1 Giornalino dell’Associazione Astrofili Agordini “Cieli Dolomitici” anno 2004 N° 0 Premessa Questo è la prima uscita del giornalino della nostra associazione. Giornalino. Una parola troppo grossa per qualcosa che forse è lontanamente paragonabile a una pubblicazione con tutti i crismi che, speriamo, in futuro potrà diventare realtà. Nell’immediato è chiaro che le potenzialità (leggi finanze) limitano la fattibilità delle cose. Davanti alle due ipotesi di partire con qualcosa seppur “alla buona” o aspettare tempi migliori abbiamo scelto la prima, che è comunque un modo di cominciare e ci terrà uniti maggiormente. Il giornalino non avrà una data precisa di uscita né un numero di pagine stabilito. I contenuti saranno per buona parte rivolti ai soci meno esperti. Non si sentano offesi gli altri. Naturalmente tutti possono collaborare. Contributi, domande o altro troveranno certamente spazio. Siamo sicuri che questo sforzo verrà apprezzato. Claudio Pra Sommario: I principali avvenimenti astronomici del 2004 di claudio Pra pag.1 Come nasce “Cieli Dolomitici” pag. 2 Proposte osservative di Claudio Pra pag. 2 Il bello dell’ astronomia di Tomaso Avoscan pag. 3 Chi ben comincia... di Claudio Pra pag. 4 Astrofili di Ugo Ercolani pag. 4 Stelle cadenti:fra scienza e credenze popolari di Alvise Tomaselli pag. 5 l’ astronomia nell’ arte e nella letteratura pag. 7 Il planetario di Claudio Pra pag. 7 Visita il sito internet dell’associazione dove troverai anche come poterci contattare: digilander.iol.it/cielidolomitici Per contattare il responsabile del giornalino, Claudio Pra: E-mail [email protected] N° telefonico 0437/523186 Indirizzo via Saviner Di Calloneghe 22 32020 Rocca Pietore (Bl) I PRINCIPALI AVVENIMENTI ASTRONOMICI DEL 2004 Di Claudio Pra Nel primo anno di attività della nostra associazione non mancheranno certo avvenimenti astronomici importanti. Addirittura un transito di Venere sul Sole che manca da 122 anni. Quindi le premesse ci sono tutte per una grande annata. Non ci resta che prepararci e sperare che la clemenza del tempo (metereologicamente parlando) ce li possa far godere. In maggio si concentreranno buona parte dei fenomeni. Il 4 ci sarà un’eclisse totale di Luna, mentre il 21 si assisterà a un’occultazione di Venere da parte del nostro satellite naturale. In parole povere la luna passarà davanti a Venere nascondendo il pianeta per qualche ora. Seppure avvenga di giorno, la luminosità dei corpi interessati ci consentirà di seguire l’ evento. Inoltre in questo mese si renderanno visibili al massimo della loro luminosità due grandi comete, o almeno speriamo siano tali vista l’imprevedibilità di questi corpi. La C/2001 Q4 Neat sarà più facilmente osservabile, mentre la C/2002 T7 Linear sarà bassissima sull’orizzonte, osservabile (forse) all’ alba e prossima a sparire dalla nostra vista. L’otto giugno ecco il transito di Venere sul disco solare, avvenimento principe di quest’anno, ben visibile dalle nostre località. Un avvenimento raro e spettacolare che non può certo essere perso e che manca da oltre un secolo. In ottobre avremo poi una seconda eclisse totale di luna. Naturalmente questi sono i grandi fenomeni previsti. Altri potrebbero avvenire a sorpresa. Aurore boreali, passaggio di comete luminose non ancora scoperte e chissà...magari l’esplosione di una luminosa supernova, evento rarissimo. Sognare non costa nulla! Per “l’ordinaria amministrazione” ci sono poi da osservare come sempre i pianeti, gli oggetti del cielo profondo, la Luna, il Sole e chi più ne ha più ne metta. Il cielo è fonte inesauribile di spunti. Basta avere voglia di guardarlo. COME NASCE “CIELI DOLOMITICI” 2 Il presidente dell’ associazione Tomaso Avoscan racconta: “Parecchi anni fa nacque l’idea, all’ interno dell’amministrazione comunale di S. Tomaso, di costruire un planetario. C’è voluto molto lavoro e la risoluzione di non pochi problemi per completare l’opera. Tra l’altro si è affiancato al planetario anche un telescopio notevole. Una volta concretizzata la struttura ci si è posti il problema della gestione. Questa non poteva che essere affidata a qualcuno che avesse dimestichezza con la materia. La ricerca sul territorio ha portato all’individuazione di un gruppo di appassionati astrofili che dopo un periodo di lavoro preparatorio ha fondato “Cieli Dolomitici”. I soci fondatori, oltre al sottoscritto, sono Alberto Bertini, vicepresidente nonché segretario dell’associazione, Marzio Soppesa, tesoriere, Alvise Tomaselli, Claudio Pra, Lino Tancon, consiglieri, Alessandro Gabrjelcic, Gianluca Succetti, oltre al sindaco di S. Tomaso Giovanni Battista Cibien nelle veci di rappresentante del comune che è proprietario delle strutture e che ha diritto a un posto nel direttivo”. Consiglio direttivo dell’associazione Presidente: Tomaso Avoscan Vice presidente e segretario: Alberto Bertini Tesoriere: Marzio Soppesa Consiglieri: Alvise Tomaselli Claudio Pra Lino Tancon Comune di S. Tomaso Mensili astronomici in edicola: Coelum Nuovo Orione L’ Astronomia Le Stelle PROPOSTE OSSERVATIVE Di Claudio Pra Da dove può cominciare un astrofilo alle prime armi che non ha dimestichezza con il cielo ma che desideri osservare qualche oggetto della volta celeste senza l’ ausilio di strumenti impegnativi? Credo dal corpo più luminoso (dopo il Sole). La Luna. Basterà un piccolo binocolo per poter vedere molti crateri del nostro satellite naturale. La Luna propone le fasi e si presenta quindi diversa da giorno a giorno. Siccome la miglior visibilità dei dettagli si ha lungo il terminatore, che è la linea che fa da confine tra la zona buia e quella illuminata dove la luce solare arriva radente, ogni sera ci si presenterà qualcosa di nuovo da vedere. Naturalmente con un piccolo binocolo ci saranno accessibili particolari di dimensioni considerevoli. Quindi crateri grandi. Sarà impressionante ed emozionante osservarli. Si potranno anche vedere zone che riflettono la luce in maniera differente, a causa della loro composizione. Sembra impossibile ma il momento meno propizio per l’ osservazione lunare è il plenilunio, quando il sole è alto e quindi l’ illuminazione non più radente. La fase crescente sarà più comoda da monitorare perché si potranno eseguire le osservazioni a orari non impossibili. Invece la Luna calante, specie qualche giorno dopo il plenilunio, si presenterà a notte fonda e per vederla dovremo perdere qualche ora di sonno. Con lo stesso binocolo potremo trovare soddisfazione anche puntando Giove, il pianeta più grande del sistema solare. A inizio marzo, verso le 21.00, lo troveremo ancora abbastanza basso verso est mentre a fine mese, alla stessa ora, sarà già piuttosto alto in cielo. Non sarà particolarmente difficile individuarlo: Infatti sarà la “stella” più luminosa dopo Venere, visibile però molto basso a ovest e probabilmente già tramontato a quell’ ora dietro a qualcuna delle nostre cime. Con un binocolo non si potranno individuare dettagli, ma sarà interessante seguire i movimenti delle quattro grandi lune (quelle scoperte da Galileo Galilei) Io, Europa, Ganimede e Callisto intorno al pianeta. Avranno l’ aspetto di piccole stelline poste molto vicine a Giove e allineate al suo equatore. Un consiglio per osservazioni più proficue: fissare il binocolo a un treppiede fotografico. La visione sarà meno faticosa e le immagini meno tremolanti e più nitide. Da sinistra: Giove, Il gigante del sistema solare, con un diametro equatoriale di poco inferiore ai 143.000 chilometri (più di undici volte quello terrestre) seguito da Io, Europa, Ganimede e Callisto, ovvero le sue quattro lune più grandi scoperte da Galileo Galilei nel 1610. Le dimensioni delle lune rispetto al pianeta nell’ immagine non sono realistiche. IL BELLO DELL’ASTRONOMIA di Tomaso Avoscan 3 In occasione dell’uscita di questo primo numero della neonata Associazione Astrofili Agordini “Cieli Dolomitici” vorrei sottolineare quello che ritengo possa essere uno degli aspetti più importanti della associazione medesima e cioè la divulgazione scientifica. L’astronomia è una disciplina fortemente multidisciplinare; affrontare le tematiche dell’astronomia significa affrontare argomenti di fisica, chimica, matematica, geometria, geografia e talvolta anche di letteratura, filosofia e poesia. Le moderne tecniche di insegnamento di una disciplina, finalizzate a far raggiungere al maggior numero possibile di discenti un adeguato livello in termini di conoscenze, competenze e capacità prevedono infatti di allargare quanto più possibile il “raggio di azione” della disciplina medesima in modo da vederne i collegamenti con il mondo che ci circonda. Tale aspetto, alquanto teorico nelle aspettative e pertanto talvolta costruito con artifici non sempre corretti, trova nell’insegnamento dell’astronomia una fortissima conferma e sottolineatura. La visione trasversale di tematiche così diverse ma intimamente connesse, di volta in volta affrontate nel corso di una comune serata di osservazioni astronomiche, apporta al fruitore un appagamento che difficilmente può essere ottenuto dallo studio di altre discipline. Tramite la descrizione della costellazione di Orione , dell’Orsa Maggiore, di Perseo e di altre ancora si possono raccontare i miti dei popoli antichi; anche lo studio della Divina Commedia può essere rivisitato in qualche punto con interessanti collegamenti astronomici con la descrizione dei pianeti e delle stelle. L’osservazione della volta celeste ci può dare informazioni dirette sulla nostra posizione sulla terra, può farci conoscere con buona approssimazione la latitudine in cui ci troviamo, ci insegna ad orientarci come ben sapevano fare gli antichi. E che cosa dire della possibilità di conoscere l’ora della giornata o della notte indipendentemente dall’ovvia osservazione dell’orologio da polso? Molti di noi ritengono che la società in cui viviamo abbia raggiunto un elevatissimo grado tecnologico e di conoscenze; se da un verso ciò è sicuramente vero (per rimanere in campo astronomico le recenti spedizioni marziane di Spirit e di Opportunity lo confermano) dall’altro come non pensare a un bassissimo e diffuso tasso di conoscenza diretta delle cose? Guardiamo la TV (troppo), navighiamo in Internet e spediamo SMS a destra e manca ma la maggior parte di noi è soltanto un anonimo fruitore del sistema che ci circonda. Se malauguratamente il sistema si dovesse fermare quanti di noi possederebbero un adeguato grado di autonomia in termini di conoscenze? Un esempio per tutti : l’egizio Eratostene nel II secolo avanti Cristo riuscì con semplicissime considerazioni geometriche a calcolare il raggio della terra commettendo un errore pari a solo al 15%. Chi di noi (che pensiamo di sapere tutto) sarebbe in grado di ripetere un calcolo così semplice? Chi di noi può affermare con sicurezza, con convincimento derivante da osservazioni dirette ed inconfutabili che la terra è rotonda ? Come non ricordare la bellissima descrizione fatta dal premio Nobel Gabriel Garcìa Marquez nel suo più famoso romanzo “Cent’anni di solitudine” riguardante la “scoperta” fatta da Josè Arcadio Buendìa a cui si rimanda nell’ allegata sezione “ L’ astronomia nell’ arte e nella letteratura”? Già in occasione della serata osservativa organizzata a Cencenighe Agordino la sera di venerdì 30 gennaio (e di cui si parla in un'altra sezione del giornalino) si è avuto modo di vedere un grande interesse da parte di un considerevole numero di persone. Infatti, nonostante le condizioni climatiche non certo favorevoli (vedi freddo) un centinaio di persone ha accettato l’invito di ritrovarsi presso il punto prestabilito manifestando un notevole interesse e ponendo agli organizzatori 4 numerose ed interessanti domande. Qual’ è la differenza tra una stella e un pianeta? Come si nota la differenza tra di loro in cielo? Le stelle sono ferme o si muovono? E i pianeti? Discutere di stelle, di pianeti, di galassie, di quasar, pulsar e buchi neri. Chiedersi come è nato l’ universo e come si stà evolvendo. Chiedersi se siamo soli nell’ universo. A queste e a molte altre domande la partecipazione alla vita associativa della neonata Associazione Astrofili Agordini “Cieli Dolomitici” non potrà sempre dare una riposta concreta e soddisfacente. Ma l’arricchimento culturale personale sarà garantito anche soltanto dall’essersi posti tali problematiche e dall’averle discusse con altri associati. Allora impariamo a fuggire qualche volta dalle luci dei nostri paesi, a portarci in un posto lontano dai rumori del traffico e dalla luce che ci nasconde la volta stellata e riappropriamoci del cielo; l’osservazione del cielo ci porterà un appagamento che difficilmente può essere spiegato a parole. Provare per credere. Prima iniziativa pubblica di “Cieli Dolomitici” . 30/1/2004: serata osservativa a Cencenighe. CHI BEN COMINCIA... Di Claudio Pra Nella gelida serata del trenta gennaio la nostra associazione si è presentata ufficialmente al pubblico con una serata osservativa a Cencenighe dedicata alla Luna e a Saturno. Il riscontro è stato molto positivo visto che sono state un centinaio le presenze (foto a lato). Molti i giovani e giovanissimi, ma anche uomini e donne di tutte le età. Molto l’ entusiasmo per la Luna, così “vicina” e ricca di dettagli. Per Saturno invece, o esterrefatti commenti di entusiasmo, o delusione per la piccola immagine formata dall’ oculare. Ma è normale per chi mette per la prima volta occhio a uno strumento e magari, dopo aver visto le splendide foto delle riviste, non capisce la differenza della visione diretta e quanto distante siano da noi certi corpi celesti. Comunque non c’ è alcun dubbio che attrarre cento persone all’ aperto in gennaio, per una cosa particolare come è l’ osservazione del cielo attraverso uno strumento, rappresenti sicuramente un ottimo successo. Come dice il proverbio chi ben comincia… Con molto orgoglio ospitiamo questo articolo che su nostro invito ha scritto per il giornalino Ugo Ercolani, da cui si ricava la vera essenza dell’ essere astrofilo. Presentazione tratta dal suo sito internet Sono un appassionato di astronomia e di strumenti ottici.Vivo a Genova e passo l'estate a Montezemolo dove ho costruito il mio telescopio. Autocostruttore di ogni cosa che può rendersi utile per il mio divertimento.Mi diverto a fare fotografie astronomiche con il mio strumento.Il telescopio ha preso le attuali forme dopo sei anni di continue modifiche.Ho scritto due libri per astrofili, che troverete all'interno del mio sito.Collaboro con la rivista di astronomia Coelum. Sono, da diversi anni, socio dell'Associazione Ligure Astrofili POLARIS. Astrofili di Ugo Ercolani E' nata! L'Associazione Astrofili Agordini "Cieli Dolomitici" è realtà! Quante fatiche, quanto lavoro, quante nottate dedicate alla vostra creatura. Il primo importante traguardo è stato raggiunto. 5 Astrofili.Chi sono gli astrofili? Mah, sono quelli che amano osservare il cielo, sono quelli che litigano per le luci delle discoteche, sono quelli che spendono un sacco di soldi negli strumenti, sono quelli che vanno su per i monti quando gli altri tornano. Insomma, probabilmente, sono un po' matti. Assolutamente no! Non è vero! L'unica caratteristica determinante per gli appassionati di astronomia è la voglia di sapere, di conoscere, di capire come è fatto il nostro mondo! Il nostro mondo è composto da una piccolissima parte sulla quale poggiamo i piedi, e spazi infiniti sulle nostre teste. Spazi infiniti nei quali la nostra piccola Terra percorre con sicurezza distanze enormi a velocità impensabili. Spazi immensamente vuoti e, contemporaneamente, ricchi di meravigliosi oggetti, la cui luce ha impiegato milioni e milioni di anni per giungere sino a noi. E l'uomo, grazie alla scienza, sta imparando a conoscere il mondo in cui viviamo. Il nostro universo. Questo è necessario ricordarlo sempre. E' questo il nostro mondo. Tutto! Non limitiamoci quindi a dedicare attenzione soltanto alla nostra navicella. Sarebbe come chiudersi per sempre in una casupola delle vostre bellissime Dolomiti senza osservare le cime dei monti, le sorgenti, le valli, i boschi ed i prati, i torrenti rumorosi ed i ruscelli nascosti. No! Osserviamo ciò che ci circonda. Le stelle che ci hanno sempre accompagnato, dagli albori della civiltà. Le costellazioni che ci permettono di conoscere con facilità la parte della sfera celeste che stiamo osservando. Guidano il nostro cammino da sempre. E mai ci hanno tradito! E forse un giorno potremo anche immaginare di trovarci su una delle cime più alte dei nostri monti. E da li, osservare la nostra casupola. La sola casupola che ci appartiene. E forse riusciremo a comprendere che è per noi la nostra unica abitazione. Forse prigione, oppure reggia. Noi soltanto possiamo decidere quale sarà il destino della Terra. La Terra, che ha permesso lo sviluppo della vita sino a raggiungere le nostre attuali capacità. Rispettiamola. La scienza ci indica con sicurezza le strade da percorrere. Seguiamole con fiducia. Questa, a mio parere, è la passione per l'astronomia. Una serata trascorsa ad osservare le stelle più luminose o le più deboli galassie ci permetterà di pensare meglio a noi stessi, con serenità, quasi che nell'immensità del cielo riusciamo a staccarci dalle meschinità della vita. E le accese discussioni sulla cosmologia, sui buchi neri, sulla relatività, che riempiono le nottate di noi appassionati, si spengono per incanto davanti all'osservazione della via lattea in un cielo completamente nero. Perché una Associazione? Perché tanti, ed insieme? Semplice. Immaginate di trovarvi soli in un teatro vuoto ad assistere ad uno spettacolo meraviglioso. Quanto vorreste dividere con altri le sensazioni provate! E sarà così anche per un tramonto o per un arcobaleno. E per un cielo stellato non può essere diverso. Sono momenti della nostra vita che vorremmo avere accanto tante persone che provino le nostre stesse emozioni. Certo che l'astronomia è difficile… No! Non troviamo scuse! Giovani e vecchi, uomini e donne, plurilaureati e semplici manovali seguono l'astronomia con passione. Ognuno ha i suoi spazi, i suoi interessi, tutti vogliono conoscere, capire, imparare. E l'associazione ha anche questo importantissimo obiettivo. Lo scambio di opinioni, di esperienze, di conoscenza, di scienza. I più bravi proveranno un piacere immenso a spiegare ad altri, che si stanno avvicinando a questa splendida passione, le proprie conoscenze. Gli ultimi arrivati seguiranno con interesse quanto riusciranno ad apprendere, con la certezza che, un giorno non lontano, anche loro potranno trasmettere ad altri le basi per la passione che ci accomuna. E questo sarà un nuovo grande traguardo per tutta l'associazione. Lunga e laboriosa vita all'Associazione Astrofili Agordini "Cieli Dolomitici"! Che la vostra opera possa riunire tanti appassionati sotto il vostro bellissimo cielo. STELLE CADENTI : FRA SCIENZA E CREDENZE POPOLARI. di Alvise TOMASELLI In una notte stellata, con cielo terso, l’osservazione anche casuale ed estemporanea della volta celeste può talvolta rivelare delle improvvise scie luminose e di brevissima durata, Il fenomeno popolarmente conosciuto come “stelle cadenti“ suscita sempre grande interesse e forti emozioni che talora sconfinano in fantasie e leggende al limite di credenze popolari che si perdono nella notte dei tempi. Cosa sono in realtà le “ stelle cadenti “? Non si tratta ovviamente, di astri che si staccano dalla volta celeste e cadono nel vuoto dello spazio, 6 ma piuttosto di piccoli (talora microscopici) corpi extraterrestri (sassi) che nel loro moto naturale di rivoluzione attorno al Sole, incontrano la traiettoria della Terra e da questa sono attratti e risucchiati nell’atmosfera. La scienza distingue a questo proposito, tre termini strettamente legati al fenomeno: Meteoride, un corpo cosmico prima dell’ingresso nell’atmosfera; Meteora il fenomeno luminoso e/o acustico che avviene nell’impatto con l’atmosfera; infine, Meteorite, il frammento roccioso individuato e raccolto al suolo. L’effetto classico dell’avvistamento di una meteora è quello di un improvviso fascio di luce, della durata di qualche decimo di secondo, talora è possibile udire un rumore di fondo e la luce può essere di particolare intensità (simile ad un intenso lampo), si parla allora di “ bolidi“. La velocità del meteoride dipende dalla direzione di ingresso nell’atmosfera e può variare tra 12 e 72 Km al secondo. Generalmente tutti questi corpi si disintegrano al contatto con l’atmosfera terrestre per il forte attrito, subendo un effetto di vaporizzazione, ma alcuni di essi, di dimensioni maggiori, riescono pur frantumandosi in una miriade di pezzi, a raggiungere la superficie terrestre. Una delle cause dell’esistenza di questi corpuscoli va ricercata nella frantumazione, per impatto fra loro, di corpi celesti di dimensioni maggiori (asteroidi) che si trovano in una fascia compresa fra l’orbita di Marte e quella di Giove. La particolarità sta nel fatto che questi corpi non hanno subito particolari trasformazioni da quando circa quattro miliardi e mezzo di anni fa ebbe inizio la formazione del sistema solare; quindi, Il ritrovamento di meteoriti è oggetto di ricerca e studio da parte della scienza per la mole di informazioni che racchiudono questi oggetti. E’ stato calcolato che ogni anno migliaia di tonnellate di questi corpuscoli arrivano sulla Terra, ma generalmente precipitano negli oceani o in zone disabitate. Il “Meteor Crater”in Arizona USA. Largo 1260 m e profondo 174 m formato dall’impatto di un meteorite circa 50000 anni fa. Si calcola che le dimensioni del meteorite dovevano essere di circa 50 m con una massa di 120000 t. La potenza esplosiva presumibilmente fu di 5 Megaton (circa 500 volte l’esplosione di Hiroshima). Mentre le meteore si possono osservare ogni notte, provenienti da ogni direzione, un discorso a parte, ma legato al fenomeno delle “ stelle cadenti “ è invece quello della “piogge di meteore” che si verificano a scadenza regolare e che vengono osservate con interesse da moltissimi appassionati e curiosi in quanto l’intensità dei fenomeni può raggiungere anche 100 avvistamenti in un'ora. La “pioggia” più famosa in questo senso, perché si manifesta in un periodo particolarmente favorevole all’osservazione, è il fenomeno che si verifica ogni estate verso la metà di agosto e più conosciuto come “ Lacrime di San Lorenzo “. La causa delle piogge di meteore, è dovuta all’incrocio dell’orbita terrestre con la scia di polvere e ghiaccio lasciata da una cometa (per le “Lacrime di S. Lorenzo” si tratta della cometa periodica Swift – Tuttle); le meteoriti osservate in questo caso, prendono il nome di Perseidi per il semplice fatto che il radiante (punto apparente di origine delle scie luminose) è in direzione nord sulla volta celeste in corrispondenza della costellazione denominata Perseo. I ritrovamenti di meteoriti sono in percentuale irrisoria rispetto a tutto il materiale che precipita 7 nell’arco di un anno sulla superficie terrestre , pur tuttavia in molti casi, anche con l’aiuto della dea bendata, sono stati fatti ritrovamenti molto interessanti, specie in zone come le calotte polari e i deserti, dove eventuali “sassi extraterrestri“ sono facilmente individuabili. Per quanto riguarda l’Italia, le meteoriti ritrovate non sono più di una trentina, fra le principali da segnalare la meteorite di Alfianello del peso di 228 Kg caduta nel 1883 vicino a Brescia e la più recente quella di Fermo nelle Marche del peso di 10 Kg. L’ ASTRONOMIA NELL’ ARTE E NELLA LETTERATURA Tratto da “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Marquez ………… Alla fine, stanco di aspettare, si lamentò con Melquìades del fallimento della sua iniziativa, e lo zingaro diede allora una prova convincente di onestà: gli restituì i dobloni in cambio della lente, e gli lasciò inoltre delle mappe portoghesi e diversi strumenti di navigazione. Scrisse di suo pugno una succinta sintesi degli studi del monaco Hermann, che lasciò a sua disposizione perché potesse servirsi dell’astrolabio, della bussola e del sestante. Josè Arcadio Buendìa trascorse i lunghi mesi di pioggia chiuso in uno stanzino che aveva costruito in fondo alla casa perché nessuno turbasse i suoi esperimenti. Tralasciò completamente i propri doveri domestici, rimase nel patio per notti intere a sorvegliare il corso degli astri, e fu sul punto di contrarre un’insolazione mentre cercava di stabilire un metodo esatto per cercare il mezzogiorno. Quando fu esperto nell’uso e nel maneggio dei suoi strumenti, ebbe una nozione dello spazio che gli permise di navigare per mari incogniti, di visitare territori disabitati e di allacciare rapporti con essere splendidi, senza bisogno di lasciare il suo laboratorio. Fu in quel periodo che prese l’abitudine di parlare da solo, vagando per la casa senza badare a nessuno, mentre Ursula e i bambini si rompevano la schiena nell’orto per coltivare il banano e la malanga, la manioca e l’igname, la ahuyama e la melanzana. Improvvisamente, senza alcun preavviso, la sua attività febbrile si interruppe e fu sostituita da una specie di allucinazione. Rimase come stregato per parecchi giorni, continuando a ripetere a sé stesso a voce bassa una filza di sorprendenti congetture, incapace egli stesso di dar credito al proprio raziocinio. Alla fine, un martedì di dicembre, verso l’ora di pranzo, esplose in un colpo solo tutta la carica del suo tormento. I bambini avrebbero ricordato per il resto della loro vita l’augusta solennità con la quale il padre si sedette a capotavola, tremante di febbre, consunto dalla veglia prolungata e dal fermento della sua immaginazione, e rivelò la sua scoperta: “La terra è rotonda come un’arancia.” Ursula perse la pazienza. “Se devi diventare pazzo, diventalo per conto tuo,” gridò. “Ma non cercare di inculcare ai bambini le tue idee da zingaro.” Josè Arcadio Buendìa, impassibile, non si lasciò intimorire dalla disperazione di sua moglie, che in un eccesso di collera gli spezzò l’astrolabio per terra. Ne costruì un altro, riunì nella stanzetta gli uomini del villaggio e dimostrò loro, con teorie che risultavano incomprensibili a tutti, la possibilità di tornare al punto di partenza navigando sempre verso l’oriente. Tutto il paese era convinto che Josè Arcadio Buendìa avesse perduto il senno, quando arrivò Melquìades a mettere le cose a posto. Esaltò pubblicamente l’intelligenza di quell’uomo che per pura speculazione astronomica aveva stabilito una teoria già provata in pratica, anche se sconosciuta fino a quel momento a Macondo, …………. Il planetario Di Claudio Pra Quando si sente parlare di planetario, quasi tutti immaginano che esso sia una struttura che ospita un telescopio e quindi la visita al planetario è andare a osservare le stelle con uno strumento. Non è così. Esso è invece un installazione che permette di rappresentare su una volta emisferica (cupola), grazie a proiezioni luminose , gli elementi principali della sfera celeste, il moto degli astri, l’ aspetto del cielo stellato in differenti epoche e alcuni fenomeni astronomici. Praticamente la ricostruzione artificiale di un cielo in miniatura. Il centro astronomico che la nostra associazione ha l’ onore e l’ onere di gestire può vantarsi di possedere appunto un planetario oltre a un grande telescopio. Attenzione quindi a non fare confusione e presentarsi imbottiti di tutto punto per una lezione al planetario (seduti comodamente al caldo) credendo di dover osservare il cielo con uno strumento al freddo.