IL COLLASSO DELL'ECONOMIA EUROPEA Calo demografico e sottoalimentazione La peste provocò calo della popolazione in tutta l'Europa, ma non fu la sola causa. All'inizio del secolo infatti l'equilibrio tra popolazione e risorse era diventato ormai assai precario: troppi erano gli abitanti rispetto alle reali capacità produttive dei terreni messi a coltivazione. Il bisogno di legname per la costruzione di edifici, di navi, di macchinari o per il riscaldamento impediva di convertire le aree forestali in terreni da coltura. La crescente richiesta di lana aveva spinto gli agricoltori a dare la precedenza ai pascoli, a tutto svantaggio dei cereali, che cominciarono a scarseggiare. Il declino demografico paralizza la vita economica L'arrivo della peste provocò una immediata paralisi delle attività produttive nelle regioni colpite. Inizialmente i prezzi dei prodotti agricoli raddoppiarono o addirittura triplicarono per l'aumento della richiesta. Poi però a causa dell'alto tasso di mortalità, la diminuzione della popolazione provocò il crollo della domanda di prodotti alimentari e determinò un forte calo dei prezzi. Nelle campagne e nelle città cominciò a scarseggiare la forza-lavoro necessaria a svolgere le attività agricole e artigianali. La prosperità dell'agricoltura, era fondamentale anche per lo sviluppo urbano: la città era fortemente dipendente dalle campagne per il proprio sostentamento alimentare. Allo stesso tempo, però, anche la campagna dipendeva dalla città per l'acquisto di beni artigianali e di manufatti, dagli abiti agli attrezzi di lavoro. Il crollo delle banche italiane La stagnazione economica fu tuttavia determinata anche dall'improvviso crollo della maggior parte delle grandi banche operanti in tutta Europa. Le compagnie di credito, che furono coinvolte nei fallimenti, erano a gestione ancora familiare. Nel 1326 era toccato agli Scali, nel 1341 ai Bonaccorsi e ai Corsini, nel 1343 furono coinvolte nella bancarotta. Costoro avevano fatto credito ai maggiori sovrani europei, prestando loro cifre esorbitanti. Altre conseguenze della crisi La crisi provocò anche: • il deciso decremento delle attività commerciali, che impedì la formazione di nuovi mercati • La lenta perdita di interesse per le fiere • la brusca flessione dell'industria tessile Conflitti di potere e guerre di conquista A peggiorare la situazione contribuiva il continuo stato di guerra, frutto della competizione tra le nuove entità politiche sorte dopo la decadenza di papato e impero. La guerra era anche sollecitata dalla classe feudale, ormai preda di un irreversibile impoverimento. I signori feudali traevano il proprio sostentamento dal possesso delle terre, ma il valore di queste ultime era assai diminuito in conseguenza della crisi economica. L'unico mezzo per rivitalizzare le proprie finanze era la guerra: facendosi ingaggiare come soldati speravano di impadronirsi dei beni e delle ricchezze altrui. Tra il XIV e il XV secolo tutta l'Europa si trovò in una situazione caotica, dominata da una logica aggressiva ed espansionistica.