Le regioni italiane

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Geo 1: Le regioni italiane
Geo 1: Le regioni italiane
Per la Scuola Secondaria di Primo Grado
a cura di Elisabetta Leonetti
Coordinamento editoriale: Antonio Bernardo
Ricerca iconografica: Cristina Capone
Cartine tematiche: Studio Aguilar
Copertina Ginger Lab - www.gingerlab.it
Settembre 2013
ISBN 9788896354490
Progetto Educationalab
Mobility IT srl
Questo libro è rilasciato con licenza
Creative Commons BY-NC-SA
Attribuzione – Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/legalcode
Alcuni testi di questo libro sono in parte tratti da Wikipedia
Versione del 27/10/2013
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Geo 1: Le regioni italiane
Presentazione
Questo ebook fa parte di una collana di ebook con licenza Creative
Commons BY-SA per la scuola. Il titolo Storia C3 vuole indicare che il
progetto è stato realizzato in modalità Collaborativa e con licenza
Creative Commons, da cui le tre “C” del titolo. Non vuole essere un
trattato completo sull’argomento ma una sintesi sulla quale l’insegnante
può basare la lezione, indicando poi testi e altre fonti per gli
approfondimenti. Lo studente può consultarlo come riferimento
essenziale da cui partire per approfondire. In sostanza, l’idea è stata
quella di indicare il nocciolo essenziale della disciplina, nocciolo
largamente condiviso dagli insegnanti. La licenza Creative Commons,
con la quale viene rilasciato, permette non solo di fruire liberamente
l’ebook ma anche di modificarlo e personalizzarlo secondo le esigenze
dell’insegnante e della classe. Chiunque può contribuire a migliorare
questo ebook, segnalando integrazioni, modifiche e sviste al
coordinatore del progetto [email protected].
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Geo 1: Le regioni italiane
INDICE
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Trentino Alto-Adige ........................................................................ 5
Friuli Venezia Giulia ..................................................................... 10
Valle d’Aosta ................................................................................. 15
Piemonte ........................................................................................ 20
Lombardia ...................................................................................... 29
Veneto ............................................................................................ 37
Liguria ........................................................................................... 44
Emilia Romagna ............................................................................ 52
Toscana .......................................................................................... 58
Umbria ....................................................................................... 67
Molise ........................................................................................ 72
Abruzzo ...................................................................................... 77
Lazio .......................................................................................... 86
Campania ................................................................................... 94
Marche ..................................................................................... 106
Puglia ....................................................................................... 112
Basilicata .................................................................................. 121
Calabria .................................................................................... 127
Sicilia ....................................................................................... 134
Sardegna ................................................................................... 148
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Geo 1: Le regioni italiane
1. TRENTINO ALTO-ADIGE
Il Trentino-Alto Adige (nome ufficiale Regione
Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol) è una regione
italiana di 1 046 851 abitanti con capoluogo Trento. Il
Trentino-Alto Adige confina a sud con il Veneto, a nord
con i Länder austriaci Tirolo e Salisburghese, a ovest
con la Lombardia, a nord-ovest con la Svizzera. La
regione è compresa tra le Alpi centrali e quelle orientali, mentre a sud il
confine è delimitato dal lago di Garda e dalle prealpi venete.
Capoluogo
Presidente
Lingue ufficiali
Trento
Alberto Pacher (PD) dal 22.01.2013
Italiano, tedesco; ufficialmente riconosciuti anche
il ladino, il cimbro e il mocheno
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Data di istituzione
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
1948
749 m s.l.m.
13 607 km²
1 046 851(31 marzo 2012)
76,93 ab./km²
Bolzano, Trento
333
Lombardia, Grigioni (CH-GR), Salisburghese
Regioni confinanti
(AT-5), Tirolo (AT-7), Veneto
Nome abitanti
trentini e altoatesini (o sudtirolesi)
PIL
(nominale) € 31 602 milioni
PIL procapite
(nominale) € 30 186
1.1 Territorio
Il Trentino-Alto Adige è una regione prevalentemente montuosa. Le
catene montuose si innalzano fino a quote di 2700–3900 m. La regione
è ricchissima di boschi di conifere e faggi che ricoprono oltre il 70% del
territorio, ma sono presenti anche zone ricoperte da prati e pascoli in cui
si possono trovare numerose specie alpine di erbe e funghi. Questa
particolare configurazione geologica crea delle notevoli differenze fra la
densità di abitanti dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati
fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città sulle principali
valli) e quella dell'Adige. Le valli sono generalmente piccole e strette, i
cui versanti sono ricoperti da foreste. Unica eccezione è appunto la
valle dell'Adige, di origine glaciale. La sua parte più settentrionale è
chiamata val Venosta, mentre a sud essa è denominata Vallagarina fino
all'ingresso del fiume nella pianura Padana. Le principali città situate
nella Valle dell'Adige sono Trento e Bolzano. Sia l'Alto Adige che il
Trentino sono interessati dalla sezione occidentale delle Dolomiti,
mentre proseguendo verso sud i rilievi montuosi degradano nelle
Prealpi. Assieme alle montagne ci sono anche numerosi passi tra cui:
Passo Gardena, Passo del Brennero, Passo dello Stelvio, etc. La valle
principale è invece Val d'Adige. Il Trentino-Alto Adige è ricco di corsi
d'acqua (fra i maggiori: l'Adige, il Brenta, il Sarca e il Chiese). In
Trentino si estende l'estrema punta settentrionale del Lago di Garda che
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Geo 1: Le regioni italiane
è suddiviso tra Trentino, Veneto e Lombardia. Numerosi sono i laghi
alpini, spesso di piccole dimensioni. Fra i più rilevanti: lago di
Caldonazzo, lago di Ledro e lago di Levico. Tra i bacini artificiali il
maggiore è il lago di Santa Giustina. In Alto Adige vi sono 176 bacini
d'acqua naturali la maggior parte dei quali si trova a quote superiori ai
2000 m. I laghi naturali con una superficie maggiore di 5 ettari sono 13.
Vi sono anche laghi artificiali, alcuni dei quali di dimensione degna di
nota. Tra i principali ricordiamo il Lago di Resia, il Lago di Zoccolo, il
Lago di Fortezza.
1.2 Clima
Il clima del Trentino-Alto Adige può essere definito di transizione tra il
clima semicontinentale e quello alpino.
Le Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo
1.3 Storia
Il Trentino-Alto Adige, a partire dal I secolo a.C. fu latinizzato dai
Romani, che fondarono Tridentum (l'odierna Trento). La regione rimase
sotto la loro dominazione fino al crollo dell'Impero romano d'Occidente
nel 476. A partire dal XIX secolo si susseguirono varie dominazioni tra
cui quella napoleonica, austriaca e austro-ungarica. La politica
intrapresa dagli Asburgo contribuì al sorgere delle spinte risorgimentali
che si svilupparono nella penisola italiana e che all'inizio del XX secolo
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Geo 1: Le regioni italiane
portarono all'unione della regione all'Italia alla conclusione della prima
guerra mondiale. Il Trattato di Saint Germain del 1919 assegnò la
regione (successivamente chiamata Venezia Tridentina) al Regno
d'Italia. Più tardi, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, in seguito
alle richieste di chi reclamava per tutta la regione Trentino-Alto Adige
un'autonomia speciale, l'accordo De Gasperi-Gruber sancì che la
provincia di Bolzano rimanesse all'Italia, prevedendo per gli abitanti di
lingua tedesca del Trentino e dell'Alto Adige adeguate tutele.
1.4 Economia
Il Trentino-Alto Adige è la seconda regione italiana per PIL pro capite,
preceduta dalla sola Valle d'Aosta. Delle due province, quella di
Bolzano è la più ricca e sviluppata. Nel settore agricolo viene praticata
diffusamente la coltivazione di mele. Le zone di produzione principali
sono la Val Venosta, la Val di Non e in parte la Val d'Adige. Anche la
viticoltura è sviluppata in tutta la regione e produce vini di qualità.
Circa un terzo della popolazione attiva lavora nell'industria. Le imprese,
di dimensioni piccole e medie, sono attive nei settori tessile, edilizio,
della meccanica, del legno e della carta. L'abbondanza di acqua e la
conformazione del territorio favoriscono la produzione di energia
idroelettrica. Il Trentino-Alto Adige è inoltre una delle regioni italiane
più all'avanguardia per quanto riguarda l'utilizzo di fonti di energia
rinnovabili ed è una delle prime produttrici di impianti eolici,
fotovoltaici e solari. Grande importanza riveste anche il turismo.
1.5 Popolazione
Con i suoi 13 607 km² il Trentino-Alto Adige è una delle regioni meno
densamente popolate in quanto ospita circa 1.000.000 abitanti per una
densità di 74 ab/km², molto al di sotto della media nazionale,A seguito
di nuove trattative tra Italia ed Austria fu siglato il cosiddetto Pacchetto
per l'Alto Adige (l'insieme delle misure a favore della popolazione di
lingua tedesca) e nel 1972 entrò in vigore il secondo statuto regionale,
che tuttora privilegia l'autonomia delle due province, che di fatto
costituiscono due Regioni autonome, solo formalmente riunificate nella
Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol. Nella Provincia Autonoma di
Bolzano è data importanza alla lingua di appartenenza (italiano,
tedesco, ladino). Tutti gli impiegati e funzionari della Regione o della
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Geo 1: Le regioni italiane
Provincia di Bolzano devono essere bilingui, cioè parlare almeno
l'italiano ed il tedesco. Il Trentino è quasi completamente italofono, con
comunità storiche germanofone: Mocheni nell'alta Valle del Fersina, e
Cimbri, concentrati nel comune di Luserna, ma presenti in alcuni
comuni vicini delle province di Vicenza e Verona. La lingua cimbra e la
lingua mochena godono di particolari tutele. L'Alto Adige è invece a
maggioranza germanofona (parlante generalmente il dialetto
sudtirolese), con una minoranza italofona in calo, oggi circa al 26%.
1.6 Le città
Trento è un comune italiano di 115 368 abitanti, capoluogo della
regione Trentino-Alto Adige. Grazie alla progressiva creazione
nell'ultimo ventennio di diversi centri di ricerca (FBK, Trento RISE,
FEM), di laboratori e alla sua università è stato soprannominato la
"Silicon Valley delle Alpi". La città di Trento è situata nella valle del
fiume Adige, a circa 150 km dalla sorgente del fiume ed a 250 km dalla
sua foce, a 55 km a sud di Bolzano.
Bolzano è un comune italiano di 103 379 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia autonoma in Trentino-Alto Adige. La
popolazione della città di Bolzano, secondo il censimento del 2011, è
per il 74% di lingua italiana, per il 25,5% di lingua tedesca e per lo
0,68% di lingua ladina. L'agglomerazione bolzanina, comprendente vari
comuni al 2009 contava 151.642 abitanti. La percentuale di stranieri,
provenienti in maggioranza dall'Europa extracomunitaria, al 2009
ammontava al 12,2% (12.524). Bolzano è situata alla quota di 264 m
nella parte orientale dell'ampia conca originata dalla congiunzione delle
valli dell'Isarco, Sarentina e dell'Adige. La conca è delimitata ad ovest
dalla catena della Mendola, a nord-ovest dell'Altopiano del Salto
(Salten, 1.500 m), a nord-est da una cima minore del Renon chiamata
Monte Tondo, e a sud-est dal Monte Pozza (1.619 m). La città è
collegata ai tre monti più vicini da funivie che superano ciascuna circa
mille metri di dislivello. Dalla città, guardando in direzione est lungo la
val d'Isarco, si vede il poco lontano e suggestivo Catinaccio (3.004 m),
che è parte delle Dolomiti, con le caratteristiche Torri del Vajolet.
Bolzano è attraversata dal torrente Talvera che confluisce in città nel
fiume Isarco, il quale a sua volta si getta nell'Adige pochi chilometri a
sud della città stessa.
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Geo 1: Le regioni italiane
2. FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Friuli-Venezia Giulia, è una regione a statuto speciale
dell'Italia nord-orientale di 1.219.356 abitanti, con
capoluogo Trieste. Insieme al Veneto e al Trentino-Alto
Adige, il Friuli Venezia Giulia fa parte della macroarea
del Triveneto o delle Tre Venezie.
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Capoluogo
Presidente
Data di istituzione
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Trieste
Debora Serracchiani (PD) dal 22/04/2013
31 gennaio 1963
7 845 km²
1 219 356 (31-10-2012)
155,43 ab./km²
Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine
218
Alta Carniola (SI-052), Carinzia (AT-2), Goriziano
Regioni confinanti
(SI-023), Litorale-Carso (SI-024), Veneto
Lingue
Italiano, friulano, sloveno, tedesco
Nome abitanti
friulani e giuliani
PIL
(PPA) 27.358,2 mln €
PIL procapite
(PPA) 29.292 €
2.1 Territorio
Il Friuli-Venezia Giulia si estende su una superficie di 7858; km I
confini sono: nord - Austria (Carinzia), est - Slovenia, ovest - Veneto
(Provincia di Belluno, Treviso e Venezia), sud - Mare Adriatico.
Morfologicamente la regione può essere suddivisa in 4 aree principali.
 L'area montana: che comprende a nord-ovest la Carnia e la sezione
finale delle Alpi (Alpi Carniche e Alpi Giulie), di cui la più alta vetta
è il Monte Coglians 2.780 m. I suoi paesaggi sono caratterizzati da
vaste pinete e pascoli, i suggestivi alpeggi, meravigliosi laghi di
montagna, ad esempio Sauris, il lago di Bordaglia e da numerosi
torrenti che scendono dalle montagne. La zona è nota anche come
meta turistica, soprattutto durante la stagione invernale.
 L'area collinare: situata a sud di quella montana e lungo la parte
centrale del confine con la Slovenia. Il principale prodotto del settore
agricolo in questa zona è il vino, la cui qualità, soprattutto quella
bianca, è conosciuta in tutto il mondo (Verduzzo, Ramandolo). La
parte più orientale della zona collinare è anche conosciuta come
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Geo 1: Le regioni italiane
Slavia Friulana, il cui nome ricorda le terre che fin dai tempi dei
Longobardi erano abitate da genti di origini slave.
 Le pianure centrali: caratterizzate da suoli poveri, aridi e permeabili.
Il terreno è stato reso fertile con un sistema di irrigazione esteso e
attraverso l'adozione di moderne tecniche di allevamento intensivo.
La maggior parte delle attività agricole della regione sono
concentrate in questa zona.
 La zona costiera: che può essere ulteriormente suddivisa in due sotto
aree, l'occidentale e quella orientale, separate dalla foce del fiume
Isonzo (Riserva naturale della Foce dell'Isonzo). A ovest di questa la
costa è bassa e sabbiosa con ampie oltre a famose località balneari
quali Grado e Lignano. A est, la costa sale verso le scogliere, dove
l'altopiano carsico incontra l'Adriatico, fino al confine con la
Slovenia. Il Carso, caratterizzato da notevoli fenomeni geologici
quali, le cavità carsiche e le numerose grotte (Grotta Gigante) e fiumi
sotterranei, si estende nell'entroterra delle province di Trieste e
Gorizia, con un'altitudine compresa tra 300 e 600 m.
2.2 Clima
Il clima del Friuli-Venezia Giulia va dal clima submediterraneo delle
zone costiere, a un clima temperato più umido delle pianure e zone
collinari fino al clima alpino delle Alpi. La zona della regione più mite
è quella litoranea presso Trieste per l'influenza del mare profondo ed il
parziale riparo.
2.3 Storia
La regione sorge in parte delle terre occupate in epoche passate dal
Patriarcato di Aquileia che fu nell'età medievale uno degli stati più
estesi ed importanti dell'Italia settentrionale. Il Friuli-Venezia Giulia
raggiunge l'attuale conformazione solo nel secondo dopoguerra.
Firmando il Trattato di Parigi con le potenze vincitrici l'Italia, sconfitta,
aveva perso gran parte della Venezia Giulia. Nel 1947 era stato istituito
il Territorio libero di Trieste (TLT), diviso in due zone. La prima (Zona
A) comprendeva Trieste e zone limitrofe, la seconda (Zona B) parte
dell'Istria nord-occidentale. Nel 1954 la zona A del TLT venne data in
amministrazione all'Italia; la zona B restò invece alla Jugoslavia.
Successivamente, lo Stato italiano decise, nel 1963, di unire la parte del
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Geo 1: Le regioni italiane
Territorio Libero di Trieste, al Friuli, formato all'epoca dalle sole
province di Udine e Gorizia, fornendo anche una certa autonomia alla
nuova regione. La scelta di Trieste come capoluogo regionale fu fatta
per dare alla città giuliana, privata dei propri tradizionali mercati di
sbocco e della propria zona di influenza fin dalla fine della prima guerra
mondiale e del proprio immediato entroterra subito dopo la seconda, un
ruolo amministrativo importante.
2.4 Economia
Il Friuli Venezia Giulia è formato da due entità distinte per tradizioni
culturali, storiche e produttive: il Friuli vero e proprio, con Pordenone,
Udine e la provincia di Gorizia, e la Venezia Giulia, con Trieste e la sua
provincia. Le città di Udine e Pordenone raccolgono il 70% degli
abitanti, possiedono un elevato tenore di vita e vantano altissimi ritmi di
sviluppo economico. La provincia del capoluogo regionale Trieste gode
di un reddito pro capite fra i più alti d'Italia. La morfologia della
regione costituisce un ostacolo per l'agricoltura che resta nel complesso
un settore debole. Discreto ruolo hanno in pianura la produzione di
mais, soia e di barbabietole da zucchero, mentre nell'area collinare una
viticoltura molto specializzata garantisce vini e grappe di alta qualità.
Anche l'allevamento del bestiame, bovino in prevalenza, destinato al
commercio con le altre regioni, è al servizio di un'industria rinomata.
L'industria pesante è oggi in fase di assestamento con punte di rilievo
nel settore metallurgico e navale. Notevole è stato lo sviluppo
dell'azienda manifatturiera medio-piccola, a struttura generalmente
familiare, derivante dall'esperienza dell'artigianato e diffusa in ogni
parte della regione. È fiorente ormai in molti settori, come quello
meccanico, quello tessile e quello dell'arredamento. In provincia di
Udine, ha grande peso il settore terziario che rappresenta circa due terzi
dell'occupazione totale. Presenti numerosi centri commerciali e centri di
distribuzione, concentrati soprattutto a nord di Udine.
2.5 Popolazione
Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione sul territorio, un
terzo della popolazione è concentrata nelle aree urbane di Udine
(l'agglomerato conta circa 177.000 abitanti in 312 km², e comprende il
capoluogo friulano e gli 11 comuni che lo circondano) e di Trieste
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Geo 1: Le regioni italiane
(considerando come area metropolitana triestina l'intera provincia di
Trieste, che conta circa 236.000 abitanti in 212 km²), mentre per i
restanti due terzi la popolazione regionale principalmente vive ancora in
piccoli e medi comuni e la montagna è poco popolata. A partire dagli
anni ottanta del Novecento la forte flessione del tasso di natalità che è
stata così compensata da un vigoroso flusso di immigrati, il quale ha
consentito alla regione una dinamica demografica positiva.
2.6 Le città
Trieste è un comune italiano di 201.261 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della regione Friuli-Venezia Giulia.È il
comune più popoloso e più densamente abitato della regione, oltre che
il più densamente abitato del Triveneto. Trieste fa da ponte tra l'Europa
occidentale e centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei ed
europei. È un importante snodo ferroviario e marittimo. Il suo porto fu
il principale sbocco marittimo dell'Impero Asburgico, che ne istituì il
porto franco nel 1719. Oggi è uno snodo internazionale per i flussi di
scambio terra-mare tra i mercati dell'Europa centro-orientale e l'Asia. La
città dista solo alcuni chilometri dal confine con la Slovenia e si trova
fra la penisola italiana e la penisola istriana, nella parte più
settentrionale dell'Alto Adriatico e si affaccia sull'omonimo golfo. Si
trova ai piedi di un'imponente scarpata che dall'altopiano del Carso
scende bruscamente verso il mare. L'Altipiano Carsico, a ridosso della
città, raggiunge la quota di 458 metri sul livello del mare.
Udine, Piazza Libertà
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Geo 1: Le regioni italiane
3. VALLE D’AOSTA
La Valle d'Aosta è una regione a statuto speciale
dell'Italia nord-occidentale con capoluogo Aosta. Confina
a nord con la Svizzera, a ovest con la Francia, a sud e ad
est col Piemonte (province di Torino, Biella e Vercelli). È
la regione più piccola d'Italia con 3.263 km² di superficie
e anche quella meno popolata con 126.978 abitanti.
Capoluogo
Presidente
Lingue
ufficiali
Data di
istituzione
Superficie
Abitanti
Densità
Aosta
Augusto Rollandin (Union Valdôtaine) dal 08-07-2013
Italiano, francese
1948
3 263 km²
126 978[1] (30 novembre 2012)
38,91 ab./km²
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Geo 1: Le regioni italiane
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Targa
Nome
abitanti
PIL
PIL
procapite
nessuna
74
Piemonte, Rodano-Alpi (FR-V),Vallese (CH-VS)
Italiano, francese,francoprovenzale, walser,piemontese
AO
(IT) valdostani
(FR) Valdôtains
(PPA) 3.421,1 mln €
(PPA) 33.800 €
3.1 Territorio
La Valle d'Aosta è la più piccola regione italiana e si trova in mezzo
alle Alpi, circondata da quattro dei monti più alti d’Italia e d’Europa
(Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso) ed attraversata
dalla Dora Baltea, importante affluente del fiume Po. I valichi più
importanti sono il Colle del Piccolo San Bernardo e il Colle del Gran
San Bernardo, cui corrisponde il traforo omonimo. La parte meridionale
del territorio è occupata dal Parco Nazionale del Gran Paradiso (Parc
National du Grand-Paradis), istituito nel 1922 per salvaguardare alcune
specie di flora e fauna alpina in via d'estinzione come stambecchi,
camosci, marmotte ed ermellini. La conformazione dell'intero territorio
regionale è frutto dell'opera delle glaciazioni, che scavarono la valle
principale e quelle laterali. Ora i ghiacciai occupano solo le cime più
elevate.
3.2 Clima
Il clima della Valle d'Aosta è tipicamente alpino con inverni rigidi ed
estati fresche. Solo la valle centrale, percorsa dalla Dora Baltea, gode di
condizioni climatiche più miti. Le nevicate si concentrano in inverno;
sono invece scarse durante il resto dell’anno.
3.3 Storia
In seguito alla conquista della regione da parte dei Romani a danno dei
Salassi (popolazione celtica che abitava la Valle d’Aosta in epoca
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Geo 1: Le regioni italiane
antica) fu fondata Augusta Prætoria Salassorum, l'odierna Aosta (il che
le vale il titolo di "Roma delle Alpi"). La regione fece in seguito parte
del regno dei Franchi, dell'impero carolingio e del regno di Borgogna.
Dal 1032 fu sotto i Savoia che la mantennero ininterrottamente, eccetto
tra il 1800 e il 1814, quando la Valle d'Aosta fu inglobata nel primo
Impero francese, costituendo l'"Arrondissement d'Aoste". La Valle
d'Aosta si trova anche sulla via Francigena, percorso di pellegrinaggio
dal nord Europa verso Roma, compiuto valicando il colle del Gran San
Bernardo.
Veduta della Plaine, la piana di Aosta, alla confluenza della Dora Baltea e del Buthier.
3.4 Economia
L'economia in Valle d'Aosta si basa soprattutto sull'agricoltura,
sull'allevamento e sul turismo. L'autonomia di cui la regione gode ha
ripercussioni ampie sull'economia e sulle finanze. È impiegata nel
settore terziario circa il 70% della popolazione residente. Si coltivano
patate, mele, viti, orzo; si allevano bovini e il turismo in estate è di
villeggiatura, in inverno sportivo.
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Geo 1: Le regioni italiane
3.5 Popolazione
La Valle d'Aosta ha una popolazione di circa 130.000 abitanti. Vista la
natura montuosa del territorio, risulta essere non solo la regione meno
popolata d'Italia, ma anche quella con minore densità di popolazione.
Infatti ci sono solo 38 abitanti per km². La distribuzione degli abitanti è
assai irregolare: più di un terzo si concentra nella plaine, la piana di
Aosta, e nei comuni limitrofi. Buona parte della popolazione abita nei
maggiori centri della media e bassa valle, mentre le valli minori si sono
notevolmente spopolate, eccetto i centri turistici principali. La lingua
autoctona della Valle d'Aosta è il francoprovenzale nella sua varietà
dialettale valdostana, la lingua più diffusa, invece, è oggi l'italiano.
Conosciuto e parlato a livelli buoni dalla quasi totalità della
popolazione è il francese, in quanto gode del rango di lingua coufficiale nella regione. La Valle d'Aosta fu la prima amministrazione al
mondo ad adottare la lingua francese come idioma ufficiale (1536), tre
anni prima della Francia stessa. L'italiano divenne ufficiale nel 1861. La
maggioranza della popolazione, sia italofona che francofona, è di
religione cattolica romana.
Casa tipica valdostana a Crétaz (pron. Créta), frazione di Valtournenche.
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Geo 1: Le regioni italiane
3.6 Le città
Aosta (pronuncia Aòsta, /a'ɔsta/; Aoste in francese; Aoûta in arpitano
sopradialettale; Oûta, o Veulla in patois valdostano standard, Ohta nella
variante della bassa valle) è un comune italiano di 35 031 abitanti,
capoluogo della regione Valle d'Aosta. La città di Aosta si trova
all'incirca nel mezzo della Regione Valle d'Aosta, nella piana in cui
scorre il fiume principale della regione: la Dora Baltea. La città è
attraversata da Nord a Sud, all'altezza dell'Arco d'Augusto, dal fiume
Buthier, uno dei numerosi affluenti della Dora Baltea. Con 583 metri di
altezza sul livello del mare è la sesta provincia più alto d'Italia (dopo
Lanusei e prima di Caltanissetta).
Il castello di Fénis
Oltre ad ospitare numerosi castelli la Valle d'Aosta è una regione ricca
di musei, dai piccoli musei comunali dislocati sul territorio regionali, ai
poli museali di maggiore rilevanza. Tra i Musei più apprezzati per la
loro collocazione, il patrimonio esposto e l'operato culturale vanno
segnalati:
 Museo dell'artigianato valdostano di tradizione. sito nel comune di
Fénis.
 Forte di Bard con il Museo delle Alpi
 Museo Archeologico Regionale di Aosta
 Museo di Scienze Naturali
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Geo 1: Le regioni italiane
4. PIEMONTE
Il Piemonte (Piemont [pje'mʊnt] in piemontese,
occitano, lombardo e arpitano) è una regione dell'Italia
nord-occidentale di 4.463.135 abitanti con capoluogo
Torino. Confina ad ovest con la Francia, a nord-ovest
con la Valle d'Aosta, a nord con la Svizzera, ad est con
la Lombardia, a sud-est con l'Emilia-Romagna (per poco meno di 8 km)
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Geo 1: Le regioni italiane
e a sud con la Liguria. Il Piemonte è la seconda regione italiana per
superficie, dopo la Sicilia, e la sesta per numero di abitanti.
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Nome
abitanti
PIL
PIL
procapite
Torino
Roberto Cota (Lega Nord) dal 29 marzo 2010
421 m s.l.m.
25 402 km²
4 374 052 (31 dicembre 2012)
172,19 ab./km²
8
1206
Emilia-Romagna, Liguria,Lombardia, Provenza-AlpiCosta Azzurra (FR-PACA),RodanoAlpi (FR), Ticino (CH-TI), Valle d'Aosta, Vallese (CHVS)
Piemontesi
(PPA) 145.070 mln €
(PPA) 30.500 €
4.1 Territorio
Il territorio della regione è suddivisibile in tre fasce concentriche, di cui
la prevalente e più esterna è quella alpina ed appenninica (ben il 40%
del territorio regionale). Al suo interno vi è la zona collinare (27% del
territorio), la quale racchiude la zona pianeggiante (43% del territorio).
Le principali catene montuose sono le Alpi, che circondano la regione
ad ovest e nord, e gli Appennini che, situati al confine con Liguria ed
Emilia-Romagna costituiscono così un confine naturale.
Piemonte significa ai piedi dei monti (pedemontium), così definito
perché circondato su tre lati dalle montagne delle Alpi Occidentali e
dell'Appennino Ligure. La montagna piemontese ha inoltre un aspetto
imponente ed aspro: la sua caratteristica, nella zona occidentale della
regione, è infatti di essere priva delle Prealpi. Al di sotto delle rocce e
dei pascoli ci sono ampie estensioni di boschi: le conifere, meno
diffuse, lasciano presto il posto a faggeti e castagneti. In questa fascia
21
Geo 1: Le regioni italiane
sono presenti le più alte cime della regione, che superano i 4000 m: la
Punta Nordend (4.609 m) ed il Gran Paradiso; vi sono poi numerose
cime che superano i 3000 m, tra cui il Monviso.
Nelle valli ci sono importanti vie di comunicazione internazionali
stradali e ferroviarie. Nelle valli minori si trovano dighe, impianti
idroelettrici e centri turistici. Le principali zone collinari sono il
Canavese, le Langhe e il Roero, il Monferrato ed i colli Tortonesi. Le
colline meridionali delle Langhe e del Monferrato sono formate da
antichi sedimenti marini e sono poco resistenti all'acqua, che vi scava
un labirinto di solchi e di valli. Il territorio piemontese infatti, è ricco di
corsi d'acqua, tutti tributari del fiume Po, che attraversa interamente la
regione da ovest a est. Da citare sono: Tanaro, Dora Riparia, Dora
Baltea, Sesia, Cervo, Agogna, Ticino.
Numerosi sono i laghi alpini di origine glaciale e morenica presenti
nella regione. Il lago Maggiore, che segna il confine a est con la
Lombardia, insieme al proprio emissario, il fiume Ticino, è uno dei
laghi più grandi d'Italia, mentre altri, naturali od artificiali, non
superano i 2 km². Tra tutti i laghi presenti si ricordano in particolare:
Lago Maggiore, Lago d'Orta, Lago di Viverone.
4.2 Clima
Il Piemonte ha un clima tipicamente temperato a carattere subcontinentale che sulle Alpi diventa progressivamente temperato-freddo
e freddo salendo in quota. Nelle zone situate a bassa quota gli inverni
sono freddi ed umidi (spesso si formano nebbie fitte) ma poco piovosi.
Le estati invece sono calde ed afose con possibilità di forti temporali,
specialmente nelle zone a nord del Po. Le piogge cadono
prevalentemente in primavera e autunno sulla maggior parte del
territorio, in estate nelle zone alpine più elevate e interne: le quantità
annue sono notevoli sui versanti montani e pedemontani del nord della
regione, mentre sono più scarse sulle pianure a sud del Po. Sulla
piovosità ha molta influenza la direzione di provenienza delle masse
d'aria. Se esse sono umide e provengono da sud, sud-est o est, la catena
alpina sbarra loro la strada (si tratta del fenomeno detto stau): in tal caso
le precipitazioni possono anche essere molto abbondanti, specialmente
sui primi versanti montani, talvolta provocando alluvioni. Nel caso
invece le correnti d'aria provengano da nord, nord-ovest oppure ovest,
22
Geo 1: Le regioni italiane
l'umidità si scarica sul versante esterno delle Alpi: in tal modo l'aria che
raggiunge la regione è asciutta, e possono succedersi diversi giorni
senza pioggia.
4.3 Storia
Abitato fin dall'età neolitica, il Piemonte fu occupato dalle popolazioni
celtiche o liguri dei Taurini e dei Salassi, successivamente sottomesse
dai Romani (220 a.C.), che fondarono colonie come Augusta
Taurinorum (l'odierna Torino) ed Eporedia (Ivrea). A partire dal XII
secolo, la regione vide dapprima per la formazione di comuni autonomi
(come Asti e Alessandria) e forti marchesati (come quello del
Monferrato), e rimase coinvolta nelle lotte fra gli Asburgo e i Valois per
l'egemonia in Italia e in Europa (XVI secolo). Solo in seguito alla pace
di Cateau-Cambrésis (1559) i Savoia riuscirono ad avviare il processo
di definitiva riunificazione del Piemonte, ultimato nel 1748 con il
trattato di Aquisgrana.
Dopo la parentesi della dominazione napoleonica (1798-1814), il
Piemonte seguì i destini del Regno di Sardegna ed ebbe un ruolo
centrale nel Risorgimento italiano e nella costruzione del nuovo stato
unitario (1861), che ne derivò la struttura giuridica e politica (Statuto
Albertino del 1848) e il personale amministrativo, in quel processo che
fu definito di "piemontesizzazione" dello stato. Imponente fu
l'industrializzazione della regione, che seppe avviare, a partire dall'età
cavouriana (1852-61), un rapido processo di modernizzazione fino a
diventare, all'inizio del Novecento, un'area rilevante del triangolo
industriale che trainò il decollo economico italiano. Il tessuto
economico, in cui ebbe un posto preponderante la FIAT, attrasse negli
anni cinquanta e sessanta un grande flusso migratorio, che provocò
profonde trasformazioni sociali e culturali.
4.4 Economia
I prodotti agricoli coltivati sono cereali, patate, ortaggi, barbabietole da
zucchero, frutta, pioppi e foraggio; nelle zone collinari è molto
accentuata la viticoltura. L'allevamento è concentrato su bovini e suini.
Molto sviluppate sono anche le industrie, soprattutto quella
automobilistica con il gruppo FIAT e le aziende collegate. Di rilievo
sono anche i settori chimico, alimentare (la regione è la prima d'Italia
23
Geo 1: Le regioni italiane
per produzione di cioccolato), tessile e dell'abbigliamento. Tra le
regioni italiane, il Piemonte è quella che più investe nell'industria
elettronica, storicamente legata alla Olivetti di Ivrea. Nel settore
terziario, assumono importanza le attività bancarie ed assicurative, il
commercio, l'editoria e il turismo alpino e lacustre.
È stata proprio la disponibilità di acqua della regione a favorire la
nascita in passato delle prime industrie: infatti i mulini, le ferriere e le
piccole officine artigiane funzionavano grazie all'acqua. Lo sviluppo di
Torino è stato molto rapido dal 1945 in poi grazie alla presenza della
FIAT che, nata sul finire dell'Ottocento, ha compiuto i maggiori
progressi durante gli anni cinquanta quando entrarono in commercio le
prime utilitarie.
FIAT - Vista aerea del Lingotto nel 1928
24
Geo 1: Le regioni italiane
La Fiat 500 nella versione del 1957 e del 2007.
Torino non è famosa solo per il settore automobilistico e le altre attività
collegate all'automobile (stabilimenti di pneumatici, industrie chimiche
di vernici e di materie plastiche) ma anche per l'industria alimentare
(sono molto conosciuti i Gianduiotti).
Gianduiotti
Tuttavia negli ultimi anni, soprattutto a causa del decentramento delle
industrie piemontesi, l'intera regione è andata incontro ad una grave
crisi economica, almeno in parte contenuta grazie al rilancio ottenuto
dai XX Giochi olimpici invernali, che hanno dato a Torino uno slancio
internazionale ed hanno aumentato i flussi turistici in città. L’immagine
di Torino, in Italia e nel mondo, è infatti ora maggiormente
rappresentata dal settore terziario, dalla cultura, dal turismo. Negli
ultimi anni sono stati in crescita il livello di internazionalizzazione
dell’economia e della società piemontese. Il Piemonte ha indici
superiori alla media italiana per quanto riguarda il commercio
internazionale, il numero di impiegati stranieri, la popolazione straniera
25
Geo 1: Le regioni italiane
e la formazione su tematiche internazionali; La popolazione attiva è il
64,3% della popolazione totale. L'economia a nord del Po è più
prospera di quella del Piemonte meridionale: Biella è il più importante
centro italiano dell'industria laniera; Ivrea con l'Olivetti è stata una città
importantissima per il settore tecnologico con la produzione di
macchine da scrivere prima e personal computer poi; Vercelli è un
grande mercato europeo del riso insieme a Novara, città di industrie
alimentari, tessili, meccaniche e grafiche. Altre città importanti sono
Chivasso, che viene considerata la "pompa" delle risaie di Vercelli, di
Novara e della Lomellina poiché un grandioso impianto devia
continuamente acqua dal Po nel canale artificiale Cavour; Stresa,
celebre centro turistico sulle rive piemontesi del Lago Maggiore;
Pinerolo, città della cavalleria e sede della prima Società di Mutuo
Soccorso d'Italia.
Nel Piemonte meridionale troviamo invece Cuneo, sul fiume Stura.
Mentre la parte occidentale della provincia di Cuneo ha un'economia
che gravita molto attorno alla vicina Francia, la parte sud-orientale della
stessa provincia ha strette relazioni economiche con l'area ligure, dove
esporta soprattutto prodotti zootecnici, e con quella savonese in
particolare, avendo la stessa la forte attrattiva del porto turistico e
mercantile, assai più vicino e meno congestionato rispetto a quello di
Genova.
Risaie tra Novara e Vercelli
26
Geo 1: Le regioni italiane
Asti, sul fiume Tanaro, è favorita dalla sua posizione poiché si trova
sulla strada che collega Genova a Torino. La città è conosciuta in tutto
il mondo per la produzione di rinomati vini (basti pensare all'eterno
vino DOCG 'Asti spumante' conosciuto in tutto il mondo, essendo il
vino italiano più esportato o al 'Moscato d'Asti') e per essere al centro
della regione geografica del Monferrato, per l'appunto uno dei più
importanti distretti vitivinicoli ed enogastronomici del mondo. A 27 km
da Asti, sorge la città di Alba, rinomata per i suoi tartufi ma anche per
l'industria alberghiera e per essere un importante centro
enogastronomico piemontese. Alba si distingue inoltre per essere la
sede dell'importante industria dolciaria Ferrero, conosciuta in tutto
mondo per i suoi prodotti dolciari e soprattutto per aver inventato la
Nutella. Alessandria invece gravita maggiormente verso l'area genovese
e milanese; anche qui prevale il commercio agricolo ma vi sono inoltre
delle industrie, alcune delle quali molto caratteristiche come quelle di
profumi e di cappelli.
4.5 Popolazione
Il Piemonte ha registrato dagli anni settanta una perdita di popolazione
dovuta ad un calo della natalità non più compensato, da immigrazioni
dal resto d'Italia e in particolare dal Sud e dal Veneto. Tuttavia negli
ultimi anni si è registrata una ripresa demografica, dovuta soprattutto
alla nuova immigrazione dall'Europa centro-orientale. Le densità di
insediamento più elevate si registrano nelle aree urbane industrializzate
dell'alta pianura, specialmente nella provincia di Torino (52% della
popolazione regionale, con una densità doppia rispetto a quella media).
Le famiglie contano in media 2,2 componenti. Il Piemonte vanta una
ricchezza linguistica invidiabile ma spesso non conosciuta. A parte
l'italiano, che è la lingua più diffusa tra la popolazione, nel territorio
sono riconosciute dalla regione ben cinque lingue storiche del
Piemonte: il piemontese, l'occitano parlato nelle vallate occitane di
Cuneo e Alta Val Susa, il francoprovenzale parlato in media/bassa Val
Susa; il francese parlato principalmente in Alta Val Susa e il walser,
parlato a nord al confine con la Svizzera e con la Valle d'Aosta.
27
Geo 1: Le regioni italiane
4.6 Le città
Torino è un comune italiano di 872.091 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della regione Piemonte. È il quarto comune
italiano per popolazione e costituisce il terzo polo economico del paese.
L'agglomerato urbano si estende su una superficie di circa 1.100 km².
Capitale del Ducato di Savoia dal 1563, del Regno di Sardegna dal
1720 e, quindi, prima capitale d'Italia dal 1861 al 1865, è uno dei
maggiori centri universitari, culturali, turistici e scientifici del Paese.
Sede nel 2006 dei XX Giochi olimpici invernali, è la capitale italiana
dell'industria dell'automobile, nonché importante centro dell'editoria,
delle
telecomunicazioni,
del
cinema,
della
pubblicità,
dell'enogastronomia, del design e dello sport. Torino sorge nella pianura
delimitata dai fiumi Stura di Lanzo, Sangone e Po (quest'ultimo
attraversa la città da sud verso nord), di fronte allo sbocco di alcune
vallate alpine: Valle di Susa, che collega la città con la vicina Francia,
Valli di Lanzo, Val Sangone. La città è anche bagnata dalla Dora
Riparia. Nelle giornate invernali particolarmente limpide, suggestiva è
la cinta creata dalle vicine Alpi che contornano tutta la parte nord-ovest
della città con le loro cime innevate.
La Mole Antonelliana, simbolo di Torino e della regione
28
Geo 1: Le regioni italiane
5. LOMBARDIA
La Lombardia è una regione amministrativa a statuto
ordinario dell'Italia nord-occidentale. Con 9.794.525
abitanti distribuiti in 12 province e 1547 comuni, si
posiziona prima in Italia per popolazione, seconda per
densità e quarta per superficie. È anche la regione con
maggior numero di province e comuni. Ha il suo capoluogo nella città
di Milano e confina a nord con la Svizzera, a ovest col Piemonte, a est
con il Veneto e il Trentino-Alto Adige e a sud con l'Emilia-Romagna.
29
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Data di istituzione
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni confinanti
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Milano
Roberto
Maroni (Lega
Nord)
dal18
marzo 2013 - (1º mandato)
1970
23 860,62 km²
9 810 385[1] (30 gennaio 2013)
411,15 ab./km²
12
1544
Emilia-Romagna, Cantone dei Grigioni (CHGR), Piemonte, Canton Ticino (CHTI),Trentino-Alto Adige, Veneto
italiano
Lombardi
(nominale) €318.424 milioni
(nominale) €32.500
5.1 Territorio
La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura
(che rappresenta circa il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne
rappresentano il 41%). Il restante 12% della regione è collinare. Sotto
l'aspetto morfologico la regione viene divisa in quattro parti: una
strettamente alpina, una montuosa o collinare, una pianeggiante o poco
mossa suddivisa in Alta e Bassa pianura ed infine la zona a sud del
fiume Po. La regione è attraversata da decine di fiumi ed è bagnata da
centinaia di laghi di origine naturale ed artificiale.
A delimitare la Lombardia a nord si può adoperare lo spartiacque alpino
tra la Valtellina e le valli del Reno e dell'Inn. A est sono il lago di Garda
ed il fiume Mincio a separare la Lombardia da altre regioni italiane;
così come a sud il Po e a ovest il Lago Maggiore ed il Ticino. Le catene
montuose della regione sono costituite dalle Alpi, dalle Prealpi e dagli
Appennini. Appartengono alle Alpi lombarde una piccola porzione
delle Alpi Lepontine e gran parte delle Alpi Retiche. Sul territorio
montano della Lombardia spiccano quattro massicci orografici di
30
Geo 1: Le regioni italiane
rilievo: il Badile-Disgrazia, il Bernina, l'Ortles-Cevedale e l'Adamello.
Quest’ultimo sorge tra i bacini dell'Adda e dell'Adige. Le Alpi
lombarde raggiungono la massima quota alla Punta Perrucchetti
(4020 m), nel massiccio del Bernina; altra vetta importante è il Monte
Cevedale, del massiccio dell'Ortles-Cevedale, che arriva a 3764 m. Il
massiccio dell'Ortles-Cevedale ospita il ghiacciaio dei Forni che ha
un'estensione di circa 12 km² ed è il più grande ghiacciaio vallivo
d'Italia. A sud della Valtellina si stagliano le Alpi Orobie delimitate a
est dalla Valcamonica e ad ovest dal bacino del lago di Como.
Massiccio del Bernina
Panorama della Valtellina dall'Alpe Piazzola nel comune di Castello dell'Acqua
Confinate ad ovest dal Lago Maggiore e a est dal Lago di Garda si
trovano le Prealpi lombarde le cui vette superano di poco i 2500 m di
quota. Esse sono in prevalenza costituite da sedimenti calcarei e sono
più giovani delle Alpi. La loro origine sedimentaria ha permesso la
formazione di solchi profondi nelle montagne, principalmente ad opera
dei ghiacciai, che hanno portato alla formazione di strette e profonde
valli solcate da fiumi e occupate in parte dei laghi prealpini, sbarrati
verso la pianura da rilievi morenici, i quali formano la fascia collinare
(12,4% del territorio). La pianura lombarda è parte della Pianura padana
che si estende dal Piemonte alla Romagna dalle Alpi agli Appennini. La
pianura lombarda può essere suddivisa geologicamente in due parti:
31
Geo 1: Le regioni italiane
l'alta e la bassa. L'alta pianura è caratterizzata da materiali grossolani,
molto permeabili, di origine alluvionale e presenta grossi solchi
originati dai fiumi che scendono dalle montagne. La bassa pianura
invece è formata da materiale argilloso, poco permeabile e declina
dolcemente verso il Po. Il passaggio dall'alta alla bassa pianura
lombarda è segnalato dalla presenza di riaffioramenti naturali d'acqua
detti risorgive o fontanili causato dell'incontro tra i due diversi tipi di
terreni. La regione è costellata da molti laghi di grandi e piccole
dimensioni, i principali dei quali sono:
 il lago di Garda (o Benaco), di origine glaciale, è il più grande
d'Italia con una superficie di 370 km². È profondo 346 m e ha una
lunghezza di 51,6 km;
 il lago Maggiore (o Verbano);
 il lago di Como (o Lario) è caratterizzato da una forma a Y
rovesciata, con la punta di Bellagio che segna la separazione in due
rami;
 il lago d'Iseo (o Sebino) ha la forma di una S. Vi è situata l'isola
lacustre più grande d'Europa: Monte Isola che si estende per 4,3
km²;
 il lago di Lugano (o Ceresio);
 il lago d'Idro (o Eridio), formato dalle acque del fiume Chiese che
ne è anche l'emissario;
 il lago di Varese.
Per il territorio lombardo passano centinaia di fiumi e torrenti, il più
rilevante dei quali è sicuramente il Po che con i suoi 652 km è il più
lungo d'Italia. Gli altri principali fiumi provengono dal versante alpino
della Pianura Padana e sono tutti affluenti del Po. Al contrario, data la
scarsa estensione del territorio regionale a sud del Po, la Lombardia è
praticamente priva di fiumi Appenninici: l'unica eccezione è costituita
dal Secchia.
Oltre al Po, i fiumi principali sono:
 L'Adda (313 km) che s'immette nel lago di Como;
 L'Oglio (280 km), che s'immette nel lago d'Iseo;
 Il Ticino (248 km) che nasce in Svizzera, è imissario ed emissario
del Lago Maggiore e confluisce con il Po, di cui è il principale
affluente per portata d'acqua.
32
Geo 1: Le regioni italiane

Il Mincio (194 km) nasce in Trentino e fino all'immisione nel Lago
di Garda è noto come Sarca (Asse fluviale Sarca/Mincio).
Costituisce l'unico emissario del Benaco prima di immettersi nel Po.
 Il Chiese (160 km) che nasce in Trentino ed è affluente dell'Oglio.
5.2 Clima
Il clima della Lombardia, per quanto definibile di tipo temperato
subcontinentale, si presenta molto variegato a causa delle diverse
conformazioni naturali presenti sul territorio. In genere le stagioni
estive in pianura sono afose (a causa della molta umidità) e calde.
L'escursione termica nel corso dell'anno è elevata e la nebbia è intensa.
In montagna il clima è tipicamente alpino con estati fresche e con
abbondanti precipitazioni e inverni lunghi, rigidi e poco piovosi. Il Lago
di Garda contribuisce a regolare la temperatura delle zone circostanti,
creando un microclima "mediterraneo" che rende possibile la
coltivazione dell'olivo. La fascia prealpina e l'alto Oltrepò hanno un
clima di tipo temperato fresco, la media montagna alpina un clima
temperato freddo e le vette un clima di tipo glaciale.
5.3 Storia
Nel IV secolo a.C., la regione fu invasa da varie genti Galliche, che
diedero vita alle confederazioni degli Insubri, nella Lombardia
occidentale, e dei Cenomani, nella Lombardia orientale e nell'area del
basso Garda e delle rive del Po. Sul finire del III secolo a.C. i Romani
iniziarono la conquista della Pianura Padana, scontrandosi con i Galli
Insubri, mentre i Galli Cenomani furono fin dall'inizio loro alleati. La
provincia diede in seguito i natali a celebri esponenti della cultura
latina, quali Plinio a Como e Virgilio a Mantova. Negli ultimi secoli
dell'Impero, Milano (Mediolanum) accrebbe notevolmente la sua
importanza di centro politico e religioso (con l'episcopato di
Sant'Ambrogio) tanto che divenne una delle sedi dei tetrarchi al tempo
di Costantino che, nel 313 d.C., emanò un editto, chiamato Editto di
Costantino o Editto di Milano, nel quale concedeva a tutti la libertà di
professare la propria religione. Alla caduta dell'Impero d'occidente sono
i barbari a dominare la Lombardia. Nel 568 i Longobardi attaccarono e
conquistarono gran parte dell'Italia, ponendo la loro capitale a Pavia.
Nel 774 Carlo Magno, re dei Franchi, discese in Italia su invito del
33
Geo 1: Le regioni italiane
papa, minacciato dai Longobardi. Il dominio franco diede inizio alla
struttura politica feudale che caratterizzò l'Alto Medioevo.
A partire dal XII secolo il modello comunale entrerà in crisi e verrà
presto soppiantato dalle nascenti Signorie: i Gonzaga a Mantova, i
Visconti e poi gli Sforza a Milano. La Lombardia fu un importante
centro del Risorgimento, con il Plebiscito per l'unione LombardoPiemontese (1848), le Cinque giornate di Milano del 1848, nel 1849 le
Dieci Giornate di Brescia e i Martiri di Belfiore a Mantova negli anni
tra il 1851 e il 1853. L'unificazione al Regno di Sardegna avvenne a
seguito della seconda guerra di indipendenza nel 1859.
5.4 Economia
L'economia della Lombardia è caratterizzata da una grande varietà di
settori in cui essa è sviluppata. L'agricoltura lombarda è stata la base
dello sviluppo economico della regione. La sua meccanizzazione, grazie
all'utilizzo di macchinari sempre più complessi, ha portato a un
incremento della produzione agricola mentre la ristrutturazione del
territorio, attraverso la costruzione e ammodernamento di canali e la
bonifica delle zone paludose ha permesso di migliorare la qualità della
produzione agricola. L'agricoltura della regione verte principalmente
sulla produzione di cereali (mais, soia, frumento), ortaggi, frutta (pere e
meloni) e vino. Molto sviluppata è la produzione di foraggi, usati per
l'allevamento di bovini e suini, il quale è una voce economica rilevante
in Lombardia. Nei laghi e nei bacini artificiali lombardi, infine, sono
state pescate 980,3 tonnellate di pesce nel 2009. L'industria è dominata
da imprese di piccole e medie dimensioni, perlopiù a conduzione
familiare, ma anche da grandi aziende. È fiorente in molti settori,
particolarmente in quelli meccanico, elettronico, metallurgico, tessile,
chimico e petrolchimico, farmaceutico, alimentare, editoriale,
calzaturiero e del mobile. Milano e provincia coprono più del 40% delle
imprese dell'industria lombarda. Nel terziario, rilevante è il peso del
commercio e della finanza. A Milano hanno sede anche la Borsa
Italiana, tra le principali piazze finanziarie europee, e la Fiera di
Milano, che a oggi è il più grande spazio espositivo d'Europa.
Importanti sono anche le attività bancarie, dei trasporti, della
comunicazione e dei servizi alle imprese. Il turismo (delle città d'arte,
montagne e laghi) ha un peso sempre più significativo. La regione, pur
34
Geo 1: Le regioni italiane
non avendo sbocchi sul mare, possiede un buon sistema navale che si
sviluppa sui grandi laghi, lungo i fiumi e i navigli.
Il sistema idroviario più importante della Lombardia si inserisce in
quello padano-veneto che permette la navigazione da Casale
Monferrato fino a Venezia lungo il fiume Po. In questo sistema
idroviario i porti più importanti della Lombardia sono quelli di
Cremona e Mantova. I molti canali e fiumi navigabili vengo in parte
usati per il trasporto delle merci ma sono in fase di realizzazione alcuni
progetti per l'utilizzo di questi per scopi turistici.
5.5 Popolazione
Con i suoi quasi dieci milioni di residenti (9.749.593 nell'ottobre 2012)
la Lombardia è la regione più popolosa d'Italia, e tra le prime in Europa.
Oltre all'italiano, in Lombardia si parla il lombardo occidentale nelle
province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Monza e della Brianza,
Milano, Lodi e Pavia, il lombardo orientale nelle province di Bergamo
e Brescia, nel Cremasco e nell'alto Mantovano e il lombardo
meridionale di transizione con l'emiliano nella provincia di Cremona,
mentre a Mantova si parla già un dialetto emiliano. In Lombardia sono
presenti molte chiese evangeliche metodiste e valdesi, battiste, luterane,
libere, dei Fratelli, l'Esercito della Salvezza, pentecostali per quanto
riguarda le confessioni cristiane protestanti italiane e le chiese
cosiddette "etniche" formate recentemente da immigrati.
5.6 Le città
Milano è un comune italiano di 1 262 101 abitanti, capoluogo della
provincia omonima e della regione Lombardia. È il secondo comune
italiano per popolazione, dopo Roma, e costituisce il centro dell'area
metropolitana più popolata d'Italia, nonché una delle più popolose
d'Europa. Fondata dagli Insubri all'inizio del VI secolo a.C., fu
conquistata dai Romani nel 222 a.C. e fu chiamata Mediolanum;
accrebbe progressivamente la sua importanza fino a divenire una delle
sedi imperiali dell'Impero romano d'Occidente. Durante la sua storia
assunse svariati ruoli, tra i quali capitale, nonché principale centro
politico e culturale, del Ducato di Milano durante il Rinascimento e
capitale del Regno d'Italia durante il periodo napoleonico. In ambito
culturale, Milano è dal XIX secolo il massimo centro italiano
35
Geo 1: Le regioni italiane
nell'editoria, sia libraria sia legata all'informazione, ed è ai vertici del
circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del Teatro alla
Scala e alla sua lunga tradizione operistica. Divenne "capitale
economica italiana" durante la rivoluzione industriale che coinvolse
l'Europa nella seconda metà del XIX secolo, costituendo con Torino e
Genova il "Triangolo industriale". Da questo periodo in poi e
soprattutto dal dopoguerra, subì un forte processo di urbanizzazione
legato all'espansione industriale che coinvolse anche le città limitrofe.
Nell'ultimo secolo la città ha stabilizzato il proprio ruolo economico e
produttivo, divenendo il maggiore mercato finanziario italiano; è inoltre
una delle capitali mondiali della moda e del disegno industriale ed uno
dei centri universitari italiani più importanti.
Il Duomo di Milano
36
Geo 1: Le regioni italiane
6. VENETO
Veneto è una regione italiana di 4.862.581 di abitanti
situata nell'Italia nord-orientale; capitale storica e
capoluogo amministrativo è Venezia. Confina a nord con
il Trentino-Alto Adige e l'Austria (con quest'ultima, però,
il confine non è carrabile), a sud con l'Emilia-Romagna,
ad ovest con la Lombardia, a est con il Friuli-Venezia Giulia, e a sudest con il Mar Adriatico. Insieme al Trentino-Alto Adige e al FriuliVenezia Giulia il Veneto costituisce la macroarea del Triveneto o delle
Tre Venezie.
37
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome
abitanti
PIL
PIL
procapite
Venezia
Luca Zaia (Lega Nord) dal 13-4-2010
180[1] m s.l.m.
18 399 km²
4 862 581 (31-08-2012)
264,29 ab./km²
7
581
Carinzia (AT-2), Emilia-Romagna, Friuli-Venezia
Giulia, Lombardia, Tirolo (AT-7), Trentino-Alto Adige
italiano, veneto, emiliano,ladino, friulano, tedesco ecimbro
Vèneti
(nominale)113.725 mln € (2009)
(nominale)28.889,61 € (2009)
6.1 Territorio
Il Veneto è una regione che comprende al suo interno molteplici forme
del paesaggio naturale: dalla fascia costiera affacciata sull'Adriatico alla
pianura uniforme e monotona, che poi si innalza nei dodici rilievi dei
Colli Euganei e dei Monti Berici. Con una superficie di 18.390 km², il
Veneto costituisce l'ottava regione italiana per superficie. Il suo
territorio è morfologicamente molto vario, con una prevalenza di
pianura (56,4%), ma anche estese zone montuose (29,1%) e, in minor
misura, collinari (14,5%). L'unitarietà del territorio veneto può essere
individuata nella pianura e nelle montagne che la delimitano a nord,
alimentandola con numerosi fiumi che scendono nel mare Adriatico tra
la foce del Tagliamento e il delta del Po. I confini terrestri vengono
individuati da elementi naturali di tipo idrografico (Po, Tagliamento,
Livenza), ma anche di tipo orografico (come ad esempio l'altopiano di
Asiago, o il monte Baldo). Un altro elemento geografico caratterizzante
il territorio veneto è il bacino idrografico del Piave, interamente
racchiuso entro i confini della regione. La vetta più alta della regione è
la Marmolada (3343 m) situata in Provincia di Belluno.
38
Geo 1: Le regioni italiane
6.2 Clima
Il clima del Veneto è di tipo sub-continentale, ma con l'agente mitigante
del mare e la catena delle Alpi a proteggerlo dai venti del nord, si
presenta complessivamente temperato. Tra le zone climatiche principali
troviamo: la regione alpina, caratterizzata da estati fresche e
temperature rigide in inverno con frequenti nevicate, la fascia collinare
e parte di quella pianeggiante dove il clima è più mite, la maggior parte
della pianura dove invece il clima è di tipo più continentale (inverni
relativamente freddi e umidi, estati calde e afose). Il lago di Garda fa
caso a sé: grazie ad un clima assai mite, lo si può apprezzare in tutti i
mesi dell'anno, ed ha anche caratteristiche subtropicali.
Marmolada
6.3 Storia
Il Veneto fu per oltre un millennio indipendente (Repubblica Veneta);
in seguito, dopo una breve parentesi austriaca e francese (1797-1814), e
un’autonomia durata alcuni decenni come Regno Lombardo-Veneto
sotto l'Impero austriaco, nel 1866, secondo i termini dell'accordo di
pace che fece seguito alla Guerra austro-prussiana, il Veneto venne
assegnato alla Francia che lo cedette al Regno d'Italia.
Dalla fine dell'Ottocento in poi ebbe luogo un'intensa emigrazione di
veneti all'estero a causa della estrema povertà della regione. La prima e
la seconda guerra mondiale lasciarono sul territorio gravissimi danni:
39
Geo 1: Le regioni italiane
interi paesi vennero cancellati lungo la linea del Piave, così come in
montagna, mentre le campagne risultavano incolte e spopolate.
Occupato dalle truppe germaniche, il territorio veneto divenne terreno
delle azioni di guerriglia durante la Resistenza partigiana (Verona
divenne una delle capitali della RSI). Grazie alla resa incondizionata
dell'occupante tedesco il 29 aprile 1945 il Veneto venne infine liberato
dal nazi-fascismo e con l'entrata in vigore il 1º gennaio 1948 della
Costituzione della Repubblica Italiana, nella nuova organizzazione
dello Stato venne prevista la creazione del Veneto come regione a
statuto ordinario. Durante gli anni cinquanta l'attività industriale di
Porto Marghera iniziò a riprendersi dalle devastazioni portate dal
conflitto, fino a raggiungere la massima espansione negli anni sessanta.
6.4 Economia
Il Veneto ha conosciuto una fortissima espansione economica sin dal
secondo dopoguerra, e oggi è sede di importanti attività industriali e
terziarie. Le attività agricole (frumento, mais, frutta, ortaggi) e
zootecniche (Bovini, Suini) sono ancora di rilievo, e sono molto
meccanizzate. Lo sviluppo dell'industrializzazione sul finire
dell'Ottocento, contemporaneamente all'unione del Veneto all'Italia,
richiese un lungo periodo di tempo, una modernizzazione dell'industria
laniera, e lo sviluppo di una classe imprenditoriale. L'industria è
presente soprattutto nelle province occidentali e sulle coste adriatiche;
prevalgono piccole aziende, specializzate nei settori alimentare, tessile,
calzaturiero e del mobile. A Marghera, nella terraferma veneziana, è
ancora attivo il polo chimico industriale di Porto Marghera. Treviso e
provincia sono anche la prima area d'Italia per l'abbigliamento
giovanile, con il gruppo Benetton. Importanti sono anche le attività
bancarie, il commercio e il turismo, nelle località balneari di Jesolo,
Bibione, Eraclea Mare, Sottomarina, nelle località montane di Cortina
d'Ampezzo, Pieve di Cadore, Asiago, nelle città d'arte e sul lago di
Garda. Con la crisi globale di inizio XXI secolo si assiste ad una forte
delocalizzazione dei settori produttivi delle aziende venete
principalmente nei paesi in via di sviluppo; di contro la regione segnala
forti progressi ed investimenti nelle nuove tecnologie, in particolare
nella nanotecnologia.
40
Geo 1: Le regioni italiane
6.5 Popolazione
La popolazione del Veneto non è omogeneamente distribuita. Se la
media pianura vanta le densità maggiori, meno popolati sono la bassa
Veronese e il Polesine. Ancor meno abitate sono le Prealpi e la
montagna, eccetto l'alto Vicentino e la Val Belluna. Il notevole sviluppo
dell'industria a partire dagli anni settanta trasformò il Veneto da terra di
emigrazione a terra di immigrazione. Più che i rientri, molti sono stati
gli immigrati dal Meridione e in seguito dall'estero (Nordafrica, Europa
orientale), il che ha fatto del Veneto la quinta regione per numero di
abitanti e una delle prime per numero di stranieri residenti. La presenza
religiosa in Veneto ha da sempre dato vita a numerose istituzioni ed
edifici di culto, soprattutto nella città lagunare, ma non solo. La figura
di Marco evangelista, legata alla città di Venezia, si dipana in una serie
di tradizioni orali, spesso in contrasto tra loro. Dopo la sua morte ad
Alessandria, le spoglie del santo vengono trafugate da mercanti
veneziani nell'828 a Venezia dove pochi anni dopo verrà dato inizio alla
costruzione della Basilica che ancora oggi ospita le sue reliquie.
Basilica di Sant'Antonio da Padova
Il Veneto ospita anche i resti di un altro evangelista, San Luca, che
riposano (tranne la testa conservata a Praga) nella Basilica di Santa
Giustina a Padova, assieme alle reliquie di San Mattia apostolo. Nella
41
Geo 1: Le regioni italiane
Regione sono parlate, oltre all'italiano e al veneto, almeno altre cinque
lingue: il cimbro, il ladino, il friulano e il tedesco. Oltre a queste,
esistono alcune zone della provincia di Rovigo in cui si parla anche il
dialetto ferrarese.
6.6 Le città
Verona è un comune italiano di 252.065 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia in Veneto. La città scaligera è un'importante
meta turistica, visitata ogni anno da milioni di persone in virtù della sua
ricchezza artistica e architettonica, e per le numerose manifestazioni
internazionali che vi si tengono. La città è stata dichiarata patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO per la sua struttura urbana e per la sua
architettura: la città sorge lungo le rive del fiume Adige, nel punto in
cui questo entra nella pianura Padana e forma un caratteristico doppio
meandro, a una trentina di chilometri a est del lago di Garda. È situata a
59 metri sul livello del mare, ai piedi dell'appendice meridionale dei
monti Lessini: il colle San Pietro.
L'Adige presso il romano ponte Pietra
Anticamente la città era un punto nodale di tutti i sistemi di trasporto
terrestre e acquatico dell'Italia nord-orientale. Al tempo dei Romani,
infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la via Gallica,
la via Claudia Augusta, il vicum Veronensium e la via Postumia.
Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico 42
Geo 1: Le regioni italiane
stradale, ferroviario e autostradale -, al crocevia tra le direttrici che
collegano l'Italia centrale e nord-occidentale con il passo del Brennero.
Padova è un comune italiano di 212.174 abitanti, capoluogo della
provincia omonima in Veneto. È il terzo comune della regione per
popolazione e il più densamente popolato. Nei suoi dintorni si è creata
un'importante conurbazione che secondo il censimento del 2011
raggiungeva i 406.349 residenti. È oggi un ragguardevole centro
economico, uno dei più importanti e grandi centri di trasporti
intermodali, anche fluviali, di tutta Europa e rappresenta attualmente il
più grande interporto del nord Italia. La città di Padova è sede di una
prestigiosa ed antica università fondata nel 1222, vanta numerose
testimonianze di un glorioso passato culturale ed artistico, che la
rendono meta del turismo internazionale. Conserva uno dei più
straordinari e rivoluzionari capolavori dell'arte medievale, la Cappella
degli Scrovegni, affrescata agli inizi del Trecento da Giotto. La
bisbetica domata, commedia di William Shakespeare, è ambientata a
Padova. È universalmente conosciuta anche come la città del Santo,
appellativo con cui viene chiamato a Padova sant'Antonio, il famoso
francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse in città per
alcuni anni e vi morì il 13 giugno 1231. I resti del Santo sono conservati
nella Basilica di Sant'Antonio, importante meta di pellegrinaggio della
cristianità e uno dei monumenti principali cittadini. Nel 1829, Padova
fu la sede del primo Convitto Rabbinico, importante istituzione
dell'ebraismo italiano.
43
Geo 1: Le regioni italiane
7. LIGURIA
La Liguria è una regione italiana di 1.567.339 abitanti,
situata nel Nord-Ovest della penisola e avente come
capoluogo la città di Genova. È bagnata a sud dal Mar
Ligure, a ovest confina con la Francia, a nord con il
Piemonte e con l'Emilia-Romagna e a sud-est con la
Toscana.
Capoluogo
Presidente
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Genova
Claudio Burlando (PD) dal 5/04/2005
5 420 km²
1 567 339[1] (31-12-2011)
289,18 ab./km²
Genova, Imperia, La Spezia,Savona
235
Emilia-Romagna, Piemonte,Provenza-Alpi-Costa
Azzurra(FR-U), Toscana
italiano, ligure, occitano[2]
Liguri
(PPA) 34.019,7 mln €
(PPA) 25.262 €
44
Geo 1: Le regioni italiane
7.1 Territorio
Con i suoi 5.420 km² la Liguria è una delle regioni più piccole d'Italia,
dopo Valle d'Aosta e Molise, ma è una delle più densamente popolate in
quanto ospita oltre 1.600.000 abitanti per una densità di 298 ab/km². La
Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne
ricoprono il 62,6%, appare tuttavia evidente come vi siano notevoli
differenze fra la densità di abitanti dell'entroterra e quella del litorale,
che sfiora i 1000 ab/km2. La regione è compresa tra le Alpi Liguri e
l'Appennino Ligure a nord e il Mar Ligure a sud, con una catena
ininterrotta che costituisce una vera e propria dorsale che si presenta
continua nel suo sviluppo, ma discontinua nella sua morfologia, con
tratti in cui la dorsale alpino/appenninica si presenta estremamente
compatta ed elevata allineando gruppi montuosi molto elevati (alle
spalle di Ventimiglia, una serie di massicci si innalza fino a quote
altimetriche di 2700–3000 m) mentre in altri tratti (ad esempio
nell'entroterra di Savona e di Genova) la barriera montuosa è poco
elevata e profondamente incisa da brevi valli trasversali e da valichi che
non arrivano ai 500 m di altitudine sul livello del mare (Colle di
Cadibona, Passo dei Giovi, Crocetta d'Orero).
Il Mar Ligure, di fronte alla Liguria, è un braccio di Mar Mediterraneo
ed il Golfo di Genova ne costituisce una parte importante, mentre il
secondo golfo più grande è quello della Spezia. Nella parte orientale del
Golfo di Genova si trova il Golfo del Tigullio, da Portofino a Sestri
Levante. Le coste sono in genere alte, rocciose, frastagliate, soprattutto
nella Riviera di levante, mentre a ponente è presente una quasi perfetta
alternanza tra rocce a picco sul mare e spiagge sabbiose. Le coste sono
talvolta interrotte da estuari di piccoli fiumi, spesso a carattere
torrentizio, i quali solcano il territorio perpendicolarmente alla costa sul
fondo di profonde vallate. La Liguria è una terra ricca di bellezze
naturali in cui il connubio tra terra e mare rende particolarmente
eterogenea la varietà di ecosistemi presenti nel suo territorio. Infatti
sono presenti un parco nazionale, nove parchi regionali, tre riserve
naturali e una nazionale ed infine dodici comunità montane con cui la
Liguria protegge pertanto il 12% del suo territorio, per una superficie
complessiva di circa sessantamila ettari.
La Riserva di Bergeggi, 8 ettari, costituita da una piccola isola di roccia
calcarea, l'Isola di Bergeggi. Essa è coperta di macchia mediterranea e
45
Geo 1: Le regioni italiane
ospita una colonia di gabbiani reali. L'area protetta comprende, oltre
all'isola, anche un tratto di costa calcarea includendo una grotta marina
accessibile solo via mare.
La Riserva dell'isola Gallinara, 11 ettari, ospita sul terreno calcareo la
tipica vegetazione della macchia mediterranea e specie floristiche come
la rosa e il fiordaliso della Gallinara, presenti sull'isola Gallinara.
La Riserva di Rio Torsero, composta da 4 ettari, è un deposito
fossilifero. Nelle sue rocce si trovano resti di antichi molluschi. Il
territorio si presenta tipicamente roccioso e calcareo coperto a tratti da
macchia mediterranea.
Nella Riviera Ligure di Levante è presente una riserva naturale in
provincia di Genova. Nei confini territoriali del Parco naturale regionale
dell'Aveto si trova la Riserva naturale Agoraie di sopra e Moggetto a
1.330 metri di altitudine e ubicata presso l'Appennino ligure emiliano.
Estesa per 16 ettari è caratterizzata da quattro laghetti perenni del
gruppo dei laghi delle Agoraie di Sopra. La vegetazione della riserva è
caratterizzata da faggi e abeti, grazie al clima fresco e umido. Qui sono
presenti numerose specie di anfibi come il tritone crestato e la rana
temporaria. Due sono le riserve marine che tutelano i fondali della
Liguria, ubicate nel levante ligure in provincia della Spezia e in
provincia di Genova:
 L'Area marina protetta Cinque Terre, costituita 4.591 ettari di
estensione. La costa è suddivisa in tre zone diverse per grado di
protezione e tutela. Caratteristiche dell'area sono le pareti di roccia a
strapiombo sul mare e fondali rocciosi alternati a zone sabbiose. I
fondali sono popolati da diverse praterie di gorgonie, anemoni e
coralli, invece le aree più sabbiose ospitano la Posidonia oceanica.
 La Riserva di Portofino è estesa per 372 ettari ed è costituita da tre
zone a diverso grado di tutela ambientale. Il tratto di mare protetto è
compreso tra Camogli e la baia di Paraggi, unendo così le due aree
geografiche del Golfo Paradiso e del Golfo del Tigullio. Le scogliere
sommerse ospitano pregiate gorgonie, spugne e corallo rosso, mentre
nelle aree più sabbiose è presente la Posidonia oceanica.
Occorre sottolineare che il Mar Ligure è anche parte del Santuario dei
Cetacei.
46
Geo 1: Le regioni italiane
Riserva delle Cinque terre
7.2 Clima
La Liguria gode di un clima mediterraneo, ma non uniformemente: essa
risente infatti della morfologia accidentata del suo territorio per gran
parte montuoso, aperto su un mare decisamente caldo in rapporto alla
sua latitudine relativamente elevata. I fattori morfologici principali sono
infatti due: la forma ad arco aperto verso mezzogiorno della regione e la
dorsale montuosa che si sviluppa tra il confine francese e quello
toscano.
7.3 Storia
La parola Ligure / Liguria fu assegnata a questo popolo prima dai
Greci, poi dai romani e ha il significato di luogo paludoso o acquitrino.
Il periodo storico più importante per la regione è il basso medioevo.
Esso si sviluppa, a partire dalla prima crociata, attorno alle attività esplorative prima e commerciali poi - delle famiglie e degli alberghi per
lo più genovesi, interessando comunque la vita degli individui di tutto il
territorio regionale. La forza economica della Repubblica marinara si
manifesta con un impero coloniale, con basi politiche fatte da una fitta
rete di accordi politico-commerciali in tutto il Mar Mediterraneo ed il
Mar Nero; dense sono le presenze mercantili liguri da Gibilterra sino
all'Asia centrale, con testimonianze documentate in una miriade di porti
e crocevia commerciali.
47
Geo 1: Le regioni italiane
Sulla terraferma Genova prende gradualmente il controllo della maggior
parte della Liguria. A seguito dell'invasione francese delle truppe di
Napoleone nel 1797, la Repubblica di Genova diventa Repubblica
Ligure e poi viene annessa al territorio francese. Il Congresso di Vienna
decreterà, malgrado i disperati tentativi diplomatici del Senato di
salvare l'indipendenza e malgrado la ferma contrarietà popolare,
l'annessione all'inviso Regno di Sardegna, da sempre in conflitto con il
potere dogale.
7.4 Economia
In linea generale l'economia della Liguria è basata su aspetti particolari
dei tre settori produttivi, generalmente correlati tra loro. Il settore
primario si basa sostanzialmente su un'agricoltura di qualità, con
produzioni specifiche e con garanzie di controllo particolari, ma anche
su attività di allevamento (nell'entroterra) e di pesca lungo le coste.
Nelle Cinque Terre, dove si è sviluppata l'arte di costruzione dei muri a
secco, grazie ai quali si è costituito il tipico terrazzamento ligure, base
delle coltivazioni rivierasche. Si producono frutta, olive, e soprattutto
fiori. La coltivazione floreale (più sviluppata nella Riviera di Ponente)
corrisponde a circa metà dell'intera produzione nazionale; a questo si
deve il fatto che l'A10 sia stata battezzata "Autostrada dei fiori".
L'agricoltura prevede per la maggior parte una produzione ortofrutticola
(tradizionale), olivicoltura (specie nelle zone di Leivi, Lavagna e Sestri
Levante) e alberi da frutta (limoni, pesche, albicocche) e viticoltura
(Moscato bianco, il Ciliegiolo, la Bianchetta Genovese e Vermentino).
La maggior parte di produzione vinicola si concentra nella provincia
spezzina dove i principali vitigni sono sangiovese, ciliegiolo e canaiolo
per le uve nere, bosco, albarola, trebbiano e vermentino per le uve
bianche.
Significativo è l'esempio che fornisce il distretto della Val di Vara, in
cui si è potenziata la pratica di agricoltura biologica, fino a divenire la
quasi totalità della produzione locale, tanto da conferire l'appellativo di
"Valle del Biologico". Qui è molto fiorente la zootecnica, allevamento
bovino al pascolo sia da carne che da latte. Unica in tutta la Liguria per
espansione è la piana di Albenga, diventata il punto di maggiore
produzione agricola. Famosa nei secoli passati per la produzione della
canapa troviamo come maggiori e più tipiche produzioni il basilico, il
48
Geo 1: Le regioni italiane
cuor di bue, l'asparago violetto, il carciofo e le trombette. Oltre a questi
la piana di Albenga produce molte aromatiche in vaso, insieme a
coltivazioni floreali quali ciclamini, stella di Natale e Margherita.
L'industria ligure è generalmente associata ai grandi poli produttivi che
sorgono nelle periferie dei maggiori centri urbani come i capoluoghi di
provincia. Questo aspetto ha senz'altro contribuito allo sviluppo
dall'attività degli importanti porti di Genova, La Spezia e Savona, che
hanno dato impulso al commercio marittimo, all'attività cantieristica
navale e anche al turismo. L'importazione di materie prime attraverso i
porti ha sviluppato quindi l'industria siderurgica, petrolchimica, chimica
e metalmeccanica.
In Liguria hanno sede alcuni tra i più importanti centri produttivi
industriali nazionali soprattutto nel settore della meccanica e della
cantieristica. Tra i principali vi sono:
 Finmeccanica: Ansaldo a Genova e Oto Melara a La Spezia
 Fincantieri: Cantiere navale del Muggiano (SP), Cantiere navale di
Riva Trigoso e Cantiere navale di Sestri Ponente (GE)
 Termomeccanica a La Spezia.
I cantieri navali Fincantieri di Riva Trigoso
Naturalmente alla presenza di tali centri produttivi consegue una
miriade di attività imprenditoriali ed artigianali dell'indotto cantieristico
49
Geo 1: Le regioni italiane
e meccanico. I settori industriali ad alta tecnologia sono una delle poche
realtà emergenti dell'economia della regione. In tal senso è stato
costituito alla Spezia il distretto nautico, una realtà settoriale in
espansione, che ha visto la necessità di aggregare in un unico distretto
le realtà produttive in materia di nautica da diporto.
Nei comuni montani, maggiormente in Val Fontanabuona, è molto
fiorente e redditizia l'estrazione e la lavorazione dell'ardesia, chiamata
la pietra nera, esportando prodotti (tra i più richiesti i biliardi) in tutta
Italia ed in Europa conquistando quasi interamente il settore ardesiaco.
Altre attività presenti nelle vallate genovesi sono dedite alle lavorazioni
della plastica, del legno e della carta. Ad Albissola Marina e Albisola
Superiore, caratteristica e tipica è la lavorazione della ceramica, dove
piccole e medie attività locali adempiono alla produzione e alla
commercializzazione.
Il turismo è una delle attività economicamente più rilevanti per la
Liguria. Il clima mite, i paesaggi rinomati come Portofino, le Cinque
Terre o Porto Venere, la diversificazione delle offerte e la qualità dei
servizi attirano turisti sia dall'Italia che dall'estero. La maggior parte dei
flussi turistici avvengono nella stagione estiva, in cui è possibile
usufruire e godere degli innumerevoli chilometri di spiagge e di servizi
balneari. Il turismo di massa (che fa sì che in estate la regione arrivi a
triplicare la propria popolazione) ha causato notevoli danni ambientali,
come la cementificazione delle coste (fenomeno noto in Liguria come
rapallizzazione, da Rapallo, uno dei luoghi turistici tradizionali).
Tuttavia in Liguria è possibile trovare, oltre al classico turismo
stagionale, proposte tra le più disparate, come il pescaturismo o
l'agriturismo, ovvero forme di soggiorno in cui è possibile contribuire
all'attività di pesca o agricola insieme a gente del mestiere.
7.5 Popolazione
La popolazione ligure è concentrata principalmente nei medi e grandi
centri costieri, distribuiti su entrambe le riviere. Una buona parte della
popolazione, però, vive in medi e piccoli comuni dell'entroterra. Questa
regione si caratterizza per l'assenza di vaste vallate che favoriscano
l'insediamento. I centri si arroccano su colline e montagne e
mediamente hanno poche centinaia di abitanti. Densità maggiori si
hanno invece nelle due vallate che dal mare arrivano rispettivamente a
50
Geo 1: Le regioni italiane
Ronco Scrivia e a Cairo Montenotte. Caratteristica di questa regione è
la lingua ligure, parlata anche nelle regioni confinanti (Piemonte,
Emilia-Romagna) e nell'Isola di San Pietro (Carloforte e Calasetta) in
Sardegna e Corsica (Bonifacio). La lingua ligure, è ancora molto
utilizzata, grazie alla "ridiffusione" degli ultimi anni, attuata ad esempio
dal cantante Fabrizio De André.
7.6 Le città
Genova è un comune italiano di 604.848 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della regione Liguria. È il sesto comune
italiano per popolazione, terzo del Nord Italia, e fa parte del triangolo
industriale Milano-Torino-Genova. La città genovese è una delle 15
città metropolitane italiane, il cui agglomerato urbano conta più di
800.000 abitanti. Affacciata sul Mar Ligure, la sua storia è legata alla
marineria e al commercio. È nota, tra l'altro, per aver dato i natali a
Cristoforo Colombo, a Giuseppe Mazzini e a Goffredo Mameli. Il suo
porto è il più importante d'Italia. Simbolo "fisico" della città è il suo
faro, situato a fianco del porto antico e conosciuto come la Lanterna,
mentre viene tradizionalmente rappresentata dalla Croce di San Giorgio,
negli stemmi sorretta da due grifoni. Per oltre otto secoli capitale
dell'omonima repubblica, Genova è stata citata con gli appellativi di La
Superba, La Dominante, La Dominante dei mari e La Repubblica dei
Magnifici. È stata sede dell'Expo '92, del controverso summit del G8
del 2001 e nel 2004 è stata Capitale europea della cultura. Nel suo
centro storico, numerosi palazzi, nel loro complesso denominati Palazzi
dei Rolli, sono stati dichiarati Patrimonio mondiale dell'umanità
dall'UNESCO. Nel Palazzo San Giorgio risiedeva il Banco di San
Giorgio, la più antica banca al mondo. Oggi, pur mantenendo viva la
sua tradizione industriale, è un affermato centro turistico, culturale,
scientifico, musicale e universitario. Il capoluogo ligure è inoltre
conosciuto anche nei campi della ricerca scientifica e della tecnologia
con noti poli di eccellenza, in quelli dell'editoria, delle
telecomunicazioni, dello sport (Genova ha dato i natali al Genoa, che è
la più antica squadra di calcio italiana ancora esistente, e alla
Sampdoria).
51
Geo 1: Le regioni italiane
8. EMILIA ROMAGNA
L'Emilia-Romagna è una regione dell'Italia nord-orientale di 4 354 450
abitanti, con capoluogo Bologna. È bagnata a est dal Mar
Adriatico, confina a nord con il Veneto e la Lombardia, a
ovest con il e la Liguria, a sud con la Toscana, le Marche
nonché la Repubblica di San Marino. Essa è composta
dall'unione di due regioni storiche: l'Emilia, che
comprende le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena,
Ferrara e la maggior parte della provincia di Bologna, e la Romagna,
che comprende le province di Ravenna, Rimini, Forlì - Cesena e i
comuni della provincia di Bologna situati a est del torrente Sillaro.
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Nome abitanti
Bologna
Vasco Errani (PD) dal 1999
211 m s.l.m.
22 447 km²
4 379 348[3] (31-01-2013)
195,1 ab./km²
9
348
emiliani e romagnoli
52
Geo 1: Le regioni italiane
PIL
PIL procapite
(PPA) 106.791,9 mln €
(PPA) 31.900 €
8.1 Territorio
Il territorio della regione è diviso in due parti aventi estensioni
pressoché equivalenti: la parte settentrionale (47,8% della superficie
complessiva) è pianeggiante, mentre le colline (27,1% del territorio) e
le montagne (25,1%) si trovano nella fascia meridionale della regione.
La parte piana della regione, compresa tra la linea pedemontana e il Po,
si allarga progressivamente da ovest verso est. Invece la zona
montuosa-collinare conserva per tutto il suo sviluppo una larghezza
quasi costante. Le maggiori altitudini si trovano nel settore centrale, che
culmina nel Monte Cimone. La pianura è il risultato dei depositi
alluvionali portati dal Po e dai fiumi appenninici. Nell'alta pianura si
sono depositati i materiali più grossolani ghiaia, sabbia e pertanto il
suolo risulta molto permeabile. Nella bassa pianura i depositi sono più
minuti e perciò meno permeabili. Nella parte orientale, rivolta
all'Adriatico, si passa da un settore interno di terre già da tempo
rassodate e messe a coltura alle vaste aree di recente bonifica idraulica.
La grande pianura si affaccia al mare con una costa unita e assai
uniforme, gli ampi arenili e il mare poco profondo si prestano assai
bene all'intensa attività turistica balneare.
Il reticolo idrografico è costituito, nella metà occidentale della regione,
da una serie di corsi d'acqua, ad andamento più o meno parallelo, che
percorrono le valli e che poi si diramano nella bassa pianura fino a
sfociare nel fiume Po; nella parte orientale, a cominciare dal Reno, i
fiumi si gettano direttamente nell'Adriatico. A parte il Po, tutti i corsi
d'acqua della regione hanno portate irregolari con andamento
torrentizio. È notevole la rete di canali di derivazione che prelevano le
acque dal Po per l'irrigazione. Si ha pertanto una “bassa” irrigua,
dedicata all'allevamento per la produzione di latte e formaggio
(Parmigiano-Reggiano e Grana Padano); poi le "valli" bonificate, in
buona parte investite a cereali; quindi la pianura non irrigata, coltivata a
frutticoltura specializzata (Cesena), e le colline adibite a vigneto o a
coltura promiscua; infine i prati, i pascoli e i boschi dell'alta collina e
della montagna. Tra i fiumi presenti nel territorio troviamo: il Po,
l'Enza, il Panaro, il Parma, il Reno, il Savio, il Secchia, il Taro, il
53
Geo 1: Le regioni italiane
Trebbia, Arda, Baganza, Bidente, Ceno, Conca, Cròstolo, Diversivo del
Volano, etc. Nel territorio dell'Emilia-Romagna ricadono due parchi
nazionali, entrambi condivisi con la Toscana: il Parco nazionale delle
Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il Parco nazionale
dell'Appennino Tosco-Emiliano. Nel territorio della regione ricadono
inoltre 14 parchi regionali nonché numerose altre aree naturali protette.
L'amministrazione della regione vanta da vent'anni una rigorosa politica
di sostenibilità dello sviluppo. Per contro critici autorevoli obiettano che
l'assoluta libertà lasciata ai comuni nella dilatazione delle aree urbane è
un fenomeno che sta drasticamente contraendo i terreni più fertili della
pianura padana. La vegetazione spontanea è stata pesantemente ridotta
dall'intervento umano particolarmente in pianura. Sopravvivono però
alcune aree boschive rilevanti come il Bosco di Mesola, ora riserva
naturale, e la pineta in provincia di Ravenna. Anche la fauna è stata
molto impoverita dalle modificazioni dell'ambiente operate
dall'uomo.Nei campi agricoli sono presenti lepri, ricci, fagiani e tanti
altri animali, mentre nelle zone umide (specialmente nel Delta del Po)
troviamo numerosi aironi, anatre e anche le nutrie. Nei boschi
dell'Appennino vivono volpi, cervi, tassi, caprioli, lupi, scoiattoli. La
vegetazione presente negli ambienti costieri dell’Emilia Romagna è
caratterizzata da specie vegetali psammofile e specie alofile.
8.2 Clima
Il clima dell'Emilia-Romagna è di tipo prevalentemente subcontinentale tendente al sublitoraneo e dunque al mediterraneo solo
lungo la fascia costiera. L'Adriatico infatti è un mare troppo ristretto per
influire significativamente sulle condizioni termiche della regione.
Caratteristiche di base di questo clima sono il forte divario di
temperatura fra l'estate e l'inverno, con estati molto calde e afose, e
inverni freddi e prolungati. L'autunno è molto umido, nebbioso e fresco
fino alla metà di novembre; con il procedere della stagione le
temperature scendono, fino a poter divenire freddo ed avere
caratteristiche prettamente invernali. La primavera rappresenta la
stagione di transizione per eccellenza, ma nel complesso risulta mite.
54
Geo 1: Le regioni italiane
Parco nazionale Appennino tosco-emiliano
8.3 Storia
Nel 2010, durante i lavori per la costruzione del nuovo carcere di Forlì,
è stata trovata la più grande necropoli preistorica della regione, risalente
a 4.000 anni fa, il che dimostra che già l'area era stabilmente abitata a
tale epoca. L'Emilia-Romagna comprende due regioni storiche ben
distinte: l'Emilia e la Romagna. L'Emilia prende il nome dall'antica Via
Emilia, la strada fatta costruire dal console romano Marco Emilio
Lepido per collegare Ariminum a Placentia. Romagna, in latino
Romània, è il termine con cui era chiamata la zona circostante l'antica
Pentapoli bizantina di Ravenna, Forlì, Forlimpopoli, Classe e Cesarea
(antica città oggi non più esistente). Le principali entità statali storiche
che hanno caratterizzato il territorio della regione sono il Ducato di
Parma e Piacenza, il Ducato di Modena e Reggio e il Ducato di Ferrara,
poi confluito nello Stato Pontificio.
8.4 Economia
L'Emilia-Romagna è considerata una delle regioni più ricche d'Europa,
con tassi d'occupazione che superano il 70% (80% a Modena e Reggio
Emilia); il tasso di disoccupazione della regione (3,4%) corrisponde ad
un regime di piena occupazione. Questo ha favorito negli ultimi anni un
enorme arrivo di immigrati nelle città, che in tre province (Reggio
55
Geo 1: Le regioni italiane
Emilia, Piacenza, Modena) ha portato l'incidenza di immigrati sulla
popolazione totale intorno al 10%. Bologna e Modena sono risultate
rispettivamente la terza e la quarta città più ricche d'Italia, dietro solo a
Milano e Biella. Nel settore primario, la regione può contare su un forte
sviluppo su tutta la Pianura Padana e in Romagna. Sono molti i prodotti
DOP e IGP coltivati in regione, ed è diffuso l'allevamento di bovini e
suini. L'Emilia-Romagna, condividendo il territorio della Pianura
Padana, è una regione; questo è il frutto di lavori di bonifica cominciati
in epoche anche remote; la rete d'irrigazione e canalizzazione è
efficiente e non per caso alcune delle più grandi aziende di macchinari
agricoli, come la Goldoni e la Landini, hanno sede qui. Le colture
tipiche sono cerealicole (grano e mais soprattutto), fruttifere (la prima
produttrice italiana di pesche e pere e anche con mele, albicocche,
susine e ciliegie), ortofrutticole (ai primi posti in Italia ed Europa per
produzione di insalate, finocchio, pomodori, lattuga, rapa, ravanello,
carote, patate, zucchine, zucche, peperoni, cetrioli e molti altri) e
vinicole anche fino a 800 metri in collina; da ricordare il primato
nazionale nella produzione di barbabietola da zucchero. Le maggiori
aziende alimentari hanno sede in Emilia.
Anche il settore secondario è molto sviluppato: a Parma sono presenti
numerosissime industrie alimentari di dimensioni mondiali come
Barilla e Parmalat, a Modena, Reggio Emilia e Bologna sono molto
diffuse le industrie meccaniche con nomi illustri come ad esempio:
Ducati, Ferrari, Italjet, Moto Morini e Lamborghini. La regione si
dimostra quindi presente in ogni settore produttivo, dal chimico di
Ravenna al meccanico dell'Emilia centrale, dal tessile all'elettronico
passando per il ceramico, biomedicale ed editoriale (Panini) della zona
modenese per arrivare al settore logistico di Piacenza. Il settore terziario
è anch'esso sviluppato; la Riviera romagnola è centro d'attrazione
turistica sia d'estate per la ricca ed organizzatissima ricettività (più di
5000 alberghi) che negli altri periodi dell'anno per i numerosi locali
d'intrattenimento giovanile; si stima che durante un anno siano circa 10
milioni di turisti che la popolano; italiani e moltissimi stranieri
soprattutto dalla Germania e dai Paesi Bassi. La regione è il nodo
commerciale più importante del paese, Bologna è un nodo ferroviario di
primaria importanza nel Nord e la sua stazione merci è la più grande
d'Italia come volume di traffico.
56
Geo 1: Le regioni italiane
8.5 Popolazione
Emilia-Romagna è la seconda regione col maggior numero di città ai
primi posti in Italia per popolazione, con 9 città che contano oltre
100.000 abitanti, 7 città fra le 30 più popolate in Italia, e 10 fra le prime
50. Segue un elenco delle dieci città principali dell'Emilia-Romagna
ordinate per numero di abitanti:
8.6 Le città
Bologna è un comune italiano di 380.635 abitanti, capoluogo della
regione Emilia-Romagna. È il settimo comune italiano per popolazione
ed è il cuore di un'area metropolitana di circa 1.000.000 di abitanti.
Antichissima città universitaria, ospita numerosissimi studenti che
animano la sua vita culturale e sociale. Nota per le sue torri ed i suoi
lunghi portici, possiede un ben conservato centro storico (fra i più estesi
d'Italia), in virtù di un'attenta politica di restauro e conservazione.
La città è sempre stata un importante centro urbano, prima sotto gli
Etruschi (Velzna/Felsina) ed i Celti (Bona), poi sotto i Romani
(Bononia), poi ancora nel Medioevo Bo-lan-yah (pronuncia dialettale
che in ebraico significa: "In essa alloggia Yahweh"), come libero
comune (per un secolo è stata la quinta città europea per popolazione).
La sua importanza artistica e monumentale è basata su un insieme
omogeneo di monumenti ed emergenze architettoniche (le torri
medievali, i palazzi d'epoca, le chiese, la struttura del centro storico) ed
opere d'arte frutto di una storia architettonica ed artistica di prim'ordine.
Bologna è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie
del nord Italia, in un'area in cui risiedono importanti industrie
meccaniche, elettroniche e alimentari. Bologna è la città dei portici:
oltre 38 km nel solo centro storico. Li si trova in quasi tutte le vie del
centro e la loro origine è in parte da attribuirsi alla forte espansione che
ebbe la città nel tardo Medioevo, quando la città e la fiorente università
divennero un polo ambito per studiosi e letterati di tutta l'Europa, ma
anche per la popolazione proveniente dalla campagna.
57
Geo 1: Le regioni italiane
9. TOSCANA
La Toscana è una regione italiana di 3.745.786 abitanti,
situata nell'Italia centrale, con capoluogo Firenze.
Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'EmiliaRomagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il
Lazio. Ad ovest è bagnata dal Mar Ligure; il Mar Tirreno
bagna invece il tratto costiero meridionale. La Toscana
amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola
exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna.
58
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni confinanti
Nome abitanti
PIL procapite
Firenze
Enrico Rossi (PD) dal 2010
279[2] m s.l.m.
22 994 km²
3 745 786 (31-03-2010)
162,9 ab./km²
10
287
Emilia-Romagna, Lazio,Liguria, Marche, Umbria
Toscani
(PPA) 28.400 €
9.1 Territorio
Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende
alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci
montuosi (il 25,1% della regione).
Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagli Appennini ma il
territorio è prevalentemente collinare. La vetta più alta della regione è il
monte Prado (2.054 m), nell'appennino Tosco-Emiliano in Garfagnana,
sul confine con l'Emilia Romagna. Nella regione si trovano altri rilievi
montuosi degni di nota al di fuori della dorsale appenninica: le Alpi
Apuane a nord-ovest, il Monte Pisano tra Pisa e Lucca, la Montagna
pistoiese a nord di Pistoia, i Monti della Calvana a nord di Prato, i
Monti del Chianti, il Casentino dal Valdarno, l'Alpe di Catenaia, le
Colline Metallifere a sud-ovest e i massicci del Monte Amiata e del
Monte Cetona a sud-est, il monte Falterona, dove nasce il fiume Arno e
il monte Fumaiolo dove nasce il Tevere. Tra i sistemi collinari, nella
parte centrale della regione ritroviamo, da ovest a est, le Colline
livornesi, le Colline pisane, le Balze di Volterra, il Montalbano, le
colline del Chianti e i rilievi collinari della Valtiberina.
59
Geo 1: Le regioni italiane
Le Balze di Volterra, tra la Val di Cecina e la Valdera
In Toscana si trovano aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera sia
nell'entroterra. Il litorale comprende le pianure della Versilia, l'ultimo
tratto del Valdarno Inferiore (che si apre nella Piana di Pisa) e la
Maremma (la pianura più estesa), mentre nell'entroterra la pianura
principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso
dell'omonimo fiume, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa.
La Toscana, bagnata dal Mar Ligure nella parte centro-settentrionale e
dal Mar Tirreno in quella meridionale, si caratterizza per un litorale
continentale molto diversificato nelle sue caratteristiche. Nel
complesso, le coste continentali si presentano basse e sabbiose, fatta
eccezione per alcuni promontori.
L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni
isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti,
in gran parte tutelati dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dal Mar Ligure, a est
dal Canale di Piombino, a sud dal Mar Tirreno e a ovest dal Canale di
Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste
più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette. A nord
dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nel Canale di Corsica, e
l'Isola di Gorgona nel Mar Ligure, entrambe con coste frastagliate. A
sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente
60
Geo 1: Le regioni italiane
pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che
scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta
eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste
prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per
la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur
presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e
dislivelli leggerissimi. Tra le isole minori, le secche e gli scogli
affioranti, vi sono le isole di Cerboli, di Palmaiola, le Formiche di
Grosseto, la Formica di Burano, lo Scoglio d'Affrica o Formica di
Montecristo, le Secche della Meloria e le Secche di Vada.
9.2 Clima
Dal punto di vista climatico, la Toscana presenta caratteristiche diverse
da zona a zona. Le temperature medie annue tendono a diminuire man
mano che si procede verso l'interno e verso nord; nelle pianure e nelle
vallate interne (medio Valdarno e Val di Chiana) si raggiungono i valori
massimi estivi, che spesso si avvicinano e toccano i 40 °C e si
contrappongono a minime invernali piuttosto rigide, talvolta anche di
alcuni gradi sotto zero.
La costa dell'Argentario
61
Geo 1: Le regioni italiane
9.3 Storia
Dopo la caduta dell'Impero Romano la regione passò attraverso le
dominazioni ostrogota e bizantina, prima di divenire oggetto di
conquista da parte dei Longobardi (569), che la eressero a ducato con
sede a Lucca (Ducato di Tuscia). Con la caduta dei Longobardi per
opera di Carlo Magno, il ducato divenne contea e successivamente
marchesato di Lucca (Marca di Tuscia). Nell'XI secolo Pisa divenne la
città più potente e importante della Toscana, con l'estensione del
dominio della Repubblica Marinara a quasi tutta la Toscana tirrenica,
alle isole dell'Arcipelago Toscano e alla Sardegna e Corsica.
Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la
Toscana, ed in particolare la città di Firenze, diedero un determinante
contributo al Rinascimento Italiano. Divenuta entità politicamente
autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si frammentò anch'essa in
una miriade di stati tra i quali la Repubblica di Firenze e la Repubblica
di Siena erano le più importanti. La fioritura dei commerci portò in
alcune città della regione alla nascita delle banche (Firenze e Siena in
primis). In questo periodo la Toscana diede anche i natali a personaggi
illustri come Dante, Petrarca e Boccaccio. Durante il XV secolo salì al
potere la famiglia Medici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si
era arricchita con le banche ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle
istituzioni repubblicane a partire dalla metà del Quattrocento, con
Cosimo il Vecchio. A partire da Lorenzo il Magnifico il potere mediceo
si consolidò e la famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana
ininterrottamente fino al 1737. Nel 1860 fu celebrato un plebiscito, che
confermò l'unione della Toscana alla monarchia costituzionale di
Vittorio Emanuele II. La Toscana fu così annessa al Regno di Sardegna
e quindi al nascente Regno d'Italia. In attesa del trasferimento della
capitale a Roma, cosa che avvenne dopo la conquista savoiarda della
città nel 1870, Firenze ospitò il governo della nazione per cinque anni.
Durante la Resistenza la Toscana fu teatro di una feroce e violenta
guerra tra le brigate partigiane, appoggiate da buona parte della
popolazione e l'esercito tedesco appoggiato dalle squadre fasciste.
9.4 Economia
L'economia della regione si basa prevalentemente sul settore terziario,
alimentato principalmente dal turismo. Gli arrivi turistici nel 2007 sono
62
Geo 1: Le regioni italiane
stati di 5.542.937 italiani e 5.885.545 stranieri. Tuttavia, in Toscana vi
sono numerosi distretti industriali sparsi nel territorio, che incidono
profondamente sull'economia a scala locale. Anche l'agricoltura e
l'allevamento, grazie ai prodotti di qualità, rivestono notevole
importanza, pur creando un numero marginale di posti di lavoro rispetto
agli altri settori. L'agricoltura e l'allevamento rivestono ancora oggi una
notevole importanza, vista la qualità dei prodotti forniti.
Nelle aree montane, l'agricoltura si contraddistingue per marginalità
produttiva caratterizzata dalla raccolta di funghi, castagne e tartufi. La
collina si caratterizza essenzialmente per oliveti e vigneti. Per i vini si
segnala l'importanza mondiale dei vini toscani. La bassa collina e anche
la pianura si caratterizzano per vivaismo (provincia di Pistoia),
orticoltura, colture cerealicolo-foraggere, girasoli, mais, barbabietole e
zafferano (province di Siena, Grosseto e Firenze). Famosissimo in tutto
il mondo è il sigaro toscano, prodotto con foglie di tabacco di tipo
kentucky coltivate in Val di Chiana e nella Valtiberina toscana.
Cavalli maremmani allo stato brado nella prateria maremmana
L'allevamento e la zootecnia si fondano principalmente sulle razze
autoctone bovine e suine che forniscono carni molto pregiate. Tra i
bovini spiccano le razze chianina, maremmana, calvanina e garfagnina,
tutte allevate allo stato brado, caratteristica che ha fatto sì che le loro
carni fossero molto ricercate anche durante gli anni della crisi del
settore dovuta alla BSE (patologia mai riscontrata nelle razze autoctone
63
Geo 1: Le regioni italiane
toscane). Tra i suini spicca su tutti la pregiatissima razza di Cinta senese
allevata allo stato brado e semibrado in varie zone delle province di
Siena e Firenze e nell'area delle Colline Metallifere. I cavalli autoctoni
più diffusi a livello regionale sono il maremmano e il bardigiano che
vengono allevati per manifestazioni turistiche e sportive. Il commercio
e il settore terziario rappresentano per la regione una delle principali
fonti dell'economia, essendo fonte di occupazione per circa 2/3 dei
residenti. Oltre al modello di commercio tradizionale toscano (basato
sulla piccola o media impresa spesso a conduzione familiare e su fiere e
mercati locali), rivestono notevole importanza sia il turismo sia i servizi
(banche e assicurazioni). Il turismo rappresenta una delle principali
risorse economiche della Toscana. Oltre il 40% del flusso si riversa
verso le località balneari e tra le principali ricordiamo Viareggio,
Castiglione della Pescaia e la Versilia; un emblematico esempio è
rappresentato della Maremma grossetana che nei mesi estivi decuplica il
numero dei residenti. Un'altra rilevante percentuale è data dai visitatori
alle città d'arte e ai centri artistici minori, con Firenze che supera i 10\11
milioni di presenze all'anno. Negli ultimi anni si è molto sviluppato
anche il turismo rurale che si affianca a quello termale (Chianciano
Terme, Montecatini Terme, Saturnia) e a quello montano sia estivo che
invernale (piste da sci all'Abetine e sul Monte Amiata).
9.5 Popolazione
La Toscana conta più di 3 milioni e mezzo di abitanti che rappresentano
circa il 6% della popolazione italiana, con una densità di circa 155
abitanti per km² che risulta inferiore rispetto alla media nazionale. Poco
più del 10% della popolazione toscana risiede nel capoluogo regionale e
circa un terzo del totale regionale nell'area metropolitana Firenze-PratoPistoia. Dagli anni settanta in poi la Toscana ha visto una continua
diminuzione dei tassi di natalità. Tuttavia, la popolazione totale
regionale si è mantenuta piuttosto stabile fino alla fine degli anni
novanta, quando è iniziato a verificarsi un aumento piuttosto deciso.
Tutto ciò è stato possibile grazie all'immigrazione da altre regioni
italiane (soprattutto quelle meridionali) e da paesi stranieri.
64
Geo 1: Le regioni italiane
9.6 Le città
Il capoluogo regionale è Firenze; le altre città capoluogo di provincia
sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e
Siena.
Firenze è un comune italiano di 366.039 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della Toscana. È l'ottavo comune italiano per
popolazione e il primo della regione toscana. La città di Firenze è il
cuore della conurbazione Firenze - Prato - Pistoia, che conta oltre
1.500.000 abitanti. Nel Medioevo è stato un importante centro culturale,
commerciale, economico e finanziario; nell'età moderna ha ricoperto il
ruolo di capitale del Granducato di Toscana sotto il dominio delle
famiglie dei Medici e dei Lorena. Fu capitale d'Italia dal 1865 al 1871,
dopo l'unificazione del Paese (1861). Importante centro universitario e
patrimonio dell'umanità UNESCO, è universalmente riconosciuta come
una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonché rinomata come una
delle più belle città del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e
musei - tra cui il Duomo, Santa Croce, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza
della Signoria e Palazzo Pitti. Firenze si trova in una posizione
scenografica, al centro di un'ampia conca ad anfiteatro all'estremità sudorientale della piana di Firenze-Prato-Pistoia, circondata su tre lati dalle
incantevoli colline argillose di Cercina, dalle colline di Fiesole (a nordest), di Settignano (a est), e di Arcetri, Poggio Imperiale e Bellosguardo
(a sud). La piana dove sorge la città è attraversata dall'Arno (la città
stessa divide il suo corso fra Valdarno superiore e Valdarno inferiore).
Firenze, con i propri artisti, pensatori, letterati, scienziati di fama
mondiale (basti pensare a Leonardo da Vinci che qui creò i suoi
capolavori come per esempio la Gioconda, Michelangelo, Raffaello,
Sandro Botticelli, Niccolò Machiavelli, Filippo Brunelleschi, Galileo tra
i tanti) beneficiò sotto tutti gli aspetti, materialmente e spiritualmente,
di questo grande cambiamento sociale e divenne uno dei luoghi
catalizzatori di quella corrente di pensiero, costituendo uno dei più
importanti centri di rinascita della cultura mondiale.
65
Geo 1: Le regioni italiane
Palazzo vecchio, simbolo di Firenze e della Toscana
66
Geo 1: Le regioni italiane
10.UMBRIA
L'Umbria è una regione dell'Italia centrale di 910.285
abitanti posta nel cuore della penisola. Con una superficie
di 8.456 km², è l'unica regione non situata ai confini
terrestri o marittimi della nazione ed anche l'unica
regione dell'Italia peninsulare non bagnata dal mare. Il
capoluogo regionale è Perugia. La regione confina ad est
ed a nord-est con le Marche, ad ovest e nord-ovest con la
Toscana ed a sud e sud-ovest con il Lazio. Inoltre, la
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Geo 1: Le regioni italiane
regione ricomprende una exclave che confinante con le Marche,
appartenente al comune di Città di Castello.
Capoluogo
Perugia
Presidente
Catiuscia Marini (PD) dal 2010
Data di istituzione
1970
Altitudine
493 m s.l.m.
Superficie
8 456 km²
Abitanti
910 285[1] (30-06-2012)
Densità
107,65 ab./km²
Province
Perugia, Terni
Comuni
92
Regioni confinanti
Lazio, Marche, Toscana
Nome abitanti
Umbri
PIL
(PPA) 16.643,8 mln €
PIL procapite
(PPA) 23.368 €
10.1 Territorio
L'Umbria è caratterizzata da dolci e verdi colline e da città ed
insediamenti ricchi di storia e tradizioni. La regione offre una grande
varietà di caratteri geomorfologici e paesaggistici attraverso il
susseguirsi di vallate, catene montuose, altipiani e pianure, che
costituiscono la caratteristica geografica dominante. Il territorio è
prevalentemente collinare (per il 71%) e montuoso (29%).
10.2 Clima
Il clima della regione è molto vario a causa delle differenze di
altitudine. In pianura e collina è di tipo sublitoraneo o temperato
mediterraneo d'altitudine, con siccità estiva, mentre nelle zone di
montagna è di tipo temperato subcontinentale e, sulle quote più elevate,
temperato fresco, con precipitazioni spesso notevoli soprattutto in
primavera ed autunno.
10.3 Storia
L'Umbria venne abitata in epoca protostorica dagli Umbri e dagli
Etruschi. Nel 672 a.C. viene fissata la leggendaria fondazione di Terni.
68
Geo 1: Le regioni italiane
Nel 295 a.C. dopo la battaglia di Sentino fu conquistata dai Romani,
che vi stanziarono alcune colonie e ne attraversarono il territorio con la
via Flaminia (220 a.C.). Il territorio della regione, dopo la fine
dell'impero romano vide le lotte tra Ostrogoti e Bizantini e la
fondazione nella parte orientale della regione del longobardo ducato di
Spoleto (indipendente tra il 571 e la metà del XIII secolo). Carlo Magno
conquistò la maggior parte dei domini longobardi e li cedette al Papa.
Le città conquistarono una certa autonomia e furono spesso in guerra tra
loro, inserendosi nel più generale conflitto tra papato e impero e tra
Guelfi e Ghibellini. Nel XIV secolo nacquero diverse signorie locali che
furono quindi assorbite dallo Stato Pontificio, sotto cui la regione
rimase fino alla fine del XVIII secolo. Con le vicende successive alla
Rivoluzione francese fece parte della Repubblica romana (1789-1799) e
dell'Impero napoleonico (1809-1814). Nel 1860 a seguito dei moti
risorgimentali la regione entrò a far parte del Regno d'Italia.
10.4 Economia
L'economia dell'Umbria si può suddividere, al pari di tutte le altre, nei
tradizionali tre settori economici: agricoltura, industria e artigianato,
turismo e servizi. Sebbene occupi solo il 2,7 % della popolazione attiva,
l'agricoltura possiede comunque un posto di rilievo nell'economia e
nella società umbra. Le colture principali sono la vite, l'olio, il frumento
e, soprattutto, il tabacco ma, tra le fonti principali di reddito, va
annoverato anche il tartufo nero (Norcia e Spoleto), della cui
produzione l'Umbria si colloca ai primissimi posti in Italia. La
vitivinicoltura, sia per la qualità sia per la quantità, è conosciuta e
apprezzata a livello internazionale.
La coltura dell'olivo in particolare ha tradizioni risalenti al periodo
etrusco. L'ottima qualità dell'olio umbro è determinata sia dal clima
mite, che consente una lenta maturazione del frutto, sia dal momento
della raccolta delle olive che, con una semplice spremitura, permette di
avere il massimo fruttato. La coltivazione del tabacco, introdotta in
regione all'inizio del secolo scorso, ha portato l'Umbria ad essere il
maggiore produttore in Italia insieme alla Campania. L'agricoltura è
praticata con metodi tradizionali, quindi si privilegiano colture
specializzate tabacco, girasoli, barbabietola da zucchero, cereali e
soprattutto oliveti e vigneti che permettono la produzione di olio e vino.
69
Geo 1: Le regioni italiane
Gli insediamenti industriali siderurgici, metalmeccanici e chimici sono
concentrati nella provincia di Terni, sviluppatisi nel corso del XIX
secolo. Le industrie meccaniche, aeronautiche, ferroviarie e per la
produzione di macchine utensili, cuscinetti, motori elettrici ed impianti
di vario genere sono concentrati nell'area di Foligno; nel il polo di Città
di Castello - San Giustino quelle per la produzione di macchine ed
attrezzature per l'agricoltura. L'industria tessile, delle pelli,
dell'abbigliamento e del cuoio è invece concentrata nel perugino e
nell'Alta Valle del Tevere. L'industria alimentare, con circa 1.200
aziende, costituisce un punto di forza dell'economia regionale. Oltre che
il vino nell'area del Lago Trasimeno è da segnalare l'olio di oliva nello
spoletino, con la presenza di industrie di commercializzazione e
trasformazione con mercato a livello nazionale e internazionale. Grande
rilevanza nell'economia hanno anche l'industria dolciaria (punta di
diamante la Perugina-Nestlè a Perugia), il comparto delle acque
minerali (a Sangemini e Gualdo Tadino), la produzione di mangimi per
la zootecnia (nella zona industriale di Bastia Umbra) e la
trasformazione industriale delle carni e quella casearia. L'artigianato, di
antica tradizione e ancor oggi attivissimo, rappresenta un notevole
patrimonio economico, artistico e culturale. Nella ceramica, nel legno e
mobilio, in alcuni rami del tessile e abbigliamento l'azienda artigiana
caratterizza la produzione e raggiunge livelli di alta qualità. Il turismo
comprende circa quattro milioni di turisti l'anno, di cui circa mezzo
milione provenienti dall'estero. Il ventaglio dell'offerta turistica è ampio
e diversificato: al richiamo religioso-storico-artistico, si è affiancato
quello culturale, congressuale, ambientale, agrituristico.
10.5 Le città
Perugia è un comune italiano di 162.800 abitanti, capoluogo della
regione Umbria. Città d'arte, ricca di storia e monumenti, fondata dagli
Etruschi, è polo culturale ed economico della regione e meta di
numerosi turisti. Molti sono gli studenti che scelgono il capoluogo
umbro per continuare i propri studi, infatti è sede:
 dell'Università degli Studi, fondata nel 1308;
 dell'Università per Stranieri, la più grande d'Italia;
 dell'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci ateneo pubblico
fondato nel 1573;
70
Geo 1: Le regioni italiane

dell'Istituto Universitario di Mediazione Linguistica di Perugia per
interpreti e traduttori;
 del Conservatorio di Musica di Perugia Francesco Morlacchi,
fondato nel 1788;
 Università dei Sapori.
Il centro storico di Perugia si adagia su un'acropoli che sorge all'altezza
di ca 450 m s.l.m.. Nel punto più alto, Porta Sole, l'altezza è di 494 m. Il
centro storico si sviluppa intorno a questo punto e sul crinale dei colli
che da esso dipartono, formando cinque borghi medievali a
prolungamento di quattro porte della città.
La Basilica di San Francesco d’Assisi
71
Geo 1: Le regioni italiane
11.MOLISE
Confina con l'Abruzzo a nord, il Lazio ad ovest, la
Campania a sud ovest, la Puglia a sud est ed è bagnata dal
Mar Adriatico ad est.
La Regione si distingue per alcune caratteristiche
particolari: è la regione più giovane del Paese, essendo
quindi istituita solo nel 1963; è l'unica regione nata per distaccamento
da un'altra: nel 1963 fu scissa dall'antica regione Abruzzi e Molise e
divenne la ventesima regione d'Italia, dapprima con la sola provincia di
Campobasso, e dal 1970 anche con la provincia di Isernia; nel territorio
della regione passa il meridiano di riferimento per il fuso orario CET al
quale appartengono l'Italia e buona parte dell'Europa, denominato
Termoli - Etna, Termoli è la città portuale in provincia di Campobasso.
72
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Data
di
istituzione
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome
abitanti
PIL
PIL
procapite
Campobasso
Paolo Di Laura Frattura (PD) dal2013
27 dicembre 1963
631 m s.l.m.
4 438 km²
313 660 (21-10-2011)
70,68 ab./km²
Campobasso, Isernia
136
Abruzzo, Campania, Lazio,Puglia
italiano, molisano, croato, albanese
Molisani
(PPA) 5.107,0 mln €
(PPA) 19.804 €
11.1 Territorio
La superficie della regione è divisa quasi equamente tra zone di
montagna, il 55,3% del territorio, e zone collinari, del 44,7% del
territorio. La zona montuosa si estende tra l'Appennino abruzzese e
l'Appennino Sannita. I Monti della Meta (2241 m) formano il punto
d'incontro della linea di confine tra il Molise, l'Abruzzo e il Lazio. Poi
ci sono i Monti del Matese che corrono lungo il confine con la
Campania e raggiungono i 2050 metri con il monte Miletto. A oriente,
la zona del Subappennino (Monti dei Frentani) degrada verso il mare
con colline poco ripide e dalle forme arrotondate. Le aree pianeggianti
sono poche e di piccole dimensioni, le principali sono la piana di
Bojano nel Molise centrale e a occidente la piana di Venafro. La Bocca
di Forlì, o Passo di Rionero, (m. 891) segna convenzionalmente il limite
geografico tra Italia centrale e Italia meridionale.
Per 40 km il Molise è bagnato dall'Adriatico. La costa è bassa e
sabbiosa tranne per il promontorio di Termoli, al cui riparo è stato
73
Geo 1: Le regioni italiane
costruito il porto artificiale da dove partono le navi per le Isole Tremiti
e la Croazia. Lungo le coste ci sono anche alcune fasce pianeggianti,
larghe non più di qualche chilometro. La formazione di dune litoranee
causava il ristagno delle acque dei torrenti con la conseguente
formazione di paludi, da qualche tempo però eliminate con opere di
bonifica. I fiumi principali della regione sono il Trigno, a confine con
l'Abruzzo, il Biferno, ed il Fortore, a confine con la Puglia. Il Biferno
è l'unico fiume che nasce, scorre, e sfocia interamente nella regione
Molise, più precisamente nella provincia di Campobasso. Le sue
sorgenti danno molte acque. In Molise nasce anche il Volturno, che con
una lunghezza di 175 km e un bacino esteso per 5.550 km², è il
principale fiume dell'Italia meridionale sia per lunghezza sia per portata.
La notevole abbondanza di risorse idriche del Molise permette di
soddisfare i fabbisogni, oltre che ovviamente della medesima regione,
anche di Campania, Puglia ed Abruzzo.
Il fiume Biferno è stato sbarrato negli anni settanta da un invaso
artificiale, la diga del Liscione, e si è formato il lago di Guardialfiera.
Altro lago di grande importanza è quello di Occhito che costeggia per
diversi chilometri il confine tra Molise e Puglia. Inoltre, tra le Mainarde
Molisane sorge il bacino artificiale di Castel San Vincenzo, realizzato
alla fine degli anni cinquanta e che fa parte dell'area molisana del Parco
nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. I laghi naturali sono pochi ed
estremamente ridotti ed a carattere stagionale.
11.2 Clima
Il clima è di tipo semi-continentale, con inverni generalmente freddi e
nevosi ed estati calde e afose. Sulla costa il clima è più gradevole, man
mano che si procede verso l'interno le temperature si abbassano
notevolmente (Campobasso nel periodo invernale è una delle città più
fredde d'Italia). Anche l'estate risulta più gradevole sulla costa dove
spesso soffiano brezze che rendono più dolci i mesi caldi.
11.3 Storia
Il nome Molise compare nel Medioevo centrale per identificare una
contea di appartenenza della famiglia normanna dei de' Moulins.
L'integrità del Molise fu conservata fino al 1221, anno in cui la contea
passò a Federico II di Svevia. In quell'anno il Molise divenne la sede di
74
Geo 1: Le regioni italiane
un giustizierato, cioè di un distretto di giustizia imperiale, dove
l'autorità del re si sovrapponeva a quella dei feudatari. Nel 1531, il
Molise passò sotto la dominazione spagnola e fu aggregato alla
Capitanata (regione storica della Puglia, corrispondente alla provincia di
Foggia) Nel 1806, con Napoleone, il Molise divenne per la prima volta
una provincia autonoma. Nel 1963 nacque la regione Molise dal
territorio della provincia di Campobasso.
11.4 Economia
Dato il basso numero di abitanti, l'economia del Molise è poco
sviluppata rispetto alle altre regioni italiane (pur avendo un PIL pro
capite superiore a quello di altre regioni del Mezzogiorno), pertanto il
settore primario è quello da cui provengono le maggiori rendite
economiche. Le industrie, sono raggruppate nei nuclei industriali a
Termoli, Campobasso, Bojano e Venafro. L'area industriale più vasta e
di maggior importanza è situata a Termoli dove tra le varie industrie
sono presenti gli stabilimenti della Fiat Powertrain e dello Zuccherificio
del Molise (l'unico del centro sud Italia). Il turismo è in crescita:
l'ambiente naturale pressoché intatto e l'assenza di inquinamento sono
forti motivi di attrazione, ma la ricettività alberghiera non è ancora
adeguata agli standard richiesti. L'area più servita e più sviluppata è
quella di Termoli dove è presente l'area portuale, e attraversata dalla
linea ferroviaria Adriatica, e l'autostrada adriatica A14. Le attività
pastorali in regione sono caratterizzate dalla transumanza, consistente
nello spostamento dei greggi dai rilievi montuosi alla costa. Il Molise è
una delle poche zone italiane in cui viene ancora effettuata.
11.5 Popolazione
Dopo il massimo storico registrato in occasione del censimento del
1951, nel ventennio successivo la popolazione molisana ha subito un
netto calo per la ripresa del fenomeno migratorio. Dal 1981, grazie alla
diminuzione delle partenze e all'aumento dei rientri, si è riscontrata una
leggera ripresa; al contempo, però, si è assistito a una ridistribuzione
degli abitanti a favore dei centri maggiori delle colline e della costa e a
discapito dei piccoli borghi di montagna.
75
Geo 1: Le regioni italiane
11.6 Le città
Campobasso è un comune italiano di 48.479 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della regione Molise. Sorge a 701 m s.l.m.,
risultando così il quarto capoluogo di provincia più alto d'Italia dopo
Enna, Potenza e L'Aquila, e il terzo capoluogo di regione più alto del
territorio peninsulare italiano. La città, di origine longobarda, si trova
nella zona compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Campobasso è una
città formata da una parte antica di origine medioevale, ricca di valori
storici e artistici, posta sul pendio di un colle dominato dal Castello
Monforte, e da una parte più moderna ed elegante originaria del XIX
secolo che si sviluppa sul piano ai piedi del centro antico. Intorno al
castello che domina la città si sviluppa il borgo medioevale. Ottime le
specialità culinarie del luogo, famoso anche per le vecchie officine in
cui si forgiano coltelli. Il rapporto di ecosistema urbano (prestazione di
una città sostenibile, ideale e non utopica) colloca il comune al 38º
posto tra le 103 città italiane capoluogo e tra le prime nel centro-sud con
una percentuale del 55,44% superiore alla media nazionale.
Transumanza
76
Geo 1: Le regioni italiane
12.ABRUZZO
L'Abruzzo è una regione dell'Italia peninsulare, compresa
tra l'Adriatico e l'Appennino centrale, il cui capoluogo è
L'Aquila, ma con sedi del Consiglio, Giunta e Assessorati
regionali anche a Pescara, la maggiore città abruzzese.
Pur essendo geograficamente parte dell'Italia Centrale,
l'Abruzzo è legato storicamente, culturalmente e
linguisticamente all'Italia Meridionale.
Occupa una
superficie di 10.763 km² e ha una popolazione di 1.326.393 abitanti.
Confina a nord con le Marche, ad est con il mare Adriatico, ad ovest
con il Lazio e a sud con il Molise.
77
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Data di istituzione
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni confinanti
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
L'Aquila
Giovanni Chiodi (Popolo della Libertà) dal 2009
1963
563 m s.l.m.
10 753 km²
1 326 393 (30/11/2011)
123,35 ab./km²
L'Aquila, Chieti, Pescara,Teramo
305
Marche, Lazio, Molise
Abruzzesi
(PPA) 27.703,41 mln €[3]
(PPA) 21.574 euro €
12.1 Territorio
Regione prevalentemente montuosa (65%) e collinare (34%) la pianura
(1%) è costituita soltanto da una stretta fascia costiera lungo il litorale.
La regione presenta le vette più alte dell'Appennino peninsulare, con il
Gran Sasso (Corno Grande) ed il massiccio della Maiella (Monte
Amaro), cui si aggiungono i rilievi dei monti della Laga al confine con
Lazio e Marche, del gruppo Sirente-Velino, delle montagne del Parco
Nazionale d'Abruzzo al confine con Lazio e Molise e dei monti
Simbruini in comune con il Lazio. Dal punto di vista geologico sono
costituiti da rocce per la gran parte calcaree, di origine marina,
appartenenti al Mesozoico (Triassico, Giurassico e Cretaceo). Di
particolare interesse la stratigrafia del vallone di Vradda (M. Camicia),
dove le rocce giurassiche contengono piccoli esemplari di ammoniti
silicizzati del piano Hettangiano. Un affioramento fossilifero
abbastanza esteso unico nel suo genere. La parte orientale della regione
è caratterizzata dalla presenza di un'ininterrotta e lunga fascia collinare,
di notevole interesse paesaggistico. Le grandi bastionate montuose ad
ovest ed il mare ad est, delimitano l'area collinare, così che questa
sembra quasi sospesa tra il mare e le incombenti montagne.
Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di estesi oliveti e vigneti che
conferiscono una nota di colore e di fascino. I colli, talvolta sono alti ed
arcigni, talvolta sono caratterizzati da dolci e verdi declivi, oppure
78
Geo 1: Le regioni italiane
hanno pendii adagiati, quasi allungati. In ogni caso non mancano aree
dove si sono conservati piccoli boschi di querce, pioppi, salici e aceri.
Di sovente si trovano alberi quasi dimenticati, come il sorbo domestico,
il giuggiolo, il moro, il gelso e molte varietà di antichi fruttiferi.
Il Corno Grande del Gran Sasso visto da Campo Imperatore
Oggi l'Abruzzo può vantare la presenza di tre parchi nazionali, un parco
regionale e 38 aree protette tra oasi, riserve regionali e riserve statali. In
totale il 36% del territorio regionale è sottoposto a tutela ambientale:
una media che colloca l'Abruzzo al primo posto in Italia. Dal punto di
vista naturalistico i parchi presentano specie rare di flora e fauna, come
ad esempio l'orso bruno marsicano, la lontra europea, il lupo
appenninico e il camoscio d'Abruzzo. Sul territorio abruzzese sono
presenti i seguenti parchi nazionali e uno regionale:
 Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise;
 Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;
 Parco nazionale della Majella.
 Parco Regionale Sirente Velino
La struttura delle aree protette comprende in Abruzzo, oltre i 3 Parchi
nazionali e quello regionale, 38 tra Riserve statali, Riserve regionali,
Oasi WWF, Parchi territoriali attrezzati, Biotopi di interesse scientifico,
che al di là delle dimensioni territoriali a volte ridotte, presentano
79
Geo 1: Le regioni italiane
aspetti di notevole interesse scientifico e naturalistico e completano il
sistema delle aree protette della regione verde d'Europa.
Come in tutte le regioni mediterranee anche in Abruzzo la vegetazione è
caratterizzata dalla presenza di differenti ecosistemi mediterranei; nella
costa e le zone limitrofe è notevole la presenza di piante classiche della
macchia mediterranea come il mirto, l'erica e lentisco; nelle zona
collinari invece vi crescono anche tipiche specie mediterranee, tra cui
l'olivo, pino, salice, leccio, pioppo, ontano, corbezzolo, ginestra,
robinia, cappero, rosmarino, biancospino, liquirizia e il mandorlo,
inframmezzati alle querce. Tra i 600 e i 1.000 di quota si estende la
vegetazione submontana, caratterizzata principalmente da boschi misti
di Cerro, Roverella, Tiglio, Acero e Carpino; tra gli arbusti molto
diffusi la Rosa canina e il Ginepro rosso. A quote più alte tra i 1000 e i
1900 metri d'altezza è diffuso moltissimo il faggio, mentre sulle aree
appenniniche di alta quota superiori ai 2000 metri, troviamo la presenza
di specie come l'orchidea alpina, il ginepro montano, l'abete bianco il
mirtillo nero e infine una specie forse unica nel suo genere come la
stella alpina d'Abruzzo. La fauna abruzzese è molto vasta; l'animale
simbolo della regione è senz'altro il camoscio d'Abruzzo; anche l'orso
bruno marsicano è un animale tipico della regione, assieme ad
esemplari di lupo, cervo, lince, capriolo, arvicola delle nevi, volpe,
istrice, gatto selvatico, cinghiale, tasso, vipera e lontra. Tra gli anfibi
sono da ricordare: l'Ululone appenninico; il Geotritone italiano; la
Salamandra pezzata; la Rana; il Rospo; il Tritone; la Raganella italiana;
inoltre anche le razze canine pastore maremmano-abruzzese, cane
pastore italiano e mastino abruzzese sono originarie della regione. Per
gli uccelli da citare sicuramente l'aquila reale, nibbio, falco, lanario,
grifone, gufo, allocco, picchio, fringuello ed altre tantissime specie.
12.2 Clima
Il clima abruzzese è fortemente condizionato dalla presenza del
Massiccio montuoso Appenninico-Centrale, che divide nettamente il
clima della fascia costiera e delle colline sub-appenniniche da quello
delle fasce montane interne più elevate: mentre le zone costiere
presentano un clima di tipo mediterraneo con estati calde e secche ed
inverni miti e piovosi la fascia collinare presenta caratteristiche
climatiche di tipo sublitoraneo con temperature che decrescono
80
Geo 1: Le regioni italiane
progressivamente con l'altitudine e precipitazioni che aumentano invece
con la. In inverno in tali aree, nonostante la presenza mitigatrice del
mare, sono possibili ondate di freddo provenienti dai Balcani con neve.
Addentrandosi verso l'interno il clima si fa via via più continentale fino
a divenire quello tipico di montagna sui rilievi più importanti: la
provincia che maggiormente presenta tali caratteristiche climatiche è
quella dell'Aquila seguita da quelle di Teramo e Chieti.
12.3 Storia
Nel 1806 il Re di Napoli Giuseppe Bonaparte suddivise il territorio
della Provincia di Abruzzo in due parti istituendo le provincie di
Abruzzo Ulteriore Primo con capoluogo Teramo e di Abruzzo Ulteriore
Secondo con capoluogo Aquila. Queste provincie, nel loro complesso,
furono parte integrante per circa 7 secoli del Regno di Napoli e
successivamente delle Due Sicilie. Nel dopoguerra l'Abruzzo fece parte
di quel gruppo di regioni del Sud Italia fonte di emigrazione soprattutto
verso il Belgio, la Germania e la Svizzera.
12.4 Economia
Dal 1950 l'Abruzzo ha avuto una crescita costante del PIL. Nel 1951 il
reddito pro capite è stato del 53%; nel 1971 del 65%, mentre nel 1994 si
è attestato al 76%; nel 2006 è arrivato al 84,4 dando all'Abruzzo il più
alto PIL pro capite del Sud Italia, che ha superato il tasso di crescita di
ogni altra regione d'Italia. Il Terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 ha
determinato una forte frenata dell'economia, la cui ripresa, secondo
degli esperti, è ancora piuttosto incerta. Tuttavia, secondo le statistiche
di fine 2010, sembra che l'economia abruzzese si stia riprendendo,
nonostante i dati negativi per quanto riguarda l'occupazione, facendo
sperare in un futuro economico più roseo. Con lo sviluppo industriale ed
economico della regione, l'agricoltura si è modernizzata ed oggi offre
prodotti di primissima qualità. La produzione frutticola abruzzese è
stimata in circa 850.000 quintali di cui circa la metà di pesche, mentre
per gli ortaggi si superano i 5 milioni di quintali. Inoltre l'Abruzzo è ai
primi posti in Italia nella produzione di fichi, carote, e patate e
pomodoro; importantissima la coltura della vite con circa 5.000.000 di
quintali d'uva prodotta, sia da tavola che per la produzione di vino;
ricordiamo: il Montepulciano d'Abruzzo nelle varietà rosso e cerasuolo
81
Geo 1: Le regioni italiane
(rosato), il Trebbiano d'Abruzzo, il Pecorino e lo Chardonnay;
altrettanto importante è la produzione olearia, la cui produzione media
annua complessiva di olive è pari a 1.350.000 quintali e circa 240.000
quintali di olio (Aprutino Pescarese, Pretuziano delle Colline Teramane
e Colline Teatine), cifre che pongono l'Abruzzo al sesto posto tra le
regioni italiane; per quanto riguarda i cereali, il grano duro con oltre 1,5
milioni di quintali costituisce il cereale principe, seguito dal grano
tenero, quindi l'orzo; inoltre vengono coltivate altre colture quali la
barbabietola, e il tabacco; prodotti tipici della regione sono lo zafferano
dell'Aquila, la patata degli altipiani d'Abruzzo, l'Aglio rosso di
Sulmona, il farro d'Abruzzo, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio,
la liquirizia coltivata e lavorata ad Atri e dintorni che vede la regione al
secondo posto in Italia per produzione dietro solo la Calabria, la
Mortadella di Campotosto, il pecorino di Farindola e il Canestrato di
Castel del Monte, la pasta secca, il miele di Tornareccio e infine i tartufi
abruzzesi poco conosciuti e pubblicizzati che vengono commercializzati
spesso in altre regioni. L'allevamento come l'agricoltura è stata nei
decenni addietro una delle risorse primarie della regione; era molto
praticata la transumanza soprattutto verso l'Agro romano e il Tavoliere
delle Puglie; questo trasferimento avveniva e avviene in misura minore
ancora oggi, alla fine della stagione calda, per andare in cerca di zone
fresche ma adatte a passare l'inverno con il gregge e dove poter trovare
dei pascoli verdi per il bestiame ovino. Tuttora comunque la regione
conserva un buon patrimonio di ovini; per quanto riguarda
l'allevamento bovino sta diffondendosi sempre più la varietà dei bovini
da carne. Nel passato in Abruzzo la pesca veniva eseguita tramite delle
antiche macchine da pesca in legno dette trabocchi oggi diventati a tutti
gli effetti monumenti nazionali; al giorno d'oggi sono cambiate le
tecniche di pesca e l'Abruzzo inoltre negli ultimi anni ha incrementato
di molto la produzione ittica anche se non è un'attività industriale molto
praticata. L'Abruzzo è sicuramente la regione del meridione più
industrializzata assieme alla Puglia e nel corso degli anni ha scavalcato
nel livello di industrializzazione regioni come Campania, Calabria e
Sicilia; l'industria si è sviluppata rapidamente soprattutto nei settori
metalmeccanico, alimentare, del trasporto e delle telecomunicazioni.
Altre industrie importanti sono quella chimica, del mobile,
dell'artigianato e tessile. La Val di Sangro, in provincia di Chieti, invece
82
Geo 1: Le regioni italiane
è sede di stabilimenti di importanti multinazionali (Honda, Honeywell)
e di uno stabilimento del Fiat Group Automobiles. La zona della Valle
Peligna, nell'aquilano, è anche sede di industrie (famosa quella dei
confetti di Sulmona), mentre altre zone come il pescarese e il teatino
sono sede di numerose industrie, anche multinazionali. Per quanto
riguarda l'industria estrattiva, sono stati trovati giacimenti di metano, di
petrolio e di alluminio, soprattutto nella zona del Vastese. Un altro
settore che si è sviluppato rapidamente è quello della ricerca nei campi
della farmaceutica, della biomedicina, dell'elettronica, e della fisica
nucleare. Il settore terziario, specie sulla costa, ha raggiunto un peso
preponderante nell'economia, particolarmente con l'offerta di servizi
commerciali e degli istituti di credito; nel territorio regionale sono
presenti diversi istituti bancari.
Un settore molto sviluppato nell'economia abruzzese è l'esportazione,
con l'Abruzzo che occupa la quinta posizione tra le regioni italiane dopo
la Sardegna, la Sicilia, la Valle d'Aosta e l'Emilia-Romagna con una
percentuale del 50,1%. La provincia che soffre di un certo ritardo nello
sviluppo industriale rispetto alle altre è quella de L'Aquila relativamente
sfavorita da un territorio per lo più montano, senza sbocco sul mare e a
minor densità abitativa; tuttavia la minore industrializzazione è
compensata dallo sviluppo del settore turistico, specie quello invernale.
Fra le regioni del Centro e Sud Italia, l'Abruzzo è quella che ha il
maggior numero di impianti sciistici che attualmente sono 24. Nelle
zone interne montane sono presenti gli impianti sciistici di Scanno,
Ovindoli, Pescasseroli, Tagliacozzo, Roccaraso, Campo Imperatore,
dove il turismo invernale è molto sviluppato.
Famosi anche in Europa i parchi naturali della regione come il Parco
nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco nazionale del Gran Sasso
e Monti della Laga, il Parco nazionale della Maiella che hanno fatto
guadagnare alla regione l'appellativo di Polmone verde d'Italia e che
ogni anno attraggono migliaia di visitatori grazie alla loro natura
incontaminata e alle rare specie di fauna e flora selvatica come il
Camoscio d'Abruzzo e inoltre permettono diverse attività di vacanza,
relax e di svago.
83
Geo 1: Le regioni italiane
Campo imperatore: Impianti sciistici
La regione può inoltre vantare moltissime riserve e aree naturali
protette. Nel 2010 secondo statistiche oltre 1 milione di turisti ha
visitato i parchi e le aree naturali protette regionali.
Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
12.5 Popolazione
La densità di popolazione, anche se è aumentata negli ultimi decenni, è
ben al di sotto della media nazionale. Nel 2008 c'erano 123,4 abitanti
per km quadrato in Abruzzo a fronte di una media nazionale di 198,8.
84
Geo 1: Le regioni italiane
I dialetti e le parlate della regione Abruzzo possono essere divise in
quattro gruppi fondamentali:
 Dialetto sabino, in provincia dell'Aquila;
 Dialetto abruzzese adriatico, in provincia di Teramo, Pescara e
Chieti;
 Dialetto abruzzese occidentale, in provincia dell'Aquila;
 Altre forme dialettali campane, in provincia dell'Aquila;
Esiste anche una lingua di ceppo autonomo, la lingua albanese, parlata a
Villa Badessa (Badhesa), frazione di Rosciano.
12.6 Le città
L'Aquila è un comune
italiano di 66565 abitanti,
capoluogo
dell'omonima
provincia e della regione
Abruzzo.
L'Aquila
è
situata
nell'omonima conca sulle
sponde del fiume Aterno, in
posizione
predominante
rispetto al massiccio del
Gran Sasso d'Italia. La città è
sede di Università e di enti
ed associazioni che la
rendono vivace sotto il
profilo culturale. Parte del
territorio
comunale
è
compresa
nel
Parco
nazionale del Gran Sasso e
Fontana delle 99 cannelle
Monti della Laga, ed alcuni
punti superano abbondantemente i 2.000 metri di quota. Il 6 aprile
2009, alle ore 3:32, dopo diversi mesi di lievi scosse localizzate e
percepite in tutta la zona dell'aquilano, L'Aquila è colpita da un
terremoto di magnitudo 6.3 Mw e tra l'8º e il 9º grado di distruzione
della Scala Mercalli. Il bilancio finale è stato di 308 vittime ed oltre
1.500 feriti, mentre la quasi totale evacuazione della città ha portato a
85.000 il numero degli sfollati.
85
Geo 1: Le regioni italiane
13.LAZIO
Il Lazio è una regione amministrativa dell'Italia Centrale
di 5 536 292 abitanti, con capoluogo Roma. Confina a
nord-ovest con la Toscana, a nord con l'Umbria, a nordest con le Marche, a est con l'Abruzzo ed il Molise, a
sud-est con la Campania, a ovest è bagnato dal mar
Tirreno. Al suo interno è presente la piccola enclave della Città del
Vaticano. In epoca antica, si intendeva per Latium il territorio compreso
tra il basso corso del fiume Tevere e i Monti Ausoni, nei pressi di
Terracina, e l'Appennino centrale come limite orientale.
86
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Roma
Nicola Zingaretti (PD) dal 12 marzo 2013
416 m s.l.m.
17 236 km²
5 536 292 (31 agosto 2012)
321,21 ab./km²
Frosinone, Latina, Rieti, Roma,Viterbo
378
Campania, Abruzzo, Marche,Molise, Toscana, Umbria
Laziali
(PPA) 135 256,8 mln €
(PPA) 30 327 (2009) €
13.1 Territorio
Il Lazio, regione del centro Italia, si colloca sul versante medio-tirrenico
e occupa 17 207 km² di territorio italiano, estendendosi dagli Appennini
al mar Tirreno. È una regione prevalentemente collinare: il 54% del suo
territorio è occupato da zone collinari, il 26% da zone montuose ed il
restante 20% da pianure. Partendo dal nord ovest della regione,
troviamo tre distinti gruppi montuosi di modeste dimensioni: i Monti
Volsini, i Monti Cimini e i Monti Sabatini. Caratteristica comune di
questi gruppi montuosi è la loro origine vulcanica, testimoniata, oltre
che dagli elementi geologici, dalla presenza, in ciascuno di questi, di un
lago; il Lago di Bolsena sui Volsini, il Lago di Vico sui Cimini ed il
Lago di Bracciano sui Sabatini.
Questi gruppi montuosi digradano dolcemente verso la pianura
maremmana ad ovest, e verso la valle del Tevere ad est, le due pianure
laziali più settentrionali. La Maremma trova qui il suo limite
meridionale, nei Monti della Tolfa. Nella parte orientale del Lazio si
trovano i rilievi più alti della regione, che raggiungono con i Monti
della Laga nei 2458 m. del Monte Gorzano il loro punto più alto. Si
tratta, questa, di una porzione dell'Appennino abruzzese, che corre
diagonalmente da nord a sud. Qui troviamo anche i gruppi montuosi dei
Monti Reatini, dei Monti Sabini, dei Monti del Cicolano, dei Monti
87
Geo 1: Le regioni italiane
della Duchessa, dei Monti Simbruini, dei Monti Cantari e dei Monti
Ernici.
Monte Fogliano
Nel medio Lazio meridionale, partendo dai Colli Albani, troviamo tutta
una serie di altri gruppi montuosi che corrono paralleli agli Appennini,
da cui sono separati dalla valle della Ciociaria dove scorrono il Sacco
ed il Liri-Garigliano, che finiscono la loro corsa nel Tirreno in
prossimità del confine con la Campania; si tratta dei Monti Lepini, dei
Monti Ausoni e dei Monti Aurunci. Anche i Colli Albani, alture di
modeste dimensioni, sono di origine vulcanica, e anche qui i laghi di
origine vulcanica sono numerosi: i laghi di Albano e di Nemi, il bacino
lacustre ormai prosciugato di Ariccia ed i laghetti fossili di Giuturna
(nel Foro romano, presso il Tempio di Vesta), Valle Marciana
(Grottaferrata) e, verso Nord, di Pantano Secco (Monte Compatri),
Prata Porci (Tuscolo) e Castiglione (o lago di Gabii). La zona di Roma
è occupata dall'Agro Romano che continua verso meridione, sempre
seguendo la linea costiera, nell'Agro Pontino, che fino alla bonifica
operata dal 1930 al 1940, era ricoperto da paludi. La costa laziale è
molto regolare, bassa e sabbiosa; nonostante questo sono presenti delle
"sporgenze", come il Capo Linaro a sud di Civitavecchia, la foce del
Tevere tra i comuni di Roma e Fiumicino; a sud del fiume troviamo in
successione il promontorio di Anzio e Nettuno, il Monte Circeo che si
88
Geo 1: Le regioni italiane
erge isolato tra mare e terra, ed il promontorio di Gaeta, in prossimità
del confine con la Campania.
Golfo di Gaeta
Proprio davanti a Gaeta si trova l'Arcipelago Pontino, composto da sei
piccole isole, tutte di origine vulcanica. Il Tevere è il fiume principale
della regione; vi arriva dall'Umbria, prima con un andamento verso sudest, ma che poi piega, verso sud-ovest, per attraversare tutto l'agro
romano fino al mare. I principali tributari del Tevere sono il Paglia ed il
Treia, dalla parte destra, ed il Nera e l'Aniene dalla parte sinistra.
Più a sud, con un andamento che ricorda quello del Tevere troviamo il
Sacco e il Liri-Garigliano, mentre nella parte settentrionale della
regione si trovano altri fiumi minori come la Fiora, la Marta e l'Arrone,
che scendono direttamente al mare con un corso relativamente breve.
13.2 Clima
Il Clima della regione, monitorato da oltre 40 stazioni meteorologiche,
presenta una notevole variabilità da zona a zona.
13.3 Storia
La storia del Lazio è profondamente segnata dalla Storia di Roma. La
fase storica è testimoniata dalla presenza di diverse popolazioni indoeuropee che si stanziarono nell'area laziale sin dal II millennio a.C., tra
cui i Latini (da cui secondo alcuni la regione prese il nome). Non solo
Latini, ma anche Sabini, Volsci, Ernici, Equi e Aurunci che in epoche
diverse si stanziarono nelle zone centro-meridionali del Lazio, mentre
89
Geo 1: Le regioni italiane
nella parte più settentrionale si affermò la presenza degli Etruschi, la cui
influenza risultò preponderante almeno fino al V secolo a.C. Dal V
secolo a.C. fino al I secolo a.C. la storia del Lazio si identifica sempre
più con quella della lotta per il predominio di Roma nei confronti delle
altre popolazioni, che piano, piano, verranno assoggettate, ed assimilate
all'elemento latino.
Tevere
Per tutta la durata dell'epoca imperiale romana, il Lazio godette di una
situazione di generale tranquillità, interrotta solo da episodiche guerre
intestine per la conquista della porpora imperiale. Il suo ruolo di centro
dell'impero venne però sempre più ridimensionato, marginalizzato, a
favore di altre regioni dell'impero, fino ad arrivare all'episodio della
deposizione dell'ultimo imperatore d'occidente, Romolo Augusto da
parte di Odoacre nel 476, a cui si fa riferimento per segnare la fine
dell'impero. Il vuoto di potere nel Lazio, dopo alterne vicende seguenti
alla caduta dell'impero, fu riempito dalla presenza della Chiesa
Cattolica, le cui vicende determinarono la storia di Roma e della
regione fino alla presa di Roma nel 1870. Da questo momento la storia
del Lazio si identifica quasi totalmente con la storia di Roma capitale
del Regno d'Italia. La Seconda guerra mondiale attraversò la regione,
facendole pagare un elevato conto in termini di vite umane, sia militari
che civili. Rilevanti, in quest'ottica, furono i feroci combattimenti che si
svolsero nelle campagne di Cassino e lo sbarco alleato ad Anzio.
90
Geo 1: Le regioni italiane
13.4 Economia
Facendo riferimento al 2005, il Lazio è la seconda regione d'Italia per
PIL prodotto dopo la Lombardia, mentre in termini di PIL per abitanti,
il Lazio è la quarta regione secondo i dati del 2007, la quinta regione
secondo i dati del 2008.
Il settore agricolo laziale ha perso l'importanza che aveva
tradizionalmente avuto fino all'immediato dopoguerra, quando la
produzione proveniva essenzialmente da grandi latifondi agricoli. Con
riferimento alle coltivazioni legnose, preponderante nel Lazio è quella
dell'olivo, rispetto alla vite, e al nocciolo, diffuso nel viterbese e in
particolare nella zona dei Monti Cimini. Dopo queste tre colture
tradizionali si è molto sviluppata quella del Kiwi, soprattutto nella
provincia di Latina, tanto che la superficie coltiva è di 6.881 ettari, di
poco superiore a quella destinata alla coltura del castagno. Per quanto
riguarda le altre coltivazioni tra i cereali si coltiva soprattutto il
frumento duro il mais ed il frumento tenero. Tra le altre colture si
producono l'orzo, le barbabietole da zucchero e l'avena. Nonostante il
fenomeno della transumanza sia molto ridotto rispetto al passato, nel
Lazio c'è ancora una forte presenza di allevamenti di ovini che
pongono la regione dietro alla Sardegna e alla Sicilia nell'allevamento
di questo capo di bestiame. Nel sud della Regione, infine, si sta
sviluppando fortemente l'allevamento di bufali, che nel 2003
superavano le 70.000 unità.
Il settore industriale laziale ha rilevanza nazionale e internazionale, con
un'importante diffusione di industrie di medio-piccole dimensioni. Nel
Lazio i settori industriali più sviluppati sono quelli relativi alla
produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e
acqua, quello alle cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche e della
fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, elettrici e ottici;
mezzi di trasporto. L'industria laziale è attiva con grandi, piccole e
medie aziende, che operano nei settori metalmeccanico, chimico,
alimentare, tessile, manifatturiero, grafico, editoriale, del mobile e
dell'abbigliamento. Nella regione della capitale politica e
amministrativa italiana, risulta preponderante il settore del terziario e
dei servizi come turismo, commercio, intermediazione finanziaria e
immobiliare, università e poli di ricerca, pubblica amministrazione.
91
Geo 1: Le regioni italiane
13.5 Popolazione
La popolazione del Lazio è così suddivisa tra le sue cinque province:
Provincia di Roma
4 208 740
Provincia di Latina
556 934
Provincia di Frosinone
498 204
Provincia di Viterbo
321 008
Provincia di Rieti
160 570
13.6 Le città
Roma è la capitale della Repubblica Italiana, nonché capoluogo della
provincia di Roma e della regione Lazio; in virtù del suo status di
capitale, amministrativamente è un comune speciale. Per antonomasia, è
definita l'Urbe e Città eterna.
Con 2 643 591 abitanti è il comune più popoloso d'Italia, mentre con
1.285 km² è il comune più esteso d'Italia e tra le maggiori capitali
europee per ampiezza del territorio. Luogo di origine della lingua latina,
fu capitale dell'Impero romano, che estendeva il suo dominio su tutto il
bacino del Mediterraneo e gran parte dell'Europa, dello Stato Pontificio,
sottoposto al potere temporale dei papi, e del Regno d'Italia (dal 1871).
Il suo centro storico delimitato dal perimetro delle mura aureliane, nel
1980, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città
e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stato inserito nella lista dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Roma, cuore della cristianità
cattolica, è l'unica città al mondo a ospitare al proprio interno un intero
Stato, l'enclave della Città del Vaticano: per tale motivo è spesso
definita capitale di due Stati. Roma sorge sulle rive del fiume Tevere.
92
Geo 1: Le regioni italiane
Basilica di San Pietro
Il Colosseo
93
Geo 1: Le regioni italiane
14.CAMPANIA
La Campania è una regione dell'Italia meridionale di
5.760.000 abitanti con capoluogo Napoli. È al secondo
posto tra le regioni d'Italia per popolazione (dopo la
Lombardia) e al primo per densità. Posta nell'Italia
meridionale, la Campania è bagnata a ovest e sud-ovest
dal Mar Tirreno, confina a nord-ovest con il Lazio, a nord
con il Molise, a est con la Puglia e con la Basilicata.
94
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni confinanti
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Napoli
Stefano Caldoro (PdL) dal 2010
322 m s.l.m.
13 595 km²
5 760 090 (30/09/2011)
423,69 ab./km²
Avellino, Benevento, Caserta,Napoli, Salerno
551
Basilicata, Lazio, Molise,Puglia
italiano, napoletano
Campani
(PPA) 74.415,8 mln €
(PPA) 16.400 €
14.1 Territorio
La Campania è prevalentemente collinare (50,8%), il 34,6% di essa è
montuosa e il 14,6% pianeggiante.
Le principali pianure sono localizzate essenzialmente nel casertano e
lungo la costiera cilentana. Le pianure più importanti sono: a nord
quella del fiume Garigliano e quella del fiume Volturno; quest'ultima
confina a sud con il solco del fiume Sarno e costituisce la Pianura
Campana propriamente detta, fertile ed intensamente popolata.
Ricordiamo, inoltre, la pianura del fiume Sele a sud, formante la piana
di Paestum e la pianura di Salerno. Ad est, nel Cilento, sono diverse le
colline ed i rilievi che caratterizzano quella fetta di regione. Tra le
principali vi sono il Vallo di Diano, che si distende tra i massicci
dell'Alburno e del Cervati attraversato dal fiume Tanagro che in origine
era un grande lago pleistocenico, ed il Vallo della Lucania. Tra i rilievi
si possono distinguere la dorsale appenninica centrale, decorrente da
nord-ovest a sud-est e comprendente diversi massicci (Matese, monti
Trebulani, Taburno, Avella, Terminio, Cervialto, Alburno, Cervati),
seguita verso est da una zona di altopiani e conche (Benevento, Apice,
Montecalvo Irpino). Nella zona litorale troviamo massicci di origine
vulcanica (Somma-Vesuvio, Campi Flegrei, Roccamonfina) e di origine
sedimentaria (Monti Lattari e Marsico).
95
Geo 1: Le regioni italiane
In Campania sono presenti sei importanti centri vulcanici: il
famosissimo Vesuvio con il Monte Somma, il Roccamonfina, al confine
tra Lazio e Campania, i Campi Flegrei, il complesso vulcanico dell'isola
di Ischia e Monte Epomeo con i vulcani di Procida e Vivara ed infine i
vulcani marini situati sul fondale del golfo di Napoli. Nel corso della
storia, le attività di questi vulcani hanno determinato l'attuale struttura
morfologica della regione e dell'intero paese; in particolar modo c'è da
sottolineare l'importanza che hanno avuto in tal senso le eruzioni del
Vesuvio.
L’alba a Napoli, il sole sorge dietro il Vesuvio
Il Vesuvio è un vulcano esplosivo attivo (attualmente in stato di
quiescenza) situato in Campania nel territorio dell'omonimo parco
nazionale. È attualmente alto 1281 m.e sorge all'interno di una caldera
di 4 km di diametro. La caldera rappresenta ciò che resta dell'ex edificio
vulcanico (Monte Somma) dopo la grande eruzione del 79 d.C.,
eruzione che ha creato la caldera dove poi si è formato il Vesuvio.
I Campi Flegrei sono invece una vasta area vulcanica situata a nordovest della città di Napoli, includendo anche una parte di essa
(Fuorigrotta, Soccavo, Posillipo, Pianura ed Agnano) ed includendo le
isole di Ischia, Procida e Vivara. La parola "flegrei" deriva dal greco
flègo che significa "brucio", "ardo". Da qui si capisce che l'area è
96
Geo 1: Le regioni italiane
caratterizzata dalla forte presenza di vulcani che ne determinano
un'enorme rilevanza storica, paesaggistica e territoriale. Di particolare
interesse è la solfatara di Pozzuoli, cratere ancora attivo dove si
manifestano potenti fumarole che erompono i loro vapori sulfurei ad
oltre 160 °C. Da rilevare anche il Lago d'Averno, anch'essa una caldera
vulcanica considerata dagli antichi l'entrata all'oltretomba e le numerose
sorgenti di acque termali che vi sgorgano. Famosissime le terme di
Ischia, di Agnano e di Pozzuoli.
Secondo i dati offerti dalla protezione civile italiana, la Campania è una
regione a medio-alto rischio sismico. Tra i più distruttivi e gravi eventi
che si sono registrati, va ricordato su tutti il terremoto dell'Irpinia del 23
novembre 1980, che con un magnitudo momento di circa 6,9, causò
circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. La regione, in
particolare l'area flegrea, infine è caratterizzata anche da diversi eventi
di bradisismo.
Le coste campane, incluse quelle delle isole del golfo di Napoli, sono
tutte bagnate dal mar Tirreno. Tra le coste più importanti e famose, per
natura, bellezza e cultura, ci sono quelle della penisola sorrentina e la
cilentana. La penisola sorrentina, è un territorio attraversato all'interno
dai monti Lattari e proteso verso il mar Tirreno. Amministrativamente è
appartenente per metà alla provincia di Napoli e per l'altra metà a quella
di Salerno. Il versante che si affaccia sul golfo di Napoli costituisce la
costiera sorrentina, quello che si affaccia sul golfo di Salerno, invece,
forma la costiera amalfitana. L'arcipelago campano è composto da tre
isole principali: Ischia, Capri e Procida, famose in tutto il mondo per le
loro bellezze naturali e da altre due isole minori, Vivara (collegata a
Procida da un ponte) e Nisida (collegata al continente). La costiera
amalfitana è uno dei tratti di costa più famosi al mondo, simbolo
dell'Italia all'estero ed uno dei punti d'eccellenza del turismo nazionale.
Delimitato ad ovest da Positano e ad est da Vietri sul Mare e divenuta,
nel 1997, patrimonio dell'umanità UNESCO, la costa prende il nome
dalla città che costituisce il cuore della stessa, non solo geograficamente
ma anche storicamente: Amalfi.
La costiera cilentana comprende il tratto di costa che va dal golfo di
Salerno a quello di Plicastro. La costiera sorrentina è una costiera
appartenente alla penisola sorrentina che si affaccia sul versante che dà
al golfo di Napoli.
97
Geo 1: Le regioni italiane
La costiera Amalfitana
L'isola di Capri è un'isola nel golfo di Napoli. Situata di fronte alla
Penisola Sorrentina, è celebre per la sua bellezza sin dai tempi
dell'Impero romano. L'isola è, a differenza delle vicine Ischia e Procida,
di origine carsica. Inizialmente era unita alla Penisola Sorrentina, ma
successivamente è stata sommersa in parte dal mare e separata quindi
dalla terraferma, dove oggi si trova lo stretto di Bocca Piccola. Capri
presenta una struttura morfologica complessa, con cime di media
altezza (Monte Solaro 589 m e Monte Tiberio 334 m) e vasti altopiani
interni, tra cui il principale è quello detto "di Anacapri".
L'isola d'Ischia con i suoi 46 km² di superficie e i circa 61 000 abitanti è
la terza isola più popolosa d'Italia. L'isola presenta diverse peculiarità,
dovute anche alla sua origine vulcanica, che tra l'altro ha reso possibile
lo sviluppo di una fiorente attività economica, legata al turismo sia esso
turismo termale, che turismo balneare. Il Monte Epomeo, è la cima più
alta dell'isola d'Ischia con i suoi 789 metri. In prossimità della vetta in
tufo verde vi sono i resti di un eremo e la chiesetta dedicata a S. Nicola
di Bari.
98
Geo 1: Le regioni italiane
Isola di Capri
I laghi della Campania sono diversi ma quasi tutti, ad eccezioni di
qualcuno, di piccole dimensioni. I più importanti sono sicuramente il
lago di Conza e il Lago Laceno, i laghi di lago Falciano e Matese; il
lago d'Averno (di origine vulcanica), il lago Lucrino, il lago Fusaro e il
lago Patria; il lago di Telese; non sono presenti bacini lacustri
signivicativi nel salernitano.
14.2 Clima
La Campania può essere suddivisa in due zone climatiche: la zona a
clima mite, influenzata dalla presenza del mare, che comprende la costa
del casertano, il napoletano e la costa del salernitano (insieme
naturalmente all'arcipelago) dove si possono sentire maggiormente i
benefici del mare; e la zona a clima più rigido, che comprende le zone
interne dove si nota l'aumento della presenza della montagna: infatti in
inverno nelle zone montuose si registrano temperature rigide, ed anche
nelle valli non mancano gelate e banchi di nebbia, talvolta
accompagnate da nevicate che si fanno sempre più copiose man mano
che ci si addentra nell'entroterra e si sale di altezza. In estate si possono
raggiungere temperature alte e vi sono giornate di pieno Sole, tuttavia le
caratteristiche orografiche e l'influenza benefica del mare, rendono il
caldo maggiormente sopportabile.
99
Geo 1: Le regioni italiane
La solfatara di Pozzuoli (Campi Flegrei)
14.3 Storia
La regione era abitata nell'entroterra già nel III millennio a.C. da
popolazioni Sannite, Osche e Volsche; tra l'VIII ed il VII secolo a.C.,
genti di civiltà greca giunsero in Campania nell'ambito di un flusso
migratorio originato da singole città della Grecia, fondando le prime
colonie sulle coste, come Kyme (Cuma), Parthenope, poi Neapolis
(Napoli) e Poseidonia (Paestum), e dando vita alla cosiddetta Magna
Grecia. Successivamente, la regione vede il susseguirsi di diverse
culture e dominazioni straniere: dai romani, che la chiamarono
Campania felix, ai longobardi, dagli angioini agli aragonesi fino ad
arrivare al periodo borbonico con il quale la regione (e in generale tutto
il meridione), diventa uno dei principali poli culturali, artistici ed
economici d'Europa, ospitando quella che all'epoca era la capitale di
uno dei regni più ricchi ed importanti del mondo: Napoli.
Con Carlo V il Regno di Napoli divenne un viceregno della Spagna,
con capitale Napoli. Dopo la brevissima ma intensa esperienza della
Repubblica Partenopea di Napoli, nel 1799, e l'età napoleonica, il
Congresso di Vienna riaffidò il Regno di Napoli ai Borbone che lo
riuniranno al Regno di Sicilia dando vita al Regno delle Due Sicilie,
con Napoli capitale. Anche la Campania fu poi coinvolta nelle rivolte
100
Geo 1: Le regioni italiane
liberali e nei moti per l'Unità d'Italia. Nel 1861 la regione venne
conquistata ed annessa al Regno d'Italia.
Durante la seconda guerra mondiale la Campania fu teatro di alcune
famose operazioni militari, come lo sbarco a Salerno e le Quattro
giornate di Napoli. Nel periodo che seguì lo sbarco, la città di Salerno
ospitò i primi governi dell'Italia post-fascista e la famiglia reale
divenendo di fatto capitale d'Italia fino alla liberazione di Roma (metà
agosto 1944). Nel dopoguerra la Campania fece parte di quel gruppo di
regioni del Sud Italia fonte di emigrazione soprattutto verso il Nord
Italia. Negli anni settanta e ottanta si è visto un aumento della
criminalità organizzata (in questo caso la Camorra) che ha portato molti
disagi di tipo sociale alla regione.
14.4 Economia
È al settimo posto tra le regioni italiane con PIL totale più elevato
(95.087,0 €), al primo se si considera solo il Mezzogiorno. Il reddito in
regione è uguale al 66,2% della media continentale, il dato più basso nel
sud Italia. L'economia campana, un tempo molto florida, è stata
soggetta ad un costante degrado negli ultimi decenni, periodo in cui si è
affermata sui territori potenzialmente più ricchi la presenza devastatrice
della Camorra, presenza questa che determina la frenata di qualsivoglia
crescita economica e la progressiva scomparsa delle attività economiche
già presenti sul territorio. La Campania è tra le regioni che più partecipa
alla formazione del reddito agricolo nazionale ed è tra le regioni italiane
con più prodotti agroalimentari riconosciuti dal Ministero delle
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L'alta fertilità del territorio
sussiste per la cospicua presenza di terreni vulcanici e la stessa è
pressoché distribuita equamente in tutta la regione.
Le principali produzioni riguardano patate, melanzane, fagioli e
pomodori (di primaria importanza quelli San Marzano DOP dell'Agro
Nocerino Sarnese e quelli piennolo DOP dell'area vesuviana). Di
particolare rilevanza è inoltre la produzione di grano per la pasta, la cui
produzione è molto più diffusa nell'entroterra campano, soprattutto nel
beneventano. Oggi infatti la pasta di Gragnano è una delle più
apprezzate e diffuse paste d'Italia anche in ambito internazionale,
attribuendo alla città l'appellativo di città della pasta.
101
Geo 1: Le regioni italiane
La pasta di Gragnano
Nella frutticoltura vanno annoverati inoltre gli agrumi, le albicocche (in
particolare quella vesuviana PAT), le pesche, le mele annurche, i fichi,
ed infine la produzione di olivo (con i quali si producono quattro oli
extravergine DOP; il Cilento, il Colline Salernitane, l'Irpinia - Colline
dell'Ufita ed il Penisola Sorrentina) e della vite. Di particolare rilevanza
è anche la produzione di nocciole nel salernitano, attraverso la quale è
possibile la produzione di torroni, infatti, in Campania vi è la
produzione più vasta di nocciole. Tra i prodotti vegetali si ricordano
inoltre i Friarielli e la Ciliegia del monte, entrambi del vesuviano. Per
quel che riguarda la produzione dei derivati dall'allevamento (latticini e
formaggi), spicca tra i prodotti italiani più famosi al mondo la
mozzarella di bufala campana. Seguono poi altri importanti prodotti
regionali, come il Provolone del Monaco, la burrata di bufala, la ricotta
di bufala campana, il Fior di latte e tanti altri ancora. La pesca in
Campania è un settore altrettanto importante dell'economia regionale e
nazionale, occupa più di 2500 addetti. Nonostante lo sviluppo delle
infrastrutture legate alla pesca con creazioni di porti e pescherecci, il
settore non è intensamente sfruttato. Ciò accade un po' per le acque
sempre meno adatte alla pesca e un po' per la mancata dotazione di
moderne attrezzature. Proprio al riguardo, negli ultimi anni si è
intensificato il processo di modernizzazione di tutto il comparto,
adeguandolo agli standard produttivi europei. Tra i principali prodotti
marini pescati vi sono le cozze e vongole del golfo di Napoli, cernie e
pesci azzurri come alici. I bacini più pescosi della regione sono quelli di
102
Geo 1: Le regioni italiane
Pozzuoli e delle isole del golfo di Napoli. Tradizionalmente la
Campania è la regione più industrializzata dell'Italia meridionale ed in
particolare il territorio del napoletano è stato fino agli inizi del
Novecento una delle aree più industrializzate d'Italia, preceduto
solamente dalle province del cosiddetto "triangolo industriale" (Milano,
Torino, Genova). Molta importanza detiene il settore alimentare
(conservazione di prodotti agricoli, pastifici), legati a una fiorente
agricoltura. L'attività legata all'artigianato, ancora, riguarda i merletti, la
lavorazione della creta e delle ceramiche (celebri quelle di
Capodimonte, di Vietri sul Mare, di Cerreto Sannita e di San
Lorenzello), della pregiata seta di San Leucio a Caserta, dei Presepe
napoletano di via San Gregorio Armeno. A Marcianise, zona Caserta
Sud, è presente uno dei più importanti poli industriali dell'oreficeria
italiana.
14.5 Popolazione
Con i suoi circa 6 milioni di abitanti, la Campania è la seconda regione
più abitata d'Italia, ed è quella con la densità abitativa più alta (446
ab/km²). Dei 149 comuni italiani più abitati, 20 risultano essere
campani. Nonostante ciò gli squilibri nella distribuzione degli abitanti
sul territorio sono altissimi: le province di Avellino e Benevento hanno
approssimativamente 156 e 139 ab/km²; quella di Caserta ne ha più del
doppio (333 ab/km²) e addirittura quella di Napoli ne ha 2.632 ab/km²,
ed è la provincia più densamente popolata d'Italia. Dopo Napoli sono
Salerno e Giugliano le città più popolose (l'ultima è la città non
capoluogo più popolosa d'Italia).
In Campania esistono quattro idiomi principali:
 la lingua napoletana, parlata a Napoli, nella sua restante area
metropolitana, e nella maggior parte della Campania con qualche
lieve variazione da comune a comune;
 il dialetto cilentano, appartenente ai dialetti lucani, viene parlato nel
Cilento;
 il dialetto beneventano parlato nel Sannio;
 il dialetto irpino in Irpinia.
103
Geo 1: Le regioni italiane
14.6 Le città
Napoli è una città italiana di 960.593 abitanti, capoluogo dell'omonima
provincia e della regione Campania. Situata in posizione pressoché
centrale nell'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi
Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e
Milano, nonché cuore di una delle aree metropolitane più popolose
d'Europa.
Piazza del Plebiscito a Napoli
Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è, dal basso medioevo
fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d'Europa.
Sede della Federico II, la più antica università statale d'Europa, ospita
altresì l'Orientale, la più antica università di studi sinologici ed
orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche
accademie militari al mondo, eletta Patrimonio Storico e Culturale dei
Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea Parlamentare del
Mediterraneo.
Punto focale dell'Umanesimo attraverso l'Accademia Pontaniana, centro
della filosofia naturalistica del rinascimento, culla dell'illuminismo in
Italia, è stata lungamente un punto di riferimento globale per la musica
classica e l'opera attraverso la scuola musicale napoletana, dando tra
l'altro origine all'opera buffa. Città dall'imponente tradizione nel campo
delle arti figurative che affonda le proprie radici nella pittura
104
Geo 1: Le regioni italiane
pompeiana, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici
originali, quali il rinascimento e il barocco napoletano, il caravaggismo,
la scuola di Posillipo ed il Liberty napoletano, nonché ad arti minori ma
di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte ed il
presepe napoletano. È all'origine di una forma distintiva di teatro, di una
canzone di fama mondiale e perfino di una peculiare tradizione
culinaria che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone
globali, come la pizza napoletana. Nel 1995 il centro storico di Napoli,
il più vasto d'Europa, è stato riconosciuto dall'UNESCO come
patrimonio mondiale dell'umanità. Nel 1997 l'apparato vulcanico
Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il
vicino Miglio d'Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San
Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della
biosfera.
La Reggia di Caserta
105
Geo 1: Le regioni italiane
15.MARCHE
Le Marche sono una regione dell'Italia centrale di
1 541 692 abitanti con capoluogo Ancona. Confinano con
l'Emilia-Romagna, la Repubblica di San Marino, la
Toscana, l'Umbria, il Lazio, l'Abruzzo e il Mar Adriatico.
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Ancona
Gian Mario Spacca (PD) dal 04/04/2005
343 m s.l.m.
9 366 km²
1 541 692 (30 ottobre 2012)
106
Geo 1: Le regioni italiane
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
164,61 ab./km²
Ancona, Ascoli Piceno, Fermo,Macerata, Pesaro e
Urbino
239
Abruzzo, Emilia-Romagna,Lazio, Toscana, Umbria
marchigiani
(PPA) 32.321,8 mln €
(PPA) 25.640 €
15.1 Territorio
Le Marche sono collocate sul versante del medio Adriatico e occupano
circa 9.365,86 km² di territorio italiano che si estende tra il fiume Conca
a nord e il Tronto a sud; a ovest la regione è limitata dall'Appennino.
Essa presenta una forma caratteristica di pentagono irregolare e si
sviluppa perlopiù longitudinalmente da nord-ovest a sud-est. Una zona
montuosa è formata dall'Appennino Umbro-Marchigiano. Le Marche
sono una delle regioni più collinari d'Italia: le colline comprendono il
69% del territorio (6.462,90 km²). Il 31% (2.902,96 km²) è invece
montuoso. Le pianure sono limitate ad una stretta fascia costiera e alla
parte delle valli più vicine alla foce dei fiumi. L'Appennino che
attraversa le Marche è chiamato umbro-marchigiano, e comprende
quattro pieghe, o catene, incurvate e parallele, con la convessità diretta
verso la costa. La prima catena è quella che fa da confine con l'Umbria;
in essa si trova il Monte Catria (m 1701). La seconda catena è quella del
San Vicino e comprende il monte omonimo e la quinta maestosa dei
Monti Sibillini, con il massimo rilievo regionale, il Monte Vettore (m
2478). In queste prime due pieghe si trovano importanti complessi
carsici, tra cui le notissime grotte di Frasassi. La terza piega è quella su
cui sorge Cingoli, non a caso chiamato "il balcone delle Marche".
L'ultima piega arriva a lambire il mare: è quella costituita da Monte
Conero o Monte d'Ancona, che dà origine ad un promontorio posto a
metà della costa marchigiana.
Il gruppo montuoso più elevato della regione è la pittoresca catena dei
Sibillini, a cavallo delle province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata.
Altri monti importanti della regione sono: Monte Rotondo (2103 m),
107
Geo 1: Le regioni italiane
Monte Priora (2334 m), Monte Bove (2143 m), Monte Sibilla (2175 m),
Monte Vallelunga (2221 m), Monte Porche (2335 m).
Il litorale, lungo 173 km, ha un andamento rettilineo, con lunghe
spiagge sabbiose o ghiaiose. La costa bassa è interrotta però dal Monte
San Bartolo, nei pressi di Pesaro e dal promontorio del Conero, che dà
origine ad alte e spettacolari falesie calcaree e rappresenta il punto più
alto della costa. Questo monte protegge a nord il Golfo di Ancona, nella
cui parte più interna è situato il porto di Ancona. Un'altra breve zona di
costa alta è nei pressi di Grottammare.
I fiumi, dal carattere torrentizio, hanno un tipico andamento parallelo e
formano quella struttura di valli che spesso è chiamata "a pettine".
Caratteristica dei fiumi marchigiani è il fatto che essi nascono quasi
tutti nella catena appenninica che fa da confine con l'Umbria e che
dunque per giungere al mare devono attraversare la catena del San
Vicino con pittoresche gole come quella del Furlo, di Frasassi, della
Rossa, di Pioraco, di Arquata. Il fiume più lungo è il Metauro. Il centro
di alcune città è attraversato dal corso di fiumi. Nei pressi della foce del
fiume Foglia sorge Pesaro; il fiume Misa, prima di giungere al mare,
attraversa Senigallia; il centro di Ascoli Piceno è circondato da due
corsi d'acqua: il Tronto e il Castellano, che ivi confluiscono. Alcune
foci di fiumi sono state utilizzate per ricavare dei porti canale (Pesaro,
Fano e Senigallia).
Il territorio è soggetto a terremoti: infatti, il 97,3% della regione, pari a
230 comuni, è stato classificato a rischio medio o alto.
15.2 Clima
Nella zona litoranea il clima è subcontinentale a nord di Ancona con
sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate
dalla benevole brezza marina, inverni freddi con regolari piogge di
stagione. Nelle zone montuose vi sono estati fresche e inverni rigidi con
ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone
collinari interne dove si possono verificare basse temperature.
15.3 Storia
Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia (che
arrivava a Fano) e la Salaria (che arrivava a Porto d'Ascoli). Inoltre
durante il periodo imperiale, Ancona venne scelta da Traiano come
108
Geo 1: Le regioni italiane
porto di Roma verso Oriente, come testimonia anche l'iscrizione
dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è
chiamato accessum Italiae, cioè "ingresso d'Italia". Nel Medioevo, in
seguito alla invasione dei longobardi il territorio regionale si ritrovò
spezzato, da una parte le città costiere del nord della regione fino ad
Ancona, costituì la Pentapoli, sotto la giurisdizione dell'Impero Romano
d'Oriente, il sud delle regione ed una buona fetta dell'interno fu
conquistato dai longobardi. In epoca comunale fiorirono i comuni di
Pesaro, Fano, Ancona, Jesi, Fermo e Ascoli Piceno. In particolare
Ancona ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi
rapporti marittimi con l'Oriente; è infatti una delle repubbliche marinare
il cui stemma non compare nella bandiera della marina militare. Nel
Rinascimento celebre in tutta Europa è il ducato di Urbino, che fu un
vero e proprio faro dell'arte e della cultura italiana. La battaglia finale
dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: fu la celebre
battaglia di Castelfidardo, che permise l'unione dei territori conquistati
da Garibaldi al sud con quelli redenti da Vittorio Emanuele II al nord.
15.4 Economia
L'economia marchigiana è costituita maggiormente da una fiorente
piccola-media industria ad alta specializzazione distribuita equamente
in tutto il suo territorio, ma concentrata soprattutto nel litorale e nelle
valli. Tra i settori di spicco possiamo trovare: l'industria pellettiera e
delle poltrone di Tolentino, l'industria delle calzature, in numerosi
centri delle province di Fermo e Macerata, l'industria di mobilieria e
meccanica pesarese, quelle meccaniche, di stampi e vitivinicole di
Matelica e dei Castelli di Jesi, patrie del vino Verdicchio; la grande
industria navale di Fano, Ancona, San Benedetto del Tronto e
Civitanova Marche; l'industria di elettrodomestici e della carta di
Fabriano e poi quella turistica, ogni anno sempre più florida grazie ai
tanti centri balneari e artistici, i quali attirano tanti turisti dall'Italia e
dall'Europa. È importante anche la pesca: le Marche sono la terza
marineria italiana per catture, dietro Sicilia e Puglia, regioni che
peraltro hanno uno sviluppo costiero notevolmente maggiore. In
rapporto quindi allo sviluppo costiero sono la prima regione italiana.
109
Geo 1: Le regioni italiane
15.5 Popolazione
Nel 2006 i nati sono stati 13.757 (9,0‰), i morti 15.809 (10,3‰) con
un incremento naturale di -2.052 unità rispetto al 2005 (-1,3‰). Le
famiglie contano in media 2,5 componenti. Il 31 dicembre 2007 su una
popolazione di 1.520.636 abitanti e una densità di 157 abitanti per km²
si contavano 81.890 stranieri (5,4%). Nel 2010, la popolazione straniera
è aumentata notevolmente superando le 155000 persone e raggiungendo
il 10% del totale.
15.6 Le città
Ancona è comune italiano di 100.261 abitanti, capoluogo della
provincia omonima e delle Marche. Affacciata sul mare Adriatico,
possiede uno dei maggiori porti italiani. Città d'arte con un centro
storico ricco di monumenti e con una storia millenaria, è uno dei
principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro
urbano per dimensioni e popolazione. Protesa verso il mare, la città
sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più
ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che
fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio
e per questo motivo chiamarono la nuova città Ἀγκών, "ankòn", che in
greco significa gomito. L'origine greca di Ancona è ricordata
dall'epiteto con la quale è conosciuta: la "città dorica". La città di
Ancona sorge nella costa dell'Adriatico centrale su un promontorio
formato dalle pendici settentrionali di monte Conero o monte d'Ancona.
Questo promontorio dà origine ad un golfo, il golfo di Ancona, nella cui
parte più interna si trova il porto naturale. Ad Ancona il sole sorge e
tramonta sul mare; il fenomeno è dovuto alla forma a gomito del suo
promontorio, bagnato dal mare sia ad est che ad ovest. La città possiede
varie spiagge, sia di costa alta sia di costa bassa. La più nota spiaggia a
Sud di Ancona è Portonovo, posta sotto il Monte Conero, con tipici
sassi bianchi e arrotondati, sede di attrezzature turistiche.
110
Geo 1: Le regioni italiane
Il porto di Ancona
Urbino
111
Geo 1: Le regioni italiane
16.PUGLIA
La Puglia è una regione dell'Italia Meridionale di
4.045.110 abitanti, con capoluogo Bari. Confina a nordovest con il Molise, a ovest con la Campania e la
Basilicata ed è bagnata dal mare Adriatico a est e nord e
dal mar Ionio a sud. La Puglia è la regione più orientale
d'Italia: la località più a est è Punta Palascìa, presso
Otranto, distante circa 80 km dalle coste dell'Albania e
dall'isola greca di Fanò nelle Isole Diapontie, parte delle
Isole Ionie. Con circa 800 chilometri di coste è inoltre una delle regioni
italiane con maggiore sviluppo costiero. Lungo la costa si alternano
tratti rocciosi, falesie e litorali sabbiosi.
112
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Bari
Nichi Vendola (SEL) dal 2010 (2º mandato)
184 (media)[1] m s.l.m.
19 358 km²
4 045 110[2] (30-09-2012)
208,96 ab./km²
6
258
Basilicata, Campania, Molise
italiano, dialetto foggiano, dialetto apulobarese, dialetto tarantino, dialetto salentino
Minori: arbëreshë, francoprovenzale, griko
Pugliesi
(PPA) 54.043,6 mln €
(PPA) 16.900 €[3] anno 2009
16.1 Territorio
I territori della Puglia
L'interno della regione è prevalentemente pianeggiante e collinare,
senza evidenti contrasti tra un territorio e l'altro. Tuttavia, vi sono otto
113
Geo 1: Le regioni italiane
sub regioni differenti: il Gargano e il Subappennino Dauno sono le
uniche zona montuose della Puglia (con rilievi che superano i 10001100 metri s.l.m.); il Tavoliere delle Puglie, esteso per 3000 chilometri
quadrati, rappresenta la più estesa pianura d'Italia dopo la Pianura
Padana; le Murge, un altopiano di natura calcarea posto a sud del
Tavoliere che si estende fino alle Serre Salentine; la Terra di Bari, tra la
Murge e il mare Adriatico, è un'area pianeggiante o leggermente
ondulata; la Valle d'Itria, situata a cavallo tra le province di Bari,
Brindisi e Taranto, si caratterizza da un'alternanza tra vallate e
ondulazioni e soprattutto da un'elevatissima popolazione sparsa (questa
è la zona di maggior concentrazione di trulli); l'Arco ionico tarantino
segue la costa dell'intera provincia, estendosi dal sistema murgiano, a
nord, fino alla penisola salentina, a sud, abbracciando una zona
collinare ed una vasta zona costiera pianeggiante. Alla Puglia
appartiene l'arcipelago delle Tremiti, a nord-est al largo della costa
garganica, le piccole isole Cheradi, presso Taranto e l'isola di
Sant'Andrea dinanzi alla costa di Gallipoli. Dal punto di vista
geografico la regione fisica pugliese include anche il piccolo arcipelago
di Pelagosa, a nord-est delle Tremiti, che oggi è parte della Croazia. Dal
punto di vista geologico la Puglia è costituita per quasi l'80% da rocce
calcaree e dolomitiche in tutte le loro varietà.
La natura carsica di gran parte del territorio pugliese e la scarsità di
precipitazioni rendono la regione particolarmente povera di corsi
d'acqua superficiali. Con l'eccezione dell'Ofanto e del Fortore, che
hanno in Puglia solo parte del loro percorso, i fiumi pugliesi sono
caratterizzati per lo più corsi brevi e a carattere torrentizio, come accade
al Candelaro, al Cervaro e al Carapelle.
I laghi naturali della regione sono tutti laghi costieri, separati dal mare
Adriatico mediante stretti cordoni sabbiosi. I maggiori sono quelli di
Lesina e di Varano sulla costa settentrionale del Gargano. In territorio
di Manfredonia si trova l'area umida del lago Salso, alimentata dalle
acque dolci del Cervaro. Le Saline di Margherita di Savoia sono invece
il residuo del cosiddetto lago di Salpi, attestato in epoca romana. Più a
sud, presso Otranto, si trovano invece i laghi Alimini.
Tra gli invasi artificiali, il lago di Occhito, a monte della omonima diga
costruita sul fiume Fortore nei pressi del confine col Molise, è il primo
bacino artificiale realizzato in Puglia, per fronteggiare le frequenti crisi
114
Geo 1: Le regioni italiane
idriche della regione.A Brindisi si trova l'invaso del Cillarese,creato nel
1980 e oggi oasi protetta. Più recente è il lago sul torrente Locone,
affluente dell'Ofanto, realizzato nel territorio di Minervino Murge al
confine con la Basilicata.
I monti più elevati si trovano nel subappennino Dauno, nella zona nordoccidentale, al confine con la Campania, dove si toccano i 1152 m del
Monte Cornacchia, e sul promontorio del Gargano, a nord-est con i
1055 m del monte Calvo, monte Spigno, monte Vernone, monte Sacro.
Una veduta dei Laghi Alimini presso Otranto
Il territorio collinare pugliese è suddiviso tra le Murge e le serre
salentine. La Murgia (o le Murge), è una subregione pugliese molto
estesa, corrispondente a un altopiano carsico di forma rettangolare
compresa per gran parte nella provincia di Bari e in quella di BarlettaAndria-Trani. Si estende a occidente toccando la provincia di Matera, in
Basilicata; inoltre si prolunga verso sud nelle province di Taranto e
Brindisi. Si suddivide in Alta Murgia, che rappresenta la parte più alta e
rocciosa, costituita prevalentemente da bosco misto e dove la
vegetazione è piuttosto povera, e in Bassa Murgia, dove la terra è più
fertile e ricoperta in prevalenza da oliveti. Le serre salentine, invece,
sono un elemento collinare che si trova nella metà meridionale della
115
Geo 1: Le regioni italiane
provincia di Lecce. Le pianure sono costituite dal Tavoliere delle
Puglie, che rappresenta la più vasta pianura d'Italia dopo la Pianura
Padana e occupa quasi la metà della Capitanata; dalla Pianura Salentina,
un vasto e uniforme bassopiano del Salento che si estende per gran
parte del brindisino (piana brindisina), per tutta la parte settentrionale
della provincia di Lecce, fino alla parte meridionale della provincia di
Taranto, e dalla fascia costiera della Terra di Bari, quella parte di
territorio stretto tra le Murge e il mare Adriatico e comprendente l'intero
litorale dalla foce dell'Ofanto fino a Fasano.
16.2 Clima
In tutta la Puglia il clima è tipicamente mediterraneo: le zone costiere e
pianeggianti hanno estati calde, ventilate e secche e inverni miti. Le
precipitazioni, concentrate durante l'autunno inoltrato e l'inverno, sono
scarse e per lo più di carattere piovoso in pianura, mentre sull'altopiano
delle Murge sono frequenti le nevicate in caso di correnti fredde da est.
In autunno inoltrato e in inverno sono frequenti le nebbie mattutine e
notturne nella Capitanata e sulle Murge. Le escursioni termiche tra
estate e inverno sono notevolissime nelle pianure interne.
16.3 Storia
L'insediamento umano in Puglia risale quanto meno a 250.000 anni fa,
come testimoniano i resti fossili dell'Uomo di Altamura, una forma
arcaica di Homo neanderthalensis.
Il nome storico Apulia (esito latino del greco Ἰαπυγία, Japigia) deriva
dall'antica popolazione degli Apuli (gr. Japigi) che in epoca preromana
abitavano la parte centro-settentrionale della regione (i Dauni a nord, i
Peuceti al centro, mentre a sud era stanziato l'affine popolo dei
Messapi). Il termine Japudes (Japigi) si compone del prefisso arcaico
"jap-", che indicherebbe i popoli provenienti dall'altra costa
dell'Adriatico. Secondo una diffusa pseudo-etimologia, invece, Apulia
deriverebbe da Apluvia, ossia terra senza piogge.
116
Geo 1: Le regioni italiane
Anfiteatro Romano di Lecce
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, molti popoli (Eruli e
Ostrogoti) si alternarono sul territorio, ma alla fine divenne dominio
dell'Impero bizantino (VI-XI secolo). Bari divenne capoluogo di un
territorio esteso sino all'odierna Basilicata e sottoposto all'autorità di un
capitano (o più propriamente catapano), nome del governatore bizantino
da dove deriva il termine Capitanata. Con l'arrivo dei Normanni (XI
secolo), Taranto diventò la capitale dell'omonimo principato, esteso su
tutta la Terra d'Otranto. Sia con i Normanni che con gli Svevi
capeggiati dagli Hohenstaufen, la Puglia conseguì un grande progresso
materiale e civile, che toccò l'apice con Federico II, a cui si deve la
realizzazione di una serie di edifici laici e religiosi, alcuni di alto valore
artistico, tra cui Castel del Monte ad Andria. Tra il 1200 e il 1400 la
Puglia fu sotto la dominazione degli Angioini, all'interno del Regno di
Napoli, a cui si sostituirono gli spagnoli. Dopo varie prese di potere,
passò, insieme al resto del Regno di Napoli dagli Asburgo ai Borboni,
sancendo l'indipendenza del Regno delle due Sicilie. Tra il 1806 e il
1815, vi fu la dominazione francese. Nel periodo postumo all'unità
d'Italia, sorsero diverse bande brigantesche, soprattutto in Capitanata e
117
Geo 1: Le regioni italiane
Terra di Bari. Durante il Fascismo la Puglia fu interessata da numerose
bonifiche in vaste aree e, successivamente alla riforma agraria del
secondo dopoguerra, la regione ha goduto di un forte sviluppo agricolo.
Negli anni settanta e negli anni ottanta l'economia della regione passò
dal settore primario a quello terziario, con il notevole sviluppo derivato
dal settore turistico. Nel 2004 viene istituita la sesta provincia pugliese,
la provincia di Barletta-Andria-Trani comprendente come capoluogo tre
grosse città e complessivamente dieci comuni scorporati dalle province
di Bari e Foggia.
16.4 Economia
Tra le regioni del Mezzogiorno, l'economia della Puglia è quella che ha
registrato negli ultimi anni l'andamento migliore. La crescita del PIL,
secondo i dati ISTAT, segna un +1,8% (+1,5% dell'Italia nel complesso
e +0,7% del Mezzogiorno) dovuto soprattutto alla crescita del settore
terziario (+2,9%) e dell'Industria (+0,7%) a fronte di un calo notevole
del settore agricolo (-8,8%). Il Pil ai prezzi di mercato per abitante
evidenzia un ritmo di crescita del +3,9% (a fronte del +3,0% nazionale
e +2,6% del Mezzogiorno).
In provincia di Foggia si coltiva il 50% del pomodoro italiano
La Puglia conosce negli ultimi anni uno sviluppo accelerato del
turismo, che però presenta dei limiti: esso è soprattutto nazionale e
stagionale. La Puglia è riuscita a coniugare le proprie tradizioni, la
propria storia e le vocazioni produttive con l'innovazione e la
tecnologia. Ha raggiunto, infatti, buoni livelli di specializzazione in
numerosi comparti industriali. Diverse politiche con l'obiettivo di
sviluppare processi di innovazione insieme a una vasta disponibilità di
118
Geo 1: Le regioni italiane
incentivi agli investimenti, hanno fatto sì che il sistema produttivo
locale crescesse e che si attirassero oltre 40 gruppi industriali
internazionali appartenenti ai settori aerospaziale, automobilistiche,
chimico e ICT. Il sistema regionale della ricerca conta oltre 5.000
ricercatori e vanta competenze scientifiche specializzate in ambiti
interdisciplinari: settori Biologia, ICT e nanotecnologie, che hanno
contribuito alla nascita e consolidamento di tre distretti tecnologici:
biotecnologie, high tech e meccatronica. La regione dispone inoltre di
un capitale umano altamente qualificato e specializzato che conta oltre
103.000 studenti universitari e quasi 15.000 nuovi laureati l'anno.
16.5 Popolazione
I numerosi dialetti parlati in Puglia sono classificati entro due gruppi
fondamentali, nettamente distinguibili soprattutto sotto il profilo
fonetico:
 nella parte centro-settentrionale della regione sono parlati i dialetti
pugliesi propriamente detti, comprendenti il barese, il foggiano e le
loro varianti comunali oltre a quello garganico;
 nel Salento si parla invece il dialetto salentino, a sua volta
classificabile in leccese, brindisino, magliese-otrantino, leucadeo e
gallipolino.
Il dialetto tarantino e quelli di altri centri lungo la direttrice TarantoOstuni possono essere classificati come dialetti di transizione apulosalentina. Una peculiarità linguistica della Puglia è inoltre la presenza di
piccole isole linguistiche nelle quali si parlano idiomi non riconducibili
al gruppo delle lingue neolatine:
 il griko, diffuso nella Grecìa salentina, è una lingua derivata dal
greco, la cui diffusione nel Salento è fatta risalire a insediamenti
bizantini o addirittura a colonie magnogreche;
 l'arbëreshë, derivato dalla lingua albanese, è parlato nel tarantino a
San Marzano di San Giuseppe e sul Subappennino dauno a
Casalvecchio di Puglia e Chieuti. È l'esito dell'emigrazione
dall'Albania tra il XV e il XVIII secolo.
16.6 Le città
Bari è un comune italiano di 313.855 abitanti, capoluogo dell'omonima
provincia e della regione Puglia.
119
Geo 1: Le regioni italiane
Bari è la città più grande ed economicamente più importante che si
affaccia sul Mar Adriatico. È il nono comune italiano per popolazione,
terzo del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo e primo della regione. È
il cuore di un'area metropolitana di circa 1.000.000 di abitanti. È nota
per essere la città nella quale riposano le reliquie di san Nicola. Tale
privilegio ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla
Chiesa ortodossa in Occidente. Bari ha una solida tradizione mercantile
e da sempre è punto nevralgico nell'ambito del commercio e dei contatti
politico-culturali con l'Est europeo e il Medio Oriente. Il suo porto è
oggi il maggiore scalo passeggeri del Mare Adriatico. Dal 1930 si tiene
a Bari la Fiera del Levante; più recentemente la città è diventata sede
del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8. Il centro storico,
conosciuto come città vecchia, è permeato di una storia millenaria e si
contrappone all'ottocentesco quartiere muratiano dall'ordinata pianta a
scacchiera, che meglio interpreta la tradizione commerciale della città.
Il territorio comunale è al centro di una vasta area pianeggiante e
depressa, la conca di Bari.
Castel del Monte, vicino ad Andria
120
Geo 1: Le regioni italiane
17.BASILICATA
La Basilicata o anche comunemente Lucania è una
regione dell'Italia Meridionale di 576 060 abitanti e ha
come capoluogo Potenza. Comprende la provincia di
Potenza e la provincia di Matera. Le altre città principali,
oltre ai due capoluoghi Potenza e Matera, sono Melfi,
Pisticci e Policoro. Confina a nord e a est con la Puglia, a
ovest con la Campania, a sud con la Calabria, a sud-ovest è bagnata dal
mar Tirreno e a sud-est è bagnata dal Mar Ionio.
121
Geo 1: Le regioni italiane
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni confinanti
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Potenza
Vito De Filippo (PD) dal 2005(dimissionario)
633 m s.l.m.
9 992 km²
576 060 (settembre 2012)
57,65 ab./km²
Matera, Potenza
131
Calabria, Campania, Puglia
Lucani
(PPA) 8 612,3 mln €
(PPA) 18 021 €[3]
17.1 Territorio
Il territorio della Basilicata è prevalentemente montuoso (47%) e
collinare (45% circa) e possiede un'unica grande pianura: la Piana di
Metaponto. I massicci del Pollino (Serra Dolcedorme - 2.267 m) e del
Sirino (Monte Papa - 2.005 m), il Monte Alpi (1.900 m), il Monte
Raparo (1.764 m) e il complesso montuoso della Maddalena (Monte
Volturino - 1835 m) costituiscono i maggiori rilievi dell'Appennino
lucano. Nell'area nord-occidentale della regione è presente un vulcano
spento, il monte Vulture. Le colline costituiscono il 45,13% del
territorio e sono di tipo argilloso, soggette a fenomeni di erosione che
danno luogo a frane e smottamenti. Le pianure occupano solo l'8% del
territorio. La più estesa è la piana di Metaponto che occupa la parte
meridionale della regione, lungo la costa ionica. I fiumi lucani sono a
carattere torrentizio e sono il Bradano, il Basento, l'Agri, il Sinni e il
Cavone. Tra i laghi, quelli di Monticchio hanno origini vulcaniche,
mentre quelli di Pietra del Pertusillo, di San Giuliano e del Monte
Cotugno sono stati costruiti artificialmente per usi potabili e irrigui.
Artificiale è anche il lago Camastra le cui acque vengono potabilizzate.
Le coste del litorale ionico sono basse e sabbiose mentre quelle del
litorale tirrenico sono alte e rocciose.
122
Geo 1: Le regioni italiane
17.2 Clima
Il clima è di tipo mediterraneo sulle coste e continentale sui rilievi
montuosi. La parte orientale della regione, non avendo la protezione
degli appennini, risente dell'influsso del mar Adriatico. Ma nonostante
la diversità del territorio, il clima della regione può essere definito
continentale, con caratteri mediterranei solo nelle aree costiere. Infatti
se ci si addentra già di qualche chilometro nell'interno, soprattutto in
inverno, la mitezza viene subito sostituita da un clima rigido e umido.
17.3 Storia
La Lucania antica era ben più vasta dell'odierna Basilicata; oltre a
questa infatti comprendeva vasti territori appartenenti ad altre due
regioni odierne: Campania (Cilento e Vallo di Diano nel Salernitano) e
Calabria (arrivava a Sibari, Turi, e al fiume Lao, nel Cosentino). Non
comprendeva però le terre a est del fiume Bradano, quindi la stessa
Matera, ma anche l'intera area del Vulture, la cui principale città era
Venusia, all'epoca degli Irpini. Il toponimo Basilicata è attestato la
prima volta attorno al X secolo. La provenienza di tale nome è spesso
associato al termine greco Basilikos, nome con cui venivano chiamati i
Governanti bizantini della Regione. Basilikos in greco vuol dire
"funzionario del re" e deriva da un'altra parola greca: Basileus (Re).
17.4 Economia
La Basilicata, svantaggiata dalla propria costituzione morfologica ed
emarginata per lungo tempo dagli investimenti, nonché ancora
largamente sprovvista di importanti vie di comunicazione, è una delle
regioni meno sviluppate del Paese: il suo reddito pro capite si colloca al
16º posto nel panorama delle regioni italiane, ma, dal 2001, nel quadro
del Mezzogiorno e Isole è il più alto dopo Abruzzo, Sardegna e Molise.
Il settore agricolo costituisce ancora un caposaldo dell'economia
regionale. La produzione di colture di pregio è relegata solo in alcuni
territori regionali a causa dei condizionamenti esercitati dalla
montuosità del territorio, dalla sua scarsa fertilità e dall'irregolarità delle
precipitazioni. La riforma fondiaria, cominciata a partire dagli anni
Cinquanta, ha contribuito allo sviluppo dell'agricoltura: privilegiate
risultano le valli dell'Agri, nel suo medio corso, e dell'Ofanto, oltre alla
piana di Metaponto. Le colture più estese sono quelle del frumento,
123
Geo 1: Le regioni italiane
seguito da altri cereali che in buona parte costituiscono materia prima
per l'industria alimentare lucana (avena, orzo, mais), e delle patate;
abbastanza diffusi sono la vite (soprattutto uva da vino), l'olivo,
presente nelle aree collinari, e gli agrumi, nelle piane ioniche; un certo
incremento hanno registrato alcune colture industriali, in particolare la
barbabietola da zucchero (che ha superato per estensione la tradizionale
coltura della patata) e il tabacco, e quelle ortofrutticole. Nelle zone
interne del materano è sviluppata la coltura di cerealicola: frumento,
granturco, orzo e avena, di cui la regione è la maggior produttrice
nazionale. Sulle colline a ridosso del Metapontino invece c'è una
fiorente coltivazione di vigneti, mentre nella piana sono molto
sviluppate le piantagioni di alberi da frutto: susine, pesche, pere, kiwi e
agrumeti. L'allevamento è suddiviso per zone, infatti nella zona del
materano abbiamo quello di ovini, suini, caprini mentre quello dei
bovini è per lo più praticato nelle zone montuose del potentino e nei
grandi pascoli del melfese. La pesca è poco sviluppata, ed è solo
limitata alla costa Ionica. La vera ricchezza è rappresentata dalle risorse
del sottosuolo che offrono ottime prospettive per lo sviluppo economico
della regione, in particolare il ritrovamento di giacimenti petroliferi
nella Val d'Agri ha portato nel 1998 alla stipula di un accordo fra
Governo, Regione ed Eni. La regione è ricchissima di idrocarburi,
particolarmente metano (nella Valle del Basento) e petrolio, in Val
d'Agri, dove è situato il più grande giacimento dell'Europa continentale.
La regione è specializzata nella produzione alimentare, nella produzione
di fibre artificiali, nella lavorazione di minerali non metalliferi e nelle
produzioni chimiche (concentrate in Valbasento). Positiva è la
localizzazione di industrie alimentari “esogene” (pastarie, lattiere,
dolciarie), in particolare a Matera e nel Melfese. Nuove prospettive ha
aperto la costruzione di uno stabilimento della FIAT a Melfi (1993), sia
per i posti di lavoro che offre nel brevissimo termine sia per le
possibilità di occupazione che lo sviluppo dell'indotto potrebbe creare
nel medio e lungo periodo. L'industria della regione è basata sulle
attività di piccole e medie imprese: industrie alimentari (oleifici,
aziende vinicole, pastifici), tessili e industrie della lavorazione del
marmo. Di rilevanza lo stabilimento Fiat di Melfi mentre a Matera è
124
Geo 1: Le regioni italiane
presente l'industria ferroviaria Ferrosud e l'industria del mobile.
Una parte dello stabilimento FIAT di Melfi
A Potenza esistono stabilimenti chimici mentre nella Valle del Basento
sono presenti impianti di produzione tessile. Nel Metapontino, infine, vi
è una grande presenza di aziende agricole con produzione industriale
soprattutto di fragole e alberi da frutto.
Il turismo è basato su tre categorie: Storico-culturale per quanto
riguarda le città della Magna Grecia (Metaponto, Policoro, Nova Siri),
le città d'epoca romana (Venosa, Grumentum), le città medioevali
(Melfi, Miglionico, Tricarico, Valsinni), e i Sassi di Matera,
testimonianza di civiltà preistoriche, rupestri e contadine; Balneare per
quanto riguarda le due coste lucane, quella tirrenica (Maratea) e quella
ionica (Metaponto, Pisticci, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella,
Nova Siri); Montano-escursionistico con il Parco nazionale del
Pollino, e sciistico (comprensorio del Monte Sirino).
17.5 Popolazione
La Basilicata è divisa in due province: Matera con 31 comuni e Potenza
con 100 comuni. La popolazione è concentrata per lo più nei grossi
centri, infatti il 56% abita nei 12 centri più grandi della regione, il 27%
invece vive nei centri medi, cioè quelli compresi tra i 5.000 e i 10.000
abitanti, e il restante 17% vive nei piccoli comuni. In Basilicata è
presente una numerosa minoranza etnica e linguistica albanese.
17.6 Le città
Potenza ha 66.400 abitanti, è capoluogo della provincia omonima e
della regione. Situata a 819 metri s.l.m., è il capoluogo di regione più
125
Geo 1: Le regioni italiane
alto d'Italia. La città sorge lungo una dorsale appenninica a nord delle
Dolomiti lucane nell'alta valle del Basento, attraversata dal corso del
fiume omonimo e racchiusa da vari monti più alti come ad esempio i
Monti Li Foj. L'antico nucleo medievale, il quartiere centro storico, è
situato nella parte alta della città, mentre i moderni ed estesi quartieri
sono sorti più in basso. Probabilmente, la prima collocazione della città
fu a 1.095 m di altitudine, in località oggi denominata Serra di Vaglio.
Al fine di migliorare la viabilità cittadina, il fiume Basento che
attraversa la città è interessato dalla costruzione di nuovi ponti e viadotti
che hanno portato all'abbattimento di alberi e piante che crescevano
spontaneamente vicino alle rive del fiume. Per quanto riguarda il
Rischio Sismico, nel centro urbano della città di Potenza, i progetti degli
edifici in cemento armato, di cui la maggior parte è stata realizzata
prima del 1981 e si trova quindi a fare i conti con il degrado naturale dei
materiali, sono stati redatti secondo una classificazione che collocava
Potenza in seconda categoria (media sismicità) mentre, attualmente, il
capoluogo è considerato ricadente in zona ad alta sismicità.
I Sassi di Matera, patrimonio dell’UNESCO
126
Geo 1: Le regioni italiane
18.CALABRIA
La Calabria è una regione dell'Italia Meridionale di
1.954.403 abitanti, con capoluogo Catanzaro. Confina a
nord con la Basilicata e a sud-ovest un braccio di mare la
separa dalla Sicilia ed è bagnata a est dal mar Ionio e ad
ovest dal mar Tirreno. La regione costituisce la punta
dello stivale, è bagnata ad ovest dal mar Tirreno, ad est
dal mar Ionio, a nord-est dal golfo di Taranto e a sud-ovest è separata
dalla Sicilia dallo Stretto di Messina, la cui distanza minima tra Capo
Peloro in Sicilia e Punta Pezzo in Calabria è di soli 3,2 km, dovuta al
127
Geo 1: Le regioni italiane
legame geologico presente in profondità
dell'Aspromonte e la catena dei Peloritani.
Capoluogo
Presidente
Altitudine
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
tra
il
massiccio
Catanzaro
Giuseppe Scopelliti (PdL) dal 29/03/2010
418[1] m s.l.m.
15 079 km²
1 954 403[2] (31-10-2012)
129,61 ab./km²
Catanzaro, Cosenza, Crotone,Reggio
Calabria, Vibo
Valentia
409
Basilicata
italiano, calabrese, greco,arbëreshë, occitano
Calabresi
(PPA) 26.480,9 mln €
(PPA) 16.400 €
18.1 Territorio
La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende
per il 49,2% del suo territorio. Presenta ampie zone montuose che
coprono il 41,8% del suo territorio:
 a nord il versante meridionale del Massiccio del Pollino al confine
con la Basilicata, con le vette più elevate della Calabria, il Monte
Serra Dolcedorme 2.267 m. e il Monte Pollino m. 2.248.
 nel nord-ovest, a sud della piana di Campotenese si elevano i
cosiddetti Monti di Orsomarso e a sud del Passo dello Scalone ha
luogo la Catena Costiera che si allunga tra la costa tirrenica e i
profondi valli dei fiumi Crati e Savuto che la separano dall'altopiano
della Sila.
 nel centro-nord la Sila, un vasto altopiano con foreste di aghifoglie e
latifoglie che si estende a sud fino all'istmo di Catanzaro;
 Al di sotto dell'istmo di Catanzaro, iniziano le Serre calabresi, tra cui
spiccano quelle vibonesi che si spingono con un doppio allineamento
128
Geo 1: Le regioni italiane
montuoso fino a congiungersi direttamente con l'Aspromonte; la
vetta più elevata delle Serre, il Monte Pecoraro, raggiunge 1420 m;
 fra le pianure di Piana di Sant'Eufemia e di Piana di Gioia Tauro si
erge il gruppo del monte Poro 710 m nella zona sud della provincia
di Vibo Valentia;
 a sud infine si erge l'acrocoro dell'Aspromonte la cui vetta più
elevata, il Montalto o monte Cocuzzo che raggiunge i 1955 m.
 la pianura più grande della Calabria è la Piana di Sibari.
Le pianure coprono il 9% del suo territorio e sono tutte di modesta
estensione. Le montagne occupano circa il 41%.
Monte Pollino (2.248 m) e serra Dolcedorme (2.267 m)
I fiumi della Calabria non presentano generalmente uno sviluppo
significativo a causa della forma stretta e allungata, della penisola
calabrese e a causa della disposizione dei rilievi montuosi perciò sono a
carattere torrentizio. Fanno eccezione il Crati e il Neto, i fiumi più
lunghi, i quali sfociano entrambi nel mar Ionio. Dall'altopiano della Sila
hanno origine l'Amato e il Savuto, che insieme al Lao che scende dal
Massiccio del Pollino, sono i maggiori fiumi del versante tirrenico. Gli
altri corsi d'acqua sono ancora più brevi e hanno le caratteristiche
tipiche delle fiumare in quanto hanno regime torrentizio, scorrono
incassati in stretti versanti a monte per poi riversarsi nelle pianure
alluvionali in ampi alvei ciottolosi, asciutti per gran parte dell'anno, ma
che possono riempirsi repentinamente in occasione di temporali o
piogge violente. Esistono numerosi laghi che sono artificiali, soprattutto
129
Geo 1: Le regioni italiane
sull'altopiano della Sila. I principali sono l'Ampollino, l'Arvo, il Cecita,
l'Angitola e il Passante.
18.2 Clima
Il clima calabrese è generalmente di tipo mediterraneo. Il litorale ionico
è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più
mite. gli Appennini e nelle zone interne, dal Pollino, alla Sila fino
all'Aspromonte, il clima è montano appenninico (continentale freddo)
con inverni freddi e nevosi, l'estate è tiepida e non mancano temporali.
Da segnalare l'interessante escursione termica giornaliera, in inverno,
nella valle del Crati, dove anche a quote di pianura possono verificarsi
abbondanti nevicate. Le differenti condizioni climatiche della regione
favoriscono anche una diversa vegetazione da zona a zona. Dal livello
del mare fino ai 600 metri (piano mediterraneo) predomina la macchia
mediterranea con ulivi, lecci e altre piante tipiche del clima
mediterraneo. Dai 700 metri fino ai 1000 metri (piano della bassa
montagna appenninica), invece, cresce una vegetazione di transizione:
castagni e altre querce hanno la loro dominanza. Dai 1000 metri in su
(piano montano) dominano le specie tipiche del clima di montagna,
composte da faggio, abete bianco e pino laricio. Sulle Serre calabresi il
piano montano inizia, in alcuni punti, anche a 800 metri. Come non
citare il famoso "pino loricato" (Pinus heldreichii), simbolo indiscusso
del Parco nazionale del Pollino. Questa antica reliquia vive solo sul
Pollino, mentre fuori dal territorio italiano lo si trova sui Balcani.
18.3 Storia
Di fondamentale importanza è lo sbarco dei Greci sulle coste calabresi,
i quali strapparono le terre ai Lucani (costretti a rifugiarsi nell'entroterra
e nella parte settentrionale della Calabria), e si mescolarono con gli altri
popoli autoctoni, dando vita ad una cultura meticcia, greco-italica,
estremamente florida nei secoli successivi. I Greci fondarono fiorenti
colonie, così magnificenti da guadagnarsi l'appellativo di Magna Grecia
(Grande Grecia), così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa
madrepatria.
Nel IX e X secolo, la Calabria fu terra di confine tra i Bizantini e gli
Arabi insediatisi in Sicilia, che si contesero a lungo la penisola, soggetta
a razzie e schermaglie, spopolata e demoralizzata. Alla lunga contesa
130
Geo 1: Le regioni italiane
arabo-bizantina mette fine però la famiglia normanna degli Altavilla.
L'anno 1061 sancisce infatti che la Calabria è dei Normanni, suddivisa
tra Roberto il Guiscardo, Duca di Calabria, e Ruggero, Conte di
Calabria, futuro Signore della Sicilia. L'Aspromonte, regione montana
nel sud della Calabria, in provincia di Reggio, fu scenario di una famosa
battaglia del Risorgimento, in cui Giuseppe Garibaldi rimase ferito. È
tuttora possibile ammirare l'albero cavo in cui secondo la tradizione
Garibaldi si sedette per essere curato, nei pressi di Gambarie, vicino a
Reggio. I cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento,
dalle guerre d'indipendenza fino all'impresa dei Mille. Garibaldi fu a
Cosenza il 31 agosto del 1860; due mesi dopo, un plebiscito sanzionò
l'annessione al Regno d'Italia. Con il Regno d'Italia costituito nel 1861,
la Calabria fu divisa amministrativamente nelle province di Catanzaro,
Cosenza e Reggio, rimarcando esattamente le preesistenti province del
Regno delle Due Sicilie.
18.4 Economia
Si tratta di una delle località italiane più povere, nonostante l'alto tasso
di economia sommersa non faccia in modo di poter quantificare
l'effettiva ricchezza della Regione. La presenza di una delle principali
organizzazioni criminali, la lontananza dei mercati e la carenza cronica
di infrastrutture infatti rende il tessuto economico calabrese
notevolmente fragile e troppo legato alle variazioni economiche
congiunturali. Nel settore primario, l'agricoltura è sviluppata soprattutto
nella coltivazione di ulivi (la regione è al secondo posto in Italia per la
produzione di olio, dopo la Puglia), di viti e di agrumi(uno di essi è il
bergamotto che è alla base di molti profumi). Il principale mercato
agricolo è Catanzaro sede del COMALCA il principale mercato agroalimentare della Calabria. Molto praticato anche l'allevamento
soprattutto di ovini e caprini nelle aree dell'entroterra ed anche la pesca
è discretamente sviluppata. Nel settore secondario sono ancora troppo
poco sviluppate le industrie alimentari e tessili; nelle zone di Crotone,
Vibo Valentia e Reggio Calabria sono sorte industrie petrolchimiche,
metalmeccaniche e chimiche. Il settore terziario è molto sviluppato a
Catanzaro, mentre sono importanti centri commerciali Lamezia Terme e
Cosenza. Varie zone della regione basano l'intera economia sul turismo
estivo soprattutto lungo la costa Ionica catanzarese, nell'area tirrenica
131
Geo 1: Le regioni italiane
reggina e nell'area tirrenica cosentina e reggina, su tutto il versante
costiero della provincia di Vibo Valentia. Discretamente sviluppato,
nonostante le potenzialità, il turismo invernale in Sila. La principale
risorsa turistica calabrese è il mare, con una lunghissima costa
affacciata su tre mari (Tirreno, Ionio e Stretto di Messina), una
particolare ricchezza della fauna ittica italiana, in un paesaggio che
alterna spiagge e scogliere. Lo scarso sviluppo industriale e l'assenza di
grandi città sulla gran parte del territorio ha permesso di preservare per
lungo tempo il mare incontaminato, e la Calabria è tuttora considerata
un paradiso naturalistico.
Un angolo di Tropea
Negli ultimi anni si è investito sulla capacità ricettiva di strutture
alberghiere, favorendo un incremento delle presenze nella regione.
Oltre alle ben conosciute mete turistiche costiere, anche l'entroterra
calabrese è ricco di storia, di tradizioni, ma anche e soprattutto di arte e
cultura. Tra le città culturali più importanti spicca Cosenza che dal 2008
è stata riconosciuta "città d'arte" dalla Regione Calabria. Fortezze,
chiese, necropoli, boschi e bacini naturalistici sono elementi
caratterizzanti questo territorio. Il turismo montano si sviluppa
soprattutto nella Sila e sull'Aspromonte, dichiarati Parchi Nazionali, che
132
Geo 1: Le regioni italiane
dispongono di infrastrutture per gli sport invernali, soprattutto nei centri
di Camigliatello, Lorica e Gambarie.
18.5 Popolazione
La popolazione calabrese presenta ancora oggi un'identità abbastanza
variegata, per questo l'insieme dei dialetti parlati nella regione
rispecchia tali caratteristiche. Nel nord della regione si parla un dialetto
derivante dalla lingua napoletana, mentre nel sud della regione si
riscontrano numerose somiglianze del dialetto locale con la lingua
siciliana, ma complessivamente il vernacolo parlato in tutta la regione è
spesso identificato come "calabrese".
18.6 Le città
Reggio di Calabria è un comune italiano di 180.732 abitanti,
capoluogo dell'omonima provincia.
È il primo comune della regione per popolazione e il secondo per
superficie. Unica Città di rango metropolitano della regione, essendo
una delle 14 città metropolitane italiane, capofila di un'agglomerazione
di oltre 260.000 abitanti, è il maggiore polo funzionale di una più vasta
area metropolitana policentrica che conta circa 400.000 abitanti e fa
parte della estesa e popolosa conurbazione siculo-calabra detta Arco
etneo. Forti sono i legami storici, culturali ed economici con la
dirimpettaia città di Messina. Reggio, insieme a Napoli e Taranto, è
sede di uno tra i più importanti musei archeologici dedicati alla Magna
Grecia, di due giovani università (la "Mediterranea" e la "Dante
Alighieri") e del Consiglio Regionale della Calabria. Il comune di
Reggio Calabria occupa una superficie di 236,02 km² e si estende da un
livello altimetrico minimo di 0 metri ad un massimo di 1803 m s.l.m. Il
centro storico del comune è compreso tra la fiumara dell'Annunziata
(nord) e la fiumara del Calopinace (sud), mentre l'intero territorio
comunale è compreso tra Catona (nord) e Bocale (sud). La città si trova
al centro di una più grande Area metropolitana in continuità territoriale,
culturale, sociale ed economica con l'area metropolitana di Messina
(separata solamente da un braccio di mare largo poco più di tre
chilometri). Con essa costituisce l'Area Metropolitana Integrata dello
Stretto o Città Metropolitana dello Stretto, area che in totale conta oggi
circa 885.000 abitanti.
133
Geo 1: Le regioni italiane
19.SICILIA
La Sicilia, ufficialmente Regione Siciliana, è una regione
italiana autonoma a statuto speciale di 4 999 932 abitanti,
con capoluogo Palermo. Il territorio della regione, che fa
parte dell'Italia insulare, è costituito quasi interamente
dall'isola omonima, la più grande isola italiana e
mediterranea; la parte rimanente è formata dagli
arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie, da
Ustica e Pantelleria. La Sicilia è l'isola più grande del mar
Mediterraneo. Si affaccia a nord sul mar Tirreno, a nord-est è divisa
dalla penisola dallo stretto di Messina ed è bagnata a est dal mar Ionio,
a sud-ovest è divisa dall'Africa dal canale di Sicilia.
Capoluogo
Presidente
Data di
istituzione
Altitudine
Palermo
Rosario Crocetta (PD) dal29/10/2012
15 maggio 1946
391 m s.l.m.
134
Geo 1: Le regioni italiane
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Lingue
Nome abitanti
PIL
PIL procapite
Inno
25 711,40 km²
4 999 932 (31-12-2012)
194,46 ab./km²
9
390
italiano, siciliano, arbëreshë[3],galloitalico, greco[4], LIS[5]
Siciliani
(PPA) 68.741,0 mln €
(PPA) 17.488 €
Madreterra
19.1 Territorio
È la regione più estesa d'Italia, è bagnata a nord dal Mar Tirreno, a sud
dal Mar di Sicilia, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di
Messina che la separa dalla Calabria.
La Sicilia annovera sei siti insigniti del titolo di Patrimonio
dell'Umanità conferiti dall'UNESCO per la loro importanza storica,
artistica, archeologica e naturalistica: la Villa del Casale, la Valle dei
Templi, le Isole Eolie, le Città tardo barocche del Val di Noto, Siracusa
e la Necropoli Rupestre di Pantalica, il Monte Etna. Vanta, ancora,
l'iscrizione dell'Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali
dell'Umanità, nonché il riconoscimento come Bene Etno Antropologico
dell'Umanità della città di Catania per la Festa di Sant'Agata.
L'isola ha una forma che ricorda approssimativamente quella di un
triangolo i cui vertici sono:
 Capo Peloro (o Punta del Faro) a Messina, al vertice nord-orientale
 Capo Boeo (o Lilibeo) a Marsala, al vertice nord-occidentale
 Capo Passero a Portopalo, al vertice sud-orientale.
Capo Peloro, inoltre, rappresenta l'estremità orientale della regione; le
isole di Strombolicchio, Pantelleria e Lampedusa, invece, rappresentano
rispettivamente le estremità settentrionale, occidentale e meridionale.
Tra 5,96 e 5,3 milioni di anni, durante il Messiniano (ultima fase del
periodo Miocene), il Mediterraneo rimase isolato dall'oceano Atlantico
probabilmente a causa di un aumento dell'attività tettonica. Ciò portò
alla crisi di salinità: il mar Mediterraneo iniziò ad evaporare più
135
Geo 1: Le regioni italiane
velocemente e la concentrazione del sale aumentò. Carbonati e solfati
vennero depositati in grandi quantità sui fondali e ne è rimasta traccia a
lungo nelle miniere di salgemma e gesso che si possono trovare tuttora
nelle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Un fenomeno
geologico peculiare è il vulcanesimo sedimentario delle Macalube, in
provincia di Agrigento. Questo raro fenomeno ha creato la cosiddetta
collina dei Vulcanelli, un'area brulla, di colore dal biancastro al grigio
scuro, popolata da una serie di vulcanelli di fango, alti intorno al metro.
Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti,
intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas
metano sottoposto ad una certa pressione. Il gas, attraverso
discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé
sedimenti argillosi e acqua, che danno luogo ad un cono di fango, la cui
sommità è del tutto simile ad un cratere vulcanico. Il fenomeno assume
talora carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a
gas ed acqua scagliato a notevole altezza. A causa della sua posizione,
la regione e le isole circostanti sono interessate da un'intensa attività
vulcanica. I vulcani più importanti sono: Etna, Stromboli e Vulcano.
Etna
136
Geo 1: Le regioni italiane
Eruzione dello Stromboli
La Sicilia è una regione totalmente insulare: è costituita, oltre che
dall'isola principale, da un insieme di arcipelaghi e di isole minori che
formano circa l'1% di tutta la superficie regionale (circa 251 km² su
25.711 km² totali). Compresa l'isola di Sicilia, vi sono 19 isole abitate
(33.172 abitanti nelle sole isole minori). I principali gruppi di isole del
grande arcipelago della Sicilia sono le Eolie, le Egadi e le Pelagie; le
isole dello Stagnone e le isole Ciclopi, invece, costituiscono due piccoli
arcipelaghi rispettivamente a ovest e a est dell'isola siciliana, di fronte le
coste di Marsala, nel trapanese, e di Aci Castello, nel catanese. Ustica e
Pantelleria, nel mar Tirreno e nel canale di Sicilia, formano due distinti
comuni delle province di Palermo e Trapani. I centri storici di Siracusa
e Augusta, nel siracusano, sono situati su due isole collegate alla
terraferma. Sono collegate all'arcipelago siciliano, da un punto di vista
prettamente geografico, anche le isole Calipsee, formanti la Repubblica
di Malta; al contrario, le Pelagie (in particolare le isole di Lampedusa e
Lampione) rappresentano un territorio periferico della Repubblica
Italiana, trovandosi, geograficamente, nel continente africano. È una
regione prevalentemente collinare (per il 61,4% del territorio). mentre
per il 24,5% è montuosa e per il restante 14,1% è pianeggiante (la
137
Geo 1: Le regioni italiane
pianura più grande è quella di Catania). Il rilievo è vario e, mentre nella
Sicilia orientale si può riconoscere nell'Appennino siculo, l'ideale
continuazione dell'Appennino calabro, la Sicilia centrale e occidentale
ospitano massicci isolati. Si trova nelle Madonie la seconda vetta più
alta dell'isola: il pizzo Carbonara (1979 metri). Al centro della Sicilia
infatti vi sono i monti Erei su cui si trova, a 948 metri di altezza, la città
di Enna; mentre nella fascia sud-orientale tra la provincia ragusana e
quella siracusana troviamo i monti Iblei la cui cima più alta, il monte
Lauro, arriva ad un'altezza di 986 m. Ad ovest sorgono altri monti
dall'altezza variabile, come i Sicani, la cui cima più alta è il monte
Cammarata (1578 metri), e i monti che circondano la Conca d'Oro, la
pianura dove, affacciata sul mare, si estende Palermo, città capoluogo di
questa regione. Ad est si erge, visibile dallo Stretto di Messina, nonché
dalla cima calabrese dell'Aspromonte, la cima innevata dell'Etna, alto
3.343 metri. Con le sue frequenti eruzioni, l'Etna ha ricoperto il
territorio circostante della sua lava nera. Contrariamente a quanto si
potrebbe pensare, però, la vicina piana di Catania non è di origine
vulcanica, bensì di origine alluvionale, essendo stata creata dai detriti
trasportati nei secoli dai fiumi Dittaino, Gornalunga e Simeto.
Le coste settentrionali, alte e rocciose, si aprono sul Mar Tirreno con
frequenti ed ampie insenature, come i golfi di Castellammare del Golfo,
di Palermo, di Termini Imerese, di Patti, di Milazzo e molti altri minori
che ospitano ampie spiagge coperte di finissima sabbia. Ad est la costa
ionica è più varia; strette spiagge di ghiaia fin quasi a Taormina e fra la
foce del fiume Alcantara e Riposto; frastagliata verso sud, con
insenature e baie come quella di Giardini Naxos; laviche come ad
Acireale, e di aspre scogliere basaltiche fino a Catania. L'ampio golfo di
Catania presenta una spiaggia di sabbia dorata ma al suo termine la
costa riprende ad essere rocciosa con una serie di fiordi tra cui quello di
Brucoli. Quindi l'ampia baia di Augusta, che ospita il più grande porto
commerciale della Sicilia, e il golfo di Siracusa nel quale la costa
riprende ad essere sabbiosa fino quasi a Capo Passero. Il litorale
meridionale - di fronte all'Africa - è generalmente sabbioso ed uniforme
nella parte centrale e più vario nel ragusano e nel tratto agrigentino e
trapanese. I fiumi siciliani sono tutti di portata ed estensione limitata.
Quelli appenninici a nord vengono chiamati fiumare, e sono a carattere
torrentizio in quanto d'estate sono quasi perennemente in secca. Gli
138
Geo 1: Le regioni italiane
unici corsi d'acqua che raggiungono delle dimensioni apprezzabili sono
l'Imera Meridionale, il più lungo dell'isola, e il Simeto, quello con il
bacino idrografico più ampio.
Per quanto riguarda i laghi naturali, fatto salvo il Lago di Pergusa e
quello semi-artificiale del Lago Biviere di Lentini, la Sicilia ne è
praticamente priva. Il lago di Pergusa, di origine paleovulcanica, è
celebre per gli antichissimi miti e leggende che lo riguardano e per la
fauna e per la flora che lo circonda; tutt'intorno ad esso corre un
autodromo, in passato sede di un Gran Premio di Formula 3000. Il lago
è ormai a rischio di prosciugamento, non avendo immissari, a causa del
costante prelievo di acqua per uso civile. La costruzione di dighe ha
creato grandi invasi artificiali, come il lago dell'Ancipa e il lago
Pozzillo (il maggiore dell'isola). Vanno ricordati anche il lago Arancio,
il lago di Piana degli Albanesi e il lago di Ogliastro.
19.2 Clima
Il clima della Sicilia è mediterraneo, con estati calde e inverni miti.
Sulla coste, soprattutto quella sud-occidentale, il clima risente
maggiormente delle correnti africane e si verificano estati torride.
Lungo il versante tirrenico, ed in generale nelle zone interne la
temperatura è più bassa, gli inverni sono più freddi e la piovosità
aumenta. Sull'Etna il clima è di tipo alpino. Soprattutto d'estate non è
raro che ci sia lo scirocco, il vento proveniente dal Sahara. La piovosità
è scarsa, e l'acqua si rivela deficitaria in alcune province dove sono
frequenti le crisi idriche. Questa tabella riassume i dati raccolti dalle tre
stazioni
19.3 Storia
La Sicilia fu, al pari della Magna Grecia, un centro di cultura greca: si
ricordano Archimede, Caronda, Empedocle, Epicarmo, Gorgia, Sofrone
e Stesicoro. Splendida fu la fioritura artistica, specialmente
nell'architettura religiosa.
139
Geo 1: Le regioni italiane
Il Tempio della Concordia ad Agrigento
L'isola rimase per tre secoli sotto la dominazione bizantina senza far
parte né della circoscrizione italiana, né di quella africana, in
dipendenza diretta da Costantinopoli, come una specie di demanio
imperiale. Nel VII secolo, iniziarono le incursioni musulmane
dall'Africa, che reputavano la Sicilia come punto strategico da dove si
poteva controllare tutto il mar Mediterraneo. Verso la fine del VII
secolo, la Sicilia sotto il regno di Giustiniano II, divenne un themata
(Sikelia) dell'Impero Bizantino. Il dominio dei Musulmani in Sicilia fu
assicurato per secoli dai loro stanziamenti dell'Italia meridionale che ne
formarono come il propugnacolo, dalla divisione politica dell'Italia e
dall'impotenza degli imperatori cristiani. Furono invece i Normanni
stabilitisi nel Mezzogiorno che, prima ancora di compiere la conquista
del continente, si rivolsero a togliere l'isola ai Musulmani. Carlo I
d'Angiò ricevette poi il regno dal pontefice. Sotto il governo degli
Austrias (Carlo V imperatore e I di Sicilia, Filippo II, Filippo III,
Filippo IV, Carlo II) la Sicilia ebbe un periodo di grande sviluppo
economico, sociale, religioso, artistico, demografico che grosso modo
durò per tutto il Cinquecento sino ai primi decenni del Seicento, e fu poi
coinvolta nella crisi e nel declino dell'Impero spagnolo (bellicismo,
140
Geo 1: Le regioni italiane
fiscalismo, tradizionalismo economico e sociale) anche a causa della
grande crisi generale del Seicento e della marginalizzazione del sistema
economico mediterraneo a favore della nuova economia atlantica.
La campagna nell'isola contro le forze borboniche fu molto più rapida
di quanto si credesse: il 14 maggio da Salemi Giuseppe Garibaldi
assumeva la dittatura della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II; il
giorno dopo sconfiggeva il nemico a Calatafimi, aprendosi la via per
Palermo, ove giungeva il 27 maggio. Dal 1886 al 1894 le condizioni
dell'isola invece di migliorare peggiorarono, soprattutto in conseguenza
delle leggi economiche del governo centrale, favorente l'economia
settentrionale, e della rottura dei rapporti commerciali con la Francia nel
1887 che danneggiò notevolmente l'agricoltura meridionale. Dopo la
prima guerra mondiale anche in Sicilia, come nelle altre regioni del
Sud, frequenti furono le invasioni dei terreni da parte dei contadini
affamati di terra e desiderosi di strapparne un pezzetto al feudatario o al
grosso latifondista.. Gli sbarchi anglo-americani, nel luglio del 1943,
provocarono danni notevoli e solo lentamente la Sicilia si risollevò. Nel
febbraio 1944 gli Alleati riconsegnarono l'isola al governo italiano del
Regno del Sud, che nominò un Alto commissario.
Il teatro greco-romano di Taormina
141
Geo 1: Le regioni italiane
19.4 Economia
I miglioramenti nell'approvvigionamento idrico (un tempo la mancanza
d'acqua era uno dei più grandi problemi della Sicilia) consentono
all'agricoltura di essere una delle grandi risorse economiche della
regione. Notevole è la produzione dei cereali - tra cui il frumento,
specie della pregiata varietà grano duro, essenziale per la produzione
delle migliori qualità di pasta - che già rendeva la Sicilia importante per
i Romani (l'isola era infatti chiamata il granaio di Roma). È abbondante
quella delle olive, che assicura un'ottima produzione di olio. Ben nota è
la coltura degli agrumi: i cui centri più importanti sono Mazzarrà
Sant'Andrea, Francofonte, Lentini, Paternò, Ribera, Scordia. Qui si
producono aranci, limoni e mandarini, insieme a mandaranci,
bergamotti, cedri e pompelmi di grande pregio, i fichi d'India e le
carrube. Non mancano neppure gli ortaggi, che a partire dagli anni
sessanta, hanno conquistato sempre più mercati in virtù delle
coltivazioni in serra, estese soprattutto nella zona sud orientale, come i
famosi pomodorini di Pachino, o legumi come il lupino. Importante è la
produzione dei carciofi di cui il territorio niscemese è uno dei più
grandi produttori europei. Tra la frutta secca spiccano per qualità le
mandorle, le nocciole ed il pistacchio - pregiato quello di Bronte - che
sono alla base di molti prodotti dolciari. Un importante contributo viene
anche dalla coltivazione intensiva di specie, una volta esotiche, come il
kiwi di eccellente qualità e perfino di mango, nella zona del
Fiumefreddo. La carota novella di Ispica, la ciliegia rossa dell'Etna
coltivata nel comprensorio di Giarre, l'olio d'oliva dei Monti Iblei, dei
colli nisseni e delle colline ennesi, il limone Interdonato della Messina
jonica, il limone di Siracusa, il melone di Pachino e il pistacchio verde
di Bronte sono prodotti a denominazione di Origine Protetta. Uno dei
frutti più tipici è il "kaki" (in italiano caco o loto). Famosa per i "kaki" è
Misilmeri, che nel mese di novembre fa la sagra a questo buonissimo
frutto. Un'altra peculiare produzione siciliana è quella delle sbergie.
Questo frutto, dolce e profumato, costituisce un endemismo che trova
diffusione solo nella Valle del Niceto. A tutt'oggi a Modica, la
cioccolata è preparata seguendo antiche ricette sudamericane, importate
in epoca spagnola, e fa un uso di spezie che le conferiscono un gusto
unico.
142
Geo 1: Le regioni italiane
La tradizionale coltivazione della vite consente la produzione di ottimi
vini, sia rossi sia bianchi, che sono sempre più conosciuti ed apprezzati
in tutto il mondo.
Arancia di Ribera
Un importante e sempre più sviluppato settore è quello della
coltivazione, in serra, di fiori pregiati, come ad esempio le orchidee,
favorito dal clima caldo-umido che ha raggiunto e superato per
produzione quello di altre regioni tradizionalmente produttrici. Oggi i
fiori di Sicilia vengono acquistati e spediti in tutta l'Europa. Inoltre è
presente il mercato ortofrutticolo più grande d'Italia a Vittoria. Sono
allevati ovini, caprini ed equini, mentre i bovini, un tempo presenti in
numero limitato, oggi sono allevati soprattutto nella provincia di
Ragusa, dove si allevano animali della razza frisona e razza modicana.
Quest'ultimi producono un latte molto sostanzioso, benché in quantità
scarse rispetto ai bovini d'allevamento (è una razza semiaddomesticata), utilizzato principalmente nella produzione di formaggi
freschi ("provole"), del piacentino ennese, con l'aggiunta di zafferano, o
del caciocavallo ragusano, l'unico del genere in Sicilia ad avere meritato
il marchio DOP. Una tipica razza di equini di razza sanfratellana viene
allevata sui Nebrodi, nella zona di San Fratello, da cui prende nome. La
superficie dedicata ai prati e ai pascoli in Sicilia raggiunge i 235 000
ettari.
La pesca costituisce una risorsa preziosa per la Sicilia, che è la prima
regione italiana per quantità di prodotto catturato, per consistenza di
flotta (33% della flotta peschereccia italiana) e numero di pescatori
impiegati. Molti sono i porti con estese flotte di navi pescherecce; tra
143
Geo 1: Le regioni italiane
questi il più importante è quello di Mazara del Vallo, il primo d'Italia
con 466 imbarcazioni da pesca. Sono importanti anche quello di
Trapani, Scoglitti e Porticello. Si pescano, oltre al pesce spada nella
zona dello stretto di Messina, anche il tonno, le sardine, le alici e gli
sgombri, ovvero il pesce azzurro tipico del Mar Mediterraneo, che
consente di fornire all'industria conserviera la materia prima necessaria
alla produzione del pesce in scatola e del pesce affumicato. Nel
trapanese e a Marzamemi si produce la bottarga, che viene esportata
anche all'estero.
A Mazara del Vallo ma anche in altre zone marine della costa
mediterranea della Sicilia, si pratica l'allevamento di pesci come
spigole, orate, tonni (ingrasso); a Ganzirri, nella zona nord di Messina,
quello di ostriche e mitili. Inoltre a Trapani sono ben note le saline da
cui sin dall'antichità si produce finissimo sale marino. Anche se le
centrali tradizionali sono abbastanza diffuse e hanno una buona
produzione, le fonti alternative, nonostante le enormi potenzialità in
merito che ha la Sicilia, sono ancora poco diffuse: sono sperimentali
alcune centrali eoliche, mentre verrà presto attivata ad Enna, , una
centrale utilizzante le biomasse per produrre energia a bassi costi, il
primo impianto di questo tipo esistente nell'Italia meridionale.
Nonostante la regione non abbia livelli di industrializzazione
paragonabili a quelli del Nord Italia, tuttavia presenta complessivamente un apparato industriale più vivace del resto del Sud Italia grazie
anche alla presenza dei più grandi stabilimenti del meridione e di
numerosi distretti industriali, concentrati nella piana di Gela, nei pressi
di Augusta, Siracusa, Milazzo ed Enna (area industriale del Dittaino)
con industrie di trasformazione chimica petrolifera, energetica,
elettronica ed agroalimentare. Tuttavia Palermo e Catania sono le città
che presentano più di un distretto industriale. In particolare la città di
Catania (la città economicamente più vivace del meridione) presenta
ben tre grandi distretti industriali specializzati in quasi tutti i settori,
dall'agroalimentare alla meccanica, dall'elettronica alla chimica. Da
ricordare è inoltre una quarta area d'eccellenza sempre nei pressi di
Catania, la cosiddetta "Etna Valley" ovvero una grande zona industriale
all'avanguardia per la produzione elettronica. Le miniere di zolfo delle
province di Enna, Caltanissetta e Agrigento sono state chiuse, a partire
dalla metà del XX secolo, a causa della forte concorrenza dello zolfo
144
Geo 1: Le regioni italiane
americano. Importante è attualmente, dal sottosuolo siciliano,
l'estrazione del petrolio in terraferma dai pozzi di Ragusa. Altri pozzi
sono stati trivellati, negli anni novanta al largo delle coste meridionali
siciliane, nel Canale di Sicilia dove sono state installate alcune
piattaforme petrolifere visibili al largo di Ragusa (Piattaforma Vega).
Sono presenti anche giacimenti di gas metano. Da rilevare l'estrazione
del famoso Perlato di Sicilia, che fa di Custonaci uno dei più importanti
bacini marmiferi in Italia.
L'industria del turismo è un'attività in crescita, favorita dalla presenza
sul territorio di numerosi siti archeologici (Morgantina, Segesta,
Selinunte, Valle dei Templi, Villa del Casale e diversi altri.) e di
bellezze artistiche e naturali che suscitano l'interesse dei visitatori. La
Sicilia offre quasi tutte le forme di turismo:
 Turismo balneare: celebri attrattive sono le variegate coste e le
isole minori.
 Turismo rurale: diffuse su tutto il territorio regionale le sue
masserie, spesso adipite ad aziende agrituristiche locali.
 Turismo religioso: la sua fede cristiano-cattolica millenaria l'ha resa
piena di chiese, santurari e luoghi di culto visitabili e dal profondo
significato religioso.
 Turismo enogastonomico: il suo cibo è rinomato nel mondo;
definita una delle cucine più fantasiose d'Italia, le sue pietanze sono
esportate ovunque. I suoi vini altrettanto.
 Turismo montano: grazie al Monte Etna, una delle montagne più
alte d'Italia, divenuto recentemente Patrimonio dell'umanità Unesco,
che nei mesi invernali si riempie di neve, è possibile anche in Sicilia
praticare lo scii e le attività montane.
 Turismo croceristico: alcuni suoi porti come il Porto di Messina o
il Porto di Palermo sono note mete per navi da crociera.
 Turismo culturale: la sua storia, insieme alle sue vestiga, sono
motivo di grande richiamo per chi vuole scoprire le radici e lo
sviluppo del Mediterraneo.
Negli ultimi anni si è investito sulla capacità ricettiva di strutture
alberghiere, favorendo un incremento delle presenze nell'isola, che
nell'estate 2006 hanno raggiunto un livello record. L'entroterra siciliano
è ricco di storia, di tradizioni, ma anche e soprattutto di arte, cultura,
fortezze, teatri, chiese, palazzi, castelli, necropoli, boschi e bacini
145
Geo 1: Le regioni italiane
naturalistici d'importanza, elementi caratterizzanti le aree interne della
regione.
Pompe di estrazione di petrolio nel Ragusano
19.5 Popolazione
La Sicilia è fra le più popolose regioni italiane (la quarta dopo
Lombardia, Campania e Lazio). Dagli anni ottanta del Novecento, la
diminuzione del tasso di natalità ha contribuito a rallentare la crescita
demografica. Anche il fenomeno emigratorio si è ridotto notevolmente
ed è ormai equilibrato dall'immigrazione straniera, che in Sicilia è
cominciata prima che nelle altre regioni italiane con l'insediamento di
una colonia tunisina a Mazara del Vallo. All'interno dell'isola si
registrano gli spostamenti dalle aree montane e collinari
economicamente depresse, verso le zone costiere e le grandi città. Le
zone di maggior addensamento demografico sono le fasce costiere delle
zone cuspidi nord-occidentali (Trapani) e nord-orientali (Messina), il
versante dell'Etna e le aree di Palermo e Siracusa. La lingua ufficiale
parlata in Sicilia è l'italiano anche se la grandissima parte della
popolazione locale parla anche il siciliano che, nonostante l'UNESCO,
l'Unione europea e altre organizzazioni internazionali riconoscano come
lingua, non gode di nessuna forma di tutela né da parte della Regione
Siciliana né dallo Stato Italiano. Nell'isola sono anche presenti alcune
minoranze linguistiche e dialettali, poco numerose ma molto importanti
146
Geo 1: Le regioni italiane
soprattutto dal punto di vista storico-linguistico: la minoranza galloitalica della Lombardia siciliana, quella arbereshe (o greco-albanese), e
quella greca di Messina.
19.6 Le città
Palermo è un comune italiano di 654 987 abitanti, capoluogo della
provincia di Palermo e della Regione Siciliana.
È il quinto comune italiano per popolazione dopo Roma, Milano,
Napoli e Torino e trentunesimo a livello europeo, nonché il principale
centro urbano della Sicilia e dell'Italia insulare. L'area metropolitana di
Palermo, che comprende il capoluogo ed altri 26 comuni, conta una
popolazione di 1.041.314 abitanti. Estesa lungo l'omonimo golfo nel
Mar Tirreno e adagiata sulla pianura della Conca d'Oro, così chiamata
per via delle colorazioni tipiche degli agrumi che un tempo dominavano
il paesaggio, è circondata completamente da una cinta muraria naturale:
i monti di Palermo. Il tessuto urbano è diviso dal fiume Oreto che scorre
nella sua omonima vallata. Fondata come città-porto dai Fenici intorno
al 734 a.C., è stata sempre un nodo culturale e commerciale fra
occidente e Asia, dunque uno strategico luogo di transito al centro del
Mediterraneo. Possiede una storia millenaria che le ha regalato un
notevole patrimonio artistico ed architettonico che spazia dai resti delle
mura puniche per giungere a ville in stile liberty, passando dalle
residenze in stile arabo-normanno, alle chiese barocche ed ai teatri
neoclassici. Per ragioni culturali, artistiche ed economiche è stata tra le
maggiori città del Mediterraneo ed oggi è fra le principali mete
turistiche del mezzogiorno italiano e tra le maggiori mete crocieristiche.
Fu capitale, dal 1160 al 1816, del Regno di Sicilia, e seconda città per
importanza del Regno delle Due Sicilie fino al 1861. È sede
dell'Assemblea regionale siciliana, dell'Università degli Studi e della
principale arcidiocesi regionale.
147
Geo 1: Le regioni italiane
20.SARDEGNA
148
Geo 1: Le regioni italiane
La Sardegna è la seconda isola più estesa del mar
Mediterraneo e una regione italiana a statuto
speciale la cui denominazione ufficiale è Regione
Autonoma della Sardegna. Lo Statuto Speciale,
sancito nella Costituzione del 1948, garantisce
l'autonomia amministrativa delle istituzioni locali a tutela delle
peculiarità linguistiche e geografiche. Con 1.639.942 abitanti distribuiti
in 8 province e 377 comuni, si posiziona terza in Italia per superficie.
La Sardegna ha una superficie complessiva di 24.090 km² ed è per
estensione la seconda isola del Mediterraneo, dopo la Sicilia, e la terza
regione italiana, sempre dopo la Sicilia e il Piemonte. Dista 189 km
(Capo Ferro - Monte Argentario) dalle coste della penisola italiana,
dalla quale è separata dal mar Tirreno, mentre il Canale di Sardegna la
divide dalle coste tunisine del continente africano che si trovano
184 km più a sud (Capo Spartivento - Cap Serrat). A nord, per 11 km, le
Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica e il Mar di Sardegna, a
ovest, dalla penisola iberica e dalle isole Baleari.
Capoluogo
Presidente
Data di
istituzione
Superficie
Abitanti
Densità
Province
Comuni
Regioni
confinanti
Lingue
Nome
abitanti
Cagliari
Ugo Cappellacci (PdL) dal 16 febbraio 2009
26 febbraio 1948
24 090 km²
1 639 942[1] (30 novembre 2012)
68,08 ab./km²
8
377
nessuna (isola)
Italiano, Sardo, Sassarese, Gallurese (Corso),
Algherese (Catalano), Tabarchino (Ligure)
(IT)
(LIJ)
Sardi,
(SRO)
Sardus (pron.Sàrdusu)(SRC),
Sardos (pron.Sàrdoso)
(SDC)
Sardhi
(SDN)
Saldi
(CA) Sardos (pron.Sàldus)
149
Geo 1: Le regioni italiane
PIL
PIL
procapite
(PPA) 26.582,8 mln €
(PPA) 19.552 €
20.1 Territorio
Per estensione, la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola
del Mediterraneo. Il suo paesaggio naturale alterna profili montuosi
dalla morfologia suggestiva a macchie e foreste, stagni e lagune a
torrenti tumultuosi che formano gole e cascate, lunghe spiagge sabbiose
a scogliere frastagliate e falesie a strapiombo. Più dell'80% del territorio
è montuoso o collinare per un'estensione complessiva di 16.352 km²,
dei quali il 67,9% è formato da colline e da altopiani rocciosi. Alcuni di
questi sono assai caratteristici e vengono chiamati giare o gollei se
granitici o basaltici, tacchi o tonneri se in arenaria o calcarei.
Culminano nel centro dell'isola i monti di Punta La Marmora, a
1.834 m, Bruncu Spina (1829 m), Punta Paulinu (1792 m), Punta Erba
Irdes (1676 m) e Monte Spada (1595 m), situati nel Massiccio del
Gennargentu. Da nord, si distinguono i Monti di Limbara (1.362 m), i
Monti di Alà (1.090 m), il Monte Rasu (1.259 m) e il Supramonte con il
Monte Corràsi di Oliena (1.463 m). A sud il Monte Linas (1.236 m) e i
Monti dell'Iglesiente che digradano verso il mare con minori altitudini.
Le zone pianeggianti occupano il 18,5% del territorio (per 3.287 km²);
la pianura più estesa è il Campidano che separa i rilievi centro
settentrionali dai monti dell'Iglesiente, mentre la piana della Nurra si
trova nella parte nord-occidentale tra le città di Sassari, Alghero e Porto
Torres.
I fiumi hanno prevalentemente carattere torrentizio. I più importanti
sono il Tirso, il Flumendosa, il Coghinas, il Cedrino, il Temo, il
Flumini Mannu. I maggiori sono sbarrati da imponenti dighe che
formano ampi laghi artificiali utilizzati principalmente per irrigare i
campi, tra questi il bacino del lago Omodeo, il più vasto d'Italia.
Seguono poi il bacino del Flumendosa, del Coghinas, del Posada.
L'unico lago naturale è il lago di Baratz situato a nord di Alghero.
150
Geo 1: Le regioni italiane
Lago Omodeo
Le coste si articolano nei golfi dell'Asinara a settentrione, di Orosei a
oriente, di Cagliari a meridione e di Alghero e Oristano a occidente. Per
complessivi 1.897 km, sono alte, rocciose e con piccole insenature che a
nord-est diventano profonde e s'incuneano nelle valli (rias). Litorali
bassi e sabbiosi, talvolta paludosi si trovano nelle zone meridionali e
occidentali: sono gli stagni costieri, zone umide importanti dal punto di
vista ecologico. Molte isole ed isolette la circondano e tra queste la più
grande è l'isola di Sant'Antioco (109 km²), seguono poi l'Asinara
(52 km²), l'isola di San Pietro (50 km²), la Maddalena (20 km²) e
Caprera (15 km²). I quattro punti estremi sono: Capo Falcone (a nord),
Capo Teulada (a sud), Capo comino (ad est), Capo dell'Argentiera (ad
ovest).
Le rocce della Sardegna sono ritenute tra le più antiche d'Italia. Le
formazioni carsiche coprono un'area abbastanza ristretta in rapporto a
quelle granitiche o metallifere e costituiscono il 6% della superficie
totale, ossia 1500 km². Le formazioni geologiche più antiche risalgono
al periodo Paleozoico, ma altre formazioni sono apparse in periodi
successivi, nel Mesozoico, nel Terziario e nel Quaternario,
contribuendo alla creazione di una rimarchevole varietà di formazioni
rocciose. Molte grotte sono state scoperte per azzardo da archeologi alla
ricerca di manufatti appartenuti alle antiche civiltà, o da geologi alla
151
Geo 1: Le regioni italiane
ricerca di falde acquifere per migliorare l'approvvigionamento idrico, o
da minatori durante lavori in miniera. Il patrimonio speleologico sardo
comprende attualmente più di 1500 grotte.
Cala Mariolu, Baunei (OG)
Grotta di nettuno
152
Geo 1: Le regioni italiane
20.2 Clima
Il clima mediterraneo è tipico di gran parte della Sardegna. Lungo le
zone costiere, dove risiede la gran parte della popolazione, grazie alla
presenza del mare si hanno inverni miti con le temperature che
scendono raramente sotto lo zero. Le estati sono calde e secche,
caratterizzate da una notevole ventilazione. Il basso tasso di umidità e le
brezze marine permettono di sopportare le elevate temperature estive
che superano normalmente i 30 °C, e raggiungono anche i 35 °C. Anche
nelle zone interne pianeggianti e collinari il clima è tipicamente
mediterraneo, anche se a causa della maggior lontananza dal mare si
registrano temperature invernali più basse ed estive più alte rispetto alle
aree costiere. Il clima è nel complesso abbastanza mite, ma durante
l'arco dell'anno, si passa da valori minimi invernali di alcuni gradi al di
sotto dello zero a massimi estivi anche superiori ai +40°.
20.3 Storia
In posizione centrale nel mar Mediterraneo, la Sardegna è stata sin dagli
albori della civiltà un attracco frequentato da quanti navigavano da una
sponda all'altra del Mar Mediterraneo in cerca di materie prime e di
nuovi sbocchi commerciali.
Circa 8.000 nuraghi, mediamente uno ogni 3 km² (7.000 disseminati nel
territorio sardo), centinaia di villaggi e tombe megalitiche sono la
testimonianza di una singolare civiltà che si è sviluppata nell'isola a
partire dal II millennio a.C. Il nuraghe era il centro della vita sociale
degli antichi Sardi, ma oltre alle torri, altre strutture caratterizzarono la
loro cultura, come le tombe dei giganti (luoghi di sepoltura) le cui stele
centrali possono arrivare fino a 4 m di altezza, i pozzi sacri (luoghi di
culto) dalla raffinata tecnica costruttiva, i bronzetti arrivati numerosi
fino ai nostri giorni e fusi mediante la tecnica della cera persa sono il
simbolo della civiltà nuragica che li costruì ma anche della Sardegna. I
Nuragici erano un popolo guerriero e navigante di pastori e di contadini,
suddiviso in nuclei tribali (clan) che abitavano in cosiddetti cantoni.
Commerciavano con i Micenei, con i Minoici, con i Fenici e con gli
Etruschi, lungo rotte che attraversavano il mar Mediterraneo dalla
Spagna alle coste libanesi. Il loro simbolo più conosciuto, il nuraghe, è
stato classificato dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità,
individuando in Su Nuraxi presso Barumini l'esempio più significativo.
153
Geo 1: Le regioni italiane
20.4 Economia
Secondo Eurostat nel 2009 la Sardegna aveva un reddito pro capite a
parità di potere di acquisto pari al 80,0 % della media dell'Unione
Europea. I limiti principali allo sviluppo economico della Sardegna
sono quindi legati soprattutto alla carenza di infrastrutture, in
particolare nei trasporti sia esterni che interni, al costo complessivo del
lavoro, del denaro e alla pressione fiscale, che gravano in equal modo
sulle regioni geograficamente più favorite, e che non permettono alle
imprese sarde in qualsiasi settore di essere competitive in un mercato
sempre più aperto. L'illusione di un'economia differenziata, con la
difesa ad oltranza di distretti industriali obsoleti, ha distratto
finanziamenti e risorse che potevano essere meglio impiegati nell'unico
settore di punta, il turismo, in produzioni di nicchia ad alto valore
aggiunto, soprattutto in agricoltura, e nella formazione professionale e
ricerca nei settori trainanti per un loro ammodernamento.
Negli ultimi decenni hanno avuto ampia diffusione le nuove tecnologie
informatiche e digitali e la Sardegna è stata la prima regione italiana ed
europea ad avere la copertura televisiva con l'utilizzo esclusivo della
tecnologia del digitale terrestre, mentre il quotidiano L'Unione sarda è
stato il primo quotidiano europeo a dotarsi di un sito Internet, sin dal
1994. Oltre al commercio, al pubblico impiego e alle nuove tecnologie,
l'attività trainante dell'economia è il turismo, sviluppatosi inizialmente
lungo le coste settentrionali dell'isola. Il terziario è il settore che occupa
il maggior numero di addetti; gli occupati sono ripartiti nei tre settori
nelle seguenti percentuali:
8,7% al primario;
23,5% al secondario;
67,8% al terziario.
Il tasso di disoccupazione nel 2007, secondo l'ISTAT, si attestava
sull'8,6%, nell'ultimo trimestre del 2008 il tasso è lievitato al 10,8%, ed
è riconducibile alla recessione economica internazionale. La Sardegna
ha il reddito pro capite più elevato tra le regioni del Mezzogiorno, con
16.280 euro, inferiore però del 13% rispetto alla media nazionale e poco
inferiore anche alla media europea. La nascita del settore industriale
sardo contemporaneo (escludendo quindi il settore minerario) è
principalmente dovuta all'apporto dei finanziamenti statali al Piano di
Rinascita, concentrati soprattutto negli anni '60-'70. La politica
154
Geo 1: Le regioni italiane
economica finalizzata all'accrescimento industriale si è caratterizzata in
quel periodo con la formazione dei cosiddetti poli di sviluppo
industriali, a Cagliari (Macchiareddu e Sarroch), Porto Torres e in un
secondo momento a Ottana. Sono sorti così i complessi petrolchimici e
le grandi raffinerie per la lavorazione del greggio, che si collocano
attualmente tra le maggiori d'Europa, inoltre, sull'isola, si producono
piattaforme petrolifere, per conto della Saipem ed è in via di
costruzione il gasdotto GALSI, che fornirà gas metano all'Europa
dall'Algeria, passando in Sardegna. Altri settori industriali sono quello
alimentare, legato alla lavorazione dei prodotti dell'allevamento
(formaggi, latte, carni) e della pesca (lavorazione del tonno),
manifatturiere, tessili, lavorazione del sughero, meccaniche (produzione
di mezzi agricoli, cantieristica navale, ferroviaria, componentistica per
aeromobili), edìle e metallurgico. L'energia viene prodotta, in misura
anche superiore al fabbisogno, da centrali idroelettriche alimentate dai
bacini che raccolgono le acque dei fiumi, da centrali termoelettriche
alimentate a carbone di importazione estera e da numerosissime centrali
eoliche sparse sull'intero territorio isolano.
Polo petrolchimico di Porto Torres
La Sardegna è la regione italiana con il sottosuolo più ricco di minerali.
Prima l'ossidiana, poi l'argento, lo zinco e il rame sono stati fin
dall'antichità una vera ricchezza per l'isola, posizionandola al centro di
intensi traffici commerciali. Molti centri minerari erano sfruttati per
155
Geo 1: Le regioni italiane
l'estrazione di piombo, zinco, rame e argento. Dopo il secolare
sfruttamento, attualmente, le prospettive per le miniere sarde sono
molto limitate e le zone minerarie si stanno convertendo sempre di più
al turismo. A partire dal 1800, furono aperte miniere di carbone,
antimonio e bauxite: i giacimenti più importanti si trovano
nell'Iglesiente e nel Sulcis. Attualmente l'attività estrattiva sta
attraversando un periodo di grave crisi e molte miniere sono state
chiuse perché poco competitive: l'economia dell'Iglesiente si sta
legando non più alle miniere ma al turismo e allo sviluppo del Parco
Archeologico Minerario, sotto il patrocinio dell'Unesco, con la
salvaguardia del patrimonio storico e architettonico delle miniere e
utilizzando la bellezza incontaminata delle sue coste come sua altra
grande risorsa.
La miniera di Montevecchio, nel Medio Campidano
La superficie della Sardegna è sfruttata per il 60 % per l'allevamento, il
20 % per l'agricoltura e il resto è occupato da boschi chiusi, aree urbane
e aree non sfruttabili. La Sicilia ha percentuali praticamente invertite. In
Sardegna vivono quasi 4 milioni di ovini. I suoli della Sardegna sono in
gran parte a scarsa potenza, poco profondi e quindi poco produttivi per
l'agricoltura. La Sardegna si è specializzata da millenni nell'allevamento
ovino e, in minor misura, caprino e bovino, tradizionalmente meno
produttivo in rapporto al territorio utilizzato, dell'agricoltura. E'
probabilmente nell'allevamento e nella proprietà del bestiame la base
156
Geo 1: Le regioni italiane
economica della precoce e monumentale civiltà proto-storica e
preistorica sarda dal neolitico all'età del ferro. Anche l'agricoltura ha
avuto un ruolo molto importante nella storia economica dell'isola,
soprattutto nella grande piana campidanese, particolarmente adatta alla
cerealicoltura. I suoli sardi, anche quelli pianeggianti sono poco
permeabili, con falde di scarsa entità e talvolta salmastre, e riserve
naturali d'acqua assai ridotte. La scarsità d'acqua fu il primo problema
che fu affrontato per la modernizzazione del settore, con la costruzione
di un grade sistema di sbarramento dei corsi d'acqua che oggi arriva a
quasi 2 miliardi di metri cubi d'acqua invasabili.. L'agricoltura sarda è
oggi legata a produzioni specializzate come quelle vinicole e
olivicoltura quelle del carciofo, unico prodotto agricolo di esportazione.
Le bonifiche hanno aiutato ad estendere le colture e di introdurre alcune
coltivazioni specializzate quali ortaggi e frutta, accanto a quelle storiche
dell'ulivo e della vite che sono presenti nelle zone collinari. La piana del
Campidano, la più grande pianura sarda produce avena, orzo e
frumento, della quale è una delle più importanti produttrici italiane. Tra
gli ortaggi, oltre ai carciofi, ha un certo peso la produzione di arance;
prima della riforma del settore dello zucchero da parte dell'Unione
Europea, era consistente la coltivazione di barbabietole. Nel patrimonio
boschivo è presente la quercia da sughero, che cresce spontanea favorita
dall'aridità del terreno e viene esportata; la Sardegna produce circa
l'80% del sughero italiano. Nell'ortofrutta, oltre ai carciofi, sono di un
certo peso la produzione di pomodori (tra cui i camoni) e di agrumi. Per
secolare tradizione, la percentuale degli addetti alle attività primarie è
alta e l'allevamento rappresenta una fonte di reddito molto importante.
Attualmente nell'isola si trova quasi la metà dell'intero patrimonio ovino
e caprino italiano. Oltre alla carne, dal latte ricavato si produce una
grande varietà di formaggi, basti pensare che la metà del latte ovino
prodotto in Italia viene dalla Sardegna, e viene in gran parte lavorato
dalle cooperative dei pastori e da piccole industrie. La Sardegna
produce anche la maggior parte del pecorino romano, prodotto non
originario dell'isola, gran parte del quale è tradizionalmente indirizzato
alle comunità italiane d'oltre-oceano. La Sardegna vanta una tradizione
secolare nell'allevamento dei cavalli sin dalla dominazione aragonese,
la cui cavalleria attingeva dal patrimonio equino dell'isola per
rimpinguare il proprio esercito o per farne ambito dono ai sovrani
157
Geo 1: Le regioni italiane
d'Europa. Resa insicura in passato dalle frequenti scorrerie saracene, la
pesca è un'attività affermatasi negli ultimi secoli, grazie alla pescosità
dei mari circostanti e alla notevole estensione costiera dell'isola. È
molto sviluppata a Cagliari, ad Alghero e nelle coste del Sulcis e da
queste zone proviene la maggior parte del pescato sardo. Ottima è la
produzione di mitili, specialmente a Olbia. Nelle zone di Alghero, Bosa
e Santa Teresa è molto attiva la pesca alle aragoste insieme alla raccolta
del corallo. Di antica tradizione e mai abbandonata è la pesca del tonno,
già nel XVI secolo esistevano diverse tonnare, di queste quelle più
antiche sono la Tonnara delle Saline di Stintino, quella di Flumentorgiu
di Arbus, quella di Porto Paglia a Gonnesa ed infine quella di
Calavinagra a Carloforte, che è l'unica ancora in attività nel
Mediterraneo. Gran parte dei tonni vengono esportati direttamente in
Giappone.
L'artigianato tradizionale sardo è un insieme di arti popolari
estremamente vario, sviluppato in campi molto diversi, ricco di gusto e
originalità. Alcune di queste forme artistiche sono di origine antica ed
hanno subito l'influenza delle diverse culture che hanno segnato la
storia dell'isola. L'artigianato della cestineria è molto diffuso, ma è
l'area oristanese la zona dove maggiormente si lavorano le materie
prime, come il giunco, la palma nana e l'asfodelo, ideali per la
confezione di cesti, corbule e canestri. Le ceramiche hanno una forma
semplice e lineare. Una tradizione millenaria ispira varie scuole che
tramandano le tecniche della lavorazione al tornio, della cottura al forno
e delle decorazioni smaltate con colori naturali
Grazie al clima mite, ai paesaggi incontaminati, alla purezza delle acque
marine, la Sardegna attira ogni anno un gran numero di vacanzieri.
Tramite moderne stazioni marittime e traghetti, la Sardegna è collegata
con i più importanti porti italiani del mar Tirreno e del mar Ligure, ma
anche con la Francia, la Spagna e la Tunisia.
20.5 Popolazione
Nonostante una civilizzazione plurimillenaria e una popolazione
residente quasi triplicatasi negli ultimi 140 anni, la Sardegna è una delle
poche regioni europee in cui un'economia moderna e diversificata
convive con un ecosistema naturale ancora intatto, se non vergine, in
vaste aree del territorio; questo fatto è spiegabile demograficamente
158
Geo 1: Le regioni italiane
grazie alla bassa densità abitativa, pari a 70 ab./km². Il milione e
settecentomila sardi risiedono nell'isola consegnando il territorio al
terzultimo posto per la densità fra le regioni italiane, preceduto solo
dalla Valle d'Aosta con 37 ab./km² e dalla Basilicata con 60 ab./km². In
Sardegna si parlano diverse lingue romanze: oltre all'italiano, spesso
nella sua variante regionale, la lingua più diffusa nell'isola è il sardo,
considerata la più conservativa tra le lingue neolatine. Accanto alla
lingua sarda propriamente detta, nel nord dell'isola sono parlati due
idiomi romanzi di derivazione corso-toscana.
20.6 Le città
Cagliari è un comune italiano di 149.575 abitanti, capoluogo
dell'omonima provincia e della regione Sardegna.
È una delle 15 città metropolitane italiane, la cui area metropolitana
supera i 424.000 abitanti, che divengono 488.000 con l'agglomerato
urbano diffuso. La città di Cagliari è sede universitaria e arcivescovile.
Città dalla storia plurimillenaria, è il centro amministrativo storico
dell'isola essendo stata, sotto la denominazione di Caralis, capoluogo
della provincia di Sardinia et Corsica durante il periodo romano e
successivamente capitale del Regno di Sardegna, dal 1324 al 1720, e
poi dal 1798 al 1814. Il suo porto è classificato "internazionale" per via
della sua importanza nel panorama italiano e internazionale; svolge
funzioni commerciali, industriali, turistiche e di servizio per passeggeri.
La città di Cagliari è situata nella zona meridionale della Sardegna, e si
affaccia al centro del Golfo degli Angeli. La città si sviluppa intorno al
colle dello storico quartiere di Castello, delimitata a est dalla Sella del
Diavolo, dalla Catena dei Sette Fratelli e dallo stagno di Molentargius, a
ovest dai monti di Capoterra e dallo Stagno di Cagliari, a sud dal mare e
a nord dal colle di San Michele e dalla pianura del Campidano. Oltre al
museo archeologico nazionale, che ospita al suo interno una ricca
collezione di reperti risalenti alle varie epoche preistoriche e storiche, si
segnalano l'Anfiteatro romano, del II secolo, modificato in epoca
recente con l'installazione di una struttura in legno e ferro; la Basilica di
San Saturnino la più antica chiesa della Sardegna di cui si abbia notizia,
fondata nel V secolo e rimaneggiata in età romanica, oggi ristrutturata e
riconsacrata di recente; il quartiere fortificato di Castello, che fino alla
seconda guerra mondiale, fu la residenza dei nobili.
159
Geo 1: Le regioni italiane
Indice delle immagini
Scheda del Friuli-Venezia Giulia
https://it.wikipedia.org/wiki/Friuli-Venezia_Giulia
Castello di Miramare
http://it.wikipedia.org/wiki/Trieste
Scheda del Trentino-Alto Adige
http://it.wikipedia.org/wiki/Trentino-Alto_Adige
Scheda Valle d’Aosta
http://it.wikipedia.org/wiki/Valle_d'Aosta
Casa tipica valdostana a Crétaz (pron. Créta), frazione di Valtournenche.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Casa_Valdostana_Cretaz_Valto
urnenche.JPG
Il castello di Fénis
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/86/Castello_F%C3%A9nis.jpg
Scheda Piemonte
http://it.wikipedia.org/wiki/Piemonte
Colline del Monferrato - Costigliole d'Asti
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/09/Costigliole.jpg
il Po a Torino
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e9/Torino-mole11.jpg
Lago Maggiore
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/39/LagoMaggiore.jpg
Orta San Giulio - Lago d'Orta
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/LagodOrta0002.jpg
FIAT - Vista aerea del Lingotto nel 1928
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/85/Fiat_Lingotto_veduta-1928.jpg
Risaie tra Novara e Vercelli
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/12/Piemonterisaie.jpg
Gianduiotti
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b9/Gianduiotti.jpg
La Fiat 500 nella versione del 1957 e del 2007
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/1966_Fiat_Nuova_500F_and_2
008_Fiat_500.jpg
Palazzo Reale di Torino
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8c/PalazzoRealeNotteTorino.jpg
Scheda della Lombardia
http://it.wikipedia.org/wiki/Lombardia
Scheda del Veneto
http://it.wikipedia.org/wiki/Veneto
Lago di garda
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3d/Cima_Comer_panorama_Lago
_di_Garda.jpg
Basilica di Sant'Antonio da Padova
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ad/Padova-santanonio01.jpg
160
Geo 1: Le regioni italiane
Scheda della Liguria
http://it.wikipedia.org/wiki/Liguria
Cinque terre
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b1/Riviera5terre.JPG
I cantieri navali Fincantieri di Riva Trigoso
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/94/Cantieri_Riva_Trigoso.jpg
Scheda dell’Emilia Romagna
http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia-Romagna
Parco nazionale Appennino tosco-emiliano
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/2/2f/Monte_Ventasso.jpg
Scheda della Toscana
http://it.wikipedia.org/wiki/Toscana
Le Balze di Volterra, tra la Val di Cecina e la Valdera
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a5/Le_Balze_con_vista_sulla_Val
dera.JPG
La costa dell'Argentario
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3a/Cala_Grande_Argentario.jpg
Cavalli maremmani allo stato brado nella prateria maremmana
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/54/Cavalli_maremmani.jpg
Palazzo Vecchio
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dc/Firenze.PalVecchio05.JPG
Scheda dell’Umbria
http://it.wikipedia.org/wiki/Umbria
Piana di Castelluccio
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f8/Castelluccio_di_Norcia_piana.jp
g
Scheda del Molise
http://it.wikipedia.org/wiki/Molise
Un esempio di trasumanza
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2e/Transhumance-Aigoual-1.jpg
Scheda dell’Abruzzo
https://it.wikipedia.org/wiki/Abruzzo
Statistiche altimetriche dell'Abruzzo
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a4/Altimetria_Abruzzo.svg
Lago di Scanno
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/00/Lago_di_scanno01.jpg
Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1f/PNAbruzzo2.jpg
La fontana delle 99 cannelle.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5a/L%27Aquila_13.jpg
Scheda del Lazio
https://it.wikipedia.org/wiki/Lazio
Tevere
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/94/TevereCastelloPonteSantAngelo.JPG
161
Geo 1: Le regioni italiane
Il Golfo di Gaeta.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cb/Golfo_di_Gaeta.jpg
Basilica di San Pietro
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/15/Petersdom_von_Engelsburg_ge
sehen.jpg
Il Colosseo
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/53/Colosseum_in_Rome%2C_Ital
y_-_April_2007.jpg
scheda della Campania
http://it.wikipedia.org/wiki/Campania
Castello Aragonese ad Ischia
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/08/Ischia_castello_Aragonese.JPG
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/56/Napoli_e_Vesuvio.jpg
costiera amalfitana
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/53/Costieraamalfitana.JPG
L’isola di Capri
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7a/I_Faraglioni.JPG
La solfatara di Pozzuoli (Campi Flegrei)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/54/Jet_danhydride_sulfureux_2.JP
G
La pasta di Gragnano
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e0/Drying_Spaghetti_in_Gragnano
.jpg
Piazza del Plebiscito
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f9/Napoli_2010-by-RaBoe-56.jpg
Scheda delle Marche
http://it.wikipedia.org/wiki/Marche
Le Marche per zone altimetriche.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/18/Altimetria_Marche.svg
Monte Conero
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/eb/Sirolo-vista_conero.jpg
Tronto
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a5/Trisungo_giugno_2008_02.jpg
Vista del porto di Ancona
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/aa/Porto_ancona.jpg
Scheda della Puglia
http://it.wikipedia.org/wiki/Puglia
I territori della Puglia
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8f/Territori_pugliesi.JPG
Tavoliere delle Puglie e Gargano
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d6/Tavoliere_delle_Puglie_e_Garg
ano_visti_da_Ascoli_Satriano.jpg
Una veduta dei Laghi Alimini presso Otranto
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/80/Laghi_Alimini.jpg
Anfiteatro Romano di Lecce
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Geo 1: Le regioni italiane
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d3/Anfiteatro_romano_Lecce_2.jp
g
In provincia di Foggia si coltiva il 50% del pomodoro italiano
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/89/Tomato_je.jpg
Balsilica di San Nicola
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ef/Bari_Basilica_San_Nicola.jpg
Scheda della Basilicata
http://it.wikipedia.org/wiki/Basilicata
Una parte dello stabilimento FIAT di Melfi
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0e/Sata_Melfi.jpg
Piazza Mario Pagano
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ea/PzaMpagano.jpg
scheda della Calabria
http://it.wikipedia.org/wiki/Calabria
un angolo di Tropea
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bc/TROPEA_-_CHIESETTA.JPG
Scheda della Sicilia
http://it.wikipedia.org/wiki/Sicilia
La costa dell’isola di Lampedusa
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bb/Lampedusa_cost_and_sea.jpg
Eruzione dello Stromboli
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d0/Stromboli_animiert_800x600.gi
f
Arance di Ribera
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/84/Arancia_di_Ribera_2byFigiu.J
PG
Ragusano: pompe di estrazione petrolifera a testa pozzo
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a8/TrivelleRagusaS1.jpg
Scheda della Sardegna
http://it.wikipedia.org/wiki/Sardegna
Lago Omodeo
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/ba/Sardegna__Lago_Omodeo.JPG
Cala Mariolu, Baunei (OG).
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/39/Cala_Mariolu.jpg
Grotte di Nettuno ad Alghero.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/37/Grotta_di_nettuno_sardinien.jp
g
Polo petrolchimico di Porto Torres.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2f/Porto_Torres__chemical_industry.jpg
La miniera di Montevecchio, nel Medio Campidano.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ee/Montevecchio.jpg
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