RECUPERO EX CINEMA BOIARDO A REGGIO EMILIA

Alberto e Giovanni Manfredini
RECUPERO EX CINEMA BOIARDO A REGGIO EMILIA
Alberto e Giovanni Manfredini
RECUPERO EX CINEMA BOIARDO A REGGIO EMILIA
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Finito di stampare nel novembre 2010
—
d.t.p.: Alinea editrice srl
Stampa: LC Printing - Firenze
Indice
5
Recupero ex Cinema Boiardo, Reggio Emilia
7
Planimetria generale
8
Pianta piano secondo
9
Pianta secondo livello attico
10
Prospetto est
11
Prospetto nord sulla galleria
12
Prospetto sud su via San Rocco
13
Dettaglio su via San Rocco
14
Vedute su via San Rocco
15
Gli attici
RECUPERO
EX CINEMA BOIARDO,
REGGIO EMILIA
2008
Alberto e Giovanni Manfredini
Il cinema Boiardo appartiene al più
ampio complesso dell’isolato San
Rocco, del quale è utile ripercorrere le vicende salienti, a partire dal
XIX° secolo.
Nel 1818, a opera di Domenico Marchelli, si procede alla costruzione
del prolungamento del portico della
Trinità sul lato nord sino a collegare
il centro cittadino con il teatro della
cittadella (attuale teatro Ariosto). A
metà del XIX° secolo inizia la demolizione delle mura della cittadella
e dei principali edifici esistenti al
suo interno.
Gli edifici con funzione religiosa
presenti nell’area subiscono diverse
trasformazioni a seguito dei cambiamenti di destinazione relativi al trasferimento della parrocchia presente,
sino alla chiusura della chiesa di San
Rocco. Nel 1909 nell’edificio confinante con la chiesa viene trasferito
il Seminario. Anche l’antico oratorio di S. Onofrio è definitivamente
soppresso e al suo posto vengono
ricavate delle botteghe.
L’intero isolato viene acquistato nel
1950 da una impresa immobiliare
che provvede alla totale demolizione
degli edifici (compresa la chiesa di
S. Rocco e i portici della Trinità) per
sostituirli, a metà degli anni ‘50, con
il complesso condominiale quale si
presenta nella configurazione attuale, secondo le previsioni del PRG del
1940 che individuava, nell’isolato
San Rocco, una delle zone da destinare a demolizione e ricostruzione.
Il contesto ambientale in cui si
inserisce il complesso del cinema
Boiardo è ben evidenziato da Alfredo Barbacci, Soprintendente ai Monumenti dell’Emilia Romagna tra la
fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60,
in un suo saggio del quale di seguito
si riporta un passaggio saliente.
“Dobbiamo riconoscere ai progettisti che in questi ultimi anni hanno
operato a Reggio Emilia, il merito di
non essersi abbassati a commettere
falsi architettonici, né a tentare compromessi. Ma dobbiamo, in cambio,
affermare che l’inserimento di nuove
architetture nelle vecchie strade e
piazze, effettuato senza alcuna preoccupazione ambientale, ha creato,
come era da attendersi, orripilanti
stridori; tanto più trattandosi, il
più delle volte, di opere mediocri o
addirittura grossolane, e non sempre
veramente moderne. (…) Il nuovo
palazzo, denominato Isolato San
Rocco, compiuto qualche anno fa,
ha il torto di aver fatto scomparire
il pregevole oratorio omonimo; ci
ha dato, in cambio, una pretenziosa
architettura transizionale: uno sfrondato, stirato, anemico Neoclassico,
che vorrebbe accordarsi, anche per
il colore, col vicino Teatro munici-
pale. Non poche sono, purtroppo, le
brutali intrusioni della nuova edilizia
negli ambienti antichi ed artistici”.
(A Barbacci, Il guasto della città
antica e del paesaggio, Le Monnier,
Firenze, 1962, pp. 316-317).
Il complesso del cinema Boiardo
insiste proprio sul sedime della
perduta chiesa di San Rocco e si è
configurato, fino al recente passato,
per la presenza di una serie di esercizi commerciali a piano terreno sia su
via San Rocco che lungo la coperta
galleria Cavour, da qualche ufficio
nei piani superiori, negli spazi di
risulta dal volume del cinema vero e
proprio, e dalla sala del cinema con i
relativi spazi di supporto. La recente
crisi e cessazione dell’attività cinematografica, che coinvolge pure il
vicinissimo cinema Ambra, conduce
alla chiusura delle residue attività
commerciali e di pubblico esercizio
presenti a piano terra.
La nuova proprietà del complesso
decide di procedere a una trasformazione dell’immobile volta alla creazione di nuove residenze qualificate,
prevedendo attività terziarie al solo
livello terreno e prevedendo un sistema di autorimesse interrate private,
a servizio della sola residenza, per
evitare la presenza delle auto sulle
aree pubbliche.
Questo intervento, pur precedendolo
temporalmente in termini progettuali,
si inserisce in coerenza di obiettivi nel
Programma di Riqualificazione Urbana predisposto su un intorno più vasto
dall’Amministrazione Comunale.
5
L’operazione concettuale che è alla
base della soluzione architettonica
dell’intervento è molto semplice.
La specializzazione tipologica
dell’edificio esistente, destinato a
cinema, è leggibile dalla prevalenza
dei pieni ai livelli superiori dell’involucro murario esterno. La forma
della copertura a falde, con zona
centrale piana a quota del colmo,
deriva dall’andamento delle sottostanti capriate a grande luce per la
copertura della sala del cinema.
Il valore e il ruolo “urbano” dell’edificio è dato dalla presenza, come
quinta continua sulla via San Rocco
e sui bracci interni della Galleria
Cavour, del volume del corpo principale, per quanto percepibile dal
piano stradale, cioè sino alla veletta
sagomata. Ciò indipendentemente
dallo scarso valore architettonico
dell’impaginato di facciata esistente, oscillante in maniera incerta fra
andamento verticale e andamento
orizzontale, fra presenza di pietra
reale e di pietra simulata.
La conservazione del muro esterno
nella sua entità strutturale, pertanto
nella scansione ritmica dei pilastri
esistenti come percepiti dalla quota
degli spazi pubblici, diventa fondamentale non tanto per rincorrere più
vantaggiose modalità di intervento,
quanto piuttosto per garantire una
continuità percettiva nella fruizione
spaziale, ormai storicizzata, della via
San Rocco.
L’involucro murario, nella sua essenza concettuale (giacitura, scansione
6
verticale, altezza della veletta),
diventa l’elemento da conservare. Il
volume interno, svuotato dalle funzioni specialistiche obsolete, viene
ridisegnato per gli usi e le funzioni
dell’oggi, con una nuova struttura
portante indipendente che si fa pure
carico dell’ancoraggio e del vincolo
dell’involucro strutturale esterno
conservato e consolidato. Il ridisegno
dell’impaginato di facciata, che comporta la creazione di nuove aperture,
avviene sempre nell’ovvio, necessario rispetto della posizione degli
elementi strutturali verticali esistenti,
alla quale pure si conformano, ove
previsti, i nuovi elementi strutturali
accostati internamente. In una logica
di intervento per layer successivi, il
ridisegno delle facciate è completato
da una loro riqualificazione architettonica ed energetica, grazie alla sostituzione dei degradati rivestimenti
con un sistema di facciata ventilata a
elevato isolamento, con rivestimento
in lastre di pietra naturale, in grado
di portare a compimento un intendimento iniziale interrotto.
La decisione di conservare l’integrità
strutturale dell’involucro murario
esterno sino alla veletta di coronamento, non è contraddittoria a quella
di modificare la sagoma del sistema
di copertura, mediante sostituzione
del tetto a falde con due livelli di
copertura piana. Mentre il valore e il
ruolo della quinta urbana formata dai
muri perimetrali sono indifferenti e
indipendenti dalle funzioni realmente
presenti all’interno, la forma del si-
stema di copertura esistente è strettamente legato alla funzione specialistica del cinema, e pertanto cancellabile
al momento della scomparsa della
funzione che l’ha generata.
Angolo su via San Rocco (2006)
Angolo su via San Rocco (progetto)
Planimetria generale
1 Ex Cinema Boiardo
7
Pianta piano secondo
8
Pianta secondo livello attico
9
Prospetto est
10
Prospetto nord sulla galleria
11
Prospetto sud su via San Rocco
12
Dettaglio su via San Rocco
13
Vedute su via San Rocco
14
Gli attici
15
€ 10,00