mercoledì 9 marzo – ore 21.00
martedì 5 aprile – ore 21.00
SUL TETTO DEL MONDO
STORIE E CONTROSTORIE
MY FAIR LADY
di e con Ascanio Celestini
di Alan Jay Lerner
musiche Frederick Loewe
adattamento e regia Corrado Abbati
di Paola Berselli e Stefano Pasquini
regia Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Stefano Massari
Stefano Pasquini
immagini e montaggio video Stefano Massari
Teatro delle Ariette
Fuori abbonamento con prenotazione obbligatoria:
ciascuna recita accoglie 50 spettatori.
Al termine si condivide il cibo preparato dagli attori durante lo spettacolo.
Ci sono due spaventapasseri.
Abitano al 2781 di via Rio Marzatore, località Castello di Serravalle,
comune di Valsamoggia, provincia di Bologna, Italia: il podere che le
mappe catastali chiamano “Le Ariette”. Sono arrivati nell’autunno del
1989, quando crollava il muro di Berlino. Fanno teatro, coltivano la terra e curano molti animali. Fanno anche da mangiare.
Sopra le Ariette c’è il colle più alto di tutta la valle. Loro lo chiamano “Il
tetto del mondo” e ogni tanto salgono su, fino in cima, per guardare
lontano. Quando sono lassù, si tengono per mano e stanno in silenzio.
Hanno fatto questo spettacolo per condividere questo sguardo, che
non sanno spiegare con le parole.
Hanno messo al centro dello spazio scenico un pentolone dove si fa la
polenta e un tavolo così grande e basso che sembra un letto. Sul fondo
c’è un piccolo schermo, come una finestra, dove si vede il tempo che
passa.
Sono fragili come tutti gli spaventapasseri, che durano il tempo di un
raccolto e poi tornano ad essere paglia, legno e vestiti vecchi. Portano
il mistero dei gesti e delle parole che raccontano il tempo della vita
come se fosse un teatro delle utopie e delle passioni: il sogno di due
spaventapasseri.
Teatro delle Ariette è un’associazione culturale che studia, produce e
promuove teatro. Ha sede nell’azienda agricola “Le Ariette”, dove Paola Berselli e Stefano Pasquini vivono e lavorano dal 1989. E’ un’esperienza, una pratica quotidiana, una ricerca. E’ un teatro di terra, fatto a
mano, vissuto attraverso il corpo: un viaggio dentro l’essere umano.
Fabbrica
Alcuni dei racconti pubblicati in Io cammino in fila indiana, altri aggiunti nella versione francese del suo ultimo spettacolo, Discours à la Nation, e altri ancora scritti appositamente costituiscono il repertorio dal
quale Ascanio Celestini attinge per raccontare e improvvisare quello
che il critico Andrea Porcheddu ha definito “un puzzle sentimentale,
emotivo, politico”. L’attore e autore sale sul palco accompagnato da un
microfono e poche luci.
A seconda del posto e del clima che si respira in sala può scegliere di
seguire una scaletta diversa da quella presentata la sera precedente.
Una musica, la voce registrata di un notabile della politica o dell’economia possono interrompere il flusso delle parole, ma alla fine lo spettatore si troverà a fare uno degli esercizi più naturali dell’essere umano:
immaginare, ovvero vedere le immagini evocate dalle parole altrui, ma
generate nella propria testa.
Così funzionano le storie, dalla fiaba alla barzelletta, dalla poesia al romanzo. In particolare queste sono storie che fanno ridere e arrabbiare,
ma sempre col dubbio che la causa del riso e della rabbia non sia qualcun altro, ma noi stessi.
Continua Andrea Porcheddu: “Anche in questi racconti, un lavoro agile, Ascanio Celestini ha composto le tessere di un puzzle sentimentale,
emotivo, politico, sociale di formidabile intensità: solo in scena, come
sempre, partendo dal racconto di sé e dell’ansia che lo (ci) attanaglia,
Celestini affronta di petto le contraddizioni, i nodi, le tensioni di questa
Italia. Poco importa se si ride, e tanto, con i suoi apologhi: quel che
rimane, poi, usciti dal teatro è un’amara consapevolezza”.
su licenza esclusiva per l’Italia di Tams-Witmark Music Library, INC. - New York
Compagnia Corrado Abbati – InScena
Uno dei problemi che molti si pongono nel riportare in scena i classici
del teatro musicale è che gran parte del repertorio non si allinea con
i presunti valori attuali. I veri o falsi timori nel rendere contemporanee
tali opere sono spesso motivo di elaborazione di una moltitudine di
note di regia, giustificative di ciò che in fondo non ha bisogno di spiegazioni: la soluzione è lasciare che i classici esprimano la loro vitalità
semplicemente mettendoli in scena.
E così sarà per la regia di My Fair Lady curata da Corrado Abbati, che
resterà semplice, elegante ed affascinate come in originale, perché è
questa la sua magia. Chi non ricorda la romantica e divertente storia di
Eliza, la giovane fioraia - interpretata da Audrey Hepburn nella versione cinematografica del 1964 che ha fatto incetta di Oscar - che diventa
una donna sofisticata per merito delle cure del professor Higgins?
Ritmo serrato, dialogo brillante, costumi eleganti e su tutto: la musica,
che rende My Fair Lady un classico del teatro musicale sempre giovane e seducente.
TEATRO
TENDA
Campo Robinson (viale Stazione)
Abbonamento a 6 spettacoli
riduzione Soci Coop
€ 40
€ 35
TEATRO
TENDA
L’abbonamento non comprende lo spettacolo Sul tetto del mondo.
Campagna abbonamenti – apertura biglietteria
Dal 14 al 24 novembre presso URP Comune di Finale Emilia
(Via Montegrappa, 6) nei seguenti orari:
martedì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00
sabato dalle 10.00 alle 12.30
Biglietti
Carissmi padri: Molte cose sono in una cosa
€ 5
Sul tetto del mondo (fuori abbonamento, prenotazione obbligatoria) € 20
Tutti gli altri spettacoli in cartellone
€ 10
Finale Emilia
Vendita biglietti
Nei giorni di spettacolo (escluso “Sul tetto del mondo”) dalle
17 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio della rappresentazione.
Per informazioni e prenotazioni biglietti:
ERT Fondazione
tel. 059/927138 nei seguenti giorni e orari:
mercoledì dalle 15.30 alle 19 - venerdì dalle 10.30 alle 14
[email protected]
Inizio spettacoli – ore 21.00,
escluso “Sul tetto del mondo” che inizia alle ore 20.00
I posti non sono numerati, né per gli abbonamenti né per i biglietti.
Sarà possibile accedere alla sala indicativamente mezz’ora prima
dell’inizio degli spettacoli: l’orario di apertura viene stabilito in accordo con le Compagnie, pertanto può subire variazioni.
Stagione teatrale
2015/2016
illustrazione di Jacopo Noera
mercoledì 24, giovedì 25 e venerdì 26 febbraio – ore 20.00
Programma
mercoledì 25 novembre – ore 21.00
venerdì 4 dicembre – ore 21.00
mercoledì 13 gennaio – ore 21.00
sabato 6 febbraio – ore 21.00
CARISSIMI PADRI
«MOLTE COSE SONO IN UNA COSA»
DOLORE SOTTO
CHIAVE/PERICOLOSAMENTE
AMORE AI TEMPI DEL COLERA
DONNE ALL’OPERA
regia Claudio Longhi
assistente alla regia Giacomo Pedini
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti
Michele Dell’Utri Simone Francia, Lino Guanciale
Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo
alla fisarmonica Olimpia Greco
regia Francesco Saponaro
con Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
scene e costumi Lino Fiorito
luci Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
dal romanzo L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez
regia Cristina Pezzoli
con Laura Marinoni
pianoforte Alessandro Nidi
chitarra e percussioni Marco Caronna
con Laura Cigna, soprano
Daniela Pini, mezzosoprano
Orchestra Cantieri d’Arte diretta dal M° Giulia Manicardi
uno straniamento brechtiano
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Il gruppo di lavoro guidato da Claudio Longhi, concluso il corso di formazione per attori Raccontare il territorio - che lo scorso anno, con
base a San Felice sul Panaro, ha coinvolto nelle sue attività associazioni
e residenti di molti dei Comuni della Bassa modenese - torna a Finale
Emilia per l’apertura della Stagione del Teatro Tenda con il progetto
Carissimi Padri... Almanacchi della Grande Pace (1900-1915). Questo
nuovo percorso partecipato, realizzato in occasione del centenario
dall’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale, intende riflettere intorno alle ragioni/follie che condussero la politica e la società europea
sul ciglio dell’autodistruzione.
Molte cose sono in una cosa intende esplorare – con l’ironia corrosiva
propria del teatro epico brechtiano – gli implacabili meccanismi della
dialettica, nelle sue più lucide e spietate applicazioni al campo degli
umani conflitti.
“Travestendo” in chiave Grande Guerra il dramma didattico Gli Orazi
e i Curiazi di Bertolt Brecht - brillante esercitazione teatrale e politica
immaginata nel 1934 dal celebre drammaturgo di Augusta per attori/
spettatori-studenti - la mise en espace riparte dalla leggenda antica
dei tre campioni di Roma opposti ai tre avversari della città di Albalonga per tentare di meglio mettere a fuoco le tremende conseguenze
di ogni fascinazione bellica. Talvolta, infatti, come era solito ripetere
Brecht stesso, guardando le cose di lontano, le si vede decisamente
meglio…
due atti unici di Eduardo De Filippo
con un prologo da I pensionati della memoria di Luigi Pirandello
Teatri Uniti, Napoli Teatro Festival Italia
in collaborazione con Università della Calabria
Francesco Saponaro unisce due atti unici di Eduardo De Filippo, Dolore sotto chiave e Pericolosamente, preceduti da un prologo, ossia
l’adattamento in versi e in lingua napoletana della novella I pensionati
della memoria, scritta da Luigi Pirandello nel 1914.
Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia
Capasso. Nella commedia, Lucia nasconde al fratello Rocco, spesso
lontano da Napoli per motivi di lavoro, la morte della moglie Elena,
molto malata, temendo che per il dolore Rocco possa fare una pazzia.
La reazione di Rocco nell’apprendere la verità genera una girandola di
situazioni grottesche, dal risvolto decisamente comico.
“In Dolore sotto chiave - spiega Saponaro - buoni sentimenti come la
carità cristiana, la compassione o la mania borghese della beneficenza
diventano armi improprie per dissimulare, negli affetti, quella segreta
predisposizione dell’essere umano al controllo e al dominio sull’altro”.
Pericolosamente, scritto nel 1938, diviene nel 1965 la sceneggiatura
dell’episodio L’ora di punta del film Oggi, domani e dopodomani, in cui
Eduardo dirige Marcello Mastroianni, Luciano Salce e Virna Lisi.
Grande successo del Teatro Umoristico dei De Filippo, l’atto unico gioca tutto sui litigi coniugali fra i due protagonisti, Dorotea e Arturo. operita musical per cantattrice e suonatori
Pierfrancesco Pisani e Nidodiragno
in collaborazione con Infinito Srl e Il Funaro/Pistoia
Cantare un amore a distanza che dura tutta la vita ma che si compirà
nella vecchiaia è l’invenzione narrativa di uno dei più grandi creatori di
storie del nostro tempo: Gabriel García Márquez. L’amore ai tempi del
colera è un effluvio di immagini nato dalla scrittura di Gabo, profonda
e leggera, intelligente e ironica, stupendamente evocativa.
Florentino e Fermina si tengono nel cuore da lontano, mentre le loro
vite scorrono parallele con le scelte che ne conseguono: marito, amanti, figli, infelicità e abitudine… Quello che si era acceso nella prima giovinezza tra i due protagonisti si compie felicemente dopo un’attesa di
durata mitologica.
Questa potente epopea romantica diventa materia teatrale grazie a
un’inedita Laura Marinoni che recita e canta, accompagnata dal vivo
da Alessandro Nidi e Marco Caronna e sotto la direzione di Cristina
Pezzoli. Le canzoni scelte prendono spunto dalle vicende narrate e diventano il poliedrico strumento di una forma di racconto che intende
usare parole e musica senza soluzione di continuità.
La gioia e la saudade del canto sprigionano e accompagnano l’intima
essenza di questo romanzo, da anni diventato un cult: la storia intrigante di un amore che assomiglia ad un lungo combattimento, come i
rituali di corteggiamento di certi animali in cui amore e lotta si confondono e si mischiano, disegnando un destino.
“L’amore ai tempi del colera – scrive Laura Marinoni – è uno tsunami di
immagini e di voci. Non si legge. Si mangia si beve si canta si concede
come un corpo. Un libro da abbracciare. Per cinquantatré anni, sette
mesi e undici giorni, notti comprese”.
organizzato da
recital lirico
Un florilegio di figure femminili da Rossini al Melodramma sino al musical attraverso alcune delle più conosciute arie d’opera e songs.
Violetta, Rosina, Carmen, Gilda, indimenticabili eroine, alcune vittime
del destino, altre artefici della propria sorte, ma tutte ormai, ognuna
in modo differente, archetipi dell’Eterno Femminino. A loro musicisti
come Verdi, Rossini, Puccini, Bizet hanno dedicato alcune delle più fulgide pagine della storia della musica.
Un ensemble di 14 strumenti, diretti da Giulia Manicardi, accompagna
il soprano Paola Cigna e il mezzosoprano Daniela Pini in questo vario
ed avvincente viaggio musicale.
Programma
G. Rossini Il barbiere di Siviglia Ouverture
G. Verdi “Caro nome” da Rigoletto G. Rossini “Un voce poco fa” da Il Barbiere di Siviglia
G. Puccini “Quando men’ vo’” da La Bohème
G. Bizet “Habanera” da Carmen
J. Offenbach “Barcarolle”, duetto da Les Contes d’Hoffmann
G. Rossini L’italiana in Algeri Ouverture
C. Gounod “Je veux vivre” da Romeo et Juliette
G. Bizet “Chanson bohéme” da Carmen G. Verdi La Traviata, Danze Strumentali
G. Gershwin “Summertime”
E. Harlen “Somewhere over the Rainbow”
L. Delibes “Viens, Mallika” duetto da Lakmé
nell’ambito del progetto
con il sostegno di
Il progetto Scena Solidale – rinascere con la
cultura nasce nel 2012, a poche settimane dagli eventi sismici che nel maggio di quell’anno colpiscono duramente molti comuni della
Bassa modenese, togliendo vite, danneggiando aziende, e rendendo inagibili case, chiese,
municipi, scuole e altri luoghi al servizio della
collettività.
Promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione con il sostegno dell’Assessorato alla
Cultura della Regione Emilia-Romagna, Scena
Solidale intende offrire un contributo alla difficile rinascita di quelle comunità, allestendo
spazi temporanei in cui le persone possano
riunirsi, organizzando rassegne di spettacoli
in attesa che la ricostruzione dei teatri venga
portata a termine, proponendo laboratori teatrali per ragazzi e adulti.
WWW.EMILIAROMAGNATEATRO.COM – WWW.COMUNEFINALE.NET