GLOSSARIO In questo glossario si possono reperire i vocaboli specialistici legati al tema dell'orientamento, in continuo aggiornamento. Si tratta di uno strumento efficace ed esauriente, legato alla reale esperienza delle persone impegnate nelle attività di consulenza e sostegno. A-B Abilità Le abilità sono componenti subordinate dell'intelligenza, distinte tra loro ma correlate: rappresentano il costrutto multidimensionale dell'intelligenza stessa. Da distinguere dalle attitudini, potenzialità da sviluppare da parte del soggetto. All'abilità è associata anche la competenza che consiste in conoscenze specifiche complete e ben organizzate; esse sono il risultato della formazione delle abilità. Le abilità sono considerate una struttura gerarchica, formata dal vertice dell'abilità generale (o intelligenza generale) e dalla base delle abilità specifiche. L'abilità generale viene suddivisa in: • abilità cristallizzata, risultato dell'interazione del soggetto con il suo ambiente formativo, basata sull'apprendimento di vari contenuti in rapporto al patrimonio culturale; • abilità fluida, si forma prevalentemente nel contesto socioculturale libero e in situazioni occasionali; in essa predomina il processo euristico con un percorso imprevedibile. Le abilità rappresentano la base della formazione intellettuale dei soggetti per mezzo della quale essi diventano autonomi e liberi. Su di esse si fonda anche la formazione professionale e da esse dipende poi l'esercizio di una specifica attività lavorativa. Le abilità assumono una notevole importanza nell'apprendimento, particolarmente nella loro duplice distinzione di abilità cristallizzate e fluide. Sulle prime viene impostato l'apprendimento del sapere consolidato, mentre sulle seconde quello del sapere ancora poco schematizzato. Esiste un'innegabile superiorità delle donne nelle abilità verbali, mentre gli uomini sono superiori nelle abilità numeriche e spaziali. Le differenze sono rilevanti e influenzano notevolmente le scelte professionali dei giovani concentrando le frequenze in alcuni settori lavorativi: scientifico e tecnico (maschile), sociale e amministrativo (femminile). Accompagnamento L'accompagnamento nei percorsi di orientamento e/o formazione è l'azione di supporto svolta da professionisti verso persone che si trovano in una fase di definizione del proprio progetto professionale e/o di ricerca di un'occupazione. Gli interventi di accompagnamento sono estremamente utili e talvolta necessari, soprattutto con soggetti giovani e/o demotivati. Nel soggetto coinvolto, l'aiuto dell'accompagnatore deve favorire: • la massima consapevolezza delle proprie risorse e capacità, delle richieste, delle opportunità e dei vincoli dell'ambiente in cui il soggetto è inserito o intende inserirsi; • la libertà di scelta, la responsabilità e l'autoprogettazione; • individuazione di bisogni, aspirazioni e attitudini personali: il soggetto deve giungere a scoprire i propri valori e abilità, misurandone l'importanza e la consistenza di fronte alle scelte che intende fare; • l'automotivazione; • il confronto con le diverse realtà; • la capacità di prendere decisioni autonome e responsabili, di essere protagonista del proprio progetto di vita; • la conoscenza delle diverse opportunità/alternative che esistono, in rapporto al "campo" di scelta; • un atteggiamento attivo di ricerca delle informazioni in rapporto a ciascuna delle possibili alternative a disposizione; • la coscienza delle scelte che si intendono fare e un quadro il più completo possibile degli aspetti che esso comporta; • un atteggiamento critico nei confronti delle pressioni e dei condizionamenti socio-ambientali; • la capacità di mettersi in discussione in ogni momento e di fronte a qualsiasi posizione da prendere. Le finalità di un percorso di accompagnamento richiedono spesso un lavoro di rete a sostegno delle azioni di accompagnamento individuali in cui, accanto al soggetto, non vi sia solo un accompagnatore che si affianca direttamente all'utente, ma vi siano altre figure e/o istituzioni (il tutor aziendale, lo sportello informativo locale ecc.) che rappresentino per il soggetto un riferimento utile in funzione del raggiungimento delle finalità descritte prima. Adattamento Si tratta di un processo attraverso cui un individuo o un gruppo stabiliscono con il proprio ambiente naturale o sociale una condizione d'equilibrio o per lo meno d'assenza di conflitto. Il processo avviene attraverso azioni volte a modificare l'ambiente e azioni volte a modificare se stessi in vista di un accettabile equilibrio: le prime sono dette alloplastiche, le seconde autoplastiche. Quando le azioni messe in atto non sortiscono l'effetto desiderato, si parla di disadattamento, solitamente riferito all'ambiente sociale. L'adattamento viene inteso come adeguamento agli standard comportamentali richiesti dalla cultura ambientale di appartenenza, e come anticipazione dei modelli attesi dalla struttura sociale. Rispetto a questo punto di vista, ogni forma di deviazione dalle norme di riferimento è disadattamento, che richiede una serie di iniziative formative, educative, pedagogiche, volte al riadattamento. In un'ottica di sistema, non bisogna dimenticare, all'interno di questo concetto, l'importanza delle motivazioni, base energetica del comportamento, delle decisioni, che portano all'azione comportamentale, e delle modalità di sviluppo dell'organizzazione sociale, che comportano una continua revisione delle tecniche adattive di volta in volta utilizzate. Addestramento Attività formativa volta a migliorare conoscenze, competenze e capacità degli individui in relazione alla loro attività lavorativa o professionale. Rispetto all'educazione, l'addestramento fa riferimento ad un ambito più circoscritto e ad una sfera d'azione più specifica e pratica: permette, ad esempio, di apprendere un lavoro, svolgendolo. Le esigenze di addestramento possono essere legate all'organizzazione nel suo complesso, a mansioni specifiche o a bisogni propri dei singoli membri. Alcuni fattori possono influenzare l'efficacia dell'addestramento; tra questi è importante tenere in considerazione: il carattere complessivo o parziale del contenuto da apprendere con conseguente suddivisione delle unità di apprendimento, il rinforzo che compensa l'acquisizione avvenuta, la retroazione (feedback) o conoscenza dei risultati ottenuti per misurare l'efficacia di un programma in relazione agli obiettivi e alla tipologia degli individui in grado di sostenerlo. Alternanza L'alternanza scuola lavoro come metodologia formativa prevede l'integrazione sinergica tra attività svolte presso una struttura di formazione ed esperienze di lavoro realizzate nella concreta realtà d'impresa. Sono due momenti primari di questo processo: • l'esperienza diretta mirata l'acquisizione di competenze nel contesto lavorativo; • la riflessione sull'esperienza vissuta, in grado di rinforzare la motivazione del giovane. La metodologia dell'alternanza permette di: • formare e creare un profilo professionale corrispondente alle caratteristiche e alle esigenze del giovane in formazione; • soddisfare meglio i bisogni e i modelli organizzativi del contesto produttivo di riferimento. L'alternanza è finalizzata inoltre a: • accresce la conoscenza diretta e concreta di aspetti fondamentali del processo lavorativo, quali le caratteristiche del settore produttivo, i modelli di organizzazione del lavoro e di comunicazione, le tecnologie di riferimento ecc; • maturare criticità ed esperienza per affrontare situazioni e processi che nessun setting formativo "artificiale" sarebbe in grado di riprodurre. La realizzazione dell'alternanza formativa può avvenire: • all'interno di percorsi educativi e formativi che prevedono momenti di contatto diretto con la realtà aziendale (tirocinio); • nell'ambito di percorsi di inserimento lavorativo (quali l'apprendistato e il contratto di formazione-lavoro) che contemplano anche moduli formativi all'esterno dell'impresa. Ambiente Qui inteso come complesso degli elementi reali (cultura, situazione economica ecc.) che influenzano la vita di una persona ed in particolare le sue possibilità di scelta. Si è soliti distinguere l'ambiente come luogo in cui si attua una crescita o come fattore di crescita, cioè come fattore culturale che determina, facilita o condiziona il verificarsi di un evento. La considerazione dell'ambiente in cui l'individuo si trova ad operare le sue scelte è di importanza fondamentale nella pratica dell'orientamento, poiché permette di capire quali sono le possibilità reali o i limiti ineliminabili dello sviluppo del progetto di formazione. La consapevolezza dei limiti e delle possibilità posti dall'ambiente non impedisce tuttavia all'individuo di operare strategie a lungo termine (ad esempio quella di mantenersi agli studi) che, a partire dall'adattamento alla situazione di partenza, permettano comunque di tentare un miglioramento della qualità della vita e della career. Analisi dei fabbisogni Una scelta consapevole, in grado di soddisfare il proprio progetto di vita con le opportunità offerte dal mondo esterno, implica una corretta informazione sulle esigenze e caratteristiche del tessuto socio-economico locale. Per analisi dei fabbisogni si intenderà dunque la rilevare di informazioni sulle necessità prodotte dai cambiamenti che si verificano nei sistemi sociale ed economico. La natura di ciascuna indagine è determinata dalla finalità che si prefigge chi la commissiona. Tra le opzioni possibili: • l'impianto qualitativo o quantitativo; • la focalizzazione dell'indagine sui bisogni attuali (analisi) o quelli futuri (anticipazione); • la scelta settoriale o intersettoriale; • la dimensione territoriale. In particolare, l'analisi dei fabbisogni presenta problemi diversi a livello locale e nazionale: • a livello locale, dove è forte l'esigenza di una corretta pianificazione e progettazione della formazione professionale e del riequilibrio domanda/offerta sul mercato del lavoro, c'è stata negli ultimi dieci anni una proliferazione di esperienze di analisi di fabbisogni a supporto delle scelte politiche. • a livello nazionale, c'è la necessità di sviluppare la filiera di indagini nazionali e verificare la possibilità di collegarle in un sistema a rete. Un sistema di analisi dei fabbisogni che risulti di reale utilità per l'orientamento deve fornire informazioni attendibili, complete, aggiornate periodicamente sulla richiesta di professioni, di competenze, di formazione articolata il più possibile a livello locale, ma inserita in una cornice nazionale che garantisca l'omogeneità e la comparabilità delle informazioni raccolte. Apprendimento Processo che implica una modificazione comportamentale non imputabile esclusivamente a fattori biologico-evolutivi o a stati momentanei del soggetto (ad esempio per l'effetto di stupefacenti) ed in cui gioca un ruolo fondamentale l'interazione con l'ambiente. È possibile distinguere due tipi di apprendimento: • l'apprendimento associativo (detto anche semplice o meccanico), fondato sulla relazione stimolo-risposta, assume un ruolo fondamentale nella formazione di abitudini; esso comprende il condizionamento classico, il condizionamento operante e l'apprendimento di risposte combinate. • l'apprendimento cognitivo (detto anche complesso) coinvolge funzioni psichiche superiori come la percezione e l'intelligenza ed ha luogo in quelle circostanze in cui la comprensione non avviene per somma di attività frammentarie, ma esige che si colgano le relazioni essenziali, il significato e la struttura portante di una complessità. Tra i diversi modelli che tentano di spiegare il rapporto tra adulto e apprendimento merita una particolare citazione quello proposto da Kolb (1973), in cui si definisce un percorso in base al quale avviene l'apprendimento; in particolare, tale modello prevede l'esistenza di una serie di tappe che consentono di conseguire sapere secondo un certo ordine ed in funzione di un processo di circolarità. Tale processo prende avvio dalla concreta esperienza (fatti, problemi, situazioni), che sollecita un'analisi, nel senso del puro e semplice osservare, ovvero del riflettere (osservazione riflessiva), a cui segue la formulazione di concetti prima (concettualizzazione astratta) e la loro verifica empirica (sperimentazione attiva) poi, concludendosi nuovamente nel campo dell'esperienza. Assessment Il termine inglese assessment, tradotto in italiano come accertamento, indica l'insieme di metodi e di strumenti per descrivere la situazione di un soggetto, ma soprattutto per verificare il funzionamento di una istituzione formativa o produttiva. Nell'assessment la valutazione di determinate caratteristiche dei singoli soggetti, di gruppi o di istituzioni (comunità ) prevede l'utilizzo combinato di mezzi standardizzati, intervista clinica e analisi del caso; notevole attenzione viene data alla comunicazione interpersonale. L'assessment è una metodologia ordinata e definita che prevede le seguenti fasi: • definizione del problema da affrontare (disagio di un gruppo); • raccolta dei dati pertinenti al problema (con i metodi sopra indicati); • interpretazione dei dati. Durante questa fase vengono formulate delle ipotesi (supposizioni) interpretative e delle inferenze per determinare le cause e poi concretizzate predizioni degli eventi (in genere positivi). • comunicazione dei risultati e prospetto delle soluzioni individuate. Atteggiamento Stato mentale di prontezza, organizzato grazie all'esperienza, che esercita un'influenza direttiva o dinamica sulle risposte dell'individuo a tutti gli oggetti e situazioni con cui è in relazione (Allport, 1954). In particolare, è possibile affermare che gli atteggiamenti: • si riferiscono a persone o oggetti che fanno parte dell'ambiente dell'individuo; • influenzano il modo in cui l'individuo percepisce e reagisce al suo ambiente; • vengono appresi e sono relativamente duraturi; • implicano valutazioni e sentimenti. Quest'ultimo punto ha condotto molti studiosi a osservare che l'atteggiamento ha due componenti fondamentali: • le convinzioni personali, la probabilità, cioè, con cui un individuo si aspetta che una data informazione sia vera; • e i valori, che sono determinati da tutto ciò che una società considera buono o cattivo. In psicologia l'atteggiamento è un costrutto ipotetico, perché non può essere osservato direttamente, ma solo indotto dalle manifestazioni verbali e dalla sequenza degli atti osservabili in rapporto all'oggetto. Attitudine Predisposizione individuale a svolgere con maggiore o minore efficacia una determinata attività. L'attitudine si manifesta di solito precocemente e, in mancanza di una possibilità concreta di espressione, può restare latente per tutta la vita. Si è soliti distinguere tra attitudini fisiche, di cui fanno parte le capacità sensoriali e motorie (precisione, coordinazione, resistenza fisica, velocità di reazione, ecc.) e le attitudini psichiche, ovvero disposizioni favorevoli a una o più facoltà mentali (percezione, memoria, capacità analitica, sintetica, ecc.). Mentre le attitudini fisiche, percettive e mnemoniche raggiungono la massima espressione intorno ai 20-25 anni, quelle intellettuali hanno un declino statisticamente constatabile intorno ai 60 anni. Generalmente le attitudini sono determinate da una complessa interazione fra fattori costituzionali e acquisiti nel corso dello sviluppo individuale. Autonomia decisionale L'obiettivo principale dell'azione orientativa è di promuovere un processo di maturazione professionale che porti l'individuo a sapersi autogestire nelle sue scelte, cioè saper progettare, decidere e realizzare la scelta dell'attività professionale che, in quel momento o in quella situazione, maggiormente convince. Progettare vuol dire fare dei confronti tra le rappresentazioni di sé (come si è in un determinato momento di sviluppo o di vita) e le rappresentazioni delle realtà professionali che si reputano (più o meno realisticamente) possibili o desiderabili per un inserimento sociale nel mondo del lavoro che sia personalmente soddisfacente. perché una scelta risulti "buona" e quindi soddisfacente occorre: • • • • la maturità sufficiente per farla; uno o più progetti; che si decida per esso (o per uno di esso); una pianificazione di come attuarlo. Far acquisire abilità di progettazione diventa un obiettivo educativo di prim'ordine per promuovere la maturazione professionale del giovane. (don Mario Viglietti, COSPES) Auto-orientamento L'auto-orientamento nasce come reazione: • alla conduzione dell'orientamento nei decenni '50 - '70 prevalentemente diagnostico e molto direttivo; • alla conduzione dell'orientamento negli anni '70 e '80, basata sull'informazione (l'orientamento è stato identificato con la diffusione delle informazioni sugli indirizzi scolastici, sulle facoltà universitarie e sulla situazione occupazionale nazionale). In entrambe le concezioni, gli operatori erano convinti che bastava offrire ampie e articolate informazioni in base alle quali l'interessato era in grado di operare la propria scelta. Dunque non veniva preso in considerazione il livello di sviluppo dei soggetti né le differenze individuali nella capacità dei soggetti di elaborare e di assimilare le informazioni offerte. Con l'attuale concezione dell'orientamento, considerato un processo continuo e formativo, in cui è fortemente sostenuta la centralità della persona, il termine autoformazione risulta superfluo. In realtà anche nel periodo in cui è sorto non era privo di ambiguità. Spinto all'estremo, il termine avrebbe significato la totale autonomia del soggetto a tutti i livelli del suo sviluppo professionale contraddicendo il processo stesso dell'orientamento. Autorealizzazione L'autorealizzazione può essere definita come una tendenza, presente in ogni individuo, a realizzare pienamente le proprie potenzialità, sia dal punto di vista della maturazione psichica ed emotiva, sia dal punto di vista comportamentale. Il bisogno di autorealizzazione, ci dice A. H. Maslow (1973), è l'ultimo dei cinque livelli di bisogno fondamentali della persona per il suo benessere. Dopo i bisogni fisiologici, di sicurezza, d'amore (bisogni sociali) e di stima, il bisogno di autorealizzazione si situa in una posizione quasi ideale, esprimendosi più come processo e come tendenza, che come stadio effettivamente raggiungibile dalla persona stessa. Nella terapia centrata sul cliente di C. R. Rogers, utile all'operatore perché individua la persona come protagonista attivo del proprio processo d'orientamento, l'autorealizzazione è una tendenza psichica presente in tutte le persone che può essere impedita da conflitti emozionali o da una distorta immagine di sé. Il concetto di autorealizzazione può essere visto anche come una chiave di lettura per interpretare bisogni e motivazioni delle persone che si rivolgono ad un operatore di orientamento. Autostima L'autostima può essere definita come la considerazione che un individuo ha di se stesso, in termini di capacità, importanza e valore. L'ottica cognitiva ci invita a considerare il concetto di autostima al pari di una struttura di conoscenza che si costruisce nell'ambito dell'esperienza in modo non casuale, ma in sintonia con quanto avviene per ogni altra forma di conoscenza attraverso fasi di rilevazione dell'informazione, di sua organizzazione, di sua fissazione in memoria, ecc. Viene messo in evidenza, inoltre, che questa struttura di conoscenza funziona da mediatrice, guida, elemento direttivo e organizzativo per ogni aspetto dell'esperienza in corso, per le varie fasi dell'elaborazione dell'informazione e per le condotte in atto. Nonostante sia stata dimostrata l'esistenza di processi cognitivi miranti a mantenere costante ed inalterata la concezione che un individuo ha di sé, appropriate azioni di counseling possono venire in aiuto, aumentando l'obiettività della valutazione della propria "efficacia" e "appropriatezza" rispetto alle situazioni che si stanno vivendo o che si devono affrontare. Auto-valutazione Nell'attività di orientamento, come anche nella elaborazione dei progetti professionali, molto spazio viene riconosciuto all'autovalutazione delle varie componenti del processo maturativo. Il soggetto viene spinto a: • autovalutarsi in rapporto alle sue capacità, ai suoi interessi e a descrivere anche gli atteggiamenti verso il lavoro; • pronunciarsi sulla capacità di comunicare con gli altri. Accanto ad una valutazione fatta da esperti, considerata in genere oggettiva, in questi progetti viene valorizzato volutamente il giudizio personale su se stessi. La stima delle proprie abilità da parte dell'individuo è un fatto personale e sociale di antica data, ma nel passato la psicologia nutriva grande sfiducia nella possibilità di una valida autovalutazione personale. L'autovalutazione veniva ritenuta poco attendibile, consciamente o inconsciamente distorta e quindi inutile nella prassi psicologica e educativa. Recentemente però, l'atteggiamento degli esperti verso l'autovalutazione è cambiato. Essa infatti viene considerata sufficientemente attendibile e quindi utile per la conoscenza della personalità anche di soggetti in tenera età. Ci sono anche delle ragioni sociali e individuali perché l'autovalutazione debba essere presa in considerazione dagli educatori e dagli operatori sociali: • ogni valutazione delle abilità da parte del soggetto avviene in base alle esperienze del passato, quindi per mezzo di un confronto con la realtà esterna. In questo modo l'autovalutazione si colloca nel tessuto delle interazioni del comportamento umano (Gresham, 1989); • l'intervento psicologico deve creare, potenziare e mantenere le attese del soggetto sulle sue competenze cognitive, affettive e sociali. Occorre, quindi, conoscerle e partire da esse. • la valutazione delle competenze personali fatte dai soggetti è in stretto rapporto con il loro benessere psichico e spesso anche con la loro salute psichica. Per questo la terapia comportamentale si serve ampiamente della stima delle abilità, del senso di adeguatezza in rapporto a un compito e al successo (Allgood-Merten e Stockard, 1991) • anche fuori dall'ambito degli interventi terapeutici, una adeguata autovalutazione delle abilità puòportare ad una vita equilibrata e psichicamente sana. Avviamento al lavoro L'azione di orientamento risulta spesso di aiuto al soggetto nella promozione di una vera e propria campagna di marketing di se stesso. L'azione deve essere preceduta da una buona conoscenza di sé, delle proprie competenze, della valorizzazione delle proprie esperienze lavorative e degli interessi, avendo già individuato con maggiore esattezza gli obiettivi da raggiungere. La ricerca del lavoro rappresenta, all'interno del percorso di orientamento, una attività di sostegno al soggetto in uno dei suoi momenti di transizione, attraverso la proposta di acquisizione di una serie di competenze pratiche che si rivelano necessarie nell'attuazione del piano definito dalla persona. Concretamente la ricerca di informazioni sul mondo del lavoro si articola in due fasi: • la valutazione professionale, finalizzata all'individuazione e analisi di informazioni utili nell'ambito occupazionale: iter formativo, esperienze lavorative, conoscenze tecniche, aspettative, motivazione, dati di contesto, informazioni utili. • tecniche di ricerca del lavoro, in cui si forniscono indicazioni su alcune strategie per l'inserimento lavorativo: curriculum vitae, lettera di candidatura, lettura inserzioni, colloquio di selezione ecc. (Prof.G. Sangiorgi, Università di Milano) Bisogno Stato di tensione più o meno intenso dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde a esigenze fisiologiche più o meno impellenti, a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie, a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a esigenze sociali apprese dall'ambiente. Il bisogno è vissuto come uno stimolo che spinge un individuo verso la meta, il cui raggiungimento annulla la tensione provocata dal senso di insoddisfazione che accompagna lo stimolo stesso. C-E Capacità Termine generico per definire la possibilità e l'idoneità di un soggetto a svolgere un'attività o a assolvere un compito. Come ogni definizione di capacità ne consegue il rimando all'attività a cui essa si esplica e alla serie di operazioni che richiede e che non sono riportabili ad un solo tipo di assunto. L'uso di questo concetto si riferisce alle tendenze innate e a quelle acquisite, considerate per la valutazione dei soggetti e per la previsione del loro rendimento nei test attitudinali. (Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia) Carattere Configurazione relativamente permanente di un individuo a cui ricondurre gli aspetti abituali e tipici del suo comportamento. Oggi al termine carattere si preferisce quello di personalità, anche se il limite che separa i due concetti non si fonda su un criterio oggettivo ma su una convenzione scientifica, come risulta dal fatto che grandi aree psicologiche e psicopatologiche considerano i due termini come intercambiabili. Career Termine introdotto da pochi anni nel lessico degli esperti italiani di orientamento, indica l'arco di tempo, idealmente compreso tra i quindici e i sessantacinque anni, durante il quale la persona compie il proprio percorso lavorativo, tendendo a realizzare le proprie capacità e le proprie aspirazioni. L'accezione del termine richiama implicitamente l'idea di una forte ricerca di qualità della vita lavorativa, che nel nostro sistema socioculturale è ormai strettamente legata a quella della qualità della vita in senso lato. Colloquio Metodo di indagine che attraverso la comunicazione verbale consente di ottenere informazioni sulle attitudini, le conoscenze, le aspirazioni e i conflitti di un individuo o un gruppo. A seconda del livello di strutturazione che assume in vista degli aspetti psichici che intende analizzare, il colloquio può presentarsi come: • colloquio standardizzato, in cui la tipologia e l'ordine delle domande, nonché il comportamento dell'intervistatore sono predefiniti. Questa metodologia presenta il vantaggio di essere più facilmente riproducibile e di consentire la quantificazione e l'elaborazione statistica dei dati, ma ha una ridotta profondità di esplorazione; • colloquio diagnostico o profondo, il quale consente una maggiore variabilità e flessibilità dei temi, ma rende più difficile il confronto dei dati tra più soggetti, in quanto non è possibile una piena standardizzazione delle informazioni ottenute; • colloquio terapeutico, ovvero una forma di intervista aperta che prende in considerazione anche la sfera emotiva nel rapporto tra paziente e terapeuta e si serve anche delle modalità espressive non verbali. • colloquio educativo, basato sulla partecipazione alla situazione del soggetto, sul rispetto per le sue problematiche e sull'astensione da qualsiasi atteggiamento giudicante o rigidamente prescrittivo. Competenza Qualità professionale di un individuo in termini di conoscenze, capacità e abilità, doti professionali e personali. Tale definizione, riconducibile al modello delle skills manageriali elaborato da Burgoyne e Stuart (1978) e ripreso da Quaglino (1990), fa riferimento a tre aree specifiche: • le conoscenze, ovvero il bagaglio di sapere richiesto dalla professione, il campo di sapere generale e quello delle conoscenze organizzative; • le capacità, cioè le abilità professionali (capacità operative, relazionali e manageriali) legate allo svolgimento dell'attività di lavoro e all'utilizzo del bagaglio di conoscenze; • le qualità, ovvero le doti personali necessarie sia ad implementare le capacità sia ad orientare i comportamenti organizzativi e possono essere distinte in qualità professionali, qualità personali e qualità sociali. Attività dei consulenti per l'orientamento basata prevalentemente sul criterio del sostegno competente alla decisione. Tende a creare le condizioni idonee all'autonomia decisionale e all'elaborazione di un progetto formativo e/o lavorativo tramite una presa di coscienza dei fattori coscienti e latenti che determinano, nella persona, i meccanismi di adattamento, i bisogni di fondo e le decisioni sul proprio futuro. In particolare, l'attività di counseling consente di ricostruire la storia personale del soggetto, di raccogliere informazioni relative alle rappresentazioni nei confronti della scuola/formazione e del lavoro, di registrare i vissuti e gli interessi professionali dei soggetti. Compito Il compito può essere definito come una attività assegnata a un individuo, da altre persone o dall'individuo stesso, come strumento di apprendimento o come scopo da realizzare. Il concetto di compito è molto importante nella psicologia del lavoro, per quanto riguarda soprattutto la cosiddetta "analisi del compito". Questa si configura come una serie di procedure mirate a individuare le conoscenze e le attitudini necessarie allo sviluppo di una determinata attività. L'analisi del compito è mirata a costruire strategie di addestramento e valutazione del personale lavorativo. Si possono individuare due fasi nel processo di analisi, una fase di descrizione del compito stesso, in cui vengono individuate le attività che caratterizzano un determinato lavoro e le condizioni ambientali, sociali, e psicologiche in cui questo viene eseguito, e una fase di specificazione del compito, dove vengono delineate in modo più particolareggiato le tappe essenziali per lo svolgimento delle varie attività e il loro ordine di importanza. Counselling Possiamo definire il counselling come un processo d'interazione tra due persone, il counselor ed il cliente, che ha lo scopo di abilitare quest'ultimo a prendere decisioni riguardo alla sua situazione personale. E' il tentativo d'elaborazione delle esperienze di una persona in relazione con un'altra attraverso il dialogo. Una relazione di counseling si configura come un valido strumento di intervento nei casi in cui una persona viva una situazione più o meno profonda di crisi. Generalmente la situazione di crisi è considerata come uno stato di disorganizzazione che si verifica quando gli abituali metodi di risoluzione dello stress si rivelano inadeguati ad affrontare lo stress che deriva dal fatto di trovarsi di fronte ad un ostacolo che impedisce di raggiungere finalità importanti nella vita (Caplan). Creatività La creatività è la capacità di alcuni individui di scoprire rapporti tra idee, cose e situazioni, produrre nuove idee, avere delle intuizioni e concludere il processo mentale con un prodotto valido e utile nel settore scientifico, estetico, sociale e tecnico di una determinata cultura. Il prodotto deve poi essere in grado di esercitare un certo influsso sulla vita degli altri arricchendola oppure producendo in essa un positivo cambiamento. La persona creativa possiede: • un alto capacità di elaborare processi ipotetico-deduttivi; • alta fluidità ideativa che consiste nella produzione di idee nuove che vanno incontro a bisogni sociali; essa può essere: - verbale (ricca produzione di parole); - associativa (combinazione di concetti); - espressiva (produzione grafica o gestuale); • flessibilità mentale che gli permette di adattarsi a situazioni nuove; • fluidità categoriale, ovvero passare facilmente da un contenuto all'altro; • facilità nelle associazioni libere; • capacità di comprende bene la struttura di un sistema e di confrontarlo con gli altri. La produzione creativa avviene in stretto rapporto con l'ambiente socioculturale che le offre dei criteri sia per la valutazione dei contenuti che dei metodi. L'abilità creativa si forma principalmente nei due ambiti: familiare e scolastico. Per promuovere e formare nel figlio le abilità creative occorre che i genitori ne favoriscano l'autonomia in rapporto alle scelte quotidiane e alla costruzione del progetto di vita e professionale. Similmente l'ambiente scolastico può favorire la formazione alla creatività se lavorerà per incoraggiare e sostenere le scelte autonome e se stimolerà l'apprendimento divergente (diversi stili di apprendimento). La formazione delle abilità creative rappresenta uno degli obiettivi più ambiziosi dell'educazione; infatti la capacità creativa rappresenta la piena maturità intellettuale della persona che la rende libera (trascende i sistemi) ed altamente produttiva. Credito formativo Secondo la Commissione europea, il credito alla formazione è un "capitale" che ogni giovane ha a disposizione per acquisire ed aggiornare, lungo il corso di tutta la sua vita, le conoscenze e competenze di cui abbisogna. Si intende qui un riconoscimento, dato da un istituzione deputata ad un individuo, che certifica il possesso di competenze - indipendentemente dal modo con cui le ha acquisite (attraverso un percorso educativo-formativo formale; attraverso la pratica lavorativa) - in vista di una loro valorizzazione individuale (maggiore consapevolezza sulle proprie risorse) e collettiva. L'Isfol propone la seguente definizione: "Il credito formativo è un valore assegnabile ad un segmento di formazione (ad esempio un modulo didattico, un'unità capitalizzabile, un'annualità accademica,...) o ad un'esperienza individuale (lavorativa, di volontariato,...) riconoscibile nell'ambito di un percorso di formazione come competenza individualmente già acquisita". Il credito costituisce quindi per l'individuo un titolo esigibile per mettere in valore una o più parti della esperienza già maturata e, per questa via, di ottimizzarla evitando quindi di dover ripetere l'esperienza. Perché un credito sia effettivamente esigibile (o riconoscibile), occorre che sia: • formalizzato da un qualche accordo tra le istituzioni competenti; • preventivamente attestata, attraverso procedure riconosciute, la parte di esperienza formativa o lavorativa che si intende far oggetto di credito. Curricolo Nel suo significato più ampio, derivato dal latino curriculum vitae, il termine indica l'itinerario di una persona attraverso le sue esperienze di vita, di studio e di attività professionali, descritte tenendo presenti le tappe raggiunte, le motivazioni e i criteri ispiratori. Nel suo significato specifico si riferisce all'organizzazione delle conoscenze all'interno dei singoli gradi scolastici. Dilemma decisionale Situazione che si affronta ogni volta che ci si trova di fronte ad una scelta. Nella pratica dell'orientamento, la tipica situazione di dilemma decisionale è quella in cui il decisore deve valutare due o più alternative di formazione o di inserimento professionale. Le alternative possono consistere in azioni, costi o eventi che si presentano al momento della scelta. La decisione consiste nel valutare quale delle alternative prospettate soddisfa meglio le esigenze e le aspettative del progetto di vita dell'utente, tenendo anche conto delle reali possibilità che la scelta ha di concretizzarsi effettivamente. La situazione di dilemma è quindi sempre legata, da un lato, a progetti anche a lunga scadenza e a strategie di miglioramento della qualità della vita, dall'altro, ad un chiaro esame della realtà, individuale e sociale, in cui l'utente opera le proprie scelte. Drop out Il termine si riferisce a chi esce dai modelli comportamentali della società cui appartiene. In particolare, in ambito educativo con questo termine si definiscono quegli studenti che abbandonano la scuola prima di aver completato un corso o conseguito la laurea. Questi comportamenti possono essere spiegati appellandosi ad un desiderio di autenticità o di trasformazione, agito con l'interruzione di qualsiasi azione socialmente condivisa. Empowerment Con il termine empowerment si intende il processo finalizzato all'aumento del potere: il "potere" di cui si parla non è tanto quello impersonale e sociale ("potere su") quanto il potere prima di tutto "interno" al soggetto ("potere di"). Alle accezioni tradizionali della parola potere, si aggiungono quindi altri fattori determinanti quali: • competenza e sentimento di competenza; • motivazione intrinseca; • capacità di mobilitazione ed uso delle proprie migliori energie e risorse; • sentimento di speranza e percezione della possibilità di influenzare i risultati dei propri comportamenti e degli eventi che hanno un impatto sulla propria vita o aspetti di essa. Se consideriamo orientativo ogni intervento che ha come oggetto la persona e che riesce ad aumentare la possibilità che questa raggiunga obiettivi professionali soddisfacenti, dobbiamo necessariamente considerare tra questi anche gli interventi che aumentano nella persona il senso di poter realizzare ciò che ha progettato. Il concetto di empowerment permette di razionalizzare questa costellazione fatta di motivazione, competenza, uso delle proprie risorse, visione positiva del futuro e sentimento di adeguatezza, che, se favorevolmente potenziata, si offre come potente strumento per vincere il senso di inadeguatezza ed aprire positivi sviluppi nelle persone e nel loro modo di approcciarsi ai problemi. Empowerment non significa automaticamente cambiamento: significa costruire, aprire una possibilità in più, al proprio interno, per poter quindi scegliere operativamente nell'ambito di uno spettro di possibilità più ampio (ed eventualmente poi cambiare, se desiderato dal soggetto, operando nell'interazione con gli interlocutori e la realtà circostante). La maturazione di una nuova possibilità passa attraverso la fase cruciale della messa in atto di una pensabilità positiva: essa si realizza quando il soggetto riesce a pensare (in modo "positivo") se stesso in una situazione diversa da quella attuale. Costruire la pensabilità positiva significa costruire la rappresentazione prefigurativa dettagliata di un assetto nuovo, diverso dall'attuale. La pensabilità è fondamentale per poter poi individuare risorse da reperire e problemi da risolvere e potere poi praticare operativamente le nuova possibilità. F-I Famiglia Nel processo di orientamento è coinvolta la famiglia. Una valida attività di educazione alla scelta ne richiede l'adesione e l'appoggio, in quanto deve collaborare per dare univocità all'azione educativa, per aiutare i ragazzi ad analizzare i propri interessi e la realtà che li circonda. Proprio la famiglia ha un peso determinate sul comportamento di chi sceglie, in quanto in caso di "non corrispondenza" tra progetto professionale familiare e progetto personale del giovane, può sorgere una conflittualità aperta che può condurre a una crisi nei rapporti affettivi. Molto spesso i genitori, nel proiettare sui figli le loro aspettative e i loro sogni non realizzati, rischiano di creare incertezza e senso di colpa nel figlio che è orientato ad una scelta diversa. L'atteggiamento auspicabile da parte della famiglia è quello di incoraggiare e sostenere i figli, senza imporre la propria volontà, ma valutando ed esaminando insieme le varie possibilità di scelta, riferendole sempre però alle potenzialità del soggetto. Feedback Elaborato in ambito cibernetico, il concetto di feedback (o retroazione) s'è rivelato particolarmente utile per spiegare molti fenomeni biologici e psicologici. Con tale termine si intende l'azione di ritorno dell'effetto sulla causa che l'ha prodotto, con la conseguente possibilità di influenza sull'agente scatenante. A tal proposito, si distingue un feedback negativo o positivo a seconda che il ritorno dell'informazione sull'informatore, rispettivamente, riduca o accresca la performance di quest'ultimo. Formazione Processo finalizzato alla crescita dell'individuo a livello personale, sociale, culturale e professionale. In quest'ottica, l'attività di orientamento può essere considerata "formativa" a tutti gli effetti, nel senso di formazione del senso di sé e sviluppo delle abilità indispensabili per definire un proprio progetto formativo e/o professionale. Formazione a distanza Modalità di autoformazione in cui i contenuti di apprendimento sono veicolati per via informatica, con il percorso formativo gestito da una specifica piattaforma software. L'allievo dispone di: • un'assistenza tecnica on-line per l'uso degli strumenti • un'assistenza didattica, fornita da un tutor virtuale, che lo guida e lo indirizza sul percorso, su richiesta, fornendogli integrazioni e risposte • una serie di servizi (chat, forum di discussione). Il sistema memorizza e rende disponibili i dati per quanto riguarda l'attivazione del percorso, i test superati, ecc. Sinonimi: e-learning, FAD. Gruppo Il gruppo puòessere definito come un insieme (almeno 3) di individui che interagiscono fra di loro, influenzandosi reciprocamente, e che condividono, non necessariamente in modo consapevole, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali. L'influenza reciproca aumenta tanto più il gruppo è ristretto e diminuisce man mano che questo si allarga, facendo in modo che il gruppo si differenzi rispetto ad altre aggregazioni, quali la folla o la comunità, in cui non esiste una interazione diretta fra tutti gli individui. Presentiamo una tipologia che definisce il gruppo attraverso una serie di antinomie: • Gruppo primario e gruppo secondario: i gruppi primari, quali la famiglia, sono caratterizzati da una interazione diretta (faccia a faccia) fra i membri che li compongono, basata sull'affiatamento e sull'identificazione reciproca; per questo tipo di gruppi è stata coniata anche la dicitura "piccolo gruppo". I gruppi secondari si distinguono invece per relazioni indirette e formali, prevalentemente di tipo contrattuale. • Gruppo di appartenenza e gruppo di riferimento: Il primo è il gruppo a cui l'individuo appartiene e alle cui regole conforma il proprio comportamento; il secondo rappresenta un riferimento per comparare i propri comportamenti e le proprie realizzazioni, ed è fonte di modelli e valori in cui identificarsi. • Gruppo interno e gruppo esterno: il gruppo interno è quello in cui una persona è inserita e si identifica, quello esterno, è quello a cui la persona non appartiene e verso il quale può nutrire sentimenti di avversione, disapprovazione e timore. • Gruppo naturale e gruppo sperimentale: Il primo è costituito dal gruppo in cui un individuo nasce, oppure viene a trovarsi, come la famiglia. Il secondo è un gruppo che si costituisce in vista di uno scopo, di una realizzazione o di uno specifico intervento. • Gruppo formale e gruppo informale: Sono detti formali tutti quei gruppi regolati da una precisa strutturazione delle relazioni interne e degli scopi da seguire; informali, invece, sono quei gruppi che presentano al loro interno interazioni non organizzate. Gruppo dei pari La relazione con i coetanei ha una funzione molto importante nello sviluppo perché offre agli studenti opportunità supplementari per apprendere determinate abilità sociali. Il gruppo dei pari consente di sperimentare diversi ruoli sociali: aiuta a conservare, a rafforzare l'autostima in una fase della vita molto delicata che è l'adolescenza. Molto forte è il condizionamento degli adolescenti da parte dei coetanei riguardo a vari aspetti della vita. Nella maggior pare dei casi il gruppo costituisce un punto fondamentale nel processo di costruzione dell'identità. Il condizionamento del gruppo, in quanto luogo di identificazione e punto di riferimento affettivo e cognitivo, appare fondamentale nella modificazione del sistema di sè dell'adolescente. Il gruppo dei pari rappresenta anche il contesto più appropriato per elaborare strategie necessarie ad affrontare i problemi quotidiani e a tradurre le idee in progetti. In sintesi, il gruppo costituisce il luogo privilegiato di sperimentazione di comportamento non sottoposti a controllo immediato da parte degli adulti. Immagine di sé Va intesa come un insieme strutturato di elementi e informazioni significative, cioè un'organizzazione di tratti, qualità e caratteristiche che il soggetto attribuisce a se stesso e che ricava dalle indicazioni che gli vengono fornite da altri soggetti significativi. Si tratta cioè di un complesso di informazioni fra di loro concatenate che la persona ha a disposizione in un dato momento della sua esperienza storica e che sono frutto di processi in parte di autopercezione, in parte di eterovalutazione. L'immagine di sé funziona come punto di riferimento per la persona nell'organizzazione della propria vita quotidiana e nella progettazione delle proprie scelte di vita. Solo in un'epoca relativamente recente si è sviluppato un interesse a considerare l'importanza che riveste la rappresentazione che il soggetto ha di sé stesso nella scelta occupazionale, dal momento che la decisione è connessa a come l'individuo riconosce, nella professione, delle possibilità di traduzione operativa del proprio concetto di sé. La scelta entra infatti in rapporto con la costruzione, il consolidamento o la modifica dell'identità sociale di ciascuno. Il processo di orientamento sarà soddisfacente solo se permetterà all'individuo di percepire la coerenza, o almeno la compatibilità, delle scelte che va progressivamente facendo rispetto alla propria immagine di sé, poiché la risultante di queste scelte costituisce la sua possibilità di vivere nell'ambiente sociale in cui è inserito, di adattarsi con profitto e di trovare motivazioni. Inclinazione Disposizione specifica dell'individuo verso un campo di attività; essa è l'espressione dei bisogni più profondi della persona e si manifesta quando le strutture di base dell'individuo hanno raggiunto un certo grado di stabilità. Interesse Fattore prevalente della motivazione che si traduce in un'azione osservabile. Per alcuni studiosi l'interesse è strettamente legato al bisogno; quest'ultimo infatti desterebbe solo una tendenza che poi l'interesse specificherebbe, svolgendo inoltre una funzione intermediaria tra l'ambiente esterno e quello interno. A questa posizione si oppongono quelli che sostengono che l'interesse, pur rispondendo alla sollecitazione dei bisogni, richiede l'intervento dell'intelligenza e della cultura che favoriscono la funzione globalizzatrice della conoscenza. Ai fini dell'orientamento, l'interesse è uno dei principali fattori che vengono presi in considerazione nella definizione delle discipline verso le quali indirizzare l'utente, sia nel corso degli studi sia nella riqualificazione degli adulti disoccupati. In questi casi si parte dal presupposto che una buona riuscita professionale dipende anche dal grado di interesse che si prova per una determinata attività. Di solito gli interessi si sviluppano o emergono durante l'adolescenza, ed è di fondamentale importanza che questi vengano riconosciuti e sostenuti dall'ambiente circostante. Inter formativo Percorso organizzato di acquisizione degli obiettivi dell'intervento. L'iter formativo evidenzia l'articolazione, la sequenza, la durata dei moduli e/o delle fasi/attività finalizzati a promuovere l'apprendimento. M-R Mercato del lavoro Il mercato del lavoro può essere paragonato a un grande contenitore dentro il quale si incontrano domanda ed offerta di lavoro. La domanda di lavoro è l'insieme delle richieste di lavoro fatte dai "datori di lavoro", quindi da aziende, imprese, enti, amministrazioni pubbliche, ecc. L'esistenza della domanda di lavoro deriva dal fatto che il lavoro umano (che porta con sé forza fisica, abilità, competenze, ecc.) risulta un elemento indispensabile per poter svolgere qualsiasi tipo di attività economicamente rilevante. Per questo i "datori di lavoro" devono frequentemente avvalersi della collaborazione di un certo numero di lavoratori (inquadrati in diversi ruoli e mansioni) per poter raggiungere i propri scopi. Il mercato del lavoro è il "luogo" in cui tali collaboratori vengono reclutati. La domanda di lavoro non è statica e fissa, bensì è soggetta a variazioni notevoli. Dipende infatti: • dall'andamento generale dell'economia; • dall'andamento degli specifici comparti economici; • dalla produttività del lavoro (che a sua volta dipende dalle tecnologie disponibili, dalle forme organizzative adottate, dalle condizioni normative, dai valori sociali interni ed esterni all'impresa); • dalla disponibilità di tecnologie in grado di sostituire il lavoro (è il caso, attualmente, delle tecnologie informatiche); • dalla disponibilità di manodopera, a più basso costo, in altre aree geografiche; • dalla cultura di cui gli imprenditori sono portatori (norme sociali, valori, schemi di comportamento, ecc.). L'offerta di lavoro è data dall'insieme degli individui che si offrono sul "mercato del lavoro" e che sono quindi disponibili a prestare il proprio lavoro (forza fisica, abilità, competenze, ecc.) in cambio di una remunerazione. Nell'offerta di lavoro sono quindi compresi i lavoratori dipendenti e quelli autonomi, i lavoratori occupati e quelli disoccupati. L'offerta di lavoro dipende da tre fattori principali: • la struttura demografica della popolazione appartenente ad un sistema economico (rapporto tra giovani, adulti ed anziani); • la presenza di flussi migratori in entrata (immigrazione) o in uscita (emigrazione); • i valori sociali prevalenti (i quali incidono ad esempio sulla propensione al lavoro delle donne o dei giovani in età scolare). Dai risultati di questo "incontro" fra domanda ed offerta di lavoro derivano: • • • • • • il numero di occupati e disoccupati (forze di lavoro); le condizioni dello scambio tra domanda ed offerta di lavoro, ovvero: i livelli retributivi; le regole di entrata, permanenza o uscita dal lavoro; le norme che regolano il rapporto di lavoro; le forme di previdenza e tutela sociale dei lavoratori. Non bisogna sottovalutare la grande importanza il profilo qualitativo dell'offerta di lavoro, determinato da: • il livello di scolarizzazione; • il livello di qualificazione professionale; • l'adeguatezza delle competenze ed abilità incorporate dall'offerta di lavoro, rispetto alle esigenze dell'economia; • la presenza di determinati tratti culturali (cultura del lavoro, propensione sociale a relazioni di tipo cooperativo, senso diffuso della responsabilità, ecc.). Infine, anche se si parla di "mercato" del lavoro, in effetti si tratta di un mercato un po' particolare che non funziona secondo i meccanismi di scambio tipici delle altre merci. Assente la "libera fluttuazione" dei prezzi e delle condizioni di vendita/acquisto, il mercato del lavoro è invece regolato da un insieme di norme e condizioni che sono vincolanti per chi scambia lavoro: • leggi in materia di lavoro emanate dalle istituzioni pubbliche; • contratti collettivi stipulati tra le rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori; • iniziative, messe in atto da soggetti pubblici, mirate a favorire determinate condizioni di funzionamento del mercato del lavoro (ad esempio prevedendo dei particolari meccanismi per l'inserimento lavorativo dei giovani, oppure prevedendo degli incentivi per l'occupazione in alcune aree meno sviluppate, ecc.). Metodo di studio Il metodo di studio è un insieme di strategie organizzate che servono a rendere un comportamento di studio più produttivo ed efficace. Per gli studenti è importante possedere un metodo di studio che consenta loro di consolidare le informazioni in memoria, rendere più veloce l'apprendimento, individuare i concetti più importanti e organizzare il proprio studio rispettando i tempi. Il metodo di studio dovrebbe essere costruito nel tempo ed applicato costantemente fino ad acquisire una certa automaticità . Esso richiede operativamente la capacità di: • padroneggiare i propri strumenti di lavoro (diario, testi scolastici, vocabolario, ecc.) • sfruttare la lezione (ascoltare, selezionare le informazioni, prendere appunti e rielaborali); • organizzare un piano di studi a casa. Il concetto di metodo di studio tuttavia non si può limitare a solo questi elementi, ma comprende anche contenti più complessi quali, gli stili cognitivi, le tecniche di memorizzazione, le leggi sulla percezione, ecc. Infatti un buon metodo di studio è qualcosa che coinvolge tutta la persona nei suoi aspetti motivazionali e relazionali. (Fondazione C.o.s.p. di Alessandria) Motivazione Fattore del comportamento umano che attiva e dirige un organismo verso una determinata meta. Si tratta di un processo dinamico che nella sua manifestazione più semplice può venire suddiviso in tre fasi: in un primo stadio troviamo il "movente" (ad esempio l'aver fame), in secondo luogo il comportamento (ad esempio, entrare in un bar) motivato da questo bisogno o impulso, che viene definito come "strumentale" poiché è finalizzato al raggiungimento della meta (terzo stadio). Le motivazioni possono essere di ordine fisiologico (strettamente legate al bisogno), personale o sociale, fino a raggiungere alti livelli di complessità che riguardano ideali o modelli esistenziali che l'individuo assume in vista della propria autorealizzazione. Percorsi scolastici Possiamo definire i percorsi scolastici come l'insieme delle conoscenze di base relativamente alle scuole presenti sul territorio di appartenenza. Tali conoscenze riguardano più specificatamente i singoli percorsi, con particolare riferimento al tipo di scuola, al valore del titolo rilasciato, ai requisiti richiesti per l'ammissione, alle caratteristiche formative (durata, materie orari ecc..), alle possibilità occupazionali. Per tipologia di scuola si intendono i corsi di formazione professionale di I° e II° livello, gli istituti superiori, e tutti i corsi universitari; il titolo conseguito descrive, se viene rilasciato, la qualifica, il diploma, l'attestato o il diploma di laurea. Il profilo professionale presenta invece una breve descrizione delle caratteristiche formative e professionali, vengono presentate inoltre i prospetti delle materie di studio e i piani di insegnamento. Quando si riferisce alle possibilità occupazionali si intendono fornire informazioni circa le possibilità previste di prosecuzione degli studi con particolare riferimento all'accesso all'università, i modelli professionali di inserimento lavorativo, la partecipazione ai concorsi pubblici ecc. Le sedi di formazione e altre informazioni si riferiscono a indirizzi, numeri di telefono, corsi a carattere convittuale o semiconvittuale, corsi legalmente riconosciuti, parificati, sperimentali ecc.. Personalità La personalità può essere definita come un insieme di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che, nella loro integrazione, costituiscono il nucleo irriducibile di un individuo, che rimane tale nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si esprime e si trova a operare. Il concetto di personalità è stato affrontato a partire da diversi presupposti teorici; ne affronteremo in questa sede alcuni fra i più importanti dal punto di vista epistemologico. Tratteremo per prime le teorie fattoriali, che basano l'analisi della personalità sull'individuazione di tratti (strutture mentali che hanno anche una base biologica) e dimensioni (unità di comportamento determinabili e misurabili). L'uso dell'analisi fattoriale ha portato ad individuare differenti tipologie di tratti che si differenziano per la loro strutturazione e per la loro persistenza nel tempo. Da quelli di superficie, variabili da individuo a individuo, a quelli d'origine, ottenibili con procedure più complesse ma più stabili. Questo tipo di analisi individua la personalità come ciò che consente di predire quel che un individuo farà a partire dai suoi tratti. Lo studio delle dimensioni, o unità di comportamento determinabili e misurabili, definisce la personalità come la somma degli schemi di condotta che un individuo mette in atto, avente origine dall'interazione funzionale dei quattro settori principali in cui sono organizzati questi schemi di condotta: il settore cognitivo (intelligenza), conativo (carattere), affettivo (temperamento), somatico (costituzione). Un altro importante contributo alla teorizzazione del concetto di personalità ci viene dato dalle teorie psicodinamiche, che considerano la personalità in relazione alle varie tendenze, che sono in equilibrio instabile, per cui il comportamento è il risultato di interazioni di disposizioni diverse spesso in conflitto. Proprio questa conflittualità spiega il carattere dinamico della personalità che affonda le sue radici nei suoi aspetti genetici. Dal punto di vista dinamico la personalità si attesta a vari stadi d'equilibrio corrispondenti alle fasi dello sviluppo psicosessuale. Una fissazione ad una fase dello sviluppo determina un arresto nella maturazione della personalità che si rivelerà, nell'età adulta, con manifestazioni tipiche di quella fase. Un altro importante contributo è dato dalla teorizzazione cognitivista. Questa teoria elabora un concetto di personalità centrato sulla "mente", da cui dipendono le attività dell'organismo, le modalità di adattamento e le sequenze comportamentali. Lo sviluppo della personalità, secondo questa teorizzazione, avviene attraverso l'eliminazione della dissonanza cognitiva che si verifica ogni volta che l'individuo sperimenta informazioni in dissonanza con il suo precedente assetto mentale. L'incongruenza che si genera, siccome risulta intollerabile all'individuo, può essere risolta o con un mutamento dell'ambiente, o con una modificazione del proprio comportamento, o con una ristrutturazione del proprio mondo cognitivo. Questo esercizio, continuamente richiesto dalle relazioni con l'ambiente in continua mutazione, è la condizione della crescita della personalità. Potenziale Il potenziale può essere definito come l'insieme delle abilità, delle capacità professionali, delle doti e delle qualità possedute da una persona. Il potenziale, in altre parole, è ciò che una persona potrebbe fare ma non ha ancora dimostrato, se non casualmente e sporadicamente. E' un dato qualitativo, proiettato sul futuro, che per il suo essere implicito, inespresso, necessita di verifiche incrociate e molteplici per essere rilevato. Il potenziale è influenzato, come molte altre dimensioni sociali, dal contesto in cui il soggetto si trova ad operare e vivere. Quanto mai utile, soprattutto in ambito organizzativo, è poter valutare il potenziale di una persona, per conoscerne ad esempio il valore professionale, per migliorare la gestione delle risorse garantendo maggiore equità nelle valutazioni, per individuare bisogni di formazione migliorando le prestazioni e l'integrazione. La valutazione del potenziale è un processo attraverso cui avviene il confronto tra il profilo di competenze posseduto dalla persona e il profilo di competenze richiesto da un compito o da una mansione, al fine di verificare quali di queste siano ancora disponibili, utilizzabili e da valorizzare. Questo tipo di metodologia è allargabile anche ad ambiti non aziendali, permettendo una valutazione più mirata ed approfondita della persona. Predisposizione Tendenza a manifestare specifici tratti caratteriali (carattere) o particolari abilità in ordine alle attività fisiche o mentali, da ricondurre a fattori di natura ereditaria o talvolta a risposte rinforzate nel tempo. Profili professionali Per profilo professionale si intende l'insieme di concetti e di informazioni che sono utilizzati per descrivere le caratteristiche di un determinato lavoro. Generalmente le informazioni riguardano una definizione sintetica dell'attività seguita da una descrizione delle principali funzioni che la caratterizzano. La descrizione prende in considerazione anche la situazione e il tipo di lavoro, inteso come ambiente, ritmi di attività e livelli di autonomia possibili. Si fa riferimento ai requisiti per l'accesso al ruolo prendendo in considerazione quelli di carattere abituale e definendo i percorsi formativi scolastici di base. Altre informazioni riguardano le prospettive di carriera, le professioni simili o correlate e le opportunità di guadagno esistenti sia all'inizio che dopo un certo periodo di attività. E ancora, la descrizione delle professioni riguarda lo studio dei livelli occupazionali delle singole professioni, le aree geografiche dove esse sono più richieste e diffuse, la proporzione fra componente maschile e femminile e le opportunità di lavoro in prospettiva. In alcuni casi vengono fornite le informazioni su associazioni, enti di formazione e stampa specializzata per reperire ulteriori dati sulla professione prescelta. (Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, Roma) Progetti generali di orientamento Le caratteristiche di un progetto di orientamento sono l'intenzionalità, la progettualità e la processualitàà, oltre al suo regolare inserimento nella programmazione educativa e didattica ordinaria. La programmazione orientativa risulta basata sul ruolo centrale attribuito all'allievo, su un realismo operativo, sulla flessibilità procedurale, su una collegialità effettiva e non solo nominale, su un sostegno concreto alle categorie particolari (soggetti in condizione di svantaggio, minori in condizioni di disagio ecc..) sulla creatività oggettiva. Una programmazione orientativa necessità di una metodologia, di una didattica e di una valutazione impostate anch'esse in chiave orientativa. (Annamaria Di Fabio, Università di Firenze) Rappresentazioni sociali Sono una forma di conoscenza, socialmente elaborata e condivisa, avente un fine pratico e concorrente alla costruzione di una realtà comune ad un insieme sociale, non possono essere considerate semplicemente delle opinioni nei confronti di un certo oggetto sociale; sono quasi delle teorie per organizzare la realtà e hanno lo scopo di rendere capaci gli individui di orientarsi nel loro mondo sociale. In rapporto al tema dell'orientamento professionale la rappresentazione sociale può essere vista come un sistema di lettura che permette la comprensione dell'ambiente in cui ha luogo l'esperienza formativa e quella lavorativa, aiutando a semplificare le sue dinamiche complesse. Ogni rappresentazione nasce dalle informazioni sull'oggetto "scuola" (o in senso più ampio "formazione" o "istruzione") o sull'oggetto "lavoro" che la persona riceve dal proprio ambiente e in riferimento ai propri gruppi sociali d'appartenenza. Le rappresentazioni di questi oggetti sociali sono da considerarsi dei costrutti intervenienti nel processo di scelta. Non è tuttavia l'immagine che il giovane si costruisce nei confronti della formazione universitaria o del lavoro che ne condiziona in modo automatico la scelta, ma la modalità d'articolazione che queste rappresentazioni trovano con l'immagine di sé elaborata dall'individuo nel corso della sua storia, cioè l'intreccio che si viene a costruire fra fattori d'ordine diverso. L'azione orientativa lavora sulle rappresentazioni sociali non in modo manipolatorio, bensì con l'obbiettivo di aumentare le consapevolezze individuali circa il peso che esse possono assumere ai fini della scelta e per allargare, attraverso l'introduzione d'ulteriori informazioni e di differenti punti di vista, i contenuti delle rappresentazioni stesse. Razionalità /creatività Questi due concetti riconducono alla definizione di stili cognitivi cioè differenze individuali nell'applicare le proprie abilità mentali a contesti differenti. Lo stile di pensiero è definito come una predisposizione psicologica, in parte innate in parte appresa, costante nel tempo, ad usare una categoria preferenziale di strategie; è un atteggiamento mentale, un modo di porsi nei confronti di una determinata situazione, una modalità di elaborazione dell'informazione che si manifesta in campi diversi del comportamento. Le persone possono possedere le medesime abilità ma le avranno apprese e le applicheranno in maniera differente a seconda del proprio stile cognitivo. Gli studi sugli emisferi celebrali hanno evidenziato le caratteristiche delle due principali funzioni: • stile cognitivo razionale: emisfero sinistro, stile logico, verbale, analitico. Modo abituale di chi prevede, prepara, e reattivo, è preveggente, anticipa, stabilisce finalità, si pone obiettivi, è sistematico, procede a piccoli passi considerando tutte le variabili in gioco. • stile cognitivo creativo: emisfero destro, stile intuitivo, spaziale, visivo. Modo abituale di chi immagina, crea il futuro, è attivo, causa il cambiamento, immagina, sogna, crea storie, propone situazioni nuove. (Cesare Cornoldi, Università di Padova) Risorse umane Il termine risorse umane indica l'insieme delle capacità dei dipendenti di un'impresa di svolgere determinate mansioni, già svolte da tempo o potenziali. Usato anche come sinonimo di capitale umano ovvero l'insieme delle capacità, delle abilità e delle doti individuali, sia innate nei lavoratori che dagli stessi successivamente acquisite, aventi una precisa e determinata utilizzazione produttiva. Il termine risorse umane è, dunque, strettamente legato ai concetti di: • mansione: ogni compito esplicato nell'adempimento di un lavoro o nell'esercizio di funzioni determinate per raggiungere gli obiettivi dell'organizzazione di cui fa parte il posto di lavoro. • qualifica: - identifica il tipo, il livello di professionalità e la posizione del lavoratore all'interno dell'organizzazione di lavoro; - limita implicitamente il potere discrezionale del datore di lavoro nel determinare le mansioni; - determina il trattamento normativo, economico e previdenziale del lavoratore. • carriera: successione di posizioni, lavori od occupazioni attraverso cui una persona può passare durante la sua vita lavorativa. • professione: corpo di conoscenze codificate e acquisite (competenze di base, competenze tecnico-professionali e competenze trasversali) attraverso uno specifico iter di studi e di pratica lavorativa. Ruolo Il ruolo puòessere definito come uno schema organizzato di condotta, nel quale confluiscono le sollecitazioni sociali verso chi ricopre una certa posizione o si trova ad affrontare determinate situazioni. L'atteggiamento di un individuo in un gruppo può, così, essere visto come una dimensione del ruolo, ma non può essere disgiunto dalle aspettative che il gruppo nutre verso i comportamenti di ognuno dei suoi membri in una certa situazione. Le aspettative e le richieste del gruppo saranno determinate in modo non marginale dalla posizione che l'individuo occupa nel sistema sociale. Conoscere quindi le implicazioni di ogni ruolo all'interno di un sistema sociale è fondamentale per assolvere al compito richiesto nel migliore dei modi, evitando conflitti e incomprensioni. Nel concetto di ruolo è implicita una discrepanza tra essere e apparire, tra ciò che uno è veramente, e le attese che dagli altri convergono su di lui, sulla base delle caratteristiche strutturali del gruppo, dell'istituzione e del sistema sociale. Quando la conformità è completamente disattesa o intenzionalmente trasgredita si parla di "devianza", mentre ci si riferisce ai concetti di "ambiguità di ruolo" o "conflitto di ruolo" quando un'imprecisione nel sistema di norme genera delle situazione in cui le mansioni di uno sconfinano in quelle di un altro, o quando una persona si trova a dover svolgere più ruoli per i quali sono previsti comportamenti diversi. S-Z Setting Termine utilizzato per indicare l'insieme degli elementi che costituiscono il contesto di "ricerca", delimitato nel modo più rigoroso possibile, affinché quanto si osserva, si descrive, si comprende, si spiega, possa avere un'attendibilità scientifica. Sistema sociale Territorialmente l'insieme dei soggetti sociali (associazioni, sindacati padronali e dei lavoratori, enti bilaterali, ordini professionali), dei soggetti istituzionali (Regione, Province, Comuni, sociale comunità montane), dei servizi (servizi per l'impiego, servizi sociali), del sistema scolastico (istituti d'istruzione dell'obbligo, istituti secondari superiori, università. Socializzazione Si tratta di un processo di apprendimento grazie al quale si diventa membri della società e comprende sia l'acquisizione informale dei ruoli sociali, sia l'istruzione formale. Nell'antropologia statunitense è stato proposto l'uso del termine inculturazione preferendolo a quello di socializzazione, in conformità con l'enfasi dominante che gli Stati Uniti danno al concetto di cultura piuttosto che a quello di società. Di fatto, socializzazione e inculturazione indicano due aspetti di un unico percorso di apprendimento mirato ad entrare a far parte di un sistema socioculturale. Il processo di socializzazione, mediante il quale le persone acquisiscono norme, valori e modelli di comportamento, inizia al momento della nascita e avviene, in una fase iniziale, all'interno della famiglia, considerata a ragione il principale agente di socializzazione. Per questo motivo si distingue la socializzazione che si realizza in famiglia, detta socializzazione primaria, distinta dalla socializzazione secondaria che si effettua successivamente e che continua per tutta la vita, via via che l'individuo impara ad adottare nuovi ruoli e strategie con il maturare della sua posizione e delle circostanze sociali. Soddisfazione Giudizio del cliente (customer satisfaction) sul servizio offerto e, di riflesso, sul processo di messa a punto e di realizzazione dello stesso. Tale giudizio scaturisce dal gradimento del servizio/ processo in riferimento alle aspettative del cliente stesso. Sportello informativo Lo sportello informativo è un importante canale di accesso per le persone/utenti all'interno del sistema dei Servizi per l'orientamento. Lo sportello informativo, radicato all'interno del territorio in cui opera, decodifica la domanda e risponde direttamente alle richieste dell'utente, qualora esse rientrino nel suo raggio di competenza. In caso contrario, l'operatore deve poter indirizzare l'utente verso altre strutture che siano in grado di fornire l'informazione o la prestazione richiesta. In altri termini, è compito primario dello Sportello fornire indicazioni relative a: • normativa e procedure riguardanti il collocamento; • sistema della formazione; • interventi a favore di categorie di lavoratori deboli; • interventie a sostegno dell'autoimprenditorialità; • contratti di formazione/lavoro; • agenzie interinali; piani di inserimento professionale; • partecipazione a concorsi pubblici e a selezioni di aziende private; • stampa specializzata; • siti telematici che offrono servizi di orientamento e intermediazione tra domanda e offerta di lavoro. Le modalità attraverso le quali si esplica l'attività dello Sportello sono principalmente tre: • presenza dell'operatore che interagisce con la persona/utente nella decodifica della domanda e nella ricerca delle informazioni; • postazione di autoconsultazione assistita; • postazione di autoconsultazione. Standard formativi Specifiche di progettazione dell'offerta formativa definite convenzionalmente da un ente pubblico regolatore. Nella Regione Piemonte gli standard formativi sono normati dall'art. 20 della legge regionale n. 63 del 13/4/95 e dalla Dgr n. 184-2323 del 16/10/95. Stress Il concetto di stress viene generalmente definito come una reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva. Negli ultimi anni il concetto di stress si è affermato, in modo interdisciplinare, nei campi biologico, psicologico e sociale, creando spesso fruttuose interazioni fra campi di studio. Nell'organismo vi è un livello incessante di attività, teso a mantenere l'equilibrio con l'ambiente esterno, sia dal punto di vista fisiologico che da quello, ad esempio, emotivo. Selye, al quale dobbiamo l'adozione del termine stress, individuò i sistemi nervosi di risposta adattiva ad un evento esterno che modifichi l'equilibrio dell'organismo, arrivando alla conclusione che lo stress è la risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso. In altre parole, la caratteristica dello stress è quella di essere una reazione aspecifica, sistemica ed identica di fronte a stimoli diversi; quello che varia è la sensibilità individuale a questi stimoli, dovuta a fattori interni alla persona (costituzione, età) ed esterni (ambiente socioculturale, tipo di lavoro, ecc.). Per questo motivo allora stimoli differenti possono produrre la stessa reazione in persone diverse, e stimoli simili, viceversa, possono produrre reazioni diverse. Strumenti di valutazione Qualsiasi strumento in grado di rilevare, misurare e valutare variabili/grandezze/parametri che si intenda tenere sotto controllo. Nella maggior parte dei casi essi sono modificati ed aggiornati in base alle esperienze derivate dal loro utilizzo. In ogni caso debbono possedere le caratteristiche seguenti: • validità (lo strumento deve essere sensibile alla variabile da tenere sotto controllo, senza l'interferenza di altre variabili); • affidabilità (alle stesse condizioni, ripetendo la misura il risultato non cambia); • oggettività (il risultato dipende dalle caratteristiche della variabile misurata, senza l'interferenza del valutatore); • comparatività (alla stessa prova, i risultati di un soggetto devono poter essere confrontati con quelli degli altri soggetti); • discriminanza (la sensibilità dello strumento deve essere proporzionata al risultato atteso, in modo che i risultati siano differenziati); • standardizzazione (le modalità di somministrazione della prova e di interpretazione dei risultati devono essere previsti formalmente a priori); • trasparenza (il tipo di prova e la sua standardizzazione devono essere noti a tutti gli interessati). Territorio Questo termine generico rappresenta l'insieme delle conoscenze del mondo economico e del mercato del lavoro, fattori essenziali per impostare correttamente le strategie di ricerca del lavoro. La conoscenza del territorio quindi comprende le informazioni relative all'economia generale, alla situazione dello specifico settore produttivo, alla storia, alle tradizioni, e alle vocazioni economiche che sono caratteristiche comuni di ogni provincia o regione. L'obiettivo della raccolta di queste informazioni è quello di capire in quale posizione del ciclo di sviluppo/recessione si situa il settore economico che interessa e approfondire le prospettive esistenti per un aumento dell'occupazione, quali le forme e le caratteristiche generali che esso assume. Valori Essi costituiscono gli obiettivi verso cui tende un individuo, rappresentando, in altri termini, i principi, gli ideali e le esigenze che orientano le azioni (in che cosa credo?). L'apprendimento dei valori avviene attraverso un processo che prende il nome di socializzazione primaria (rapporti con famiglia e parenti più prossimi) e secondaria (contatto con la scuola ed altre strutture educative). Si può affermare che soltanto tra i 15 e i 18 anni il singolo cominci a strutturare una gerarchia di valori abbastanza stabile e complessa. Vocazione Aspirazione e attrazione profonda verso una determinata attività, professione o missione. Il carattere soggettivo di detta attrazione distingue la vocazione dall'attitudine, la quale rappresenta un criterio di valutazione oggettivo che fa riferimento ad una potenzialità naturale contestabile.