sessioni - Circolo Amerindiano

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XXXII CONVEGNO INTERNAZIONALE
DI AMERICANISTICA
Lista delle sessioni
Studi olmechisti: olmeca e post-olmeca
Romolo Santoni (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”)[email protected]
Davide Domenici (Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Università di Bologna,
Italia) [email protected]
Nell’ambito degli studi americanistici dedicati al periodo precolombiano, una delle aree e dei periodi che
recentemente non solo sono stati più interessati da studi e ricerche, ma anche hanno prodotto uno dei più
cospicui e interessanti volumi di nuove acquisizioni è l’area istmica e in particolare la fase di transito dall’èra
segnata
dall’egemonia
olmeca
al
periodo
successivo.
Dedicati a quest’area sono nati in questi ultimi anni il Progetto Archeologico La Venta e il progetto Ruta de la
Obsidiana, ambedue con partecipazione scientifica e istituzionale internazionale ma a direzione italiana. Le
due ricerche, che coprono un settore disciplinare ampio (dall’archeologia, all’etnostoria, all’antropologia
culturale e medica, fino alla linguistica) ed anche un ampio spettro cronologico (dall’apogeo olmeca al tardo
periodo Classico), si propongono come base per uno spazio di riflessioni su quest’area.
Il titolo specifico (olmeca e post-olmeca) accanto al titolo più generico (studi olmechisti) cerca di individuare
non solo la direzione delle relazioni invitate a partecipare, ma anche la problematica storico-interpretativa che
fa da sfondo a questa proposta di sessione, cioè quella della individuazione e delimitazione storico culturale
del fenomeno olmeca e contemporaneamente l’apertura dell’obiettivo della ricerca su periodi scarsamente
conosciuti, come quelli del Classico nell’area zoque del Chiapas occidentale.
Etnoarcheologia, antropologia, etnografia... L’etnoarcheologia dalle ricerche nelle Americhe
Luisa Vietri (Universitat Autònoma de Barcelona, Espanya) [email protected]
Ivan Briz Godino (Consejo Superior de Investigaciones Científicas, España – Department of Archaeology,
The University of York, United Kingdom) [email protected]
I limiti dell’etnoarcheologia, nonostante la moltitudine di pagine che sono state scritte su questo argomento,
non sono ancora definiti chiaramente. Che cos’è l’etnoarcheologia? Quali sono i tratti distintivi che la
definiscono? È una branca dell’archeologia? È un’antropologia orientata verso gli stili di vita dotati di una
materialità tangibile? È un’antropologia dell’archeologia del futuro? Senza dimenticare il dibattito sulla
necessità di lavorare con società “vive” come elemento esclusivo di questa disciplina, ma accantonando i
milioni di documenti e oggetti che la tradizione etnografica ha generato, che sono riscattati, secondo alcune
voci,
dall’etnostoria.
Se un contesto è stato (ed è) privilegiato nell’applicazione della ricerca etnoarcheologica, questo è l’America:
la diversità delle forme sociali americane passate e presenti è servita a cercare di portare avanti la nostra
conoscenza
delle
stesse
grazie
all’etnoarcheologia.
Con questa sessione intendiamo dar vita a uno spazio di dibattito sulla natura, gli obiettivi, le caratteristiche
e l’essenza dell’etnoarcheologia, basato su esempi in ambito americano che chiariscano le idee, offrano prove
e ancorino posizionamenti. Ancora una volta, e in questo caso in relazione all’archeologia, l’America ha molto
da insegnarci.
L’impresa missionaria nel continente americano: contributi di antropologia, storia e storia delle religioni
Sergio Botta (Sapienza - Università di Roma, Italia) [email protected]
La storia delle missioni nel corso dell’età moderna e contemporanea costituisce un importante ambito di
ricerca per le discipline americanistiche. L’impresa missionaria è stata protagonista della creazione di modelli,
teorici e pratici, di relazioni tra culture: di fronte all’alterità amerindiana, le missioni hanno contribuito alla
elaborazione di griglie concettuali che hanno esercitato una profonda influenza sul Vecchio e sul Nuovo
Mondo. In questa prospettiva, riteniamo utile una collaborazione tra discipline differenti (antropologia, storia
e storia delle religioni) allo scopo di contribuire alla descrizione delle teorie, degli strumenti e dei metodi che
la civiltà occidentale (attraverso il pensiero missionario) ha adottato nel confronto con l’alterità a partire dalla
“conquista spirituale” del Nuovo Mondo.
L’arte coloniale in America Latina
Ewa Joanna Kubiak (Katedra Historii Sztuki, Uniwersytet Lódzki, Polska)[email protected]
L’arte coloniale in America Latina è un campo di studi che tiene occupati da vari anni gli studiosi. Gli studi
oscillano tra l’arte locale e gli apporti europei adattati alle nuove circostanze. L’arte in epoca coloniale fu un
importante
strumento
di
appoggio
all’evangelizzazione
dei
nuovi
territori.
È importante trattare, tra l’altro, le caratteristiche di cui si sono appropriate le missioni in America Latina,
riguardanti sia l’architettura che l’arte plastica (pittura-scultura), concentrando il discorso anche sui tratti
distintivi dell’arte missionaria che furono comuni e interregionali, includendo l’influenza che esercitavano i
sinodi e i concili sull’arte missionaria. Questa influenza si riflette nelle distinte caratteristiche delle opere dei
vari ordini religiosi come i gesuiti, i francescani e i domenicani. Sono inoltre molto interessanti le relazioni tra
l’arte europea e quella latinoamericana, le trasformazioni dei modelli europei e i loro adattamenti al mondo
americano.
La sessione è rivolta soprattutto agli storici dell’arte, dell’architettura e della cultura, ma anche agli
antropologi, agli storici della religione e a tutti coloro le cui ricerche accolgono le arti visuali.
Amazzonia indigena
Edmundo Antonio Peggion (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”,
Brasil) [email protected]
Clarice Cohn (Universidade Federal de São Carlos, Brasil) [email protected]
Paride Bollettin (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Università degli Studi di Perugia,
Italia) [email protected]
L’Amazzonia racchiude entro i propri confini una molteplicità di società le quali presentano una varietà di
spiegazioni cosmologiche, di organizzazioni sociali, di maniere di gestire la vita materiale che fanno sì che
questa regione assurga ad una posizione privilegiata per tutti coloro che siano interessati a confrontarsi con la
complessità delle costruzioni sociali, simboliche o di altro tipo messe in atto dalle diverse società umane nella
loro quotidianità. Le centinaia di gruppi originari si trovano inoltre ad affrontare l’incontro con le società degli
stati nazionali all’interno dei quali è situato il proprio territorio. Emergono così situazioni di incontro culturale
e strategie di risposta le più varie: accanto a popolazioni che resistono da cinque secoli all’impatto con il mondo
dell’alterità non-indigena ne troviamo altre che da pochi anni fronteggiano tale shock destabilizzante, dalle
cosiddette “comunità risorte”, che riscoprono e rivendicano la propria appartenenza culturale, a quelle
definite in “isolamento volontario”, che ancora rifiutano il contatto con i non-indigeni. Di fronte a tale
complessità di situazioni, questa sessione tematica intende presentare lavori sviluppati a partire da ricerche
sul campo, nel tentativo di illustrare la situazione attuale di tali gruppi.
Diritti indigeni: una discussione transnazionale
Maria de Lourdes Beldi de Alcântara (Universidade de São Paulo, Brasil – International Working Group for
Indigenous Affairs, Denmark – Grupo de Apoio aos Povos Guarani e Aruak, Brasil – Ação dos Jovens
Indígenas da Reserva de Dourados, Brasil)[email protected]
Simonetta Baldelli (Grupo de Apoio aos Povos Guarani e Aruak, Brasil – Ação dos Jovens Indígenas da
Reserva de Dourados, Brasil) [email protected]
La finalità di questa sessione è presentare una discussione interdisciplinare sul tema dei diritti indigeni.
Approvata nel 2007, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni ha come obiettivo principale
il rispetto dell’autodeterminazione. L’impegno e la sfida di fronte a tale proclamazione consiste nella sua
applicazione insieme ad altre misure aventi lo stesso scopo, nei contesti nazionali latinoamericani.
In che modo gli stati-nazione negoziano con queste misure approvate e firmate dalla maggior parte dei paesi
latinoamericani? In che modo le organizzazioni indigene rivendicano i propri diritti e il rispetto delle diversità
culturali nell’ambito delle diverse costituzioni nazionali? Quali i principali conflitti?
Questioni come autodeterminazione, diversità e identità culturale sono i temi principali che la sessione
propone.
Segni, simboli, e dinamiche di costruzione del territorio indigeno
Piero Gorza (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Università degli Studi di Torino –
Università degli Studi di Salerno, Italia) [email protected]
Pedro Pitarch Ramón (Universidad Complutense de Madrid, España)[email protected]
Il tema cruciale di questa sessione rimanda al territorio come luogo in cui si sedimenta la memoria e in cui gli
uomini praticano incisioni come esercizio di potere contro il carattere effimero del tempo umano. La
costruzione di mappe è per definizione spazio aperto e interdisciplinare: mappe storiche, mappe politiche,
mappe culturali, mappe simboliche, mappe mentali e linguistiche. Le categorie del fondare, relazionarsi a
partire da un centro, istituire, territorializzare, nominare, orientarsi e ricordare come quelle del disabitare,
transitare, perdersi, crescere e apprendere aprono il campo a riflessioni sui processi cognitivi ed esistenziali
degli individui e delle collettività. Si tratta di una sessione-crocevia tra centri e frontiere.
Lingue e problemi linguistici dell’America indigena
Luciano Giannelli (Centro Interdipartimentale di Studi sull’America Indigena, Università di Siena,
Italia) [email protected]
Marina Magnanini (Centro Interdipartimentale di Studi sull’America Indigena, Università di Siena,
Italia) [email protected]
Il mosaico linguistico dell’America nativa continua a costituire un campo d’indagine importantissimo per tutte
le branche della linguistica, in un’opera di approfondimento delle conoscenze che il Circolo Amerindiano
volentieri incentiva. D’altro canto, al lato di un approccio tecnico-linguistico, descrittivo o anche teorico, è
rilevante una considerazione sulle condizioni di persistenza delle diverse lingue native mentre d’interesse
generale, che travalica l’ambito americanistico, è l’insieme delle azioni intraprese a tutela della lingua e della
cultura, con un interesse particolare per quelle azioni che sono concepite e gestite dalle stesse poplazioni
native, mentre l’analisi critica delle esperienze pregresse e in corso appare di rilevanza strategica. Si considera
da incentivare anche un approccio propriamente sociolinguistico e di etnografia della comunicazione ed il
campo di un’approccio etnolinguistico ai patrimoni lessicali.
Recenti esperienze di rafforzamento linguistico-identitario e di rivitalizzazione linguistica in America
Latina
José Antonio Flores Farfán (Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social,
México) [email protected]
Maurizio Gnerre (Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Italia)[email protected]
Nel corso delle ultime due decadi sono cresciute in numero e qualità le iniziative di azione-ricerca tra i popoli
indigeni dell’America Latina, mirate a rafforzare l’auto-identificazione, il riscatto linguistico-culturale,
appoggiare la preservazione dell’uso della lingua locale e, ove possibile e necessario, il suo consolidamento.
Nella sessione che vi proponiamo parteciperanno ricercatori che attuano nella direzione indicata. Ognuno di
loro presenterà la sua esperienza di ricerca-azione, focalizzando la propria attenzione su aspetti quali: il
genere, l’arricchimento linguistico, la scolarizzazione bilingue, l’auto-produzione di materiali audio-visuali e
la solidarietà tra gruppi minoritari, ecc.
Migrazioni e percorsi dell’identità nel continente americano
Thea Rossi (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Università degli Studi “G. d’Annunzio”
Chieti-Pescara, Italia) [email protected]
Laura Scarabelli (Università IULM - Milano, Italia) [email protected]
La crisi della modernità evidenzia un prepotente azzeramento delle frontiere, sia a livello ideologico che fisico,
e veicola la necessità di proporre nuovi interrogativi volti alla decifrazione di un universo sempre più
“globalizzato”, nel quale il concetto stesso di identità viene messo a dura prova. L’impossibilità di fare
affidamento su categorie che orientino l’interpretazione del reale in termini antinomici quali, ad esempio,
centro-periferia, spazio urbano-spazio campestre, implica l’esigenza di una riformulazione di sistemi
descrittivi che possa tenere conto della trasformazione del soggetto da unitario e univoco a molteplice e
migrante. Ne consegue, pertanto, una riflessione sul costante flusso di risorse umane, sulla negoziazione e
contatto tra culture, sulle possibili forme di integrazione, sulle chance di vita e sulla creazione di vari
“linguaggi”.
Volti e immagini delle Americhe: fra genocidio e riscatto etnico
Giulia Bogliolo Bruna (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Centre d’Études Arctiques,
École des Hautes Études en Sciences Sociales, France)[email protected]
Mediante lo studio incrociato di fonti documentarie, testuali e/o iconografiche (cartografia, stampe,
illustrazioni, etnofotografia, film), la sessione si propone di esplorare, secondo un asse spaziale, diacronico o
sincronico, il processo di percezione e di costruzione dell’immagine dell’Altro dalla Scoperta ad oggi.
La tematica, a vocazione umanista, si presta ad una pluralità di approcci metodologici e disciplinari volti a
inverare le ricche, complesse ed evolutive realtà antropologiche e sociali delle Americhe.
Figure paradigmatiche di queste alterità: gli autoctoni, i migranti (forzati e non), gli emarginati, gli attori
dell’American
Dream.
La riflessione condotta in questa sessione si vuole omaggio polifonico e variegato all’impegno constante,
multiforme e meritorio del compianto amico Gerardo Bamonte in favore del riconoscimento della dignità e
della valorizzazione delle culture amerindiane.
Letterature americane: Mario Benedetti, exilios y desexilios
Rosa Maria Grillo (Università degli Studi di Salerno, Italia – Centro Studi Americanistici “Circolo
Amerindiano”) [email protected]
Questa sessione intende essere un omaggio e un ricordo di Mario Benedetti (1920-2009), uruguaiano
discendente da emigrati provenienti da Foligno (Perugia): è un invito a rileggere la sua opera saggistica in cui
ha enunciato alcuni dei principi e delle idee intorno ai quali si vertebrano i moderni discorsi sul mondo
latinoamericano e la sua letteratura. In particolare, l’aver coniato il neologismo ‘desexilio’ e il suo libro di
saggi El desexilio y otras conjeturas lo pongono al centro del dibattito sull’identità di quei paesi sconvolti da
‘exilios y desexilios’, emigrazioni e immigrazioni, fughe e ritorni. Attraverso la lettura e l’analisi di opere
letterarie – le sue in primo luogo, ma non solo – che affrontano questi temi, si tenterà di rileggere la storia
dell’intera America e della sua ricerca di identità.
Letterature delle Americhe: sessione non tematica
Rosa Maria Grillo (Università degli Studi di Salerno, Italia – Centro Studi Americanistici “Circolo
Amerindiano”) [email protected]
Giulia Bogliolo Bruna (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Centre d’Études Arctiques,
École des Hautes Études en Sciences Sociales, France)[email protected]
Etnomusicologia: sopravvivenza, continuità e nuovi contributi della musica e delle danze tradizionali in
America
María Lina Picconi (Universidad de Buenos Aires, Argentina) [email protected]
E’ compito dell’etnomusicologia rispondere a una serie de domande che l’umanità si è posta nel corso della
storia: chi crea la musica? Come si crea? Per chi? Per che cosa? Con quale fine?
Considerando notevole la carenza di informazioni sul mondo delle musiche tradizionali, le cui caratteristiche
vanno dalla varietà alla sottigliezza delle espressioni musicali, propongo l’apertura di questa sessione.
Esistono ancora in America espressioni musicali o di danza, le cui radici si prolungherebbero fino all’epoca
precolombiana e proverrebbero da un’antica arte il cui significato sarebbe stato dimenticato.
L’avvento della globalizzazione ha contribuito alla nascita di molte di quelle espressioni musicali
principalmente urbane che tendono, come in altre parti del mondo, a uniformare i particolarismi locali.
Per tale ragione è imprescindibile ai giorni nostri registrare e indagare queste espressioni, affinché non se ne
perda la memoria con lo sviluppo del mondo globalizzato.
Immaginario e memoria: studi culturali
Maria de Lourdes Beldi de Alcântara (Universidade de São Paulo, Brasil – International Working Group for
Indigenous Affairs, Denmark – Grupo de Apoio aos Povos Guarani e Aruak, Brasil – Ação dos Jovens
Indígenas da Reserva de Dourados, Brasil)[email protected]
Questa sessione ha un carattere interdisciplinare che ha come principale obiettivo quello di presentare studi
sulle diversità culturali che abbiano come espressione tutte le forme di rappresentazione.
Sappiamo che è per mezzo delle rappresentazioni sociali e individuali che possiamo localizzare le formazioni,
trasformazioni e risemantizzazioni identitarie que hanno come caratteristica di essere polissemiche e pertanto
polifoniche. Per questa ragione, l’interdisciplinarietà non è uno strumento di lavoro ma una teoria che ha lo
scopo di studiare i simboli-chiave culturali, come essi sono percepiti, concepiti e rappresentati.
Contempliamo tutti i tipi di manifestazioni culturali in quanto riteniamo che le soggettività culturali siano
rappresentate nelle forme letterarie, cinematografiche, artistiche e che gli studi sulle rappresentazioni culturali
non siano solamente monopolio delle discipline concepite con questo fine.
Questioni di antropologia medica nel continente americano
Tullio Seppilli (Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, Italia)[email protected]
Claudia Avitabile (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”)[email protected]
Carlotta Bagaglia (Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, Italia – Centro Studi Americanistici
“Circolo Amerindiano”) [email protected]
Costruire una sessione dedicata all’antropologia medica in ambito Latino Americano significa dar voce alle
molteplici concezioni e pratiche intorno ai concetti di salute e malattia presenti in tali contesti attraverso una
prospettiva storica che tenga conto del presente come del passato. I rapporti egemonici che intercorrono fra la
biomedicina e le molteplici risposte di salute “locali e tradizionali” costituiscono un esempio dei più
importanti
ambiti
d’interesse
di
questa
disciplina.
Facendo tesoro delle esperienze e delle elaborazioni teoriche delle diverse tradizioni di questa prospettiva, si
assume l’obiettivo di costituire un utile spazio di dialogo e di confronto per la comunità americanistica
attualmente
impegnata
in
tale
ambito
di
studi.
Sulla scorta dell’esperienza realizzata da questa sessione nelle ultime cinque edizioni del Convegno
Internazionale di Americanistica, si vuole favorire inoltre lo spazio del dibattito come terreno di costruzione
di riflessioni comuni che possano poi avere una ricaduta operativa sul tessuto sociale dei contesti presi in
esame.
Alimentazione e cultura nell’America indigena: archeologia, storia e antropologia
Davide Domenici (Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Università di Bologna,
Italia) [email protected]
Alessandra Pecci (Universitat Autònoma de Barcelona, Espanya) [email protected]
La centralità dei temi di carattere alimentare si sta sempre più affermando anche nell’ambito degli studi
storico-antropologici in contesto americano. La presente sessione raccoglierà interventi incentrati sulla
ricostruzione dell’intreccio di cibi, pratiche e saperi che costituivano i sistemi alimentari indigeni, sullo studio
dei processi di scambio e meticciaggio alimentare che hanno caratterizzato negli ultimi secoli la storia
dell’alimentazione su entrambe le sponde dell’Oceano e sul valore culturale e identitario delle pratiche
alimentari attuali. Dal punto di vista disciplinare, la sessione intende quindi ospitare contributi di carattere
archeologico, storico e antropologico, privilegiando comunque approcci di tipo storico e culturale ed
escludendo, per ovvie ragioni di unità tematica, gli aspetti più propriamente nutrizionali delle pratiche
alimentari.
Storia ed educazione in America
Maria Cristina Mineiro Scatamacchia (Museu de Arqueologia e Etnologia, Universidade de São Paulo,
Brasil) [email protected]
Célia Maria Cristina Demartini (Museu de Arqueologia e Etnologia, Universidade de São Paulo,
Brasil) [email protected]
Negli ultimi anni osserviamo uno sforzo crescente per sensibilizzare la società sull’importanza della
preservazione dei beni e delle conoscenze culturali sia tangibili che intangibili. Questo sforzo si fa evidente
grazie all’intensificazione delle ricerche in differenti campi del sapere e alla promulgazione di nuove leggi che
garantiscono una educazione diversificata, uno sfruttamento e un uso responsabile dell’ambiente, naturale o
costruito.
In questo senso è di fondamentale importanza stimolare lo sviluppo di azioni educative che rendano possibili
per i diversi gruppi socio-culturali esperienze significative che riguardino questioni relazionate con il
patrimonio
culturale.
Per contribuire a questa riflessione proponiamo una sessione che presenti storie e riflessioni su azioni
educative che si siano sviluppate o si stiano sviluppando nei differenti paesi delle Americhe, come bilancio di
queste azioni e con lo scopo di creare una rete di scambi e di discussioni, imprescindibile per l’attuazione di
politiche locali e regionali che promuovano l’avvicinamento dei gruppi sociali al proprio patrimonio storico e
culturale.
Politiche pubbliche, istituzioni e democrazia in America Latina
Beatriz Calvo Pontón (Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social,
México) [email protected]
Il modello neoliberale nei paesi latinoamericani ha comportato la sottrazione dello Stato da responsabilità
sociali e funzioni prioritarie, così come la messa in atto di riforme strutturali che intendono far sì che le
società vengano gestite con i criteri del libero mercato.
Osserviamo alcune conseguenze: riduzione, privatizzazione e rincaro dei servizi pubblici educativi e
sanitari, aumento delle diseguaglianze e della povertà e rafforzamento dei monopoli nei settori chiave
dell’economia e dei mezzi di comunicazione, che intervengono sempre di più nei processi politici e nel
disegno delle politiche pubbliche.
La ridefinizione delle politiche sociali è stata orientata in campo sociale dalla focalizzazione sulle fasce in
condizioni di povertà estrema, però allo stesso tempo sono state ridotte lerisorse che permettono di
progredire verso l’universalizzazione dei diritti sociali.
D’altra parte, sono stati creati spazi nei quali sono nate istituzioni autonome legate a temi quali i diritti
umani, la trasparenza e la contraloría social. Nella società civile è cresciuto il numero di organizzazioni che
lottano per la democratizzazione delle istituzioni e il miglioramento dei servizi sociali. La congiunzione di
tali processi ha cambiato in modo sostanziale il volto delle società latinoamericane.
20. Antropologia della globalizzazione: transnazionalismo, multiculturalità, aterritorialità e sicurezza
culturale
Eliseo López Cortés (Universidad de Guadalajara, México) [email protected]
César Pérez Ortíz (Universidad de Guadalajara, México) [email protected]
Formalmente la globalizzazione è un processo (o una serie di processi) di interesse mondiale, che include una
trasformazione nell’organizzazione delle relazioni e degli accordi sociali nello spazio, valutata in relazione al
suo conseguimento, alla sua intensità, alla sua velocità e alle sue ripercussioni, e che genera flussi e reti
transcontinentali e interregionali di attività, di interazione e di esercizio del potere. Questa sessione di lavoro
suggerisce fondamentalmente di riflettere, sia teoricamente che sul campo, sui due significati basilari della
globalizzazione: l’incremento dell’integrazione di vari luoghi nell’economia mondiale e gli effetti di una vasta
circolazione di beni e persone e di sistemi di comunicazione basati su flussi culturali multidirezionali. Gli assi
tematici a partire dai quali si orienterà il dibattito sono: i paradigmi della globalizzazione, la
transnazionalizzazione, la sicurezza sociale e la migrazione, la democrazia, la multiculturalità e la religione.
21. Sessione non tematica
Manuela Pellegrini (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”)[email protected]
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