Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Le variabili casuali Una variabile casuale è una variabile che determinati valori con determinate probabilità; assume Ad una variabile casuale è associata una regola che assegna a ciascun valore che la variabile può assumere la corrispondente o po d probabilità p obab à lancio di 3 monete; Esempio: X P(X) TTT 3 ⅛ TTC 2 ⅛ TCT 2 ⅛ CTT 2 ⅛ TCC 1 ⅛ CTC 1 ⅛ CCT 1 ⅛ CCC 0 ⅛ X P(X) 0 ⅛ 1 ⅜ 2 ⅜ 3 ⅛ v.c.X= numero di teste uscite P(X) 0 1 2 3 X Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Cristina Davino Variabile statistica e variabile casuale Distribuzione di probabilità della v.c X: • Variabile statistica: deriva dalla classificazione di dati rilevati, rilevati ad ogni possibile valore della v.c X si associa una probabilità cioè viene definita empiricamente una volta conosciuti i dati ed averli classificati. • Variabile casuale (X): assume valori nello spazio dei numeri reali secondo una funzione di probabilità P(X) Il concetto di variabile casuale è strettamente legato g a q quello di esperimento, a quello, cioè, di una prova il cui risultato è incerto. E diverso, E’ diverso dunque, dunque dal concetto di variabile definita su una popolazione, popolazione di cui io posso conoscere o meno il valore che questa assume sulle singole unità, ma rispetto alla quale non c’è nulla di incerto. X P(X) v.c. discreta 0 ⅛ 1 ⅜ 2 ⅜ 3 ⅛ f x P X x Assumono un numero finito di valori x1, x2, …, xn, con probabilità p1, p2, …, pn Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Distribuzione di probabilità della v.c X: ad ogni possibile valore della v.c X si associa una probabilità X P(X) v.c. discreta f x P X x X P(X) TTT… 50 ? 0 ⅛ TTC… 49 ? 1 ⅜ TCT… .. ? 2 ⅜ 3 ⅛ CTT… .. ? TCC… .. ? CTC… .. ? CCT… 1 ? CCC… 0 ? Cristina Davino Le variabili casuali discrete Assumono un numero finito di valori x1, x2, …, xn, con probabilità p1, p2, …, pn Nel caso discreto, la funzione f(x) definisce la funzione di probabilità della v.c. X che h rappresenta t quella ll funzione f i che h associa i ad d ognuno dei d i possibili ibili valori l i xi la l corrispondente probabilità: f xi P X xi Esempio: Lancio di tre monete f x0 P X 0 P C C C Esistono delle formule algebriche che consentono di calcolare, per v.c. X Numero di teste uscite 1 1 1 1 2 2 2 8 f x1 P X 1 P T C C C T C C C T 3 8 f x2 P X 2 P T T C T C T C T T 3 8 1 1 1 1 f x3 P X 3 P T T T 2 2 2 8 ciascun valore di una variabile casuale, la probabilità che esso si verifichi Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L variabili Le i bili casuali li discrete di t Esempio: Lancio di tre monete f x0 P X 0 1 8 v.c. Le variabili casuali discrete Numero di teste uscite f(x) f x1 P X 1 3 8 f x2 f x3 In molti casi, può essere necessario trovare la probabilità che la v.c. X assuma un valore inferiore o uguale ad un dato valore xk. Tale probabilità viene definita probabilità cumulata ed è descritta dalla funzione di ripartizione, che viene indicata con F(xk). Quindi, se x1, x2, …, xn sono i valori possibili di X ordinati in senso crescente, Quindi crescente la probabilità cumulata sarà: F xk f x1 f x2 f xk P X 2 3 8 1 P X 3 8 Esempio: Lancio di tre monete 0 1 2 3 X (numero di teste) . La funzione di probabilità à f(x) di tipo discreto soddisfa le condizioni: 1 f xi 0 1. Cristina Davino 2 2. f xi 1 i 1 8 P X 1 3 8 P X 2 3 8 1 P X 3 8 f x0 P X 0 f x1 f x2 f x3 v.c. Numero di teste uscite 1 F(x) 8 1 3 F x1 8 8 1 3 3 F x2 8 8 8 1 3 3 1 F x3 8 8 8 8 F x0 0 1 2 3 X (numero di teste) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Cristina Davino L variabili Le i bili casuali li continue ti Le variabili casuali continue Una variabile casuale continua è una v.c. v c che può assumere un numero infinito di valori compresi in un intervallo di ampiezza finita o infinita. A differenza di quanto accade nel caso discreto, non è possibile ottenere la probabilità che la variabile assuma un qualsiasi valore interno all’intervallo sommando le probabilità dei singoli punti che lo compongono, in quanto i punti sono infiniti e una somma infinita di valori finiti non può dare ll’unità unità. Una variabile casuale X è, allora, continua se esiste una funzione f(x) tale che: b P a X b f x dx a dove a e b sono numeri reali qualsiasi, con a<b. F n ione di densità di probabilità: Funzione probabilità la ffunzione n ione matematica f( f(x)) per ccuii l’area sottesa alla funzione, corrispondente ad un certo intervallo, è uguale alla probabilità che X assuma un valore in quell’intervallo Il c.d. paradosso della continuità viene risolto ricorrendo al concetto di area, assegnando probabilità a singoli intervalli piuttosto che a singoli punti e rappresentando le probabilità come delle aree su degli intervalli. Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Le variabili casuali continue Le variabili casuali continue Proprietà della funzione di densità di probabilità (f.d.p.): (f d p ): 1) f(X=x)=0 (la probabilità di ottenere esattamente il risultato nulla anche se l’evento 3) x è generalmente x non è strettamente impossibile) 2) f(x)0 f xdx 1 (l’area sottesa alla funzione è uguale a 1) Cristina Davino F Funzione i di ripartizione: i ti i F x P X x x f x dx d Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L variabili Le i bili casuali li Cristina Davino Esempio n Valore atteso di una vv.c c discreta: X E X xi Pxi Un amico U i cii propone un gioco i i cuii risultati i lt ti possono essere A, A B o C con probabilità b bilità di realizzarsi pari, rispettivamente, a 0,1, 0,2 e 0,7. Se esce A, si vincono 20 euro, se esce B se ne vincono 10 mentre se esce C se ne perdono 10. i1 Varianza di una v.c discreta: n Ci si chiede quale sarà à il guadagno, o la perdita, che ci si deve attendere per un numero elevato di giocate. 2X xi X Pxi 2 i 1 X E X Valore atteso di una v.c continua: Varianza di una vv.c c continua: E’ chiaro che il risultato del gioco sarà dato dall’ammontare che si vince quando si presenta A o B, ognuno moltiplicato per le rispettive probabilità, sommato all’ammontare che si perde quando si presenta C, ponderato con la rispettiva probabilità. Avremo dunque: 20 0,1 10 0,2 10 0,7 3 x f x dx Il gioco ha, cioè, un valore negativo, e più precisamente una perdita di 3€ a partita. I 3 euro non rappresentano ll’ammontare ammontare che si perde in una singola giocata ma ciò che si perderebbe in media, per partita, se si giocasse un numero elevato di volte (infatti, nella singola giocata o si vincono 10 o 20 euro o se ne perdono 10, ma non se ne potranno mai perdere 3). Questa somma, tuttavia, rappresenta una sintesi dei diversi risultati del gioco, i quali portano a perdere, in media, 3 euro ogni giocata, e quindi non si avrà interesse a giocare perché il gioco non è equo. X2 x f x dx 2 X Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La variabile casuale di Bernoulli X ~ Ber(p) E’ una v.c. che h trae t origine i i d una prova nella da ll quale l interessa verificare se l’evento E si è verificato o meno. E’ legata a prove di tipo dicotomico (o dicotomizzabili) i cui due possibili risultati vengono indicati con i termini “successo” (1) e “insucesso” (0), (senza per questo intendere che l’evento successo sia necessariamente un evento piacevole!…) Formalmente, una v.c. X discreta si definisce v.c. di Bernoulli se assume il valore 1 con probabilità p e il valore 0 con probabilità 1-p. La sua distribuzione di probabilità è: P X x p x 1 p 1 x Cristina Davino La variabile casuale di Bernoulli X ~ Ber(p) I suoi momenti caratteristici risultano essere: E X p ; Var X p 1 p ; N.B. – La varianza della v.c. di Bernoulli assume a o e massimo ass o ( (1/4) / ) qua quando do è p p=1/2. / E’ questo, valore infatti, il caso di massima incertezza, in cui risulta più difficile prevedere il risultato. Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L v.c. binomiale La bi i l U esempio Un i • Esperimento binomiale: n prove bernoulliane (ogni prova può avere solo due possibili risultati) indipendenti, ognuna delle quali ha la stessa probabilità di successo successo o insuccesso; probabilità costante in tutte le prove Cristina Davino (Borra S., Di Ciaccio A. – Statistica) Da un collettivo di donne incinte ne sono state estratte a caso tre. Ciascuna di loro aspetta un solo bambino. La probabilità che nasca un maschio a ciascuna di loro è nota e pari a 0,503. 1) D1: possibili esiti M o F 2) D2: possibili esiti M o F 3) D3: possibili esiti M o F n=3 prove bernoulliane estrazioni indipendenti (estrazioni con ripetizione). ripetizione) V.C. Binomiale X: numero di successi in n prove p: probabilità di successo in una prova 1-p: 1 p: probabilità di insuccesso in una prova 1) 1 nasce un maschio D1 0 nasce una femmina D1 ~ Ber(0,503) 2) 1 nasce un maschio D2 0 nasce una femmina D2 ~ Ber(0,503) 3) 1 nasce un maschio D3 0 nasce una femmina D3 ~ Ber(0,503) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino U esempio Un i -qual -qual qual -qual -qual q è è è è la la la la probabilità probabilità probabilità probabilità p Cristina Davino U esempio Un i che che che che si si si si abbiano 0 maschi? abbia 1 maschio? abbiano 2 maschi? abbiano 3 maschi? Sequenza 1: D1(femmina), D2(femmina), D3(maschio) (1-p) (1-p) p= (1 - p) 2 p= 0,124 Sequenza 2: D1(femmina), D2(maschio), D3(femmina) (1-p) p (1-p) = (1 - p) 2 p= 0,124 Sequenza 3: D1(maschio), D2(femmina), D3(femmina) p (1-p) ( ) (1-p) ( ) = (1 ( - p)) 2 p= 0,124 0 2 P(1 maschio)= maschio) P(Sequenza 1 o Sequenza2 o Sequenza3)= Sequenza3) = 3 p (1 - p) 2 = 0,373 Numero di possibili sequenze di 1 maschio e 2 femmine: 3 Numero di prove: n=3 u e o di d successi: success x=1 Numero n! 3! 3 2 1 3 2 1 x!n x ! 1!3 1! n n! n x nx P X x p x 1 p p x 1 p x! n n-x x ! x Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino U esempio Un i U esempio Un i Un sistema informativo aziendale deve raccogliere, processare, immagazzinare e distribuire informazione al fine di facilitare i processi di pianificazione, pianificazione decisione e controllo. controllo Uno dei compiti del sistema informativo consiste in una revisione degli ordini di vendita della società p per individuare eventuali errori nella forma o nell’informazione contenuta. Per esempio p vendita, -qual -qual -qual -qual -qual Presso una casa farmaceutica la probabilità che un ordine venga giudicato insoddisfacente dal sistema informativo è stimata pari a 0,1. 0 1 Sulla base di questa informazione, informazione la società vuole calcolare la probabilità che si abbia un certo numero di segnalazioni g in un dato campione p di ordini di vendita. Sequenza 1 Cristina Davino se in un g giorno vengono g realizzati q quattro ordini di è è è è è la la la la la probabilità probabilità probabilità probabilità probabilità che che che che che Primo Secondo ordine ordine Segnalato Segnalato p=0,1 p=0,1 si si si si si abbiano 0 ordini scorretti? abbia 1 ordine scorretto? abbiano 2 ordini scorretti? abbiano 3 ordini scorretti? abbiano 4 ordini scorretti? Terzo ordine Non segnalato 1-p=0,9 Quarto ordine Segnalato p=0,1 P(3 ( ordini segnalati g nella sequenza q p precedente)= ) p p (1-p) p = p3 (1 - p) = 0,009 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali U esempio Un i Sequenza q 1: segnalato, segnalato, non segnalato, segnalato p p (1-p) p = p3 (1 - p) = 0,009 Sequenza 2: segnalato, segnalato, segnalato, non segnalato p p p (1-p) = p3 (1 - p) = 0,009 0 009 Sequenza 3: segnalato, g , non segnalato, g , segnalato, g , segnalato g p (1-p) p p = p3 (1 - p) = 0,009 Sequenza 4: non segnalato, segnalato, segnalato, segnalato (1-p) p p p = p3 (1 - p) = 0,009 Cristina Davino Cristina Davino U esempio Un i Numero di possibili ibili sequenze: 4 P(3 ordini scorretti) = 4 0,0009 = 0,0036 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L v.c. binomiale La bi i l Cristina Davino L v.c. binomiale La bi i l Distribuzione di probabilità di X: numero di combinazioni in cui possono presentarsi x successi in n prove. prove Esempi p p per n=7 e n=20 (p (p=0,5)) n n! n x nx P X x p x 1 p p x 1 p x! n-x ! x numero di prove effettuate proporzione di casi che realizzano un successo nella p popolazione p (0<p<1) E X np V X np1 p Var X ~ Bin(n,p) ( ) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L v.c. bi La binomiale i l relativa l ti X n Cristina Davino L v.c. binomiale: La bi i l un esempio i • Esperimento: 50 lanci di una moneta proporzione di successi in n prove • v.c X: numero di teste uscite in 50 lanci • numero di prove effettuate: 50 (n) X E p n X p1 p Var n n • probabilità di successo in un lancio: 1/2 5036 50 1 36 1 P X 36 1 36 2 2 5036 50! 1 1 1 36! 50-36 ! 2 2 36 n n! n x n x P X x p x 1 p p x 1 p x! n-x n x ! x Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino L v.c. binomiale: La bi i l un esempio i Cristina Davino a) Qual è la probabilità che un particolare rivenditore che abbia Dall'inventario Dall inventario di 48 automobili spedite ad un gruppo di rivenditori rivenditori, ricevuto 8 automobili le riceva tutte con radio difettose? risulta che 12 automobili avevano difetti nell'installazione della radio. • P(X=8) ? Q al è la probabilità che un Qual n particolare rivenditore ri enditore che abbia ricevuto rice to •n n= 8 8 automobili: • p=12/48=0,25 •1 1-p= p 0,75 0 75 a)) Le L riceva i t tt con radio tutte di difettose? dif tt ? n n! n x n x P X x p x 1 p p x 1 p x! n-x ! x b) Non ne riceva nessuna con radio difettosa? c) Ne riceva almeno una con radio difettosa? • 8 automobili bili estratte a caso d dalla ll produzione d i esperimento i bi binomiale i l • probabilità di successo (la radio è difettosa) p=12/48 • v.c X: numero di radio difettose in 8 auto estratte a caso dalla produzione 8 8! 8 8 8 8 P X 8 0,258 0, 75 0,258 0, 75 8! 8-8 ! 8 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino b) Qual è la probabilità che un particolare rivenditore che abbia ricevuto 8 automobili non ne riceva nessuna con radio difettosa? c) Qual è la probabilità che un particolare rivenditore che abbia ricevuto 8 automobili ne riceva almeno una con radio difettosa? • P(X=0) ? • n= 8 • p=12/48=0,25 • 1-p= 0,75 n n!! n x n x P X x p x 1 p p x 1 p x! n-x ! x 8 8! 8 0 80 P X 0 00,25 250 0, 0 75 0,25 0 250 0, 0 75 0! 8-0 ! 0 Cristina Davino •n= 8 • p=12/48=0,25 p , • 1-p= 0,75 P(X>=1) =P(X=1)+P(X=2)+…P(X=8)=1-P(X=0) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La variabile casuale di Poisson Cristina Davino La variabile casuale di Poisson Si consideri una prova che può avere solo due possibili esiti chiamati, chiamati successo e insuccesso. Si è interessati a contare quante volte si verifica l’evento successo in un certo arco temporale prefissato (oppure anche in un certo ambito spaziale: ad esempio un un’area area prefissata). La v.c. v c di Poisson misura la probabilità di ottenere x successi riferendosi però non più a n prove bernoulliane ma ad un ambito circoscritto, temporale o spaziale. Una v.c. di Poisson soddisfa i seguenti postulati che valgono per qualsiaisi sottointervallo considerato 1. La probabilità del manifestarsi dell’evento è costante su tutta la durata dell’osservazione (in qualsiasi sottointervallo). 2. L’intervallo può essere suddiviso in sottointervalli sui quali la probabilità del verificarsi di un evento è piccola e la probabilità del manifestarsi di più di un successo in un sottointervallo (o in una sottoarea) è trascurabile (di fatto possiamo porla pari a zero) rispetto alla probabilità che se ne verifichi uno solo Es.: • Clienti ad uno sportello bancario in un giorno • Telefonate un’ora al centralino VV.FF. ma anche… • n° di globuli rossi per mm3 di sangue •n n° di errori tipografici per pagina stampata in •… • Auto al casello autostradale ogni ora 3.Il manifestarsi di un evento in un sottointervallo non influenza la probabilità 3 del manifestarsi di un evento in un altro sottointervallo. Gli eventi sono, cioè, indipendenti. Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La variabile casuale di Poisson Cristina Davino La variabile casuale di Poisson X ~ Po() Al centralino t li d i Vigili dei Vi ili del d l Fuoco F di Macerata M t arrivano i i media in di 2 chiamate in un’ora Se si osserva un p processo di Poisson,, il numero di eventi che si manifestano in ogni intervallo è una v.c. di Poisson. Se tali eventi si manifestano al tasso costante , il valore di indicherà il numero di eventi che, in media, si manifesterà per ogni sottointervallo. V.C di Poisson: numero di chiamate che arrivano al centralino dei Vigili del Fuoco di Macerata in un’ora In una v.c. di Poisson gli eventi si manifestano al tasso costante . X 0 1 ora 1 2 3 P(x) 0.135335 0.270671 0.270671 0.180447044 1 minuto P(x) 0.967216 0.032241 0.000537 0.00000597 ……… Definizione: Una v.c. X, discreta, di segue una distribuzione di ib i di Poisson i con parametro se X assume i valori 0,1,2,… con probabilità definite dalla funzione: P X x e x x! E X ; Var X (e è il numero di Nepero, pari a 2.7183) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali La variabile casuale di Poisson P X x e Esercizio: Cristina Davino X ~ Po() x La variabile casuale di Poisson Cristina Davino X ~ Po() Differenza tra la distribuzione di Poisson e la binomiale x! IIn un centro t commerciale, i l ttra lle 18 e lle 20 arrivano, i in i media, di 7 clienti li ti all minuto. Supponendo che il numero di clienti si distribuisca secondo una legge di Poisson, si calcoli: • la probabilità che in un minuto arrivino 3 clienti Per una distribuzione binomiale il numero n di prove è finito e il numero x di successi non può superare n. Per una distribuzione di Poisson, il numero di prove è essenzialmente infinito e il numero di successi può essere infinitamente grande anche se la probabilità di avere x successi diventa molto piccola al crescere di x • la probabilità che in un minuto arrivino meno di 2 clienti • la probabilità che in tre minuti arrivino 20 clienti Esercizio: Un libro di 200 pagine contiene 10 errori di stampa. Scegliendo a caso una pagina, si calcoli: Approssimazione della distribuzione di Poisson alla Binomiale Quando n ∞ la distribuzione di Poisson con parametro =np può servire come approssimazione alla legge binomiale di parametri n e p • la probabilità che ci siano 2 errori • la probabilità che ci siano più di 2 errori Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Approssimazione della distribuzione di Poisson alla Binomiale Esercizio: La probabilità L b bilità che h una persona sia i allergica ll i ad d un farmaco f è parii a 0,002. 0 002 Scegliendo a caso un gruppo di 1000 persone, determinare: • la probabilità che più di 2 persone siano allergiche • la probabilità che nessuna sia allergica La v.c. normale Cristina Davino Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La v.c. normale La v.c. normale Spessore p di 10000 rondelle di ottone p prodotte da un’azienda Spessori (in cm) <0.0180 Da 0.0180 Da 0.0182 Da 0.0184 Da 0.0186 Da 0 0.0188 0188 Da 0.0190 Da 0.0192 Da 0.0194 Da 0.0196 Da 0.0198 Da 0.0200 > 0.0202 0.0048 0.0122 0.0325 0.0695 0.1198 0 1664 0.1664 0.1896 0.1664 0.1198 0.0695 0.0325 0.0122 0.0048 10000 Totale 1 Curva degli errori casuali nella misurazione di una grandezza fisica 1. 2 Distribuzione di una caratteristica di una popolazione 2. Frequenze relative a 0.0182 a 0.0184 a 0.0186 a 0.0188 a0 0.0190 0190 a 0.0192 a 0.0194 a 0.0196 a 0.0198 a 0.0200 a 0.0202 Cristina Davino 3. Dimensione effettiva di oggetti prodotti in serie, che si cerca di produrre in modo identico Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale La distribuzione Normale Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: 2 1 x f x 1 2 2 e 2 Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: 2 1 x f x 2 Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) Cristina Davino 68% 1 2 2 e 2 2 Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 2. Media, mediana e moda coincidenti 2. Media, mediana e moda coincidenti 3. Punto di flesso a distanza dalla media 3. Punto di flesso a distanza dalla media 4. Circa il 68% dei casi è compreso nell’intervallo ± X X Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale La distribuzione Normale Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: 2 1 x f x 95% 1 2 2 e 2 Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: 2 1 x 1 f x 2 2 99% Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) Cristina Davino 2 2 2. Media, mediana e moda coincidenti 3. Punto di flesso a distanza dalla media 3. Punto di flesso a distanza dalla media 4. Circa il 68% dei casi è compreso nell’intervallo ± 4. Circa il 68% dei casi è compreso nell’intervallo ± 5. Circa il 95% dei casi è compreso nell’intervallo ±2 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 2. Media, mediana e moda coincidenti e Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 2 5. Circa il 95% dei casi è compreso nell’intervallo ±2 X 6. Circa il 99% dei casi è compreso nell’intervallo ±3 ±3 X Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale La distribuzione Normale Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: 2 1 x f x 1 2 2 e 2 Una variabile casuale X segue g una distribuzione Normale,, con media e varianza 2, se la sua funzione di densità di probabilità è data da: f x 2 Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) Cristina Davino 2 2 2. Media, mediana e moda coincidenti 3. Punto di flesso a distanza dalla media 3. Punto di flesso a distanza dalla media 4. Circa il 68% dei casi è compreso nell’intervallo ± 4. Circa il 68% dei casi è compreso nell’intervallo ± 5. Circa il 95% dei casi è compreso nell’intervallo ±2 X 7. Un aumento o una diminuzione della media determina uno slittamento, a parità di forma, della curva sull’asse delle X. 1 x 2 2 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 2. Media, mediana e moda coincidenti e Caratteristiche della distribuzione Normale f(x) 1 Forma campanulare e simmetrica 1. 6. Circa il 99% dei casi è compreso nell’intervallo ±3 2 1 5. Circa il 95% dei casi è compreso nell’intervallo ±2 6. Circa il 99% dei casi è compreso nell’intervallo ±3 X 7. Un aumento o una diminuzione della media determina uno slittamento della curva, a parità di forma, sull’asse delle X. 8. Un aumento o una diminuzione della varianza determina, rispettivamente, una minore o una maggiore concentrazione di valori attorno al valore medio. Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale La v.c. normale X ~ N , Una macchina produce biscotti il cui peso si distribuisce come una Normale, con media pari a 5 grammi e scarto quadratico medio pari a 0,2 grammi. Scegliendo a caso un biscotto, qual è la probabilità che abbia un peso è compreso tra 5,12 grammi e 5,30 grammi? x 2 f x 1 2 Cristina Davino e f(x) 2 2 y Proprietà: • =media; = sqm • f(x) è simmetrica intorno a • il massimo i di f(x) f( ) (moda) ( d ) sii ha h in i corrispondenza i d di x= • punti di flesso: • = Mo = Me • i valori della curva normale dipendono da e 1 2 e x 2 2 2 X ~ N(5;0,04) 5 5,12 P 5,12 5 12 X 5,30 5 30 = 0,2 =5 5,30 X 5,30 5,12 1 2 e x 2 2 2 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale standardizzata Una macchina produce biscotti il cui peso si distribuisce come una Normale, con media pari a 5 grammi e scarto quadratico medio pari a 0,2 grammi. Scegliendo a caso un biscotto, qual è la probabilità che abbia un peso è compreso tra 5,12 grammi e 5,30 grammi? f(x) Qualsiasi distribuzione Normale può essere ricondotta ad una distribuzione con media nulla e varianza unitaria mediante la trasformazione: Z E Z =0 X x E 0 Z~N X x Var Z Var V 1 2 = 1 Le aree sotto la curva Normale standardizzata possono essere calcolate e tabulate una volta per tutte! La tavola della distribuzione normale standardizzata Cristina Davino Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale standardizzata La v.c. normale standardizzata Z X ~ N0,1 1 X f x 1 2 e Cristina Davino f(x) =5 X~N = 0,2 Qual è la probabilità che il biscotto pesi tra 5,12 e 5,30 grammi? 1 2 Z 2 Fr P 5,12 X 5,30 Proprietà: •=0 5 5,12 5,30 f(x) •=1 X Z • il massimo di f(x) i f( ) sii ha h per x=0 0 • punti di flesso: x=1 X ~ N =0 =1 Quali sono i valori standardizzati di X1=5,12 e X2=5,30? Z1 • i valori della curva normale standardizzata sono tabulati 0 0,6 1,5 Z 5,12 5 0, 6 0,2 0, 5,30 5 X2 1,5 Z2 0,2 X1 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale standardizzata La distribuzione Normale standardizzata f(x) X~N Un’impresa p p produce p pomodori ed il p processo di inscatolamento è stato =5 = 0,2 Qual è la probabilità che il biscotto pesi tra 5,12 e 5,30 grammi? Fr P 5,12 X 5,30 0,2075 5 5,12 5,30 f(x) regolato in modo tale che in ogni barattolo venga introdotta, in media, una quantità di pomodori pari a 13 etti. etti Lo ss.q.m. q m del peso netto effettivo è 0,1 etti e si suppone che i pesi siano distribuiti normalmente. Si determini d t i i la l probabilità b bilità che h un b barattolo tt l preso a caso contenga t una quantità di pomodori compresa tra 13 e 13,2 etti. X Z X ~N =0 =1 Quali sono i valori standardizzati di X1=5,12 e X2=5,30? Qual è la probabilità compresa tra Z1=0,6 e Z2=1,5? • X: peso inscatolato • Z X 13 ~ N(0,1) 0,1 P 0, Fr 0 6 Z 1,5 1 5 0 0,6 1,5 Z Cristina Davino 0, 4332 0,2257 0,2075 • P(13<X<13,2) ?? X~ N(13; 0,1) Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale standardizzata Cristina Davino La distribuzione Normale standardizzata 13,2 13 13 13 P13 X 13,2 P Z P0 Z 2 0,1 0,1 L’altezza di un gruppo di ragazzi è distribuita normalmente con media 180cm e scarto quadratico medio 10cm. Calcolare la probabilità che un ragazzo scelto a caso dal gruppo abbia una statura superiore a 190cm. Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino La distribuzione Normale Approssimazione della distribuzione binomiale Z I parametri e sono noti, noti si vuole conoscere la probabilità che la v.c. X assuma valori compresi all’interno dell’intervallo a, b (a<b). X b a P a X b P P z a Z z b Cristina Davino Se n è grande Z X np ~Z 0,1 0 1 npq X n p ~Z 0,1 0 1 pq n Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Cristina Davino Approssimazione della distribuzione binomiale Esempio: determinare la probabilità che, lanciando 400 volte un dado, la faccia 5 compaia almeno 60 volte • Lancio di un dado esperimento binomiale Cristina Davino Dove e come studiare • S. S B Borra, A. A Di Ci Ciaccio i (2008) – Statistica St ti ti – Metodologie M t d l i per le l scienze economiche e sociali – McGraw-Hill. Cap. 9 (escluso paragrafi 9.6, 9.8.3, 9.8.4, 9.8.5, 9.11). • D. Piccolo (2004) – Statistica per le decisioni – Il Mulino. Cap. 9 (escluso paragrafi 9.7, 9.8, 9.9), Cap. 10. • probabilità di successo (la faccia uscita è il 5) p=1/6=0,17 • v.c X: numero di uscite della faccia 5 in 400 lanci 60 400 0,17 P Z 1,06 P X 60 P Z 400 0 , 17 0 , 83 Università di Macerata – Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relaz. Internazionali a.a. 2014 2014--2015 Le variabili casuali Riepilogo Le variabili casuali Variabili V i bili casualili di discrete t Funzione di probabilità Funzione di ripartizione Valore atteso Varianza Variabili casuali continue Funzione di densità di probabilità Funzione di ripartizione Valore atteso Varianza Distribuzione di Bernoulli, binomiale, binomiale relativa Distribuzione Di ib i di P Poisson i Approssimazione della distribuzione di Poisson alla Binomiale Distribuzione Normale Distribuzione Normale standardizzata Approssimazione della distribuzione standardizzata alla Binomiale Cristina Davino File “esercizi variabili casuali e distribuzioni campionarie.pdf”