentazione della cultura locale all’interno di una struttura
sociale con dei precisi ruoli.
Dopo aver diviso gli esausti combattenti ecco che si ripete il rituale iniziale: si lavano
accuratamente le ali, si cura la cresta ferita, si massaggia il collo stanco, si controlla che i becchi non
siano scheggiati, si ripuliscono gli occhi controllando che il gallo non sia divenuto cieco e, dunque,
buono solo per la pentola. Fieri come un anziano Mickey Goldmill dell'ultimo gancio ben assestato dal
loro Rocky Balboa faticosamente allenato, questi simpatici nonni portano avanti un'orgogliosa
tradizione famigliare - e non solo - raccontando anch’essi un pezzo della cultura in cui sono immersi,
riferendoci qualcosa di sè e del proprio mondo: «Its function, if you want to call it that, is interpretive:
it is a Balinese reading of Balinese experience, a story they tell themselves about themselves.» (448).
È l'ora del tramonto. I volatili, stanchi e feriti, sono riposti al buio, i bambini divertiti si rincorrono
in strada imitando i galli, gli uomini si preparano a farsi il bagno serale (mandi) e le loro mogli
finiscono gli ultimi preparativi per la cena: la routine per molte famiglie sull'isola di Nias. Salutiamo i
presenti, molto incuriositi e divertiti del mio interesse nel fotografare, documentare, domandare il
perché di quello che, ai loro occhi, è un semplice hobby. Giriamo l'angolo e chiamiamo un becak tipico mototaxi attrezzato a sidecar - per andare a gustare proprio una coscia di pollo fritta (ayam
goreng), piatto poco costoso, popolarissimo in tutta l'Indonesia: «Terima Kasih banyak. Kita pulang ke
5
«A cockfight, any cock- fight, is in the first instance a blood sacrifice offered, with the appropri- ate chants and oblations,
to the demons in order to pacify their raven- ous, cannibal hunger. » (420); «a bloody drama of hatred, cruelty, violence, and
death.» (421). Vedi nota 2.
4
rumah. Sampai jumpa lagi! Selamat malam». Grazie mille, noi torniamo a casa. Buona serata.
Bibliografia
Clifford Geertz, “Notes on the Balinese Cockfight”, in The interpretation of culture, Basic Books, Inc.,
Publishers, New York, 1973, pp.412-453.
Filmografia
John G.Avildsen, Rocky, sportivo-drammatico-romantico, United Artists, Usa, 1976.
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