REGATT 04-2009.qxd L 25/02/2009 14.44 Pagina ibri del mese / segnalazioni gorosa esegesi, ed è difficoltoso in questa sede anche solo sintetizzare tutta una ricchezza e una piacevolezza, che solo la lettura delle pagine del volume può offrire. L’ultima sezione del saggio è dedicata al rapporto tra il Vangelo secondo Tommaso e la ricerca storica su Gesù. Dopo avere presentato la storia delle diverse posizioni a riguardo, a partire dalla pubblicazione nel 1959 dello scritto, Gianotto giunge infine a concludere che questo antico testo cristiano è significativo specie per il contributo che può offrire in due ambiti di ricerca: da un lato la migliore comprensione della storia della trasmissione di quei detti di Gesù che hanno paralleli con i sinottici, dall’altro la riconsiderazione della morte e risurrezione come primo e più importante orizzonte interpretativo della vicenda terrena di Gesù, considerata la non centralità della croce nel Vangelo secondo Tommaso. Il saggio che chiude il volume è di Mauro Pesce, ordinario presso l’Università di Bologna, specialista delle origini cristiane e noto ora al largo pubblico per il volume, scritto con Corrado Augias, Inchiesta su Gesù.2 Il suo intervento (94-127) verte essenzialmente sugli orientamenti attuali della ricerca sul Gesù storico. Per Pesce, le tendenze più promettenti sono essenzialmente tre: la nuova ricer- P. SEQUERI, LA RISONANZA DEL SUBLIME. L’idea spirituale della musica in Occidente, Studium, Roma 2008, pp. 204, € 23,00. 9788838240416 A ll’interno di una più generale riflessione sull’estetica teologica e dopo alcuni testi specifici di rilievo (Musica e mistica. Percorsi nella storia occidentale delle pratiche estetiche e religiose, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2005; Eccetto Mozart. Una passione teologica, Glossa, Milano 2006) il teologo e musico Pierangelo Sequeri offre un volume di minor pretesa (a carattere introduttivo e divulgativo), ma non di minor suggestione. 116 116 IL REGNO - AT T UA L I T À 4/2009 ca sulla trasmissione delle parole di Gesù tra i gruppi dei suoi seguaci soprattutto nei primi tre secoli (e questo indipendentemente sia dal fatto che queste parole siano state o no effettivamente dette da Gesù, perché la loro importanza storica deriva dal fatto che i gruppi dei seguaci di Gesù le ritenevano tali, sia che esse siano giunte a noi come dette da Gesù o invece in forma anonima); l’attenzione alle esperienze religiose di Gesù (ad esempio la preghiera); un’interpretazione socio-antropologica del movimento di Gesù e del primo cristianesimo (nel senso che Gesù ha posto in atto una forma sociale, quella del suo gruppo di discepoli, che è un’associazione volontaria, non riconosciuta dalle istituzioni dell’epoca, e attraverso di essa entra in una dialettica costante con l’istituzione di base della società del tempo, ossia la parentela organizzata per gruppi domestici). Pesce, riprendendo in sostanza quanto affermato da Norelli, sottolinea poi la necessità di una ricerca storica su Gesù che superi le angustie di una prospettiva legata esclusivamente agli scritti canonici. Difende infine la propria posizione, variamente attaccata in occasione della pubblicazione del libro-intervista scritto con Augias, offrendo in appendice il testo della lettera inviata a p. Raniero Cantalamessa, che aveva aspramente criticato il volume sulle pagine di Avvenire. Uno dei meriti di quest’ultimo saggio è certamente quello di consentire al lettore meno informato di comprendere più a fondo il pensiero del suo autore dopo le polemiche scoppiate attorno alla figura di questo studioso. I quattro interventi, dunque, rivelano una sostanziale comunanza d’intenti: promuovere un nuovo modello di ricerca sul Gesù storico che, rispettoso degli ambiti di ciascuna disciplina, consenta anche alla storia del cristianesimo di dire la sua fino in fondo. Si tratta de La risonanza del sublime. L’idea spirituale della musica in Occidente. Può essere letto sia come narrazione complessiva della relazione fra musica e teologia nella storia cristiana, sia come note di supporto pratico per chi ricerca edizioni discografiche affidabili e coerenti, sia come insieme di alcuni «medaglioni» relativi alle figure maggiori (da Ambrogio a Palestrina, da Perosi a Messiaen). La connessione fra pensiero e sviluppo musicale, fra teologia e pratica della musica è retta dall’idea che «la musica sia forse già un passo avanti, oltre il bivio della fatalità del nichilismo e della mediocrità della bellezza, in cui la nostra cultura si dibatte» (11). In altri termini la musica attende dalla teologia e dalla pratica cristiana di essere compresa nelle sue offerte di accompagnamento e condivisione del mistero. Un esempio di passaggio storico fondamentale è quello narrato nel primo capitolo («L’invenzione cristiana»): il trapasso fra la musica della tradizione greco-romana e quella della comunità cristiana. La geniale interpretazione di Pitagora e Aristosseno che affidava la musica a spiegazioni di tipo matematico (la struttura fisica delle combinazioni), connessa con l’intenzione compositi- va e la sensibilità percettiva, non usciva però da un formalismo divertito, privo di ethos virtuoso e logos spirituale. La diffidenza cristiana non era quindi dovuta solo alle possibili derive estetizzanti e immorali, quanto piuttosto alla convinzione di dover esprimere un senso compiuto del tempo (incarnazione) e del cosmo (creazione) attorno a una parola di rivelazione (Scrittura). La creatività cristiana chiude «il carattere atemporale del melos greco indefinito» per forzarlo col «melos narrativo della memoria e dell’attesa ebraica», «senza rinunciare alla fermezza del suo legame con la trascendenza della parola sacra» (25). La forma musicale che si è poi concretizzata nel gregoriano risponde a questo fondamentale passaggio dalla musica «passatempo» a una «musica del tempo di senso compiuto» (27). Essa trova nella pratica di Ambrogio (gli inni) e nell’interpretazione agostiniana dello jubilus la base perché la parola impari a modularsi in musica e la musica a parlare. Si passa definitivamente da un’immutabile struttura di relazione fra i suoni a un’attenzione al testo e alla sua verità che definisce anche la qualità musicale. Un esempio del carattere utile e pratico delle note è riscontrabile nell’annotazione Fabio Ruggiero 1 Tra gli studi recenti più seri in materia, citiamo: G. JOSSA, Il cristianesimo ha tradito Gesù?, Carocci, Bari 2008, pp. 142, € 15,50; F. SCAGLIA, Il viaggio di Gesù. Sulle tracce dell’uomo che ha insegnato l’amore, Piemme, Casale Monferrato 2008, pp. 260, € 17,50; C. AUGIAS, R. CACITTI, Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione, Mondadori, Milano 2008, pp. 276, € 18,50. 2 C. AUGIAS, M. PESCE, Inchiesta su Gesù. Chi era l’uomo che ha cambiato il mondo, Mondadori, Milano 2006; a cui è seguito il vol. firmato con Adriana Destro: M. PESCE, A. DESTRO, L’uomo Gesù. Giorni, luoghi, incontri di una vita, Mondadori, Milano 2008. XXXVIII REGATT 04-2009.qxd 25/02/2009 14.44 Pagina riferita all’interpretazione musicale di Ildegarda da Bingen e in quella riferita a I. Stravinskij. Ildegarda suggerisce un senso specifico agli strumenti musicali: il flauto e la subtilitas dei moti dello Spirito, la tromba e la profezia, gli archi e l’ascesi, l’arpa e l’armonia del cosmo salvato (41). Per Stravinskij così si rimanda alle edizioni musicali: «Per la Sagra e la Sinfonia dei Salmi le incisioni sono molte (comprese quelle dirette da Stravinskij). Fate voi: ma se riuscite a trovarle non fatevi scappare le esecuzioni di Igor Markevitch (rispettivamente Disques Montaigne, EMI). Altrimenti rivolgetevi con fiducia a von Karajan e ai Berliner (DG). La messa ascoltatela con Leonard Bernstein (DG). Del Canticum sacrum esiste una fascinosa incisione diretta da Simon Preston (Argo). E infine, non potendomi dilungare sulle innumerevoli incisioni dei balletti più famosi, vi segnalo due dischi comunque preziosi, a titolo diverso. Il primo è la sintesi dei Tre movimenti di Petrushka, per pianoforte, nell’esecuzione folgorante di Maurizio Pollini (DG): lo spirito del balletto stravinskijano è concentrato in questa esecuzione come il genio prodigioso della lampada di Aladino. Il secondo è una raccolta intitolata Musique spirituelle, dove Oskar Gottlieb Blarr dirige l’Ensemble vocale e strumentale del Festival Stravinskij di Düsseldorf (Schwann)…» (136). Un esempio infine fra i possibili «medaglioni». Non è il più convinto né il più geniale, tuttavia le poche pagine dedicate ad Anton Bruckner (1824-1896) costituiscono un potente riscatto del compositore austriaco. Il guadagno della sua musica «sta nella presa di coscienza storica, estetica ed espressiva della necessità di connettere alla nuova visione del mondo la tradizione metafisica del nesso fra musica e mistica, che il cristianesimo ha indirizzato verso la sensibilità e la soggettività dell’arte» (119), un puro svuotamento di purificazione, in attesa del soprannaturale. In coerenza con l’impianto complessivo l’attenzione maggiore è sulla musica contemporanea: da Schönberg a Messiaen, da Henze a Dallapiccola, da Pendereckij a Huber, da Schnebel a Henry. L’ultimo capitolo è dedicato a quattro composizioni sulla passione ordinate dalla Bachakademie di Stoccarda nel 2000, e in particolare al Deus Passus. Lukaspassion della compositrice Sofija Gubajdulina. Una ricerca che suona come severo ammonimento alla teologia e alla spiritualità cristiana. Il moderno, pur letto con una radicale criticità, contiene più verità e ricerca spirituale di quanto il tradizionalismo clericale possa immaginare. L. Pr. XXXIX 117 CARITAS ITALIANA, NELL’OCCHIO DEL CICLONE. Rapporto di ricerca su ambiente e povertà, emergenze e conflitti dimenticati, Il Mulino, Bologna 2008, pp. 304, € 20,00. 9788815127730 L’ ormai decennale collaborazione fra Caritas italiana, Il Regno e Famiglia cristiana ha sfornato il terzo volume, dopo I conflitti dimenticati (2003) e Guerre alla finestra (2005): Nell’occhio del ciclone. Rapporto di ricerca su ambiente e povertà, emergenza e conflitti dimenticati, a cura di Paolo Beccegato e Walter Nanni. La coerente linea di sviluppo sui temi della guerra e della pace conosce scostamenti e derive significativi. Sono sempre meno le guerre tradizionali (24 nel 2006, il numero più basso dalla fine della Guerra fredda), mentre stanno aumentando i conflitti interni o trasversali agli stati (17 fra i paesi più poveri conoscono la guerra civile e sono attivi almeno 300 gruppi armati). Nuove guerriglie e terrorismi portano il conflitto nei nuclei urbani o sono all’origine di grandi spostamenti di popolazioni. Ma il secondo mutamento non è meno importante. Sempre più le guerre si impastano con le emergenze e i disastri naturali, o perché ne sono all’origine o perché accompagnano e aggravano le crisi ambientali. L’acqua non meno del petrolio è all’origine dei conflitti, la siccità non meno della guerriglia è all’origine delle migrazioni. Con la conseguenza di rendere impercettibile la distinzione fra civili e combattenti: «Spesso le fasce più socialmente vulnerabili della popolazione diventano anche quelle più colpite dalla violenza, se non un’arma della stessa violenza» (290). Conseguentemente si ridefiniscono le linee che indicano e delimitano le fasce di povertà: il disastro ambientale va oltre le linee delle povertà relative locali. Un’emergenza ambientale annulla le distinzioni di povertà relative fra popolazioni del terzo mondo e può colpire economicamente in forma disastrosa un paese sviluppato, ma senza provocare un numero particolarmente alto di vittime. IL REGNO - AT T UA L I T À 4/2009 117 Perciò accanto al tema della povertà (e il suo corrispettivo di «bisogno») si va sviluppando il concetto di «vulnerabilità» come esposizione al rischio, al trauma e allo stress. È un concetto più esteso di quello di povertà e lascia intravedere il coinvolgimento di persone e comunità che non sono automaticamente collocabili fra i poveri. Da qui nasce l’indicazione di «emergenza umanitaria complessa», cioè le «situazioni in cui la conflittualità armata organizzata si intreccia con la presenza di criticità ecologiche e ambientali» (13). Tutta la prima parte del volume è volta a illustrare questo nodo problematico, a chiarire come le criticità ecologiche e ambientali entrano come fattori rilevanti in una situazione di conflitto. Gli scontri armati sempre più spesso prendono origine, si accompagnano o possono produrre disastri sul piano ambientale oltre a quelli economici tradizionali e quelli relativi alle perdite di vite umane. La seconda parte, con una maggiore continuità rispetto ai due volumi precedenti, analizza il modo con cui gli strumenti L’ AT T UA L I T À D E L P E N S A R E D E L L’ A P O S T O L O PA O L O Ricordando Giuseppe Barbaglio nell’anno paolino Il 21 e 22 marzo 2009 si terrà, presso l’aula magna della Facoltà valdese di Roma (via Pietro Cossa, 42), il secondo convegno di studio e di divulgazione dell’opera di Giuseppe Barbaglio promosso da Carla Busato Barbaglio, Rossana Rossanda, Alfio Filippi, Yann Redalié, Severino Dianich e Raniero La Valle. Saranno disponibili gli atti del convegno 2008 su «I mille volti di Gesù». Informazioni: www.giuseppebarbaglio.it.