Rita Minello
Relazione intervento CTI – San Donà di Piave (VE) – 15 marzo 2007
TITOLO INTERVENTO: LA GESTIONE DI CLASSI/ALLIEVI DIFFICILI
L’argomento ha toccato una problematica davvero importante per la maggior parte dei
docenti, che si trovano da soli a gestire problemi disciplinari e motivazionali di varia
natura, non tanto causati da fenomeni di bullismo visible ed aclatante, quanto da
fenomeni di disagio e di disturbo che, pur rientrando nella media, rendono difficile il
rapporto con la classe e l’evoluzione adeguata di una lezione.
Se il docente tradizionale trova importante confrontarsi sul tema, il docente di sostegno
ha alcuni specifici interessi professionali nell’accostarsi a questo tipo di difficolta. In
particolare:
1) Molto spesso, i ragazzi considerati difficili o addirittura etichettati come “bulli”,
sono ragazzi che soffrono di particolari disturbi della personalità (es. Disturbo
narcisistico
della
Personalità,
Disturbo
oppositivo-provocatorio),
dell’apprendimento o dell’attenzione (es. Disturbo della condotta, Disturbo da
Deficit di attenzione/Iperattività)
2) L’insegnante di sostegno opera in realtà di classe quasi sempre difficili, dove le
difficoltà della relazione con lo studente diversamente abile si complica a causa
di fenomeni paralleli quali la presenza congiunta, nella stessa classe, di studenti
in fase di abbandono, studenti stranieri, varie forme di disagio sociale o
personale.
Considerata da molti l'età della beata spensieratezza, la pre-adolescenza e l'adolescenza
sono in realtà periodi critici in cui il rischio di devianza è sempre in agguato a causa del
disagio evolutivo.
L'adolescente vive una profonda trasformazione che interessa soprattutto le sfere della
relazione (con se stesso, la famiglia, la scuola, i coetanei, il gruppo, ecc.), dell'identità
(abbandono delle identificazioni infantili), dei valori e dei modelli.
L'adolescenza è, per definizione, età della crisi, momento in cui si ricerca un nuovo
equilibrio per far fronte alla rottura degli assetti precedenti.
Il cammino verso l'identità, infatti, non è privo di ostacoli e, spesso, è accompagnato da
difficoltà e disorientamento che vengono vissuti come disagio e, se non superati, danno
luogo a disadattamento e devianza.
Che deve fare l’educatore quando le difficoltà relazionali di uno o più ragazzi si
scontrano con le reali esigenze quotidiane della didattica e dell’insegnamento?
Come relazionarsi per mantenere un’equilibrata disciplina, una sostanziale attenzione di
classe, un’accettabile motivazione allo studio anche in contesti difficili?
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I contenuti fondamentali dell’intervento
Considerata la natura veloce dell’intervento, e l’impossibilità di strutturare
sull’argomento un laboratorio vero e proprio, suddiviso in diversi incontri, si è scelto di
concentrare il focus sulla ricerca e l’identificazione degli elementi di difficoltà quali:
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fattori specifici che rendono difficile operare in una classe
interruzioni, intrusioni e disturbi della lezione; strategie per gestirle
quali sono i tipi di insegnante che funzionano soprattutto nelle classi difficili
uso delle sanzioni: quali funzionano e quali no
come evitare e/o reagire in caso di abusi verbali o insulti; quali stategie utilizzare
Caratteristiche dell’intervento
Nella fase iniziale, l’intervento si è avvalso di questionari che hanno aiutato i docenti a
riflettere sul molti degli aspetti sopra menzionati, e a individuare i punti critici nella loro
classe, con l’intendimento di far scattare la molla della riflessione sul proprio operato di
docenti.
In ogni sua fase l’intervento ha richiesto – ed ottenuto - la partecipazione attiva dei
docenti, l’analisi di casi e la focalizzazione di specifiche situazioni, di volta in volta
simulate.
Materiale utilizzato
Si allegano alla presente relazione i questionari utilizzati e la bibliografia minima
proposta ai presenti. Copia dello stesso materiale è stata lasciata alle organizzatrici
presenti in aula.
Prof. Rita Minello
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IDENTIFICAZIONE CLASSE DIFFICILE
QUESTIONARIO PER L’INSEGNANTE
In quante delle vostre lezioni di questa settimana gli studenti hanno manifestato le
caratteristiche indicate di seguito? Usate questa scala di valutazione e attribuite un
punteggio alle lezioni che avete tenuto.
A - Questo tipo di comportamento non si è mai verificato durante le mie lezioni.
B - Questo tipo di comportamento si verifica occasionalmente, in poche delle mie lezioni.
C - Questo tipo di comportamento si verifica regolarmente in alcune delle mie lezioni.
D - Questo tipo di comportamento è frequente nelle mie lezioni.
E - Questo tipo di comportamento, insieme a comportamenti anche peggiori, si verifica nella
maggior parte delle mie lezioni.
1. Gli studenti non vogliono entrare in classe all’inizio della lezione e sono riluttanti a
togliersi i cappotti e a sedere ai loro banchi senza un intervento energico
dell’insegnante (perdendo almeno cinque minuti di lezione).
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Piccoli gruppi di studenti arrivano in ritardo. Entrano e immediatamente iniziano a parlare
con i loro compagni che voi avete cercato di predisporre alla lezione. L’intero processo di
farli sedere, far loro tirare fuori i libri dallo zaino e farli liberare dai cappotti deve
cominciare di nuovo.
Mentre cercate di cominciare la lezione, alcuni studenti continuano a chiacchierare fra
loro ed è molto difficile farli smettere. Ciò può essere aggravato dal fatto che sono
piegati di lato o vi danno le spalle.
Alcuni studenti abbandonano il loro posto senza chiedervene il permesso e vanno a
parlare o a disturbare dei compagni.
Alcuni studenti urlano. Si alzano dai banchi, picchiano dei compagni o sottraggono loro
qualche oggetto. Questi studenti spesso corrono fuori dall’aula e vi ritornano senza fare
caso alle vostre istruzioni.
Alcuni studenti iniziano a parlare con i compagni di banco appena iniziate a rivolgervi alla
classe o fate una domanda.
Alcuni studenti urlano risposte, o gridano commenti o domande che sovrastano quello
che state dicendo, e ciò blocca l’andamento regolare della lezione, anche perché il più
delle volte quel che dicono non ha alcuna attinenza con ciò di cui stavate parlando.
Alcuni studenti discutono animatamente e si insultano a vicenda: ciò può sfociare nel
peggiore dei casi in una lotta fisica e nel migliore in un’accesa lite verbale.
Alcuni studenti hanno uno scoppio di rabbia se si chiede loro di smettere di parlare. Ciò
ha spesso come conseguenza un confronto verbale se insistete nel chiedere dì smettere
di disturbare. D’altro canto, se decidete di spostare chi disturba lontano dal suo gruppo
di amici sapete che vi verrà opposto un rifiuto con un conseguente confronto aperto.
Alcuni studenti stracciano le schede su cui dovrebbero lavorare e buttano per terra la
carta lacerata o le usano per farne freccette e pallottoline che lanciano ai compagni o a
voi. Scarabocchiano libri e quaderni. Si scambiano messaggi su pezzi dì quaderno o di
scheda (o tramite telefonino, che tengono acceso con la vibrazione).
Alcuni studenti mangiano dolci, salatini e chewing-gum per tutto il corso della lezione.
Gettano gli involucri per terra o li lanciano con scarso impegno in direzione del cestino,
dove si ammucchiano per terra.
Alcuni studenti scrivono soltanto poche righe durante l’ora, molto di meno di quel che
potrebbero. Ignorano le vostre istruzioni di metter via i libri o di portarli a casa (o,
vicevcersa, non li portano). I libri restano sul banco o per terra mentre i ragazzi si
precipitano fuori.
Alcuni studenti, quando si avvicina la fine dell’ora, cominciano a infilare i cappotti o a
mettere via i libri prima che voi abbiate chiesto loro di farlo. Lasciano il banco prima che
suoni il campanello e gironzolano per l’aula o escono. Dovete usare molta energia per
cercare di persuaderli a tornare ai loro posti.
C’è un senso generale di irrequietezza e di “movimento’ nell’aula fin da quando la lezione
ha inizio, i ragazzi si stirano o si stravaccano sulle sedie. Sono così impegnati a parlare
fra loro che fanno fatica a prestarvi attenzione.
Ancor peggio, in alcune lezioni specialmente prima del pranzo o nel pomeriggio — c’è
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un’atmosfera generale che potrebbe essere definita di semifrenesia. I ragazzi cadono
dalla sedia, urlano qualcosa all’indirizzo di qualcuno in particolare o al vuoto, si sbellicano
dalle risate come se fossero ubriachi o isterici. Hanno la tendenza a commettere
prepotenze, a giocare in modo pesante o a fare delle vere e proprie lotte. Quando vi
rivolgete a uno di loro con voce calma, vi urlano aggressivamente la risposta. Parlare
loro è quasi impossibile.
Se avete ottenuto A in tutte le risposte, probabilmente non troverete utile questa
lezione, ma se la predominanza delle risposte spazia fra B ed E troverete validi
suggerimenti in questa giornata. Se anche avete collezionato solo un B nelle
affermazioni 5, 6 o 14, un confronto sul tema potrà esservi utile!
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INTRUSIONI E INTERRUZIONI
QUESTIONARIO PER L’INSEGNANTE
Con quale frequenza delle intrusioni esterne impediscono il progresso delle vostre
lezioni?
Esaminate questo elenco, ripensate alla vostra giornata lavorativa e
scrivete F per “frequentemente”, R per “raramente” (una o due volte
l’anno) e M per “mai”
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Altri insegnanti entrano nella vostra classe e vi rivolgono
domande o parlano agli alunni.
Alunni di altre classi vogliono entrare nella vostra classe e
parlare ad un loro amico.
Alcuni alunni di altre classi vi vengono mandati perché si
comportano male.
Alunni di altre vostre classi o che seguite per altre attività di
istituto cercano di coinvolgervi in un problema mentre state
cercando di fare lezione e loro dovrebbero trovarsi nella loro
classe.
Alunni che hanno disertato la loro classe bighellonano fuori
della vostra, disturbando.
Genitori intrusi irrompono nella vostra classe e chiedono di
parlarvi di un incidente accaduto al loro figlio.
Intrusi entrano nella vostra aula alla ricerca di un alunno.
Alcuni intrusi minacciano di usarvi violenza se non li lasciate
entrare.
Un alunno (o più alunni) che avete mandato fuori continua
ad aprire la porta e a urlare qualcosa alla classe.
Alcuni alunni arrivano in ritardo e interrompono il buon
andamento della lezione.
Ciascuno degli eventi elencati ha un effetto negativo sulla
vostra lezione.
Come abbiamo già visto, dare un buon impulso alla lezione è la
massima sfida in una classe difficile.
Considerate l’entità dell’impatto di ciascuno degli incidenti menzionati
sulla vostra capacità di dare mordente alla lezione.
Quante interruzioni del genere possono verificarsi nello spazio di una
lezione? Come gestite ciascuna di esse?
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P. Blum, Sopravvivere nelle classi difficili, Erickson, Trento 2000
P.Bertolini e M. Dallari, Pedagogia al limite, La Nuova Italia, Firenze 1989
P.Bertolini e L. Caronia, Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di
intervento, La Nuova Italia, Firenze 1998
E. Menesini, Bullismo, che fare? Prevenzione e strategie di intervento nella scuola,
Giunti, Firenze 2000
A. Fonzi, Il gioco crudele. Studi e ricerche sui correlati psicologici del bullismo,
Giunti, Firenze 1999
G. Petter, Psicologia e scuola dell’adolescente. Aspetti psicologici dell’atteggiamento
secondario, Giunti, Firenze 1999
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