GLOSSARIO In questo glossario si possono reperire i vocaboli

GLOSSARIO
In questo glossario si possono reperire i vocaboli specialistici legati al tema dell'orientamento,
in continuo aggiornamento.
Si tratta di uno strumento efficace ed esauriente, legato alla reale esperienza delle persone
impegnate nelle attività di consulenza e sostegno.
A-B
Abilità
Le abilità sono componenti subordinate dell'intelligenza, distinte tra loro ma correlate:
rappresentano il costrutto multidimensionale dell'intelligenza stessa.
Da distinguere dalle attitudini, potenzialità da sviluppare da parte del soggetto. All'abilità è
associata anche la competenza che consiste in conoscenze specifiche complete e ben
organizzate; esse sono il risultato della formazione delle abilità.
Le abilità sono considerate una struttura gerarchica, formata dal vertice dell'abilità generale (o
intelligenza generale) e dalla base delle abilità specifiche.
L'abilità generale viene suddivisa in:
• abilità cristallizzata, risultato dell'interazione del soggetto con il suo ambiente
formativo, basata sull'apprendimento di vari contenuti in rapporto al patrimonio
culturale;
• abilità fluida, si forma prevalentemente nel contesto socioculturale libero e in
situazioni occasionali; in essa predomina il processo euristico con un percorso
imprevedibile.
Le abilità rappresentano la base della formazione intellettuale dei soggetti per mezzo della
quale essi diventano autonomi e liberi. Su di esse si fonda anche la formazione professionale e
da esse dipende poi l'esercizio di una specifica attività lavorativa.
Le abilità assumono una notevole importanza nell'apprendimento, particolarmente nella loro
duplice distinzione di abilità cristallizzate e fluide. Sulle prime viene impostato l'apprendimento
del sapere consolidato, mentre sulle seconde quello del sapere ancora poco schematizzato.
Esiste un'innegabile superiorità delle donne nelle abilità verbali, mentre gli uomini sono
superiori nelle abilità numeriche e spaziali.
Le differenze sono rilevanti e influenzano notevolmente le scelte professionali dei giovani
concentrando le frequenze in alcuni settori lavorativi: scientifico e tecnico (maschile), sociale e
amministrativo (femminile).
Accompagnamento
L'accompagnamento nei percorsi di orientamento e/o formazione è l'azione di supporto svolta
da professionisti verso persone che si trovano in una fase di definizione del proprio progetto
professionale e/o di ricerca di un'occupazione. Gli interventi di accompagnamento sono
estremamente utili e talvolta necessari, soprattutto con soggetti giovani e/o demotivati.
Nel soggetto coinvolto, l'aiuto dell'accompagnatore deve favorire:
• la massima consapevolezza delle proprie risorse e capacità, delle richieste,
delle opportunità e dei vincoli dell'ambiente in cui il soggetto è inserito o intende
inserirsi;
• la libertà di scelta, la responsabilità e l'autoprogettazione;
• individuazione di bisogni, aspirazioni e attitudini personali: il soggetto deve
giungere a scoprire i propri valori e abilità, misurandone l'importanza e la
consistenza di fronte alle scelte che intende fare;
• l'automotivazione;
• il confronto con le diverse realtà;
• la capacità di prendere decisioni autonome e responsabili, di essere
protagonista del proprio progetto di vita;
• la conoscenza delle diverse opportunità/alternative che esistono, in rapporto al
"campo" di scelta;
• un atteggiamento attivo di ricerca delle informazioni in rapporto a ciascuna
delle possibili alternative a disposizione;
• la coscienza delle scelte che si intendono fare e un quadro il più completo
possibile degli aspetti che esso comporta;
• un atteggiamento critico nei confronti delle pressioni e dei condizionamenti
socio-ambientali;
• la capacità di mettersi in discussione in ogni momento e di fronte a qualsiasi
posizione da prendere.
Le finalità di un percorso di accompagnamento richiedono spesso un lavoro di rete a sostegno
delle azioni di accompagnamento individuali in cui, accanto al soggetto, non vi sia solo un
accompagnatore che si affianca direttamente all'utente, ma vi siano altre figure e/o istituzioni
(il tutor aziendale, lo sportello informativo locale ecc.) che rappresentino per il soggetto un
riferimento utile in funzione del raggiungimento delle finalità descritte prima.
Adattamento
Si tratta di un processo attraverso cui un individuo o un gruppo stabiliscono con il proprio
ambiente naturale o sociale una condizione d'equilibrio o per lo meno d'assenza di conflitto.
Il processo avviene attraverso azioni volte a modificare l'ambiente e azioni volte a modificare
se stessi in vista di un accettabile equilibrio: le prime sono dette alloplastiche, le seconde
autoplastiche.
Quando le azioni messe in atto non sortiscono l'effetto desiderato, si parla di disadattamento,
solitamente riferito all'ambiente sociale.
L'adattamento viene inteso come adeguamento agli standard comportamentali richiesti dalla
cultura ambientale di appartenenza, e come anticipazione dei modelli attesi dalla struttura
sociale.
Rispetto a questo punto di vista, ogni forma di deviazione dalle norme di riferimento è
disadattamento, che richiede una serie di iniziative formative, educative, pedagogiche, volte al
riadattamento.
In un'ottica di sistema, non bisogna dimenticare, all'interno di questo concetto, l'importanza
delle motivazioni, base energetica del comportamento, delle decisioni, che portano all'azione
comportamentale, e delle modalità di sviluppo dell'organizzazione sociale, che comportano una
continua revisione delle tecniche adattive di volta in volta utilizzate.
Addestramento
Attività formativa volta a migliorare conoscenze, competenze e capacità degli individui in
relazione alla loro attività lavorativa o professionale. Rispetto all'educazione, l'addestramento
fa riferimento ad un ambito più circoscritto e ad una sfera d'azione più specifica e pratica:
permette, ad esempio, di apprendere un lavoro, svolgendolo.
Le esigenze di addestramento possono essere legate all'organizzazione nel suo complesso, a
mansioni specifiche o a bisogni propri dei singoli membri. Alcuni fattori possono influenzare
l'efficacia dell'addestramento; tra questi è importante tenere in considerazione: il carattere
complessivo o parziale del contenuto da apprendere con conseguente suddivisione delle unità
di apprendimento, il rinforzo che compensa l'acquisizione avvenuta, la retroazione (feedback) o
conoscenza dei risultati ottenuti per misurare l'efficacia di un programma in relazione agli
obiettivi e alla tipologia degli individui in grado di sostenerlo.
Alternanza
L'alternanza scuola lavoro come metodologia formativa prevede l'integrazione sinergica tra
attività svolte presso una struttura di formazione ed esperienze di lavoro realizzate nella
concreta realtà d'impresa.
Sono due momenti primari di questo processo:
• l'esperienza diretta mirata l'acquisizione di competenze nel
contesto lavorativo;
• la riflessione sull'esperienza vissuta, in grado di rinforzare la
motivazione del giovane.
La metodologia dell'alternanza permette di:
• formare e creare un profilo professionale corrispondente alle
caratteristiche e alle esigenze del giovane in formazione;
• soddisfare meglio i bisogni e i modelli organizzativi del contesto
produttivo di riferimento.
L'alternanza è finalizzata inoltre a:
• accresce la conoscenza diretta e concreta di aspetti fondamentali
del processo lavorativo, quali le caratteristiche del settore
produttivo, i modelli di organizzazione del lavoro e di
comunicazione, le tecnologie di riferimento ecc;
• maturare criticità ed esperienza per affrontare situazioni e
processi che nessun setting formativo "artificiale" sarebbe in grado
di riprodurre.
La realizzazione dell'alternanza formativa può avvenire:
• all'interno di percorsi educativi e formativi che prevedono
momenti di contatto diretto con la realtà aziendale (tirocinio);
• nell'ambito di percorsi di inserimento lavorativo (quali
l'apprendistato e il contratto di formazione-lavoro) che
contemplano anche moduli formativi all'esterno dell'impresa.
Ambiente
Qui inteso come complesso degli elementi reali (cultura, situazione economica ecc.) che
influenzano la vita di una persona ed in particolare le sue possibilità di scelta. Si è soliti
distinguere l'ambiente come luogo in cui si attua una crescita o come fattore di crescita, cioè
come fattore culturale che determina, facilita o condiziona il verificarsi di un evento.
La considerazione dell'ambiente in cui l'individuo si trova ad operare le sue scelte è di
importanza fondamentale nella pratica dell'orientamento, poiché permette di capire quali sono
le possibilità reali o i limiti ineliminabili dello sviluppo del progetto di formazione.
La consapevolezza dei limiti e delle possibilità posti dall'ambiente non impedisce tuttavia
all'individuo di operare strategie a lungo termine (ad esempio quella di mantenersi agli studi)
che, a partire dall'adattamento alla situazione di partenza, permettano comunque di tentare un
miglioramento della qualità della vita e della career.
Analisi dei fabbisogni
Una scelta consapevole, in grado di soddisfare il proprio progetto di vita con le opportunità
offerte dal mondo esterno, implica una corretta informazione sulle esigenze e caratteristiche
del tessuto socio-economico locale.
Per analisi dei fabbisogni si intenderà dunque la rilevare di informazioni sulle necessità
prodotte dai cambiamenti che si verificano nei sistemi sociale ed economico.
La natura di ciascuna indagine è determinata dalla finalità che si prefigge chi la commissiona.
Tra le opzioni possibili:
• l'impianto qualitativo o quantitativo;
• la focalizzazione dell'indagine sui bisogni attuali (analisi) o quelli
futuri (anticipazione);
• la scelta settoriale o intersettoriale;
• la dimensione territoriale.
In particolare, l'analisi dei fabbisogni presenta problemi diversi a livello locale e nazionale:
• a livello locale, dove è forte l'esigenza di una corretta
pianificazione e progettazione della formazione professionale e del
riequilibrio domanda/offerta sul mercato del lavoro, c'è stata negli
ultimi dieci anni una proliferazione di esperienze di analisi di
fabbisogni a supporto delle scelte politiche.
• a livello nazionale, c'è la necessità di sviluppare la filiera di
indagini nazionali e verificare la possibilità di collegarle in un
sistema a rete.
Un sistema di analisi dei fabbisogni che risulti di reale utilità per l'orientamento deve fornire
informazioni attendibili, complete, aggiornate periodicamente sulla richiesta di professioni, di
competenze, di formazione articolata il più possibile a livello locale, ma inserita in una cornice
nazionale che garantisca l'omogeneità e la comparabilità delle informazioni raccolte.
Apprendimento
Processo che implica una modificazione comportamentale non imputabile esclusivamente a
fattori biologico-evolutivi o a stati momentanei del soggetto (ad esempio per l'effetto di
stupefacenti) ed in cui gioca un ruolo fondamentale l'interazione con l'ambiente.
È possibile distinguere due tipi di apprendimento:
• l'apprendimento associativo (detto anche semplice o meccanico),
fondato sulla relazione stimolo-risposta, assume un ruolo fondamentale
nella formazione di abitudini; esso comprende il condizionamento
classico, il condizionamento operante e l'apprendimento di risposte
combinate.
• l'apprendimento cognitivo (detto anche complesso) coinvolge
funzioni psichiche superiori come la percezione e l'intelligenza ed ha
luogo in quelle circostanze in cui la comprensione non avviene per
somma di attività frammentarie, ma esige che si colgano le relazioni
essenziali, il significato e la struttura portante di una complessità.
Tra i diversi modelli che tentano di spiegare il rapporto tra adulto e apprendimento merita una
particolare citazione quello proposto da Kolb (1973), in cui si definisce un percorso in base al
quale avviene l'apprendimento; in particolare, tale modello prevede l'esistenza di una serie di
tappe che consentono di conseguire sapere secondo un certo ordine ed in funzione di un
processo di circolarità.
Tale processo prende avvio dalla concreta esperienza (fatti, problemi, situazioni), che sollecita
un'analisi, nel senso del puro e semplice osservare, ovvero del riflettere (osservazione
riflessiva), a cui segue la formulazione di concetti prima (concettualizzazione astratta) e la loro
verifica empirica (sperimentazione attiva) poi, concludendosi nuovamente nel campo
dell'esperienza.
Assessment
Il termine inglese assessment, tradotto in italiano come accertamento, indica l'insieme di
metodi e di strumenti per descrivere la situazione di un soggetto, ma soprattutto per verificare
il funzionamento di una istituzione formativa o produttiva.
Nell'assessment la valutazione di determinate caratteristiche dei singoli soggetti, di gruppi o di
istituzioni (comunità ) prevede l'utilizzo combinato di mezzi standardizzati, intervista clinica e
analisi del caso; notevole attenzione viene data alla comunicazione interpersonale.
L'assessment è una metodologia ordinata e definita che prevede le seguenti fasi:
• definizione del problema da affrontare (disagio di un gruppo);
• raccolta dei dati pertinenti al problema (con i metodi sopra indicati);
• interpretazione dei dati. Durante questa fase vengono formulate delle ipotesi
(supposizioni) interpretative e delle inferenze per determinare le cause e poi
concretizzate predizioni degli eventi (in genere positivi).
• comunicazione dei risultati e prospetto delle soluzioni individuate.
Atteggiamento
Stato mentale di prontezza, organizzato grazie all'esperienza, che esercita un'influenza
direttiva o dinamica sulle risposte dell'individuo a tutti gli oggetti e situazioni con cui è in
relazione (Allport, 1954).
In particolare, è possibile affermare che gli atteggiamenti:
• si riferiscono a persone o oggetti che fanno parte dell'ambiente
dell'individuo;
• influenzano il modo in cui l'individuo percepisce e reagisce al suo
ambiente;
• vengono appresi e sono relativamente duraturi;
• implicano valutazioni e sentimenti.
Quest'ultimo punto ha condotto molti studiosi a osservare che l'atteggiamento ha due
componenti fondamentali:
• le convinzioni personali, la probabilità, cioè, con cui un individuo si
aspetta che una data informazione sia vera;
• e i valori, che sono determinati da tutto ciò che una società considera
buono o cattivo.
In psicologia l'atteggiamento è un costrutto ipotetico, perché non può essere osservato
direttamente, ma solo indotto dalle manifestazioni verbali e dalla sequenza degli atti
osservabili in rapporto all'oggetto.
Attitudine
Predisposizione individuale a svolgere con maggiore o minore efficacia una determinata
attività. L'attitudine si manifesta di solito precocemente e, in mancanza di una possibilità
concreta di espressione, può restare latente per tutta la vita.
Si è soliti distinguere tra attitudini fisiche, di cui fanno parte le capacità sensoriali e motorie
(precisione, coordinazione, resistenza fisica, velocità di reazione, ecc.) e le attitudini psichiche,
ovvero disposizioni favorevoli a una o più facoltà mentali (percezione, memoria, capacità
analitica, sintetica, ecc.).
Mentre le attitudini fisiche, percettive e mnemoniche raggiungono la massima espressione
intorno ai 20-25 anni, quelle intellettuali hanno un declino statisticamente constatabile intorno
ai 60 anni.
Generalmente le attitudini sono determinate da una complessa interazione fra fattori
costituzionali e acquisiti nel corso dello sviluppo individuale.
Autonomia decisionale
L'obiettivo principale dell'azione orientativa è di promuovere un processo di maturazione
professionale che porti l'individuo a sapersi autogestire nelle sue scelte, cioè saper progettare,
decidere e realizzare la scelta dell'attività professionale che, in quel momento o in quella
situazione, maggiormente convince.
Progettare vuol dire fare dei confronti tra le rappresentazioni di sé (come si è in un
determinato momento di sviluppo o di vita) e le rappresentazioni delle realtà professionali che
si reputano (più o meno realisticamente) possibili o desiderabili per un inserimento sociale nel
mondo del lavoro che sia personalmente soddisfacente. perché una scelta risulti "buona" e
quindi soddisfacente occorre:
•
•
•
•
la maturità sufficiente per farla;
uno o più progetti;
che si decida per esso (o per uno di esso);
una pianificazione di come attuarlo.
Far acquisire abilità di progettazione diventa un obiettivo educativo di prim'ordine per
promuovere la maturazione professionale del giovane.
(don Mario Viglietti, COSPES)
Auto-orientamento
L'auto-orientamento nasce come reazione:
• alla conduzione dell'orientamento nei decenni '50 - '70 prevalentemente
diagnostico e molto direttivo;
• alla conduzione dell'orientamento negli anni '70 e '80, basata sull'informazione
(l'orientamento è stato identificato con la diffusione delle informazioni sugli
indirizzi scolastici, sulle facoltà universitarie e sulla situazione occupazionale
nazionale).
In entrambe le concezioni, gli operatori erano convinti che bastava offrire ampie e articolate
informazioni in base alle quali l'interessato era in grado di operare la propria scelta.
Dunque non veniva preso in considerazione il livello di sviluppo dei soggetti né le differenze
individuali nella capacità dei soggetti di elaborare e di assimilare le informazioni offerte.
Con l'attuale concezione dell'orientamento, considerato un processo continuo e formativo, in
cui è fortemente sostenuta la centralità della persona, il termine autoformazione risulta
superfluo.
In realtà anche nel periodo in cui è sorto non era privo di ambiguità. Spinto all'estremo, il
termine avrebbe significato la totale autonomia del soggetto a tutti i livelli del suo sviluppo
professionale contraddicendo il processo stesso dell'orientamento.
Autorealizzazione
L'autorealizzazione può essere definita come una tendenza, presente in ogni individuo, a
realizzare pienamente le proprie potenzialità, sia dal punto di vista della maturazione psichica
ed emotiva, sia dal punto di vista comportamentale.
Il bisogno di autorealizzazione, ci dice A. H. Maslow (1973), è l'ultimo dei cinque livelli di
bisogno fondamentali della persona per il suo benessere.
Dopo i bisogni fisiologici, di sicurezza, d'amore (bisogni sociali) e di stima, il bisogno di
autorealizzazione si situa in una posizione quasi ideale, esprimendosi più come processo e
come tendenza, che come stadio effettivamente raggiungibile dalla persona stessa.
Nella terapia centrata sul cliente di C. R. Rogers, utile all'operatore perché individua la persona
come protagonista attivo del proprio processo d'orientamento, l'autorealizzazione è una
tendenza psichica presente in tutte le persone che può essere impedita da conflitti emozionali
o da una distorta immagine di sé.
Il concetto di autorealizzazione può essere visto anche come una chiave di lettura per
interpretare bisogni e motivazioni delle persone che si rivolgono ad un operatore di
orientamento.
Autostima
L'autostima può essere definita come la considerazione che un individuo ha di se stesso, in
termini di capacità, importanza e valore.
L'ottica cognitiva ci invita a considerare il concetto di autostima al pari di una struttura di
conoscenza che si costruisce nell'ambito dell'esperienza in modo non casuale, ma in sintonia
con quanto avviene per ogni altra forma di conoscenza attraverso fasi di rilevazione
dell'informazione, di sua organizzazione, di sua fissazione in memoria, ecc.
Viene messo in evidenza, inoltre, che questa struttura di conoscenza funziona da mediatrice,
guida, elemento direttivo e organizzativo per ogni aspetto dell'esperienza in corso, per le varie
fasi dell'elaborazione dell'informazione e per le condotte in atto.
Nonostante sia stata dimostrata l'esistenza di processi cognitivi miranti a mantenere costante
ed inalterata la concezione che un individuo ha di sé, appropriate azioni di counseling possono
venire in aiuto, aumentando l'obiettività della valutazione della propria "efficacia" e
"appropriatezza" rispetto alle situazioni che si stanno vivendo o che si devono affrontare.
Auto-valutazione
Nell'attività di orientamento, come anche nella elaborazione dei progetti professionali, molto
spazio viene riconosciuto all'autovalutazione delle varie componenti del processo maturativo.
Il soggetto viene spinto a:
• autovalutarsi in rapporto alle sue capacità, ai suoi interessi e a descrivere
anche gli atteggiamenti verso il lavoro;
• pronunciarsi sulla capacità di comunicare con gli altri.
Accanto ad una valutazione fatta da esperti, considerata in genere oggettiva, in questi progetti
viene valorizzato volutamente il giudizio personale su se stessi. La stima delle proprie abilità da
parte dell'individuo è un fatto personale e sociale di antica data, ma nel passato la psicologia
nutriva grande sfiducia nella possibilità di una valida autovalutazione personale.
L'autovalutazione veniva ritenuta poco attendibile, consciamente o inconsciamente distorta e
quindi inutile nella prassi psicologica e educativa. Recentemente però, l'atteggiamento degli
esperti verso l'autovalutazione è cambiato. Essa infatti viene considerata sufficientemente
attendibile e quindi utile per la conoscenza della personalità anche di soggetti in tenera età.
Ci sono anche delle ragioni sociali e individuali perché l'autovalutazione debba essere presa in
considerazione dagli educatori e dagli operatori sociali:
• ogni valutazione delle abilità da parte del soggetto avviene in base alle
esperienze del passato, quindi per mezzo di un confronto con la realtà esterna.
In questo modo l'autovalutazione si colloca nel tessuto delle interazioni del
comportamento umano (Gresham, 1989);
• l'intervento psicologico deve creare, potenziare e mantenere le attese del
soggetto sulle sue competenze cognitive, affettive e sociali. Occorre, quindi,
conoscerle e partire da esse.
• la valutazione delle competenze personali fatte dai soggetti è in stretto
rapporto con il loro benessere psichico e spesso anche con la loro salute
psichica. Per questo la terapia comportamentale si serve ampiamente della stima
delle abilità, del senso di adeguatezza in rapporto a un compito e al successo
(Allgood-Merten e Stockard, 1991)
• anche fuori dall'ambito degli interventi terapeutici, una adeguata
autovalutazione delle abilità puòportare ad una vita equilibrata e psichicamente
sana.
Avviamento al lavoro
L'azione di orientamento risulta spesso di aiuto al soggetto nella promozione di una vera e
propria campagna di marketing di se stesso. L'azione deve essere preceduta da una buona
conoscenza di sé, delle proprie competenze, della valorizzazione delle proprie esperienze
lavorative e degli interessi, avendo già individuato con maggiore esattezza gli obiettivi da
raggiungere.
La ricerca del lavoro rappresenta, all'interno del percorso di orientamento, una attività di
sostegno al soggetto in uno dei suoi momenti di transizione, attraverso la proposta di
acquisizione di una serie di competenze pratiche che si rivelano necessarie nell'attuazione del
piano definito dalla persona.
Concretamente la ricerca di informazioni sul mondo del lavoro si articola in due fasi:
• la valutazione professionale, finalizzata all'individuazione e
analisi di informazioni utili nell'ambito occupazionale: iter
formativo, esperienze lavorative, conoscenze tecniche,
aspettative, motivazione, dati di contesto, informazioni utili.
• tecniche di ricerca del lavoro, in cui si forniscono indicazioni
su alcune strategie per l'inserimento lavorativo: curriculum vitae,
lettera di candidatura, lettura inserzioni, colloquio di selezione ecc.
(Prof.G. Sangiorgi, Università di Milano)
Bisogno
Stato di tensione più o meno intenso dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde a
esigenze fisiologiche più o meno impellenti, a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine,
necessarie, a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a
esigenze sociali apprese dall'ambiente.
Il bisogno è vissuto come uno stimolo che spinge un individuo verso la meta, il cui
raggiungimento annulla la tensione provocata dal senso di insoddisfazione che accompagna lo
stimolo stesso.
C-E
Capacità
Termine generico per definire la possibilità e l'idoneità di un soggetto a svolgere un'attività o a
assolvere un compito.
Come ogni definizione di capacità ne consegue il rimando all'attività a cui essa si esplica e alla
serie di operazioni che richiede e che non sono riportabili ad un solo tipo di assunto.
L'uso di questo concetto si riferisce alle tendenze innate e a quelle acquisite, considerate per la
valutazione dei soggetti e per la previsione del loro rendimento nei test attitudinali.
(Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia)
Carattere
Configurazione relativamente permanente di un individuo a cui ricondurre gli aspetti abituali e
tipici del suo comportamento.
Oggi al termine carattere si preferisce quello di personalità, anche se il limite che separa i due
concetti non si fonda su un criterio oggettivo ma su una convenzione scientifica, come risulta
dal fatto che grandi aree psicologiche e psicopatologiche considerano i due termini come
intercambiabili.
Career
Termine introdotto da pochi anni nel lessico degli esperti italiani di orientamento, indica l'arco
di tempo, idealmente compreso tra i quindici e i sessantacinque anni, durante il quale la
persona compie il proprio percorso lavorativo, tendendo a realizzare le proprie capacità e le
proprie aspirazioni.
L'accezione del termine richiama implicitamente l'idea di una forte ricerca di qualità della vita
lavorativa, che nel nostro sistema socioculturale è ormai strettamente legata a quella della
qualità della vita in senso lato.
Colloquio
Metodo di indagine che attraverso la comunicazione verbale consente di ottenere informazioni
sulle attitudini, le conoscenze, le aspirazioni e i conflitti di un individuo o un gruppo. A seconda
del livello di strutturazione che assume in vista degli aspetti psichici che intende analizzare, il
colloquio può presentarsi come:
• colloquio standardizzato, in cui la tipologia e l'ordine delle domande,
nonché il comportamento dell'intervistatore sono predefiniti. Questa
metodologia presenta il vantaggio di essere più facilmente riproducibile e
di consentire la quantificazione e l'elaborazione statistica dei dati, ma ha
una ridotta profondità di esplorazione;
• colloquio diagnostico o profondo, il quale consente una maggiore
variabilità e flessibilità dei temi, ma rende più difficile il confronto dei dati
tra più soggetti, in quanto non è possibile una piena standardizzazione
delle informazioni ottenute;
• colloquio terapeutico, ovvero una forma di intervista aperta che
prende in considerazione anche la sfera emotiva nel rapporto tra paziente
e terapeuta e si serve anche delle modalità espressive non verbali.
• colloquio educativo, basato sulla partecipazione alla situazione del
soggetto, sul rispetto per le sue problematiche e sull'astensione da
qualsiasi atteggiamento giudicante o rigidamente prescrittivo.
Competenza
Qualità professionale di un individuo in termini di conoscenze, capacità e abilità, doti
professionali e personali.
Tale definizione, riconducibile al modello delle skills manageriali elaborato da Burgoyne e
Stuart (1978) e ripreso da Quaglino (1990), fa riferimento a tre aree specifiche:
• le conoscenze, ovvero il bagaglio di sapere richiesto dalla professione,
il campo di sapere generale e quello delle conoscenze organizzative;
• le capacità, cioè le abilità professionali (capacità operative, relazionali
e manageriali) legate allo svolgimento dell'attività di lavoro e all'utilizzo
del bagaglio di conoscenze;
• le qualità, ovvero le doti personali necessarie sia ad implementare le
capacità sia ad orientare i comportamenti organizzativi e possono essere
distinte in qualità professionali, qualità personali e qualità sociali.
Attività dei consulenti per l'orientamento basata prevalentemente sul criterio del sostegno
competente alla decisione. Tende a creare le condizioni idonee all'autonomia decisionale e
all'elaborazione di un progetto formativo e/o lavorativo tramite una presa di coscienza dei
fattori coscienti e latenti che determinano, nella persona, i meccanismi di adattamento, i
bisogni di fondo e le decisioni sul proprio futuro.
In particolare, l'attività di counseling consente di ricostruire la storia personale del soggetto, di
raccogliere informazioni relative alle rappresentazioni nei confronti della scuola/formazione e
del lavoro, di registrare i vissuti e gli interessi professionali dei soggetti.
Compito
Il compito può essere definito come una attività assegnata a un individuo, da altre persone o
dall'individuo stesso, come strumento di apprendimento o come scopo da realizzare.
Il concetto di compito è molto importante nella psicologia del lavoro, per quanto riguarda
soprattutto la cosiddetta "analisi del compito".
Questa si configura come una serie di procedure mirate a individuare le conoscenze e le
attitudini necessarie allo sviluppo di una determinata attività. L'analisi del compito è mirata a
costruire strategie di addestramento e valutazione del personale lavorativo.
Si possono individuare due fasi nel processo di analisi, una fase di descrizione del compito
stesso, in cui vengono individuate le attività che caratterizzano un determinato lavoro e le
condizioni ambientali, sociali, e psicologiche in cui questo viene eseguito, e una fase di
specificazione del compito, dove vengono delineate in modo più particolareggiato le tappe
essenziali per lo svolgimento delle varie attività e il loro ordine di importanza.
Counselling
Possiamo definire il counselling come un processo d'interazione tra due persone, il counselor
ed il cliente, che ha lo scopo di abilitare quest'ultimo a prendere decisioni riguardo alla sua
situazione personale.
E' il tentativo d'elaborazione delle esperienze di una persona in relazione con un'altra
attraverso il dialogo.
Una relazione di counseling si configura come un valido strumento di intervento nei casi in cui
una persona viva una situazione più o meno profonda di crisi. Generalmente la situazione di
crisi è considerata come uno stato di disorganizzazione che si verifica quando gli abituali
metodi di risoluzione dello stress si rivelano inadeguati ad affrontare lo stress che deriva dal
fatto di trovarsi di fronte ad un ostacolo che impedisce di raggiungere finalità importanti nella
vita (Caplan).
Creatività
La creatività è la capacità di alcuni individui di scoprire rapporti tra idee, cose e situazioni,
produrre nuove idee, avere delle intuizioni e concludere il processo mentale con un prodotto
valido e utile nel settore scientifico, estetico, sociale e tecnico di una determinata cultura.
Il prodotto deve poi essere in grado di esercitare un certo influsso sulla vita degli altri
arricchendola oppure producendo in essa un positivo cambiamento.
La persona creativa possiede:
• un alto capacità di elaborare processi ipotetico-deduttivi;
• alta fluidità ideativa che consiste nella produzione di idee nuove
che vanno incontro a bisogni sociali; essa può essere:
- verbale (ricca produzione di parole);
- associativa (combinazione di concetti);
- espressiva (produzione grafica o gestuale);
• flessibilità mentale che gli permette di adattarsi a situazioni
nuove;
• fluidità categoriale, ovvero passare facilmente da un contenuto
all'altro;
• facilità nelle associazioni libere;
• capacità di comprende bene la struttura di un sistema e di
confrontarlo con gli altri.
La produzione creativa avviene in stretto rapporto con l'ambiente socioculturale che le offre dei
criteri sia per la valutazione dei contenuti che dei metodi. L'abilità creativa si forma
principalmente nei due ambiti: familiare e scolastico.
Per promuovere e formare nel figlio le abilità creative occorre che i genitori ne favoriscano
l'autonomia in rapporto alle scelte quotidiane e alla costruzione del progetto di vita e
professionale.
Similmente l'ambiente scolastico può favorire la formazione alla creatività se lavorerà per
incoraggiare e sostenere le scelte autonome e se stimolerà l'apprendimento divergente (diversi
stili di apprendimento).
La formazione delle abilità creative rappresenta uno degli obiettivi più ambiziosi
dell'educazione; infatti la capacità creativa rappresenta la piena maturità intellettuale della
persona che la rende libera (trascende i sistemi) ed altamente produttiva.
Credito formativo
Secondo la Commissione europea, il credito alla formazione è un "capitale" che ogni giovane
ha a disposizione per acquisire ed aggiornare, lungo il corso di tutta la sua vita, le conoscenze
e competenze di cui abbisogna.
Si intende qui un riconoscimento, dato da un istituzione deputata ad un individuo, che certifica
il possesso di competenze - indipendentemente dal modo con cui le ha acquisite (attraverso un
percorso educativo-formativo formale; attraverso la pratica lavorativa) - in vista di una loro
valorizzazione individuale (maggiore consapevolezza sulle proprie risorse) e collettiva.
L'Isfol propone la seguente definizione: "Il credito formativo è un valore assegnabile ad un
segmento di formazione (ad esempio un modulo didattico, un'unità capitalizzabile, un'annualità
accademica,...) o ad un'esperienza individuale (lavorativa, di volontariato,...) riconoscibile
nell'ambito di un percorso di formazione come competenza individualmente già acquisita".
Il credito costituisce quindi per l'individuo un titolo esigibile per mettere in valore una o più
parti della esperienza già maturata e, per questa via, di ottimizzarla evitando quindi di dover
ripetere l'esperienza.
Perché un credito sia effettivamente esigibile (o riconoscibile), occorre che sia:
• formalizzato da un qualche accordo tra le istituzioni competenti;
• preventivamente attestata, attraverso procedure riconosciute, la
parte di esperienza formativa o lavorativa che si intende far
oggetto di credito.
Curricolo
Nel suo significato più ampio, derivato dal latino curriculum vitae, il termine indica l'itinerario
di una persona attraverso le sue esperienze di vita, di studio e di attività professionali,
descritte tenendo presenti le tappe raggiunte, le motivazioni e i criteri ispiratori.
Nel suo significato specifico si riferisce all'organizzazione delle conoscenze all'interno dei singoli
gradi scolastici.
Dilemma decisionale
Situazione che si affronta ogni volta che ci si trova di fronte ad una scelta. Nella pratica
dell'orientamento, la tipica situazione di dilemma decisionale è quella in cui il decisore deve
valutare due o più alternative di formazione o di inserimento professionale. Le alternative
possono consistere in azioni, costi o eventi che si presentano al momento della scelta.
La decisione consiste nel valutare quale delle alternative prospettate soddisfa meglio le
esigenze e le aspettative del progetto di vita dell'utente, tenendo anche conto delle reali
possibilità che la scelta ha di concretizzarsi effettivamente.
La situazione di dilemma è quindi sempre legata, da un lato, a progetti anche a lunga scadenza
e a strategie di miglioramento della qualità della vita, dall'altro, ad un chiaro esame della
realtà, individuale e sociale, in cui l'utente opera le proprie scelte.
Drop out
Il termine si riferisce a chi esce dai modelli comportamentali della società cui appartiene. In
particolare, in ambito educativo con questo termine si definiscono quegli studenti che
abbandonano la scuola prima di aver completato un corso o conseguito la laurea.
Questi comportamenti possono essere spiegati appellandosi ad un desiderio di autenticità o di
trasformazione, agito con l'interruzione di qualsiasi azione socialmente condivisa.
Empowerment
Con il termine empowerment si intende il processo finalizzato all'aumento del potere: il
"potere" di cui si parla non è tanto quello impersonale e sociale ("potere su") quanto il potere
prima di tutto "interno" al soggetto ("potere di").
Alle accezioni tradizionali della parola potere, si aggiungono quindi altri fattori determinanti
quali:
• competenza e sentimento di competenza;
• motivazione intrinseca;
• capacità di mobilitazione ed uso delle proprie migliori energie e
risorse;
• sentimento di speranza e percezione della possibilità di
influenzare i risultati dei propri comportamenti e degli eventi che
hanno un impatto sulla propria vita o aspetti di essa.
Se consideriamo orientativo ogni intervento che ha come oggetto la persona e che riesce ad
aumentare la possibilità che questa raggiunga obiettivi professionali soddisfacenti, dobbiamo
necessariamente considerare tra questi anche gli interventi che aumentano nella persona il
senso di poter realizzare ciò che ha progettato.
Il concetto di empowerment permette di razionalizzare questa costellazione fatta di
motivazione, competenza, uso delle proprie risorse, visione positiva del futuro e sentimento di
adeguatezza, che, se favorevolmente potenziata, si offre come potente strumento per vincere
il senso di inadeguatezza ed aprire positivi sviluppi nelle persone e nel loro modo di
approcciarsi ai problemi.
Empowerment non significa automaticamente cambiamento: significa costruire, aprire una
possibilità in più, al proprio interno, per poter quindi scegliere operativamente nell'ambito di
uno spettro di possibilità più ampio (ed eventualmente poi cambiare, se desiderato dal
soggetto, operando nell'interazione con gli interlocutori e la realtà circostante).
La maturazione di una nuova possibilità passa attraverso la fase cruciale della messa in atto di
una pensabilità positiva: essa si realizza quando il soggetto riesce a pensare (in modo
"positivo") se stesso in una situazione diversa da quella attuale.
Costruire la pensabilità positiva significa costruire la rappresentazione prefigurativa dettagliata
di un assetto nuovo, diverso dall'attuale. La pensabilità è fondamentale per poter poi
individuare risorse da reperire e problemi da risolvere e potere poi praticare operativamente le
nuova possibilità.
F-I
Famiglia
Nel processo di orientamento è coinvolta la famiglia. Una valida attività di educazione alla
scelta ne richiede l'adesione e l'appoggio, in quanto deve collaborare per dare univocità
all'azione educativa, per aiutare i ragazzi ad analizzare i propri interessi e la realtà che li
circonda.
Proprio la famiglia ha un peso determinate sul comportamento di chi sceglie, in quanto in caso
di "non corrispondenza" tra progetto professionale familiare e progetto personale del giovane,
può sorgere una conflittualità aperta che può condurre a una crisi nei rapporti affettivi.
Molto spesso i genitori, nel proiettare sui figli le loro aspettative e i loro sogni non realizzati,
rischiano di creare incertezza e senso di colpa nel figlio che è orientato ad una scelta diversa.
L'atteggiamento auspicabile da parte della famiglia è quello di incoraggiare e sostenere i figli,
senza imporre la propria volontà, ma valutando ed esaminando insieme le varie possibilità di
scelta, riferendole sempre però alle potenzialità del soggetto.
Feedback
Elaborato in ambito cibernetico, il concetto di feedback (o retroazione) s'è rivelato
particolarmente utile per spiegare molti fenomeni biologici e psicologici. Con tale termine si
intende l'azione di ritorno dell'effetto sulla causa che l'ha prodotto, con la conseguente
possibilità di influenza sull'agente scatenante.
A tal proposito, si distingue un feedback negativo o positivo a seconda che il ritorno
dell'informazione sull'informatore, rispettivamente, riduca o accresca la performance di
quest'ultimo.
Formazione
Processo finalizzato alla crescita dell'individuo a livello personale, sociale, culturale e
professionale.
In quest'ottica, l'attività di orientamento può essere considerata "formativa" a tutti gli effetti,
nel senso di formazione del senso di sé e sviluppo delle abilità indispensabili per definire un
proprio progetto formativo e/o professionale.
Formazione a distanza
Modalità di autoformazione in cui i contenuti di apprendimento sono veicolati per via
informatica, con il percorso formativo gestito da una specifica piattaforma software. L'allievo
dispone di:
• un'assistenza tecnica on-line per l'uso degli strumenti
• un'assistenza didattica, fornita da un tutor virtuale, che lo guida e lo indirizza
sul percorso, su richiesta, fornendogli integrazioni e risposte
• una serie di servizi (chat, forum di discussione).
Il sistema memorizza e rende disponibili i dati per quanto riguarda l'attivazione del percorso, i
test superati, ecc. Sinonimi: e-learning, FAD.
Gruppo
Il gruppo puòessere definito come un insieme (almeno 3) di individui che interagiscono fra di
loro, influenzandosi reciprocamente, e che condividono, non necessariamente in modo
consapevole, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali. L'influenza reciproca
aumenta tanto più il gruppo è ristretto e diminuisce man mano che questo si allarga, facendo
in modo che il gruppo si differenzi rispetto ad altre aggregazioni, quali la folla o la comunità, in
cui non esiste una interazione diretta fra tutti gli individui.
Presentiamo una tipologia che definisce il gruppo attraverso una serie di antinomie:
• Gruppo primario e gruppo secondario: i gruppi primari, quali
la famiglia, sono caratterizzati da una interazione diretta (faccia a
faccia) fra i membri che li compongono, basata sull'affiatamento e
sull'identificazione reciproca; per questo tipo di gruppi è stata
coniata anche la dicitura "piccolo gruppo". I gruppi secondari si
distinguono invece per relazioni indirette e formali,
prevalentemente di tipo contrattuale.
• Gruppo di appartenenza e gruppo di riferimento: Il primo è
il gruppo a cui l'individuo appartiene e alle cui regole conforma il
proprio comportamento; il secondo rappresenta un riferimento per
comparare i propri comportamenti e le proprie realizzazioni, ed è
fonte di modelli e valori in cui identificarsi.
• Gruppo interno e gruppo esterno: il gruppo interno è quello
in cui una persona è inserita e si identifica, quello esterno, è
quello a cui la persona non appartiene e verso il quale può nutrire
sentimenti di avversione, disapprovazione e timore.
• Gruppo naturale e gruppo sperimentale: Il primo è costituito
dal gruppo in cui un individuo nasce, oppure viene a trovarsi,
come la famiglia. Il secondo è un gruppo che si costituisce in vista
di uno scopo, di una realizzazione o di uno specifico intervento.
• Gruppo formale e gruppo informale: Sono detti formali tutti
quei gruppi regolati da una precisa strutturazione delle relazioni
interne e degli scopi da seguire; informali, invece, sono quei
gruppi che presentano al loro interno interazioni non organizzate.
Gruppo dei pari
La relazione con i coetanei ha una funzione molto importante nello sviluppo perché offre agli
studenti opportunità supplementari per apprendere determinate abilità sociali. Il gruppo dei
pari consente di sperimentare diversi ruoli sociali: aiuta a conservare, a rafforzare l'autostima
in una fase della vita molto delicata che è l'adolescenza. Molto forte è il condizionamento degli
adolescenti da parte dei coetanei riguardo a vari aspetti della vita.
Nella maggior pare dei casi il gruppo costituisce un punto fondamentale nel processo di
costruzione dell'identità.
Il condizionamento del gruppo, in quanto luogo di identificazione e punto di riferimento
affettivo e cognitivo, appare fondamentale nella modificazione del sistema di sè
dell'adolescente.
Il gruppo dei pari rappresenta anche il contesto più appropriato per elaborare strategie
necessarie ad affrontare i problemi quotidiani e a tradurre le idee in progetti. In sintesi, il
gruppo costituisce il luogo privilegiato di sperimentazione di comportamento non sottoposti a
controllo immediato da parte degli adulti.
Immagine di sé
Va intesa come un insieme strutturato di elementi e informazioni significative, cioè
un'organizzazione di tratti, qualità e caratteristiche che il soggetto attribuisce a se stesso e che
ricava dalle indicazioni che gli vengono fornite da altri soggetti significativi.
Si tratta cioè di un complesso di informazioni fra di loro concatenate che la persona ha a
disposizione in un dato momento della sua esperienza storica e che sono frutto di processi in
parte di autopercezione, in parte di eterovalutazione.
L'immagine di sé funziona come punto di riferimento per la persona nell'organizzazione della
propria vita quotidiana e nella progettazione delle proprie scelte di vita.
Solo in un'epoca relativamente recente si è sviluppato un interesse a considerare l'importanza
che riveste la rappresentazione che il soggetto ha di sé stesso nella scelta occupazionale, dal
momento che la decisione è connessa a come l'individuo riconosce, nella professione, delle
possibilità di traduzione operativa del proprio concetto di sé.
La scelta entra infatti in rapporto con la costruzione, il consolidamento o la modifica
dell'identità sociale di ciascuno. Il processo di orientamento sarà soddisfacente solo se
permetterà all'individuo di percepire la coerenza, o almeno la compatibilità, delle scelte che va
progressivamente facendo rispetto alla propria immagine di sé, poiché la risultante di queste
scelte costituisce la sua possibilità di vivere nell'ambiente sociale in cui è inserito, di adattarsi
con profitto e di trovare motivazioni.
Inclinazione
Disposizione specifica dell'individuo verso un campo di attività; essa è l'espressione dei bisogni
più profondi della persona e si manifesta quando le strutture di base dell'individuo hanno
raggiunto un certo grado di stabilità.
Interesse
Fattore prevalente della motivazione che si traduce in un'azione osservabile. Per alcuni studiosi
l'interesse è strettamente legato al bisogno; quest'ultimo infatti desterebbe solo una tendenza
che poi l'interesse specificherebbe, svolgendo inoltre una funzione intermediaria tra l'ambiente
esterno e quello interno. A questa posizione si oppongono quelli che sostengono che
l'interesse, pur rispondendo alla sollecitazione dei bisogni, richiede l'intervento dell'intelligenza
e della cultura che favoriscono la funzione globalizzatrice della conoscenza.
Ai fini dell'orientamento, l'interesse è uno dei principali fattori che vengono presi in
considerazione nella definizione delle discipline verso le quali indirizzare l'utente, sia nel corso
degli studi sia nella riqualificazione degli adulti disoccupati. In questi casi si parte dal
presupposto che una buona riuscita professionale dipende anche dal grado di interesse che si
prova per una determinata attività.
Di solito gli interessi si sviluppano o emergono durante l'adolescenza, ed è di fondamentale
importanza che questi vengano riconosciuti e sostenuti dall'ambiente circostante.
Inter formativo
Percorso organizzato di acquisizione degli obiettivi dell'intervento. L'iter formativo evidenzia
l'articolazione, la sequenza, la durata dei moduli e/o delle fasi/attività finalizzati a promuovere
l'apprendimento.
M-R
Mercato del lavoro
Il mercato del lavoro può essere paragonato a un grande contenitore dentro il quale si
incontrano domanda ed offerta di lavoro.
La domanda di lavoro è l'insieme delle richieste di lavoro fatte dai "datori di lavoro", quindi
da aziende, imprese, enti, amministrazioni pubbliche, ecc.
L'esistenza della domanda di lavoro deriva dal fatto che il lavoro umano (che porta con sé
forza fisica, abilità, competenze, ecc.) risulta un elemento indispensabile per poter svolgere
qualsiasi tipo di attività economicamente rilevante.
Per questo i "datori di lavoro" devono frequentemente avvalersi della collaborazione di un certo
numero di lavoratori (inquadrati in diversi ruoli e mansioni) per poter raggiungere i propri
scopi. Il mercato del lavoro è il "luogo" in cui tali collaboratori vengono reclutati.
La domanda di lavoro non è statica e fissa, bensì è soggetta a variazioni notevoli. Dipende
infatti:
• dall'andamento generale dell'economia;
• dall'andamento degli specifici comparti economici;
• dalla produttività del lavoro (che a sua volta dipende dalle tecnologie
disponibili, dalle forme organizzative adottate, dalle condizioni normative, dai
valori sociali interni ed esterni all'impresa);
• dalla disponibilità di tecnologie in grado di sostituire il lavoro (è il caso,
attualmente, delle tecnologie informatiche);
• dalla disponibilità di manodopera, a più basso costo, in altre aree geografiche;
• dalla cultura di cui gli imprenditori sono portatori (norme sociali, valori, schemi
di comportamento, ecc.).
L'offerta di lavoro è data dall'insieme degli individui che si offrono sul "mercato del lavoro" e
che sono quindi disponibili a prestare il proprio lavoro (forza fisica, abilità, competenze, ecc.)
in cambio di una remunerazione.
Nell'offerta di lavoro sono quindi compresi i lavoratori dipendenti e quelli autonomi, i lavoratori
occupati e quelli disoccupati.
L'offerta di lavoro dipende da tre fattori principali:
• la struttura demografica della popolazione appartenente ad un sistema
economico (rapporto tra giovani, adulti ed anziani);
• la presenza di flussi migratori in entrata (immigrazione) o in uscita
(emigrazione);
• i valori sociali prevalenti (i quali incidono ad esempio sulla propensione al
lavoro delle donne o dei giovani in età scolare).
Dai risultati di questo "incontro" fra domanda ed offerta di lavoro derivano:
•
•
•
•
•
•
il numero di occupati e disoccupati (forze di lavoro);
le condizioni dello scambio tra domanda ed offerta di lavoro, ovvero:
i livelli retributivi;
le regole di entrata, permanenza o uscita dal lavoro;
le norme che regolano il rapporto di lavoro;
le forme di previdenza e tutela sociale dei lavoratori.
Non bisogna sottovalutare la grande importanza il profilo qualitativo dell'offerta di lavoro,
determinato da:
• il livello di scolarizzazione;
• il livello di qualificazione professionale;
• l'adeguatezza delle competenze ed abilità incorporate dall'offerta di lavoro,
rispetto alle esigenze dell'economia;
• la presenza di determinati tratti culturali (cultura del lavoro, propensione
sociale a relazioni di tipo cooperativo, senso diffuso della responsabilità, ecc.).
Infine, anche se si parla di "mercato" del lavoro, in effetti si tratta di un mercato un po'
particolare che non funziona secondo i meccanismi di scambio tipici delle altre merci. Assente
la "libera fluttuazione" dei prezzi e delle condizioni di vendita/acquisto, il mercato del lavoro è
invece regolato da un insieme di norme e condizioni che sono vincolanti per chi scambia
lavoro:
• leggi in materia di lavoro emanate dalle istituzioni pubbliche;
• contratti collettivi stipulati tra le rappresentanze dei datori di lavoro e dei
lavoratori;
• iniziative, messe in atto da soggetti pubblici, mirate a favorire determinate
condizioni di funzionamento del mercato del lavoro (ad esempio prevedendo dei
particolari meccanismi per l'inserimento lavorativo dei giovani, oppure
prevedendo degli incentivi per l'occupazione in alcune aree meno sviluppate,
ecc.).
Metodo di studio
Il metodo di studio è un insieme di strategie organizzate che servono a rendere un
comportamento di studio più produttivo ed efficace.
Per gli studenti è importante possedere un metodo di studio che consenta loro di consolidare le
informazioni in memoria, rendere più veloce l'apprendimento, individuare i concetti più
importanti e organizzare il proprio studio rispettando i tempi.
Il metodo di studio dovrebbe essere costruito nel tempo ed applicato costantemente fino ad
acquisire una certa automaticità . Esso richiede operativamente la capacità di:
• padroneggiare i propri strumenti di lavoro (diario, testi
scolastici, vocabolario, ecc.)
• sfruttare la lezione (ascoltare, selezionare le informazioni,
prendere appunti e rielaborali);
• organizzare un piano di studi a casa.
Il concetto di metodo di studio tuttavia non si può limitare a solo questi elementi, ma
comprende anche contenti più complessi quali, gli stili cognitivi, le tecniche di memorizzazione,
le leggi sulla percezione, ecc.
Infatti un buon metodo di studio è qualcosa che coinvolge tutta la persona nei suoi aspetti
motivazionali e relazionali.
(Fondazione C.o.s.p. di Alessandria)
Motivazione
Fattore del comportamento umano che attiva e dirige un organismo verso una determinata
meta.
Si tratta di un processo dinamico che nella sua manifestazione più semplice può venire
suddiviso in tre fasi: in un primo stadio troviamo il "movente" (ad esempio l'aver fame), in
secondo luogo il comportamento (ad esempio, entrare in un bar) motivato da questo bisogno o
impulso, che viene definito come "strumentale" poiché è finalizzato al raggiungimento della
meta (terzo stadio).
Le motivazioni possono essere di ordine fisiologico (strettamente legate al bisogno), personale
o sociale, fino a raggiungere alti livelli di complessità che riguardano ideali o modelli
esistenziali che l'individuo assume in vista della propria autorealizzazione.
Percorsi scolastici
Possiamo definire i percorsi scolastici come l'insieme delle conoscenze di base relativamente
alle scuole presenti sul territorio di appartenenza.
Tali conoscenze riguardano più specificatamente i singoli percorsi, con particolare riferimento
al tipo di scuola, al valore del titolo rilasciato, ai requisiti richiesti per l'ammissione, alle
caratteristiche formative (durata, materie orari ecc..), alle possibilità occupazionali.
Per tipologia di scuola si intendono i corsi di formazione professionale di I° e II° livello, gli
istituti superiori, e tutti i corsi universitari; il titolo conseguito descrive, se viene rilasciato, la
qualifica, il diploma, l'attestato o il diploma di laurea.
Il profilo professionale presenta invece una breve descrizione delle caratteristiche formative e
professionali, vengono presentate inoltre i prospetti delle materie di studio e i piani di
insegnamento.
Quando si riferisce alle possibilità occupazionali si intendono fornire informazioni circa le
possibilità previste di prosecuzione degli studi con particolare riferimento all'accesso
all'università, i modelli professionali di inserimento lavorativo, la partecipazione ai concorsi
pubblici ecc.
Le sedi di formazione e altre informazioni si riferiscono a indirizzi, numeri di telefono, corsi a
carattere convittuale o semiconvittuale, corsi legalmente riconosciuti, parificati, sperimentali
ecc..
Personalità
La personalità può essere definita come un insieme di caratteristiche psichiche e modalità di
comportamento che, nella loro integrazione, costituiscono il nucleo irriducibile di un individuo,
che rimane tale nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si esprime e si
trova a operare.
Il concetto di personalità è stato affrontato a partire da diversi presupposti teorici; ne
affronteremo in questa sede alcuni fra i più importanti dal punto di vista epistemologico.
Tratteremo per prime le teorie fattoriali, che basano l'analisi della personalità
sull'individuazione di tratti (strutture mentali che hanno anche una base biologica) e
dimensioni (unità di comportamento determinabili e misurabili).
L'uso dell'analisi fattoriale ha portato ad individuare differenti tipologie di tratti che si
differenziano per la loro strutturazione e per la loro persistenza nel tempo. Da quelli di
superficie, variabili da individuo a individuo, a quelli d'origine, ottenibili con procedure più
complesse ma più stabili. Questo tipo di analisi individua la personalità come ciò che consente
di predire quel che un individuo farà a partire dai suoi tratti.
Lo studio delle dimensioni, o unità di comportamento determinabili e misurabili, definisce la
personalità come la somma degli schemi di condotta che un individuo mette in atto, avente
origine dall'interazione funzionale dei quattro settori principali in cui sono organizzati questi
schemi di condotta: il settore cognitivo (intelligenza), conativo (carattere), affettivo
(temperamento), somatico (costituzione).
Un altro importante contributo alla teorizzazione del concetto di personalità ci viene dato dalle
teorie psicodinamiche, che considerano la personalità in relazione alle varie tendenze, che
sono in equilibrio instabile, per cui il comportamento è il risultato di interazioni di disposizioni
diverse spesso in conflitto. Proprio questa conflittualità spiega il carattere dinamico della
personalità che affonda le sue radici nei suoi aspetti genetici.
Dal punto di vista dinamico la personalità si attesta a vari stadi d'equilibrio corrispondenti alle
fasi dello sviluppo psicosessuale.
Una fissazione ad una fase dello sviluppo determina un arresto nella maturazione della
personalità che si rivelerà, nell'età adulta, con manifestazioni tipiche di quella fase. Un altro
importante contributo è dato dalla teorizzazione cognitivista.
Questa teoria elabora un concetto di personalità centrato sulla "mente", da cui dipendono le
attività dell'organismo, le modalità di adattamento e le sequenze comportamentali.
Lo sviluppo della personalità, secondo questa teorizzazione, avviene attraverso l'eliminazione
della dissonanza cognitiva che si verifica ogni volta che l'individuo sperimenta informazioni in
dissonanza con il suo precedente assetto mentale.
L'incongruenza che si genera, siccome risulta intollerabile all'individuo, può essere risolta o con
un mutamento dell'ambiente, o con una modificazione del proprio comportamento, o con una
ristrutturazione del proprio mondo cognitivo.
Questo esercizio, continuamente richiesto dalle relazioni con l'ambiente in continua mutazione,
è la condizione della crescita della personalità.
Potenziale
Il potenziale può essere definito come l'insieme delle abilità, delle capacità professionali, delle
doti e delle qualità possedute da una persona. Il potenziale, in altre parole, è ciò che una
persona potrebbe fare ma non ha ancora dimostrato, se non casualmente e sporadicamente. E'
un dato qualitativo, proiettato sul futuro, che per il suo essere implicito, inespresso, necessita
di verifiche incrociate e molteplici per essere rilevato. Il potenziale è influenzato, come molte
altre dimensioni sociali, dal contesto in cui il soggetto si trova ad operare e vivere.
Quanto mai utile, soprattutto in ambito organizzativo, è poter valutare il potenziale di una
persona, per conoscerne ad esempio il valore professionale, per migliorare la gestione delle
risorse garantendo maggiore equità nelle valutazioni, per individuare bisogni di formazione
migliorando le prestazioni e l'integrazione.
La valutazione del potenziale è un processo attraverso cui avviene il confronto tra il profilo di
competenze posseduto dalla persona e il profilo di competenze richiesto da un compito o da
una mansione, al fine di verificare quali di queste siano ancora disponibili, utilizzabili e da
valorizzare. Questo tipo di metodologia è allargabile anche ad ambiti non aziendali,
permettendo una valutazione più mirata ed approfondita della persona.
Predisposizione
Tendenza a manifestare specifici tratti caratteriali (carattere) o particolari abilità in ordine alle
attività fisiche o mentali, da ricondurre a fattori di natura ereditaria o talvolta a risposte
rinforzate nel tempo.
Profili professionali
Per profilo professionale si intende l'insieme di concetti e di informazioni che sono utilizzati per
descrivere le caratteristiche di un determinato lavoro. Generalmente le informazioni riguardano
una definizione sintetica dell'attività seguita da una descrizione delle principali funzioni che la
caratterizzano.
La descrizione prende in considerazione anche la situazione e il tipo di lavoro, inteso come
ambiente, ritmi di attività e livelli di autonomia possibili.
Si fa riferimento ai requisiti per l'accesso al ruolo prendendo in considerazione quelli di
carattere abituale e definendo i percorsi formativi scolastici di base.
Altre informazioni riguardano le prospettive di carriera, le professioni simili o correlate e le
opportunità di guadagno esistenti sia all'inizio che dopo un certo periodo di attività.
E ancora, la descrizione delle professioni riguarda lo studio dei livelli occupazionali delle singole
professioni, le aree geografiche dove esse sono più richieste e diffuse, la proporzione fra
componente maschile e femminile e le opportunità di lavoro in prospettiva.
In alcuni casi vengono fornite le informazioni su associazioni, enti di formazione e stampa
specializzata per reperire ulteriori dati sulla professione prescelta.
(Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione
professionale dei lavoratori, Roma)
Progetti generali di orientamento
Le caratteristiche di un progetto di orientamento sono l'intenzionalità, la progettualità e la
processualitàà, oltre al suo regolare inserimento nella programmazione educativa e didattica
ordinaria.
La programmazione orientativa risulta basata sul ruolo centrale attribuito all'allievo, su un
realismo operativo, sulla flessibilità procedurale, su una collegialità effettiva e non solo
nominale, su un sostegno concreto alle categorie particolari (soggetti in condizione di
svantaggio, minori in condizioni di disagio ecc..) sulla creatività oggettiva.
Una programmazione orientativa necessità di una metodologia, di una didattica e di una
valutazione impostate anch'esse in chiave orientativa.
(Annamaria Di Fabio, Università di Firenze)
Rappresentazioni sociali
Sono una forma di conoscenza, socialmente elaborata e condivisa, avente un fine pratico e
concorrente alla costruzione di una realtà comune ad un insieme sociale, non possono essere
considerate semplicemente delle opinioni nei confronti di un certo oggetto sociale; sono quasi
delle teorie per organizzare la realtà e hanno lo scopo di rendere capaci gli individui di
orientarsi nel loro mondo sociale.
In rapporto al tema dell'orientamento professionale la rappresentazione sociale può essere
vista come un sistema di lettura che permette la comprensione dell'ambiente in cui ha luogo
l'esperienza formativa e quella lavorativa, aiutando a semplificare le sue dinamiche complesse.
Ogni rappresentazione nasce dalle informazioni sull'oggetto "scuola" (o in senso più ampio
"formazione" o "istruzione") o sull'oggetto "lavoro" che la persona riceve dal proprio ambiente
e in riferimento ai propri gruppi sociali d'appartenenza. Le rappresentazioni di questi oggetti
sociali sono da considerarsi dei costrutti intervenienti nel processo di scelta.
Non è tuttavia l'immagine che il giovane si costruisce nei confronti della formazione
universitaria o del lavoro che ne condiziona in modo automatico la scelta, ma la modalità
d'articolazione che queste rappresentazioni trovano con l'immagine di sé elaborata
dall'individuo nel corso della sua storia, cioè l'intreccio che si viene a costruire fra fattori
d'ordine diverso.
L'azione orientativa lavora sulle rappresentazioni sociali non in modo manipolatorio, bensì con
l'obbiettivo di aumentare le consapevolezze individuali circa il peso che esse possono assumere
ai fini della scelta e per allargare, attraverso l'introduzione d'ulteriori informazioni e di
differenti punti di vista, i contenuti delle rappresentazioni stesse.
Razionalità /creatività
Questi due concetti riconducono alla definizione di stili cognitivi cioè differenze individuali
nell'applicare le proprie abilità mentali a contesti differenti.
Lo stile di pensiero è definito come una predisposizione psicologica, in parte innate in parte
appresa, costante nel tempo, ad usare una categoria preferenziale di strategie; è un
atteggiamento mentale, un modo di porsi nei confronti di una determinata situazione, una
modalità di elaborazione dell'informazione che si manifesta in campi diversi del
comportamento.
Le persone possono possedere le medesime abilità ma le avranno apprese e le applicheranno
in maniera differente a seconda del proprio stile cognitivo.
Gli studi sugli emisferi celebrali hanno evidenziato le caratteristiche delle due principali
funzioni:
• stile cognitivo razionale: emisfero sinistro, stile logico,
verbale, analitico.
Modo abituale di chi prevede, prepara, e reattivo, è preveggente,
anticipa, stabilisce finalità, si pone obiettivi, è sistematico, procede
a piccoli passi considerando tutte le variabili in gioco.
• stile cognitivo creativo: emisfero destro, stile intuitivo,
spaziale, visivo.
Modo abituale di chi immagina, crea il futuro, è attivo, causa il
cambiamento, immagina, sogna, crea storie, propone situazioni
nuove.
(Cesare Cornoldi, Università di Padova)
Risorse umane
Il termine risorse umane indica l'insieme delle capacità dei dipendenti di un'impresa di svolgere
determinate mansioni, già svolte da tempo o potenziali.
Usato anche come sinonimo di capitale umano ovvero l'insieme delle capacità, delle abilità e
delle doti individuali, sia innate nei lavoratori che dagli stessi successivamente acquisite, aventi
una precisa e determinata utilizzazione produttiva.
Il termine risorse umane è, dunque, strettamente legato ai concetti di:
• mansione: ogni compito esplicato nell'adempimento di un lavoro o
nell'esercizio di funzioni determinate per raggiungere gli obiettivi
dell'organizzazione di cui fa parte il posto di lavoro.
• qualifica:
- identifica il tipo, il livello di professionalità e la
posizione del lavoratore all'interno
dell'organizzazione di lavoro;
- limita implicitamente il potere discrezionale del
datore di lavoro nel determinare le mansioni;
- determina il trattamento normativo, economico e
previdenziale del lavoratore.
• carriera: successione di posizioni, lavori od occupazioni attraverso cui una
persona può passare durante la sua vita lavorativa.
• professione: corpo di conoscenze codificate e acquisite (competenze di base,
competenze tecnico-professionali e competenze trasversali) attraverso uno
specifico iter di studi e di pratica lavorativa.
Ruolo
Il ruolo puòessere definito come uno schema organizzato di condotta, nel quale confluiscono le
sollecitazioni sociali verso chi ricopre una certa posizione o si trova ad affrontare determinate
situazioni.
L'atteggiamento di un individuo in un gruppo può, così, essere visto come una dimensione del
ruolo, ma non può essere disgiunto dalle aspettative che il gruppo nutre verso i comportamenti
di ognuno dei suoi membri in una certa situazione.
Le aspettative e le richieste del gruppo saranno determinate in modo non marginale dalla
posizione che l'individuo occupa nel sistema sociale. Conoscere quindi le implicazioni di ogni
ruolo all'interno di un sistema sociale è fondamentale per assolvere al compito richiesto nel
migliore dei modi, evitando conflitti e incomprensioni.
Nel concetto di ruolo è implicita una discrepanza tra essere e apparire, tra ciò che uno è
veramente, e le attese che dagli altri convergono su di lui, sulla base delle caratteristiche
strutturali del gruppo, dell'istituzione e del sistema sociale. Quando la conformità è
completamente disattesa o intenzionalmente trasgredita si parla di "devianza", mentre ci si
riferisce ai concetti di "ambiguità di ruolo" o "conflitto di ruolo" quando un'imprecisione nel
sistema di norme genera delle situazione in cui le mansioni di uno sconfinano in quelle di un
altro, o quando una persona si trova a dover svolgere più ruoli per i quali sono previsti
comportamenti diversi.
S-Z
Setting
Termine utilizzato per indicare l'insieme degli elementi che costituiscono il contesto di
"ricerca", delimitato nel modo più rigoroso possibile, affinché quanto si osserva, si descrive, si
comprende, si spiega, possa avere un'attendibilità scientifica.
Sistema sociale
Territorialmente l'insieme dei soggetti sociali (associazioni, sindacati padronali e dei lavoratori,
enti bilaterali, ordini professionali), dei soggetti istituzionali (Regione, Province, Comuni,
sociale comunità montane), dei servizi (servizi per l'impiego, servizi sociali), del sistema
scolastico (istituti d'istruzione dell'obbligo, istituti secondari superiori, università.
Socializzazione
Si tratta di un processo di apprendimento grazie al quale si diventa membri della società e
comprende sia l'acquisizione informale dei ruoli sociali, sia l'istruzione formale.
Nell'antropologia statunitense è stato proposto l'uso del termine inculturazione preferendolo a
quello di socializzazione, in conformità con l'enfasi dominante che gli Stati Uniti danno al
concetto di cultura piuttosto che a quello di società.
Di fatto, socializzazione e inculturazione indicano due aspetti di un unico percorso di
apprendimento mirato ad entrare a far parte di un sistema socioculturale.
Il processo di socializzazione, mediante il quale le persone acquisiscono norme, valori e modelli
di comportamento, inizia al momento della nascita e avviene, in una fase iniziale, all'interno
della famiglia, considerata a ragione il principale agente di socializzazione.
Per questo motivo si distingue la socializzazione che si realizza in famiglia, detta
socializzazione primaria, distinta dalla socializzazione secondaria che si effettua
successivamente e che continua per tutta la vita, via via che l'individuo impara ad adottare
nuovi ruoli e strategie con il maturare della sua posizione e delle circostanze sociali.
Soddisfazione
Giudizio del cliente (customer satisfaction) sul servizio offerto e, di riflesso, sul processo di
messa a punto e di realizzazione dello stesso. Tale giudizio scaturisce dal gradimento del
servizio/ processo in riferimento alle aspettative del cliente stesso.
Sportello informativo
Lo sportello informativo è un importante canale di accesso per le persone/utenti all'interno del
sistema dei Servizi per l'orientamento.
Lo sportello informativo, radicato all'interno del territorio in cui opera, decodifica la domanda e
risponde direttamente alle richieste dell'utente, qualora esse rientrino nel suo raggio di
competenza.
In caso contrario, l'operatore deve poter indirizzare l'utente verso altre strutture che siano in
grado di fornire l'informazione o la prestazione richiesta.
In altri termini, è compito primario dello Sportello fornire indicazioni relative a:
• normativa e procedure riguardanti il collocamento;
• sistema della formazione;
• interventi a favore di categorie di lavoratori deboli;
• interventie a sostegno dell'autoimprenditorialità;
• contratti di formazione/lavoro;
• agenzie interinali; piani di inserimento professionale;
• partecipazione a concorsi pubblici e a selezioni di aziende
private;
• stampa specializzata;
• siti telematici che offrono servizi di orientamento e
intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.
Le modalità attraverso le quali si esplica l'attività dello Sportello sono principalmente tre:
• presenza dell'operatore che interagisce con la persona/utente
nella decodifica della domanda e nella ricerca delle informazioni;
• postazione di autoconsultazione assistita;
• postazione di autoconsultazione.
Standard formativi
Specifiche di progettazione dell'offerta formativa definite convenzionalmente da un ente
pubblico regolatore.
Nella Regione Piemonte gli standard formativi sono normati dall'art. 20 della legge regionale n.
63 del 13/4/95 e dalla Dgr n. 184-2323 del 16/10/95.
Stress
Il concetto di stress viene generalmente definito come una reazione emozionale intensa a una
serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura
adattiva. Negli ultimi anni il concetto di stress si è affermato, in modo interdisciplinare, nei
campi biologico, psicologico e sociale, creando spesso fruttuose interazioni fra campi di studio.
Nell'organismo vi è un livello incessante di attività, teso a mantenere l'equilibrio con l'ambiente
esterno, sia dal punto di vista fisiologico che da quello, ad esempio, emotivo.
Selye, al quale dobbiamo l'adozione del termine stress, individuò i sistemi nervosi di risposta
adattiva ad un evento esterno che modifichi l'equilibrio dell'organismo, arrivando alla
conclusione che lo stress è la risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata
ad esso.
In altre parole, la caratteristica dello stress è quella di essere una reazione aspecifica,
sistemica ed identica di fronte a stimoli diversi; quello che varia è la sensibilità individuale a
questi stimoli, dovuta a fattori interni alla persona (costituzione, età) ed esterni (ambiente
socioculturale, tipo di lavoro, ecc.). Per questo motivo allora stimoli differenti possono produrre
la stessa reazione in persone diverse, e stimoli simili, viceversa, possono produrre reazioni
diverse.
Strumenti di valutazione
Qualsiasi strumento in grado di rilevare, misurare e valutare variabili/grandezze/parametri che
si intenda tenere sotto controllo. Nella maggior parte dei casi essi sono modificati ed aggiornati
in base alle esperienze derivate dal loro utilizzo. In ogni caso debbono possedere le
caratteristiche seguenti:
• validità (lo strumento deve essere sensibile alla variabile da tenere sotto
controllo, senza l'interferenza di altre variabili);
• affidabilità (alle stesse condizioni, ripetendo la misura il risultato non cambia);
• oggettività (il risultato dipende dalle caratteristiche della variabile misurata,
senza l'interferenza del valutatore);
• comparatività (alla stessa prova, i risultati di un soggetto devono poter essere
confrontati con quelli degli altri soggetti);
• discriminanza (la sensibilità dello strumento deve essere proporzionata al
risultato atteso, in modo che i risultati siano differenziati);
• standardizzazione (le modalità di somministrazione della prova e di
interpretazione dei risultati devono essere previsti formalmente a priori);
• trasparenza (il tipo di prova e la sua standardizzazione devono essere noti a
tutti gli interessati).
Territorio
Questo termine generico rappresenta l'insieme delle conoscenze del mondo economico e del
mercato del lavoro, fattori essenziali per impostare correttamente le strategie di ricerca del
lavoro.
La conoscenza del territorio quindi comprende le informazioni relative all'economia generale,
alla situazione dello specifico settore produttivo, alla storia, alle tradizioni, e alle vocazioni
economiche che sono caratteristiche comuni di ogni provincia o regione.
L'obiettivo della raccolta di queste informazioni è quello di capire in quale posizione del ciclo di
sviluppo/recessione si situa il settore economico che interessa e approfondire le prospettive
esistenti per un aumento dell'occupazione, quali le forme e le caratteristiche generali che esso
assume.
Valori
Essi costituiscono gli obiettivi verso cui tende un individuo, rappresentando, in altri termini, i
principi, gli ideali e le esigenze che orientano le azioni (in che cosa credo?).
L'apprendimento dei valori avviene attraverso un processo che prende il nome di
socializzazione primaria (rapporti con famiglia e parenti più prossimi) e secondaria (contatto
con la scuola ed altre strutture educative).
Si può affermare che soltanto tra i 15 e i 18 anni il singolo cominci a strutturare una gerarchia
di valori abbastanza stabile e complessa.
Vocazione
Aspirazione e attrazione profonda verso una determinata attività, professione o missione. Il
carattere soggettivo di detta attrazione distingue la vocazione dall'attitudine, la quale
rappresenta un criterio di valutazione oggettivo che fa riferimento ad una potenzialità naturale
contestabile.