„Italia barbara“ di Gianni Gentilini

Sabato 9 agosto alle ore 20
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
„Italia barbara“ di Gianni Gentilini
Saranno presenti l'autore e l'editore.
Gianni Gentilini, Italia Barbara. Un viaggio alle origini tra
Goti e Longobardi. Il caso del Trentino e delle Venezie: storia e
parole, miti e leggende,
intr. di F. Cardini, La Finestra editrice, Lavìs, 2008.
Se il cammino diventa scivoloso, la prima cosa da fare è
piantar qualche paletto e trovar solidi appigli. Ed eccoci serviti.
Tra secondo e ottavo capitolo, ci si trova dinanzi a un’onesta,
lineare, non sempre “risaputa” storia delle vicende dei goti e dei
longobardi in Italia: buona vecchia storia événementielle,
corretta ed informata. Per contro, i quindici capitoli che
seguono fanno da ordito alla trama storica impostata,
riprendono fila che sembravano condurre solo a fatti e ad
istituzioni più o meno noti e riscrivono la stessa storia di prima,
facendola però diventare “diversa”.
E qui, arrivati a questo punto, mi astengo da attaccare questa
o quell’etichetta al prodotto uscito dalla Premiata Distilleria
dell’Autore. Non credo che Gentilini avrebbe poi grande
interesse, e nemmeno grande piacere, ad apprendere che lo si
considera più o meno influenzato dalle tesi della Nouvelle Histoire, o a seguire le linee di un
dibattito storiografico che potrebbe condurre a dichiararlo un pioniere – magari defilato e per certi
versi “in ritardo” – dell’antropologia storica, o un occulto e insidioso rivendicatore dei diritti
dell’Inconscio Collettivo di junghiana memoria, o un continuista timido, oppure uno dei molti e
benemeriti studiosi del folklore dell’area alpina orientale, o ancora un indagatore ben provvisto
d’informazioni archeologiche, topografiche e filologiche sul senso delle fiabe e delle leggende d’un
mondo uscito da successive acculturazioni celto-latino-germaniche. Il punto è che Gentilini ci
fornisce informazioni, ci offre spunti di riflessione, richiama a proposito di molte cose lo status
quaestionis e ci avvia sulla strada di molti works in progress. Il passato, specie quello implicito e
nascosto, quello non scritto di un mondo nel quale la cultura orale è ormai diventata inattingibile o
quasi – anche perché gli ultimi testimoni se ne sono forse andati, con la generazione nata nel primo
dopoguerra – viene qui riproposto come ancor vivente e attuale per quel che se ne può salvare o
restaurare; come “opera aperta”. Lupi, orsi, draghi serpenti, lance, spade e così via, sono Grandi
Archetipi o segnali emergenti di una realtà sommersa. Frammenti di un discorso da ricostruire, ma
che in fondo potremmo scoprire più vicino e vivente di quanto non si creda. Questa è un’opera
aperta. Auguriamoci solo che altre tessere si aggiungano al prezioso mosaico che Gentilini sta
tentando di restaurare, ben sapendo che il restauro non sarà mai completo e che i rischi di
falsificarne i caratteri sono molti. Il bello della ricerca, non è quando la si conclude: è che non la si
può concludere mai.
Franco Cardini
„La Casa di Wilma“
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San Lorenzo in Banale
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