Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo Alessandria Ufficio Comunicazione Mariateresa Dacquino 0131 206192 – 3388269808 [email protected] Via Venezia, 16 – 15121 ALESSANDRIA Tel . 0131 206111 – www.ospedale.al.it [email protected] [email protected] (solo certificata) C.F. – P.I. 01640560064 Alessandria, 12/03/2014 Ricostruzioni craniche: una proposta di trattamento multidisciplinare Il 14 marzo l’incontro scientifico con professionisti ed esperti da tutti Italia presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria Venerdì 14 marzo ad Alessandria, presso il Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera, si discuterà di ricostruzioni craniche (cranio plastica). L’iniziativa, promossa dal responsabile della Neurochirurgia dr. Andrea Barbanera, direttore del corso, si intitola “Ricostruzioni craniche”: quando e come ricalottare il traumatizzato cranico” ha l’obiettivo di stilare una proposta di protocollo terapeutico multidisciplinare. L’evento, patrocinato dalla Società Italiana di Neurochirurgia con presenza del Presidente Prof Roberto Delfini tra i relatori, ha un ricco programma (sul sito al link http://www.ospedale.al.it/NewsEventi.aspx?id=8674) di interventi con esperti provenienti da tutta Italia e di varie discipline, così come il pubblico di uditori, con l’obiettivo di fornire un quadro il più possibile completo e rispondere in modo integrato all’argomento. Il dr. Barbanera spiega infatti: “In una percentuale variabile dei traumi cranici, tra il 10 e il 15%, a causa dell’ematoma e del danno post-traumatico è possibile si manifesti un gonfiore o un accumulo di fluidi all’interno della scatola cranica (ipertensione endocranica); in questi casi, una soluzione per evitare ulteriori danni, è rimuovere parte della calotta cranica per dare spazio al cervello compresso e sofferente. Successivamente è necessario chiudere e ricalottare la scatola cranica, per proteggerne il contenuto e per favorire il recupero funzionale del paziente. Ricordo che stiamo parlando di pazienti in terapia intensiva, sedati, in gravissime condizioni. Queste scelte non dovrebbero essere solo del neurochirurgo, ma dall’intero staff multidisciplinare che ha preso in carico la persona, affinché il protocollo terapeutico sia condiviso e il processo decisionale sia coordinato, proprio per favorire il miglior recupero possibile”. Gli argomenti che saranno affrontati durante l’evento saranno quindi quando chiudere ma anche come effettuare la cranioplastica, in quanto spiega ancora il dr. Barbanera: “È possibile utilizzare lo stesso osso del paziente, precedentemente inviato alla Banca dell’Osso. Altrimenti le moderne tecnologie ci aiutano con protesi altamente innovative: esistono protesi di materiali biologicamente attivi come la ceramica (idrossiapatite) oppure biologicamente non attive come la resina acrilica. Anche questo sarà oggetto di dibattito”. Il corso, presieduto dal dr. Franco Servadei, responsabile della Neurochirurgia di Parma-Reggio Emilia, avrà inizio alle 10.30 e si terminerà alle 18.15. Mod. 001-00-03 “Comunicato Stampa”