direttore sanitario - Ospedale di Alessandria

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Alessandria, 12/03/2014
Ricostruzioni craniche: una proposta di trattamento multidisciplinare
Il 14 marzo l’incontro scientifico con professionisti ed esperti da tutti Italia
presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria
Venerdì 14 marzo ad Alessandria, presso il Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera,
si discuterà di ricostruzioni craniche (cranio plastica). L’iniziativa, promossa dal responsabile
della Neurochirurgia dr. Andrea Barbanera, direttore del corso, si intitola “Ricostruzioni
craniche”: quando e come ricalottare il traumatizzato cranico” ha l’obiettivo di stilare una
proposta di protocollo terapeutico multidisciplinare.
L’evento, patrocinato dalla Società Italiana di Neurochirurgia con presenza del Presidente Prof
Roberto
Delfini
tra
i
relatori,
ha
un
ricco
programma
(sul
sito
al
link
http://www.ospedale.al.it/NewsEventi.aspx?id=8674) di interventi con esperti provenienti da
tutta Italia e di varie discipline, così come il pubblico di uditori, con l’obiettivo di fornire un
quadro il più possibile completo e rispondere in modo integrato all’argomento.
Il dr. Barbanera spiega infatti: “In una percentuale variabile dei traumi cranici, tra il 10 e il
15%, a causa dell’ematoma e del danno post-traumatico è possibile si manifesti un gonfiore o
un accumulo di fluidi all’interno della scatola cranica (ipertensione endocranica); in questi casi,
una soluzione per evitare ulteriori danni, è rimuovere parte della calotta cranica per dare
spazio al cervello compresso e sofferente. Successivamente è necessario chiudere e ricalottare
la scatola cranica, per proteggerne il contenuto e per favorire il recupero funzionale del
paziente. Ricordo che stiamo parlando di pazienti in terapia intensiva, sedati, in gravissime
condizioni. Queste scelte non dovrebbero essere solo del neurochirurgo, ma dall’intero staff
multidisciplinare che ha preso in carico la persona, affinché il protocollo terapeutico sia
condiviso e il processo decisionale sia coordinato, proprio per favorire il miglior recupero
possibile”.
Gli argomenti che saranno affrontati durante l’evento saranno quindi quando chiudere ma
anche come effettuare la cranioplastica, in quanto spiega ancora il dr. Barbanera: “È possibile
utilizzare lo stesso osso del paziente, precedentemente inviato alla Banca dell’Osso. Altrimenti
le moderne tecnologie ci aiutano con protesi altamente innovative: esistono protesi di materiali
biologicamente attivi come la ceramica (idrossiapatite) oppure biologicamente non attive come
la resina acrilica. Anche questo sarà oggetto di dibattito”.
Il corso, presieduto dal dr. Franco Servadei, responsabile della Neurochirurgia di Parma-Reggio
Emilia, avrà inizio alle 10.30 e si terminerà alle 18.15.
Mod. 001-00-03 “Comunicato Stampa”
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